☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
mag 3 2014

Ristorante Hotel Monte Arcosu – Uta

 Scritto da Jesus | | Commenta

Monte Arcosu - Piscina

Monte Arcosu – Piscina

 

Giovani e anziani custodi del miracolo della vita; anime imbelli che avete per secoli vagato tra le bellezze del Creato, senza mai avvertirne e scorgerne il fondamento; monocordi mandibolatori di professione, che l’atto del deglutire avete elevato come vostra unica fonte di sostentamento fisico e morale. Rinnegate oggi il vostro oblio; inspirate ed ispirate il caldo alitare della Natura; oscurate il vostro sguardo ai falsi riverberi della luce; mirate le forme imponenti dei monti; purificate i vostri occhi con le acque dei limpidi torrenti, glorificate il pensiero di Jesus e infine disilludetevi di quanto appena letto, perché se l’avete fatto avete sacrificato ben troppa vita, verso il volgersi della vostra fine…. Fine.
 

Monte Arcosu - Interno

Monte Arcosu – Interno

 

Appunto la Natura ci mancava. Il freddo condersarsi della brina che punge la pelle,  il soffocante odore del bestiame nei campi, lo sprezzante colore delle foglie,  l’auto-erotico sfregar delle fronde degli alberi, l’agitarsi di colorati pennuti e il confortevole calore del sole, che dona ottimismo e rassicura ciascuno delle proprie speranze.
Tutto questo non avremo oggi modo di descrivere e raccontarvi perché, all’atto di indirizzarci verso l’oasi naturalistica del Monte Arcosu, l’indecifrabile macchina delle ciccionate del Raschione Ettore, stabiliva altresì che il rituale avrebbe dovuto consumarsi nelle ore notturne, negando quindi, dal principio, ogni possibile velleità di bird o donkey watching.
 

Monte Arcosu - Salumi

Monte Arcosu – Salumi

 

Arrivati non con qualche difficoltà al ristorante con la nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, dopo un lungo andirivieni condito da «alza i fari che non si vede niente» e «perché stiamo facendo questo giro inutile?», i Burricchi subitamente prendevano coscienza che la serata non sarebbe stata tranquilla e silenziosa. Nel parcheggio dell’hotel, decine di macchine con drappi bianchi, e un eco lontano di intrattenimento musicale, ci suggerivano che avremmo condiviso gli spazi con un banchetto nuziale. La certezza arriverà quando, nell’appropinquarci con passo da soma verso la struttura, riuscivamo poi a cogliere distintamente le parole dei testi di Pupo e dei Ricchi e poveri.
 

Monte Arcosu - Antipasti

Monte Arcosu – Antipasti

 

E’ senz’altro accattivante e ben curata l’ambientazione dell’Hotel Monte Arcosu. Immerso nella magia delle colline ai piedi dell’omonimo monte di Uta, architettonicamente ricorda una grande magione di campagna nella quale domina l’elegante piscina all’aperto. L’interno – o per lo meno la sala ristorante – si qualifica con arredi rustici, decori in pietra e tovagliame ocra/arancio, in tinta con alcune colonne portanti. Parte della sala destinata agli ospiti del matrimonio era confinata da pseudo-murature tensostrutturali, mentre i Burricchi venivano fatti accomodare in un più intimo e frequentato spazio nei pressi della reception. Il tavolino d’accomodo risulterà particolarmente minuto, tanto da necessitare una appendice mobile, onde consentire la comoda distribuzione delle portate; appendice, che verrà messa a dura prova dalle periodiche capocciate di un infante, lasciato allo stato brado dagli astanti progenitori. Non è particolarmente calorosa l’accoglienza riservata ai Burricchi da parte dei camerieri, probabilmente troppo impegnati nelle frenetiche attività della festa nuziale. Ad ogni modo venivamo fatti accomodare informalmente da un signore “in borghese” che poi si sarebbe affrancato presso tavolo di terzi avventori, presumibilmente suoi conoscenti diretti. A parte le questioni di forma (come una chewing-gum galeotta), il servizio si dimostrerà comunque sufficientemente rapido ed adeguato.
 

Monte Arcosu - Tortino carote spinaci

Tortino carote spinaci

Monte Arcosu - Melanzane

Melanzane

 


Esclusa ovviamente la possibilità di desinare con la pizza, ordiniamo abbastanza velocemente antipasti e primi, facendoci catturare dall’offerta di selezione di pietanze miste di terra e di mare. Difficoltà nella selezione del vino. Dopo una fase di titubanza da parte di Marrocu, il Burriccu Raschione comandava repentinamente una etichetta (la più costosa!) non gradita all’Ingegnere, che dopo un attimo di smarrimento, richiamava vistosamente il maître convenendo, pur di non dare soddisfazione all’antagonista asinino, con l’ipotesi di mediazione suggerita da Jesus: Torbato DOC di Sella&Mosca “Alghero”.
 

Monte Arcosu - Fregola

Monte Arcosu – Fregula con arselle

 

Diciamo subito che gli antipasti, sebbene composti da un numero considerevole di portate (tredici) e seppure abbiano esordito con un discreto vassoio di salumi (ottimo prosciutto crudo, ottima salsiccia sarda, anonimo prosciutto cotto!) nel complesso ci sono apparsi insignificanti, dal punto di vista della presentazione e dalla rendita in termini di gusto: «sembra il festival del sottolio». Inoltre, a prescindere dalla sovrabbondanza di olio, da riferirsi a buona parte dei piatti, dobbiamo rilevare di aver personalmente notato (almeno Jesus e l’Ing.Marrocu) un quasi comune denominatore di gusto nei condimenti: uno strano sapore, che pizzicava la lingua, come se le verdure e gli ortaggi fossero stati lavati e purificati con un utilizzo eccessivo di bicarbonato.
 

Monte Arcosu - Culurgiones

Monte Arcosu – Culurgiones

 

Ad ogni modo, fatti salvi gli errori dovuti alla memoria, e all’assenza per turismo sessuale in Ukraina del Raschione Ettore, gli antipasti si articolavano in: salumi, insalate di mare con olive nere e peperoni, polpo con patate, pasticcio di funghi e pecorino, funghi sott’olio, insalata di tonno e pomodori, pesce azzurro marinato, involtini di melanzane arrosto, insalata di gamberi, piedini d’agnello, melanzane sott’olio e dignitoso tortino di carote e spinaci, servito un po’ troppo freddo. Al «vi siete arresi?» della cameriera, in fronte al fatto che le cibarie erano in gran parte rimaste nei loro accomodi (cosa anomala per i Burricchi!) abbiamo reagito con un pietoso silenzio.
I primi piatti, invero, sollevavano un poco la media, per effetto del gusto gradevole  «con questi andiamo sul sicuro» dei culurgiones (Di Azara?) con ripieno di patate e formaggio, conditi con pomodori e spolverata di bottarga, scelti da Jesus e Marrocu, mentre il Raschione Ettore non gradiva troppo la sua fregula con arselle, pomodori e prezzemolo, seppure l’irregolarità dei grani lasciasse pensare ad una pasta artigianale.
 

Monte Arcosu - Tiramisù alla banana

Tiramisù alla banana

Monte Arcosu - Macedonia

Macedonia

 

Dopo aver discusso sulla ipotesi di procedere con una grigliata mista, abortita per il fatto che (onestamente) ci veniva comunicato che i gamberoni erano in realtà congelati, passavamo direttamente ai dessert: macedonia per l’Ing. Marrocu, anomalo tiramisù alla banana («voi quando sentite parlare di banana vi ci buttate subito!») per Jesus e il Raschione. Se trattavasi di un esperimento dello chef, certamente è fallito: gusto indeciso tra l’aspro e l’annacquato. La cena si concludeva quindi con dei caffè, e con un fil’e ferru (acquavite) per Jesus.
Costo complessivo della serata 29€ cadauno, da ritenersi adeguati, almeno per quanto concerne il numero di portate che abbiamo ingurgitato.

 

L’Hotel Monte Arcosu è splendidamente collocato nell’omonima oasi naturalistica, immerso tra le verdi colline di Uta. Nonostante questo, dobbiamo dire che la cucina, in particolare antipasti e dolci, non si sono dimostrati all’altezza delle aspettative, forse a seguito del concomitante banchetto di nozze. Un burriccu con menzione speciale per la location.

 


VALUTAZIONE “Monte Arcosu”: Un Burriccu con menzione speciale.
Ristorante Hotel Monte Arcosu Indirizzo: Loc. Monte Arcosu, Uta – CA
Telefono: 070969291    [mostra in google maps]
 

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mag 25 2013

Antico Caffè 1855 – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Antico caffè - Interno

Antico caffè – Interno

 

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico.
C’è un ricordo lontano, non vissuto, di tempi andati, di gestualità pensate, di solenni raffinate eleganze, di amore per la forma e di diverse forme d’amore, narrate dalla posa scolorita di un vecchio dagherrotipo, fossile ingiallito ed impressione eterea di una Cagliari che fu.
Fu qui anche e prima di tutto Cagliari, al suo antico caffè. E ci fu con la sua luminosa bellezza, con il suo stile liberty, con l’imperfetta smisurata superbia, con il sentirsi ed essere città europea, protetta e custodita entro il rigido e culturale confino del ferro battuto, sulla prestigiosa terrazza che dà sulla Via.
Ancora oggi, come allora, c’è sempre una pretestuosa teiera, adagiata su quel tavolino; poco importa se sedute intorno non sono più Emilio Lussu o Grazia Deledda, ma tre “composte” e spensierate fanciulle nel fiore degli anni e dai capelli laccati. Non saranno proprio discorsi di lotta e di struggenti altipiani, ma l’importante è trovarsi lì. All’Antico caffè.
 

Antico caffè - Antipasti

Antico caffè – Antipasti

 

Giovedì sera, ore 21.15. Onestamente, nulla di più distante dalla raffinata eleganza dei caffè di inizio ’900, ispirerebbe l’immagine di Jesus e del Raschione, che frettolosamente percorrono il Viale Regina Elena, con stampato in faccia l’impudico ghigno di chi ha appena inc… un parcheggio ad un povero cristo, con una dissennata quanto repentina inversione a U. Tra l’altro, le proteste dello sfortunato automobilista di turno sono durate ben poco, il tempo per Jesus di discendere dall’auto del Raschione e manifestarsi nel suo consueto abbigliamento da “Sono io quello che state cercando”.
La non brevissima attesa dell’Ing.Marrocu – che nel frattempo si era concesso un estemporaneo giro turistico per le strade tutt’attorno – , veniva ravvivata dalle lontane escandescenze di un pittoresco viandante, ben noto al chiacchiericcio della vita sub-urbana, conosciuto come quello a cui «hanno rubato i colori… i coglioni!»
 

Antico caffè - Trofiette asparagi ricci

Antico caffè – Trofiette asparagi ricci

 

L’Antico Caffè, ex Caffè Genovese, ha il vanto di essere uno tra i più antichi e rinomati locali del capoluogo. Il caffè, ha accompagnato la crescita economica e culturale della Cagliari aristocratica per oltre un secolo e mezzo, ed è stato ludico serbatoio di ispirazione per scrittori, intellettuali, artisti sardi e stranieri, tanto da essere riconosciuto come edificio di interesse storico dal ministero dei beni culturali. Ormai superati gli anni eterni di quell’indisciplinato fervore, il locale – collocato allo spigoloso punto di congiungimento del Viale Regina Elena con la Via Sulis, verso Piazza Costituzione – ha subito, una quindicina di anni fa, una importante ristrutturazione, ma ancora adesso conserva buona parte del suo suo fascino antico. C’è ancora la celeberrima inferriata al perimetro della terrazza, al presente riparata dai rigori invernali per mezzo di una vetrata, oltreché da una copertura superiore in tela. La sala interna si mantiene sobria ed elegante; contraddistinta da pareti color paglierino, arcate in muratura, elementi basali lignei, raffinati punti luce e stampe istorianti il passato cittadino. Sopra il dualistico pavimento di palese simbologia massonica, si alternano tavolini tondi e squadrati, tanto da ricondurre la propria dimensione allo storico e disimpegnato caffè, piuttosto che a un moderno ristorante, mentre il lungo bancone del bar avvolge lateralmente la zona Est della sala, parzialmente celata da un tramezzo strutturale centrale.
 

Antico caffè - Linguine all'aragosta

Antico caffè – Linguine all’aragosta

 

Al nostro arrivo scopriamo – non certo imprevedibilmente – che il Raschione aveva in realtà prenotato un tavolo nella sala interna, piuttosto che l’accomodo che ci veniva assegnato sulla terrazza. Poco male, i compagni Triumviri impongono di sostare dove la quasi totalità (escluso il Raschione, appunto) degli avventori desierebbero desinare in una tiepida serata primaverile. Credo che non mi dilungherò nello descrivere la tipologia degli eredi di D’Annunzio e Quasimodo, che usano oggi frequentare questi spazi; mi limiterò a segnalare, quanto sia parimenti probabile trovarli distesi sui divanetti del “Libarium”, al “Peek a Boo” o al massimalista “Tupa Ruja”, con il SUV di ordinanza parcheggiato sopra il marciapiede.
Il personale è numeroso, gentile, formale e – nonostante  qualche piccola disattenzione durante la nostra serata – certamente ben preparato, pur comunque mantenendo un apprezzato ed empatico raccordo col il cliente, a tal punto da provvedere esso stesso all’acquisto delle “Malboro” dell’ing.Marrocu, che ci ha fatto l’onore di poter contribuire alla sua licenziosa abitudine, condividendone il costo nel conto finale!
 

Antico caffè - Trionfo di scampi e gamberi

Antico caffè – Trionfo di scampi e gamberi

 

Il menù alla carta appare equilibratamente esteso, in termini di numero di portate, ed intelligentemente strutturato per la natura stessa del ristorante. Nei sette antipasti disponibili non compare alcunché di impegnativo da cucinarsi per uno chef, ma l’ottima qualità degli ingredienti e la loro azzeccata composizione, ne determinano una indiscutibile appetibilità, seppure con qualche difetto nell’estetica dell’impiattamento (almeno con riferimento ai piatti ordinati dai burricchi). Il vino scelto per la serata, un ottimo Vermentino di Sardegna DOC “6 Mura” etichetta nera, è stato superbamente presentato e mesciuto dal maître che, chissà per quale ragione senza indugi e senza indicazione alcuna, si è rivolto direttamente all’Ingegner Marrocu, concedendoci uno dei più solenni e ben teatralizzati rituali dell’assaggio, a cui tutti siete ormai abituati: «strepitoso!»
 

Antico caffè - Delizia al caffè

Antico caffè – Delizia al caffè

 

Come su accennato, i quattro differenti antipasti, scelti dai burricchi per deliziare il loro palato all’esordio della cena, si sono dimostrati particolarmente gustosi ed appetibili, nonostante risultassero piuttosto semplici nella preparazione: involtini di mustela (lonza di maiale) con gorgonzola (il formaggio pecorino della ricetta originale non era occasionalmente disponibile) e pere; mozzarella di bufala con salmone King e pomodorini su base di rucola; carpaccio di polpo con misticanza di verdure; “selezione di formaggi e mostarde”, in realtà composta da cubetti di emmenthal, pecorino asiago e gorgonzola, accompagnati da miele e confettura di fichi. Da segnalare, inoltre, l’ottima qualità dei panini e del “carasau”, approvvigionati durante tutto l’incedere della serata e praticamente quasi per intero divorati dall’Ing.Marrocu (che mentre scriviamo, sorseggia vino scandinavo in quel di Oslo, ndr.).
 

Antico caffè - Crepe

Antico caffè – Crepe

 

Diverso e contraddittorio il discorso che dobbiamo affrontare in merito ai primi piatti. Pur manifestando apprezzamento per le integerrime “tofiette” con asparagi e ricci di mare assaporate dal Raschione, i problemi si sono manifestati nella portata scelta da Jesus e dall’Ing.Marrocu: linguine all’aragosta. Nonostante il giudizio dell’ingegnere si limitasse a sostenere che, seppur ottime al gusto, manifestavano un semplice eccesso di sale, il meno tollerante palato di Jesus e il severo giudizio del Raschione le hanno invero valutate errate nella cottura (di pasta e aragosta, che in certi punti risultava gelatinosamente cruda), imperfette nella mantecatura, sconsiderate nella sapidità, e discutibili dal punto di vista della qualità del crostaceo. Ad ogni qual modo, fatta notare la cosa, il mortificato cameriere si proponeva di farne preparare rapidamente un’altra porzione e, in subordine alla rigida dispensa di Jesus, di riconsiderare il conteggio del conto economico. In ogni caso, apprezzabile.
 

Antico caffè - Crema catalana

Antico caffè – Crema catalana

 

Su opulenta iniziativa dell’Ing.Marrocu, a lavare l’onta del primo piatto – nonostante lo scetticismo di Jesus, che sarebbe volentieri passato ai dolci – ci avrebbe pensato, di lì a poco,  la sublime presentazione del “Trionfo” di gamberi e scampi alla “ammiraglia” (cotti al vapore) con salsa citronette di accompagnamento; qualità e gusto degli scampi veramente paradisiaca, e lacrime agli occhi per l’entusiasta Ingegnere.
Immancabilmente, spazio restava ancora per i dessert, che venivano comunque preceduti da un improvvisato intermezzo dello chef: delizia con crema di caffè, cioccolato e granella di nocciole, molto delicato ed equilibrato di gusto.
Jesus e l’ing.Marrocu potevano quindi apprezzare una eccellente realizzazione di creme catalane – accompagnate rispettivamente da un passito “Angialis” IGT di Argiolas e da un “Chateau Haut Monteils” 2007 di Sauternes – , mentre il Raschione godeva infine di una ottima crepe alla crema di castagne e liquore maraschino, e di un Angialis.
La cena così terminava, senza ulteriori orpelli alimentari o vinicoli. Costo complessivo della serata 65€ cadauno (spontaneamente integrati a 70), probabilmente limati sulla pasta all’aragosta di Jesus e sulle sigarette del Marrocu, da giudicarsi adeguati per l’ambientazione e per la qualità del servizio, meno per l’appetibilità media della cucina.

Tempio e custode di una antica cultura e di abitudini tanto lontane quanto a noi care e vicine, l’Antico caffè trasuda di atmosfere e di storie della Cagliari che fu riproponendole e abreagendole nella rituale gestualità del proprio personale. Elegante l’ambientazione e convincente, seppur con qualche distinguo, la cucina. Impossibile, per qualsiasi cagliaritano, non varcare la sua soglia almeno una volta. Tre burricchi con menzione speciale.

 

VALUTAZIONE “Antico Caffè”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Antico Caffè Indirizzo: Piazza Costituzione 10/11, Cagliari
Telefono: 070666569    [mostra in google maps]

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apr 27 2013

Ristorante Fork – Cagliari

 Scritto da Avvocato Pisano | 2 commenti | Commenta

Fork - Interno Marrocu

Fork – Interno Marrocu

 

Ecc.mo Jesus, Presidente della Corte ainina, Sigg.ri Giudici Raschione, Marrocu e Dessì, ritengo che il mio ruolo di PM incaricato di sviluppare l’accusa in questa ciccionata sarà benché minimo. Potrei tranquillamente rimettermi alle foto pubblicate ma per evitare l’infamante accusa di pigrizia qualcosa va pur detta. Per questo motivo mi limiterò, sebbene non sarà una cosa molto breve, a sottoporre alla vostra attenzione gli aspetti salienti di questa cena affinché, anche a prescindere dalle mie personali richieste di assegnazione dei famigerati/amati burricchi valutativi, ognuno possa formarsi il proprio giudizio lodando o condannando. Ma rilevato che anche il più affezionato dei nostri lettori, considerata l’inutile premessa, è già tentato di spegnere il proprio multimediale apparecchio di lettura, veniamo ai fatti.
 

Fork - Tartara di salmone

Fork – Tartara di salmone

 

Fork = forchetta. “La forchetta è una posata da tavola con due o più punte (generalmente quattro) denominate rebbi e disposte a pettine, usata per infilzare cibi solidi e portarli alla bocca o per tenerli fermi e tagliarli per mezzo di un coltello” (cit. Wikipedia). Dubito che qualcuno abbia mai consultato la conosciutissima enciclopedia on line per sapere il significato di questa parola. Uno degli utensili più usati nel mondo occidentale non ha bisogno di presentazioni, il suo quotidiano uso è ormai dato per scontato. Sebbene un “Fork” nell’ambito dell’ingegneria del software e dell’informatica, indichi lo “sviluppo di un nuovo progetto software che parte dal codice sorgente di un altro già esistente”, per noi poveri burricchi, la cui unica ambizione è la soddisfazione del rito gastronomico settimanale, la parola evoca una sola immagine: ciccionata.
 

Fork - Antipasti

Fork – Antipasti

 

E così che venerdi sera, 26 aprile, alle ore 21 in punto, sotto la nuova insegna raffigurante una forchetta a quattro rebbi, il Triumvirato titolare si unisce ai BdC (burricchi di complemento) Dessì e Pisano per saggiare le potenzialità di questo nuovo locale. Siamo a Cagliari al n. 28 del V.le Regina Margherita, conosciuta sede del più famoso Dal Corsaro. Lo chef  Stefano Deidda ha sdoppiato il locale originario per offrire al suo pubblico due formule diverse: la proposta gourmet del ristorante originario nella sala a destra dell’ingresso; il nuovo bistrot, alla portata di un pubblico più vasto ed eterogeneo, nella sala a sinistra. In quest’ultima, tavoli quadrati si alternano ad altri rotondi di dimensioni maggiori: ad uno di questi viene fatta accomodare la comitiva ainina. Lo stile dei locali é moderno, elegante e semplice al tempo stesso. Le sedute confortevoli. Alle pareti inserti luminosi rendono bella l’atmosfera, in minima parte rovinata da tracce di umidità localizzate sul fondo, in prossimità della cucina e degli eleganti bagni. Una solerte cameriera porta in tavola la carta dei piatti, la carta dei vini e … udite, udite… la carta delle birre! A sottolineare l’informalità del bistrot il fatto che parrebbero menù realizzati con una semplice stampante…
 

Fork - Gazpacho andaluso

Fork – Gazpacho andaluso

 

Non c’è il vino scelto dal Marrocu: l’alternativa proposta dalla cameriera, un Pedraia della Cantina di Santadi, viene accolta come una liberazione dall’imbarazzo della scelta. Allo stesso Marrocu il teatrale assaggio del Nuragus proposto: se i commensali trattengono l’ilarità, abituati alla sceneggiata, la cameriera capisce la situazione e sembra ridersela tra sè e sé. In tavola arriva anche il primo cestino di pane di produzione propria: panini al sesamo ed ai semi di papavero… una bontà! L’entusiasmo è tale che il cestino del pane verrà ripristinato tre volte nel corso della serata. Al momento dell’ordinazione degli antipasti il caos. Al “ci porti tutto, ci dividiamo tutto” iniziale, che mette in crisi da impiattamento il paziente maître (non avezzo allo sbranatorio stile burricco), dopo pugnace confronto segue un più equilibrato … “tenga fuori solo il tagliere di salumi… ma prendiamo doppia porzione di gazpacho…”.
 

Fork - Primi

Fork – Primi

 

Esauriti i tempi tecnici di preparazione arrivano contemporaneamente in tavola: cartoccio di calamari fritti e intigolo agrodolce, tartara di salmone alla mela verde profumata al limone, zuppetta di cozze in rosso, doppia porzione di gazpacho andaluso, Falafel (polpette di ceci) aromatizzate alle erbe accompagnate da due salse (allo zafferano ed agrodolce), involtini di pasta di riso e julienne di verdure. Di fronte allo scarseggiare degli antipasti Jesus denuncia l’accaparramento della coppia Marrocu – Raschione. Nota stampa di quest’ultimo che non tiene ad essere incluso in una coppia che contenga il Marrocu. Materie prime semplici, esecuzione impeccabile. Segnalazione dovuta per i gustosissimi Falafel ed entusiasmo conclamato per il gazpacho andaluso. Di fronte alla consueta gara del “cosa ci ha messo dentro?”, Jesus taglia la testa al toro e interpella in merito la titolare. Segue un pronto “Chiedo a mio figlio gli ingredienti esatti” e la subitanea risposta: pomodoro, origano fresco, peperone giallo, cetriolo, cipolla rossa, olio extravergine e crostini di pane. Jesus estasiato teorizza allora l’esecuzione di “polaretti” al gazpacho… E’ il vino…
 

Fork - Merluzzo con panatura alle erbe

Fork – Merluzzo con panatura alle erbe

 

Ottimi anche i primi ordinati: Paella Valenciana (mare e terra) per il Raschione e Pisano, calamarata Verrigni al coccio con melanzane, cozze e pomodoro per Jesus, ravioli al ripieno di branzino con sugo allo zafferano per il Marrocu, crema di pesci misti appena piccante con crostini ed erba cipollina per il Dessì. I piatti preriscaldati mantengono il tutto alla temperatura ottimale e permettono gli assaggi reciproci tra i commensali. Se la crema di pesci misti del burriccu Dessì viene cannibalizzata da tutti gli astanti, Jesus, nonostante i buoni giudizi altrui sul piatto da lui ordinato, non ne apprezza il livello di acidità e manifesta alla titolare le sue perplessità sulla combinazione di sapori. Il burriccu Pisano, arrivato alla metà della sua ottima paella, intravede la possibilità di assaggiare in maniera approfondita anche la calamarata (dai sapori a lui graditissimi) ed offre a Jesus l’opportunità di fare scambio di portata. Lo stesso si perfeziona con reciproca soddisfazione di entrambi. Ed intanto anche la seconda bottiglia di Pedraia è andata …
 

Fork - Muggine al vino bianco

Muggine al vino bianco

Fork - Fritto di piccola pesca

Fritto di piccola pesca

 

La cameriera, nel ritirare i piatti dei primi, con aria complice dice “prendiamo un dolcetto?”… Alla subitanea risposta dei tre quinti dei commensali “veramente volevamo un secondo…”, sgrana gli occhi e dice “Davvero ??”. Giusto per non patire crisi d’astinenza nella degustazione dei secondi viene anche ordinata la terza bottiglia di Pedraia. Alla domanda della cameriera se fosse possibile portare altra etichetta qualora non vi fossero in fresco bottiglie del vino richiesto segue un “non fasciamoci la testa prima, verifichi per cortesia…”. Torna al tavolo la titolare con l’offerta di due vini in alternativa, tra cui l’eccellente Karmis dell’azienda vinicola Contini. Impossibile resistere: il Karmis fluisce nei bicchieri che, con professionalità, vengono correttamente sostituiti per assaporare il nuovo nettare.
 

Fork - Dessert

Fork – Dessert

 


E’ l’ora dei secondi: filetto di merluzzo con panatura alle erbe, pomodorini, olive e capperi per il Raschione, fritto di piccola pesca del Golfo per il burriccu Pisano, muggine al vino bianco con olive, alloro e patate per Jesus. Mentre i primi due trovano più che soddisfacenti ed equilibrati i piatti da loro ordinati, anche se sicuramente inferiori ai primi, Jesus insiste e persiste nell’ordinare cibi a lui non particolarmente graditi nella speranza di potersi stupire del risultato finale: nonostante il di lui nome, anche questa volta niente miracoli… Anche la terza bottiglia di vino finisce…
 

Fork - Semifreddo

Fork – Semifreddo

 

Arriva purtroppo, in ogni ciccionata che si rispetti, il momento conclusivo dell’ordinazione del dolce ma, in questo caso, la bontà delle degustazioni precedentemente iniziate non accenna a concludersi. E allora: gelato alla vaniglia affogato al cioccolato per il Marrocu (L’ingegnere smentisce: affogato al caffè, indicazione errata del Raschione! Ndr), Tiramisu per il Dessì, crema bruciata alla vaniglia con gelato e sciroppo ai frutti di bosco per il Pisano, tortino al cuore morbido di cioccolato con gelato alla vaniglia per il Raschione, semifreddo alle pere e grappa per Jesus. In accompagnamento viene proposta una Malvasia di Bosa data dalla titolare come “non ancora in commercio”: “Salto di Coloras”, di Angelo Angioi. Poi, per non farsi mancare niente, rum venezuelano Santa Teresa Gran Reserva, servito con dei tartufini della casa. Tutto ottimo. Unica nota negativa? Un caffè finale non all’altezza di tutto il resto.

Poteva mancare, come in ogni processo (alimentare) che si rispetti, il colpo di scena finale? Assolutamente no!! Mentre il Marrocu faceva notare alla titolare che l’eccellenza della cena stonava con l’uso di un piatto da dolce leggermente sbeccato, la stessa, rilevando che ciò non sarebbe dovuto capitare, riferiva che confidava comunque in una recensione migliore di quella attribuita tanti anni fa dal Donkey Challenge, presente lo stesso Marrocu riconosciuto in foto (vedere foto incriminata, ndr)… Il Triumvirato più famoso di Cagliari e dintorni vedeva miseramente cadere la copertura per la foto del suo titolare più assenteista… Vale comunque il solito discorso: anche se potenzialmente riconoscibili, difficile approntare all’improvviso una cena di questa qualità se alle spalle non hai professionalità ed ottima materia prima a disposizione.
Conto finale: € 54 a testa, assolutamente adeguato alla qualità di quanto assaggiato, del servizio in sala ed anche in considerazione delle ottime e numerose bevande di accompagnamento.

Il nuovo bistrot “Fork” è un’intelligente iniziativa che dà la possibilità a più ampie fasce di avventori di degustare impeccabili e classici piatti della cucina italiana ed internazionale ad un prezzo sicuramente più accessibile della tradizionale proposta gourmet del ristorante “Dal Corsaro”, senza abbassare la qualità. La sala piena e l’informalità dell’ambiente sembrerebbero darne puntuale conferma. A questa Ecc.ma Corte confermare o meno questo giudizio. Per le ragioni copiosamente esposte, questa accusa chiede l’attribuzione di quattro burricchi pieni.

 


VALUTAZIONE “Fork”: Quattro Burricchi.
Ristorante Fork Indirizzo: Viale Regina Margherita 28, Cagliari
Telefono: 070664318    [mostra in google maps]
 

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giu 23 2012

Ristorante Hype – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Hype - Panorama

Hype – Panorama

 

Nei circa quattro minuti e trenta secondi, impiegati per identificare tutte le numerose sfumature – di carattere gergale o meno – attribuibili al termine che compare a oggetto di questa recensione, per poi offrirle come puntuale servizio di erudizione ai nostri equi-ignoranti (come noi ignoranti e come noi equidi burricchi) lettori, un baluginante principio di egoismo mediatico, si faceva strada nella mente irrequieta e inesatta del sovra-eccitato, sovra-divertente, sovra-stratega del marketing, Jesus.
Motivo per il quale, quest’oggi, il tradizionale principio di elaborazione certosina degli articoli, verrà derubricato in un meno prestigioso: «C’è caldo, non ho voglia di fare un c… , ho dormito male, in questo momento vorrei essere con la tipa in una spiaggia di honolulu, prendetevelo come viene!»
 

Hype - Ingresso

Hype – Ingresso

 

Venerdì sera, ore 20.30. Un affrettato Ettore e uno stordito Jesus, procedono speditamente, nell’auto multicolore del Raschione, verso il centro storico di Cagliari. Lo stato di sobrietà del vostro amato, parte quest’oggi da una condizione di equilibrio meta-stabile, per l’effetto di un peccaminoso «vuoi qualcosa da bere?», troppo ingenuamente interpretato come «vuoi un bicchier d’acqua?», rivelatosi, invero, l’offerta di una sesquipedale alchimia super-alcolica.
La direzione è quella della centralissima e sopraelevata Piazza Palazzo, per raggiungere la quale, partendo dal Viale Regina Elena – dopo aver alloggiato l’autoveicolo nel comodo parcheggio custodito – i due Triumviri usufruiscono del suggestivo ascensore panoramico che, molto opportunamente, sostiene cittadini e turisti nell’ascesa del colle; un impagabile assaggio scenico, di quello che avrebbero vissuto qualche minuto più tardi.
 

Hype - Antipasti di mare

Hype – Antipasti di mare

 

Nonostante un sensibile ritardo sulla tabella di marcia, i due burricchi arrivavano, come ovvio, prima del terzo traballante Triumviro ufficiale, Ing.Marrocu, di ritorno dalla sua vacanza turca, quest’oggi accompagnato da una piacevole conoscenza dei Donkeys – Michela P. –, a cavallo di una rombante due ruote, fin dentro la ZTL cagliaritana. Confidiamo  sul fatto che i dispositivi automatici di rilevamento delle targhe, compiano correttamente il loro lavoro e, in caso contrario, garantiamo fin d’ora la nostra più totale disponibilità, a fornire ogni dettaglio e generalità sul soggetto, richieste dalle autorità sanzionanti.
Terminati quindi i pletorici convenevoli di rito, i quattro commensali convergevano in Piazza Palazzo, nei pressi dell’elegante atrio del Ristorante-Lounge Bar “Hype”. Nella stagione calda, il bar usufruisce degli spazi all’aperto del locale, mentre la zona ristorante viene adibita nella confinante piazzetta “Mercede Mundula”, che offre un panorama e una vista spledidi sullo stagno di Molentargius, sul mare e tutta la parte Sud della città. L’incantevole ambientazione offre di per sé ragione sufficiente per decidere di condurre da “Hype” le vostre ottimistiche cene all’insegna del “con questo me la darà di sicuro”. Inoltre, quasi incredibilmente, non registriamo quasi alcun problema di aggressività entomologica, per effetto dei piccoli ma potenti fari che attiravano a sé gli insetti.
 

Hype - Fritturina di verdure e calamari

Hype – Fritturina di verdure e calamari

 

L’impatto con il personale è stato all’inizio abbastanza positivo: dopo esserci accomodati in graziosi tavolini chiari, sormontati da funzionali ed eleganti tendaggi, ci veniva offerto uno spumante brut di benvenuto. Il servizio era garantito da due pragmatici camerieri, mentre le ordinazioni sono state prese in carico dal cuoco (vagamente somigliante a Michael Duglas) che, con vibrante slancio empatico, si accomodava personalmente al nostro tavolo, esibendo un evidente tatuaggio con la dicitura CHEF: «Vedo che la sua passione per la cucina, è arrivata fin sulla sua epidermide!».
Nonostante lo scetticismo sulla possibilità di arrivare a fine pasto consumando antipasti, primi, secondi e dolci, e il conseguente consiglio di fermarsi ai primi, i Burricchi proseguivano per la loro strada, articolando la cena nei termini delle scelte di mare. Intelligente e intrigante la proposta del sommelier di non procedere con un unica etichetta di vino, per abbinare ciascheduna portata a un diverso calice, ma condotta in maniera perlomeno inopportuna: il vino è stato servito – oltreché sistematicamente in ritardo, rispetto all’arrivo delle pietanze – sempre nel medesimo bicchiere, cosa tollerabile nel passaggio tra il primo e secondo nettare (molto simili), ma censurabile nell’ulteriore divenire, anche in funzione di una esplicita richiesta di sostituzione, da parte di Jesus.
 

Hype - Spaghetti al cartoccio di mare

Hype – Spaghetti al cartoccio di mare in bellavista

 

Ad ogni modo, trattavasi dapprima di un Sauvignon friulano DOC delle cantine “La Tunella” (leggi Travaglione!!!), molto aromatizzato e deliziosamente abbinato con gli antipasti, per poi proseguire con un Chardonnay della medesima cantina e concludere, infine, con un sardissimo Vermentino di Gallura DOCG “Juannisolu” delle vigne Surrau, forse il meno brillante dei tre.
Particolarmente buono l’esordio con gli antipasti, originali, ben dosati e adatti alla calda serata: spicchi di spianatina con ricotta, salmone affumicato e rucola, eccellenti frittelline di bottarga e ottima insalata di sedano, pomodori, bottarga.
Più contraddittoria la seconda portata, una ottima tempura di verdure (zucchine, peperoni, melanzane, cavolo) abbinata a dei maldestri calamari fritti, che probabilmente difettavano per la qualità dell’olio di cottura.
 

Hype - Cernia allo zafferano, Trancio di tonno

Hype – Cernia allo zafferano, Trancio di tonno

 

Complessivamente ottimo il primo piatto: spaghetti al cartoccio di mare in bellavista, con cozze, arselle, gamberi, astice e (non sappiamo perché ce l’abbiano messi, visto che il resto del condimento era assolutamente eccellente) dozzinali gamberetti, probabilmente surgelati!
Meno accattivante e ben riuscito il secondo piatto, anch’esso comune a tutti i commensali – arrivato al tavolo dopo una non brevissima attesa – : discreta cernia allo zafferano, accostata ad un assolutamente anonimo, trancio di tonno arrostito e marinato.
Il giudizio del Marrocu, lamentatosi praticamente per tutte le portate in funzione di un pranzo luculliano che gli aveva cagionato sensibili assuefazione e irritabilità, qui coincideva con quello più oggettivo dei colleghi Donkeys e della loro gentile ospite.
 

Hype - Dolcetti pere e ricotta

Hype – Dolcetti pere e ricotta

 

Veramente succulento, invero, il dolce: dei particolarissimi fagottini (straccetti involtini, o come volete chiamarli) di ricotta e pere, accompagnate da salsine di caramello, zabaione e da una crema preparata con qualcosa di buonissimo e impercettibile, probabilmente alcolico.
Temporaneamente non a disposizione i liquori alla liquirizia, la serata terminava quindi con due caffè (acqua) e due grappe barricate per Jesus e per Michela, che nel frattempo si faceva immortalare in più di una posa ricordo.
Costo complessivo della cena 50€ cadauno, da giudicarsi un 25% eccessivo rispetto al giusto dovuto.


L’ambientazione è splendida, l’approccio del personale empatico e positivo, la cucina accattivante e (nonostante le sbavature denunciate) potenzialmente ottima. Quelli che indichiamo come elementi di massima stonatura, per il ristorante “Hype”, e da rivedere nell’ottica della ricerca dell’eccellenza, sono le disattenzioni e i tempi del servizio. La cura del dettaglio, come ad esempio il servire primariamente le gentili signore presenti, piuttosto che un burriccu che si guarda la partita sull’iPhone, sono quelle piccole accortezze e accorgimenti, semplici da mettere in pratica, che possono fare la differenza tra un ristorante qualunque e un locale di prestigio.
A malincuore, il nostro giudizio è di due burricchi, con menzione speciale per la location.

 

VALUTAZIONE “Hype”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Hype Indirizzo: Piazza Palazzo, Cagliari
Telefono: 070666796    [mostra in google maps]

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giu 3 2012

Ristorante Kaika – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Kaika - Piazza Yenne

Kaika – Piazza Yenne

 

All’ora in cui il sole è già spento, per questo angolo del Regno, e i colori del crepuscolo s’affogano nei primi deliqui alcolici della sera, si sente scivolare, oltre il muoversi delle onde e il bruciare dell’orizzonte, il rinnovarsi del circolo dell’esistenza, l’incandescente espressione del veloce rincorrersi della vita che, a Oriente, nel medesimo istante, si manifesta con il vermiglio levar del sole.
Prigioniero del suo scarlatto Impero, regna colui che nei secoli si è incarnato sovrano celeste (天皇), custode del divino Mistero e dell’unità del suo popolo.
Il nono Tennō, che imperscrutabilmente lega il suo destino con la più occidentale tradizione asinina, Roba no chōsen (ロバの挑戦), è l’imperatore Kaika (開化), le cui gesta si perdono oramai nel tempo, e la cui storia si confonde inevitabilmente con la leggenda.
Qui si legano, con un taumaturgico filo d’oro, le prodezze di antichi Samurai del “Sol levante”, con l’interminabile epopea di tre onorevoli burricchi.
 

Kaika - Interno

Kaika – Interno

 

Per raccontar qui, le nuove gesta dei mitologici orecchiuti guerrieri, partiamo oggi, a seimila chilometri di distanza dalla terra nipponica, dal luogo simbolo dello svago e del ludico piacere cagliaritano: la Piazza Yenne, dedicata all’Ettore che costruir la volle, con il suo piccolo obelisco cilindrico, che partendo dal suo frequentato basamento, spinge lo sguardo verso le più alte e lontane stelle.
A pochi metri dal centro della piazza, nella rumorosa confusione della giovanile ed economa agorà casteddaia, compare, rassicurante e accogliente, l’ingresso del ristorante Kaika (rivisitazione, in realtà, del desulese Caìcca, Francesca, ndr.).
Ad Accompagnare Jesus, il Raschione Ettore, e l’Ingegner Marrocu, in questa ennesima avventura, la docile e muliebre compagnia del binomio MV, contrazione e declinazione del tripolo iniziale AMV, subitamente sgretolatosi per non ben limpidissime ragioni.
 

Kaika - Aragostelle

Kaika – Aragostelle

 

Il ristorante, di recente apertura, al suo interno è caratterizzato da una atmosfera sobria e raffinata. La non spaziosissima sala, si estende longitudinalmente lungo un elegante corridoio, occasionalmente interrotto da piccoli anfratti laterali. Nel primo e più ampio anfratto, che accoglie l’asinina comitiva, sono alloggiati due tavoli signorilmente e misuratamente approntati, un piccolo bancone da bar e una feritoia che dà sulla cucina. La sinossi scenica dell’ambiente, si sviluppa con la bella volta ad arco – da cui spiovono raffinati lampadari di cristallo -, con pareti in perlato bianco, decori in pietra chiara, con uno splendido pavimento grigio e con ben dosati effetti luce. Le uniche critiche che possiamo muovere all’allestimento complessivo, sono relative alla lunga parete principale, forse eccessivamente spoglia, nella quale compare un’unico riferimento visivo, all’origine orientale del nome del ristorante.

Kaika - Insalata di cernia

Kaika – Insalata di cernia

Kaika - Cozze primavera

Kaika – Cozze primavera

Kaika - Insalata di polpo con patate

Kaika – Insalata di polpo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Impreziosire gli spazi con un bell’arazzo in seta, avrebbe forse dato più consistenza all’atmosfera. Inoltre segnaliamo che, per effetto del vistoso impianto di condizionamento in acciaio, e per la particolare acustica della sala da pranzo, durante la serata si possono raggiungere momenti di caotica confusione, allorquando vi siano parecchi co-avventori presenti.

Kaika - Involtini di peperone

Kaika – Involtini peperone

Kaika - Ostriche e cozze crude

Kaika – Ostriche e cozze

Kaika - Cozze gratinate

Kaika – Cozze gratinate

 

 

 

 

 

 

 

 

Kaika - Zuppetta di cozze

Kaika – Zuppetta di cozze e arselle

 

Il servizio all’interno del locale, è garantito da un numero piuttosto consistente di camerieri, mentre altri colleghi sono deputati all’assistenza degli avventori presenti all’esterno, nei tavolini allestiti sulla piazza.
Dopo una breve attesa, cagionata probabilmente dalla incomprensione sul difetto della sesta commensale, i Donkey possono finalmente contrattare il canovaccio alimentare della serata.
L’esordio, inevitabile ricade su un assaggio di antipasti di mare, accompagnati da un ottimo vermentino “Is Argiolas” DOC, delle cantine Argiolas.
Registriamo qui un deficit dell’assistenza, in merito al rituale della mescita del vino, e sulla mancata proposta di alloggiamento del medesimo, in un adeguato rifugio isotermico. Da questo punto di vista, il personale dovrebbe essere meglio istruito, dal caposala responsabile. Nel resto della serata, invero, i tempi della cucina e il servizio sono apparsi rapidi, puntuali ed attenti.
 

Kaika - Fregola con arselle

Kaika – Fregola con arselle

 

La serie di otto (sette più uno, a sopresa) antipasti si sono dimostrati oltremodo abbondanti, nonché di buona – a tratti eccellente -, fattura. La non comune ouverture, con gustose aragostelle in salsina di limone, ha stimolato non poco il palato appetitosamente casalingo di Jesus. Seguivano poi una (ahimè piuttosto anonima) insalata di cernia con olive, pomodori e sedano, ottime cozze primavera (affogate in una sovrabbondanza di pomodorini), buona insalata di polpo con patate, delicatissimi involtini di peperone con filetto di alice e capperi su letto di radicchio, succulente ostriche e cozze crude, per finire con una fantastica zuppetta di cozze e arselle, su un “cuscino” di pane carasau lievitato: sublime! Come già accennato, alle sette portate previste, si è poi aggiunto un piatto di buone cozze gratinate. Piacevolmente registriamo, inoltre, la gradevolezza dei panini e grissini speziati, fatti in casa, distribuiti per tutto l’incedere della cena: buonissimi!
 

Kaika - Spaghetti ai ricci

Kaika – Spaghetti ai ricci

Kaika - Linguine all'astice

Kaika – Linguine all'astice

 

Se gli antipasti si sono rivelati piuttosto abbondanti, in termini di quantità – anche per effetto della istintuale inappetenza femminile, che ha costretto i tre Triumviri agli straordinari – i primi piatti hanno evidenziato porzioni al di là un salubre umano appetito, tanto da precludere ogni possibilità di loro termine: spaghetti ai ricci di mare fuori stagione (inevitabilmente abbattuti, per effetto del corrente blocco biologico) per Jesus e il Raschione Ettore, linguine all’astice per l’Ing.Marrocu, fregola con le arselle (piuttosto buone, anche se suggeriremmo l’utilizzo di fregola artigianale) per il binomio MV.
 

Kaika - Sorbetto al limone

Kaika – Sorbetto al limone

 


Esclusa qualsivoglia possibilità di ingerire ulteriori cibi solidi, per un inspiegabile e colpevole difetto di appetito – per il quale solo la calda e faticosa giornata ormai estiva, appare come una lontana giustificazione – i Triumviri ordinavano congiuntamente un sorbetto al limone, poi rivelatosi particolarmente gustoso. Null’altro invero, per le gentili ospiti. La cena si concludeva quindi con dei caffè, tre liquori alla liquirizia (Barman liquirizia “LIQ”) e una grappa barricata per Jesus. Costo finale del pasto, 40€ cadauno, da giudicarsi adeguato, in funzione della splendida ambientazione, della cucina di buon livello, e di un servizio complessivamente all’altezza.

 

Il ristorante “Kaika”, nonostante risenta di taluni difetti di gioventù, che abbiamo puntualmente segnalato, si presenta con una ambientazione raffinata ma non impegnativa, proponendo una cucina di buon livello, in linea con la migliore tradizione cagliaritana. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Kaika”: Tre Burricchi.
Ristorante Kaika Indirizzo: Piazza Yenne 29, Cagliari
Telefono: 0708588471 [mostra in google maps]

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