☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
mag 3 2014

Ristorante Hotel Monte Arcosu – Uta

 Scritto da Jesus | | Commenta

Monte Arcosu - Piscina

Monte Arcosu – Piscina

 

Giovani e anziani custodi del miracolo della vita; anime imbelli che avete per secoli vagato tra le bellezze del Creato, senza mai avvertirne e scorgerne il fondamento; monocordi mandibolatori di professione, che l’atto del deglutire avete elevato come vostra unica fonte di sostentamento fisico e morale. Rinnegate oggi il vostro oblio; inspirate ed ispirate il caldo alitare della Natura; oscurate il vostro sguardo ai falsi riverberi della luce; mirate le forme imponenti dei monti; purificate i vostri occhi con le acque dei limpidi torrenti, glorificate il pensiero di Jesus e infine disilludetevi di quanto appena letto, perché se l’avete fatto avete sacrificato ben troppa vita, verso il volgersi della vostra fine…. Fine.
 

Monte Arcosu - Interno

Monte Arcosu – Interno

 

Appunto la Natura ci mancava. Il freddo condersarsi della brina che punge la pelle,  il soffocante odore del bestiame nei campi, lo sprezzante colore delle foglie,  l’auto-erotico sfregar delle fronde degli alberi, l’agitarsi di colorati pennuti e il confortevole calore del sole, che dona ottimismo e rassicura ciascuno delle proprie speranze.
Tutto questo non avremo oggi modo di descrivere e raccontarvi perché, all’atto di indirizzarci verso l’oasi naturalistica del Monte Arcosu, l’indecifrabile macchina delle ciccionate del Raschione Ettore, stabiliva altresì che il rituale avrebbe dovuto consumarsi nelle ore notturne, negando quindi, dal principio, ogni possibile velleità di bird o donkey watching.
 

Monte Arcosu - Salumi

Monte Arcosu – Salumi

 

Arrivati non con qualche difficoltà al ristorante con la nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, dopo un lungo andirivieni condito da «alza i fari che non si vede niente» e «perché stiamo facendo questo giro inutile?», i Burricchi subitamente prendevano coscienza che la serata non sarebbe stata tranquilla e silenziosa. Nel parcheggio dell’hotel, decine di macchine con drappi bianchi, e un eco lontano di intrattenimento musicale, ci suggerivano che avremmo condiviso gli spazi con un banchetto nuziale. La certezza arriverà quando, nell’appropinquarci con passo da soma verso la struttura, riuscivamo poi a cogliere distintamente le parole dei testi di Pupo e dei Ricchi e poveri.
 

Monte Arcosu - Antipasti

Monte Arcosu – Antipasti

 

E’ senz’altro accattivante e ben curata l’ambientazione dell’Hotel Monte Arcosu. Immerso nella magia delle colline ai piedi dell’omonimo monte di Uta, architettonicamente ricorda una grande magione di campagna nella quale domina l’elegante piscina all’aperto. L’interno – o per lo meno la sala ristorante – si qualifica con arredi rustici, decori in pietra e tovagliame ocra/arancio, in tinta con alcune colonne portanti. Parte della sala destinata agli ospiti del matrimonio era confinata da pseudo-murature tensostrutturali, mentre i Burricchi venivano fatti accomodare in un più intimo e frequentato spazio nei pressi della reception. Il tavolino d’accomodo risulterà particolarmente minuto, tanto da necessitare una appendice mobile, onde consentire la comoda distribuzione delle portate; appendice, che verrà messa a dura prova dalle periodiche capocciate di un infante, lasciato allo stato brado dagli astanti progenitori. Non è particolarmente calorosa l’accoglienza riservata ai Burricchi da parte dei camerieri, probabilmente troppo impegnati nelle frenetiche attività della festa nuziale. Ad ogni modo venivamo fatti accomodare informalmente da un signore “in borghese” che poi si sarebbe affrancato presso tavolo di terzi avventori, presumibilmente suoi conoscenti diretti. A parte le questioni di forma (come una chewing-gum galeotta), il servizio si dimostrerà comunque sufficientemente rapido ed adeguato.
 

Monte Arcosu - Tortino carote spinaci

Tortino carote spinaci

Monte Arcosu - Melanzane

Melanzane

 


Esclusa ovviamente la possibilità di desinare con la pizza, ordiniamo abbastanza velocemente antipasti e primi, facendoci catturare dall’offerta di selezione di pietanze miste di terra e di mare. Difficoltà nella selezione del vino. Dopo una fase di titubanza da parte di Marrocu, il Burriccu Raschione comandava repentinamente una etichetta (la più costosa!) non gradita all’Ingegnere, che dopo un attimo di smarrimento, richiamava vistosamente il maître convenendo, pur di non dare soddisfazione all’antagonista asinino, con l’ipotesi di mediazione suggerita da Jesus: Torbato DOC di Sella&Mosca “Alghero”.
 

Monte Arcosu - Fregola

Monte Arcosu – Fregula con arselle

 

Diciamo subito che gli antipasti, sebbene composti da un numero considerevole di portate (tredici) e seppure abbiano esordito con un discreto vassoio di salumi (ottimo prosciutto crudo, ottima salsiccia sarda, anonimo prosciutto cotto!) nel complesso ci sono apparsi insignificanti, dal punto di vista della presentazione e dalla rendita in termini di gusto: «sembra il festival del sottolio». Inoltre, a prescindere dalla sovrabbondanza di olio, da riferirsi a buona parte dei piatti, dobbiamo rilevare di aver personalmente notato (almeno Jesus e l’Ing.Marrocu) un quasi comune denominatore di gusto nei condimenti: uno strano sapore, che pizzicava la lingua, come se le verdure e gli ortaggi fossero stati lavati e purificati con un utilizzo eccessivo di bicarbonato.
 

Monte Arcosu - Culurgiones

Monte Arcosu – Culurgiones

 

Ad ogni modo, fatti salvi gli errori dovuti alla memoria, e all’assenza per turismo sessuale in Ukraina del Raschione Ettore, gli antipasti si articolavano in: salumi, insalate di mare con olive nere e peperoni, polpo con patate, pasticcio di funghi e pecorino, funghi sott’olio, insalata di tonno e pomodori, pesce azzurro marinato, involtini di melanzane arrosto, insalata di gamberi, piedini d’agnello, melanzane sott’olio e dignitoso tortino di carote e spinaci, servito un po’ troppo freddo. Al «vi siete arresi?» della cameriera, in fronte al fatto che le cibarie erano in gran parte rimaste nei loro accomodi (cosa anomala per i Burricchi!) abbiamo reagito con un pietoso silenzio.
I primi piatti, invero, sollevavano un poco la media, per effetto del gusto gradevole  «con questi andiamo sul sicuro» dei culurgiones (Di Azara?) con ripieno di patate e formaggio, conditi con pomodori e spolverata di bottarga, scelti da Jesus e Marrocu, mentre il Raschione Ettore non gradiva troppo la sua fregula con arselle, pomodori e prezzemolo, seppure l’irregolarità dei grani lasciasse pensare ad una pasta artigianale.
 

Monte Arcosu - Tiramisù alla banana

Tiramisù alla banana

Monte Arcosu - Macedonia

Macedonia

 

Dopo aver discusso sulla ipotesi di procedere con una grigliata mista, abortita per il fatto che (onestamente) ci veniva comunicato che i gamberoni erano in realtà congelati, passavamo direttamente ai dessert: macedonia per l’Ing. Marrocu, anomalo tiramisù alla banana («voi quando sentite parlare di banana vi ci buttate subito!») per Jesus e il Raschione. Se trattavasi di un esperimento dello chef, certamente è fallito: gusto indeciso tra l’aspro e l’annacquato. La cena si concludeva quindi con dei caffè, e con un fil’e ferru (acquavite) per Jesus.
Costo complessivo della serata 29€ cadauno, da ritenersi adeguati, almeno per quanto concerne il numero di portate che abbiamo ingurgitato.

 

L’Hotel Monte Arcosu è splendidamente collocato nell’omonima oasi naturalistica, immerso tra le verdi colline di Uta. Nonostante questo, dobbiamo dire che la cucina, in particolare antipasti e dolci, non si sono dimostrati all’altezza delle aspettative, forse a seguito del concomitante banchetto di nozze. Un burriccu con menzione speciale per la location.

 


VALUTAZIONE “Monte Arcosu”: Un Burriccu con menzione speciale.
Ristorante Hotel Monte Arcosu Indirizzo: Loc. Monte Arcosu, Uta – CA
Telefono: 070969291    [mostra in google maps]
 

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gen 22 2014

Ristorante Cibò Qibò – Terralba

 Scritto da Jesus | | Commenta

Cibò Qibò - Interno

Cibò Qibò – Interno

 

Intrappolata negli incubi della mente, confinata entro una impenetrabile trama multicolore, fatta di sensazioni, bisogni, desideri, la vera realtà è un unico fermo immagine colto nel centro di una sala da ballo, al culmine di una passionale ed isterica danza, in cui i ballerini si scambiano ripetutamente, senza una logica né predeterminazione, di partner.
Piccole mutazioni, possibili entro questi metafisici confini di apparenza, ci consentono di approssimare un modello o una sua istanza, per assecondare al nostro interesse e alla nostra intelligibilità, ciò che è al di fuori della nostra portata razionale, e che mai riusciremmo altrimenti a cogliere nella sua essenza. Ecco così che non vi sembrerà anomalo, mutare il vostro più istintuale ordine biologico, reindirizzando lo stesso concetto di “cibo”, verso una semiotica più eccentrica e concettuale. Ma la vera questione è: cosa significa “Qibò”???
 

Cibò Qibò - Antipasti di mare

Cibò Qibò – Antipasti di mare

 

Iniziamo volenterosi questa nuova avventura, che ci porterà una volta di più lontano, oltre l’orizzonte del cielo cagliaritano, per volontà della indecifrabile macchina delle ciccionate, decretante, per intermediazione del Raschione Ettore, una ulteriore avventura in quel di Terralba.
Arriva, come suo solito mesu drommiu, Jesus la Domenica mattina, all’appuntamento con gli altri due burricchi, programmato al consueto transitorio punto di incontro, sulla via della S.S.131: parcheggio “Mediaworld” di Sestu. Dopo brevi immutabili convenevoli, si decideva quale sarebbero stati vettore e auriga che avrebbero condotto il Donkey Challenge verso la gloria. Il fato volle che l’ancient wolkswagen dell’Ing.Marrocu, in accoppiata con lo stralunato Jesus venissero irrazionalmente, scelti. Il Raschione Ettore decretava quindi essere l’ora successiva, una delle più a rischio della sua vita, dal punto di vista della sicurezza e della incolumità fisica, predisponendo allora, sul sedile di dietro, le prime accortezze per la necessaria tutela personale.
 

Cibò Qibò - Cruditè di mare

Cruditè di mare

Cibò Qibò - Zuppetta di cozze e arselle

Zuppetta cozze e arselle

 

Dopo circa cinquanta minuti di viaggio, passati per lo più ad evitare le buche della statale, i gaggi lanciati a 180km/h, e le pontificazioni dell’Ing.Marrocu, sotto il costante diluvio domenicale, i Triumviri parcheggiavano in Via Marceddì, giusto in fronte al ristorante “Cibò Qibò”, immediatamente adiacente ad un altro locale, recentemente visitato e pluriburriccato dai tre corsari della ristorazione sarda.
 

Cibò Qibò - Tagliatelle rucola bottarga

Cibò Qibò – Tagliatelle rucola bottarga

 

Il “Cibò Qibò”, al suo interno, è piacevolmente intimo ed accogliente. L’atmosfera è quella di un locale tipico degli anni ’80, articolato in un’unica grande sala, caratterizzata da colonne e decori rosa salmone, una zona bar angolare all’ingresso, ben dosati punti luce, ampi tavoli con tovagliame bianco e crema. Una minore entropia nei temi delle stampe alla pareti, si renderebbe necessaria per dare un tono più armonico ai suppellettili, escludendone una pur leggera componente kitsch. Al nostro arrivo veniamo accolti dalla padrona di casa, che ci fa accomodare al tavolo e che successivamente registrerà le nostre comande. Durante il pranzo, verremo per lo più assistiti da un secondo giovane cameriere e, occasionalmente, dallo stesso cuoco, che ogni tanto baluginerà in sala, con tanto di grembiule e pietanze in mano.
 

Cibò Qibò - Risotto ai frutti di mare

Risotto ai frutti di mare

 

Quest’ultimo dato, più che una curiosa e gradita singolarità, è apparsa invero una necessità, cagionata dal numero considerevole di avventori presenti, fatto anomalo per le nostre avventure pomeridiane e/o domenicali; questo, anche per effetto dell’arrivo di due chiassose tavolate, che hanno ben presto saturato le capacità di accoglienza acustica della sala, sovrastando l’iniziale piacevolezza della musica Jazz in sottofondo. Dobbiamo registrare, in effetti, come questa situazione abbia in qualche modo inciso sulla qualità generale del servizio, impedendo, ad esempio, che ci venissero sostituite stoviglie e posate – relativamente agli antipasti – con la giusta tempestività, cagionando qualche piccolo problema di comunicazione (l’amaro di Jesus è arrivato con ghiaccio anziché liscio, come richiesto) e determinando un sensibile rallentamento dell’incedere del pranzo (durato circa tre ore).
 

Cibò Qibò - Linguine al sugo di capone

Linguine al capone

 

Ineccepibile, invero, la qualità della cucina e delle materie prime, risultate mediamente «sopra le righe».
Iniziamo le ostilità con un brindisi di benvenuto: prosecco di Valdobbiadene, che accompagniamo all’ottimo cestino di pane guttiau servito in tavola. Uno stuzzichino più elaborato avrebbe fatto certamente più effetto. Il vino scelto dall’Ing.Marrocu è un buon DOCG “Greco di tufo”, del 2012,  cantine Torricino, dal colore paglierino ambrato, che supponiamo naturale, anziché risultato dei primi effetti ossidativi del tempo.
Impossibile rinunciare alle cruditè di giornata (porzionate per due persone) costituite da ostriche (presumibilmente) di Arborea, e cocciule (arselle) di Marceddì. Jesus sfidava la sorte divorando (ovviamente dopo opportuna apertura) le arselle rimaste chiuse.
 

Cibò Qibò - Rana pescatrice

Cibò Qibò – Rana pescatrice

 

Ottimi gli stuzzichini di mare, di difficile suddivisione data la monoliticità della porzione: maruzzelle (lumachine di mare) in salsa piccante, involtino di salmone con zucchine, bocconi (murici) di mare, polpo alla diavola su crostino di pane, tortino di polpo su patata lessa e pomodoro, filetto di muggine su base di pomodoro e basilico con cipolla di Tropea, insalata di finocchi e bottarga, rosellina di ravanello.
Ottima la zuppetta di cozze e arselle, caratterizzata da un certo grado di piccantezza, piacevole live motive (e non leitmotiv!) in tutta la cucina del “Cibò”, finanche portato all’estremo ideale, con la presenza tra i dessert di una mousse al cioccolato e peperoncino.
 

Cibò Qibò - Sorbetto al limone

Sorbetto al limone

Cibò Qibò - Tiramisù

Tiramisù

 

Molto gustosi i primi piatti: tagliatelle con rucola, bottarga e pomodoro per il Raschione, risotto ai frutti di mare (ottenuto dopo lunga contrattazione in porzione singola, nonostante il menù prevedesse un minimo di due persone) per l’Ing. Marrocu, corpose linguine al sugo di capone (chelidonichthys lucernus) per Jesus. Eccellente, invero, il secondo (in attesa del quale si era provveduto a ordinare un buon pinzimonio di verdure): coda di rospo con carciofi e crema allo zafferano, con spolverata di peperoncino. Superiore!
Infine i dessert: scenografico e spumoso sorbetto al limone con decoro di mandarino per Jesus e l’Ing.Marrocu, tiramisù (meno brillante nella presentazione) per il Raschione. Il pranzo si concludeva quindi con tre caffè e – non essendo disponibile alcuna tipologia di amaro confacente ai desideri degli esigenti burricchi – , un solo “Ramazzotti” per Jesus.
Costo della giornata, 49 euro cadauno, da giudicarsi un 15% al di là del giusto dovuto. Da segnalare, al ritorno, la conduzione affidata alla coppia Raschione (pilota) Marrocu (navigatore), che pur di rinnegare le indicazioni fornite dal Nokia 41Mp di Jesus, preferivano finire in un pantano fangoso. Burriccusu!

Ottima la proposta culinaria, atmosfera rilassante finché la sala non si riempie troppo, a nostro parere il “Cibò Qibò” registra qualche problema nei tempi e nell’efficienza del servizio, probabilmente legati – nella circostanza – a un difetto numerico del personale. Per ora, la media della nostra valutazione è di Tre Burricchi.

 


VALUTAZIONE “Cibò Qibò”: Tre Burricchi.
Ristorante Cibò Qibò Indirizzo: Via Marceddì 193 , Terralba – OR
Telefono: 078383730    [mostra in google maps]
 

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lug 27 2013

BIC Bar & Italian cuisine – Sanluri

 Scritto da Franco | 2 commenti | Commenta

BIC - Esterno

BIC – Esterno

 

E’ in una torrida sera estiva dell’ultima decade di luglio, che i triumviri titolari più il burriccu di scorta Sollai (di seguito denominato “lo scrivente”), si ritrovano per una ormai “ultracentenaria” ciccionata. L’appuntamento è, come sempre per le ciccionate fuori porta, all’ombra dei cipressi in quel di Pauli, crocevia ideale per tutti i partecipanti, compreso l’Ing. Marrocu, neo “cerexino” d’adozione. Appuntamento fissato per le 20, e con solita solerzia svizzera, carovana pronta a muovere verso la culla del Medio Campidano. Non appena guadagnato l’abitacolo della berlina americana, un sempre indisciplinato Ing. Marrocu dà il via alle prime scaramucce e discussioni su: temperatura interna, sistemazione sedili, e regolazioni varie, dimostrandosi sempre avvezzo a manifestazioni sterili e provocatorie. Immancabile l’intervento del Raschione sull’itinerario da seguire, che dovrebbe secondo lui sempre prevedere un passaggio di fronte alla cattedrale dove egli presta servizio infrasettimanale.
 

BIC - Interno

BIC – Interno

 

Le escursioni fuori dai confini cagliaritani danno l’opportunità ai burricchi, come consuetudine, di apprezzare il frenetico avanzamento dei lavori nella SS 131, leggi Carlo Felice – che nell’arco degli anni è diventata consuetudine triste – e apprezzare i commenti di un sempre polemico Ing. Marrocu, che non esita ad inveire verso tutto ciò che dai più viene considerato motivo d’orgoglio regionale, come paesaggio, clima, mare e servizi in genere. Tra una deviazione, un restringimento di carreggiata ed una estemporanea prova di safety car, nei confronti di una utilitaria strombazzante guidata di una gentilissima signorina (burricca), i critici culinari guadagnano la destinazione alle ore 20:45 in punto, ben quindici minuti prima dell’orario di prenotazione, ma oltre quindici minuti dall’orario di chiusura di un Brico Center situato nei pressi del parcheggio, che avrebbe costituito un passatempo ideale per ammazzare il quarto d’ora d’avanzo alla ricerca di qualche pezzo da bricolage, e soprattutto avrebbe prolungato il tempo di permanenza oltre l’orario di lavoro dei commessi inferociti. Teatro del sollazzo settimanale è il Ristorante, Pizzeria, Pub etc., BIC, sito nella vecchia statale 131, all’altezza di Sanluri.
 

BIC - Antipasti

BIC – Antipasti

 

Il nome BIC non deriva da un nostalgico delle vecchie penne a sfera, penne che tanti di noi hanno visto accompagnarsi alla propria carriera scolastica, ma dall’acronimo di BAR & ITALIAN CUSINE, denominazione che troviamo decisamente azzeccata vista la location internazionale. Seppur con qualche minuto d’anticipo si decide di guadagnare l’ingresso della struttura, articolata su più sale, capaci di accogliere un gran numero di avventori. La configurazione “estiva” del locale ruota intorno ad un gazebo in legno (pub) dove viene servito un apericena a favore dei clienti meno avvezzi alla spesa in un ristorante – subito apostrofati con un aggettivo che per diplomazia lasciamo immaginare a chi legge – che si affaccia in un giardino con piscina e attigua copertura, sempre in legno ma priva delle amate controventature, sotto la quale trovano sistemazione un ventina di tavoli. Il giardino, arredato con dei divanetti, risulta abbastanza spoglio e spartano, ed è motivo di discussione tra i commensali, che audacemente si cimentano nel suggerire soluzioni di alta architettura per l’abbellimento dello stesso.
 

BIC - Pizzette fritte

Pizzette fritte

BIC - Carpaccio di tonno

Carpaccio di tonno

 

I burricchi vengono accolti da un affabile cameriere e fatti accomodare in una tavolo rettangolare, apparecchiato in maniera contraddittoria, con posate e bicchieri adeguati ma con dei discutibili fazzoletti di carta!! Il cameriere, che si rivelerà attento e affidabile, propone di iniziare con un aperitivo, che trovava convergenti i tre quarti della compagnia su uno Spritz, ed il solito Jesus controtendenza, arrevesciu, che optava invece per un Martini Bianco. Gli aperitivi venivano accompagnati con delle tartine di pane guttiau farcite con un formaggio spalmabile spolverato con della bottarga di muggine dal sapore molto delicato e gradevole. Si poteva così passare alle ordinazioni di antipasti e primi, e del nettare di accompagnamento, scelto da un sovrastimato Ing. Marrocu, che continua, nonostante attestati millantati, a dimostrare notevoli carenze in materia enologica. La scelta pertanto ricadeva su una etichetta toscana della cantina “Banfi”, Vermentino Toscano IGT “La Pettegola”, definito dopo la immancabile sceneggiata dell’assaggio come vino “leggero”, e rivelatosi invece abbastanza “pesantuccio”, visto un titolo alcolemetrico di tredici gradi. La somministrazione e l’assaggio venivano proposti da un secondo cameriere, ovviamente scambiato per il primo dal nostro assaggiatore, già in avanzato stato confusionale nonostante ancora sobrio.
 

BIC - Riso Carnaroli gamberi cozze

BIC – Riso Carnaroli gamberi cozze

 

Le ostilità avevano così inizio con il susseguirsi di una serie di antipasti consistenti in: polpo con patate, che si presentava con una ottima consistenza ma con un condimento poco deciso, secondo il Raschione a causa di un olio d’oliva non all’altezza. A seguire: capesante con gambero rosso del Mediterraneo su vellutata di piselli, considerato da tutti gradevole ma non eccellente, visto l’abitudine alla crema di piselli di un burriccu occasionale che si diletta in cucina di stanza in Parteolla. Ancora Pizzetta fritta ripiena di bufala con coulis di pomodoro, dal gusto veramente notevole. Poi carpaccio di tonno marinato agli agrumi con finocchietto e scalogno, di buona fattura, e per concludere un sublime crostino con pomodorini e bottarga a pezzi.
 

BIC - Paccheri alla marinara

Paccheri alla marinara

BIC - Ravioli ricotta e capesante

Ravioli con capesante

 

La cena proseguiva quindi con la degustazione dei primi piatti, considerati senza dubbio il pezzo forte della cucina: ravioli dello chef con ripieno di ricotta e capesante per i burricchi anziani, Risotto “carnaroli” con gamberi e cozze, mantecato alle capesante, per il burriccu Marrocu, e Paccheri di Gragnano alla marinara, con gamberi, scampi, calamari, arselle e cozze per lo scrivente. Tutti i primi piatti si sono rivelati eccellenti, e di sicuro nettamente superiori al resto delle pietanze.
 

BIC - Tempura di gamberi rossi

BIC – Tempura di gamberi rossi

 

Terminati i primi piatti, i famelici burricchi decidono all’unanimità di ordinare anche i secondi, non prima di aver approvvigionato il nettare di accompagnamento, che veniva prontamente ordinato dal Raschione, che nonostante nessun titolo da esibire si dimostrava ben più preparato in materia del sovrastimato Ingegnere Civile. La scelta ricadeva sempre su un Vermentino, questa volta di Sardegna DOC, un eccellente “Longhera”, della cantina Carpante di Usini. In attesa dell’arrivo dei secondi piatti, la serata veniva in qualche modo allietata da Jesus, che iniziava a manifestare i sintomi di una fantomatica puntura di una mosca cosiddetta “cavallina”, che sfociavano ad un certo punto in una urticante fastidio agli zoccoli (peisi), tanto da portarlo a dover richiedere del ghiaccio supplementare, per evitare di dover immergere gli stessi zoccoli all’interno della suaglass.
 

BIC - Filetto di tonno croccante all'arancia

BIC – Filetto di tonno croccante all’arancia

 

Arrivavano a seguire i secondi piatti, equamente divisi tra i quattro commensali, consistenti in un ottimo filetto di tonno croccante all’arancia su letto di rucola e pinoli tostati, e in una tempura di gamberi, con una pastella non indimenticabile. In una cena che si rispetti non poteva di certo mancare l’apporto glicemico del dessert, ordinati tra lo stupore del cameriere, che avrà pensato… ma cantu azzz pappanta custusu? Venivano così ordinati una panna cotta al caramello per Jesus, Semifreddo al caffè per Raschione, Tagliata di ananas per il Marrocu, presentata al tavolo con due foglie dalle evidenti sembianze di padiglione auricolare ainino, e tortino al cioccolato freddo per lo scrivente. Immediatamente dopo l’ordinazione il cameriere portava al nostro tavolo la spiacevole notizia della mancanza del caramello, problema che veniva immediatamente risolto su suggerimento dell’Ing. Marrocu (allora l’accademia di Pirri a qualcosa sarà pur servita), con una preparazione espresso da parte dello chef del caramello, esecuzione peraltro non gradita a Jesus, che poi confessava di non gradire proprio come tipo di dessert la panna cotta, ma che impavido cercava di trovare uno chef che gli facesse cambiare opinione.
 

BIC - Dessert

BIC – Dessert

 

Anche i dessert venivano considerati di buona fattura, pur non raggiungendo l’eccellenza dei primi piatti. Per concludere gli immacabili digestivi ed i caffè. Cynar con ghiaccio per Jesus, Rum “Santa Teresa” per Raschione, Rum Pampero Riserva per il Marrocu, che contribuiva in maniera definitiva ad innescare la sua vena polemica nei confronti dell’incompetenza del Raschione in fatto di Rum agricoli, facendola sfociare in un pippa allucinante e interminabile, con tanto di reprise anche durante il viaggio di ritorno. Costo finale, € 44,41 cadauno, arrotondato per eccesso su inconsueto invito dal burriccu susunku per eccellenza, che poi subito cercava di rifarsi scroccando una sigaretta ai camerieri, e facendo incetta di vivident dalla scorta automobilistica dello scrivente.

Il Ristorante BIC, offre di sicuro una cucina di buona levatura, con una scelta comunque interessante di piatti semplici e più elaborati, una location informale ma comunque gradevole, anche se in una posizione non facilissima da raggiungere per i forestieri. Valutazione finale: tre meritati burricchi!!

 

VALUTAZIONE “B.I.C.”: Tre Burricchi.
Ristorante BIC Indirizzo: Km. 45 Strada Statale 131, Sanluri
Telefono: 0702359488 [mostra in google maps]

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lug 14 2013

Ristorante Il Gatto – Cagliari

 Scritto da Jesus | 8 commenti | Commenta

Il Gatto - Interno

Il Gatto – Interno

 

Superteleburriccone… miao! Sono io il gatto, il peloso batuffolo senza scrupoli, che vi piace accarezzare,  che con scatto fulmineo vi offende il volto o le mani. Sono quello che sporca il vostro lindo salotto, che veloce vi attraversa la strada per cugurrarvi la giornata. Sono di certo io, quello che sentite cantare la notte con molesta ed impudica passione, che importuna il vostro sonno, che voi pensate di controllare ma dal quale siete e sarete dominati. Ho il mio fascino e non vi invidio, perché sono libero ben più di voi, perché mangio e mi sollazzo più di voi, perché faccio l’amore molto più di voi e, soprattutto, perché se non vi trovassi più oltre quell’uscio, mi sarebbe facile trovare qualcun altro!
 

Il Gatto - Insalata di polpo

Il Gatto – Insalata di polpo

 

Sabato sera. Preventivamente conoscendo la compagnia che di lì a poco avrebbe dovuto allietargli la serata, schematizzabile e sintetizzabile nella triade ortodossa del Donkey Challenge, il vostro amato Jesus si premurava, in sede organizzativa, di non dover dipendere dalle altrui feline voglie di libertà, sempre possibili nelle idee degli esuberanti burricchi; per cui disponeva, di concerto con i suoi colleghi,  l’utilizzo di due vettori per raggiungere la loro destinazione. Il Raschione Ettore avrebbe dovuto far sosta davanti alla dimora dell’infermo Ing.Marrocu, mentre Jesus stesso avrebbe provveduto alla propria movimentazione, cavalcando come d’abitudine la tracotante 150cv. Il diverso approccio al parcheggio delle due cellule asinine, si sarebbe quindi concretizzato in 15 minuti di temporale differenza. Da una parte Jesus, che procedeva diretto verso una rapida sosta a pagamento, arrivava in perfetto orario, mentre il Raschione e l’ingegnere impiegavano circa mezz’ora nell’individuare un parcheggio low-cost (per poi accusarsi vicendevolmente di susunkaggine). Gustosamente narreremo tra breve, quali risvolti abbia avuto a fine serata quest’atto di parsimonia, e davanti a quale lussurioso anfratto siano riusciti a trovare accomodo.
 

Il Gatto - Rucola e bottarga

Rucola e bottarga

Il Gatto - Guazzetto di cozze e arselle

Guazzetto

 

Il Gatto è uno dei storici e decennali ristoranti di Cagliari. La sua struttura ricorda molto, nell’atmosfera e nello stile, i locali tipici degli anni ’70, con alte pareti chiare, gradevole mobilia in arte povera, soffitto e arcate in muratura, qualche affresco e numerose bottiglie di vino investite dell’onere di sostenere il decoro di tutto l’ambiente, disegnato con piacevole e familiare gusto retrò. Gli spazi del ristorante si articolano in due sale trasversalmente contigue: la prima, nei pressi del vestibolo d’ingresso, più tranquilla, rilassante e aerata; la seconda, sebbene in maggior misura estesa, sensibilmente più rumorosa e frequentata. Dopo aver intuito che non avremmo voluto ordinare la pizza, ma che le nostre intenzione sarebbero state più bellicose, ben volentieri i camerieri hanno assecondato il nostro subitaneo desiderio di trasferire i nostri coperti nella prima sala, presso un tavolo di gran misura più ampio.
 

Il Gatto - Linguine all'aragosta

Il Gatto – Linguine all’aragosta

 

Il personale de “Il Gatto” è organicamente numeroso, attento, empatico e ben preparato. Oltre al maître di sala, che raccoglie ai tavoli le comande, assistono gli avventori due camerieri ed una giovane fanciulla. Inaspettatamente estesa e strutturata è la carta dei vini, che spazia da produzioni locali ad etichette internazionali, seppure dobbiamo rilevare che non tutte erano realmente disponibili nella cantina. Inoltre, fatto singolare, buona parte della proposta vinicola appariva interessare i vini rossi, a dispetto del menù (escluse le pizze) spiccatamente di mare. Ad ogni modo l’Ing.Marrocu, dopo varie ed incidentate riflessioni, sceglieva dal menù un Vermentino di Gallura DOCG “Capichera Vigna’ngena”, poi presentatosi di fatto (inesattezza della carta, segnalata al maître) un pur buon IGT “Capichera classico” del 2011. A fine serata, non volendo rinunciare ad un ulteriore bicchiere di vino, e non volendo tracannare l’ennesima bottiglia intera, i commensali optavano per una mezza ed obbligata porzione di un “Cala Reale” («…dei miei c.») DOC di Sella&Mosca, imposta al Raschione dalla scelta a maggioranza democratica di Jesus e dell’Ingegner Marrocu.
 

Il Gatto - Tagliatelle nero di seppia

Il Gatto – Tagliatelle nero di seppia

 

Come nostra abitudine cerchiamo di indirizzare la serata su un menù esclusivamente di pesce, richiedendo innanzitutto un assaggio misto di antipasti. Non sono numerose, in questo senso, le pietanze che ci vengono proposte, né particolarmente sofisticate, ma il trittico di mare che arriva al nostro tavolo – giusto poco prima di terminare le buonissime olive in salamoia – è tutt’altro che marginale e consueto: ottima insalata di polpo («si scioglie in bocca!») con rucola e pomodorini; buona insalata di rucola con scaglie di bottarga, gustosissimo guazzetto di cozze e arselle, con giusto dosaggio di piccantezza e prezzemolo, accompagnato da un gudurioso crostino di pane abbrustolito.
 

Il Gatto - Spigola arrosto

Il Gatto – Spigola arrosto

 

L’apice della soddisfazione alimentare nella serata è arrivato di certo con i primi. A dispetto del malizioso scetticismo con cui Jesus e dell’Ing.Marrocu hanno richiesto le proprie linguine all’aragosta («ma sono all’aragosta o al sugo di aragosta???») il loro piatto e quello del Raschione Ettore – delle tagliatelle al nero di seppia con arselle e scampi -, sono risultati a dir poco eccellenti in termini di materie prime, equilibrio di sapori e dosaggio delle spezie: chapeau!
Spazio c’era ancora, quindi, per un secondo. Mentre i fumi dell’alcol e di un covato rancore verso i difetti della società sarda, per poco non conducevano l’ing. Marrocu a sconsiderati e gratuiti gesti di violenza («ora prendo la bottiglia e la spacco in testa al primo che capita… porca p.!!!») ci veniva presentato al tavolo il cesto del pescato di giornata, dal quale avremmo dovuto attingere gli elementi per la nostra grigliata.
 

Il Gatto - Crema catalana

Il Gatto – Crema catalana

 

Invero, l’equilibrio e il probo senso del giudizio dei burricchi determinava una cernita senza eccessi, tanto da richiedere (anche questa volta senza l’approvazione del Raschione) un’unica grande spigola arrosto da dividere in tre. Da segnalare che i minacciati non brevissimi tempi di presentazione della grigliata  – per un presunto ingolfamento della cucina – sono stati sensibilmente ridotti da una paventata promessa di lauta mancia (poi concretizzatasi in termini di 15€ effettivi), a mo’ di palese corruzione, nei confronti della simpaticamente complice cameriera. La spigola arrosto, già eviscerata, pulita e servita con maestria da Jesus, è risultata piuttosto buona nel gusto e nel condimento, che probabilmente aveva come base un rivestimento di alloro, dato l’inconfondibile gusto trasferito alla carne del moronide.
 

Il Gatto - Zuppa inglese

Zuppa inglese

Il Gatto - Millesfoglie al cioccolato

Millesfoglie

 

Anche i dolci ci hanno amabilmente soddisfatto:  millesfoglie al cioccolato per il Raschione, zuppa inglese per Marrocu, crema catalana per Jesus, che non cedeva alla richiesta dell’Ingegnere di richiedere un’altra portata di suo gradimento, per poi poterne abusare! Il tutto era accompagnato da un buon moscato di Sicilia IGT “Ambar” delle cantine Florio, giusto per fare un dispetto – data la piega che avevano preso le nostre discussioni – alle produzioni indigene. Non avendoci soddisfatto il bouquet di liquori proposti, la cena si concludeva quindi con due caffè. Costo complessivo della serata 55€ cadauno, da giudicarsi un 15% superiori al giusto dovuto, ma comunque nel complesso sicuramente ben spesi.

Il Ristorante “Il Gatto” ci ha positivamente stupito. Come spesso è accaduto nelle recensione degli storici locali del cagliaritano, non ci avrebbe sconcertato trovare una cucina e un servizio non effettivamente al passo con i tempi e con le nuove linee della ristorazione nostrana. In realtà abbiamo qui trovato un servizio professionale ed attento, una cucina semplice ma di indubbia qualità, ed un ambiente familiare e rilassante. Qualche cavilloso appunto si potrebbe avanzare, invero, sul numero limitato di antipasti, sulla carta dei vini e sulla fornitura di liquori e amari. Comunque, l’esegesi complessiva, assegna a “Il Gatto” tre meritati burricchi.

P.S.: Nota finale, per la quale siamo in debito con i nostri lettori. Nella spasmodica ricerca di un parcheggio NO-Cost, il Raschione Ettore aveva alloggiato la sua utilitaria proprio di fronte ad un noto night club della città. Parcheggio reso poi indisponibile all’atto del recupero dell’autovettura, visto che il proprietario aveva sistemato la sua mercedes proprio di fronte. Le maldestre avances delle oriunde signorine e le insistenze dello stesso amministratore, nell’abbandonarsi al richiamo del locale, non hanno però intaccato la fortezza degli integerrimi burricchi. Siamo asini, non siamo gatti: se ne parla dopo il matrimonio! :-P

 

VALUTAZIONE “Il Gatto”: Tre Burricchi.
Ristorante Il Gatto Indirizzo: Viale Trieste 15, Cagliari
Telefono: 070663596 [mostra in google maps]

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apr 6 2013

Ristorante Da Lucio – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Da Lucio - Interno

Da Lucio – Interno

 

Lucio, lux, lucis, sei nato nella luce, sotto la luce hai vissuto il tuo tempo, con la luce hai nutrito i tuoi giorni, verso la luce scorre il tuo fato.
Io non so quanta luce occorra per trovare il proprio piacere, né immagino quanto buio si debba incontrare prima di scorgere il lume del proprio destino.
Forse il Diogene cinico e pazzo, ancora percorre le sue strade per trovare gli altri e se stesso, ma il suo passo è lento e pretenzioso, visionario e inappagato.
Vedete, questa è la nostra lanterna, questo è il nostro vagare: un viaggio lungo e incessante per le irte mulattiere della ristorazione sarda, per offrire a noi e a tutti, ogni riverbero di piacere alimentare.
 

Da Lucio - Focacce Antipasti

Da Lucio – Focacce Antipasti

 

Del nostro lungo vagare alla ricerca di ogni luce e bagliore di gusto e sapori, qualcosa sanno i nostri più assidui lettori, e qualcosa sanno in quel del Corso Vittorio Emanuale II. In particolare, per più d’una volta i Donkeys si sono fermati all’altezza del civico 190, per introdursi negli spazi ancora oggi dedicati a San Crispino. All’interno del ristorante “Da Lucio”, perenne si conserva l’antica teca innalzata in onore del Santo, benché più volte, negli anni e nei mesi passati, il locale abbia voluto cambiare gestori, proprietari e insegna. La  tempestiva visita dei Burricchi, dopo tali numerose transizioni, mai è stata fausta e propizia (cuccurre!) alla proprietà di turno: questa volta andrà meglio?
 

Da Lucio - Antipasti di mare

Da Lucio – Antipasti di mare

 

Il Raschione ci ricasca: lancia i burricchi all’avventura,  invia le truppe al fronte con l’arma di una lontana e vaghissima idea e senza alcuna programmazione, ovvero prenotazione. Dato per malato – con tanto di certificato medico – l’Ing.Marrocu, dopo un non breve navigare alla ricerca di parcheggio nei pressi del Corso Vittorio in Cagliari, alle 21 di Venerdì il gruppo residuo di Triumviri, riesce comunque a raggiungere il Ristorante “Da Lucio”, di recentissima apertura. Il nome, direttamente chiama in causa il titolare di origini calabresi; ed è lui stesso che, parimenti a un giovane e spigliato cameriere, accoglie Jesus e il Raschione al loro arrivo: «Buonasera, siamo in due c’è posto???». Risp: «Eh, a voglia!».
 

Da Lucio - Trenette dello chef

Da Lucio – Trenette dello chef

 

Da principio, diciamo che la struttura del locale, dalla nostra ultima “ispezione”, ha subito importanti rivisitazioni . L’ampia sala principale appare sempre suddivisa in due aree contigue e distinte, separate da una coppia di grossi piloni centrali, ma dalle pareti è scomparsa la vecchia colorazione arancio, avvicendatasi con eleganti tonalità bianche e lilla, arricchite da belle stampe in stile moderno. Il mutamento più palese, invero, riguarda la cucina: ora direttamente esposta alla vista dei clienti, grazie all’abbattimento di un muro divisorio trasversale. Il piccolo seminterrato adibito a cantina, è stato inoltre reso fruibile dagli avventori, mentre sono state conservate le vecchie (e un po’ scomode) sedie sagomate, color crema.
 

Da Lucio - Fregola

Da Lucio – Fregola

 

Scambiamo subito due battute con il maître/titolare, il Sig.Lucio, che subitamente si presenta al nostro tavolo e ci erudisce sulle pietanze presenti in menù. Inoltre apprendiamo come, in questa fase di avviamento, non sia ancora attiva per il ristorante, una stabile e studiata rete di approvvigionamento delle materie prime; cosa che ha consentito a Jesus di criticare la premura con cui il Raschione decide sistematicamente di catapultarsi in un locale di nuova apertura, senza concedere alcun fisiologico assestamento, per esigenze esclusivamente mediatiche. Ad ogni modo, chiediamo di iniziare il nostro escursus con un assortimento di antipasti di mare, seguiti dai primi piatti; inoltre, scegliamo di stappare – proveniente da una già ben fornita cantina -, un’ottima bottiglia di vino “Iselis” bianco, delle cantine Argiolas. Da questo momento, il servizio sarà quasi interamente garantito dal cameriere più giovane, mediamente abbastanza efficiente, ma non privo di distrazioni, come quella di servire il vino pochi secondi dopo lo spumante di benvenuto (tra l’altro non accompagnato da alcuno stuzzichino, delle olive sarebbero bastate!) o di congedarsi dal tavolo, prima che i commensali avessero potuto assaggiare il loro nettare, per convalidarne il valore.
 

Da Lucio - Granchione alla catalana

Da Lucio – Granchione alla catalana

 

All’arrivo degli antipasti, le prime impressioni sono buone: ottima la qualità delle cozze in zuppa, quella dei bocconi di mare (lasciati in bagno tiepido salato), e delle ostriche di Arborea, a dispetto della confessata e discutibile provenienza (Metro). Particolarmente appetitose, inoltre, risultavano essere le focacce aromatizzate, sfornate dal pizzaiolo ufficiale (altra novità del ristorante) e accompagnate ai piatti, parimenti al pane in tavola. Purtroppo, ben più critici dobbiamo essere nei confronti delle successive pietanze: anonimi gamberi all’arancia (più verosimilmente, al contorno di arancia); mediocre torta salata con piselli e radicchio (servita troppo fredda); insapore insalata di seppie con olio, limone, cipolle, sedano e peperoni; imbarazzante insalata di mare con gamberi, seppie, polpo (congelato) e condimento di prezzemolo.
 

Da Lucio - Tiramisù

Tiramisù

 

Malauguratamente, la qualità non migliorava con i primi piatti. Il Raschione Ettore ordinava le “Trenette” dello chef, servite al cartoccio e condite con panna, gamberi e pomodorini. Sebbene la pasta venisse presentata come “di Gragnano”, gli ingredienti fossero altisonanti e l’impiattamento risultasse accattivante, di certo il valore complessivo risultava fortemente condizionato dalla qualità dei gamberi (i medesimi degli antipasti) e da un uso improprio della panna. Molto migliore il sapore della fregola alle arselle scelta da Jesus, che difettava però per un eccessivo grado di cottura e per una pur minima presenza di sabbiolina, non perfettamente filtrata dalle buone conchilifere.
 

Da Lucio - Crema catalana

Crema catalana

 

Sicuramente positiva, ci pare la scelta di presentare ai clienti il pesce disponibile alla cottura su un apposito e ben fornito carrello. Tra il pescato di giornata, scorgiamo il più caratteristico dei crostacei sardi, un granchione da 1 Kg, e chiediamo che ci venga preparato alla “catalana”, con pomodoro olio cipolle e limone. Il risultato ci è sembrato abbastanza positivo nella preparazione del condimento ma, paradossalmente, il gusto del granchione in sé appariva più sanza lodo che sanza ‘nfamia, probabilmente per un disidratante eccesso di cottura. Tra l’altro, farà piacere sapere ai nostri lettori, che il Raschione non ama le chele dei crostacei, a causa della eccessiva fatica necessaria per consumarli: «pitticcu su mandroni!».
Per concludere, impietoso deve essere, il nostro giudizio sui dolci. Il tiramisù del Raschione, ma soprattutto la crema catalana di Jesus erano imbarazzanti: una poltiglia immangiabile di crema fredda, arricchita con uno strato di caramello oltremodo compatto. I velocissimi tempi di presentazione, ci fanno ipotizzare che fossero stati preparati la mattina e maldestramente rivisitati sul momento. Un caffè, una liquirizia “Eclisse” per il Raschione (arbitrariamente arricchita con un cubetto di ghiaccio) e un Cynar per Jesus, hanno chiuso le ostilità. Costo finale: 50€ cadauno, che commisurati a come e a quanto abbiamo mangiato, possiamo ritenere un 20% superiori al giusto ideale.

Allestito in un ambiente finalmente gradevole ed elegante, dotato di un’ottima carta dei vini, e nonostante una buona impostazione generale, il ristorante “Da Lucio” presenta ancora numerosi difetti in ordine alla cucina e al servizio; difetti che, con il tempo e con le nostre osservazioni, speriamo possano essere in qualche modo sanati. Due burricchi, meno meno.

 


VALUTAZIONE “Da Lucio”: Due Burricchi.
Ristorante Da Lucio Indirizzo: Corso V.Emanuele II 190, Cagliari
Telefono: 070671013    [mostra in google maps]
 

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