☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
lug 24 2013

Ristorante Il Caminetto – Cabras

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Caminetto - Interno

Caminetto – Interno

 


Capita di trovarsi un giorno, più casualmente che con certezza, indeterminazione che coscienza, in strade che percorrere non avremmo immaginato il giorno prima; spiagge e orizzonti ammirare, che un tempo avevamo divisato di raggiungere, ma che ora ci appaiono un temporaneo e indesiderato intermezzo tra noi e un nostro agognato ritorno a casa. E la sua amata casa Jesus un giorno divisava di riconquistare, in una calda mattinata di lavoro, soffocata da sa basca che fino ad allora l’aveva accompagnato nel viaggio e nella sosta istituzionale, in quel di Nuraxinieddu, nei pressi di Oristano.
 

Caminetto - Antipasti al buffet

Caminetto – Antipasti al buffet

 

Dunque arrivò, in quel dì di metà Luglio, l’ora del temporaneo congedo, in coincidenza dello Zenit del sole sopra la mia testa, e sopra le teste delle mie colleghe, giust’appena salvaguardate dalla rigida capotte di una utilitaria Renault, per nostra fortuna recentemente rinnovata in ordine all’ormai indispensabile impianto di climatizzazione.
Necessità volle, a quell’ora del primo pomeriggio, di sostenere alimentarmente il nostro motore energetico, tanto da rendere necessario investire lo stesso Jesus dell’onere di ricercare un luogo, nelle immediate vicinanze, adatto al naturale rifornimento. Furbescamente Jesus delegava tale incombenza al proprio navigatore, integrato sul Pureview da 41 Megapixel, che sì aveva il suo bel dire in fatto di fotocamera, ma come cellulare in sé incespicava da tanti punti di vista.
 

Caminetto - Scabecciu

Caminetto – Scabecciu

Caminetto - Moscardini

Caminetto – Moscardini

 

Fatto sta che, anche in funzione di un non ottimale sistema di cartellonistica verticale nella zona, anziché venire condotti presso un ittiturismo in riva allo stagno, come inizialmente avevano sperato, i tre colleghi (non parliamo qui del Triumvirato ma di una strana conventicola guidata dal reduce Jesus) si ritrovavano presto fagocitati dal centro cittadino di Cabras, in fronte al ristorante “Il Caminetto”.
 

Caminetto - Insalata

Caminetto – Insalata

 

Il Ristorante si trova inserito in una anonima palazzina, nella centrale Via Battisti, a pochi passi da due delle chiese principali della città, una delle quali, presumibilmente (pagu gana di approfondire!) è quella di Maria Vergine Assunta, che citiamo perché i nostri lettori cerexini potranno ritrovarla, almeno trasposta nella assonanza, in quel del loro Paese. Detto questo, il locale è al suo interno piuttosto carino. Superato un breve vestibolo di ingresso, in cui è presente la cassa – dotata di POS, particolare che in quel contingente contesto ci ha consentito di non restare digiuni – ci si immette nella sala principale che, aggirato il piccolo caminetto in muratura e pietra calcarea, si estende più avanti verso altri spazi. Le pareti sono di color paglierino mentre, i bei candelabri a goccia e le sedie in legno e tessuto blu danno un tono di sobria eleganza all’ambiente.
 

Caminetto - Fregola

Caminetto – Fregola

 

Il personale è abbastanza numeroso, gentile e preparato, anche se durante il nostro pranzo si è perso in qualche dettaglio come nella mescita del vino – un pur ottimo e indigeno IGT di Tharros, Karmis della cantina “Contini”, scelto da Jesus in versione 375 cl  – mai accomodato in un giusto supporto refrigerante. Dobbiamo dire che, a parte la carta dei vini, il menù non si offre all’avventore, in maniera netta e totalizzante, con sapori e caratteristiche proprie della penisola del Sinis, tanto che non notiamo particolari differenze con quello che avremmo mangiato in un ristorante del cagliaritano.
 

Caminetto - Ravioli

Caminetto – Ravioli

 

Dal menù, Jesus e L. sceglievano quindi un assaggio di antipasti in due che, per questioni di allergie, P. non avrebbe ahimè mai potuto digerire. Gli antipasti “al buffet” – se la non presente memoria del Raschione non ci inganna -, si articolavano in: insalata di polpo, cozze gratinate, salmone affumicato, burrida, moscardini in umido e scabecciu di (verosimilmente) dentice. Nonostante apparentemente siano stati usati ingredienti di buona qualità, il nostro giudizio si deve purtroppo fermare alla indeterminatezza dei sapori: anonimi! P. lamentava inoltre, al di là della bella presentazione, una insalata mista di bassa appetibilità, con riferimento particolare al gusto dei pomodori.
 

Caminetto - Dolcetti

Caminetto – Dolcetti

 

Il Canovaccio si ripropone con i ravioli al sugo di P. e la fregola con arselle e pomodori scelta da Jesus e L.: molto positivo il sapore delle arselle, in luogo di un gusto inesistente della fregola in sé.
Le note positive arrivano invece quando non ci avremmo sperato. Avendo evitato di ordinare i dessert (per la non appetibilità dell’offerta), questi ci vengono comunque consegnati in forma di omaggio al momento di richiedere i caffè. Sia i dolcetti mignon, che i caffè stessi si dimostrano di tutto rispetto e soddisfazione.
Costo complessivo del pranzo, circa 19€ cadauno, da considerarsi adeguati, e sicuramente al di sotto degli standard del Donkey Challenge.

 

Il Ristorante “Il Caminetto” si presenta all’avventore con una ambientazione gradevole e un servizio sufficientemente adeguato. Non ci hanno pienamente soddisfatto, invero, il menù, parimenti alla sua espressione pratica da parte della cucina che, nelle nostre speranzose attese, avrebbe dovuto conquistarci facendoci provare i veri sapori di quel meraviglioso territorio. Un burriccu.

 


VALUTAZIONE “Il Caminetto”: Un Burriccu.
Ristorante Il Caminetto Indirizzo: Via Battisti 8, Cabras – OR
Telefono: 0783391139    [mostra in google maps]
 

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mar 2 2013

Ristorante L’Angolo di Pinna – Cagliari

 Scritto da Ettore | 1 commento | Commenta

Pinna - Interno

Pinna – Interno

 

La sfida delle insidie del gran diluvio, antipasto di una ormai prossima e annunciata apocalisse, come il riscatto di un pugile costretto all’angolo che si ribella all’incedere dei colpi dell’avversario e costruisce la propria vittoria, allo stesso modo la compagnia dell’asinello, nonostante le nefaste profezie della cuccurra col cappellino (si pigausu una passad’è acqua!), non rinuncia a riunirsi per celebrare la liturgia settimanale dedicata ai piaceri della tavola. Luogo di culto prescelto per la settimana l’Angolo di Pinna, nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, che ci piace pensare come la giusta dicotomia tra il tributo ad un grande campione del ring e il podio per colui che si rivelerà un gran campione in cucina. Aprofitterà il menestrello in pectore della serata degli effetti del sovra dosaggio di un ottimo Ron Zacapa, per estorcere qualche sorso ad una fonte dell’ispirazione che, nonostante le recenti piogge, non sembra più così generosa.
 

Pinna - Petto d'oca

Pinna – Petto d’oca

 

Sono le 20:40 di venerdi 1 marzo quando gli elementi più attivi della compagnia, dopo aver trovato un impossibile accomodamento per la fedele utilitaria scelta come vettore per la serata, convergono verso il punto d’incontro per formare un Triumvirato inedito, vista l’assenza non completamente giustificata del terzo ipotricotico burriccu titolare, comunicata in modo confuso on the way, completato da un graditissimo ospite che, per comodità di cronaca e per una rinnovata attenzione per la privacy altrui, chiameremo M., senza dare altre indicazioni, nè sui titoli, nè sul sesso. Espletati i formalismi di saluto imposti dall’etica, la ciccionata può cominciare.
 

Pinna - Antipasti

Pinna – Antipasti

 

Di recente apertura, l’ambientazione è ancora molto sobria ma gradevole, nella quale abbiamo avuto difficoltà a trovare una impronta di stile ben marcata. L’ingresso è dominato da una vetrina con l’esposizione della pasta fresca della casa, che si rivelerà uno dei punti di forza della cucina e che trova alloggio dietro un bancone bar che precede un piccolo corridoio nel quale trovano alloggio diversi tavoli, che conduce alla sala principale, di forma quadrata, capace di ospitare 20-25 coperti. Le pareti sono decorate con innesti di pietre a vista e diverse mensole in legno scuro, materiale che ritroviamo nelle travi a vista e nel rivestimento del soffitto. La sala principale, sfrutta, durante il giorno, la luce di due finestre che danno su un cortile interno, protette da eleganti tende in organza chiara. In fondo alla sala un pratico disimpegno nasconde l’ingresso ai servizi e alle cucine, locali evidentemente poco capienti, vista la necessità di alloggiare i frigoriferi in sala. Adiacente alla superficie di separazione, una vecchia credenza che ospita tovagliame e posate riporta chi Vi scrive indietro nel tempo presso la casa dei nonni. I tavoli in legno massello scuro son composti da unità quadrate, rivestiti da tovaglie bianche, con sedie abbinate rivestite in paglia.
 

Pinna - Carciofi e bottarga

Pinna – Carciofi e bottarga

 

Il servizio, garantito da un giovane cameriere si rivelerà preciso e puntuale, agevolato in questo dall’esiguo numero di avventori in sala per la serata. Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo in legno da quattro coperti nella sala superiore, ben illuminata e ben climatizzata e ci viene offerto un ottimo aperitivo di benvenuto a base di bitter, vermentino, succo d’arancia e rum.
L’offerta della cucina spazia egualmente fra percorsi di terra e di mare, con un assortimento di piatti ragionevolmente limitato per ciascun tipo, ma assolutamente interessanti in termini di contenuti. La morbosa preferenza per i prodotti del mare orienta la comitiva nell’usuale degustazione a tema che inizia con tutte le possibili scelte di antipasti disponibili, con una piccola ma graditissima eccezione che andremo a descrivere. Meno ampia e accattivante l’offerta della cantina, in cui non spiccano etichette blasonate, ma tra le quali eleggiamo il sempre gradito Is Argiolas DOC 2011 come nettare che accompagnerà la serata.
 

Pinna - Fregola al profumo di mare

Fregola profumo di mare

Pinna - Ravioli nero di seppia salmone

Ravioli nero di seppia

 

Un breve momento di facile ironia reciproca fra il nostro ipertricotico burriccu e M. sullo stile da tenere a tavola precede l’arrivo dei piatti: si inizia con La Burrida, quella vera, abilmente preparata da colui che ne ha registrato il nome nel dizionario della lingua italiana; pur non essendo un amante del genere, la ritengo comunque esagerata per pienezza di gusto ed equilibrio dei sapori; seguiva poi un ottimo carpaccio di pesce spada affumicato su un letto di rucola e pomodorini, un meno gradito carpaccio di salmone su letto di iceberg con riduzione di aceto balsamico, poco indicato, soprattutto per i clienti locali che preferiscono prodotti nostrani, e un eccezionale carpaccio di petto d’oca su letto di valeriana, variante di terra, inserita su consiglio del personale, causa indisponibilità di polpo fresco.
 

Pinna - Spigola ai carciofi

Pinna – Spigola ai carciofi

 

La degustazione proseguiva con una ineccepibile zuppa piccante di cozze e arselle e una eccellente insalata di carciofi di stagione e bottarga a scaglie. Antipasti molto postitivi per la qualità degli ingredienti e preparazione d’alta scuola. L’ottimo impatto con la cucina alimenta l’attesa per i primi piatti, concordati direttamente con lo chef/titolare dopo una piacevole conversazione. Con tempistiche perfette, approdano alla nostra tavola due piatti di fregola artigianale della casa al profumo di mare con cozze, arselle, seppiette, gamberi, assolutamente eccellente, una vera e propria poesia di sapore, e un piatto di indescrivibili ravioli della casa al nero di seppia con ripieno di ricotta e spinaci, serviti con crema di salmone e parmigiano, assolutamente particolari per un inusuale, quanto riuscitissimo, matrimonio fra sapori che fino ad allora poteva sembrare impensabile. Notevole soprattutto la qualità della pasta fresca della casa, realizzata con gli ingredienti e le tecniche di una volta e fiore all’occhiello, bene in vista, di un laboratorio di cucina capace di impressionare persino il fine palato degli esigenti somari.
 

Pinna - Crema all'arancia

Pinna – Crema all’arancia

 

L’ulteriore impennata della qualità dei piatti rompe qualsiasi indugio, legato agli eccessi della giornata per qualcuno, nel continuare lo straordinario valzer gastronomico intrapreso con un assaggio di secondo piatto. Nel frattempo un interessante dibattito sulle opportunità di esportare la cucina sarda oltre oceano fa scaldare gli animi e scomoda espressioni decisamente fuori contesto, ma l’arrivo di altre leccornie spegne subito ogni ostilità. Trattasi di un eccellente filetto di spigola con carciofi di stagione, semplicemente perfetto per sancire il termine del tributo animale per la serata, da applauso! Come impone il protocollo della ciccionata non si può abbandonare il tavolo senza aver assaggiato il dessert. Nonostante un’offerta piuttosto limitata di dolci della casa, sempre su consiglio dello chef, decidiamo di sperimentare una particolare crema all’arancia, servita come una normale crema catalana con caramello croccante: assolutamente fantastica, ottima revisione della celebre ricetta, felicemente privata di alcuni scomodi e, per alcuni, poco graditi gusti accessori. Per dovere di cronaca registriamo un piccolo difetto di fornitura della cantina del locale che ha privato il momento del giusto accompagnamento tramite passito, sbavatura ampiamente rimediata dalla proposta di amari con cui la cena si conclude: splendido rum Ron Zacapa 23, servito, su richiesta, in bicchieri riscaldati. Nella sua bizzarria Jesus decideva di rovinare il momento con quello che è stato probabilmente l’unico caffè preparato per la serata…
Costo della felice esperienza 46,67€ cad. burriccu, perfettamente in linea con la qualità dell’offerta e doverosamente rimpinguato da adeguata mancia ripartita uniformemente fra i commensali.
 

Pinna - Caffè e Ron Zacapa

Pinna – Caffè e Ron Zacapa 23YO

 

Nonostante la recente apertura, l’Angolo di Pinna è una piacevole realtà fra i diversi ristoranti della zona e, sebbene l’impegnativo accostamento geografico con importanti realtà già analizzate dal Donkey Challenge, può sicuramente accontentare diverse tipologie di clientela, da quella occasionale alla ricerca dei sapori tipici della cucina sarda, a quella abituale, esigente ed esperta, molto attenta a tutta la filiera della preparazione dei piatti che andrà ad assaporare. In questo senso spicca il laboratorio di pasta fresca della casa, che si può ammirare già dalla vestrina esterna, e che garantisce la base perfetta per ricette di sicuro successo, interpretate magistralmente dallo chef/titolare. Una ambientazione gradevole, possibilmente da personalizzare col tempo, ed un servizio efficiente e professionale, garantiscono piacevoli serate in buona compagnia. Le sbavature di lieve entità rilevate, imputabili probabilmente ad una condizione di regime non ancora raggiunta, che auspichiamo vengano corrette col tempo, non ci consentono tuttavia di formulare una valutazione che avrebbe del clamoroso, ma garantiscono sicuramente il terzo burriccu, con la doverosa aggiunta di una menzione speciale per la qualità della cucina: complimenti!
Colgo l’occasione per ringraziare il nostro gradito ospite M., che con la classe e la simpatia di sempre ha allietato e animato la serata, facendo passare in secondo piano l’assenza dell’Ing. Marrocu, che si è notata soprattutto al momento della ripartizione, stavolta perfettamente equa, degli oneri economici della serata: grazie :-)

 


VALUTAZIONE “L’Angolo di Pinna”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante L’Angolo di Pinna Indirizzo: Corso V.Emanuele II 205, Cagliari
Telefono: 3473744869    [mostra in google maps]
 

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feb 17 2013

Ristorante La nuova Trattoria – Sarroch

 Scritto da Jesus | 5 commenti | Commenta

Nuova Trattoria - Interno

Nuova Trattoria – Interno

 

Ma ditemi voi, se ci si può d’impeto lanciare contro il vento, far stridere le gomme, far rombare il motore a tal punto d’aspettarsi d’improvviso una sua tonante sublimazione, per rincorrere insensatamente una nuvola di fumo, una lontana macchia scura all’orizzonte, che solo una cugurra risvegliata dal periodo dell’accoppiamento, bramirebbe di raggiungere così pericolosamente.
Eppure, sapete bene quanto sia facile ricondurre la ragione ad un confine ininterrotto di cieli limpidi, di assolato tepore, di brezze leggere e profumate, che purificano anima e corpo, nel sublime esercizio della ricerca del piacere.
 

Nuova Trattoria - Cruditè di ostriche

Nuova Trattoria – Cruditè di ostriche

 

Allora dimmi tu, caro Raschione, perché spingi ancora il piede sull’acceleratore della scattante utilitaria? Che bisogno c’è di sfidare i limiti della fisica conosciuta, affrontando queste curve quasi avessi tra le mani e sotto il culo il peso di 150cv; perché rincorrere le pulsioni di Thanatos, giacché mai troveremo il lascivo Eros, ad aspettarci oltre quelle alte ciminiere fumanti?
Sabato mattina, ore 12.45. Jesus non ha più insulti da lanciare verso il Raschione Ettore, per indurlo a rallentare la corsa verso quel di Sarroch. In loco non troveremo l’Ing.Marrocu, questa volta giustificato assente per un gravoso impegno extra-cagliaritano, ma un distinto e gradito ospite che orbita nella galassia del Donkey Challenge. Trattasi dello stimato Burriccu Tony che sì, ha onerosamente lasciato il suo alto scranno per seguirci in questa 150a avventura ma, Dio mio, aspetterà pur cinque minuti perché possa questa non diventare l’ultima!?!
 

Nuova Trattoria - Antipasti

Nuova Trattoria – Antipasti

 

E invece no, lo sconsiderato burriccu non vuol sentire ragioni, ed ecco i due asinini condottieri arrivare per tempo sulla “Via al Mare”, nel Paese meglio conosciuto per l’industria petrolchimica, piuttosto che come sede di eccellenza della gastronomia sarda.
Il Burriccu Tony è lì che ci aspetta, giusto in fronte al ristorante pizzeria “La nuova Trattoria”, sede e destinazione di quest’ultima ciccionata.
Diciamo subito che la Trattoria tanto nuova non appare, almeno esternamente. Integrato in una struttura edificata probabilmente negli anni ’70, la facciata del locale ne raccoglie inevitabilmente lo stile essenziale ed asciutto. Una breve rampa bilaterale conduce all’ingresso principale, protetto da una tenda parasole rotondeggiante. Gli infissi sono in dozzinale allumino chiaro, mentre la sbiadita insegna esterna tradisce i segni del tempo che scorre inesorabile. Dopo un breve cincischiare in pressoché inutili convenevoli, i tre burricchi decidono di varcare la soglia del ristorante.
 

Nuova Trattoria - Carpacci fritture

Nuova Trattoria – Carpacci fritture

 

L’interno del locale non risulta complessivamente più accogliente dell’area esterna. La sala principale si estende dal bruno bancone del bar fino alla regione opposta, accrescendo poi lateralmente verso (presumiamo) la zona pizze. Componenti d’arredo moderno, si alternano disorganicamente ad elementi più rustici, mentre alcuni discutibili dettagli – come i frigoriferi a vista e una pila di cartoni da pizza a fianco del nostro tavolo -, lasciano intendere che la ricerca dell’armonia estetica non sia una stringente priorità del ristorante.
Invero, celata al di là del corridoio che porta alle toilette, abbiamo notato una più grande sala, dall’aspetto maggiormente gradevole ed accomodante.
 

Nuova Trattoria - Cozze e arselle marinate

Nuova Trattoria – Cozze e arselle marinate

 

Il servizio è garantito da un unico corpulento cameriere, supportato occasionalmente da un responsabile di sala (il gestore?) più anziano.
Verificata oralmente la nostra prenotazione, il cameriere ci fa accomodare ad un tavolo ben più spazioso per accogliere rispetto alle necessità di tre burricchi. Il Raschione accenna qualcosa su un sesto ospite non pervenuto; a Jesus non tornano i conti, ma considerata l’entropia che agita la sua mente e l’alta filosofia degli Sticazzi a cui affida il suo errare sulla Terra, decisamente non ci fa caso. Dopo qualche minuto, ecco manifestarsi l’origine di queste incongruenze. Con disorientata sorpresa da parte dell’ingenuo quadrupede, in sala facevano ingresso due inaspettate quanto gradite fanciulle che, essendo state invitate per tempo dal Raschione e dal burriccu Tony, si accomodavano felicemente al nostro tavolo. A salvaguardia della loro riservatezza – Sapete quanto io sia irreprensibile su questo tema! -,  ne citerò solo le iniziali: A. e S. Saranno loro, eventualmente, a farsi avanti per svelare la propria identità, così assecondando la curiosità morbosa dei nostri lettori.
 

Nuova Trattora - Spaghetti ai ricci

Nuova Trattora – Spaghetti ai ricci

 

Nonostante l’aspetto rustico e spartano del locale, il cameriere si presenta piuttosto preparato e formale, in particolar modo nella conduzione di cernita e presentazione del vino, salvo poi però perdersi in non veniali distrazioni, come presentarsi con dei calici inadeguati, dopo la sollecitata richiesta si sostituzione, a seguito di un aggiornamento del nettare in uso.
Nella fattispecie, ad accompagnare i comandati antipasti di mare, A. e il Raschione – anche in funzione di qualche difetto di presenze in cantina -, convenivano di optare per un ottimo bianco “Iselis” delle cantine Argiolas, poi seguito da un Vermentino di Sardegna DOC “Giunco” di Mesa.
 

Nuova Trattoria - Grigliata mista

Nuova Trattoria – Grigliata mista

 

Gli antipasti si articolavano in numerose portate (dieci), piuttosto semplici nella preparazione e singolarmente (vedi ad es. lo scabecciu) centellinate per un gruppo così numeroso.
Ad ogni modo, possiamo di certo attribuire alla serie di pietanze un giudizio superiore alla sufficienza, sintesi di piatti molto gustosi, affiancati ad altri meno piacevoli: ottime e traboccanti ostriche crude di Arborea; buonissima insalata di mare (prematuramente e visivamente mal giudicata dai diffidenti commensali) con polpo, seppie e gamberi; pessimo (troppo acido) salmone marinato con cipolle, olio e limone; anonimo scabecciu di cernia; discreti bocconi (murici) di mare, non perfettamente spurgati dalla sabbia. A seguire: buon salmone affumicato, mediocre fritturina di cozze e gamberi; buon pesce spada con purea di pomodoro (invero, il sapore del pesce veniva totalmente coperto, e risultava utile solo per garantire la consistenza dell’insieme); ottime orziadas fritte. Concludeva la serie di antipasti, una zuppa di cozze e arselle marinate di media qualità.
 

Nuova Trattoria - Gamberoni arrosto

Nuova Trattoria – Gamberoni arrosto

 

Dopo una licenziosa esibizione di tatuaggi in corso d’opera, da parte di una delle due ospiti, avendo il burriccu Tony una freudiana avversione per i primi piatti, gli asinini commensali procedevano per richiedere un comune approvvigionamento di spaghetti ai ricci di mare, misurati per le fauci di quattro persone. In realtà questa volta, la quantità presentata risultava praticamente doppia rispetto a quella richiesta, per cui gli spaghetti sono ahimè rimasti per metà nella pirofila, anche in virtù di un sapore che si manteneva entro i limiti della sufficienza. Segnaliamo, inoltre, una spolverata di bottarga da parte di S., con tanto di inorridimento di Jesus e di Tony per il possibile scempio del riccio di mare!
 

Nuova Trattoria - Crema catalana

Crema catalana

Nuova Trattoria - Tiramisù

Tiramisù

 

Spazio c’era ancora per un secondo piatto, concordato in una grigliata mista, con declinazione in seppie calamari e gamberoni arrosto. Qui dobbiamo segnalare un nuovo default da parte del servizio, che proponeva di accompagnare il pesce ad un contorno, solo dopo che questo era già arrivato a tavola. Ad ogni modo, seppur in ritardo, Jesus richiedeva del pinzimonio, accompagnato da salsa vinaigrette (pomodorini, finocchi, carote e sedano) per il quale registriamo un lontano retrogusto di terra da parte di qualche componente. La grigliata risultava gustosa e ben cotta se facciamo riferimento ai calamari e alle seppie, mentre del tutto inadeguata relativamente ai gamberoni (forse extra-territoriali, ma la cosa sarebbe da accertare) degradati da un lontano gusto di amoniaca.
Ottimi invero i dolci: crema catalana per A., Tiramisù per il Raschione e S., buonissimo sorbetto al limone amaro per Jesus. Il pranzo si concludeva con dei buoni caffè, una grappa barricata “903” per il Raschione, una “Animanera” per Tony, e due Cynar per S. e Jesus. Conto finale, 52€ cadauno, poco giustificato rispetto alla qualità complessiva delle pietanze e del servizio, giudicabile un 20-25% in eccesso rispetto al giusto dovuto.

Il Ristorante “La nuova Trattoria” non si distingue forse per raffinatezza e ricercatezza estetica, né riesce ad esprimersi con una cucina particolarmente fantasiosa e brillante. Qualche occasione di piacevolezza alimentare riesce però a regolarla, con piatti di genuina preparazione e con i dolci ottimamente confezionati. Due burricchi.

 


VALUTAZIONE “La nuova Trattoria”: Due Burricchi.
Ristorante La nuova Trattoria Indirizzo: Via al Mare 3, Sarroch
Telefono: 070900420    [mostra in google maps]
 

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set 30 2012

Ristorante Al Cavour – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Al Cavour - Ingresso Via Cavour

Al Cavour – Ingresso Via Cavour

 

Che cosa dire del Camillo di Cavour? Raffinato politico dell’Ottocento, appassionato patriota, fervente anticlericale, monarchico illuminato, primo ministro del Regno di Sardegna ma, soprattutto, quello della targa di Via Cavour, che non so bene chi sia, ma che fa tanto chic e mi piace sentirlo nominare, mentre cammino per le strette vie della Marina in una calda domenica di Settembre, o quando passo davanti a quel Garibaldi della Via Garibaldi, che senza accorgermene mi prosciuga in una serata tutta la paghetta; e allora volto i tacchi, sì che l’erta si volge in declivio, e dopo poco ritrovo la mia “Smart” bianca, che ho lasciato in zona pedonale – che tanto i vigili a quest’ora sono già a cena -, scendo veloce in Via Cavour (quello della targa) e la parcheggio lì, quasi di fronte al “Cavour”, che tanto i vigili adesso stanno tutti a guardare la partita, e poi loro multano quelli coi topini, mica quelli che portano i soldi! E se poi mi mettono la multa, c’è sempre papà che me la fa togliere…
 

Al Cavour - Interno

Al Cavour – Interno

 

Che bella sa essere la Cagliari di fine Settembre: calde serate senza afa, profumi di festa, disinvolti turisti che si insinuano, ordinati e attenti, negli angiporto più accoglienti e suggestivi della città, senza l’oppressione della fastidiosa ed invivibile calca estiva. I tavolini nei vicoli della “Marina”, stanno ancora lì, dove stavano all’inizio della bella stagione, così come si avvertono ancora la frenesia e il desiderio dell’Estate; e se non fosse che è la fine e non l’inizio, sarebbe ancora Estate: “com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire.”
Sabato sera, due losche figure asinine, rinchiuse in una rombante, ma – a dire la verità, date le piogge dei giorni scorsi – poco luccicante 150cv, scorrazzano veloci per le arterie cittadine, discutendo sulla zona più opportuna dove parcheggiare, arrivando dallo scorrevolissimo Viale Colombo.
 

Al Cavour - Bruschette all'olio

Bruschette all’olio

Al Cavour - Cruditè di cozze

Cruditè di cozze

 

Jesus: «Secondo me è meglio fermarci al molo “Ichnusa” e fare una breve passeggiata.
Raschione: «Cosa dici, entriamo nel porto che facciamo molto prima!»
Jesus: «Sarà… so già che, come tutte le cose che non decido io di persona, si rivelerà certamente una cazzata!»
Dopo aver percorso tutta via Roma lato mare, viale La Plaia, aver aggirato (magistralmente) un ingorgo ed essersi imbucati diligentemente nel porto, i due riescono a trovare per colpo di c… fortuna, una zona di sosta, decisamente più distante rispetto a quella indicata da Jesus dieci minuti prima. Come volevasi dimostrare, su giru de su molenti: burriccu!!!
 

Al Cavour - Gamberetti, diavola, scabecciu

Al Cavour – Gamberetti, diavola, scabecciu

 

Se non altro, il breve periodo di indugio accumulato, non è stato consumato nell’attesa dell’Ing.Marrocu, lui sì in forte ritardo, per effetto del traffico caotico del weekend, e della difficoltà nel trovare un parcheggio… in moto!
Grazie al consueto disallineamento temporale dell’ingegnere, abbiamo comunque avuto modo di assistere ad un signorile diverbio, poco fuori dal locale, tra il gestore/cameriere del “Cavour”, e un pittoresco personaggio con zainetto e bicicletta sgangherata, frequentatore storico del quartiere.
Alle ore 21.12, dopo i convenevoli di rito, i tre burricchi varcavano la soglia del Ristorante.
 

Al Cavour - Salmone, tonno, polpo

Al Cavour – Salmone, tonno, polpo

 

Il locale, al suo interno, si presenta elegante, accogliente e ben curato nei dettagli. Dall’ingresso di Via Cavour, si accede ad una prima piccola sala, in cui dominano una suggestiva volta ad arco e un bel bancone da bar color arancio striato, impreziosito da alcune piante ornamentali. La struttura si compone poi di altre due piccole sale, con pareti color ocra – sapientemente decorate con pietre di tufo chiaro -, in cui fanno bella mostra gli infissi e la mobilia dalle tonalità bruno antiche, uno splendido tetto con assi di legno, e il pavimento color ardesia; su quest’ultimo, sono disposti efficaci punti luce d’atmosfera, ed alcuni piccoli tavoli quadrati, dalla fisionomia e dall’impronta più moderne, ma bene innestati nell’architettura generale. Il ristorante inoltre, fa angolo con una viuzza laterale, nella quale vengono occasionalmente alloggiati i tavolini esterni, ad usufrutto di avventori forestieri ed indigeni. Unico appunto da muovere all’allestimento estetico del “Cavour”, è l’abuso dei diffusori acustici, veicolati da un moderno personal computer, che gracchiano molestamente sulle note di “Radio Sintony”. Giustamente l’Ing.Marrocu, ha prontamente richiesto la cessazione delle trasmissioni.
 

Al Cavour - Guazzetto di cozze

Guazzetto di cozze

Al Cavour - Ricotta miele bottarga

Ricotta miele bottarga

 

Il servizio in sala veniva garantito, in prevalenza, da una giovane e gentile cameriera. Servizio che, invero, si è dimostrato abbastanza disattento e approssimativo in taluni frangenti. Dal menu à la carte (presenti anche quelli “turistici”), scegliamo un assaggio di antipasti, con integrazione di cruditè di cozze (spavaldamente consumate, quasi per intero, da Jesus: «spereusu beni»!).
 

Al Cavour - Fregola con arselle

Al Cavour – Fregola con arselle

 

Soverchiando le velleità autolesionistiche del Raschione – forse intuendo dalle parole della cameriera la possibile entità delle porzioni -, Jesus e il Marrocu chiedevano di limitare a due soli coperti la misura degli antipasti. Nonostante questo, abbiamo avuto qualche difficoltà a terminare senza sforzi la serie di antipasti, proposti in forma numerosa ed abbondante. Più difficoltoso è stato l’ordinare il vino, poiché il personale sembrava non avere ben chiaro, oltre al nettare della casa, cosa vi fosse effettivamente in cantina. Ad ogni modo, la scelta è ricaduta su un evergreen: vermentino DOC “Costamolino”, delle cantine Argiolas che, nonostante fosse da noi ricordato per alcune annate non particolarmente brillanti, questa volta si è dimostrato, insperabilmente, eccellente!
 

Al Cavour - Spaghetti ai crostacei

Al Cavour – Spaghetti ai crostacei

 

Oltre alle cozze crude, e a delle deliziose bruschette salate all’olio (espressamente richieste), al tavolo dei donkeys sono stati presentati: insalata di gamberi, surimi, sedano e carote; gamberi in salsa rosa e sedano su letto di radicchio; gattuccio di mare a “scabecciu”; polpo alla diavola; carpaccio di salmone su letto di radicchio; salmone affumicato, noci e aceto balsamico su letto di verdure; insalata di polpo; tonno alla catalana con cipolle e pomodori; ricotta affumicata con miele e bottarga; guazzetto di cozze marinate con pepe nero (Raschione rivolto ai due voraci commensali: «mi avete lasciato quelle peggiori, disonesti!!!»).
Possiamo considerare gli antipasti di buon livello, con riferimento specifico alla qualità delle materie prime, con qualche punta di lodevole originalità (come la ricotta con miele e bottarga o il salmone con le noci e l’aceto balsamico, delizioso) ma di meno brillante implementazione tecnica e presentazione pratica (ad esempio lo “scabecciu” è stato servito eccessivamente freddo).
 

Al Cavour - Seada al miele

Sebada al miele

Al Cavour - Pannacotta al caramello

Pannacotta al caramello

 

Nell’attesa dei primi piatti, Jesus e il Marrocu,  decidevano di prendersi una “Passad’i acqua” per andare a comprare le sigarette. Al loro ritorno, una quasi amara sorpresa: oltre alla buona fregola con arselle aromatizzata con alloro e pomodori secchi – ordinata dal Raschione -, compariva sul tavolo un unico piatto di Spaghetti ai crostacei (in realtà spaghetti ai gamberi!). Poco male: considerata l’abbondanza del piatto, i due burricchi decidevano di condividerlo, piuttosto che ordinarne uno nuovo; spaghetti apprezzati da Jesus, meno dal Marrocu, ortodosso estremista de “sa gambera”.
Si decideva dunque, di passare direttamente ai dolci, che però si sono rivelati non all’altezza: sebada al miele per il Raschione («da discount!»), pannacotta al caramello, eccessivamente solida e stopposa, per Jesus e il Marrocu. La cena si concludeva qui, senza ulteriori orpelli. Il costo finale, di 23€ cadauno, è risultato piuttosto inferiore alla media delle nostre ciccionate, ma per il quale va contestualizzata l’assenza di secondi e amari e l’ordine – escludendo i dolci – di porzioni riferibili a due commensali anziché tre.
Il Ristorante “Cavour”, si presenta un ambiente accogliente e caratteristico. La sua cucina è semplice, ma basata su materie prime di buon livello; numerosissimi (menzione speciale) ed abbondanti gli antipasti. Più discutibili risultano essere il servizio, la dotazione della cantina, e la qualità dei dessert. Due Burricchi con menzione speciale.

 

VALUTAZIONE “Al Cavour”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Al Cavour Indirizzo: Via Cavour 48, Cagliari
Telefono: 070680313    [mostra in google maps]

 
 

Appendice. La serata si è conclusa con una degustazione di ottime e ricercate grappe, gentilmente offerte da un altro ristoratore della zona: Tony Frau, titolare de “La Tavernetta“, pochi metri più avanti, nella stessa via Cavour. Nel medesimo locale erano presenti il burriccu Orione – con un gruppo di amici -, e altri amici dell’Ing.Marrocu (come è piccolo il mondo!), con il quale l’ingegnere non si è sottratto (facendoci attendere 10 anni!) dal fare il figo! Grazie per la bella serata :D.


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set 9 2012

Ristorante San Crispino – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

San Crispino - Interno

San Crispino – Interno

 

Giust’appena ripreso un apprezzabile equilibrio psico-motorio, a seguire i bagordi di questa ultima ciccionata, e senza indugiare oltre nel tempo, per esigenze diplomatico-sentimentali, a tracciare il nuovo dissestato sentiero, del nostro lungo e interminabile cammino, ora m’accingo.
Il Corso. Immobile e acceso di spenta frenesia, si trascina veloce da Piazza Yenne, fin giù verso il Viale Trento, irrompendo nell’anima e nel cuore di “Stampace”.
Una strana e feroce maledizione tradisce la sua sponda Ovest, dirimpetto a un concentrato di boccacceschi anfratti, che nascondono veri tesori della cucina nostrana. Nonostante questo, su tale sponda, oggi speranzosi ci affacciamo.
 

San Crispino - Mangiatutto fritti

San Crispino – Mangiatutto fritti

 

Sabato, ore 12.57. Jesus e il Raschione Ettore, guidati e condotti dal loro agile e imponente 150 alberi, audacemente navigano verso la loro destinazione.
Al loro approssimarsi, la seconda terribile maledizione, che a qualunque vela sul Corso impedisce un rapido e dignitoso approdo, subitamente si dissolve.
Jesus: «Toh, questo se ne sta uscendo, parcheggio qui…»
Ettore: «No, pitticcu su c….!»
Alle ore 13.00, i due puntualissimi Burricchi attendono impazienti l’arrivo del terzo Triumviro ufficiale, Ing.Marrocu, giusto di fronte all’oggi recensendo ristorante. Dal loro punto di osservazione, incrociano lo sguardo della cameriera protagonista della ciccionata scorsa, che fugacemente loro sorride. “Su Caboniscu” è da lì pochi decametri distante.
 

San Crispino - Antipasti di mare

San Crispino – Antipasti di mare

 

San Crispino. Santo protettore dei calzolai, evangelizzatore e martire – parimenti al fratello Crispiniano – al tempo di Massimiano. Il Ristorante che visitiamo è lo storico locale a lui dedicato. Non molti mesi orsono, i Donkeys hanno visitato il medesimo anfratto, che per un breve periodo ha avuto diversa gestione e denominazione (Terre d’Ogliastra, una non felicissima alimentare esperienza). Sullo stesso tema marinaro, oggi sviluppiamo e improntiamo questo nostro “déjà vu“;
regressione decisa e imposta, come altre volte è capitato, dal maldestro algoritmo di selezione del Raschione, tanto chimerico quanto spesso ahimè insensato: burriccu!
 

San Crispino - Cozze

San Crispino – Cozze

San Crispino - Insalata di Mare

Insalata di Mare

 

Nonostante le imponderabili impressioni del Raschione, l’interno del ristorante non appare cambiato dopo il cambio di gestione: medesimi toni dell’arancio e del bianco alle pareti, stesso altarino dedicato al Santo, medesima disposizione dei tavoli nella sala. Forse qualche diverso decoro e suppellettile, un più apprezzabile utilizzo dell’impianto di climatizzazione, e più ordine e pulizia generali. Nota negativa, invero, l’abuso e la violenza di due rumorosi TV LCD, piuttosto distanti e non coordinati nella loro sintonia, tanto da creare insofferenza e fastidio per chi, come i Donkeys, venivano accomodati esattamente nel punto mediano tra i due, su una sorta di piccolo soppalco laterale in legno, il cui dislivello ha cagionato non pochi problemi all’Ing.Marrocu e a Jesus, i quali
– rispettivamente, da sobrio e da ubriaco – vi sono, platealmente, “imbrucchinati” addosso.
 

San Crispino - Tagliatelle della casa

San Crispino – Tagliatelle “San Crispino”

 

Il servizio in sala è garantito da due giovani camerieri/gestori, non particolarmente esperti ma affabili e gentili: uno più mite e rilassato, l’altro più energico e spigliato.
Dopo un rapido sguardo al menù, chiediamo di esordire con un assaggio di antipasti di mare, cosa che puntualmente ci viene concessa. Sul principio, non ci è invece possibile ordinare il vino, per un accidentale difetto di spedizione e consegna delle bevande. Il “nettare” bianco «della cantina di Monserrato» propostoci (e inizialmente accolto), è stato prontamente rimandato al mittente con disamore, appena dopo il primo assaggio. A quel punto, il cameriere più intraprendente, si è prodotto nella lodevole iniziativa di “rubare” qualche bottiglia al ristorante vicino, finalmente consentendo, agli esigenti burricchi, di deliziarsi con un ottimo vermentino “Is Argiolas” D.O.C., delle cantine Argiolas.
 

San Crispino - Grigliata mista

San Crispino – Grigliata mista

 

Sulla tavola dei burricchi arrivava, dopo una non molesta e misurata attesa, un assortimento di sette differenti pietanze, il cui apprezzamento è un chiaroscuro (a dire la verità più scuro che chiaro) di contrastanti sensazioni: dozzinale insalata di mare, con surimi, gamberetti, cozze, seppie, olive e peperoni (eccessivamente condita d’olio e dal sapore tutt’altro che trascendente), guazzetto di cozze alla marinara con pane grattato  (non bellissime da vedere ma abbastanza buone), discutibile salmone affumicato con aceto balsamico (sarebbe stato una buona base per un antipasto più articolato), gamberetti fritti (assolutamente insapore), buono scabecciu di sardine, discreti gamberetti in salsa rosa (discreti per Jesus, pessimi per l’Ing.Marrocu). L’ultimo antipasto che citiamo, è un abbondante piatto di mangiatutto fritti, la cui censurabile quantità (“mazza brutta!”), prontamente segnalata al cameriere, è stato oggetto di interesse ed esplicita recriminazione da parte dei burricchi:
«Scusi, ma dove li ha presi questi?» … «Alla METRO». Beata ingenuità!
 

San Crispino - Millefoglie

San Crispino – Millefoglie

San Crispino - Creme caramel

Creme caramel

 

Apprezzabile, invero, il primo piatto: buone tagliatelle “San Crispino”, con cozze, gamberetti zucchine e pomodorini.
La grigliata mista richiesta come secondo –  accompagnata da cruditè di verdure con finocchi, sedano e pomodori -, è stata positiva per un terzo, nella fattispecie per i buoni calamari arrosto, piuttosto che per la spigola e l’orata presenti sul piatto, dalla cottura approssimativa (in particolar modo la spigola era approssimabile ad un carpaccio di spigola!) e dal sapore più che discutibile.
I dessert, seguivano la stessa falsariga: buono il crème caramel assaggiato da Jesus (e successivamente dall’Ing. Marrocu), da dimenticare il millefoglie al cioccolato del Raschione e il sorbetto al limone del Marrocu.
Di comune accordo il pranzo si concludeva qui, per consentire ai Donkeys di degustare il caffè e gli ammazzacaffè più tardi, dopo una breve passeggiata ristorativa lungo il Corso stesso. Prezzo finale dell’esperienza, 37€ cadauno, da giudicarsi un 20% eccessivo, rispetto alla qualità complessiva di cucina e servizio. Per dovere di cronaca, segnaliamo una mancia di 6 euro e 20centesimi, e lasciamo a voi immaginare chi, fra i tre, abbia elargito i venti centesimi!
A prescindere dalle passate vicissitudini, il Ristorante “San Crispino”, nonostante si esibisca da parecchi anni sul palco della lussuria alimentare, sembra peccare di alcuni (più o meno gravi) difetti di gioventù, che possiamo individuare nella organizzazione generale, nell’approvvigionamento delle materie prime (sarebbe utile sondare nuove vie per le forniture del pesce fresco) e in una cucina non particolarmente fantasiosa e brillante.
Encomiabile, invero, la gentilezza e l’impegno dei giovani gestori (menzione speciale), che speriamo riescano a indirizzare il locale, di rinnovata recente apertura, verso più apprezzabili collocazioni, in seno alla ristorazione cagliaritana. Un burriccu con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “San Crispino”: Un Burriccu con menzione speciale.
Ristorante San Crispino Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele II 190, Cagliari
Telefono: 329 4444827    [mostra in google maps]
 

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