☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
lug 21 2014

La Peschiera da Basilio – Sant’Anna Arresi

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

La Peschiera - Interno e Veranda

La Peschiera – Interno e Veranda

 

Cento. Qualcuno mi suggerì di esordire questa recensione, in lode di dieci decine, otto dozzine con ammanco di quattro, quattro quarras col resto di uno, quaranta imbudus e cinque mesus mois.
Abbandoniamo la nostra terra per ammirare una nuova alba, per ritrovare l’entusiasmo che fu, per riconquistare i colori di emozioni sbiadite nel tempo. Dobbiamo alzare l’asticella della passione, alterare la chimica dei pensieri, inquinarci il sangue con non convenzionali veleni, respirare fumi di fuoco, far ribollire la nostra pelle. Tutto questo per darci un Sabato, o una Domenica che non siano sempre lo stesso Sabato o la stessa Domenica. Oggi, ci proviamo con l’impulso a noi più estraneo: la susunkaggine!
 

La Peschiera - Tonno e Pesce spada

La Peschiera – Tonno e Pesce spada

 

«Arrivederci mi pare eccessivo.»
Con queste parole, in quel di Porto Pino, splendida frazione turistica di Sant’Anna Arresi, si concludeva la ciccionata che, ad inizio Luglio, vedeva nuovamente protagonista il più famoso Triumvirato della ristorazione sarda, anche questa volta in gita “a casinu“, guidato trasportato e traslitterato dalla nuova e ben climatizzata quasi cento cavalli del Raschione Ettore.
Tralasciando i dettagli dell’avvicinamento alla destinazione – scandito, come di consueto, dagli insulti rivolti dall’Ing.Marrocu al driver di turno e alla mentalità isolana – vedremo a breve come si collega l’accennata conclusione, con il curioso incipit della recensione stessa.
 

La Peschiera - Antipasti classici

La Peschiera – Antipasti classici

 

Porto Pino. A pochi passi dalla spiaggia, poche centinaia di metri dalle dune di sabbia fine e bianchissima, dalle voci eccitate del mare, dall’afa soffocante del sole di Luglio. E’ qui che, con i suoi confinati specchi d’acqua, appare sulla Via il ristorante “La Peschiera”. L’appendice “Basilio” del nome spunta fuori informalmente e ci ricorda celeberrimi bi-laureati nostrani.
E’ facile e confortevole accomodare l’auto del Raschione nell’ampio parcheggio adiacente al ristorante, mentre poco distante si consuma il delirio organizzato dei servizi esterni alla spiaggia. Successivamente al pranzo, per far sbentiare l’ing.Marrocu, i Burricchi avrebbero tentato di appropinquarsi ai medesimi, senza aver possibilità di usufrutto, a causa del precoce e del tutto estivo, terminare delle risorse disponibili.
 

La Peschiera - Fritti gratinati crostini

La Peschiera – Fritti gratinati crostini

 

Superate le palme che delimitano il parcheggio, incontriamo una bella struttura in stile mediterraneo, con soffitti bassi, intonaci esterni bianchi e tegolato rustico. La sala interna, a parte le arcate in muratura, è interamente dominata dal legno chiaro delle pareti, e dal soffitto scuro con belle travi a vista. La pavimentazione è in simil cotto, mentre il colore delle tovaglie e delle sedie stona un poco con il resto dell’ambientazione, comunque gradevole.
Ci accomodiamo però nella veranda esterna, che dà sulla Peschiera, riparata da una tettoia di canne paravento e (letteralmente) innaffiata, fino ai piedi dei tavoli, dagli erogatori delle aiuole perimetrali; questo, a dire del titolare, per rendere più fresco l’ambiente e dare ristoro ai piccoli uccelli che ogni tanto facevano capolino. Questa premura però, è col passare dei minuti diventata piuttosto fastidiosa, per un difetto di dosaggio o aumento della pressione dell’acqua, tanto da dover chiedere a “su Ziu” l’interruzione del processo erogativo.
 

La Peschiera - Classici e cruditè

La Peschiera – Classici e cruditè

 

Su Ziu (Basilio?), è l’anziano signore che ci fa accomodare nella veranda, che si farà carico del servizio, e che ci intratterrà per tutta la durata del pranzo con empatia e storie di vita vissuta, in particolar modo relative al periodo del suo affrancamento dal vizio del fumo.
Riguardo il servizio in sè, è stato sufficientemente preciso nei tempi e nella periodica fornitura di piatti e posate, ma dobbiamo di certo censurare certe abitudini “antiche” come quella di porgere coltelli e forchette impugnandoli direttamente dalla punta. Particolare, che di per sé avremmo potuto penalizzare con l’estremo atto di mozzatura dell’orecchia, ma che in questa occasione – per evitare eccessive distorsioni di giudizio – contribuirà solo numericamente all’attribuzione del punteggio finale in termini di burricchi.
 

La Peschiera - Spaghetti ai ricci di Giugno

Spaghetti ricci di Giugno

La Peschiera - Zuppa di pesce

Zuppa di pesce

 

Il Signor Basilio ci informa sulle abitudini di esagerata distribuzione delle portate della peschiera, subito proponendoci una degustazione di 22 antipasti. In realtà, alla fine, i piatti conteggiati saranno “solo” sedici, col difetto del ritardo delle cruditè di mare, arrivate al nostro tavolo solo dopo i primi perché inizialmente escluse, avendo il padrone di casa confuso il nostro ordine con quello del tavolo vicino (per la cronaca, i tavoli occupati erano tre).
Unitamente agli antipasti, ordinavamo primi piatti e vino. Dapprima una bottiglia di Vermentino di Sardegna DOC “Giunco” di Mesa – in onore alle produzioni locali e al suocero del Presidente SDP -, seguita poi da un “Lupus Infabula” della tenute “Olbios” di Olbia.
 

La Peschiera - Cruditè di scampi

La Peschiera – Cruditè di scampi

 

Come detto, gli antipasti si componevano di sedici portate di mare, la cui freschezza degli ingredienti ci pare indiscutibile, frutto dell’approvvigionamento diretto dalla peschiera o dai vicini punti di riferimento (es.: Isola di S.Pietro per il tonno), anche se potremmo discutere sulla qualità finale di talune composizioni, tutte comunque mai particolarmente elaborate o ben presentate.
Nel dettaglio, arrivavano al nostro tavolo: involtini di pesce spada, melanzane e rucola; carpaccio di tonno rosso; musciame di tonno alla catalana (in realtà un assaggio di musciame, sommerso da pomodori e cipolle); cuore di tonno accompagnato da una salsina piccante (simile all’harissa, accostamento discutibile); carpaccio di polpo su letto di radicchio; bottarga con noci; burrida di tonno; gamberi bolliti; cannolicchi gratinati; frittelle di orziadas (anemoni di mare); capesante gratinate con asparagi di mare; crostini di pane accompagnati da crema di bottarga, pomodori e burro salato; cozze primavera; filetti di sarde con uva sultanina e pinoli; bocconi di mare e, per terminare, cruditè di cozze e ostriche. Il sapore di queste ultime, segnaliamo, non ci ha per niente entusiasmato.

 

La Peschiera - Ricotta al miele di corbezzolo

Ricotta al miele

 


Meno brillanti, di fatto, i primi. Mentre si presentava come assolutamente gustosa e accattivante la zuppa di crostacei e mitili scelta dall’ing.Marrocu («con il pesce fresco si va sul sicuro»), composta da gamberi, cozze, arselle, scampi e accompagno di crostini fritti, gli spaghetti “ai ricci di Giugno” ordinati (consapevolmente nonostante fossimo fuori stagione) da Jesus e il Raschione apparivano più come una pasta all’olio ben mantecata, con subordine di uova di riccio insapori e granulose molto simili, in termini di aspetto e gusto, alle gonadi congelate.
 

La Peschiera - Tiramisù alle pesche

Tiramisù alle pesche

 


Eccellente, invero, la qualità del secondo piatto. Questo, scelto in alternativa alla (eccessiva a quel punto) aragosta, in realtà sarebbe andato benissimo come diciassettesimo antipasto: un semplice quanto meraviglioso plateau di scampi crudi con olio e pepe nero.
Buoni anche i dolci: particolare ricotta con miele di corbezzolo e chicchi di caffè per Marrocu, tiramisù alle pesche per il Raschione, semplice sorbetto al limone per Jesus.
Il pranzo si concludeva quindi con tre caffè e acquavite per Jesus e Marrocu. Costo complessivo, 97€ cadauno – su cui hanno pesato 114€ totali di antipasti (forse considerati 22 anziché 16?) e 72€ di scampi crudi, 800g, valutati quindi 90€ al Kg -, che dobbiamo giudicare un 40% superiori al giusto dovuto, in funzione di una cucina con ottimi ingredienti ma senza particolari elaborazioni o peculiarità, e una qualità del servizio non proporzionale al costo pagato, superiore a quello di altre esperienze in ristoranti stellati. Sentito quanto avrebbe dovuto esborsare, l’Ing.Marrocu si è ripromesso, per le prossime ciccionate, di richiedere e analizzare preventivamente il menù con il preziario, al grammo. Consigliamo ai nostri lettori, per evitare brutte sorprese, di fare altrettanto, qualunque ristorante visitiate per la prima volta, soprattutto se nei pressi di rinomate località turistiche.

Situato nella suggestiva località di Porto Pino – della quale non è comunque possibile amminare la famosa spiaggia e le dune perché celate allo sguardo degli avventori – il ristorante “La Peschiera” offre una cucina semplice con ingredienti di ottima qualità, ma senza particolari eccellenze. Servizio ben distante dalle ambizioni, anche economiche, della proposta. Valutazione composita di 3 burricchi assegnati alla cucina e 0.5 al servizio. Mediamente: due burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “La Peschiera da Basilio”: Due Burricchi.
Ristorante La Peschiera da Basilio Indirizzo: Via d.Peschiera 15, loc.Porto Pino, S.Anna Arresi
Telefono: 0781.967018    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


set 24 2013

Ristorante Mare Nostrum – Torino [extra]

 Scritto da Daravaius | 1 commento | Commenta

Mare Nostrum - Sala.

Mare Nostrum – Sala

 

In principio era il verbo e il verbo era presso il Triumvirato, e il verbo era Raschione, Jesus e l’Ing.Marrocu. Questo era in principio presso il Donkey Challenge e compito dell’apprendista asinino fedele sarebbe ripetere ogni giorno con salmodiante umiltà l’unico immodificabile evento di cui si possa asserire l’incontrovertibile verità: il cibo è sacro.
15 settembre dell’Anno Domini 2013. Augusta Taurinorum. Torino. La prima capitale d’Italia. Ancor prima, capitale del regno sardo piemontese. Il filo rosso che lega la città sabauda a Casteddu, non foss’altro per le innumerevoli regine, re, principi e principesse che monopolizzano la toponomastica del centro, è tangibile; quindi, quale città migliore per provare a rendere omaggio al triumvirato asinino piu’ famoso del regno con una prima recensione extra insulare? Cospargendosi il capo di cenere ed indossando il saio dell’umiltà, il neofita, alla sua prima recensione, accompagna la gentile compagna di viaggio M.S. a festeggiare il suo trentesimo genetliaco in una serata gastronomica.

 

Mare Nostrum - Cannolicchi, involtino di gambero, crocchetta di dentice.

Mare Nostrum – Cannolicchi, gambero impanato, crocchetta di patate e dentice.

 

La serata è fresca, M.S. è ancora ignara della destinazione. Da via Carlo Alberto al museo del risorgimento, all’interno della Galleria Subalpina e sbucando poi in piazza Castello si dirigevano verso via Po, i portici della città sono qualcosa di unico, gli odori misti di libri usati e kebab, pipe e tram, ordine e anarchia, identificano via Po.  Alla fine si apre Piazza Vittorio, con la Gran Madre che incute rispetto. Ci si addentra nelle vie quadre che rispettano ancora la geometria dei castrum romani, in zona Vanchiglia. La toponomastica motteggia ancora i due portandoli in un ristorante di pesce, sito in via Pescatore, si spera il nome sia di buon auspicio, il ristorante Mare Nostrum. Ma perché un ristorante di pesce a Torino? Perché Torino è la piu’ grande città del sud e c’è stata dopo il 2006 una crescita esponenziale della ristorazione.

 

Mare Nostrum - Alici, tortino, ventresca.

Mare Nostrum – Alici, tortino, ventresca.

Mare Nostrum - Polpetta di ricciola e cous cous con polpo.

Mare Nostrum – Polpetta, cous cous di polpo.

 

All’ingresso si viene accolti col sorriso e con la prenotazione, indispensabile. Vengono fatti accomodare  in una stanza sulla sinistra con ancora dei tavoli liberi che sarebbero stati occupati da lì a poco. Il locale è antico, arredato stile trattoria, con mobili in legno che rendevano l’ambiente molto informale. I tavoli in noce, le tovaglie in lino, le posate in argento e i bicchieri di cristallo. La cura degli arredi alle pareti con dei quadri antichi, delle stampe, degli oggetti antichi d’uso comune come stadere, boccali e cesti arricchivano senza creare l’effetto barocco e pesante che alcuni ristoranti hanno. Il ristorante non è molto grande, ha un locale sulla sinistra, vicino ala cucina diviso in due spazi, con circa trenta posti in totale e una stanza molto piu’ grande di fronte all’ingresso arredata in stile piu’ elegante con lampadari in vetro enormi che sovrastano la sala. La clientela sembrava a proprio agio. Composta all’apparenza da persone avvezze alla buona cucina, senza notare la comitiva del sabato sera o pippialla varia. Il cameriere che li ha accompagnati per tutta la serata, ha illustrato loro la filosofia del locale.

 

Mare Nostrum - Rigatoni con crudo di tonno e pesto.

Mare Nostrum – Rigatoni con crudo di tonno e pesto di Lampedusa.

 

Cucina esclusivamente di mare e col pescato del giorno. Il menu riportava i prezzi degli antipasti, dei primi e dei secondi, nell’ordine 20, 16 e 22 euro e la carta dei vini. Quindi in base al pescato, il cuoco e i suoi cinque assistenti organizzano il menu che viene poi proposto ai clienti. Gli antipasti sono sempre una degustazione di vari bocconcini, all’incirca otto che permettono poi il proseguimento della cena. Come vino si opta per un Gewurztraminer 2012, non brillando per originalità, ma puntando sulla sicurezza, nonostante vi fosse la tentazione di un Arneis. Fortunatamente visto che il solo D.P. consuma il vino viene portata una bottiglia da 0,375l. L’attento cameriere una volta aperta la bottiglia, chiede a chi far assaggiare e versa, dopo l’assenso del tronfio D.P., il nettare degli dei altoatesini in un calice. Gli antipasti hanno illuminato gli occhi e soddisfatto il palato: alici marinate con pepe rosa, pinoli, prezzemolo e peperoncino, tortino di zucchine con cernia, ventresca di tonno cruda con salsa, cannolicchi al forno, involtino di zucchina e gambero impanato, crocchetta di patate e dentice, polpetta calda di ricciola e cous cous con polpo in salsa. Antipasti perfetti in qualità, quantità e tempi di attesa.

 

Mare Nostrum - Tagliolini con gamberi viola e bufala.

Mare Nostrum – Tagliolini con gamberi viola e crema di mozzarella di bufala.

 

Come primi M.S. si è indirizzata verso tagliolini con gamberi viola di Santa Margherita mantecati con acqua di pomodoro fresco, completati con crema di mozzarella di bufala di Aversa; D.P. oltre una mezza porzione dei succitati tagliolini ha voluto anche una mezza porzione di rigatoni con crudo di tonno e pesto di Lampedusa, probabilmente i rigatoni prevalgono sui tagliolini, il pesto era leggero e il tonno crudo metteva il cappello a un piatto molto riuscito. Il secondo è stato scelto da entrambi di comune accordo da dividere poi in due piatti (scelta azzeccata vista la quantità della porzione): filettini di pesce castagna alla Eoliana, infarinati con cipolla, mandorle tostate e marsala, serviti con un misto di verdure grigliate. Il gusto di questo piatto una volta entrato in bocca, si incuneava nel palato ed arrivava alla parte del cervello deputata al piacere, sfiorando le pareti del centro di comando dell’orgasmo.

 

Mare Nostrum - Filettini di pesce castagna alla Eoliana.

Mare Nostrum – Filettini di pesce castagna alla Eoliana.

 

I due ormai satolli, consapevoli che rinunciando al dessert, avrebbero rinunciato a qualcosa di eccelso, visto che tutti i dolci erano fatti in casa, decidono comunque che era troppo. D.P. prende il caffè che, contrariamente a quello di tanti ristoranti, risulta molto buono. A fine cena a tutti i commensali viene offerto un marsala o un digestivo e D.P. accetta volentieri una grappa morbida e declina l’offerta del cameriere ad un secondo, gratuito bis. A questo punto della serata i due sono soddisfatti e felici. In attesa del conto commentano le bontà eccelse dei piatti e cercano di trattenere nei cassetti della memoria del gusto tutti quei sapori. Il conto di 50 euro a testa è da ritenersi molto onesto vista la qualità, la freschezza e la quantità del prodotto ittico consumato.

 
Il ristorante Mare Nostrum è una calda oasi siciliana sotto le Alpi, che mette al primo posto il prodotto fresco, la varietà dei menù, la competenza nel trattare il pescato. Le foto non sono state fatte in previsione di questa recensione ma solo per ricordo personale, ma vista la soddisfazione palatale e sensoriale sembrava un peccato non far saper ai seguaci asinini la bontà di questo posto. Quindi M.S. e D.P. concedono, o meglio propongono quattro burricchi con menzione speciale per la qualità del prodotto primario per questo ristorante, portato ogni giorno dalla Liguria da una cooperativa di pescatori.

Con profondo rispetto,

M.S. e D.P.

 
NDR: Ringraziando Dario per aver raccontato in maniera impeccabile la propria esperienza tramite il Donkey Challenge, precisiamo che il ristorante non potrà essere inserito nella classifica generale in quanto fuori dalla zona di competenza che, al momento, ci siamo dati, ovvero i confini isolani.

 

VALUTAZIONE “Mare Nostrum”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
AgriHotel Mare Nostrum Indirizzo: Via Matteo Pescatore 16, Torino
Telefono: 0118394543 [mostra in google maps]

 Condividi su Facebook 


ago 24 2013

Ristorante Lucitta – Arbatax

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Lucitta - Terrazza

Lucitta – Terrazza

 

Ogliastra. Terra di spazi aperti, di orizzonti bagnati dal mare. Terra di confine e di arrocco, di grotte e dirupi, di voragini e costoni rocciosi, di alte falesie ancorate su acque dal blu cristallino; di falchi che dominano il cielo, di spiagge e di megaliti, di vento e di chiese di montagna, di coste scoscese e di olivastri centenari, di sole e di ombre, di quiete e di fascino antico. Di antichi misteri, di leggende che si perdono nel tempo, di memoria, di tradizioni millenarie, di cavalli e burricchi allo stato brado, di divertimento e pericolo, di pace e di passione, di frastuono e di infiniti silenzi, che cullano e accarezzano valli e panorami distesi sulla frontiera della nostra storia.
 

Lucitta - Antipasti

Lucitta – Antipasti

 

Estate. Le vacanze non si negano a nessuno, tantomeno alla placida quiete del burriccu, raggiunta con ininterrotta e devota attitudine al duro lavoro, protratta lungo il freddo inverno e finanche alle soglie di questo ultimo, torrido Agosto.
L’Ogliastra è stata scelta dal Donkey Challenge per placare i demoni della fatica, per rigenerare le membra e lo spirito, per dare conforto e nutrimento alle ultime residue energie. Tristemente assente l’Ing.Marrocu, ecco quindi Jesus, il Raschione Ettore, la Donna del Presidente (DDP), la Cognata del Presidente (CDP), e la sua amica Monica, prendere temporaneamente possesso di queste Terre, tra bagni di sole, spiagge, piscine, escursioni in montagna, e una buona dose di componente alcolica nella propria dieta.
I nostri lettori subitamente trasaliranno: ma tutto questo relax, avrà per caso condotto i famosi burricchi, ad interrompere la loro inarrestabile attività mangereccia? Direi proprio di no…
 

Lucitta - Fantasia di crudi

Lucitta – Fantasia di crudi

 

In quel di Arbatax, soleggiata frazione di Tortolì, una fresca serata di vacanza, la pittoresca comitiva di turisti trova accomodo al Ristorante Lucitta, famoso punto di riferimento in ordine alla ristorazione della costa ogliastrina.
Il locale si affaccia direttamente sulla via che porta al mare, a un centinaio di metri dalla spiaggia in località Porto Frailis, ed è strutturalmente identificabile come una sobria casa di villeggiatura che si eleva sul percorso dei bagnanti. Il suo interno, mediamente elegante nello stile, si configura come una piccola sala non nettamente separata dalla zona della cucina, ma si può dire che la gran parte della attività estiva del locale si svolge sull’ampia veranda esterna, che si estende coperta per una prima parte, per poi proseguire totalmente all’aperto sulla terrazza, più verso il mare.
 

Lucitta - Linguine al ragù di mare

Lucitta – Linguine al ragù di mare

 

L’avventore viene accolto, oltre che dal personale, da un curioso avviso che in esordio estingue ogni velleità culinaria a base di pizza. In effetti il movimento di una pizzeria si scorge al di là del muretto di recinzione, nascosto dalle siepi, ma non è chiaro quale sia il suo ingresso. Il servizio in sala del “Lucitta” è garantito da un esperto maître (che ad onor del vero non gestisce tutte le comande) e da due giovani cameriere le quali, nonostante un approccio propositivo ed empatico verso il cliente, gestiscono con minore distacco e professionalità i rapporti con il medesimo, ad esempio discutendo tra loro a due passi dai tavoli, o disapprovando con decisione le scelte dell’avventore, qualora queste rischiassero di condurlo a prolungate attese, per effetto di irrilevanti tecnicismi e limiti strutturali della cucina: «abbiamo solo un bollitore!»
 

Lucitta - Tortelli di pesce

Lucitta – Tortelli di pesce

 

In assenza dell’Ing.Marrocu, è il Raschione Ettore il delegato per la scelta del vino, inevitabilmente bianco, in accordo con le esigenze del nostro ordine, e in disaccordo – abbiamo successivamente appreso – rispetto ai gusti personali della ospite Monica: DOC di uve Torbato e Sauvignon “Parallelo 41″ delle cantine Sella&Mosca di Alghero. Il Menù del “Lucitta” si articola in percorsi di terra e di mare e si può subito dire che, per la ricercatezza degli ingredienti, la cura nella preparazione e nelle presentazioni (almeno nell’intenzione, dato che il pignolo Jesus ha avuto qualcosa da ridire!) si pone un gradino sopra la gran parte dei locali della zona, più orientati alle consuetudini della cucina tradizionale, in onore del turista prima che della licenziosa passione alimentare. Segnaliamo come ottimo l’intendimento, da parte del ristorante, di indicare nel menù l’origine delle materie prime, con tanto di riferimento ai produttori e fornitori delle medesime.
 

Lucitta - Tonno in crosta di sesamo

Lucitta – Tonno in crosta di sesamo

 

L’esordio è più che positivo. Per accompagnarci verso gli antipasti ci viene fornito uno stuzzichino caratterizzato da una sorta di crocchetta fritta di tonno, accompagnata da cipolla rossa, salsina agrodolce e riduzione di crema al basilico, non valorizzante, invero, alcun brut di benvenuto, che ne sarebbe stata la sua gradita apoteosi. Da evidenziare, al contrario, l’eccellente fornitura di pane, come accompagno di tutta la cena, declinata in pane carasau, ottimi panini, focacce, pizzette e pane alla cipolla. La parte centrale degli antipasti iniziava con un’ottima fantasia di crudo, composta da tartare di tonno, carpaccio di pesce spada, gamberi rossi e scampi, esaltata da brunoise di pesche, crema di basilico e anguria fresca. Dobbiamo registrare che, in questa portata, la qualità di scampi e gamberi spiccava nettamente sopra il gusto di tonno e pesce spada, decisamente meno apprezzabili.
 

Lucitta - Raviolini

Lucitta – Raviolini

 

Le entrée proseguivano quindi con un delizioso polpo arrostito su crema di patate, paprika e decoro di rosmarino, e con una fantastica tartare di pecora, accompagnata da carasau e fonduta di pecorino, su letto di verdure e decoro di timo: «struppiau!».
Qui le strade dei commensali venivano a dividersi. Jesus, Raschione, DDP e CDP puntavano su un primo, mentre Monica ordinava un buonissimo (e cotto alla perfezione) tonno in crosta di sesamo, con peperoni rossi e riduzione di aceto balsamico, arrivato qualche minuto prima degli altri piatti. Nel dettaglio, Jesus, il Raschione e la CDP ordinavano dei tortelli di pesce con cozze, bottarga e pomodorini arrostiti – a dire il vero apprezzati appieno solo da Jesus -, mentre venivano uniformemente riconosciute come eccellenti, le linguine al ragù di mare con pinoli e basilico, scelti dalla DDP.
 

Lucitta - Sebada

Lucitta – Sebada

Lucitta - Tortino al cioccolato

Lucitta – Tortino

 

Sublimi i dolci: tortino al cuore morbido di cioccolato con con gelato alla vaniglia e crema ai frutti di bosco («da orgasmo!») per il Raschione, sebada al miele con gelato allo zafferano e gocce di estratto di mango per la CDP, raviolini fritti con formaggio fresco di capra e crumble per Jesus e DDP. La cena si concludeva quindi con dei caffè, un rum “Caroni heavy trinidad” per il Raschione, un mirto per Jesus e CDP, e forse qualcos’altro che mi sfugge perché il burriccu è attualmente ammandronato in spiaggia anziché qui a darmi assistenza. Costo complessivo della serata, 42€ cadauno circa, da ritenersi assolutamente adeguati, interamente finanziati dalla CDP, che ha bruciato sullo scatto il lento Raschione, forse appesantito dalla quota in contanti fornitagli da Jesus.

 

Il Ristorante “Lucitta”, è senza dubbio un’isola felice nel cuore dell’Ogliastra, ideale per chi vuole gustare una cucina che va al di là dell’offerta tradizionalmente riservata ai turisti estivi. Ottime e particolari sono le composizioni di mare e i dolci mentre, per compiere il vero salto di qualità, suggeriamo di rivedere le gestualità e i formalismi del servizio, attualmente impostati più verso i caratteri di una pizzeria, in luogo di un ristorante di alto livello. Quattro burricchi, meno meno meno.

 


VALUTAZIONE “Lucitta”: Quattro Burricchi.
Ristorante Lucitta Indirizzo: Viale Europa, Arbatax – Tortolì
Telefono: 0782664095    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


mag 19 2013

Ristorante Da Achille – Sant’Antioco

 Scritto da Ettore & chef Taras | 1 commento | Commenta

Achille - Interno

Achille – Interno

 

Cantami o diva dell’abile Achille,
la mano virtuosa che infinite addusse
delizie ai somari, molte anzi tempo al brio, generose consegnò menti di eroi,
e agli effetti del superbo nettare
i loro corpi abbandonò (così di Jesus l’alto consiglio si adempìa), nonostante
primamente disgiunse aspra contesa
il dissidente Ingegnere e il divo Ettore.

Dopo aver superato oltre centosessanta prove impegnative, prima o poi per il prode Ettore sarebbe dovuto arrivare l’epico duello con lo Javier Zanetti della cucina, l’invincibile (o quasi) Achille, sebbene le previsioni storicamente non sorridano al burricu in questione.

Achille - Battitura di gamberi

Achille – Battitura di gamberi

 

Così, per una volta di domenica, il 19 maggio, in quella che un tempo era la più grande isola dell’arcipelago del Sulcis, prima di essere collegata artificialmente alla terra madre, una numerosa comitiva di somari e tre gentili signore, distribuiti secondo criteri poco sostenibili, grazie ai capricci di taluni indisciplinati elementi, convergeva nella centrale via Nazionale, dopo un viaggio di quasi cento chilometri, di fronte all’Hotel Moderno. La struttura ospita il locale in cui si sarebbe celebrerata l’ennesima liturgia settimanale degli eccessi della tavola, il ristorante Da Achille. L’evento può vantare un cast d’eccezione: Triumvirato titolare, il burriccu Sollai e i burricchi Raffaele, Alessandro, Kikko, felicemente accompagnati.

Achille - Antipasti di mare

Achille – Antipasti di mare

 

Il locale si presenta come un unico spazio molto ampio, con la copertura a semi volta a botte molto simile a quelle di alcuni impianti sportivi, impreziosita da travi a vista alle quali sono appesi pratiche ventole in acciaio capaci di dare sollievo durante i periodi più caldi, mentre una ragnatela di tiranti irrobustisce il tutto. L’intera struttura è rivestita in legno, ed illuminata a giorno da due pareti di finestre che assicurano, tra l’altro, un buon ricambio dell’aria. Un lato della sala è dominato da un elegante bancone del bar in cui sono alloggiate in bella vista le etichette più prestigiose della generosa cantina. Sul lato dell’ingresso, oltre l’accesso ai servizi un disimpegno colorato separa la zona delle cucine dal resto dell’ambiente. Complessivamente la sala ospita meno di cinquanta coperti. Una prima lode va alla disponibilità del gestore che, grazie ad accordi telefonici, ha aperto la cucina, normalmente a riposo la domenica per pranzo, offrendoci di degustare un menu a sorpresa.

Achille - Tempura di gambero e verdure

Tempura gamberi verdure

 

Il servizio, cortese e disponibile è assicurato da due giovani camerieri. Il percorso gastronomico sarà accompagnato da ottimo DOC Cala Silente della Cantina di Santadi, dopo un felice inizio con dell’eccellente Franciacorta Brut DOCG Barone di Erbusco servito come aperitivo. Si parte (ndr.: da questo punto in poi la cronaca è affidata al Burriccu Taras) con la proposta di pane artigianale, ottimi grissini alla semola, fragranti e croccanti a dovere, accompagnati da un croccantissimo e delicato pane crasau, dei bocconcini di pane integrale, e fogliette di pane all’olio: si denota subito l’ottimo registro della mano in cucina.
Primo stuzzico servitoci direttamente su un piatto d’ardesia, battuto di gambero con cipollotti, germogli di crescione e cialdina di pane profumato. fenomenale amalgama di sapori; dalla dolce carnosità dei gamberi alla nota fresca e profumata dei germogli di crescione, spezzata dalla sottile croccantezza del crostino di pane. Procediamo con una composizione di tre delizie al piatto, tonno morbidissimo ed estremamente saporito adagiato su lamelle di pomodoro guarnito infine con piccole falde di cipolle rosse marinate. Grande tecnica applicata ad una eccellente materia prima, voto 10 talmente buono da aver chiesto un richiamo della portata prima di averla fatta sparire dal piatto.

Achille - Calamarata

Achille – Calamarata

Achille - Linguine al ragù di tonno

Linguine ragù di tonno

 

In accompagnamento al suddetto capolavoro, polpo croccante arrostito servito con ottime e cremose patate e pinoli tostati, pesce spada affumicato su germogli, con brochette di pane, pomodoro confit e fiore di cappero. Fresco, carnoso, delicato, e sentore di fumo molto equilibrato. Ultimo protagonista della seconda portata di antipasti, scampi e gamberi su crema di ceci. splendida materia prima accompagnata da una crema di ceci saporita, liscia e per nulla invadente, ma complementare al sapore iodato dei crostacei. A seguire poi una entusiasmante tempura di gamberi e verdure: GamberONE (Veramente Over size) melanzane, zucchine, peperoni e asparagi; voto 10, punto. Asciutta, dorata, croccante, delicata, saporita, e per nulla intrisa d’olio: chapeau!

Achille - Tonno scottato con erbette e asparagi

Achille – Tonno scottato con erbette e asparagi

 

Sull’onda di questo exploit di antipasti ci vengono prospettati i primi piatti: fregola con ragù di pesce, Calamarata al ragù di cernia e zafferano, o linguine al ragù di tonno, la nostra scelta ricade sull’accoppiata calamarata/linguine. Cotture al top, al dente, da manuale. Mantecatura perfetta di entrambi i formati. Qualche piccolo appunto viene formulato dal rompipalle di turno (leggasi Jesus) in merito ad un eccesso di asprezza/acidità sul condimento della calamarata, e ad un eccessivo condimento delle linguine, (a chini d’olli cotta e a chini d’olli crua). Restiamo comunque nella parte alta della classifica, ma lievemente sotto gli antipasti.

Achille - Trancio di cernia

Achille – Trancio di cernia

 

Veniamo informati sulla disponibilità dei secondi di pesce, che verranno serviti in formato di assaggi solo ai sei elementi dotati di compattatore/tritarifiuti/betoniera al posto dell’apparato digerente. Vengono presentati: tonno scottato servito con erbette e asparagi su crema di topinambur, magistrale esecuzione, e perfette le temperature e le consistenze, dalla morbidezza del tonno, alla fragranza degli asparagi, dal profumo delle erbette, alla delicatezza della crema di topinambur. Segue un trancio (chiamare trancio un cubo di pesce di 7x7x7 di lato è riduttivo) di cernia con guazzetto di delicati e sugosi pomodorini, pinoli, e saporiti capperi. C’è poco da aggiungere, siamo nel regno di uno chef che il pesce lo sa lavorare, e bene.. Secondi squartarati!

Achille - Tortino al cioccolato, Gelato di vaniglia

Achille – Tortino al cioccolato, Gelato di vaniglia

 

Ci accingiamo ad affrontare la parte finale del pranzo, quella più dolce, a cui aspiravano maggiormente i quattro commensali in standby. Di legno! abbiamo mangiato i dolci sufficienti a sfamare il triplo dei commensali seduti al nostro tavolo. Dalla cucina arrivano a ruota continua: cremosa gianduia in crosta di frutta secca (nocciole e pistacchi) servita su una zuppetta di ciliegie al carignano, cannoli (croccantissimi, friabili e delicati) farciti con spuma di ricotta di pecora e adagiati su insalata di fragoline croccanti e saporite, e per ultimo tortino caldo di cioccolato fondente e gelato alla vaniglia con fragole, accompagnato come da previsione, da un bis di cannoli di ricotta, all’unanimità definiti essaggerausu!! Durante questa degustazione di stupendi dessert abbiamo di tanto in tanto inumidito il gargarozzo con l’ormai conosciutissimo e ottimo Angialis, Nasco passito delle cantine Argiolas.

Achille - Crema di gianduia

Achille – Crema di gianduia

Achille - Cannoli alla ricotta

Achille – Cannoli alla ricotta

 

Terminiamo come di consueto la ciccionata con elegantissimi caffè, Rum Diplomatico, e assaggio di Rum Nation Peruviano, oltre all’ormai rinomata e grezza Sprite per il burriccu Sollai, (cidda fadeusu da figura). Totale della ciccionata €65,00 cadaburriccu, a mio modesto parere almeno un 15% al di sotto del dovuto, ma giustamente arrotondato in mancia per la magnifica esperienza.

In conclusione: tra le tante soluzione possibili nel nostro hinterland si è scelto un locale a 100 km di distanza per la ***esima ciccionata ufficiale, che si è dimostrato disponibile nell’accoglierci a pranzo, e aprire il ristorante nell’unico turno di riposo settimanale (sarebbe stato lo stesso per qualche ristorante casteddaio? non creu propriu) per accontentare una comitiva di sazzagoni quali noi siamo. A parte qualche piccolo fastidio per alcuni commensali in fatto di temperatura (leggasi cagaca**o Marrocu e Jesus) e le improbabili teorie su dragoncello e controventature (Marrocu 2.0), possiamo assolutamente parlare di un pranzo fuori dal comune, e il giudizio non può che essere uno ed uno solo: cinque burricchi!
P.S. Dov’è la Stella Michelin di Achille? (Fine cronaca del Burriccu Taras, ndr.)

Ringraziando il burriccu chef per la minuziosa e gradevole descrizione degli eventi, in parziale disaccordo con una proposta di valutazione che, per coerenza storica, presupporrebbe una pressochè assenza di sfumature per quanto riguarda gli elementi ambientazione, cucina, servizio, sebbene mi trovi in completo accordo per l’eccellenza dei piatti, riteniamo che il servizio, comunque ottimo, abbia risentito dell’apertura straordinaria e conseguentemente del ridotto numero degli interpreti per potersi considerare impeccabile; in queste circostanze non possiamo attribuire una valutazione superiore ai quattro burricchi con menzione speciale per l’incredibile cucina.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti i nostri ospiti ormai abituali e le gentili signore per la piacevole compagnia.
 


VALUTAZIONE “Da Achille”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Catering Da Achille Indirizzo: Via Nazionale 82, Sant’Antioco
Telefono: 078183105    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


gen 5 2013

Ristorante Su Ziru Mannu – Quartu S.E.

 Scritto da Varioz and/or Scancioffi | 3 commenti | Commenta

Su Ziru - Interno

Su Ziru – Interno

 

Tenidi arrejoni chini narada ca chi no pappa pezz’è proccu olli nai chi no dd’adi mai pappada bona.

E’ con questa citazione colta, proveniente da uno dei saggi protagonisti del racconto che seguirà, che voglio onorare la tradizione ainina della commistione tra cibo e cultura.
Un venerdì sera come tanti, meno freddo di quanto le statistiche di gennaio suggerirebbero, i tre asini ufficiali e quattro membri onorari si incontrano in quel di Quartu per la prima ciccionata del 2013: il ristorante prescelto è “Su Ziru Mannu”, di recente apertura e che prende il posto del noto “Sa Ide e S’Ollia”, sito infatti in Via Cagliari, 167.

 

Su Ziru - Antipasti

Su Ziru – Focacce & Antipasti misti

 

Il rendez-vous ha più il sapore di un briefing da Mission Impossible, con i quattro “ospiti” recuperati nei quattro angoli del globo da un eccessivamente previdente Sollai che attendono per venti minuti i puntualissimi Raschione e Jesus all’ingresso del ristorante. Il Marroccu, recuperato all’ultimo, annuncia con una telefonata di aver deciso di degnarci della propria presenza, così decidiamo di non indugiare ulteriormente e senza alcun rispetto per il ritardatario in arrivo facciamo ingresso nel locale. Più “buonasera” annunciano la nostra presenza ma in risposta solo l’eco, ulteriore ripetizione e quando pensavamo che avremmo dovuto perfino cucinare tra noi ecco che un gentile addetto ci accoglie, depenna mentalmente la prenotazione e, acquisita l’informazione della presenza di un settimo inatteso, ci destina un tavolo quadrato, piuttosto ampio, in un angolo del locale.
 

Su Ziru - Salumi formaggi

Salumi e formaggi assortiti

 

Sempre privi del rispetto per l’assenza dell’Ing. Marroccu, i commensali accettano di buon grado un prosecco di benvenuto, accompagnato da davvero ottime focacce, apprezzate da tutti sebbene il ciccionatore segreto, di professione chef, non abbia approvato del tutto l’uso del sale grosso come elemento croccante a guarnire una tipologia. Una raccomandazione del buon Sollai redarguisce immediatamente l’addetto alla servizio: “In questo angolo, noi tre (indicando sè stesso, lo chef ed il ciccionatore Dessì), pesiamo 350 Kg, quindi si regoli con le portate”. Non si è ben capito se il suggerimento fosse quello di esagerare o di essere parco con le porzioni causa dieta, ed il dubbio permane.
 

Su Ziru - Gambero su vellutata di fave

Su Ziru – Gamberi e cozze su vellutata di fave

 

Durante l’aperitivo uno sguardo al locale suggerisce che non vi siano stati cambiamenti estetici rispetto alla vecchia gestione, un ambiente familiare, caldo e semplice, quasi l’idea di un grande salone, un ampio bancone angolare suddivide idealmente una sala ad “L”, le pareti ocra e delle slanciate arcate di pietra, piacevolmente illuminate da luci calde e ben dosate, rendono piacevole la location, nè eccessivamente sfarzosa nè trascurata.
Il cameriere richiama la nostra attenzione per poter servire il vino, spiegando che non avremmo ricevuto alcun menu cartaceo e dunque avremmo dovuto fidarci del “menu degustazione”, particolare poco utile per la scelta del giusto accompagnamento, nonostante l’acuta domanda del Jesus sulle percentuali esatte di ingredienti di mare e di terra del menu stesso: si opterà infine dopo lunga disquisizione sull’opportunità di un carignano, abbinabile con carni e pesce, a scegliere l’ottimo Iselis Rosso, delle Cantine Argiolas di Serdiana, che curiosamente però è per la gran parte un monica, con una bassa percentuale di carignano ed un accenno di bovale.
 

Su Ziru - Tortino melanzane

Su Ziru – Tortino di melanzane

 

Il menu degustazione prevede, recita il cameriere, un buon numero di antipasti, per cui è suggerito di non ordinare ancora primi e secondi e posticipare la scelta ad una verifica dell’appetito residuo. Dall’angolo Sollai, Dessì, Taras, si eleva un borbottio sommesso ed appurato che non vi è alcun motivo per attendere oltre, trascurando l’assenza dell’Ing. Marroccu, si dà il via agli antipasti.
Si inizia con buoni salumi, accompagnati da ottimi formaggi, uno di fossa ed un gradevole pecorino. La materia prima è certamente di qualità ma il ciccionatore certamente più competente, posato un piatto di portata sulla mano, fa notare che lo stesso è gelido e che la composizione fosse conseguentemente già pronta in cella frigorifera, riducendo non di poco le peculiarità di cibi che dovrebbero essere serviti a temperatura ambiente. Seguono a stretto giro del salmone eccessivamente marinato nell’aceto con rucola e cipolle crude, involtini di peperone grigliato con mousse di tonno: leggerissimi, nonostante i due ingredienti di corpo. Peperoni spellati magistralmente e resi digeribilissimi e tonno equilibrato nel proprio condimento.
 

Su Ziru - Polpo con patate e miele

Su Ziru – Polpo con patate e miele

 

L’arrivo dell’Ing. Marroccu coincide con la presentazione di quello che tanti hanno eletto miglior piatto della serata: composizione di melanzane fritte, crudaiola di pomodori, pane carasau, pecorino, basilico e olio extravergine. Ottimo assemblaggio, equilibrato nelle consistenze e temperature ed apprezzato al punto da suscitare una decisa richiesta di bis.
Segue una purpuzza di maiale servita con del riso basmati in verità scotto, abbastanza anonima per alcuni, apprezzatissima dal Jesus.
Si torna al mare con un ineccepibile polpo cotto magistralmente, servito con un piacevole condimento di pomodori secchi ed un delicato miele.
 

Su Ziru - Risotto maiale

Risotto e maiale

 

Si prosegue col mare con una sautè di gamberi e cozze su crema di fave, un piatto non indimenticabile, con consistenza e dimensione delle cozze incostante nei vari piatti e crema di fave probabilmente preparata con largo anticipo, ormai poco gradevole al palato. Nota di merito del cameriere che sinceratosi della presenza di un fabico tra i commensali, onde evitare crisi emolitica che avrebbe pregiudicato la puntualità nel servizio del resto della cena, ha proposto un piatto sostitutivo, costituito da succulenta cordula di agnello servita su vellutata, delicata e liscia, di piselli.
Appurato che l’appetito vien mangiando e che gli antipasti hanno solo scalfito le esigenze nutrizionali degli autocompattatori con sembianze umane, concordiamo per l’assaggio di due primi costituiti da piacevoli “chicchette” («perle», ndr.) di ricotta, davvero morbide e delicate, accompagnate da un pesto di mare molto saporito ma invero migliorabile nella preparazione e nella presentazione. Il primo alternativo sono dei cavatelli al ragù di agnello, di buona consistenza ma insipidi, privi della forza che l’uso di una carne tanto saporita dovrebbe garantire.
 

Su Ziru - Primi piatti

Su Ziru – Cavatelli al ragà d’agnello, Perle di ricotta

 

«Nove saranno i membri della Compagnia dell’Agnello, ed i Nove Viandanti si opporranno ai Nove Cavalieri che sono Malvagi. Il totale dei Nove è stato raggiunto. Fra sette giorni la compagnia deve partire.»

Citazione tolkeniana rivisitata in onore della compagnia di commensali che, seppur solo sette, data la mole di una buona parte di essi, potrebbe pesare quanto nove uomini di costituzione normale. La rivisitazione è dovuta alla presenza ricorrente dell’agnello, forse suggerito dal periodo e dall’atmosfera ancora festiva, riproposto come secondo in forma di costine su salsa di prugne. Su questa scelta dello chef alcuni non si sono espressi, altri l’hanno giudicata mediamente adeguata ma il voto prevalente è stata l’insufficienza e pareri discordanti ha guadagnato anche il piatto finale, un trancio di salmone in crosta di cereali, poco croccanti a dire il vero; l’intero piatto è stato bocciato dal nostro chef che polemizzava sulla scelta del salmone in sostituzione di una grande varietà e qualità di pesci delle nostre acque, critica che lo scrivente si sente di assecondare.
 

Su Ziru - Salmone in crosta

Salmone, crosta di cereali

Su Ziru - Agnello

Agnello, salsa di prugne

 

Alla terza ed ultima (per indisponibilità di scorte del ristorante) bottiglia di Iselis Rosso, la Compagnia confabula sull’opportunità di concludere con un dolce ed il cortese cameriere, che nel frattempo ci ha imposto un più informale “tu” al posto del “lei”, captata la volontà di tanti di provare la crema catalana, convincente dessert della precedente gestione, si scusa dichiarandone l’indisponibilità e scomparendo in cucina, per uscire pochi minuti dopo con la proposta di una preparazione espressa del dolce richiesto: 6 su 7 accettano, il Sollai ripiega sull’usuale Sprite, contagiando un insolitamente taciturno Marroccu.
La catalana si rivelerà una preparazione non classica, considerando i tempi davvero ridotti ma tutto sommato migliore di tante altre. Caffè ed i classici estratti alcolici della nostra tradizione concludono l’esperienza, costata a ciascun commensale 42€, arrotondati volontariamente a 45 per semplificare le operazione di pagamento.
 

Su Ziru - Crema catalana

Su Ziru – Crema catalana

 

Il giudizio dello scrivente tiene conto di vari fattori e della preziosa competenza del buon Taras, arrivando alla sintesi di “2 Burricchi”, con aggiunta di una stella per la cortesia e la disponibilità dell’addetto in sala in varie circostanze. Il giudizio è severo per via di alcuni piatti non convincenti e dell’assenza di un menu cartaceo: l’imposizione di un menu degustazione “sulla fiducia”, con 24 ore di preavviso dal momento della prenotazione, deve presupporre l’assoluta perfezione del percorso enogastronomico, perfezione in verità lontana e che non giustifica il prezzo, adeguato per quantità ma eccessivo, davvero di poco, per qualità e continuità.
Una gestione nuova comunque che, siamo certi, accoglierà con favore il plauso per gli aspetti positivi e costruttivamente le critiche. La Compagnia, a questo punto, si può sciogliere.

 


VALUTAZIONE “Su Ziru Mannu”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Su Ziru Mannu Indirizzo: Via Cagliari 167, Quartu Sant’Elena
Telefono: 3287559149    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook