☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
lug 23 2014

Ittioturismo Marceddì – Terralba

 Scritto da Jesus | | Commenta

Marceddì - Esterno

Marceddì – Esterno

 

Il mare senza mare, volendo raggiungerlo, non lo troveremmo sui monti impervi o sui freddi altopiani, ma dovremmo allora scendere a valle, dove l’acqua termina la sua strada, dove le piogge d’Autunno trovano la loro galera, dove l’Inverno ansima con fiato breve,  dove è lontano il ritmo della Primavera e dove, infine, l’Estate attira il canto dei grilli e gli animali da soma; all’abbeveraggio, alla ricerca di refrigerio, di beltà e soddisfazione animale.
Beviamo d’un fiato a questa fonte, tanto forte da prosciugane l’essenza, tanto copiosamente da divorare i suoi frutti, tanto pazientemente da assaporare il crescere delle stagioni. Ora, infine, apriamo la porta ed entriamo.
 

Marceddì - Antipasti

Marceddì – Antipasti

 

Il canovaccio è sempre lo stesso. Sabato di Luglio “casinu“. Il Raschione Ettore, avendogli la macchina delle ciccionate espresso la sua preferenza, convoca poco eco-compatibilmente, il Triumvirato al punto di incontro prescelto: un ampio centro commerciale, situato in uno splendido Paese del cagliaritano – il cui nome inizia per S e finisce per U – celebre per l’inappuntabile piano urbanistico e per la impeccabile manutenzione delle strade cittadine, perfette per fare da set a un possibile remake di “Apocalypse now”. Anche la mia opinione, se venissi interrogato a tal proposito, inizierebbe per “Su c…” e finirebbe con “…gau”!
All’ora stabilita, Jesus l’Ing.Marrocu e il Raschione erano pronti a partire.
 

Marceddì - Guazzetto di cozze

Guazzetto di cozze

Marceddì - Cruditè di cozze

Cruditè di cozze

 

Per fortuna il Raschione, avendo un appuntamento in serata e volendo assumere il controllo dei tempi di rientro, decide nuovamente di mettere a disposizione del gruppo i servigi e le sospensioni della sua nuova “quasi cento” cavalli. Verrà comunque giustamente ricompensato da un generoso rimborso carburante, prodotto – almeno da Jesus – all’atto di estinzione del conto.
 

Marceddì - Fregola

Marceddì – Fregola

 

Tra gli insulti e le pontificazioni dell’Ing.Marrocu, tra i deliri di due differenti navigatori all’opera, il lungo viaggio verso quel di Marceddì, frazione di Terralba, aveva infine termine, non prima di aver comunque potuto apprezzare la geometrica e rigorosa organizzazione delle Vie dei campi.
Persa però qualunque speranza di raggiungere – con esattezza per lo meno decametrica -, la destinazione finale, seguendo le capziose informazioni elargite dagli strumenti elettronici di bordo, i tre chiedevano chiarimenti a un gentilissimo indigeno il quale, rispondendo con marcato accento fiorentino, volgeva il proprio dito indice oltre l’orizzonte, in direzione di una vistosa costruzione azzurra. Avevamo trovato l’ittioturismo “Marceddì”, la nostra ambita e ultima meta.
 

Marceddì - Muggini arrosto

Marceddì – Muggini  e orata arrosto

 

E’ splendido, invero, l’orizzonte indicato dall’oriundo. Al di là del nostro sguardo le coltivate pianure del campidano, dietro di noi il caldo Mediterraneo, di qua uno specchio d’acqua ribollente di vita che si perde in lontananza e riappare fin sotto la veranda esterna al locale, confinata alla base da una schiera di motori atti al condizionamento termico e una serie di fioriere spente dal sole, il cui contenuto l’Ing.Marrocu avrebbe poi tentato di incendiare con la combustione prodotta dal suo personal Thanatos. La costruzione principale è una sorta di estesa magione la cui prima declinazione epidermica dovrebbe, negli intenti, richiamare il colore dell’acqua, ma che di fatto si riduce ad un bianco-azzurro laziale identificabile, nel suo contesto, come inadatto rumore cromatico.
All’interno gli spazi sono ampi. La struttura in muratura iniziale, è stata visibilmente ampliata con (almeno) una appendice laterale, caratterizzata da un bel soffitto in legno, che produce una sorta di gradino a dente di sega con il profilo spiovente primigenio.
Le ampie vetrate danno occasione di godere della Natura circostante, mentre le lunghe tavolate con mobilia in plastica verde, escludono ogni possibile ricercata eleganza.
 

Marceddì - Sparlotte fritte

Marceddì – Sparlotte fritte

 

Al nostro arrivo, gli antipasti sono già serviti. Cambiamo di tavolo perché un quarto possibile commensale ci ha abbandonato all’ultimo secondo. Ovviamente la quarta porzione è rimasta con noi! Il menù è fisso mentre gli ingredienti, trovandoci di fatto in una peschiera (cooperativa San Domenico), sono di certo freschissimi e genuini. Diciamo subito, però, che non abbiamo potuto identificare alcuna particolare eccellenza o elaborazione di rilievo tra i piatti proposti. Il vino è quello “della casa”, un vinello bianco sufficientemente gradevole. Frutto di evidente navigata esperienza su un menù invariante, la cucina e il servizio, invero, ci paiono metodici, rapidi e ben organizzati.
Gli antipasti si articolano in una serie di sei portate, da cui viene escluso, per ragioni economiche e di stagione, un assaggio di oro del Sinis: la bottarga.
Ad ogni modo, potevamo in sequenza gustare: acciughe in salamoia; crostini di patè di salmone e prezzemolo (?); insalata di polpo e sedano; muggini (cefalo) al forno con condimento di verza; guazzetto di cozze e, per terminare, un ottimo piatto di cozze crude, quasi interamente ingurgitate da Jesus, nonostante le palesi cuccurre del Raschione: «ho una brutta sensazione»! Per la cronaca, nessun avvenimento intestinale nefasto, deve essere segnalato nei giorni successivi alla ciccionata.
 

Marceddì - Dolci

Marceddì – Dolci

 

Primo piatto piuttosto anonimo. Una fregola ai frutti di mare con cozze e granchi. Nulla da dire per il condimento, ma la pasta in sé era insipida e mal amalgamata, oltre ad avere origine certamente industriale.
Dopo un intermezzo di pinzimonio di verdure (carote, pomodorini, lattuga), giungevano abbondantissimi i secondi: un enorme piatto di muggini (in cui compariva anche un’orata) arrosto, semplici ma gustosi e ben cucinati, accompagnati da sparlotte (saraghi) fritte.
Saremmo riusciti a terminare il tutto, se il Raschione non si fosse sentito alla fine “pienino”, costringendoci a subire lo scherno del cuoco, che intanto era arrivato in sala per presentarsi ai tavoli e informarsi sull’aggradimento degli astanti.
Il pranzo si concludeva con i dolci: assaggi di crostate di frutta, a cui Jesus preferiva un sorbetto al limone. Infine, con tre caffè e due acquavite fatte in casa si concludevano le ostilità.
Costo complessivo, 33€ cadauno, da giudicarsi adeguati.

 

Con l’Ittioturismo Marceddì si va sul sicuro. La cucina e il servizio sono ben sperimentati, i prodotti sono di qualità, anche se il menù è rigido e piuttosto convenzionale. Menzione speciale per l’ambientazione naturale circostante, che però  non viene sufficientemente valorizzata dalla struttura ricettiva, precludendo così l’esibizione della stella. Due burricchi meno.

 


VALUTAZIONE “Marceddì”: Due Burricchi.
Ittioturismo Marceddì Indirizzo: Loc.Stagno Pauli Biancu Turri, Terralba
Telefono: 348.3934232    [mostra in google maps]
 

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dic 4 2011

Ristorante Balena – Cagliari

 Scritto da Ettore | 2 commenti | Commenta

Balena - Ingresso

Balena – Ingresso

 

Sabato 3 dicembre 2011, ore 21:00 via Santa Gilla, periferia del capoluogo, in cui la movida degli affollati locali di tendenza cede il passo all’economia che ruota intorno alla lussuria dietro compenso, il tonno-filosofo Jesus e mastro GeppEttore, ormai abbandonati dalla Fata PGina, attendono l’intervento del pluri-titolato Ing. Marrocchio per sottrarsi al triste destino di essere assimilati dall’asmatico cetaceo, ma il nostro burattino-eroe, che proprio grazie all’intervento della citata Wink di Capoterra era appena stato liberato dall’incantesimo che lo aveva trasformato in un somaro, tarda senza un’apparente spiegazione, insinuando il dubbio di diversi scenari possibili, tra i quali riportiamo l’arruolamento del medesimo nel Pequod, la romanzesca baleniera di Nantucket, al pari di un maggiormente probabile rapimento da quella che un noto scrittore definisce vascello de lo dimonio.
Questo lo scenario, o meglio le storie evocate da un locale che ha scritto la Storia della ristorazione cagliaritana: Balena.
 

Balena - Interno

Balena – Interno

 

La sbiadita insegna luminosa all’ingresso, e l’arredamento non influenzato dalle rivoluzioni tecnologiche e di stile dei nostri giorni, riportano i Donkeys indietro nel tempo ai mitici anni ’80, all’epoca in cui si andava nelle trattorie per gustare i sapori genuini del proprio mare e per ascoltare la cronaca della squadra del cuore. Il locale prevede un disimpegno all’ingresso che separa le cucine dall’unica sala. Gli arredi sono semplici: tavoli in legno massello rivestiti di semplici tovaglie gialle, protette a loro volta da colorate tovaglie di carta, e sedie con ripiani in plastica intrecciata, in linea con il resto. Di fronte alla disposizione dei tavoli dominano due variopinti banchi-frigo. I muri bianchi sono abbelliti con una serie di quadri di diversa natura e dal filo conduttore ancora da interpretare e con oggetti
tipici della pesca d’alto mare e, al centro delle pareti domina un cartello con il motto del locale: NON CUCINAIMO PASTA, NON PULIAMO PESCI, NON ABBRUSTOLIAMO PANE, NON SI FANNO CAFFE’. Un’intera parete è occupata da una vetrata che offre il panorama della via Santa Gilla, mentre dal soffitto una batteria di ventilatori, uniti ai primi modelli di climatizzatore degli anni ’80, assicurano il tepore alla clientela nei mesi più caldi. Il servizio in sala è assicurato da due giovani camerieri di diversa corporatura e capigliatura, simpatici e schietti, capaci di accontentare le più svariate richieste della clientela, a patto che non siano infrante le regole sopra citate.
 

Balena - Antipasti

Balena – Antipasti

 


La scelta del vino, anzichè premiare il classico bianco della casa, come da copione nelle migliori trattorie di mare, ricade su un semplice Segolaj (uva vermentino + nuragus) della cantina Trexenta, servito senza il rito dell’assaggio.
Ci viene subito proposta la scelta di antipasti, condivisa in toto dal Triumvirato: insalata di polpo marinato, dadi di tonno alla catalana con cipolle, bocconi alla cagliaritana, piatto di cozze e arselle bollite e un’ottima burrida, molto delicata, anche per il sottoscritto che non ama tanto questo classico cagliaritano.
 

Balena - Bocconi di mare

Balena – Bocconi di mare

 


La prima impressione è una straordinaria genuinità degli ingredienti, nonostante ricette molto semplici, ma che esaltano i veri sapori del mare spesso tanto ricercati.

Per un locale che non contempla i primi nell’offerta ci si aspetterebbe una sorta di compensazione in un assortimento molto più variegato della scelta degli antipasti.
Una nota particolare meritano i bocconi, ottimi, come l’Ing. Marrocchio potrà confermare, forte del copioso campione consumato a scapito degli altri onesti commensali che si son dovuti accontentare di quel che la voracità del nostro meno attivo burriccu ha risparmiato.
 

Balena - Grigliata di pesce

Balena – Grigliata di pesce

 

Terminati gli antipasti, essendo impossibilitati, ma anche rassegnati, a non assaporare un buon primo, la scelta per il proseguo della maratona alimentare cade su una splendida grigliata mista, comprendente sparlotte, sarago, orate, muggine e spigola.
L’assenza di aromi ha esaltato la tracotanza dei sapori dei migliori pesci del golfo e la mano del perfetto arrostitore, il re del pesce arrosto così come recitano i sottotitoli all’insegna del locale, che ha saputo regalare il perfetto compromesso tra sale, cottura e sapore ai propri clienti.
La pulizia del pesce, altro tabù della trattoria è stata affidata all’esperta mano del buon GeppEttore, che non ha però potuto evitare l’intervento maldestro del tonno-filosofo Jesus, troppo impaziente per aspettare che i commensali consumassero un pesce alla volta, nonostante fosse reduce un pranzo più che abbondante, che ha trasformato il vassoio in una fossa comune.
 

Balena - Pecorino

Balena – Pecorino

Balena - Mandaranci

Balena – Mandaranci

 

Arriva poi il momento del dessert. Le avide menti dei burricchi pregustano squisitezze tipiche nostrae come seadas, dolci sardi di varia natura, ma nel tavolo limitrofo si assiste ad un evidentemente usuale teatrino nel quale diverse signore di mezza età richiedono a turno diverse varietà di dolci sardi, ricevendo in cambio la mesesima risposta dal sorridente, ma convincente, cameriere: mandaranci ne vuole?!
I tre burricchi decidono quindi all’unanimità di optare per delle clementine… tottu pisu!!..
 

Balena - Avviso ai naviganti

Balena – Avviso ai naviganti

 

La cena si conclude con un assaggio di formaggio pecorino semi-stagionato, decisamente buono, e con del mirto di produzione casereccia di conoscenti della gestione.
Il corrispettivo pagato per la ciccionata è stato di 26,33€ cad. burriccu, da ritenersi adeguato a quanto consumato.
L’assenza dell’offerta dei primi piatti, dei dessert e del caffè, se da un lato potrebbe lasciare un senso di incompletezza al nuovo cliente dopo il pasto, d’altra parte si configura in una tipicità del locale estremamente rara, al punto di non cedere alle facili imitazioni della concorrenza che più si è adeguata alle evoluzioni dell’ultimo trentennio, costituendo così un format talmente talmente originale da rendere Balena una meta irrinunciabile soprattutto per il turista alla ricerca dei sapori tipici. La cucina semplice esalta inoltre la genuinità dei sapori del nostro straordinario patrimonio ittico e vale una menzione speciale per il locale che ha decisamente superato la prova Burricchi con una sufficienza piena.
 


VALUTAZIONE “Balena”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Balena Indirizzo: Via Santa Gilla 125, Cagliari
Telefono: 070288415    [mostra in google maps]
 

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lug 31 2010

Trattoria Gennargentu – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Gennargentu - Locale

Gennargentu – Locale

 

Sita nei pressi del porto, nella centralissima via Sardegna in Cagliari, la Trattoria Gennargentu accoglie i tre – e questa è numericamente di per sè una notizia – affamati triumviri, stoicamente ansiosi di affrontare un nuovo dispendioso (ovviamente non dal punto di vista economico, s’intende) impegno alimentare, per soddisfare le sempre più pressanti richieste da parte dei numerosi fan, avidi di informazioni e suggerimenti per le loro private sortite mangerecce.
La novità importante, come accennato, è il ritorno (sicuramente occasionale) del burriccu Pg che, dopo essersi sottratto per tante – non ricordiamo ormai più quante – occasioni ai suoi doveri, in questa circostanza ha sorprendentemente deciso di allargare i cordoni della borsa, probabilmente perché il burattinaio di regime che lo istiga alla diserzione, che da parecchio governa il suo tempo, la sua dignità e il suo portafogli, quell’oggi aveva di meglio da fare che stargli appresso. Pocaridadi!

Gennargentu - Antipasti di mare

Gennargentu – Antipasti di mare

Ma evitiamo di proseguire per ora in questa pur giusta e doverosa reprimenda, e concentriamoci sulla presentazione della trattoria che ci ha ospitati.
L’ambientazione e il locale appaiono piuttosto spogli ed essenziali, seppur ben curati. Il personale non è efficientissimo (abbiamo più volte dovuto richiamarne l’attenzione per richiedere pane, sale, posate) ma parecchio gentile, in maniera particolare la graziosa cameriera oriunda che raccoglie le nostre ordinazioni. 
Si parte certamente con gli antipasti di mare, che ci aspettavamo super-abbondanti come implicito e doveroso vezzo, e che invece ci sono stati presentati in quantità parecchio modesta, rispetto alle nostre consolidate abitudini.

Gennargentu - Pasta arselle e bottarga

Gennargentu – Pasta arselle e bottarga



L’aspetto non era propriamente dei migliori: credevamo di aver di fronte una fantasia di antipasti sott’olio preconfezionati in vasetto, ma devo dire che il sapore era veramente eccellente, grazie in particolare a un condimento d’olio delicatissimo e delizioso. Questo opinabile approccio all’inizio pranzo ha dato modo ai Triumviri di filosofeggiare nuovamente sull’idea se sia più lecito ingozzarsi di buoni antipasti, tanto da non riuscire ad andare oltre un primo piatto, inondati e travolti sin dalla sorgente, o scegliere piuttosto una navigazione più sicura, un percorso più sobrio che si articoli e si compia nel quieto scorrere delle pietanze, infino al naturale giungere del fine pranzo.


Gennargentu - Risotto

Gennargentu – Risotto

I primi piatti scelti sono risultati, loro sì, mediamente abbondanti, anzi ben proporzionati: buoni spaghetti arselle e bottarga per Jesus e il Raschione Ettore, mentre il burriccone Pg si é deliziato con un risotto alla pescatora che, a dire la verità – seppur a suo parere risultava ottimo -, si è materializzato sotto le sembianze di un appariscente nero di seppia, come ben rilevabile dalla documentazione qui allegata. Comunque, non essendosi il ciccione lamentato, nulla è stato eccepito al personale.
E nulla si poteva eccepire sul bianco vinello della casa che ha accompagnato i Triumviri durante il pasto, compiendo quindi a pieno il suo dovere, dispensando brio ed allegrezza al punto  da suggerire ai tre una proficua quanto pittoresca chiamata telefonica all’”Anziano”, la cui firma comparirà giorni più tardi, parimenti a quella di Pg e Jesus, in un medesimo documento ufficiale della Repvbblica. Per ulteriori dettagli rivolgersi all’Anziano.

Gennargentu - Orata arrosto

Gennargentu – Orata arrosto


Lo spazio metabolico che solitamente veniva invaso dall’abbondanza degli antipasti è stato questa volta riempito dai secondi piatti, gustabili perciò in piena coscienza e senza la consueta offuscante pesantezza. Orata arrosto per Jesus, comandata proprio mentre amabilmente discuteva al telefono con il burriccu Anziano, Sarago (ci pare) per Pg, frivoli calamari fritti per il Raschione Ettore. Tutto, invero, mediamente buono.
Ci scuseranno i lettori se non potremo proporvi altre foto e se il sempre attento Jesus abbia avuto memoria di immortalare la sua orata solo dopo averla addentata; ma, a quel punto della ciccionata, il vinello di cui sopra aveva già pienamente avuto il suo effetto anestetizzante.

Il pranzo si quindi è concluso con dei buoni dessert: ipercalorica coppa gelato per Pg, consueto sobrio sorbetto al limone (pensiamo di ricordarci) per Jesus e il Raschione. Caffè finale e conto: 35€ cadauno.


Sul prezzo ci sarebbe un po’ da discutere. Tralasciando per adesso la qualità, dobbiamo ponderare la citata ristrettezza delle porzioni, in particolar modo gli antipasti, e il fatto che si siano ordinati i secondi piatti. Da queste considerazioni, ri-combinando soggettivamente il tutto con il gusto di ciò che si è assaporato, il prezzo ci è sembrato non giustamente proporzionato.


Prima di concludere con la valutazione, ricordiamo della giornata un gustoso episodio; un grosso energumeno, alto non meno di due metri e pesante non meno di tre Burricchi Pg, proveniente probabilmente dai tavolini sulla strada, non ha potuto scegliere un momento migliore, per recarsi in bagno (piuttosto angusto), di quello concomitante con il consueto rinfresco alla toilette del medesimo burriccone. Cosa sia successo in quella ristrettezza di spazi non ci è dato saperlo ma, al suo ritorno, abbiamo trovato Pg piuttosto dimagrito…



VALUTAZIONE “Gennargentu”: Un Burriccu.
Trattoria Gennargentu Indirizzo: Via Sardegna 60, Cagliari
Telefono: 070672021    [mostra in google maps]
 

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mar 29 2010

Pranzo allo Zenit – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Zenit - panorama

Zenit – panorama

 

Rendicontiamo brevemente la tarda mattinata e  il pomeriggio di Sabato 27 che, in una bella giornata di sole, ha visto i consueti triunviri (Jesus, Burriccu Pg, raschione Ettore) concedersi un attimo di relax alimentare, e non solo, dopo le fatiche dell’amato/odiato utile/inutile corso CISCO.
Punto focale della ciccionata questa volta e’ stato il ristorante Zenit, scenograficamente affacciato sul mare, tanto da offrire ai tre burricchi un’atmosfera di classe, giusto contorno ai gustosissimi piatti consumati. Come nostro consueto, il menu e’ stato tutto a base di pesce. L’antipasto abbondante era di ottima qualita’, seppure il raschione abbia affermato che in altre occasioni nello stesso luogo le pietanze risultavano ancora piu’ convincenti. Da segnalare una strafogata di bocconi di mare, ineccepibili per il sapore e la qualita’, Niente crudo perche’, a detta della cameriera, era necessario specificarlo al momento della prenotazione. Chissa’ perche’…

Zenit - bocconi di mare

Zenit – bocconi di mare


I primi piatti scelti sono stati la sempre verde pasta ai ricci per il raschione, e due eccellenti spaghetti ai gamberi per Jesus e Pg. Ovviamente non si sono lasciati feriti sul campo di battaglia. Una ulteriore diversificazione incrociata e’ avvenuta al momento della scelta del secondo: calamari fritti per i due scienziati in fronte a Jesus, un sarago arrosto, condito con limone, per il comandante della batteria.

Questa volta niente dolce perche’, peccaminosamente, la cucina non preparava le seadas. Un buono e digestivo sorbetto al limone e’ stato comunque gradito.

A differenza di burricchi e raschioni, Jesus ha accuratamente evitato di introdurre ulteriori bevande alcoliche nel suo metabolismo, gia’ pago del litro e mezzo di “costamolino” assunto.

Zenit - conto

Zenit – conto


Chi ci segue su facebook avra’ gia’ potuto apprezzare la lista completa delle pietanze, dettagliate nella foto di sinistra. A tal proposito, il dottor Pireddu, stimato giudice unico della passata scommessa (X-Mas Donkey Challenge, ndr.), mi ha fatto giustamente notare la dicitura HG di seguito al conteggio del sarago. Spero vivamente che la sigla non intenda rappresentare l’elemento chimico mercurio, data la vicinanza degli impianti Saras di Massimo Moratti.
Questo piccolo particolare mi consente di collegare l’abbuffata del primo pomeriggio con l’evolversi della serata, che per i due burricchi si sarebbe conclusa con la scornata interista contro la Roma all’Olimpico, mentre per Jesus con il tattoo tour, organizzato con Marta e Margherita alla ricerca di un macellaio professionista che potesse soddisfare alcune loro esigenze artistico/lesionistiche.
Tra il primo e il secondo evento, prima di dividere le loro strade, i tre burricchi, non paghi dei 45 € cadauno appena ingeriti,  decidono di dedicarsi a una breve quanto intensa sessione di shopping sportivo, conclusasi con la seguente classifica:


1. Jesus. Iphone 3Gs + guscio protettivo in gomma ……………………………   €  631,00
2. Pg. Ambiguo paio di  scarpette Geox, in tinta con i Jeans…………………..   €  110,00
3. Ettore. Graziosa borsetta a tracolla Roncato, porta effetti personali……….  €  24,00

Come di consueto, sono gradite adesioni e suggerimenti per la prossima seduta  mangereccia. Nel qual caso, aggiungete pure le vostre proposte direttamente nei commenti di questo articolo.


VALUTAZIONE “Lo Zenit”: Tre Burricchi.
Ristorante Lo Zenit Indirizzo: Viale Pula 2, Cagliari
Telefono: 070250009    [mostra in google maps]
 

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