☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
giu 8 2014

Ristorante Zupposofia – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Zupposofia - Interno

Zupposofia – Interno

 

Critica dell’energia vitale. La luna transita nel Leone, il seme ruggisce dal suo letto di humus, il miracolo della vita si compie.
Re Sole, che dall’alto nutri la nostra Terra, che i confini del possibile hai qui tracciato, che accarezzi i nostri Inverni e soffochi la nostra Estate, che con lo sguardo accompagni il respiro dei tuoi figli, il mutevole e ritmico ondeggiare del nostro ventre, il colorarsi effimero delle stagioni, nel docile alternarsi della morte e della vita.
Con te alla vita brindiamo, per te oggi la vita celebriamo, secondo il rito che sappiamo offrirti, secondo l’antropica passione che si eleva a spirito, secondo l’umano desiderio che si spinge oltre la frontiera del divino.
Battezziamo la nostra speranza, beviamo alla fonte del tuo eterno, e con quest’acqua sacra resisteremo per sette giorni, in attesa di ciccionare ancora.
 

Zupposofia - Formaggi

Zupposofia – Formaggi Biologici di Macomer

 

Sia mai che la famigerata e mirabolante macchina delle ciccionate, custodita e governata magistralmente dalla sapiente mano del Raschione, scelga un giorno per noi un ristorante dove «non si cucinano triglie arrosto»,  una terra che non ha mai accolto su proceddu arrostiu, un’osteria dove non si possano staccare le teste de su giarrettu a mussius, dove non celebrare il dominio nella catena alimentare, esempio di intelligenza, di ctonia prepotenza, di belligeranza umana.
Ma alto e nobile è l’impegno dei Burricchi su questa Terra. Ben altro è, oltre ciò che appare, che a voi tutti è finora, probabilmente, apparso. I profili longilinei del Raschione e dell’Ing.Marrocu, la falsa magrezza di Jesus, disillusa dal vizio dell’opulenza, significano ben altro.
 

Zupposofia - Bruschette

Bruschette

Zupposofia - Polpette di miglio

Polpette di miglio

 

Capita così, allora, che  la sera di un mercoledì qualunque, con l’Estate e il grande caldo ormai alle porte, il Triumvirato si ritrovi a convergere in quel della centrale Via Farina, in Cagliari.
Dopo Jesus e il Raschione Ettore – puntualissimi, anche a seguito di un parcheggio impossibile del Raschione nella improponibile Via Paoli – presto si intravvedeva all’orizzonte, appropinquandosi con passo calmo e sicuro, l’Ing.Marrocu. La ciccionata avrebbe da lì a poco, dopo i classici vicendevoli insulti di rito, avuto inizio.
 

Zupposofia - Tris di zuppe

Zupposofia – Tris di zuppe

 

“Zupposofia”, a dispetto di una insegna esterna essenziale e abbastanza anonima (iniziamo col suggerire una in legno o ferro battuto per attirare i passanti), è internamente una gemma. Strutturalmente il locale è ospitato negli spazi che un tempo furono della “Fenice Bianca” ma senza dubbio la recente ristrutturazione ha raggiunto risultati più apprezzabili dal punto di vista estetico. L’interno appare  intimo e sobriamente raffinato. Gli esigui spazi sono distribuiti su due sale, separate da generose arcate in muratura. Pareti e mobilia minimalista bianche, parquet in legno chiaro e mattoni ornamentali, sono elementi comuni. La prima sala, che dà sulla strada e che ospita un breve bancone da bar, si contraddistingue per gli eleganti tendaggi color latte, lampadari in fibra vegetale e un magnificente affresco decorativo sul tema di un albero stilizzato, color fucsia. Questa tonalità, in versione più sfumata, sta alla base dell’emblema caratteristico del locale, parimenti a un secondo colore, di più difficile divulgazione, che possiamo unicamente sintetizzare con il codice HTML #d5d7bc. Una specie di grigio chiaro, in cui dominano maggiormente le componenti rossa e verde, meno quella blu. Se c’è un significato alla base di tutto questo, non mi è dato saperlo anche se, con un minimo sforzo mentale, sono abbastanza sicuro di riuscire a trovarne uno coerente con la filosofia del ristorante. La seconda sala, più interna, risulta lateralmente impreziosita da nicchie di pietra in bassorilievo, mentre esiste uno terzo spazio dedicato al desinare all’aperto. Una sorta di piccolo cortile con riparo parasole, da cui è visibile la cucina, ricco di ornamenti vegetali (per lo più fiori e spezie), che personalmente avrei impreziosito con una piccola fontanella, per onorare la misticità dell’acqua oltre ché del sole.
 

Zupposofia - Zuppa dell'orto

Zupposofia – Zuppa dell’orto

 

A proposito di misticità dell’acqua e del sole, è difficile inquadrare correttamente la filosofia (“nutrire al di là del cibo”) alla base di “Zupposofia”, la filosofia della zuppa. Non è un ristorante prettamente e dogmaticamente (ringrazio la DDP per il suggerimento del termine) vegetariano o vegano, ma una sorta di tempio alimentare che celebra il ciclo del sole, della terra e della vita, affidando alla ontologia e alla spiritualità dell’agricoltura bio-dinamica l’essenza del proprio rito, in accordo con una ricercata armonia universale tra uomo e natura, per il nutrimento del proprio spirito. Ricondurre l’alimentazione dell’uomo e la sua interazione con l’ambiente ad un unico respiro universale, un unico movimento di ventre, escludendo da parte sua ogni violenta prevaricazione e sfruttamento chimico/intensivo. A dire la verità è stato certamente più facile ricondurre il colore dei capelli della giovane e gentilissima cameriera a quello delle tovagliette fucsia sui tavoli (what a class!), ma da qualcosa bisognava pur iniziare.

 

Zupposofia - Couscous di verdure

Zupposofia – Couscous di verdure

 

Punto di forza di “Zupposofia” sono senz’altro l’estrema gentilezza, la premura, la passione che il personale mette in quello che fa. La cena è durata circa due ore e mezza, di cui 45′ impiegati per desinare, e il restante del tempo a farci raccontare di allevamenti biologici, di agricoltura bio-dinamica e di scelte di vita tra Cagliari e Parigi. Oltre che la succitata giovane cameriera – a cui andrebbe attribuita una menzione speciale solo per l’essersi congedata singolarmente da ogni tavolo prima di tornare a casa, e alla quale il Raschione Ettore non ha potuto fare a meno di regalare le rose che il venditore di turno era riuscito a rifilargli – ad assistere i burricchi c’erano una ragazza più matura (la parigina) e un giovane maitre. E’ quest’ultimo a fare accomodare i burricchi nel cortile esterno, in un ampio tavolo da sei, nonostante fossimo solo in tre.
Il menù, giornalmente mutevole, viene sistematicamente vergato a mano, in bella calligrafia e su un foglio di quaderno, dalla cameriera, con l’antica tecnica della carta a carbone, incorniciato in una sorta di quadro mobile che passa da tavolo a tavolo. A farla da padrone, ovviamente, sono le zuppe e le vellutate ma, come vedremo, la scelta sarà ben più ampia.
 

Zupposofia - Macedonia

Zupposofia – Macedonia

 

Non volendo rinunciare ai nostri stereotipi alimentari, cerchiamo di inquadrare subito quello che poteva ricondursi ad antipasti, identificando subito un tagliere di formaggi biologici di Macomer. Questi, pecorini stagionati, caprino e crema di pecorino “Debbene” su letto di carasau e finocchietto, venivano accompagnati da deliziose confetture di prugne e di fichi e fragoline biologiche di stagione: buonissimi. Unitamente al tagliere, ordinavamo delle buone polpette di miglio allo zafferano e verdure, su letto di gazpacho andaluso. Oltre alla bontà delle bruschette, accompagnate da olio biologico di Dolianova, segnaliamo la possibilità di discernere sulla tipologia di stoviglie utilizzate nel servizio. A quelle “biologiche”, più in linea con le pratiche etiche del locale, essendo burricchi, abbiamo personalmente optato per le belle ceramiche tradizionali. Riguardo gli abbeveramenti, non abbiamo avuto predilezione per il vino biologico in menù, ma per una più accattivante (almeno per nostro gusto) birra artigianale sarda “Ale” del birrificio Dolmen di Uri – SS.
 

Zupposofia - Dessert

Zupposofia – Dessert

 

Dopo gli antipasti, le zuppe! L’ing. Marrocu sceglierà la “zuppa dell’orto” con legumi misti, al profumo d’alloro. Jesus opterà per il tris assortito (su quattro zuppe disponibili): zuppa dell’orto; vellutata di carote, cavolfiore, zucchine e menta; vellutata di sedano, rapa, finocchi, patate, e timo (eccellente!). L’unico appunto che possiamo muovere investe la quantità (eccessiva!) rapportata alla temperatura delle zuppe e alla calura ambientale: con l’arrivo della stagione estiva – come suggerito dal Raschione di ritorno dalla Russia, terra delle zuppe – sarebbe opportuno inserire nel menù più zuppe fredde, e ridurre le porzioni di quelle calde. Coerentemente il Raschione, in effetti, sceglieva il couscous di verdure e ceci mentre, per dovere di cronaca, segnaliamo che Marrocu si è anche divorato metà del tris di Jesus! Infine i dolci. Marrocu decideva per una fresca macedonia di stagione, con fragole kiwi e mele, mentre Jesus e il Raschione si concentravano su una torta di mele e arance. In versione al caffè per il Raschione, bagnata nella malvasia di Magomadas (Angioi) per Jesus. Il tutto accompagnato dalla medesima malvasia. La cena si concludeva quindi con caffè biologico alla moka, addolcito da zucchero biologico (così come biologico era il sale). Costo finale della cena, 30€ cadauno, da ritenersi almeno un 20% inferiori al giusto dovuto, per la qualità del servizio, e degli ingredienti.

 

Splendido il locale, ideale per una cena romantica, da visitare con il proprio partner o in compagnia degli ultimi residui della propria coscienza etico-alimentarista, “Zupposofia” offre un menù che può soddisfare le esigenze dei vegetariani, più limitatamente dei vegani, ancora più limitatamente dei burricchi come noi. La cucina è semplice, ma gli ingredienti sono di primissimo livello. Un po’ povera la cantina, ma è di per sé difficile trovare vini che seguano la loro filosofia. Tre burricchi con menzione speciale per l’etica del locale, per la gentilezza del personale e per i capelli della cameriera.

 


VALUTAZIONE “Zupposofia”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Zupposofia Indirizzo: Via Farina 22, Cagliari
Telefono: 3802634150    [mostra in google maps]
 

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giu 2 2014

Locanda Monti Paulis – Genoni

 Scritto da Jesus | | Commenta

Monti Paulis - Interno

Monti Paulis – Interno

 

In viaggio verso le paludi. Genoni oltre la collina. L’aria leggera, i colli verdi, il tepore della primavera, le giovenche sul prato, i cavalli bradi. Questa cavalcata cerchiamo di farla lesti come il vento, lanciandoci giù verso il pendio, risalendo l’asprezza dei monti, assaporando la ritmica violenza degli zoccoli, facendoci un tutt’uno con il calore e con il sudore dell’animale che guidiamo, tuffandoci in orgiastiche rettitudini e sfuggenti dettagli di vita, soffiati addosso da questo tempo patrigno, alla velocità del pensiero. Alla cime di corsa, che il tempo non attende, né il profumo dei pesci sulla graticola, che non durerà in eterno, ma che in eterno nutrirà questa Terra, ovviamente dopo aver nutrito noi.
 

Monti Paulis - Bruschette antipasti

Monti Paulis – Bruschette antipasti

 

«Lasci chiuso il finestrino, Ingegnere, non fosse mai che riuscissimo a respirare un po’ di natura, quando possiamo invece deliziare le narici con la frizzante aria condizionata della nuova quasi-cento cavalli del Raschione.
Ammiri il paesaggio, Ingegnere, questa non è l’erba cirdina e scolorita che Lei s’è avvezzato a criticare, quando si innescata la reprimenda verso i costumi e le abitudini sarde. E’ un verde intenso e rigoglioso che ci piace, identico a quello sparato sullo schermo, dal profilo colore iper-saturato del suo telefono Samsung Galaxy.
Scendo un secondo a leggere la mappa del parco… Ho trovato la nostra destinazione, è chiarissima, peccato che si siano dimenticati di scriverci anche un “voi siete qui”. Raschione, ti conviene telefonare e chiedere indicazioni. Ah, la Sardegna, Ingegnere!»
 

Monti Paulis - Antipasti

Monti Paulis – Antipasti

 

L’arrivo alla locanda “Monti Paulis” in quel del “Bosco di Monti”, presso Genoni, non è stato dei più agevoli, anche perché quegli aggeggiucoli conosciuti come Global Positioning System non sembravano prenderci troppo sul serio; ma una volta abbassato il finestrino, per interrogare un paesano di passaggio, l’Ing.Marrocu brevemente poteva rincuorarsi sulla semplicità dell’impresa: «Sempre dritto fino al cartello».
Detto questo e tralasciato qualche difficoltoso particolare, dopo un meraviglioso percorso nella rilassante quiete della campagna di Genoni, raggiungiamo di Sabato mattina un ristretto altopiano panoramico nel quale, discretamente e senza insegne, è collocata una piccola locanda. Una costruzione color ocra, presumibilmente degli anni ’80, architettonicamente abbastanza anonima, sovrastata dalla collina alle sue spalle e circondata da ineleganti tendaggi parasole.
 

Monti Paulis - Spaghetti ai frutti di mare

Monti Paulis – Spaghetti ai frutti di mare

 

Varcata la soglia di ingresso, dopo un breve vestibolo che si defila oltre il bancone del Bar, ci si accomoda in una luminosa veranda perimetrale, nella quale per l’occasione i Burricchi verranno collocati, al pari di altri avventori presenti. Oltre questo perimetro esterno esiste una sala più interna, dominata da un moderno forno/barbecue e da una sorta di falsa parete che simula la sezione di una catasta di legno. Lo stile è rustico, con pavimento in cotto, tendaggi e tovagliame in stoffa scozzese, suppellettili caratteristici a decoro dell’ambiente. Invero dobbiamo sottolineare, ahimè, che i colori ormai sbiaditi delle pareti e i vistosi segni di umidità alla base dei muri, non rendono di certo onore al locale. Certamente, andrebbe data al più presto una pesante rinfrescata.
 

Monti Paulis - Fregola con triglie

Monti Paulis – Fregola con triglie

 

Discorso opposto dobbiamo fare  per la cucina del Monte Paulis. Se l’intonaco scrostato tradisce una certa incuria e disattenzione per i dettagli estetici, di segno diametralmente opposto, vedremo, appariva la filosofia dello chef ai fornelli. La scelta del menù avviene sostanzialmente in sede di prenotazione. Già in quella fase il Raschione, custode delle nostre abitudini alimentari, predisponeva tre menù di mare (anziché di terra), predilezione che avrebbe poi cagionato un sussulto di rimpianto da parte dell’Ing.Marrocu, allorché questi coglieva passare sotto il proprio naso un sontuoso maialetto da latte arrosto, indirizzato verso il tavolo di avventori terzi.
Estrema la gentilezza e l’ospitalità del personale. Il maître che ci accoglie, è colui che si è cristianamente premurato di farci giungere correttamente a destinazione, dando indicazioni telefoniche al Raschione. Accomodatici nella veranda perimetrale, il nostro pranzo esordiva con un prosecco di benvenuto, olive in salamoia e bruschette di pane abbrustolito e olio, predisposte davanti ai nostri occhi su espressa richiesta dell’Ingegner Marrocu. Escludendo dal principio la possibilità di desinare con il nettare della casa (con ovvio ulteriore aggravio sul costo del menù fisso), la cernita del vino (dalla non fornitissima cantina) ricadeva su un ottimo Vermentino Superiore di Gallura DOCG “Poesis”, una vera poesia di vino bianco, della azienda agricola “Cau”, nei pressi di Telti.
 

Monti Paulis - Cartoccio di mare

Monti Paulis – Cartoccio di mare

 

Gli antipasti si articolavano in una serie di sette meravigliose portate, prodotte dallo chef (Adriano Zucca) in funzione dei prodotti disponibili in giornata, secondo la tradizione sarda, e oristanese in particolare, rivisitata in chiave moderna, con ricette originali e ricercate in termini di accostamento di sapori, e con un occhio di riguardo alla presentazione. In particolare giungevano al nostro tavolo: polpo arrosto (in doppia cottura) su crema di patate; crostini di muggine (cefalo) e porri, con riduzione di pomodoro e spolverata di bottarga; involtini di rombo con capperi e zucchine; involtini di sardine con melanzane e carote; cestinetti di orata gratinata con pomodori secchi; panadine di gallinella di mare, patate, pomodori; cozze gratinate. Chapeau!
 

Monti Paulis - Dessert

Monti Paulis – Dessert

 

Tanto di cappello anche per i primi piatti. Spaghetti ai frutti di mare, con arselle seppie e bottarga, seguiti da una sontuosa fregula alle triglie e pomodori! Terminata la prima bottiglia di vino (congiuntamente la scorta di “Poesis” della cantina), il maître ci suggeriva di testare – cioè fare da cavie, anche perché egli non l’aveva mai provato! – un particolare “Karinniu” dei vigneti di Santu Teru, Nurallao. Scelta che risulterà azzardata, dato che il nettare si rivelerà essere più naturalmente indicabile come vino da dessert. Come sua abitudine, l’Ing. Marrocu porterà via con sé la bottiglia, questa volta mezzo piena, da inserire nella sua collezione personale di “vuoti di prestigio”.
Proseguendo lietissimamente con il pranzo, di elevato livello si dimostrerà anche il secondo piatto: cartoccio di mare con pesce scorfano, spigola gamberi cozze. Come direbbe il Raschione: struppiau!
Anche i dolci, accompagnati da un moscato della casa, si paleseranno ineccepibili: fragole con crema di mascarpone; crostata alle mele con meringa su letto di crema pasticcera e miele e decoro di mentuccia.
Il pranzo si concludeva quindi con i caffè, con una liquirizia “Tanca dei Pavoni” per Marrocu, e con una acquavite “Abbardente” di Santu Lussurgiu, per Jesus. Costo complessivo, 40€ cadauno, da giudicarsi un 20% inferiori al giusto dovuto, per la qualità delle pietanze e per l’oggettivo valore commerciale degli abbeveraggi. Rimpianto per non aver assaggiato il menù di terra. Marrocu, sul finale del pasto, chiedeva di poter provare il maialetto, ma dalle cucine facevano sapere che l’avevano finito loro! Salutati gli chef al lavoro (intenti a sfilettare pesce per la sera), il maître si è improvvisato impiegato dell’ufficio turistico del Paese, erudendoci sulle bellezze naturalistiche e archeologiche di interesse della zona. Encomiabile.

 

La locanda “Monte Paulis” è un angolo di paradiso per gli amanti della cucina sarda. Inserito in un contesto naturalistico che di per sé vale una visita in quel di Genoni, offre ai viandanti un’offerta culinaria di alto livello. Peccato per i difetti di manutenzione della struttura, e per la cantina non troppo fornita. Quattro burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “Monti Paulis”: Quattro Burricchi.
Locanda Monti Paulis Indirizzo: Loc.Giara di Genoni, Genoni
Telefono: 3284915576    [mostra in google maps]
 

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mag 28 2014

Trattoria La Pirata – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

La Pirata - Interno

La Pirata – Interno

 

La Pirata. Filibustiera arcigna e gentile, sguardo di fuoco, portamento regale. Corsara dei mari del Sud, pelle di seta e di sale, la tua sciabola hai sguainato per mille arrembaggi, la forza del nemico hai affrontato e offeso, il tuo sguardo fiero e tenace ha sedotto i soldati del Regno, infatuato signori e plebei, illuso la carne di Capitani e nostromi. Sotto coperta il silenzio è quello del Mare: i cigolii del legno, le funi tese,  il vento alle vele, le onde sullo scafo e i gabbiani affamati.
Attendi serena la nuova battaglia, sicura che il tuo sudore bagnerà il ponte nemico, che il tuo sangue colorerà la notte, e che infine indietro tornerai, sulla terraferma, dall’uomo che ti manca, il famoso brigante del mare, l’Ingegnere Nero!
 

La Pirata - Antipasti II

La Pirata – Antipasti II

La Pirata - Antipasti II

La Pirata – Antipasti I

 

Maledetta macchina delle ciccionate, che ti prendesti gioco di noi. Un tempo pervicace, quel dì fosti accidiosa e faceta, per spingerci verso l’oblio. Non ti bastò in un Venerdì qualunque, nella Cagliari primaverile, farci salpare sparigliati e ostili al decoro; ci obbligasti finanche ad abbandonare il vascello, su una fragile ed incerta scialuppa, per vagare nel mare delle nostre passioni, alla ricerca di un veliero o di un porto da conquistare.
 

La Pirata - Zuppa di cozze

La Pirata – Zuppa di cozze

 

Il mare che navigammo quel dì fu il quartiere “La Marina”, percorso da Nord verso Sud, alla ricerca di un approdo sicuro, persi nella disperazione di un ammutinamento dell’ultimo minuto. Non so come, non so per quale magia del destino, dopo aver galleggiato e schivato marosi di turisti parsimoniosi e irrequieti, giungemmo infine su questa banchina, nella locanda che porta il tuo nome.
La Trattoria “La Pirata” ci accolse, senza batter ciglio, senza rendez-vous, senza prenotazione.
Il tavolo velocemente fu imbandito, l’Ingegnere nero si sedette al mio fianco, il filibustiere Ettore alla mia destra. La ciccionata, finalmente, stava per iniziare…
 

La Pirata - Linguine all'aragosta

La Pirata – Linguine all’aragosta

 

“La Pirata” è felicemente collocato all’angolo tra la Via Cavour e il Viale Regina Margherita. Superato un breve vestibolo di ingresso, lato Viale, si incontra subito un piccolo bancone da Bar, che circoscrive l’angolo Est della sala principale. Quest’ultima, è caratterizzata da una struttura essenziale, dalle linee squadrate e pulite – così come la mobilia minimalista dell’arredo – addolcite da colonnati trasversali con decori in pietra chiara. Di là del colonnato Nord si possono scrutare le cucine. Le pareti, piuttosto spoglie (qualche affresco farebbe sicuramente un suo effetto) sono tinteggiate di bianco, mentre una pioggia di luce arriva direttamente dal soffitto, grazie ai numerosi fari incassati.
Discorso a parte per l’acustica. La condizione ambientale, al riempirsi della sala, è stata via via più chiassosa e caotica, ma questo dipende per lo più dalla condizione di istintuale molesta sguaiataggine, a tavola, da parte dell’avventore cagliaritano medio. Prendete esempio dalla sobria compostezza dell’Ing.Marrocu, perdio!
 

La Pirata - Fregola

La Pirata – Fregola

 

Il Personale è piuttosto numeroso, rapido e incisivo. Il servizio ha correttamente la dimensione e il piglio di una Trattoria, intendendo lasciar fuori dall’uscio i formalismi e rituali più radical-chic, tanto da non nascondere l’esercizio goliardico da parte dei camerieri nei confronti di taluni amici avventori.
Ordiniamo velocemente antipasti e primi, mentre dalla non fornitissima cantina Marrocu estrapola un buon IGT “Colli del Limbara”, Vermentino superiore “Ruinas”, di Depperu.
Tra un racconto di avventure sulla steppa Russa da parte del Raschione e le critiche dell’Ingegner Marrocu sui sistemi automatici per la distribuzione del contante (poi pagherà lui con la carta, assicurandosi così un bonus di 2 euro), nostrani, velocemente i nostri antipasti erano già serviti in tavola.
 

La Pirata - Gamberoni arrosto

La Pirata – Gamberoni arrosto

 

Il richiesto “assaggio di antipasti”, oltre che l’integrazione di un discreto guazzetto di cozze, erano la successione di nove portate di mare nel complesso abbastanza anonime, senza particolare enfasi nella presentazione o spunti di creatività da parte dello chef. Un’idea di “cucina tipica sarda” che a parer nostro dovrebbe essere rivista: insalata di mare con cozze, polpi e gamberi; piccolo pescato del giorno; polpo bollito con olio e prezzemolo; insalata di gamberi, rucola e pomodorini; tonno con pomodori e cipolle, polpetti alla diavola, orziadas fritte (anemoni di mare); burrida di gattuccio di mare. Per nostra fortuna il livello dei piatti saliva di un gradino con i primi: fregola “gialla” con arselle per il Raschione, linguine all’aragosta («che facciamo pagare come l’astice») per Jesus e l’Ingegner Marrocu.
Nonostante il mal di stomaco denunciato da Jesus e le numerose portate già ingurgitate, l’Ingegner Marrocu pretendeva un assaggio (sei unità) di Gamberoni arrosto, presentati con condimento di prezzemolo, radicchio e limone.
 

La Pirata - Raviolini ricotta

Raviolini ricotta

La Pirata - Torta pere cioccolato

Torta pere cioccolato

 

Contraddittorio l’approccio ai dessert. Marrocu apprezzava i suoi raviolini di ricotta e miele, mentre la torta con pere e cioccolato di Jesus e Raschione aveva il sapore delle merendine preconfezionate, in offerta maxi formato.
La cena si concludeva quindi con dei caffè, un rum Matusalem 23 anni per il Raschione, e una grappa “18 lune” per il Marrocu, andato a prenderne visione direttamente al bancone del Bar.
Costo complessivo dell’esperienza 49 euro cadauno, da giudicarsi un buon 20% superiore al giusto, in funzione di un servizio spartano e una cucina mai sopra le righe.

 

“La Pirata” è un locale che propone la cucina popolare cagliaritana, senza particolari spunti di eccellenza o menzioni da segnalare. Il tutto condito da servizio e ambientazione a cavallo tra un ristorante e una informale trattoria. Adatta a serate non troppo impegnative con gli amici. Due burricchi.

 


VALUTAZIONE “La Pirata”: Due Burricchi.
Trattoria La Pirata Indirizzo: Viale R.Margherita 22, Cagliari
Telefono: 070658474    [mostra in google maps]
 

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mag 3 2014

Ristorante Hotel Monte Arcosu – Uta

 Scritto da Jesus | | Commenta

Monte Arcosu - Piscina

Monte Arcosu – Piscina

 

Giovani e anziani custodi del miracolo della vita; anime imbelli che avete per secoli vagato tra le bellezze del Creato, senza mai avvertirne e scorgerne il fondamento; monocordi mandibolatori di professione, che l’atto del deglutire avete elevato come vostra unica fonte di sostentamento fisico e morale. Rinnegate oggi il vostro oblio; inspirate ed ispirate il caldo alitare della Natura; oscurate il vostro sguardo ai falsi riverberi della luce; mirate le forme imponenti dei monti; purificate i vostri occhi con le acque dei limpidi torrenti, glorificate il pensiero di Jesus e infine disilludetevi di quanto appena letto, perché se l’avete fatto avete sacrificato ben troppa vita, verso il volgersi della vostra fine…. Fine.
 

Monte Arcosu - Interno

Monte Arcosu – Interno

 

Appunto la Natura ci mancava. Il freddo condersarsi della brina che punge la pelle,  il soffocante odore del bestiame nei campi, lo sprezzante colore delle foglie,  l’auto-erotico sfregar delle fronde degli alberi, l’agitarsi di colorati pennuti e il confortevole calore del sole, che dona ottimismo e rassicura ciascuno delle proprie speranze.
Tutto questo non avremo oggi modo di descrivere e raccontarvi perché, all’atto di indirizzarci verso l’oasi naturalistica del Monte Arcosu, l’indecifrabile macchina delle ciccionate del Raschione Ettore, stabiliva altresì che il rituale avrebbe dovuto consumarsi nelle ore notturne, negando quindi, dal principio, ogni possibile velleità di bird o donkey watching.
 

Monte Arcosu - Salumi

Monte Arcosu – Salumi

 

Arrivati non con qualche difficoltà al ristorante con la nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, dopo un lungo andirivieni condito da «alza i fari che non si vede niente» e «perché stiamo facendo questo giro inutile?», i Burricchi subitamente prendevano coscienza che la serata non sarebbe stata tranquilla e silenziosa. Nel parcheggio dell’hotel, decine di macchine con drappi bianchi, e un eco lontano di intrattenimento musicale, ci suggerivano che avremmo condiviso gli spazi con un banchetto nuziale. La certezza arriverà quando, nell’appropinquarci con passo da soma verso la struttura, riuscivamo poi a cogliere distintamente le parole dei testi di Pupo e dei Ricchi e poveri.
 

Monte Arcosu - Antipasti

Monte Arcosu – Antipasti

 

E’ senz’altro accattivante e ben curata l’ambientazione dell’Hotel Monte Arcosu. Immerso nella magia delle colline ai piedi dell’omonimo monte di Uta, architettonicamente ricorda una grande magione di campagna nella quale domina l’elegante piscina all’aperto. L’interno – o per lo meno la sala ristorante – si qualifica con arredi rustici, decori in pietra e tovagliame ocra/arancio, in tinta con alcune colonne portanti. Parte della sala destinata agli ospiti del matrimonio era confinata da pseudo-murature tensostrutturali, mentre i Burricchi venivano fatti accomodare in un più intimo e frequentato spazio nei pressi della reception. Il tavolino d’accomodo risulterà particolarmente minuto, tanto da necessitare una appendice mobile, onde consentire la comoda distribuzione delle portate; appendice, che verrà messa a dura prova dalle periodiche capocciate di un infante, lasciato allo stato brado dagli astanti progenitori. Non è particolarmente calorosa l’accoglienza riservata ai Burricchi da parte dei camerieri, probabilmente troppo impegnati nelle frenetiche attività della festa nuziale. Ad ogni modo venivamo fatti accomodare informalmente da un signore “in borghese” che poi si sarebbe affrancato presso tavolo di terzi avventori, presumibilmente suoi conoscenti diretti. A parte le questioni di forma (come una chewing-gum galeotta), il servizio si dimostrerà comunque sufficientemente rapido ed adeguato.
 

Monte Arcosu - Tortino carote spinaci

Tortino carote spinaci

Monte Arcosu - Melanzane

Melanzane

 


Esclusa ovviamente la possibilità di desinare con la pizza, ordiniamo abbastanza velocemente antipasti e primi, facendoci catturare dall’offerta di selezione di pietanze miste di terra e di mare. Difficoltà nella selezione del vino. Dopo una fase di titubanza da parte di Marrocu, il Burriccu Raschione comandava repentinamente una etichetta (la più costosa!) non gradita all’Ingegnere, che dopo un attimo di smarrimento, richiamava vistosamente il maître convenendo, pur di non dare soddisfazione all’antagonista asinino, con l’ipotesi di mediazione suggerita da Jesus: Torbato DOC di Sella&Mosca “Alghero”.
 

Monte Arcosu - Fregola

Monte Arcosu – Fregula con arselle

 

Diciamo subito che gli antipasti, sebbene composti da un numero considerevole di portate (tredici) e seppure abbiano esordito con un discreto vassoio di salumi (ottimo prosciutto crudo, ottima salsiccia sarda, anonimo prosciutto cotto!) nel complesso ci sono apparsi insignificanti, dal punto di vista della presentazione e dalla rendita in termini di gusto: «sembra il festival del sottolio». Inoltre, a prescindere dalla sovrabbondanza di olio, da riferirsi a buona parte dei piatti, dobbiamo rilevare di aver personalmente notato (almeno Jesus e l’Ing.Marrocu) un quasi comune denominatore di gusto nei condimenti: uno strano sapore, che pizzicava la lingua, come se le verdure e gli ortaggi fossero stati lavati e purificati con un utilizzo eccessivo di bicarbonato.
 

Monte Arcosu - Culurgiones

Monte Arcosu – Culurgiones

 

Ad ogni modo, fatti salvi gli errori dovuti alla memoria, e all’assenza per turismo sessuale in Ukraina del Raschione Ettore, gli antipasti si articolavano in: salumi, insalate di mare con olive nere e peperoni, polpo con patate, pasticcio di funghi e pecorino, funghi sott’olio, insalata di tonno e pomodori, pesce azzurro marinato, involtini di melanzane arrosto, insalata di gamberi, piedini d’agnello, melanzane sott’olio e dignitoso tortino di carote e spinaci, servito un po’ troppo freddo. Al «vi siete arresi?» della cameriera, in fronte al fatto che le cibarie erano in gran parte rimaste nei loro accomodi (cosa anomala per i Burricchi!) abbiamo reagito con un pietoso silenzio.
I primi piatti, invero, sollevavano un poco la media, per effetto del gusto gradevole  «con questi andiamo sul sicuro» dei culurgiones (Di Azara?) con ripieno di patate e formaggio, conditi con pomodori e spolverata di bottarga, scelti da Jesus e Marrocu, mentre il Raschione Ettore non gradiva troppo la sua fregula con arselle, pomodori e prezzemolo, seppure l’irregolarità dei grani lasciasse pensare ad una pasta artigianale.
 

Monte Arcosu - Tiramisù alla banana

Tiramisù alla banana

Monte Arcosu - Macedonia

Macedonia

 

Dopo aver discusso sulla ipotesi di procedere con una grigliata mista, abortita per il fatto che (onestamente) ci veniva comunicato che i gamberoni erano in realtà congelati, passavamo direttamente ai dessert: macedonia per l’Ing. Marrocu, anomalo tiramisù alla banana («voi quando sentite parlare di banana vi ci buttate subito!») per Jesus e il Raschione. Se trattavasi di un esperimento dello chef, certamente è fallito: gusto indeciso tra l’aspro e l’annacquato. La cena si concludeva quindi con dei caffè, e con un fil’e ferru (acquavite) per Jesus.
Costo complessivo della serata 29€ cadauno, da ritenersi adeguati, almeno per quanto concerne il numero di portate che abbiamo ingurgitato.

 

L’Hotel Monte Arcosu è splendidamente collocato nell’omonima oasi naturalistica, immerso tra le verdi colline di Uta. Nonostante questo, dobbiamo dire che la cucina, in particolare antipasti e dolci, non si sono dimostrati all’altezza delle aspettative, forse a seguito del concomitante banchetto di nozze. Un burriccu con menzione speciale per la location.

 


VALUTAZIONE “Monte Arcosu”: Un Burriccu con menzione speciale.
Ristorante Hotel Monte Arcosu Indirizzo: Loc. Monte Arcosu, Uta – CA
Telefono: 070969291    [mostra in google maps]
 

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mar 29 2014

Su Zilleri ‘e su Doge – Cagliari

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Su Zilleri - Ingresso

Su Zilleri – Ingresso

 

Giocoforza attendendo il weekend e già scordandomi, in realtà, quando tutto ciò accadde, è tangibilmente ostico e faticoso narrare di tre asini vagabondi, di tre consumati e scostumati burricchi sellati, che nel loro impreciso e imprevedibile errare gozzovigliano impunemente per le Vie di una Città che, oramai, conoscono a menadito e della quale potrebbero mentalmente riprodurre ogni singolo dettaglio e sfumatura architettonica.
Fanno questo, invero, su un certo blog; mai però descrivendo panorami o anfratti, piuttosto concentrandosi, ad esempio, sulla regolarità di un chicco di riso, sulla lucentezza di una cocciula o sull’armonia strutturale di una zuppetta di cozze.
 

Su Zilleri - Interno

Su Zilleri – Interno

 

E anche oggi questo faremo, verificando se il recensendo “Su zilleri ‘e su Doge” (Lett.: l’osteria del Doge), in una Domenica di friusu de galera, si sia o meno meritato il titolo di ristorante sellato, garantendosi per questo il diritto di esporre il celeberrimo e prestigioso adesivo del Donkey Challenge.
Su “Zilleri” è un pittoresco locale collocato – in raccordo con la Piazza S.Giuseppe – al termine di Via Santa Croce, splendida e storica passeggiata cagliaritana, che accarezza l’omonimo bastione e dalla quale si può ammirare uno degli scorci più suggestivi della città. Ivi convergevano in tarda mattinata, Jesus il Raschione Ettore e l’Ing.Marrocu, con logistica poco eco-compatibile, giusto una settimana fa.
 

Su Zilleri - Cruditè

Su Zilleri – Cruditè di mare

 

Su “Doge”, non può che essere il titolare della osteria, lo chef Claudio Ara, le cui gesta in cucina abbiamo in passato avuto modo di raccontarVi. Meno c’entra, dobbiamo dirlo per quanto noi si possa capire, il tema di Venezia, che compare nel nome e nelle grafiche del locale, ma che mai riusciremo a individuare nel menù, né tantomeno nella ambientazione, apparentemente legata e a doppio filo con le inconfondibili tradizioni nostrane.
Gli spazi all’interno del ristorante si distribuiscono su tre ambienti: un vestibolo di ingresso, una piccola sala da pranzo accogliente e luminosa, e una terza sala più in penombra, sul fondo. I burricchi vengono fatti accomodare nella sala centrale, dominata da un’ampia finestra che dà su Via Santa Croce e caratterizzata da belle pareti bianche, decori in pietra, una bella specchiera d’epoca e da tanti piccoli suppellettili che ricordano la vecchia vita contadina.
 

Su Zilleri - Antipasti

Su Zilleri – Antipasti

 

E’ lo stesso chef Ara, in versione maître, a dirigere le operazioni, e finanche assisterci al tavolo, per un servizio che nel complesso si dimostrerà informale ma impeccabile. La cucina, e gli ingredienti in particolare, sono orgogliosamente tipici del territorio sardo, declinati con spunti non banali e assolutamente gradevoli. Durante il pranzo arriverà in sala fiananco un pescatore locale, brandendo due – parevano – palinurus regius (aligustas birdi) vive, che non avremo comunque modo di assaggiare per mancanza (ahimè) di ulteriore spazio nello stomaco. La contrattazione sulle pietanze e sul vino si dimostrerà non del tutto lineare, data la recente chiusura per ferie del ristorante, non ancora a regime dal punto di vista degli approvvigionamenti. In effetti, l’Ingegner Marrocu pareva andar a scegliere sistematicamente i piatti e le etichette quel giorno non disponibili. Alla fine, la cernita del nettare è ricaduta, per caloroso consiglio di Ara, su uno spettacolare IGT “Dignu” delle Cantine Depperu di Luras: un nebbiolo (rosso) vinificato bianco!
 

Su Zilleri - Linguine cocciulas asparagi

Su Zilleri – Linguine cocciulas asparagi

 

Dopo aver divorato, a testa, mezzo chilo di pane abbrustolito e carasau, accompagnati da un eccellente olio extra-vergine d’oliva “Sa mola de Orri” di Sarroch, iniziavano ad arrivare al tavolo i primi antipasti, nella fattispecie una graditissima insalata di carciofi, rucola, bottarga e scaglie di formaggio pecorino granglona; vivamente consigliata a chi adora i gusti amarognoli. Seguiva quindi una sontuosa cruditè di scampi e gamberi rossi di Villassimius, accompagnati da salsa vinaigrette, sale aromatizzato delle Hawaii (probabilmente la località delle ferie!) e pepe nero. Ancora, trippa (che Jesus non gradisce di suo, ma i commensali hanno apprezzato) di bue rosso con sugo di pomodoro e mentuccia, seguito da un fantastico tagliere di terra composto da: prosciutto crudo di Oliena, ricotta mustia di Thiesi, salsiccia e coppa di Ploaghe, pancetta di Samassi. Gli antipasti terminavano quindi con un gradevolissimo guazzetto di cozze e pomodori.
 

Su Zilleri - Linguine ricci e favette

Su Zilleri – Linguine ricci e favette

 

Interessanti e gustosi i primi piatti, due paste che combinavano entrambe, nei loro condimenti, un ingrediente di terra e uno di mare. L’Ingegner Marrocu optava per linguine con cocciulas (arselle) e asparagi, mentre Jesus e il Raschione Ettore gustavano delle clamorose linguine alle favette e ai frutti di mare: «Scusate, ma uno di voi due non era fàbico?». Jesus: «Ingegnere, se un giorno mi vedrete accasciare al suolo, saprete perché!»
Come già anticipato, dopo i primi piatti decidevamo di passare direttamente al dessert: sebada al miele di acacia («lo saprò pur riconoscere il sapore di un miele, no?») per l’Ing.Marrocu e uno scenografico tiramisù con savoiardi di Fonni per Jesus e il Raschione. I dolci venivano (su richiesta) valorizzati da uno strepitoso (non per il blasfemo Jesus: «secondo me ha il sapore di uno spumante da 2 euro!») moscato d’Asti DOCG “I vignaioli di S.Stefano” del 2010. Quello che doveva essere un assaggio ha rischiato di trasformarsi in un infinito tracannamento, dato che la bottiglia di moscato è stata incautamente lasciata sul tavolo dei burricchi.
 

Su Zilleri - Tiramisù

Su Zilleri – Tiramisù

Su Zilleri - Sebada

Su Zilleri – Sebada

 

Il pranzo si concludeva quindi con tre caffè e, dopo varie contrattazioni sugli amari, con un caratteristico whiskey “Laphroaig”, invecchiato dieci anni e dal particolare sapore, distintamente affumicato.
Costo complessivo, 60€ cadauno, da ritenersi appena lievemente superiore al giusto dovuto, per una ciccionata comunque di elevato livello e di indubbio prestigio.

 

Caratteristico, romantico, accogliente, il ristorante “Su Zilleri ‘e su Doge” presenta in tutti i suoi particolari i pregi e la mano attenta dello chef Ara. Notevole la qualità delle materie prime utilizzate, mentre l’approccio della cucina risulta senza dubbio ricercata e non banale. Gli unici appunti sono legati all’indisponibilità di alcune pietanze e un limitato numero di liquori presenti in cantina. Quattro burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Su Zilleri ‘e su Doge”: Quattro Burricchi.
Ristorante Su Zilleri ‘e su Doge Indirizzo: Piazza S.Giuseppe 2, Cagliari
Telefono: 3271542216    [mostra in google maps]
 

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