☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
set 14 2013

Ristorante Punjabi – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Punjabi - Interno

Punjabi – Interno, Ing.Marrocu

 

Ravi, Chenab, Jhelum, Sutlej, Beas.
Posso solo pensarvi e per questo ancora non esistete. Posso navigarvi con la mente, e la mia mente già sa dove andare. Posso sentirvi stringere la vostra terra, ma la vostra terra non sa che io sono, né sa che esiste il Raschione Ettore, né ha mai sentito scorrere le lodi dell’Ing.Marrocu.
La Terra dei cinque fiumi, il suo popolo ed il suo idioma. Il Darśana, lo scorrere verso il grande Padre. Giunti al grande Padre, lì rifletteremo, lì ci purificheremo, lì daremo fuoco alla nostra carne inanimata, finché non riusciremo a trovare la risposta che andiamo cercando: perché siamo qui oggi, al Ristorante “Punjabi”?
 

Punjabi - Samosa

Punjabi – Samosa

 

Ebbene quest’ultimo impegnativo quesito, come la più estesa interrogazione sul fatto che ultimamente ci si stia spesso dedicando alla cucina etnica, non interessa il dominio della trascendenza, non oltrepassa i confini della epistemologia asinina o di una nuova ipotetica ricerca del nostro Karma. Ad onor del vero, ci hanno provato i Beatles un po’ di tempo or sono a ritrovare loro stessi per ristoranti indiani, e il risultato è stato piuttosto deludente: opere minori quali here comes the sunlet it be. A volte essere in quattro anziché tre non aiuta, e anche per questa ragione siamo qui oggi a parlarvi del “Punjabi”: perché Jesus non ha voglia di spostarsi e perché i ristoranti di cucina sarda a Cagliari li abbiamo (quasi) visitati tutti. Cosa mai ci inventeremo la prossima settimana?
 

Punjabi - Mix pakora

Punjabi – Mix pakora

 

Venerdì sera. Il protratto e tragicomico andirivieni del Raschione Ettore lungo la Via Pergolesi, alla ricerca – a piedi – della giusta traversa da imboccare, con Jesus che ininterrottamente insultava alle sue calcagna, e l’Ingegner Marrocu che, già pervenuto al locale, estendeva il turpiloquio via Twitter, è la prima pagina di questo nuovo anomalo Romanzo in seno al tomo del Donkey Challenge, che ha previsto per i Burricchi, in formazione tipo e in veste ufficiale, il testare i pregi e difetti della cucina indiana al ristorante “Punjabi”, sito nella centrale e poco parking friendly (150cv “a casinu“) Via Rossini, in Cagliari. Con cinque minuti di ritardo raggiunto lo spazientito Ingegnere, l’avventura poteva avere inizio.
 

Punjabi - Pulao

Punjabi – Pulao

 

Il Ristorante Punjabi, al suo interno, cerca di ricomporre sobriamente, almeno in ordine alla nostra percezione culturale, i colori e le atmosfere delle abitazioni del Punjab, la macro regione indo-asiatica che interessa i territori a cavallo tra India e Pakistan. La sala principale è quindi dominata, nelle pareti, nelle decorazioni e nei tendaggi, dalle tonalità del verde, del rosso e dell’arancio. In questo contesto stona visibilmente il proiettore della parete Sud-Ovest che, dirimpetto al bancone del bar, viene deputato alla proiezione di videoclip e soap opera bollywoodiane. Tra l’altro, lo stesso video proiettore è stato installato troppo a ridosso dello schermo, tanto da rendere impossibile una visione nitida delle immagini, al punto da cagionare l’auto-candidatura di Jesus per risolvere il problema: «qui ci sono due (!) ingegneri, vuole che non riusciamo a sistemarlo?». Per la cronaca, operazione fallita!
 

Punjabi - Subzi biryani

Punjabi – Subzi biryani

Punjabi - Bombay biryani

Punjabi – Bombay biryani

 

L’esperienza e il rapporto con il servizio del Punjabi non parte nel migliore dei modi. Il gentile titolare ci accompagna al nostro tavolo, in fondo alla sala, ma Jesus nota una piccola macchia di sporco sulla tovaglia e chiede di potersi alloggiare altrove. L’ “altrove” impatta invece, in traiettoria, con il flusso d’aria del condizionatore, per cui l’Ing.Marrocu reclama una terza soluzione. L’ultimo accomodo è per nostra fortuna gradevolmente apprezzato dall’ingegnere, anche perché veniamo sistemati proprio di fronte all’apertura che dà sulla cucina, e questo ci permette di intravedere i fuochi e gli chef al lavoro sul caratteristico forno tandoori in versione industriale.
 

Punjabi - Prawn narial

Punjabi – Prawn narial

 

L’interazione con i clienti è affidata al titolare indiano, a sua moglie (sarda) e a un terzo cameriere oriundo. Diciamo subito che sotto l’aspetto del servizio in generale, dobbiamo registrare note contrastanti. Da un lato sono efficaci i tempi della cucina, la disponibilità, l’empatia verso il cliente e le gestualità (vino mesciuto correttamente), mentre d’altro canto andrebbero registrati alcuni aspetti, tra i quali il mancato cambio sistematico delle posate. Buona la fornitura della cantina, dalla quale chiediamo di attingere un ottimo carignano del Sulcis DOC “Rocca Rubia”, della Cantina Santadi. La cernita di un rosso è determinata dal primo di carne comandato dal Marrocu. Per contro, la restante totalità delle pietanze era a base di pesce o verdure!  Proseguendo nella comanda, mentre per i primi, individuati nella categoria “Riso”, non abbiamo problemi, con qualche ovvia difficoltà scegliamo gli antipasti; il salomonico titolare ci viene però in soccorso: «vi faccio due mix pakora, che ce li ha (quasi) tutti»!
 

Punjabi - Mahi tikka

Punjabi – Mahi tikka

 

Il “pakora” è stato invero preceduto dai tipici e gustosi samosa indiani alle verdure, delle specie di saccottini fritti triangolari, molto gustosi. Il mix era invece composto da una serie  di verdure e frutti di mare ben pastellati, tra i quali individuiamo facilmente gamberoni fritti, cipolla e, verosimilmente, bocconcini di pollo marinati. Il tutto era accompagnato da ottime e soffici focacce all’aglio e alle patate cotte in tandoori e da un tris di salse caratteristiche: salsa agrodolce, salsa allo yogurt, zenzero e menta, salsa con yogurt (zenzero) e peperoncino verde fresco. Incuriosito dalla piccantezza di quest’ultima salsa, l’Ing.Marrocu chiedeva numi alla moglie del titolare, finanche pregando che gli venissero proposti i peperoncini al tavolo. In considerazione della celeberrima barrosaggine di Jesus e dell’Ingegnere («un mio amico li coltiva più piccanti»), non vi stupirà apprendere come la cosa sia poi degenerata in una sfida all’ultimo assaggio, con tanto di «non lo mangiare è piccantissimo!» seguito, successivamente, da un: «siete gli unici cagliaritani che mangiano peperoncino, respect!». In realtà segnaliamo che il Marrocu ha raggiunto in volto cento tonalità del piombo fuso, mentre Jesus ha lacrimato ininterrottamente per la successiva ora e mezza: 1.000.000 di gradi nella scala di Scoville!
 

Punjabi - Gamberoni

Punjabi – Gamberoni

 

Dopo essersi ripresi dallo shock termico (Il Raschione non ha accettato la sfida, a voi giudicare se per codarderia o intelligenza) i Donkeys potevano dedicarsi al primo. Tre piatti di riso, scelti da ognuno dei burricchi in singolo peso, e condivisi. Jesus, non amando le spezie, comanda un “Subzi biryani”, riso basmati con misto di verdure fresche speziate, declinate in melanzane, fagiolini e peperoni. Il riso scelto dall’ingegnere, “Bombay biryani”, era praticamente identico a quello di Jesus, con l’ulteriore aggiunta di bocconcini d’agnello, mentre il Raschione ha optato per un buonissimo “Pulao”, con verdure stufate e frutta fresca: zucchine, fagiolini peperoni, pesca e melone!
 

Punjabi - Mousse al mango

Punjabi – Mousse al mango

 

Non paghi e non sazi, come loro abitudine, il triumvirato virava verso dei secondi di pesce: “Mahi tikka” per Jesus (leggerissimi “bocconcini di pesce spada, cotti in tandoor, marinati nello yogurt ed erbe delicate”), “Prawn narial” per il Raschione (gamberi con cocco e strana salsa di pomodoro, accompagnati da riso basmati), gamberoni “giganti” marinati con ajwaini e poi arrostiti per l’Ing.Marrocu. L’intenso sapore di questi ultimi ha fatto trasalire l’ingegnere («dovevo venire al ristorante indiano, per assaggiare i gamberoni meglio arrostiti di Cagliari!») tanto da richiedere nuovamente l’interlocuzione del titolare, scoprire che in realtà si trattava di gamberi congelati freschi, e imbastire una nuova lunghissima discussione su surgelamento, congelamento, ammoniaca, pescherecci di Mazara del Vallo, circo Orfei, storie d’amore a lieto fine: «l’avete provocato e adesso non si ferma più!»
Conclusi anche i secondi passiamo ai dessert. La scelta era univoca perché: «tutti gli altri dolci indiani che offrivamo non piacevano». Nonostante questo disadattamento culturale, tipico limite nostrano sardo – come confermerà l’Ing.Marrocu ferendo a bottigliate il primo passante per strada -, la mousse al mango propostaci era veramente ottima. Stranissimo il sapore delle perline di zenzero, cardamomo, liquirizia, e non so che altro, serviteci in ultimo come tradizionale elemento di fine pasto indiano («servono per pulire la bocca»). Tra il gusto di smarties e quello del sapone di marsiglia la percezione che un sardo medio potrebbe avere. La cena si concludeva quindi con due caffè, una grappa al cardamomo («leggerissima») per Marrocu, e un eccellente rum indiano per il Raschione. Costo complessivo 45€ cada-burriccu, da ritenersi, per quanto ne capiamo di cucina (indiana), un 10% eccessivo rispetto al giusto dovuto.

 

Il “Punjabi” è senza dubbio un buon locale, con una eccellente e genuina proposta di pietanze etniche, comunque modulate e apprezzabili dal variopinto e composito pubblico degli avventori cagliaritani. Bella e rilassante l’ambientazione, anche se il maxi schermo sarebbe meglio rimanesse spento. Ottima la cucina, in buona parte merito del forno tandoori, mentre qualche appunto lo dobbiamo muovere al servizio. In definitiva, complessivamente, il nostro giudizio finale è di tre burricchi, meno meno. Comunque bravi.

 

VALUTAZIONE “Punjabi”: Tre Burricchi.
Ristorante Punjabi Indirizzo: Via Rossini 65, Cagliari
Telefono: 0703110887 [mostra in google maps]

 Condividi su Facebook 


dic 22 2012

The Show Kitchen – Cagliari

 Scritto da Ettore | 8 commenti | Commenta

Show Kitchen - Interno

Show Kitchen – Interno

 

Venerdi, 21 dicembre 2012. Profezie legate a maldestre interpretazioni new age del calendario di talune civiltà precolombiane vorrebbero un nuovo capitolo dell’umanità, secondo scenari di radicali trasformazioni, sia spirituali, tramite rivelazione divina a mezzo del profeta Jesus, sia strutturali, a causa di combinazioni eventi più roboanti della prosa del Triumvirato più famoso del Cagliaritano, più catastrofici di una recensione da un burriccu senza orecchio, più imprevedibili delle cugurre di certi ipertrcotici somari. Il problema della conservazione della specie imponeva un’accurata scelta di quadrupedi campione da proteggere e far salire nell’Arca di Noè che, in quella serata, li avrebbbe salvati. Il destino volle che il traghettatore della situazione, da buon democristiano, chiedesse una quota per il viaggio, richiesta non accordata per una parsimoniosa parte della carovana iniziale che preferì soccombere piuttosto che fuggire al proprio inesorabile destino. Ma the show must go on e il viaggio prosegue. A bordo i tre somari titolari e due graditissime ospiti, entrambi concorrenti del concorso Vinci una giornata da burriccu, Marianna e Melissa.

Show Kitchen - Ajoshi

Show Kitchen – Ajoshi

 

In questa ambientazione da Armageddon cagliaritano, manca poco alle 21:00 quando i due burricchi titolari Jesus ed Ettore convergono, secondo una inedita variazione al protocollo logistico che vede l’utilizzo di due vettori distinti, al fine di tutelare la sicurezza di parte delle nostre ospiti dalla maldestra guida di condottieri poco pratici, oltre che l’equilibrio globale della serata da fastidiose pressioni (ahiò movidindi!.. tengu pressi ca…!!), a pochi metri dalla destinazione designata per il consueto show alimentare del fine settimana: The Show Kitchen appunto, nella centralissima via Roma. Ineccepibile la puntualità dell’ottanta percento dei partecipanti, con un Ettore che inganna i pochi minuti di attesa in versione ombrellina da MotoGP per riparare dalla pioggia una delle preziose ospiti, Marianna che cerca di evitare interazioni con un losco individuo dal palese aspetto di pusher navigato che, in realtà, altro non era che Jesus. Il consueto ritardo dell’Ing. Marrocu, a seguito contattato e insultatato per questo a dovere da chi Vi scrive, non ha impedito alla compagnia di entrare e dare inizio alla ciccionata.

Show Kitchen - Tagliere salumi formaggi

Show Kitchen – Tagliere salumi formaggi

 

Straordinario l’impatto ambientale: l’ampia porta a vetri all’ingresso scopre un esclusivo lounge cafè con un lungo bancone nero che percorre in lunghezza l’intera sala, di fronte al quale, lungo la parete, sono alloggiati eleganti tavoli con sgabelli. In fondo alla sala, proprio di fronte all’ingresso delle cucine, una elegante scala conduce alla sala principale del piano superiore, ove veniamo condotti da una gentilissima e sempre sorridente cameriera. Una sensazione di opulenza e cura dei dettagli isinuava subito il dubbio di un consistente impatto economico della serata, con un po’ di rammarico per l’assenza di taluni parsimoniosi e previsti ospiti.

Show Kitchen - Risotto basmati

Risotto basmati

Show Kitchen - Ravioli di cernia

Ravioli di cernia

 

La sala superiore è piuttosto ampia, e qui si concentrano una serie di ampli tavoli di diverse geometrie, elegantemente approntati con tovaglie e sedie color crema, cristalli da vino, ampie lampade sferiformi d’atmosfera. La cornice è si complessivamente raffinata, disegnata con ampie vetrate e pannelli color cremisi ma, secondo il nostro personalissimo gusto, l’accostamento tra il grigio topo e il bianco delle pareti squadrate (senza particolari arricchimenti decorativi di supporto), riconduce l’impressione estetica ad una dimensione non pienamente definita ed espressa, così come, vi anticipiamo, avremo modo di riscontrare nella composizione di talune pietanze che abbiamo assaporato. Degna di nota è la saletta privata, confinata esternamente da un muro di vetro, ed arredata con un sesquipedale televisore al plasma. Lo stesso spazio, è dedicato ad alloggiare il guardaroba del ristorante, particolare che ci pare alquanto curioso e incompatibile con la proposta riservatezza del confino.

Show Kitchen - Salmone in crosta di pistacchi

Show Kitchen – Salmone in crosta di pistacchi

 

Il servizio in sala, che si rivelerà assolutamente impeccabile, è garantito da una maître/sommelier e da altre due giovani cameriere. Veniamo fatti accomodare in un elegante tavolo rotondo, impreziosito dall’illuminazione soffusa di una candela protetta da apposito globo. Sempre nell’attesa del recidivo ritardatorio Ing. Marrocu, ci viene offerto un calice di ottimo prosecco come aperitivo. Dopo quindici minuti (leggi: diecianni!!), con l’arrivo dell’ipotricotico burriccu, possiamo cominciare. L’offerta della cucina è perfettamente in linea con l’impegnativo nome del locale e propone sia interessanti interpretazioni della cucina etnica in chiave nostrana, sia una rivisitazione dei prodotti tipici isolani secondo inusuali e persino bizzarre ricette. Su consiglio dell’esperta Melissa, decidiamo di accompagnare inizialmente il pasto con uno straordinario DOCG Hysony della cantina Pedra Majore di Calangianus, servito con l’immancabile rito dell’assaggio performato dall’ Ing. Marrocu, sotto lo sguardo divertito della sommelier che ne ammirava le maldestre movenze e le frasi insensate.

Show Kitchen - Filetto di tonno

Show Kitchen – Filetto di tonno

 

La scelta degli antipasti è uno strano accostamento tra un tagliere di salumi nostrani, composto da guanciale (impreziosito da una marmellata di frutti di bosco), prosciutto, salsiccia di cinghiale, pecorino con diversi gradi di stagionatura, servito su un letto di pane carasau, decorato con gocce di aceto balsamico, e una interpretazione cagliaritana del soushi chiamato Ajoshi, composto da cubetti di riso con philadelphia, cernia e semi di sesamo, involtino di alga con riso, tonno e zucchine, filetto di tonno crudo, cubetto di tonno con riso e vinaigrette di peperoni, accompagnato da salsa di soia e wasabi. A parte l’inopportuno accostamento, imputabile al nostro bizzarro ipertricotico burriccu, la resa dei piatti ci è sembrata non esaltante, sebbene l’ajoshi risultasse al sottoscritto più gradevole del classico soushi.

Show Kitchen - Gelato al pistacchio cioccolato amarene

Show Kitchen – Gelato al pistacchio, liquore

 

A seguire arrivano i primi piatti: ottimo riso basmati con calamari e gamberi per Marianna e Jesus, ravioli di cernia alla crema di ricci e verdure per i rimanenti commensali, risultati molto meno gradevoli, soprattutto per un palese difetto di temperatura, difetto che ha costretto lo sfacciato Ing. Marrocu a richiedere un ulteriore riscaldamento del piatto; richiesta accolta con sollecitudine dal personale che, in realtà, ha provveduto a far preparare per il nostro indisciplinato burriccu una nuova porzione, con la soddisfazione di tutti i commensali per l’encomiabile gesto, soddisfazione subito rientrata per il ripresentarsi dello stesso difetto segnalato: e torrada!!..

Show Kitchen - Foresta nera con panna e amarene

Foresta nera

Show Kitchen - Panna cotta

Panna cotta

 

Nel frattempo, all’esaurimento della prima bottiglia, si decide di continuare con un vino della stessa cantina, un ottimo DOCG I Graniti, con opportuno cambio dei calici, previa esplicita richiesta dell’attenta sommelier. Nell’attesa per la preparazione dei secondi piatti, Melissa stupisce i compagni con un graditissimo omaggio di dolci preparati da sè artigianalmente: non ci sono parole per descrivere la gioia di tutti, soprattutto per qulalche susunku che ha pensato di sfruttare l’occasione per evitare di aggiungere un dessert al conto finale.

Show Kitchen - Dolcetti preparati da Melissa

Show Kitchen – Dolci preparati da Melissa

 

In poco tempo giungono al tavolo due porzioni di salmone in crosta di pistacchi, accompagnato da una composta di cipolle di Tropea e da melanzane arrosto con aceto balsamico, e tonno al lime e cocco, accompagnato da una insalata di finocchi e arance. In linea con il resto dei piatti, i secondi non soddisfano pienamente le aspettative richiamate dai bizzarri accostamenti. In particolare sembra mancare la giusta continuità tra i diversi sapori, probabilmente ottenibile con trattamenti più elaborati degli ingredienti di base prima della cottura. Non completamente gratificati dal percorso culinario, i commensali provano comunque a scommettere sui dessert. Interessante, come del resto lo è stata per gli altri piatti, la proposta: gelato al pistacchio, cioccolato, amarena per Jesus e Marrocu, selva nera con biscotto, cioccolato, panna, amarene e sciroppo di amarene pe Ettore e Melissa, mentre Marianna, affidandosi a San beta galattosidasi decide per la panna cotta al cioccolato e sciroppo di frutti di bosco. Hanno accompagnato il momento uno straordinario Tokaterra di Cherchi per Ing. Marrocu e Melissa, un ottimo Muscadeddu delle cantine Dettori per chi Vi scrive. La cena si è conclusa con caffè per Jesus, Melissa, Marrocu, un Montenegro per Marianna e un liquore di liquirizia Myrsine per Ettore.
Costo della esperienza: 49,50€ cad. burriccu, da ritenersi complessivamente adeguato alla qualità del servizio offerto, soprattutto per quanto riguarda i vini e i liquori con cui è stata accompagnata la serata.

Una eccellente ambientazione, l’attenzione a molti dettagli come la sala privata insonorizzata, l’eleganza dei servizi igienici (veramente encomiabile in questo caso), arredati, tra l’altro, in sintonia cromatica col maglione del sottoscritto, unite ad un servizio, professionale e puntuale, sebbene ci saremmo aspettati maggiore attenzione nella comunicazione su piatti che avrebbero potuto provocare problemi per particolare intolleranze di qualcuno dei nostri commensali, rappresentano il punto di forza di un locale il cui nome propone di sorprendere, soprattutto con la cucina. Ma è proprio la cucina il punto dolente riscontarto in questa esperienza: ricette bizzarre e interessanti, interpretate però in modo non pienamente soddisfacente. Ciascun piatto è risultato sempre a metà per sapore. Molto Show e poca umiltà: ci chiediamo se la eventuale proposta di ricette più semplici abbia lo stesso impatto. In ogni caso, in virtù delle enormi potenzialità dimostrate, dalla attenzione per i dettagli e la presumibile volontà di correzione dei difetti, mi sento comunque di proferire un giudizio più che sufficiente: tre burricchi – – – (2,60).

VALUTAZIONE “The show kitchen”: Tre Burricchi.
Ristorante The show kitchen Indirizzo: Via Roma 68/D, Cagliari
Telefono: 0706848567 [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


lug 22 2012

Ristorante Il Terzo tempo – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Terzo tempo - Interno

Terzo tempo – Interno

 

Primo tempo. L’elogio della battaglia, il palpitar del cuore, mentre la penna del desiderio traccia le vesti di una incontrastabile vittoria, mentre il sapore del trionfo si insinua tra le maglie dell’ego e scavalca l’intransigenza del destino.
Secondo tempo. Il sudore e il sangue sulla fronte, i muscoli tesi verso le insormontabili vette della fatica, lo stordimento e l’abbandono ai proprio limiti, la ribellione e l’orgoglio, la vittoria e la disfatta.
Terzo tempo. Il profumo dell’incenso, il sapore del reale, gli onori, la ricompensa della tavola e un pragmatico irrefutabile pensiero: «ma non potevamo iniziare direttamente da qui?!?»

 

Terzo tempo - Salmone

Terzo tempo – Salmone

Terzo tempo - Cozze alla marinara

Cozze alla marinara

Terzo tempo - Focaccia

Terzo tempo – Focaccia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terzo tempo - Carpaccio di polpo

Terzo tempo – Carpaccio di polpo

 

Gentile e pacato è il tempo, quello meteorologico intendiamo, che a metà Luglio regala a Jesus – Intollerante alla calura estiva – il piacere di qualche serata all’insegna della vivibilità climatica.
Felice condizione, questa, per il rinnovarsi dell’ancestrale rito àsinino, in passato svoltosi e sviluppatosi in disaccordo alla consuetudine istituzionale, tralignante l’essenza e la sintesi del Triumvirato.
Jesus, il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, si ritrovano invece quest’oggi a onorare la tradizione, insensibili al canto delle sirene di eventi no-cost, che surrettiziamente prorompono dalla calca della spiaggia dei cagliaritani, la sera del penultimo Venerdì del mese.

 

Terzo tempo - Insalata pere bottarga

Terzo tempo – Insalata pere bottarga

 

Ore 21. Jesus e il Raschione sono, come d’abitudine, in anticipo sui tempi del ritardatario Marrocu, e possono ammirare, nella sua composta imponenza, il braciere olimpico che ha accolto la fiamma dei giochi universitari qualche decennio fa, o qualche manifestazione simile, che tre patologici patiti della forchetta trovano difficile ricordare. Ci troviamo all’interno del complesso sportivo del C.U.S., poco distanti dalle facoltà di Lettere e Ingegneria, sull’irto “declivio” della Via Is Mirrionis, in Cagliari; attorno a noi, prorompe la vista di verdi campi da giuoco, palestre per il fitness e tutto quello che Jesus tenterebbe a evitare, se non esistesse, suo malgrado, anche il fattore “donna del presidente”.

 

Terzo Tempo - Mezze maniche pesto gamberi

Terzo Tempo – Mezze maniche pesto gamberi

 

Il ristorante “Il Terzo tempo”, è integrato organicamente nel complesso sportivo.
Se esternamente il suo ingresso non appare più suggestivo di quello di una palestra di fitboxe – eccezion fatta per un pittoresco barbecue urbano allestito in prossimità del locale -, l’interno risulta piuttosto curato, con copertura e travi di legno, pareti giallo paglierino, arredi rustici e una splendida ben fornita vetrina dei vini. La vista che si gode dalle vetrate laterali, è quella delle piste di atletica e dei palazzi del quartiere tutto attorno. Nella parte inferiore dello stesso edificio, sono inoltre alloggiati gli spazi adibiti a pizzeria/bisteccheria, che non abbiamo avuto occasione di visitare.
Arrivato finalmente il Marrocu, ci possiamo accomodare al nostro tavolo, non prima però che lo stesso ingegnere potesse disquisire con il maître del ristorante, nonché suo sosia laterale (identico di profilo, allargato di un fattore due, frontalmente), sul perché sedersi in quel particolare tavolo e non in un altro perfettamente equivalente nei suoi pressi: alta filosofia accidentale!

 

Terzo tempo - Riso Basmati con tonno e verdure

Terzo tempo – Riso Basmati con tonno e verdure

 

Oltre che dal succitato, affabile maître (di certo un ex atleta, dati fisico e tatuaggi), il servizio veniva garantito da un ragazzo più giovane e, occasionalmente, da una accomodante signora. Complessivamente possiamo ritenere buono tale servizio, anche se dobbiamo registrare qualche imperfezione provocata, in parte, da episodici difetti di comunicazione, a noi stessi imputabili.
L’assaggio di antipasti richiesto non comprendeva (come da noi ingenuamente ipotizzato) tutto il menù proposto, ma un trittico di comunque succulente pietanze: insalata di salmone, cipolle, funghi, capperi e olio d’oliva, carpaccio di polpo su letto di rucola, radicchio e finocchi, cozze alla marinara, il tutto anticipato e accompagnato da un assaggio di ottima focaccia alle spezie, prodotta dalla pizzeria interna. Un quarto supplementare e bramatissimo antipasto integrativo, è stato quindi richiesto e servito dopo l’assaggio dei primi: spettacolare accostamento di pere e bottarga di muggine, su letto di insalata e finocchi. Buonissimo!

 

Terzo tempo - Orata al forno con patate

Terzo tempo – Orata al forno con patate

Terzo tempo - Cappone al forno con patate

Terzo tempo – Cappone al forno con patate

 

La seconda incomprensione è stata cagionata, nella preparazione dei primi piatti, da un disequilibrio di comunicazione verbale del Raschione, che sovrapponeva la cernita del suo piatto a quella del Marrocu, conducendo a credere il cameriere, che l’ingegnere avesse cambiato in ultimo la sua scelta. Arrivate in tavola le pietanze, dopo lo sgomento iniziale e un rapido rimescolamento di attribuzione, Jesus e il Raschione potevano assaggiare delle strepitose mezze maniche (forse impropriamente definite “paccheri”) rigate al pesto e gamberi freschi, il Marrocu un parimenti ottimo Risotto Basmati, con verdurine e tocchetti di tonno.

Terzo tempo - Dessert

Terzo tempo – Dessert

 

Secondo piatto comune ai tre commensali in termini di (buonissimo) condimento, differente nella sostanza: cappone e orata al forno con patate, zucchine, peperoni e olive verdi. Se il cappone si dimostrava inappuntabilmente gustoso, meno brillante dobbiamo valutare il sapore dell’orata, per stesso riconoscimento del maître, di allevamento.
In ultimo, la cena si concludeva con una splendida composizione di cruditè di frutta (arance, fragole, kiwi, ananas) con panna cotta, creme caramel, budino al cioccolato, sciroppo di fragole e granella di nocciola: godurioso!
Fine delle ostilità con due caffé, liquore alla liquirizia (“Lik li” calabrese, non particolarmente apprezzata) per Raschione e Marrocu e una grappa barricata per Jesus.
Tutta la cena è stata, invero, accompagnata da un già abbondantemente elogiato bianco IGT del 2012, “Karmis”, delle cantine Contini di Tharros.
Costo complessivo, 44€ cadauno, da giudicarsi all’incirca adeguato, limabile per difetto.
Il “Terzo Tempo”, è senza dubbio un ottimo ristorante, che propone una cucina semplice, con punte di culinaria eccellenza, in ordine alla gustosità dei piatti. L’ambiente interno e il panorama sono di certo accattivanti, ma l’esterno del locale appare piuttosto dozzinale e potrebbe essere certamente migliorato, per esempio dotando il barbecue di una sovrastruttura in legno, o impreziosendo con delle piante invasate la strada d’accesso. Qualcosa andrebbe forse registrata anche in seno al servizio ma, si sa, gestire tre esigenti burricchi non è mai stata una impresa facile. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Il Terzo tempo”: Tre Burricchi.
Ristorante Terzo tempo Indirizzo: Via Is Mirrionis 3, Cagliari
Telefono: 3388785924 [mostra in google maps]

 Condividi su Facebook