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ott 12 2013

Il Tegamino Bianco – Quartu S.Elena

 Scritto da Jesus | 5 commenti | Commenta

Tegamino Bianco - Interno

Tegamino Bianco – Interno

 

Il tegamino è bianco. E’ bianco e sta sui fornelli. Il tegamino sta sui fornelli, e accanto a se ha un cuoco, una massaia; un impiegato, uno sciupafemmine, un marito premuroso o un azzeccagarbugli qualunque, che già per lui prevedono un dovere e una missione, una improrogabile incombenza sull’avanzare del proprio desiderio. Questa sera, in cucina, sarà lui a portare a termine un piccolo ed importante disegno, a determinare la gioia o il disgusto, la noia o la passione, la solitudine o il calore di una festa. E’ solo un tegamino, per di più è bianco, ma quando il coperchio spalanca e per un istante e accoglie i nostri culinari propositi, si trasforma nel primo protagonista della nostra vita: mica poco!
 

Tegamino Bianco - Tris d'autunno

Tegamino Bianco – Tris autunnale

 

Ottobre, giovedì sera. Già vien quasi tenerezza nel ricordare, a distanza di pochi giorni, il colossale appuntoramento che colse l’Ing.Marrocu in quel di Quartu S.Elena, e che ha scandito, nel regolare proporsi di fragorosi starnuti e nell’orografico accumularsi di fazzoletti di carta nei pressi del nostro tavolo, il progressivo evolversi della serata, di cui addì dodici andremo a dar rendiconto; serata, anormalmente organizzata in giorno feriale, proprio per venire incontro  alle esigenze dello stacanovista Ingegnere, che dapprima dichiarava di dover lavorare tutto il weekend – quindi potendo manco meno ipotizzare di scrivere lui questa recensione – per poi comunicare di aver cambiato turno. Tra l’altro, le maldestre quanto inefficaci precauzioni epidemiologiche dell’Ingegnere, hanno prodotto la prima vittima: Jesus, che mentre vi scrive ha la febbre prossima ai 101 gradi Fahrenheit!
 

Tegamino Bianco - Antipasti

Tegamino Bianco – Antipasti

 

E quindi, in quel di Quartu il Triumvirato del Donkey Challenge si ritrovava una sera, supportato dalla gentile ed eterea presenza della Donna del Presidente (DDP), da subito scorgendo, al puntualissimo incontro, l’uscio del novello ristorante “Il tegamino bianco”, che non poco anonimamente si propone sulla Via: la non centralissima “Luigi Merello”.
Apprezzando infinitamente l’araldica denominazione, accomodante l’archetipo dell’utensile di uso comune, suggeriamo di dotare la facciata esterna di insegna e lanternine d’atmosfera, onde rendere più accattivante l’ingresso. Superato quest’ultimo, ci si immette nello spoglio cortile di quella che appare, almeno strutturalmente, una magione campidanese, con copertura sviluppata a forma di elle. Escluso, per il clima non più generosissimo la possibilità di desinare all’aperto, procediamo lateralmente verso l’interno per poi, superato un breve vestibolo, accedere alla sala principale del ristorante.
 

Tegamino Bianco - Tris di primi

Tegamino Bianco – Tris di primi

 

L’atmosfera e lo stile della sala da pranzo sono deliziosamente costruiti sui principi di un arredamento elegante, minimale e moderno. Gli spazi si distribuiscono lungo uno uno splendido pavimento in legno rustico chiaro, dal quale emergono dei tavolini squadrati bianchi, con base impermeabile bruna, che rende superfluo l’utilizzo di tovagliame d’appoggio. Le tonalità cromatiche alle pareti e i punti luci si sviluppano con il raffinato equilibrio tra le sfumature del bianco e del grigio, mentre gli specchi e gli originali suppellettili d’arredo, donano un indiscusso tocco di classe a tutto l’ambiente. Annotiamo positivamente, infine, l’eleganza e la cura della toilette per la quale, invero, dobbiamo segnalare un piccolo difetto dell’uscio: maniglia della porta, rimasta in mano prima al Raschione, poi allo stesso Jesus, che si è dovuto ingegnare per ripristinarla.
 

Tegamino Bianco - Raviolini allo zafferano

Tegamino Bianco – Raviolini allo zafferano

 

Il servizio in sala, di sicuro livello, è garantito (per quanto abbiamo intuito) dagli stessi soci che hanno preso in carico il ristorante: una solare ed elegante signora – con abbigliamento in tinta all’ambiente – e un più informale collega: eleganza prossima a quella di Jesus, fate voi. Il terzo socio apprendiamo essere il cuoco, ovviamente indaffarato in cucina.
Notevole il menù, in particolar modo per la non convenzionalità delle pietanze, ma per certi versi dispersivo nella presentazione. Per definire il nostro percorso ci districhiamo tra le varie proposte, attingendo dall’interessante “Menù dell’oste impazzito” (di base 20 euro, per i nostri più susunki lettori), dalle “Specialità d’Autunno” e dal Menù a la carte. Volendo spaziare “per monti e per mare”, decidiamo di scegliere un rosso di prestigio: IGT Isola dei Nuraghi “Cagnulari”, delle cantine Chessa di Usini, perfettamente mesciuto dalla titolare e, come consuetudine, ben valutato dall’Ing.Marrocu.
 

Tegamino Bianco - Asado australiano

Tegamino Bianco – Asado australiano

 

Dopo un primo brindisi, con un prosecco di benvenuto, i burricchi potevano dar fuoco alle polveri, e allora esordire con un assaggio di eccellenti ostriche di San Teodoro, degustate dai tre quarti dei commensali, perché alla DDP non piacciono!
La naturale tendenza femminile all’inedia, si è più volte manifestata durante tutta la cena, tanto da dover richiedere un super lavoro mandibolare da parte di Jesus per consumarne gli avanzi, e infino provocare l’interessata presa di posizione da parte dell’Ing.Marrocu: «la prossima volta mi siedo io vicino a lei!». Gli antipasti proseguivano quindi con un fantastico tris di prelibatezze: baby sufflè al pecorino erborinato ”Brebiblu” (prodotto da Argiolas, erroneamente traslitterato come “Breby blu”), crostini con lardo e spolverata di tartufo nero,  cono (in realtà fagottino) di frittura di polpettine di carne e funghi porcini; il tutto accompagnato da presenza abbondante di foglie di songino (valerianella). Seguivano poi: crostini di burrata e alici su letto di carasau e songino, con condimento di un’erbetta aromatica non meglio identificata (Jesus l’aveva indicata come cipollina, ma il pistillo nero ci fa dubitare); ottime frittelle con fiori di zucca e pecorino e, per terminare, goduriosa impepata di cozze, ingurgitata per la metà delle porzioni da Jesus, in virtù del fatto che la DDP ne gradiva solo il sugo di condimento! Nota di merito, vogliamo anticipare, per la qualità estetica dei piatti da portata, mentre l’ingegner Marrocu, per ragioni di funzionalità manuale, si è più volte lamentato della usabilità delle forchette! Segnaliamo, infine, cestinetti di pane d’accompagno molto gustosi.
 

Tegamino Bianco - Creme Caramel

Tegamino Bianco – Creme Caramel

 

Primi piatti. Nel mentre che la DDP sceglieva sobriamente di dedicarsi ad un’unico primo piatto, gli ingordi triunviri pretendevano di ordinare un tris di pietanze che comprendessero quella di cui sopra: raviolini in crema di zafferano e brebiblu, paccheri al ragù di bue rosso, cous cous di pesce (nell’occasione astice) e verdure del “tegamino bianco”. Buonissimi!
Non paghi, i quattro (i tre) divisavano almeno un assaggio di carne. Dalla voluminosa proposta di carni alla brace, estrapolavano quindi un allettante asado australiano, servito praticamente vivo, con salsa chimichurri, su letto di pane carasau e decoro di rosmarino e pomodorini: eccellente!
 

Tegamino Bianco - Tiramisù retrò

Tiramisù retrò

Tegamino Bianco - Cheese cake

Cheesecake

 

La cena andava quindi concludendosi con i dessert: tiramisù “retrò” con amarene e piccolo cachi in recipiente di latta, su basamento di ardesia, per Jesus e DDP, creme caramel (senza lattosio) per l’Ing.Marrocu, cheesecake alle fragole e caramello per il Raschione, inevitabilmente accompagnati da ottimo passito di Pantelleria.
Fattosi tardi, e in considerazione della prossima dipartita del moribondo Ingegnere, i commensali decidevano di terminare le ostilità, senza caffè o amari. Costo complessivo della cena, 40€ cadauno, da giudicarsi un 20% al di sotto del giusto dovuto, in considerazione di qualità di portate e servizio.

Quartu Sant’Elena ci stupisce una volta di più, per l’ospitare un ulteriore nuovo ristorante di alto livello. Ambientazione elegante, servizio puntuale ed attento, menù originale ed appagante, attenzione estetica per i dettagli, fanno del “Tegamino bianco” un sicuro ricettacolo di amanti della cucina. Qualche segnalato difetto possiamo attribuirlo alla prima fase, di rodaggio e di apertura. Quattro burricchi con menzione speciale per l’ambientazione.

 


VALUTAZIONE “Il tegamino bianco”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Il tegamino bianco Indirizzo: Via Merello 166, Quartu S.Elena
Telefono: 0708676237    [mostra in google maps]
 

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set 3 2013

Ristorante Plammas – Santa Maria Navarrese

 Scritto da Ettore | | Commenta

Plammas - Sala interna giardino

Plammas – Sala interna, giardino

 

Baunei, dal greco bainos, fornaci per la preparazione della calce ottenuta dalla fusione di rocce calcaree, rocce su cui si estende il territorio, spaziando attraverso zone montuose e ben quaranta chilometri di coste, caratterizzate da falesie a picco sul mare, splendide calette, doline, rupi, a partire dalla frazione di Santa Maria Navarrese, sorta intorno alla chiesa edificata in onore della Santa Madre che Jesus ha messo alla luce, per volontà della Principessa di Navarra, sopravvissuta al naufragio della propria imbarcazione nel mar Tirreno, intorno all’anno 1000 d.J., fino al confine Nord segnato a ridosso di Codula Elune, un’area intatta che sfocia nell’omonima cala, più nota ai turisti come Cala Luna. Terra di allevatori e di marinai, ma anche di somari allo stato brado, che vivono in pace tra olivastri secolari e altri cugini animali, in un equilibrio ritrovato e solo parzialmente perturbato dalla presenza di curiosi ed invadenti visitatori, che di asinìno qualcosa celano nella propria essenza.

 

Plammas - Antipasti

Plammas – Antipasti

 

Un inusuale momento di erudizione, contario alla natura stessa dei donkeys on holiday, accompagna il pre-serata di Ettore e Jesus a bordo di un trenino su gomma che da Baunei porta al Supramonte, visitando il parco dell’altopiano del Golgo, alla scoperta delle bellezze dell’Ogliastra d’alta quota. Presenti per questo prologo due giovani turiste del sud Sardegna che subito hanno avvicinato i popolari recensori, una volta riconosciuti, ma che poi avrebbero preso altre strade in serata, e la Donna del Presidente (DDP), in attesa di ricongiungersi alla Cognata del Presidente (CDP), e la sua amica Monica per formare nuovamente il Triumvirato femminile eletto a sostituire il terzo elemento mancante, secondo un inedito schema che ci piace chiamare esplosione frattale asinìna, in occasione dell’imminente secondo rituale di celebrazione dei sapori di questa trasferta, che avremo il piacere di condividere ancora una volta con i nostri lettori.

 

Plammas - Raviolini ripieni di seppia fritti e polpette di tonno

Raviolini fritti polpette

Plammas - Guazzetto di cozze

Guazzetto di cozze

 

Prosegue il percorso dei burricchi in vacanza attraverso gli splendidi paesaggi dell’Ogliastra in una insolita serata dominata da nubi minacciose e dal cielo plumbeo, nel percorso che dalla montagna del centro di Baunei porta alla via del mare, al centro della frazione di Santa Maria Navarrese. Mercoledi 21 agosto, ore 21:20; in un centralissimo ristorante della frequentata località turistica, un tavolo per cinque coperti è stato da poco gentilmente riservato, su richiesta di chi Vi scrive, per gentile intercessione del caro amico del posto che, in accordo con la nostra attenzione alla privacy di chiunque non faccia Marrocu di cognome, chiameremo D.P., e della compagna M.S., ai quali veniva delegato l’onere della scelta di un locale adeguato per ospitare la prima ciccionata ufficiale del Donkey Challenge nel suolo baunese: il ristorante Plammas, nella omonima via.

 

Plammas - Filetto di cernia con riso allo zafferano

Plammas – Cernia con riso

 

Il ristorante è inserito nella omonima struttura alberghiera e si sviluppa su due grandi sale chiuse da ampie vetrate che si affacciano su un giardino, separate da un disimpegno nel quale è ricavato l’accesso alle cucine e ai servizi. La sala Est è dedicata al bar. Nel giardino trovano posto una quarantina di coperti, all’ombra di diversi alberi, tra i quali spicca l’opera d’arte di un ignoto scultore che ha modellato il tronco a forma di viso di un uomo che fuma la pipa. Proprio negli spazi esterni veniamo fatti accomodare, in un ampio tavolo da cinque. Il servizio, sebbene cortese e disponibile negli interpreti, rivelerà, nel corso della serata, diversi episodi di poca coordinazione fra un efficiente e preparato maitre e le giovani cameriere, probabilmente stagionali.

 

Plammas - Culurgiones di cernia con panna e bottarga

Culurgiones di cernia

 

Non particolarmente assortita l’offerta della cantina, soprattutto per i vini bianchi, ma comunque dotata di etichette dignitose, tra le quali individiamo un ottimo IGT “Iselis” delle cantine Argiolas di Serdiana, servito con l’immancabile rito dell’assaggio effettuato, in mancanza dell’Ing. Marrocu, dal sottoscritto. L’offerta della cucina, oltre ad una buona pizzeria, si articola in percorsi di terra e di mare, secondo ricette classiche della tradizione ogliastrina. Concordiamo, come nostra usanza, un menu di mare, richiedendo al personale ed ottenendo di isolare i piatti contenenti allergeni per una delle nostre ospiti dai rimanenti, non essendo possibile intervenire sulle singole pietanze, alcune delle quali con basi di ingredienti preparate in precedenza. Un gradevole prosecco di benvenuto per i biumviri e la DDP inganna l’attesa per il ricongiungimento della compagnia, attesa gonfiata dal fisiologico ritardo accumulato dalla CDP e da Monica, impegnate nell’organizzare la gita in balia delle onde per il giorno seguente.

 

Plammas - Spaghetti ai ricci e bottarga

Spaghetti ricci bottarga

Plammas - Culurgiones ogliastrini

Culurgiones ogliastrini

 

Alle 22:00 circa la ciccionata può avere inizio con i primi antipasti che giungono al tavolo. La degustazione inizia con un notevole filetto di cernia servito con riso allo zafferano e impreziosito con foglie di crescione, particolare ma dal sapore perfettamente equilibrato, seguito dal piatto meno apprezzato della serata, una insalata di polpo decisamente poco consistente in sapore e troppo consistente al morso: tostadeddu!! Si prosegue poi con un impeccabile piatto a base di carpaccio di tonno e borraga a scaglie, un cocktail di gamberi rossi e verdure servito con salsa rosa e riduzione di aceto balsamico, impreziosito con fette d’arancia, e uno squisito carpaccio di alici servito con cipolle in agrodolce e foglie di crescione.

 

Plammas - Fregola ai frutti di mare

Fregola ai frutti di mare

 

Terminati i piatti freddi ci viene presentato un piatto a base di raviolini fritti al ripieno di seppia con polpette di tonno, ottimo come tutte le pietanze fritte (cit.), e un sontuoso guazzetto di cozze, sopravvissuto pochi minuti alla voracità della compagnia. Terminati con successo gli antipasti ordiniamo i primi piatti, classici culurgiones ogliastrini al sugo per la Dama del Presidente, gradevoli spaghetti ai ricci di mare con una spolverata di bottarga per Monica, particolari ed ineccepibili culurgiones al ripieno di patate e cernia, serviti con panna e bottarga per Ettore e Jesus, ottima fregola ai frutti di mare (cozze, arselle, seppie, scampi), servita su una caratteristica ciotola in terracotta. Nonostante il notevole livello di qualità della cucina, iniziavano a farsi sentire i rimorsi e le fatiche alimentari dei giorni passati in vacanza, al punto da decidere all’unanimità di rinunciare al secondo piatto per passare direttamente al dessert.

 

Plammas - Sorbetto

Plammas – Sorbetto

 

Dobbiamo registrare a questo punto il momento più imbarazzante per il personale, che ci informava preventivamente dell’indisponibilità della friggitrice e della cucina a causa dell’inizio delle pulizie di fine serata (ore 23:30 circa), mentre in sala erano ancora seduti diversi clienti; la scelta dei dolci viene perciò ridimensionata a dolci sardi secchi, scartati, e sorbetto al limone, promosso. La cena si concludeva con caffè per tutti, rimandando il momento della immancabile botta etilica nella più suggestiva ambientazione de “L’Olivastro”, poco distante, sul lungomare. Costo dell’esperienza: 28,50€ cad. burriccu, forse un pochino al di sotto rispetto qualità del cibo assaporato.

Il ristorante Plammas, sebbene poco rinomato fra i locali della località marittima rivela una notevole cucina, grazie all’uso di prodotti di assoluta qualità e di uno chef capace di rendere apprezzabili sia i piatti classici della tradizione ogliastrina, sia particolari ed accattivanti accostamenti di sapori. Al netto delle poche sbavature riscontrate nel servizio, che auspichiamo possano essere migliorate nel corso del tempo, come quanto riguarda la discutibile scelta di limitare l’offerta della cucina dopo certi orari, possiamo sicuramente consigliarlo fra le mete da provare per chi si trova in zona: tre somarelli stiracchiati, che comunque garantiscono l’attribuzione del primo adesivo rating a Santa Maria Navarrese.

 

VALUTAZIONE “Plammas”: Tre Burricchi.
Ristorante Plammas Indirizzo: Viale Plammas 49, S.M. Navarrese – Baunei
Telefono: 0782615130 [mostra in google maps]

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giu 1 2013

Ristorante Bliss Caffè – Cagliari

 Scritto da Raffaele | 4 commenti | Commenta

Bliss - Interno

Bliss – Interno

 


Dopo aver partecipato a varie ciccionate, il burricco aggiunto Dessì, sottrattosi a tutte le altre, non poteva più esimersi dal recensire quest’ultima. Ore 20.55 i burricchi Sollai e Dessì giunti sul luogo dell’appuntamento notavano la presenza dell’Ing. Marrocu, puntualissimo oltre ogni previsione, che, telefono alla mano, era pronto a twittare il ritardo del duo Raschione e Jesus, i quali “come al solito” alle ore 21:00 si materializzavano davanti ai loro occhi. Destinazione scelta per la serata conviviale è il Bliss Caffè, situato nella centrale via Paoli.
 

Bliss - Cruditè di mare

Bliss – Cruditè di mare

 


All’ingresso si trova il bancone del bar, si prosegue con due sale, una interna ed una esterna dotata di barbeque. I burricchi vengono fatti accomodare nella sala interna costituita da un arredamento gradevole e sobrio. La musica ha un volume adeguato ed è presente, inoltre, una grande tv che, con immensa gioia dei commensali, è spenta. Il sottofondo musicale e la presenza della sola troupe asinina rende agevole la conversazione. L’iniziale scambio di opinioni viene subito interrotto dall’arrivo del cameriere, il quale propone un aperitivo da scegliere tra alcolico e analcolico. Si opta per un prosecco, in quanto al solo pronunciare della parola analcolico il buon Jesus risponde con: la parola analcolico è un’offesa!
 

Bliss - Tartare di tonno

Bliss – Tartare di tonno

Bliss - Insalata di gamberi

Bliss – Insalata di gamberi

 

Il cameriere prosegue nel voler fare conversazione e la sua curiosità su come fosse avvenuta la conoscenza del locale, è subito soddisfatta dalla pronta risposta dell’Ing. Marrocu: Siamo amici dei giocatori del Cagliari e ci hanno indirizzato loro (pitticca sa ca**ada!). Orbene, si inizia con la scelta del vino, ricaduta su un D.O.C.G. Gewurztraminer della cantina altoatesina Rocca Savina annata 2012, il cui rito dell’assaggio è avvenuto solo dopo che il Dessì ha avvicinato il proprio bicchiere al cameriere, poco avvezzo a questa procedura.
 

Bliss - Antipasti

Bliss – Antipasti di mare

 

La mancanza di un menù cartaceo costringe i commensali a scegliere le pietanze dalla descrizione orale delle stesse fatte dal titolare, il quale propone la divisione della cena in due parti, antipasti e primi ed eventualmente, qualora non paghi, i secondi. In attesa dell’arrivo degli antipasti, tempo traducibile in 10 anni circa, inizia lo sfoggio da parte di alcuni commensali di prestigiose carte di credito di vari colori (pitticcu su famini!!), a cui seguono opinioni discordanti sui servizi svolti dai gestori delle medesime, soprattutto per i possessori di quelle gratuite (fare i fighi ma susunki inside n.d.r.).
 

Bliss - Spaghetti ai ricci di mare

Bliss – Spaghetti ai ricci di mare

 

La prima portata consta di un plateau di cruditè di mare costituita da cozze, gamberi e ostriche, di medie dimensioni. Il tutto gradevole ma niente di esaltante. Una dozzina di cozze sono state lasciate, in quanto alcuni commensali hanno preferito non sfidare la sorte. Segue una tartare di tonno, la quale presenta alcuni difetti di preparazione in quanto poco amalgamata, ma soprattutto proveniente da una parte del tonno poco adatta a questo tipo di piatto. Gli ulteriori antipasti serviti sono costituiti da un’insalata di gamberi argentini con insalata thai (zucchine, melanzane, peperoni al wok), di discreta fattura anche dovuta alla nazionalità del cuoco, che i burricchi scoprono essere filippino; insalata di polpo (senza arte ne parte); insalata di seppie e fagiolini, particolarmente gradita ad uno dei commensali; tonno in scatola con cipolle capperi e mandorle che, se fosse stato preparato con del tonno fresco, sarebbe stato sicuramente migliore; per finire un’insalata di totani bottarga e pomodoro.
 

Bliss - Trofiette carciofi e bottarga

Trofiette carciofi bottarga

Bliss - Trofiette al tonno

Bliss – Trofiette al tonno

 

La proposta dei primi per l’allegra comitiva spazia su varie tipologie di pasta: trofie e spaghetti, nulla di più! Per Jesus la scelta ricade su spaghetti ai ricci, prontamente rimandati in cucina dopo appena una forchettata, per un eccesso di sapidità, accertata anche dal Raschione e dal Dessì (nonostante al titolare fosse stata specificata la pibincaggine del burricco). Lo chef, dopo aver effettuato le opportune correzioni, ripresenta il medesimo piatto, il quale tuttavia si rivela con ancor più difetti del primo. Questa volta, infatti, si avverte oltre che un eccesso di sapidità anche un eccesso di piccantezza dovuta al sovrabbondante utilizzo del peperoncino. Meglio lasciar perdere!
 

Bliss - Filetto di spigola

Bliss – Filetto di spigola con carciofi

 



Da notare, inoltre, l’imbarazzo del titolare alle domande dell’ipertricotico Jesus sulla conservazione della polpa di ricci. I primi piatti scelti dal Raschione e Marrocu sono trofiette con carciofi, cozze e bottarga, arrivati senza le cozze. Anche in queste si denota un leggerissimo eccesso di sapidità, cosa che è risultata comune anche alle altre due portate e cioè, trofiette con tonno, pomodorini e basilico per il Dessì e il burricco Sollai. Tutto questa sapidità ha fatto sì che venissero tracannate due bottiglie di vino e soprattutto cinque bottiglie d’acqua.
 

Bliss - Frittura mista

Bliss – Frittura mista

 

La scelta dei secondi piatti, purtroppo, non è più vasta di quella dei primi, in quanto ne vengono proposti solo due, presi entrambi con particolare dissenso da parte di Jesus e dell’Ing. Marrocu. Viene proposto, infatti, un fritto misto di calamari e gamberi e due spigole del peso di circa settecento grammi ciascuna, da preparare in padella con carciofi e pomodorini, servite già porzionate. La cottura delle spigole risulta ottima, ma si nota anche qui la presenza di un eccesso di pepe nero aggiunto dopo l’impiattamento. Per quanto riguarda invece il fritto misto niente da dire ma purtroppo neanche da ricordare. Tra le varie disquisizioni dei commensali merita menzione l’esposizione di varie teorie sulle scie chimiche tra il cameriere catalano e l’Ing. Marrocu, il quale si è visto ahimè surclassare dall’elevata preparazione dello stesso. Ci si domanda ancora come si è potuti arrivare a parlare di scie chimiche in seguito ad una semplice domanda al cameriere: Di che nazionalità sei?
 

Bliss - Dessert

Bliss – Dessert

 

Si arriva quindi al momento della scelta dei dolci. Fortunatamente la varietà qui è leggermente più ampia e la scelta ricade in un gelato al pistacchio per l’ing. Marrocu, una macedonia di frutta fresca per il Dessì che apprezza il fatto che non sia immersa in succhi vari, soufflè al cuore morbido di cioccolato per i due burricchi Raschione e Sollai, servito purtroppo senza la consueta quenelle di gelato. Per l’immenso Jesus sorbetto al limone della casa che con le lacrime agli occhi lo decreta come la pietanza migliore di tutta la serata. (Annammo bene!!). Data l’ora tarda si decide di rinunciare al caffè e, in attesa del conto, si opta solo per due bicchieri di un buon rum venezuelano, il Santa Teresa. Costo complessivo della serata 51 € cad. burriccu, almeno un 20% sovradimensionato rispetto alla qualità dell’offerta.

Alla luce di quanto sopra descritto, nonostante la simpatia del cameriere catalano, la qualità media dei piatti serviti è stata piuttosto bassa. Il locale prescelto, che lavora prevalentemente come bar, riporta nell’insegna posta all’ingresso la dicitura pasti veloci, tuttavia la cena ha avuto una durata di ben tre ore, nonostante fossero occupati solo due tavoli: due burricchi stiracchiati.
 


VALUTAZIONE “Bliss Caffè”: Due Burricchi.
Ristorante Bliss Caffè Indirizzo: Via Paoli 13, Cagliari
Telefono: 3477941300    [mostra in google maps]
 

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apr 13 2013

Kuvee wine grill – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Kuvee - Interno

Kuvee – Interno

 

Siamo giunti fin qui dalla radura. Abbiamo sconfitto i patrigni elementi del Creato, attraversato foreste incantate, guadato fiumi color del sangue, superato i più alti e ingenerosi dirupi, ma adesso insormontabile ci appare questo colle; perigliosa diviene questa strada che, tracciata dal ferro e dal fuoco di mille battaglie, si innalza fin dove l’occhio non riesce a scorgere, dove una mente ebbra e timorosa, figura meravigliosi tesori e terribili prove da superare.
Si narra che per queste vie, il Lanciallotto possente e valoroso, ogni luna nuova impavidamente si inerpichi col suo fedele Cuaddu verso il Castello, per concedersi in gran segreto alla sua Ginevra, donna amorevole e passionale. Basterà seguire le sue orme, celati dal buio della notte e dal placido passo del burriccu, per raggiungere quei tesori che da sempre noi, instancabili donkeys, andiamo cercando.
 

Kuvee - Cestinetti alici peperoni rucola

Kuvee – Cestinetti alici peperoni rucola

 

Cagliari, Venerdì sera. Sotto un filo di luna nuova, è lunga e onerosa la salita che conduce i burricchi dall’oblio di una grigia settimana di lavoro, verso la brillante luce dell’opulenza. Via San Giovanni si mostra inaccessibile e lontana e l’Ing.Marrocu, reduce da una non breve periodo di febbri e deliri – questa volta giustificati -, avverte tutta la fatica del dislivello. Al suo fianco un impeccabile Raschione, e un Jesus in armatura da pusher, congiuntamente incutono non pochi timori ai pochi viandanti che percorrono la Via.
Poche ore prima, lo stesso Jesus aveva manifestato profondi dubbi sulla destinazione della serata, apparentemente di basso profilo; raggiunto l’uscio del “Kuvee wine grill”, anche l’esigente Marrocu manifestava una qualche contenuta perplessità:
«Ma che avete scelto, un ca. di bisteccheria?!?». Vedremo a breve, come ogni pregiudiziale scetticismo verrà subitamente spazzato via.
 

Kuvee - Antipasti

Kuvee – Antipasti

 

Il “Kuvee” è l’espressione gastronomica tangibile dell’enoteca “Lancillotto”, noto ed eccellente punto di riferimento enologico nell’ambito della ristorazione cagliaritana. Il locale appare come un ben curato ed accogliente buggigattolo rettangolare, con una decina di tavoli, stracolmo di bottiglie e suppellettili, utilizzati come ornamento a contorno di mura color paglierino, strutture in legno ed elementi rustici di varia natura. Le prestigiose etichette, compaiono organizzate in scaffali e mensole, appese alle pareti in pietra o disposte trasversalmente su supporti non lineari. La parete di nord-est, si raccorda cromaticamente alla contro-soffittatura per mezzo di suggestivi pannelli lignei, ricavati probabilmente da confezioni rigide di vini pregiati. Pregevole e ben dosata è la proposta musicale diffusa in etere, mentre ci appaiono fuori luogo il pur discreto (spento) televisore LCD e un grosso frigorifero centrale, il cui impatto scenico suggeriamo di alleggerire, per lo meno con un rivestimento in stile rustico.
 

Kuvee - Lardo di pata negra

Kuvee – Lardo di pata negra

 

Il servizio in sala, impeccabile e risoluto, è garantito da un giovane maître, che gentilmente ci fa accomodare e ci indirizza verso l’excursus culinario della serata. La cucina del “Kuvee” è quasi esclusivamente basata su piatti di terra, per cui l’autorevole e magistralmente strutturata carta dei vini, non poteva che suggerire un vino rosso come accompagnamento della cena. L’ingegner Marrocu, sulla cernita dell’etichetta si impunta di principio («sennò la finiamo anche stavolta a “Costamolino”!»), e  pretende che si attinga dalla produzione vinicola extra-territoriale, pur non avendone chiaramente coscienza e conoscenza alcuna, tanto da dover fare appello all’esperto cameriere. Dopo qualche ragionamento, si sceglie una etichetta australiana («Ingegnere, lei guarda troppo “Airport Security”!») che si rivelerà invero, di aroma, fragranza, e gusto notevoli:  ”Norwood” Shiraz cabernet merlot del 2008, delle tenute “Salomon” nel sud dell’Australia. «Questa bottiglia ha aspettato cinque anni prima di trovare chi l’avrebbe apprezzata!»
 

Kuvee - Tagliatelle, tortelli

Kuvee – Tagliatelle, tortelli

 

Prima di questo, avevamo già avuto modo di gustare un buon prosecco di Valdobbiadene, offerto e accompagnato con un originale e appetitoso stuzzichino di benvenuto, composto da pomodoro pachino, sposato a semi di sesamo e amalgama di miele.
Riguardo gli antipasti, li abbiamo trovati semplici nella loro composizione, ma con qualità, equilibrio di sapori e presentazione di indubbio livello: cestinetti di alici con peperoni rucola e riduzione di vino rosso; flan di pecorino, con crema di basilico e accenno di peperoncino in polvere; mozzarelline di bufala, con pomodorini confit e decoro di basilico fresco; polpette di manzo alla crema di zafferano; tortelloni di bresaola, con ripieno di melanzana su letto di rucola; tagliere con leggerissimo lardo di “Patanegra” su letto di carasau e decoro di rosmarino.
 

Kuvee - Bistecca

Kuvee – T-Bone di scottona

 

La filosofia di condurre la cena con equilibrio di sapori e senza pietanze eccessivamente costipanti, prosegue con l’assaggio dei due primi di giornata: fettuccine ai funghi porcini; tortelli di patate e carciofi, serviti con condimento di burro e salvia.
Le due paste, che sopra potete apprezzare combinate nell’impiattamento prodotto da Jesus, risultavano delicatissime e gustose. In particolar modo i funghi porcini – per i quali non è certamente stagione, come il maître ci ha doverosamente fatto notare – avevano paradossalmente guadagnato in termini di delicatezza dal necessario e inevitabile percorso lungo la catena del freddo, che li aveva fatti arrivare fino alla nostra tavola.
 

Kuvee - Meringa

Kuvee – Meringa

 

Con ancora qualche spazio a disposizione, i burricchi decidevano quindi il taglio di carne da richiedere, come inevitabile e doveroso secondo piatto. Dopo qualche tentennamento, la scelta ricadeva su una “T-Bone” di scottona argentina (o almeno così mi pare di ricordare) che ponderatamente  e compostamente sceglievamo di condividere, salvo poi pentircene un minuto dopo, dato che ne avremmo volentieri divorato ben altre quantità. Impagabile la scelta di fornirci di ceramiche pre-riscaldate (buddiasa) al fine di esaltare il gusto della carne sul piatto. Onore al merito all’Ing.Marrocu che si è prodotto in un minuzioso disossamento, senza per questo lasciarsi andare a poco eleganti fagocitazioni. Da segnalare inoltre, che avendo Jesus dichiarato di non voler terminare il poco vino rimasto nel proprio calice, i due asinini commensali si sono precipitati a spartirsi il prezioso nettare: «non vorrai mica sprecare il sangue di Cristo?!?».
 

Kuvee - Tiramisù

Kuvee – Tiramisù

 

Strepitosa, seppur limitata, la proposta dei dessert. L’Ing.Marrocu ha avuto modo di impegnarsi con una deliziosa meringa con sciroppo ai frutti di bosco e gelato al pistacchio, mentre Jesus e il Raschione hanno optato per un tiramisù su letto di tortilla e spolverata di cacao. Entrambi i dolci erano decorati con una sorta di composizione artistica cubista, realizzata con caramello rigido, e giustamente accompagnati da un richiesto passito di Pantelleria, volutamente escludente, da parte dell’Ing.Marrocu, possibili alternative autoctone.
Il pasto si concludeva quindi con due caffé e tre buoni rum “Ron Zacapa”, invecchiati 23 anni. Costo finale della cena, 40€ cadauno, da valutarsi un 10% inferiore al giusto dovuto, in funzione di una cucina di ottimo livello, e di una cantina e un servizio eccezionali.

La denominazione del ristorante, deriva probabilmente dal termine francese Cuvée e sta ad indicare la miscela di uve che cerca di raggiungere l’alchemica perfezione nell’arte dell’enologia. Il “Kuvee wine grill” è di per sé una ben riuscita miscela di accoglienza, professionalità ed equilibrio, articolata con una proposta gastronomica di primo livello e sostenuta da una eccezionale carta dei vini. Quattro burricchi con menzione speciale per la cantina e il servizio.

 


VALUTAZIONE “Kuvee wine grill”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Kuvee wine grill Indirizzo: Via San Giovanni 224, Cagliari
Telefono: 0706670046    [mostra in google maps]
 

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ago 25 2012

Ristorante nuovo Royal – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Royal - Bonaria

Royal – Basilica di Bonaria, scalinata

 


La porti un “burriccone” a Firenze,

che un giorno tre somari incontrerò,
e se non brinderemo col Nepente,
un Chianti delle valli gli offrirò…

Ma se li incontrerò giusto domani,
tra un mese, un anno o forse un dì,
avrò sempre il mio Chianti fra le mani,
mentre il Nepente ohibò, vedremo lì!

La porti un “burriccone” a Firenze,
che i tre somari li ho incontrati già,
m’hanno svuotato tutte le credenze,
e or’ non ho più nulla da mangiar!!!

 

Royal - Interno

Royal – Interno

 

Che solcare il mare e varcare la soglia di nuovi orizzonti non sia cosa da poco,  lo sappiamo bene qui al Donkey Challenge (o se volete, La guida del Somaro, come recentemente siamo stati ribattezzati).
Noi, austeri radicali della forchetta, radicati alle nostre accomodanti e ortodosse abitudini alimentari, ben poche volte abbiamo sentito il bisogno di tralignare dal nostro ossequioso vagare alla ricerca del gusto e delle tradizioni sarde, seppur espresse e interpretate da benemeriti progressisti della cucina, in pura chiave speculativa. Eppure, sappiate, la cucina che amiamo e veneriamo, con le nostre periodiche e solenni liturgie pagane, non è il centro del nostro e del vostro Universo.
«E pur si muove!» Sosteneva un celeberrimo chef toscano, di cui, per burriccagine, non mi sovviene il nome… Tutto questo pistolotto, introduce la modalità con cui e per la quale, i tre burricchi si siano avvicinati, questo fine settimana, seppure in quel di Casteddu, alla cucina toscana.
 

Royal - Antipasti

Royal – Antipasti di terra

 

Giovedì sera. «Jesus, scegli: domani andiamo in esterna, facciamo 50Km e dopo cena torniamo indietro ubriachi, oppure si va al Royal che ha riaperto da poco».
Venerdì sera, ore 21 circa.  Il ben poco volenteroso Jesus e il diligente Raschione Ettore, contemplano affascinati i contorni distesi e materni della basilica di Nostra Signora di Bonaria, accesa e accomodata su di un lungo tappeto di gradini bianchi, che sinuosamente discendono il declivio, fin quasi a raggiungere i loro piedi.
A poche decine di metri di distanza, al civico 52/A del Viale Diaz, ha riaperto da poco il ristorante toscano “Nuovo Royal”, un tempo ubicato nella non distante via Bottego.
 

Royal - Salumi, polpette, tartine

Royal – Salumi, polpette, tartine al paté di fegato

 

Con una elegante e distinta porta di vetro sfumato, il ristorante si affaccia discretamente sul Viale.
Varcato l’uscio di ingresso e superato un minuto bancone da bar, ci si immette in una graziosa e ben curata sala da pranzo, dominata dalle tonalità dell’arancio, arredata e decorata con credenze in legno, quadri, mensole, bottiglie di vino, e da numerosi e accattivanti punti luce, che si estendono linearmente lungo gli angoli e le strutture portanti del locale. Una quindicina di tavoli squadrati, per all’incirca sessanta coperti in tutto, sono distribuiti sul parquet in legno chiaro, tra le poche nicchie e i pilastri, fino a raggiungere la cucina a vista in fondo alla sala, dalla quale si possono scorgere almeno quattro fra cuochi/e e aiutanti, taluni con fisionomia indigena, alcuni con tratti somatici spiccatamente maremmani.
 

Royal - Tagliatelle porcini coniglio selvatico

Royal – Tagliatelle porcini coniglio selvatico

 

Toscano è anche il sigaro ostentato dall’Ingegner Marrocu al suo arrivo, dopo i dieci minuti di fisiologico ritardo, durante i quali, accomodatisi al loro tavolo, i due colleghi burricchi hanno resistito non poco, prima di assaggiare il delizioso cocktail di benvenuto proposto: una miscela di spumante e succo d’arancia, molto gradito.
Il personale di sala è piuttosto numeroso. Le ordinazioni vengono redatte, con il classico taccuino e penna biro, da una gentile e piuttosto risoluta signora toscana (probabilmente la titolare), mentre contiamo altri quattro camerieri/e, taluni piuttosto professionali ed efficaci, altri (probabilmente apprendisti di primo pelo) più approssimativi e distratti, nei modi e nelle movenze, tanto da cagionare qualche pur non significativo danno durante il progredire della serata.
 

Royal - Risotto alla crema di tartufo

Risotto alla crema di tartufo

Royal - Trofiette al pesto di pistacchi

Trofiette al pesto di pistacchi

 

Come segnalato durante il LIVE sulla nostra pagina Twitter (hashtag #ciccionata), i difetti che dobbiamo rilevare per il “Royal” sono due, uno strutturale, uno più facilmente arginabile. L’acustica della piccola sala non è da Teatro lirico per cui, con il progressivo affollarsi del locale, l’ambiente diviene piuttosto rumoroso e molesto, anche se nei limiti della tollerabilità. Il secondo appunto riguarda l’erudizione, da parte dei camerieri, degli avventori, in merito alle pietanze che vengono servite. Non essendo avvezzi alla cucina toscana, sarebbe stato interessante apprendere i nomi e gli ingredienti di base delle pietanze, nel frattempo che venivano presentate in tavola. Questa accortezza (a costo zero) dovrebbe essere una prassi consolidata e sistematica per qualunque ristorante e sarà oggetto, come tanti altri suggerimenti, di una guida/decalogo rivolto ai ristoratori, redatto prossimamente sulla base dell’esperienza dei burricchi. Per l’appunto: la guida del somaro (www.guidadelsomaro.com).
 

Royal - Bistecca fiorentina

Royal – Bistecca fiorentina

 

Fatte queste doverose considerazioni, da questo punto in poi, diamo idealmente la parola allo chef del “Royal”, per il quale abbiamo solo elogi ed apprezzamenti da manifestare.
La cucina toscana è essenzialmente “di terra”, per cui di terra sono gli antipasti che ci sono stati proposti, giustamente abbinati ad un ottimo Chianti Cellini DOCG, della “Fattoria il Palagio”, che ha comunque abbisognato di un certo periodo di stemperamento, per poter essere apprezzato al meglio.
Gli antipasti erano composti da: ottima insalata di carote, cardi, cipolle carciofi e maionese, dal gusto leggermente amarognolo; panzanella di pane raffermo con zucchine e pomodori; melanzane e zucchine alla griglia, tortino di  fromaggio e zucchine, stuzzichini di pomodori e formaggio fresco; cipolle in agrodolce, olive, salamino, carciofi sott’olio; frittura di mele in pastella, fiori di zucca e melanzane; succulento assortimento di salumi toscani, accompagnati da polpette di carne e crostini di paté di fegato, maldestramente interpretato come “macinato” dal Raschione. Il tutto, ricco di verdure, considerabile di eccellente fattura e ben equilibrato a livello quantitativo e calorico.
 

Royal - Cantucci e vinsanto

Cantucci e vinsanto

 

In ordine alla nostra cena, dopo gli ottimi antipasti, la cucina ha dato il meglio di sé con i primi piatti: straordinario risotto in crema di tartufo per Jesus, trofiette al pesto di pistacchi e pomodorini per il Raschione, gustosissime tagliatelle ai funghi porcini e coniglio selvatico per il Marrocu, che comunque pignoleggiava la presenza di qualche ossicino di troppo.
Terminati i primi, nonostante l’abbondanza delle pietanze, i tre commensali, per assaporare la regina della tavola toscana, non potevano non spartirsi una “fiorentina” da circa 900g. Una delle carni più tenere e gustose mai assaggiate, accompagnata da (non eccellenti) patate arrosto.
 

Royal - Pesche affogate

Royal – Pesche cotte affogate nel Chianti

 

Conclusa quest’ultima “fatica”, ai tre burricchi veniva offerto un pre-dolce, costituito dai classici cantucci toscani, imbevuti nell’ottimo Vinsanto (trebbiano e malvasia) che Jesus ha voluto preservare (come digestivo) sino alla fine del pasto.
Il dessert vero e proprio è stato (per i soli Raschione e Marrocu) una eccellente composizione di pesche cotte affogate nel chianti, con gelato alla crema.
Con due caffè e due ottime creme di mirto, sono terminate quindi le ostilità.
Da registrare, inoltre: numerosi “rimbalzi” da parte di avventori che chiedevano di sedersi ad un tavolo con la sala stracolma (consigliamo di prenotare!), un versamento di Chianti sul nostro tavolo da parte del cameriere, un versamento di Chianti da parte del Raschione sulla propria “Lacoste” da 70€, un versamento di liquore sul suo telefono da parte del Marrocu.
Costo complessivo dei versamenti (e quindi della cena) 21€ cadauno, assolutamente ridicoli rispetto alla qualità e quantità di quanto assaporato, e vergognosamente non arrotondati da una pur meritatissima e lauta mancia, per effetto di una cronica carenza di contanti e resto. Contiamo di correggere tale difetto, in prossime personali occasioni.
Il ristorante (nuovo) Royal, propone una cucina fortemente radicata nella genuinità delle tradizioni toscane, in un ambiente familiare e moderno. I gusti e le sensazioni provate, non sono quelle tipiche della nostra terra, ma di sicuro spessore ed impatto emozionale. Assolutamente da non perdere!
Tre burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “Royal”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Royal Indirizzo: Viale A.Diaz 52/A, Cagliari
Telefono: 070341313    [mostra in google maps]
 

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