☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
gen 30 2014

Ristorante Il Viale – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Il Viale - Interno

Il Viale – Interno

 

Quanto sa di sale, la carne di burriccu mangiata al Viale. E ‘sì proverai quanto costa inerpicarti sull’irta mulattiera del foglio bianco, e sulla Via vergare la tua orma, confuso nelle polveri dell’altrui memoria.
Gli alberi che ci fanno incontro sono file di soldati in marcia, ognuno camminando all’ordinato e ritmico passo della paura, ciascheduno a noi bisbigliando, nella fregola delle fronde mosse dal vento, parole di zuccherino sostegno: «burriccus», «molentis», «balossus». E così via…
Beh no, in effetti non era proprio così la storia, né questo però basta per riscriverla da capo. Per ora abbiamo una nuova liturgia da raccontarvi, e la strada che ci ha condotto al Tempio, non è che un trascurabile dettaglio.
 

Il Viale - Antipasti di mare

Il Viale – Antipasti di mare

 

Sono improprie e mendaci, le pletoriche indicazioni che il Raschione Ettore – geloso custode dei segreti della macchina delle ciccionate, organo decisionale sulle nostre ebdomadarie destinazioni -, fornisce ai suoi sparigliati compagni d’avventura, onde raggiungere rapidamente il ristorante “Il Viale”, tra l’altro di non difficile individuazione in quel di Viale Trieste, Cagliari. Jesus, che di sua norma ignora le premure e i consigli di chicchessia, raggiunge facilmente il luogo dell’incontro, mentre l’Ing.Marrocu, di carattere più accondiscendente, dapprima converge in fronte alla vetrina del ristorante (con i colleghi già all’interno) per poi – non identificando né l’insegna né il punto di riferimento consigliato (Le Poste!??) – ripartire velocemente con l’auto, salvo successivamente fare ritorno, carico di insulti nei confronti del Raschione medesimo.
 

Il Viale - Zuppa di cozze

Il Viale – Zuppa di cozze

 

E’ sobria, composta e, in un certo senso, lindamente asettica, l’unica luminosa sala del ristorante, a cui si accede lateralmente dopo un breve disimpegno che segue i confini di toilette e cucine. Quest’ultime, collocate nel quadrante Sud, risultano in parte visibili all’alloggio dei tavoli, tramite un accesso delimitato da un tendaggio bianco. Le pareti chiare e l’utilizzo delle eleganti tonalità grigio scuro per infissi e sostegni strutturali, stonano marcatamente con la pavimentazione rustica. Un basamento in simil-ardesia, e magari sedie imbottite color crema, farebbero di certo risaltare in misura sensibile il locale per raffinatezza e compostezza estetica.
 

Il Viale - Trofie alla carlofortina

Il Viale – Trofie alla carlofortina

 


Nel mentre che dalla cucina – oltre a baluginare indaffarati cuochi al lavoro -, arrivavano di tanto in tanto strani e non identificati frastuoni, l’atmosfera risultava allietata (ovviamente entro lo spazio dei gusti personali) da un sottofondo musicale, riferibile ai successi degli anni ’80/’90.
Il servizio in sala – che nell’occasione era gestito da un unico giovane e informale cameriere – , è stato a tratti efficace ed attento, a momenti meno preciso, con qualche imperfezione nella gestione e nella sistematica sostituzione di stoviglie e posate, durante l’incedere delle pietanze.
 

Il Viale - Fregola in brodo

Il Viale – Fregola in brodo

 

Ordiniamo subitamente, per un brindisi d’esordio, un Torbato brut di “Sella & Mosca”; poco dopo, invero, nonostante i primi consigli del pur gentile cameriere, evitiamo le restrizioni del menù fisso, indirizzandoci verso un percorso più articolato e, come nostra abitudine, basato su delizie di mare.
E’ difficile la scelta del vino, per la quale l’Ing.Marrocu si propone di visitare direttamente il frigo in sala. Più tardi, un fastidioso allarme da drammatico incidente criogenico, avviserà tutti gli astanti che la porta del medesimo era rimasta aperta, innescando un pericoloso innalzamento della temperatura interna! Ad ogni modo, la scelta ricadrà su un particolare bianco (vitigno Semidano) “Anastasia”, della cantina “Il Nuraghe” di Mogoro. Come d’abitudine, al termine del pranzo, la bottiglia vuota sarà sottratta all’ecologico riciclo, per terminare i suoi giorni nella buia ed effimera cantina dell’ing.Marrocu.
 

Il Viale - Orata alla vernaccia

Il Viale – Orata alla vernaccia

 

La cucina de “Il Viale”, ci ha comunque positivamente sorpreso, in ordine alla genuinità delle materie prime e alla composizione delle pietanze, semplici e tradizionali nella generalità dell’offerta, ma con ripetute e piacevoli sfumature di originalità. Meno curata, c’è da dire, la presentazione dei piatti, a partire dall’impatto estetico delle ceramiche presentate a servizio.
Piuttosto gustosi sono risultati gli antipasti: polpette di pesce spada e patate; classica burrida di gattuccio di mare (molto delicata); carpaccio di polpo con sedano, prezzemolo e pomodori;  frittelle di bianchetti e cozze; filetti di triglie panati; per terminare con una sontuosa zuppetta di cozze in rosso con pomodorini freschi a dadini.
 

Il Viale - Tiramisù

Il Viale – Tiramisù

 

Ottimi i primi: trofie liguri alla carlofortina con pesto, tonno (comunque in tutta apparenza in scatola?!?) e pomodoro per l’Ing.Marrocu; fregula in brodo di pesce e arselle per Jesus e il Raschione.
Dopo una contrattazione sulla tipologia del pescato disponibile, i burricchi partoriscono un’idea di secondo: orata e spigola alla vernaccia, accompagnate da verdure fresche. Molto gradevoli.
Infine i dolci: tiramisù per Il Raschione e Marrocu, semplice sorbetto al limone per Jesus, senza alcun accompagno alcolico proposto. La cena si concludeva quindi con dei caffè e nessun amaro, data la non appetibilità delle bevande presenti in cantina. Costo complessivo, 35€ cadauno, da giudicarsi finanche inferiore per un buon 10% al giusto dovuto.

 

“Il Viale”, a nostro giudizio è un buon ristorante, caratterizzato da una cucina semplice ma accattivante e gustosa, e da un ottimo potenziale, non pienamente valorizzato. Una cantina più fornita e una maggiore cura per i dettagli, in ordine al servizio e all’estetica generale, farebbero di certo fare un notevole salto di qualità al locale. Tre burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “Il Viale: Tre Burricchi.
Ristorante Il Viale Indirizzo: Viale Trieste 120, Cagliari
Telefono: 3493375337    [mostra in google maps]
 

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dic 29 2013

Ristorante Mondo e Luca – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Mondo e Luca - Interno

Mondo e Luca – Interno

 

Giusto un po’ di freddo non basta a trattenerci l’appetito. Giusto qualche difficoltà a trovar parcheggio, nel primo giorno dei saldi invernali, non ci scoraggia dall’affrontar la strada. Giusto qualche piccolo disequilibrio in seno al Donkey Challenge non ci impedisce di programmare, come ogni settimana, la predestinata e indiscussa incursione a sorpresa in qualchedun ristorante della Sardegna, per regalare a voi e noi il godimento o il fastidio di una inderogabile critique de le restaurant.
Se questo appuntamento ha per voi stessi qualche valore, più che gli elementi della natura e gli eventi del post-creato, abbiate timore della involontà, de sa pagu gana, della monotonia, della noia, in poche parole… di noi stessi. Con questa simpatica prolusione, parte la recensione di quest’oggi.
 

Mondo e Luca - Tris di mare

Mondo e Luca – Polpo, tonno, burrida

 

Venerdì sera. Gelida serata di fine anno, parcheggio “a casino”. Non sono gli zoccoli di qualche tradizionale bipede amico del Triumvirato, ma il rumore dei tacchi della Donna del Presidente (DDP) – e della Cognata del Presidente (CDP) -, a confondere il consueto e banale tramestio della Cagliari by Night. Su verso il colle di Stampace il fiato si fa corto, la fame diviene pungente, il desiderio di conquistare il sonno del giusto, dopo una giornata di assoluto non nulla, inizia a far capolino. Ma chi ha inventato le vacanze?
Alle 21.05, speditamente arrivando in fronte al “Mondo e Luca”, Jesus e il Raschione Ettore, come galateo impone, precedono le due donzelle nel sbirciar oltre la soglia del ristorante.
 

Mondo e Luca - Sedano e bottarga

Sedano e bottarga

Mondo e Luca - Carciofi e bottarga

Carciofi e bottarga

 

Esteticamente, il locale ci stupisce sin dall’entrata. La porta di ingresso, e tutto quello che vi sta attorno, non sono molto dissimili da ciò che si può osservare di fronte ad un comune ufficio postale o una stazione dei vigili urbani, se non fosse per una scostumata escrescenza superiore: una petulante luce stroboscopica che irrompe con psichedelica coercizione sull’avventore in arrivo, importunandolo fin dal marciapiede. Superato un disimpegno ascendente ci si immette in una prima sala (una seconda laterale non l’abbiamo visitata) caratterizzata da sedie di colore verde, mobilia povera e dai tratti tipici di una trattoria, eccezion fatta per una bella successione di tele artistiche sulla parete Nord-Est. Note di demerito da assegnare per lo specchio a forma di cuore nella toilette, e per un disarmonico proteggi muro in vetro/plexiglass, che corre lungo tutto il perimetro della sala. Sostituito da una striscia di tonalità verde acido, o da pietre decorative, darebbe un’impronta totalmente differente all’ambiente.
 

Mondo e Luca - Antipasti

Mondo e Luca – Antipasti

 

Il servizio in sala è verosimilmente tenuto dal titolare (Mondo?) e, a latere, da un secondo ragazzo (Gianluca???), con modalità informali ma piuttosto precise e attente. I quattro asinini commensali vengono assistiti dal più anziano dei due, che si dimostrerà affabile e disponibile. Il menù viene presentato “a la carte”, ma può essere considerato un canovaccio di prima misura, poiché parecchie risulteranno essere le pietanze extra, accessibili visivamente dal bancone in sala o dall’itinerante cesto del pescato del giorno. Dopo qualche minuto di esitazione e un giro turistico al succitato bancone, concordiamo una serie di otto antipasti (sette di mare, uno di terra) che, vedremo, diventeranno nove per un improvviso e insalubre sfizio di Jesus.
 

Mondo e Luca - Spaghetti alle orziadas

Mondo e Luca – Spaghetti alle orziadas

 

Inaspettatamente ben fornita la cantina del ristorante, dal quale il Raschione, per prolungamento ideale rispetto alla settimana precedente, attingeva un Vermentino di Gallura DOCG “Karagnanj” della cantina Tondini, poi seguito da un più classico (sempre Vermentino) “I Graniti” di Pedra Majore.
Gli antipasti erano quindi così organizzati e composti: buone insalata di polpo e buona burrida, anonimo tonno con pomodoro secc0 (che stranamente aveva sapore di sedano!) apprezzabili insalate di sedano e bottarga a scaglie e carciofi con spolverata di bottarga, favette verdi saltate, deliziose maruzzelle (lumachine) di mare piccanti mangiate interamente da Jesus, per finire con una buon guazzetto di cozze in rosso, al peperoncino.
 

Mondo e Luca - Spaghetti ai ricci

Spaghetti ai ricci

Mondo e Luca - Fregola

Fregola con arselle

 

Terminati gli antipasti, arrivava al nostro tavolo il titolare, brandendo il cesto del pescato, e proponendoci un sesquipedale pesce San Pietro da cuocere al forno. Desiderosi di provare i primi piatti i burricchi declinavano la proposta e rilanciavano con la loro comanda. Stimabile l’iniziativa di Jesus che, avendo intravisto nella vetrina degli antipasti la presenza di arengu (aringhe) affumicate, le domandava come intrattenimento in attesa dei primi e, per la gioia delle sue transaminasi GTP, le ingurgitava per i tre quarti del totale!
I primi piatti risulteranno poi davvero ottimi: inusuali e apprezzati spaghetti alle orziadas (anemoni di mare) per il Raschione, spaghetti con “colata” di ricci di mare per Jesus e CDP,  fregola con arselle per la DDP la quale, con sacrilego sortilegio e come sua abitudine, ha eliminato i molluschi di condimento. Non chiedeteci il perché!
 

Mondo e Luca - Parago carciofi patate

Mondo e Luca – Parago carciofi patate

 


Conclusa quest’ultima sessione di lavoro, ecco ripresentarci il cesto dei pesci entro il quale, in luogo dell’esagerato San Pietro, individuiamo un più contenuto Parago, da cucinare con patate e carciofi (al forno). In realtà Jesus avrebbe preferito una meno originale spigola di media pezzatura, e in effetti qui esiste una certa distanza tra il giudizio dei vari commensali, sul risultato finale del piatto. D’ogni buon conto, dobbiamo comunque segnalare che l’attesa del pesce è stata intrattenuta da graditissimo pinzimonio con verdure di stagione: sedano, radicchio, pomidoro e arravonella rossa.
 

Mondo e Luca - Crema catalana

Crema catalana

Mondo e Luca - Sebada

Sebada al miele

 

La cena – costantemente accompagnata da pane abbrustolito e bruschette di pane carasau all’olio d’oliva- si concludeva con i dessert: sorbetto al limone analcolico per Jesus e DDP, sebada artigianale con dozzinale miele millefiori (perché non usarne uno più prestigioso per dare con semplicità un tono superiore al dolce?) per il Raschione, crema catalana alla fiamma (!) per la CDP. Due caffè pessimi (bruciati) e due insperati rum Ron Zacapa 23YO per Raschione e CDP, decretavano quindi la fine delle ostilità. Costo finale 45€ cadauno, da ritenersi un 10% superiori al giusto dovuto.

 

Il Ristorante Mondo e Luca presenta i caratteri di una buona trattoria, dove si possono trovare pesce fresco e taluni piatti (i primi) cucinati con maestria e generosità. Altre pietanze proposte si mantengono invece, come l’ordine estetico generale del locale e il servizio, in quel limbo della cucina, dove si individuano discontinui elementi di lode, senza però particolari originalità o eccellenze. Per noi, due burricchi.

 


VALUTAZIONE “Mondo e Luca”: Due Burricchi.
Ristorante Mondo e Luca Indirizzo: Via Goffredo Mameli 101, Cagliari
Telefono: 070670480    [mostra in google maps]
 

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nov 2 2013

Ristorante Josto al Duomo – Oristano

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Josto - Duomo

Josto – Duomo, scorcio

 

Eccoci qui, Josto baldanzoso e audace, a cantare le tue gesta, a narrare del tuo sconsiderato coraggio, delle tue orme veloci sul terreno della battaglia, del rosso tuo che nutrì la terra, delle spavalde grida contro il nemico romano, di tuo padre sconvolto e in fuga; del tuo nome, del tuo straordinario e melodico nome, che ha superato le barriere del tempo e della storia, che ha attraversato i secoli accarezzando i miti e le leggende del nostro popolo, che qui sentiamo pronunciare e pronunciamo, per nostro vizio e per nostra colpa. Nostro malgrado sei qui oggi con noi, e gli occhi nostri non possiamo distogliere dal tuo sguardo giovane, fiero, infelice, valoroso e … da secoli spento.
 

Josto - Interno

Josto – Interno

 

Trentuno Ottobre. Nel pieno dell’atmosfera di Ognissanti, tra un molesto vibrar di batacchio e un diabolico «dolcetto o scherzetto», il Raschione riprende a tramare nelle segrete del proprio castello, per maggiormente infastidire la istintuale propensione di Jesus ad evitare lunghe escursioni oltre il suo naturale baricentro di mandronia. Dopo decimi di secondo di riflessione, la mefistofelica macchina delle ciccionate decreta: «Questa settimana si va a Oristano».
La presunta ragione è sempre la stessa: «A Cagliari i ristoranti li abbiamo terminati!».
Invitiamo quindi i nostri più affezionati lettori ad inviare personalmente al burriccu le segnalazioni sulle decine di ristoranti della zona che ancora abbiamo mancato, e che il Raschione, non si sa per quale motivo, ignora. In caso contrario, vi anticipo che dovrete presto iniziare ad apprezzare l’inedita formazione PACS Marrocu-Raschione!
 

Josto - Cruditè di mare

Josto – Cruditè di mare

 

Primo Novembre. Cavalca veloce le buche della SS.131, la teutonica autovettura dell’Ing.Marrocu il quale, come da sua abitudine, non manca di riproporre agli astanti sentite reprimende nei confronti dell’assetto socio-politico sardo, finanche arrivando a criticare gli effetti del clima sul paesaggio extra-urbano isolano.
Dopo oltre un’ora di viaggio, in anticipo di una mezz’ora rispetto alla prenotazione a nome X del Raschione – alloggiato il carro buoi nei pressi del ristorante “Josto al Duomo” -, i tre decidevano di concedersi una preventiva escursione nella vicina piazza del Duomo, per apprezzare la baroccheggiante bellezza della settecentesca cattedrale. Qui iniziavano, invero, le reprimende di Jesus, contro la struttura urbana sviluppatasi intorno al tempio – che non ne valorizza appieno la maestosità e l’impatto visivo – e contro le numerose auto, sgradevolmente disposte sul piazzale in fronte all’ingresso principale, che hanno impedito per un buon quarto d’ora di fotografare la magnificenza del paesaggio e per le quali l’Ing.Marrocu ha finanche chiesto l’intervento della forza “pubblica”. Censvra grave!
 

Josto - Polpo doppia cottura

Polpo in doppia cottura

Josto - Bottarga muggine affumicato

Bottarghe, muggine

 

Il Ristorante affaccia il proprio uscio nella centralissima Via Vittorio Emanuele, a pochi metri dall’imponente campanile della cattedrale, ed è collocato in una più ampia struttura che comprende un caratteristico Hotel (Il Duomo) e una piccola bottega di prodotti tipici locali. Al ristorante si accede proprio superando la reception dell’albergo. Qualche tavolo, nel periodo estivo, viene collocato in un cortile disposto a cavallo tra la bottega e la scala che porta alle camere, mentre la sala principale appare, nella composizione delle basse volte, come una vecchia cantina tinteggiata di bianco, nella quale sono stati inseriti più moderni elementi d’arredo. Questi ultimi, sono stati oggetto di erudita discussione da parte dell’Ing.Marrocu e di Jesus. Il primo apprezzandone l’impatto generale, il secondo criticandoli nella loro efficacia cromatica; nella pratica asserendo essere, il colore verde di alcuni elementi occasionali, in contrasto armonico con la tonalità gli infissi. A parer mio, occorrerebbe fare una scelta più marcata e decisa (nell’ottica del bruno o del verde) e decorare le arcate che, attualmente, appaiono eccessivamente spoglie.
 

Josto - Fregolina in rosso

Josto – Fregolina in rosso

 

Al nostro arrivo, al ristorante “Josto al Duomo”,  l’accoglienza è calorosa e formale al medesimo tempo. Da quel che capiamo la gestione è, almeno in parte, a carattere familiare. Il preparatissimo maître/titolare – inconfondibilmente il sosia del calciatore Pirlo – tradisce, sotto la folta barba, la sua giovane età, che comunque non gli impedisce di distinguersi per professionalità e savoir fair. A lui si affianca un altro giovane cameriere e due/tre ragazze che, con tutta probabilità, governano anche l’amministrazione dell’Hotel. Dobbiamo invero asserire che il servizio, pur di eccellente livello medio, durante il pranzo ha peccato di talune piccole veniali imperfezioni, quali non subitamente approvvigionare di pane il nostro tavolo, e il farci ritrovare, episodicamente, senza le dovute posate: poco male, Jesus ha saccheggiato il tavolo vicino! A tal proposito il maître, ci ha successivamente confidato che vi erano state alcune defezioni di personale dell’ultimo minuto, dispiacendosi di non aver potuto gestire sin dall’inizio le nostre comande, ed in particolar modo di non averci potuto indirizzare su una cernita di vini consona al nostro mangiare; cernita che, per la sciagurata avventatezza dello “Josto” Marrocu, si è rivelata, per certi versi, catastrofica!
 

Josto - Spaghettoni zucchine menta bottarga

Josto – Spaghettoni zucchine menta bottarga

 

La prima catastrofe dobbiamo attribuirla, in concorso di colpa, al voluminoso tomo che costituisce la carta dei vini presenti in cantina, e che ha confuso per eccessiva abbondanza l’inesperto Ingegnere. Infatti il buon Marrocu, non volendo considerare alcun consiglio, puntava deciso e a testa bassa su un DOC delle Dolomiti “Muller Thurgau” del 2012, cantine “Bolognani” di Lavis (TN), facendosi ingannare dall’errata attribuzione della gradazione sul menù. In realtà il nettare si rivelerà oltremodo leggero, considerando le cruditè di mare e i sapori decisi che saremmo andati di lì a poco ad affrontare. Terminata la bottiglia di Bolognani, a cavallo tra il primo ed il secondo assaggio di primi piatti, nuovamente, il cocciuto Ingegnere pretendeva di visionare la carta, comandando senza indugi un “Alsace Riesling” del 2009, delle cantine alsaziane (lato francese) Binner. Anche qui il fato si sarebbe dimostrato malandrino: le bottiglie dell’annata richiesta risultavano terminate, tanto da rendere indispensabile optare per una vendemmia due anni antecedente, il vino poi dimostrandosi eccessivamente liquoroso (per via probabilmente dell’ulteriore invecchiamento). Qui arriverà a nostra salvaguardia il maître che, per consentirci di sfruttare appieno il gusto del vino scelto, escogiterà un meraviglioso assaggio di formaggi assortiti.
 

Josto - Formaggi assortiti

Josto – Formaggi assortiti

 

Meravigliosa è la impagabile esplosione di gusto della proposta culinaria del “Josto”, che si manifesta con piatti ed ingredienti di primissima qualità,  tecnica di preparazione di altissimo livello e, al contempo, elaborazioni genuine e mai troppo complesse.
La prima portata è un plateau di cruditè di crostacei (gamberi e scampi) e carpacci di calamaro e dentice, impreziositi da una spolverata di pepe nero e germogli di (?) cipolla. Seguiva quindi un pedagogico assaggio “comparativo” di bottarga commerciale e casereccia (molto rara: aroma e gusto incredibili, avremo modo a fine pasto di constatarne la conservazione nel retrobottega dello shop!). La bottarga si accompagnava a buonissime lamelle di muggine affumicato, il tutto su letto di pane carasau impreziosito con un filo di olio d’oliva e i germogli di cui sopra. Gli antipasti terminavano con un impagabile polpo in doppia cottura, con deliziosa crema di limone e rucola, a compimento di un incredibile equilibrio tra il dolce e l’amaro: «questo piatto vale da solo la scampagnata!».
 

Josto - Torrone di Tonara

Josto – Torrone di Tonara

 


Identica la valutazione dei primi piatti. Dai sapori forti e genuini viriamo però, decisamente, verso l’equilibrio e la delicatezza. Partiamo con una fregolina (la pasta, ad onor del vero non ci è parsa artigianale) in rosso con pescato del giorno, dall’aspetto più simile ad una zuppa di pesce: gamberi, calamari, muggine e dentice. Piacevolissimo il gusto del sughetto, ben ponderato tra i sapori del pomodoro e del gambero. Il secondo “primo” era invece un piatto di “spaghettoni” (Jesus: «sarebbero stati meglio spaghettini, questi sono troppo grossi!») con zucchine, menta e bottarga vera.
 

Josto - Mostacciolo

Josto – Mostacciolo di Oristano

 

Come anticipato, a questo punto della ciccionata interviene il maître che ci propone, in luogo di un secondo piatto, un trittico di formaggi:  casizolu artigianale indigeno, fiore di Gavoi, Erborinato di Thiesi, accompagnati da ottima confettura di fichi. Marrocu «Se dobbiamo scegliere di morire per il colesterolo, questo è senza dubbio il modo migliore!».
Come avvicinamento ai dolci, irrompe la scenografica esposizione di un carrello con tagliere, mannaia e torrone di Tonara (vero anche questo, non di Dolianova!) che l’impavido Ingegner Marrocu ha divorato intingendo e leccandosi le dita, finanche davanti al maître: «lo faccio con onore!».
 

Tortino ai cereali e pistacchio

Tortino ai cereali

Josto - Apple crumble

Josto – Apple crumble

 

Impagabili i dessert che seguivano. Mostaccioli di Oristano per Jesus, disposti a mo’ di sandwich con gelato alla vaniglia e imbevuti nel vino, tortino ai cereali con gelato al pistacchio per l’Ing.Marrocu, apple crumble e vaniglia per il Raschione.
L’abbondante pranzo si concludeva quindi con dei caffè. La contrattazione degli amari, partita volutamente sul basso profilo («per me uno Stock 84») veniva presa in consegna dall’oculato maître che non poteva fare a meno di afferrare i burricchi per le orecchie: non ho quello che chiedete, ma ho qualcosa che potreste volere. Rum Caroni invecchiato dodici anni per il Raschione (non servito in bicchiere riscaldato come il burriccu senza essere in grado di apprezzare, amerebbe), cognac Martell XO Extra Old per Jesus e l’Ing. Marrocu.
L’esperienza qui si concludeva. Conto finale – da cui sono stati condonati amari e formaggi – 50€ cadauno, decisamente al di sotto del valore del pranzo appena consumato.

 

Se in quel di Oristano vi venite a trovare, e ricercate, di vostra abitudine, eccellenza e qualità, potete queste certamente cogliere in quel del ristorante “Josto al Duomo”. Una cucina orgogliosamente basata sulle tradizioni e su ingredienti del territorio, ma che riesce ad arrivare, nella fantasia dello chef e nell’offerta della cantina, fin oltre le sponde del nostro mare. Qualche piccolo difetto nel servizio, come indicato, dobbiamo identificarlo come episodico. Quattro burricchi.

 


VALUTAZIONE “Josto al Duomo”: Quattro Burricchi.
Ristorante Josto al Duomo Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 34, Oristano
Telefono: 0783778061    [mostra in google maps]
 

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ago 31 2013

Ristorante Sushi Tao – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Tao - Interno

Tao – Interno

 

Lento sulla Via, il burriccu si fermò di colpo. Allentò lo sguardo e inseguì i profumi del fior di loto. Scosse la testa per un rapido istante, seguendo brevemente il profilo di un’ideale sinusoide; non per stizza o fastidio, né per bisogno di cercare un qualche immotivato sollievo al caldo ed ipnotico concerto di cicale… piuttosto, perché così doveva essere. Nell’infinito passato, il Saggio aveva caricato il suo dorso con due bisacce, una per ogni lato, in perfetto stridente equilibrio di forma e gravosità di peso. La prima e ultima bisaccia era di color bianco terso, e sulla sua superficie non era possibile scorgere alcuna differente sfumatura o apparente difetto di candore. L’ultima e prima bisaccia era nera più della pece, un nero così corvino e intenso che nessun uomo aveva mai veduto prima. Alcuno conosceva il contenuto delle bisacce, né il burriccu volle porsi mai la domanda: era così, perché così doveva essere. Il burriccu ripartì. Dietro di lui, sentì vibrare e riempirsi il proprio passato. Davanti a lui, la risonanza sconvolse il futuro. Era così, perché così doveva essere.
 

Tao - Wakame sunomono, Cruditè

Tao – Wakame sunomono, Cruditè

 

C’è qualcosa di anomalo e perverso in tutto questo. Cosa mai sarà accaduto agli ortodossi appetiti di questa monotona e inerziale comitiva, per aver infine concesso, all’interminabile canovaccio dei ristoranti visitati, un prestigioso ed inusitato mutamento, sulla Via del Sol Levante? Parliamoci chiaro, di cultura, cucina e tradizioni orientali i Burricchi conoscono ben poco, oppure conoscono talmente tanto da non pensare neanche lontanamente di poterne accarezzare le corde tra le irriverenti pagine di questo blog. Il bianco è bianco perché lo vediamo tutto. Il nero è nero perché non lo vediamo affatto. Insomma, nell’uno o nell’altro caso sappiamo bene cosa stiamo o non stiamo vedendo. In questo caso il Raschione si è espresso: «Ho prenotato al Sushi Tao». Jesus non ha fatto domande. Sarà così, perché così doveva essere… forse!
 

Tao - Wanton fritti con gamberi e branzino

Tao – Wanton fritti con gamberi e branzino

 

Venerdì sera, agli sgoccioli del mese di Agosto. La serata dei Burricchi Jesus e Raschione, declinati in malinconica formazione PACS per la giustificata assenza dell’Ing.Marrocu, inizia con i consueti amorevoli insulti, rivolti reciprocamente, dapprima in funzione di una differente idea nell’approccio al parcheggio, per poi proseguire per effetto dello sconsiderato abuso del Raschione in merito agli strumenti di ripresa fotografica, da egli sistematicamente impiegati nel momento di massimo pericolo per la salvaguardia del nostro anonimato. Tant’è vero che, prima di varcare la soglia del “Sushi Tao”, il burriccu si fa notare a causa dei numerosi ed inutili scatti prodotti per immortalarne l’ingresso, nei pressi del quale sostava casualmente una nostra vecchia conoscente che, pensando di essere l’oggetto delle mediatiche attenzioni, ci salutava imbarazzata!
 

Tao - Riso al wok

Tao – Riso al wok

Tao - Udon di farina bianca al misto mare

Udon di farina bianca

 

Volendo seguire una linea di condotta critica, mediante l’impiego di punti di riferimento puramente occidentali, mi sento di dire che l’interno del ristorante sia piuttosto gradevole ed elegante. Superato il vestibolo di ingresso ci si immette una grande sala, accompagnata lateralmente dal bancone del sushi-bar e confinata verticalmente dalle tonalità scure di pavimento e soffitto, dal quale piovono numerosi elementi d’arredo e di illuminazione dall’aspetto sottile e squadrato, quasi degli origami che tentano di replicare, con maggiore impatto e raffinatezza, i tre pesci ornamentali di carta appesi nei pressi del bancone stesso. La prima sala subitamente si apre sui margini di una seconda, che la segue in senso longitudinale con poche soluzioni di continuità visiva. Tutti gli spazi divisori e laterali sono occupati da bassi tavolini, molto ravvicinati tra loro, e da sedie e divanetti imbottiti, che nello stile e nella struttura richiamano molto bene l’idea del mangiare orientale, senza per questo difettare per le (per noi) scomode posture nipponiche. Il difetto principale che possiamo attribuire al “Sushi Tao” è invero l’acustica. Dato il numero elevato di clienti e la loro distribuzione ravvicinata, il chiasso prodotto a metà serata è stato sensibilmente molesto.
 

Tao - Scampi al vapore

Tao – Scampi al vapore

 

Il servizio in sala è incredibilmente veloce ed efficiente: tre o quattro cameriere non indigene si alternano freneticamente ai tavoli, gestendo le comande attraverso l’utilizzo di palmari collegati direttamente con la cucina. La rapidità con cui siamo riusciti ad approvvigionarci del vino e delle prime pietanze, ci ha portato a ipotizzare che, in condizioni normali, sia possibile desinare in maniera appagante in meno di quarantacinque minuti. Unica defaillance, per quanto ci riguarda, è stata l’attesa per il secondo piatto di Jesus, arrivato qualche minuto dopo quello del Raschione. Il menù è piuttosto lungo e articolato e, per quel che possiamo noi profani intendere, non è ben chiaro e distinto il confine tra i piatti tipicamente giapponesi, cinesi e orientali in genere. Escludendo a priori il richiedere composizioni di sushi e sashimi (rimandiamo a wikipedia per approfondimenti) e non potendo confidare nella piena affinità linguistica con il personale, ci affidiamo al nostro intuito e a “google” per comandare piatti il più possibile compatibili con le nostra scala di giudizio. In virtù di una apprezzabilissima (in senso nostrano) cantina, ci è però semplice ordinare il vino: Vermentino di Sardegna D.O.C. Tuvaoes (2011) delle cantine Cherchi, mesciuto in maniera impeccabile dalla cameriera, anche se veramente apprezzato solo dopo un periodo di ulteriore raffreddamento nella suaglass: «mancu mali non era adeguato, te lo sei scolato tutto!»
 

Tao - Tempura di gamberi in salsa piccante

Tao – Tempura di gamberi in salsa piccante

 

Come antipasti scegliamo tre pietanze, ovviamente a base pesce. Si inizia con i gustosi Wonton (fagottini di pasta, cinesi) fritti al ripieno di gamberi e branzino, serviti su letto di lattuga e accompagnati con una salsa agrodolce al pomodoro, dal sapore appena meno intenso del ketchup. Seguiva un piatto di wakame sunomono, ossia una zuppetta acidula di alga giapponese wakame (Undaria pinnatifida, ma Wikipedia sostiene ne esista un surrogato dell’Atlantico) e cetrioli, accompagnata da cruditè di mare: branzino, tonno rosso, salmone, scampi e gamberi; nel complesso molto buono, escludendo la qualità dei gamberi, per la quale Jesus ha avuto qualcosa da ridire. Il Terzo antipasto era configurato come un ottimo e particolare tris di tartare: tonno rosso condito con brunoise di cipolle e pepe nero, salmone con mele e semi di sesamo, branzino con cocco. Ogni tartare era condita, inoltre, con finissimo e sporadico inserimento di erbette, che non siamo riusciti pienamente a identificare. Identificabilissimo invero, l’atteggiamento intransigente e occlusivo del Raschione verso l’utilizzo delle bacchette di legno. Dopo i primi maldestri tentativi, si è fatto subito portare coltello e forchetta, per poi riprendere le arcaiche stoviglie, affascinato dall’indiscutibile abilità di Jesus (con il trascurabile difetto di dover richiedere, con qualche difficoltà, lo smacchiatore a fine pasto: «secondo me non ha capito e ti porta un altro dolce!»).
 

Tao - Tortino al cioccolato e gelato al Tè verde

Tao – Tortino al cioccolato e gelato al Tè verde

 

Ottimi i primi. Jesus, dopo un rapido sguardo su “google immagini”, ordina degli Udon (vermicelli) di farina bianca (presumibilmente farina 00, senza crusca) al misto mare. All’arrivo del piatto la titubanza del Raschione e della cameriera facevano dubitare Jesus in merito ad un possibile errore («ma che m… avevo ordinato???») che di fatto non c’era stato. Il condimento degli udon si particolareggiava in eccellenti cozze e arselle, e in meno brillanti gamberi e seppie. Identificabile, per brevi frangenti, la presenza dello zenzero il cui sapore, simile al nostro detersivo per i piatti, è molto apprezzato nella cucina orientale. Ad ogni buon conto il piatto era notevole, in particolar modo per l’appetibilità e la leggerezza della pasta, godibilissima nonostante l’aspetto esteriore potesse far prevedere un progressivo appesantimento mandibolare nel suo consumo. Il Raschione consumava invece del riso al Wok (il particolare tegame cinese) con polpa di granchi e condimento di (sosteneva) pomodori e zucchine.
 

Tao - Dolce di riso giapponese

Tao – Dolce di riso giapponese

 

Buoni anche i secondi piatti. Scampi al vapore su letto di spaghetti di soia per Jesus, interamente sgusciati con le bacchette (e le mani); tempura di gambari in salsa (non troppo) piccante per il Raschione.
Nonostante lo stupore della cameriera («彼らはどれだけ食べる») i due burricchi ordinavano i dolci: strepitoso tortino al cioccolato caldo con gelato al tè verde e decoro di fragole e ananas per il Raschione, inquietante dolce di riso giapponese, ottimamente presentato ma dalla consistenza simile ai marshmallow e dal sapore di camomilla, per Jesus. La cena terminava con due buoni caffè, un liquore alla liquirizia (pro Raschione) “Myrsine” e un “Amaro Ramazzotti” per Jesus. Costo complessivo 55€ cadauno, probabilmente un 10% eccessivi rispetto alla qualità di quanto mangiato, anche se sicuramente ben spesi.

 

Il “Sushi Tao” è un ristorante di indubbia qualità non esclusivamente riservato agli amanti della cucina orientale, che propone piatti apprezzabili e godibili in senso universale. Menzione speciale per il servizio, veloce, onnipresente e affidabile. Unico consiglio: sarebbe interessante avere un mediatore culturale che spiegasse all’avventore , nel dettaglio, l’origine e la composizione delle pietanze. Tre burricchi star.

 

VALUTAZIONE “Sushi Tao”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Sushi Tao Indirizzo: Via Sonnino 48, Cagliari
Telefono: 0708577572    [mostra in google maps]

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ago 24 2013

Ristorante Lucitta – Arbatax

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Lucitta - Terrazza

Lucitta – Terrazza

 

Ogliastra. Terra di spazi aperti, di orizzonti bagnati dal mare. Terra di confine e di arrocco, di grotte e dirupi, di voragini e costoni rocciosi, di alte falesie ancorate su acque dal blu cristallino; di falchi che dominano il cielo, di spiagge e di megaliti, di vento e di chiese di montagna, di coste scoscese e di olivastri centenari, di sole e di ombre, di quiete e di fascino antico. Di antichi misteri, di leggende che si perdono nel tempo, di memoria, di tradizioni millenarie, di cavalli e burricchi allo stato brado, di divertimento e pericolo, di pace e di passione, di frastuono e di infiniti silenzi, che cullano e accarezzano valli e panorami distesi sulla frontiera della nostra storia.
 

Lucitta - Antipasti

Lucitta – Antipasti

 

Estate. Le vacanze non si negano a nessuno, tantomeno alla placida quiete del burriccu, raggiunta con ininterrotta e devota attitudine al duro lavoro, protratta lungo il freddo inverno e finanche alle soglie di questo ultimo, torrido Agosto.
L’Ogliastra è stata scelta dal Donkey Challenge per placare i demoni della fatica, per rigenerare le membra e lo spirito, per dare conforto e nutrimento alle ultime residue energie. Tristemente assente l’Ing.Marrocu, ecco quindi Jesus, il Raschione Ettore, la Donna del Presidente (DDP), la Cognata del Presidente (CDP), e la sua amica Monica, prendere temporaneamente possesso di queste Terre, tra bagni di sole, spiagge, piscine, escursioni in montagna, e una buona dose di componente alcolica nella propria dieta.
I nostri lettori subitamente trasaliranno: ma tutto questo relax, avrà per caso condotto i famosi burricchi, ad interrompere la loro inarrestabile attività mangereccia? Direi proprio di no…
 

Lucitta - Fantasia di crudi

Lucitta – Fantasia di crudi

 

In quel di Arbatax, soleggiata frazione di Tortolì, una fresca serata di vacanza, la pittoresca comitiva di turisti trova accomodo al Ristorante Lucitta, famoso punto di riferimento in ordine alla ristorazione della costa ogliastrina.
Il locale si affaccia direttamente sulla via che porta al mare, a un centinaio di metri dalla spiaggia in località Porto Frailis, ed è strutturalmente identificabile come una sobria casa di villeggiatura che si eleva sul percorso dei bagnanti. Il suo interno, mediamente elegante nello stile, si configura come una piccola sala non nettamente separata dalla zona della cucina, ma si può dire che la gran parte della attività estiva del locale si svolge sull’ampia veranda esterna, che si estende coperta per una prima parte, per poi proseguire totalmente all’aperto sulla terrazza, più verso il mare.
 

Lucitta - Linguine al ragù di mare

Lucitta – Linguine al ragù di mare

 

L’avventore viene accolto, oltre che dal personale, da un curioso avviso che in esordio estingue ogni velleità culinaria a base di pizza. In effetti il movimento di una pizzeria si scorge al di là del muretto di recinzione, nascosto dalle siepi, ma non è chiaro quale sia il suo ingresso. Il servizio in sala del “Lucitta” è garantito da un esperto maître (che ad onor del vero non gestisce tutte le comande) e da due giovani cameriere le quali, nonostante un approccio propositivo ed empatico verso il cliente, gestiscono con minore distacco e professionalità i rapporti con il medesimo, ad esempio discutendo tra loro a due passi dai tavoli, o disapprovando con decisione le scelte dell’avventore, qualora queste rischiassero di condurlo a prolungate attese, per effetto di irrilevanti tecnicismi e limiti strutturali della cucina: «abbiamo solo un bollitore!»
 

Lucitta - Tortelli di pesce

Lucitta – Tortelli di pesce

 

In assenza dell’Ing.Marrocu, è il Raschione Ettore il delegato per la scelta del vino, inevitabilmente bianco, in accordo con le esigenze del nostro ordine, e in disaccordo – abbiamo successivamente appreso – rispetto ai gusti personali della ospite Monica: DOC di uve Torbato e Sauvignon “Parallelo 41″ delle cantine Sella&Mosca di Alghero. Il Menù del “Lucitta” si articola in percorsi di terra e di mare e si può subito dire che, per la ricercatezza degli ingredienti, la cura nella preparazione e nelle presentazioni (almeno nell’intenzione, dato che il pignolo Jesus ha avuto qualcosa da ridire!) si pone un gradino sopra la gran parte dei locali della zona, più orientati alle consuetudini della cucina tradizionale, in onore del turista prima che della licenziosa passione alimentare. Segnaliamo come ottimo l’intendimento, da parte del ristorante, di indicare nel menù l’origine delle materie prime, con tanto di riferimento ai produttori e fornitori delle medesime.
 

Lucitta - Tonno in crosta di sesamo

Lucitta – Tonno in crosta di sesamo

 

L’esordio è più che positivo. Per accompagnarci verso gli antipasti ci viene fornito uno stuzzichino caratterizzato da una sorta di crocchetta fritta di tonno, accompagnata da cipolla rossa, salsina agrodolce e riduzione di crema al basilico, non valorizzante, invero, alcun brut di benvenuto, che ne sarebbe stata la sua gradita apoteosi. Da evidenziare, al contrario, l’eccellente fornitura di pane, come accompagno di tutta la cena, declinata in pane carasau, ottimi panini, focacce, pizzette e pane alla cipolla. La parte centrale degli antipasti iniziava con un’ottima fantasia di crudo, composta da tartare di tonno, carpaccio di pesce spada, gamberi rossi e scampi, esaltata da brunoise di pesche, crema di basilico e anguria fresca. Dobbiamo registrare che, in questa portata, la qualità di scampi e gamberi spiccava nettamente sopra il gusto di tonno e pesce spada, decisamente meno apprezzabili.
 

Lucitta - Raviolini

Lucitta – Raviolini

 

Le entrée proseguivano quindi con un delizioso polpo arrostito su crema di patate, paprika e decoro di rosmarino, e con una fantastica tartare di pecora, accompagnata da carasau e fonduta di pecorino, su letto di verdure e decoro di timo: «struppiau!».
Qui le strade dei commensali venivano a dividersi. Jesus, Raschione, DDP e CDP puntavano su un primo, mentre Monica ordinava un buonissimo (e cotto alla perfezione) tonno in crosta di sesamo, con peperoni rossi e riduzione di aceto balsamico, arrivato qualche minuto prima degli altri piatti. Nel dettaglio, Jesus, il Raschione e la CDP ordinavano dei tortelli di pesce con cozze, bottarga e pomodorini arrostiti – a dire il vero apprezzati appieno solo da Jesus -, mentre venivano uniformemente riconosciute come eccellenti, le linguine al ragù di mare con pinoli e basilico, scelti dalla DDP.
 

Lucitta - Sebada

Lucitta – Sebada

Lucitta - Tortino al cioccolato

Lucitta – Tortino

 

Sublimi i dolci: tortino al cuore morbido di cioccolato con con gelato alla vaniglia e crema ai frutti di bosco («da orgasmo!») per il Raschione, sebada al miele con gelato allo zafferano e gocce di estratto di mango per la CDP, raviolini fritti con formaggio fresco di capra e crumble per Jesus e DDP. La cena si concludeva quindi con dei caffè, un rum “Caroni heavy trinidad” per il Raschione, un mirto per Jesus e CDP, e forse qualcos’altro che mi sfugge perché il burriccu è attualmente ammandronato in spiaggia anziché qui a darmi assistenza. Costo complessivo della serata, 42€ cadauno circa, da ritenersi assolutamente adeguati, interamente finanziati dalla CDP, che ha bruciato sullo scatto il lento Raschione, forse appesantito dalla quota in contanti fornitagli da Jesus.

 

Il Ristorante “Lucitta”, è senza dubbio un’isola felice nel cuore dell’Ogliastra, ideale per chi vuole gustare una cucina che va al di là dell’offerta tradizionalmente riservata ai turisti estivi. Ottime e particolari sono le composizioni di mare e i dolci mentre, per compiere il vero salto di qualità, suggeriamo di rivedere le gestualità e i formalismi del servizio, attualmente impostati più verso i caratteri di una pizzeria, in luogo di un ristorante di alto livello. Quattro burricchi, meno meno meno.

 


VALUTAZIONE “Lucitta”: Quattro Burricchi.
Ristorante Lucitta Indirizzo: Viale Europa, Arbatax – Tortolì
Telefono: 0782664095    [mostra in google maps]
 

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