☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
nov 13 2011

Ristorante Greta’s Castello – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta
Greta's - Torre di San Pancrazio

Greta's – Torre di San Pancrazio


Greta’s Castello. Il Castello di Greta.

C’era una volta, perduta nel tempo di letizia e di pace degli uomini, un’antica città, innalzata, nel volgersi di una sola luna, da quattro neri giganti, su di una imponente rocca bagnata dal mare. Mare che, celato agli anfratti calcarei e alle strette stradine in pietra
– calpestate dal suo laborioso popolo -, veniva offerto, splendido e maestoso, alla vista delle alte torri e dei monumentali bastioni che difendevano la città.
Sospesa tra l’oblio della vita e la realtà del sogno, regnava sovrana la principessa Greta, che un vile incantesimo della bellissima ma areste fattucchiera Barbara, costringeva rinchiusa nell’imponente torre del proprio Castello.
Si risvegliava Greta, tutte le notti, accomodata sul suo nobile trono, nella chiassosa frenesia di una imponente e scostumata libagione. Maledizione voleva, che la sfortunata principessa bramasse immobile di unirsi a tale alimentare lussuria, senza però poter dischiudere in alcun modo le regali, carnose labbra.

Greta's - Interno

Greta's – Interno

 

Chiunque divisava di spezzare il sortilegio
– valorosi cavalieri, saggi sacerdoti, giovani vergini o gaudenti fanciulli – veniva d’incanto trasformato, appena varcata la soglia della torre,  in umile bestia da soma. Ecco perché la città si popolò ben presto di asinino bestiame, tanto da essere conosciuta, nelle valli e tra i popoli vicini, come la città dei Burricchi!
Una notte di luna piena arrivarono, proprio da quelle valli, tre nobili e valorosi principi
– i principi Din, Don, Dan – dalla folta chioma e dalla sgargiante livrea vermiglia. Difettavano, codesti nobili, per un risibile particolare antropomorfo: le vistose orecchie d’asino, che provocavano ilarità e scherno in chiunque incrociasse il loro cammino, ma che li mettevano al riparo da qualunque malevola stregoneria che mirasse a trasformarli in orecchiuti somari, quali – di fatto – già erano.

Greta's - Tempura di verdure e pescato del golfo

Greta's – Tempura di verdure e pescato del golfo

 

Alle ore 21 di Sabato, il principesco Jesus, il valoroso Ettore e il regale Ing.Marrocu, attraversate le suggestive vestigia del quartiere di Castello, varcavano senza indugio alcuno la soglia della torre stregata, per unirsi al solenne fatato convivio, e coraggiosamente infrangere l’antico incantesimo.
La torre in questione è il Ristorante Greta’s Castello, splendido e signorile anfratto cagliaritano, edificato sulle rocce calcaree della Via dei Genovesi. Il locale non è di per sé esclusivamente un ristorante, ma altresì un art concept bar, una sala per esibizioni live e una ricercata prosciutteria. Tre e più anime che si manifestano, distintamente ed armoniosamente, distribuendosi su altrettanti diversi ambienti, che è possibile inquadrare con maggior dettagli nel loro accattivante ed esteticamente ben curato sito Internet.

Greta's - Millefoglie di carasau e bottarga

Greta's – Millefoglie di carasau e bottarga

Greta's - Carpaccio di spada e gamberi

Greta's – Carpaccio di spada e gamberi

 

L’anima che più interessa al rumoreggiare di queste pagine, è di certo quella del ristorante. La sala, elegantissima e signorile, è un corto corridoio color latte, sormontato da una magnifica volta in pietra ed arredato con gusto e sobria compostezza. Contiamo una decina di comodi tavoli, apparecchiati e drappeggiati con grazia, circondati da splendidi piccoli elementi d’arredo e da luminose nicchie squadrate, che fanno capolino in fondo alla sala. Due lampadari a goccia e una imponente credenza bruna – deputata a celare con discrezione la cucina – completano lo stile raffinato e moderno.

Greta's - Maharones all'astice e funghi porcini

Greta's – Maharones all'astice e funghi porcini

 

Il servizio del personale è a dir poco impeccabile. Un esperto e sempre sorridente caposala e una spigliata signorina in elegante tenuta nero/vinaccia, si alternano ai tavoli dei non numerosi avventori presenti. Altre giovani bellissime principesse – molto probabilmente dedicate alle altre anime del Greta’s Castello – baluginavano di tanto in tanto  d’innanzi al “composto” osservare dei tre affascinati burricchi.
Se un appunto può essere mosso al ristorante, è la non perfetta distribuzione dell’impianto di riproduzione acustica, che in alcuni frangenti è risultato particolarmente fastidioso in termini di decibel profusi.

 

Greta's - Medaglioni di astice

Greta's – Medaglioni di astice

 

I burricchi venivano quindi accolti e accomodati al loro tavolo, con letizia e gentilezza. Arrivate dapprima le bottiglie di acqua naturale e frizzante richieste, l’esordio è stato quello di un brindisi di benvenuto, condotto con ottimo spumante brut e accompagnato da squisiti tortini al patè di oliva, con fantasia di sedano e cipolle. Ottimi!
Buonissimo anche il pane offerto, che ha scandito l’evolversi della cena, costituito da pane carasau e panini di diversa farinacea natura.
Nonostante l’intenzione fosse quella di degustare piatti di filosofia marinara, i tre si lasciavano sedurre dalla convincente cameriera, che proponeva un rosso leggero, di produzione autoctona, risultato invero adatto e squisito: “Il rosso della locanda”, che portava nell’etichetta il calice femminino, prima ancestrale raffigurazione del Regno della Dea Madre.

Greta's - Filetti di orata

Greta's – Filetti di orata

Greta's - Cartoccio d'anatra all'arancia

Greta's – Anatra all'arancia

 

Il menù del Greta’s risulta, come per tutti i ristoranti di spessore, non spropositatamente ricco di numerose differenti pietanze, ma un concentrato di poche impagabili prelibatezze. Sceglievano quindi, gli oculati Triumviri, di aprire le ostilità con un meraviglioso trittico di antipasti, costituito da: carpaccio di spada e gamberi “in salsa agli agrumi e petali di carciofi spinosi del Campidano”, millefoglie di carasau e bottarga con pomodorini di pula, per concludere con una maestosa tempura di verdure e pescato del golfo “su cestino di carasau”. Cottura e sapore della tempura – molto probabilmente realizzata con frittura in olio d’oliva -, eccezionali!

Greta's - Mousse ai tre cioccolati

Greta's – Mousse ai tre cioccolati

 

Impagabile anche il primo piatto, comune a tutti i commensali e scelto tra le due “paste fresche di Oliena”, presenti ed evidenziate nella carta: maharones de busa, all’astice e funghi porcini. Spettacolari, con un unico piccolo appunto: i pomodorini di contorno sarebbero dovuti essere preventivamente riscaldati. Differenziata, invero, la scelta dei secondi, favolosi piatti: medaglioni di astice con avocados su alzata di pan di brioche per Marrocu, filetti di orata con indivia belga carammellata e torretta di patate e zucchine per Ettore, cartoccio di filetti di anatra all’arancia con patate novelle per Jesus. Composizione e presentazione dei piatti, superbe… màestri!

 

Greta's - Tortino caldo alle castagne

Greta's – Tortino caldo alle castagne

Greta's - Millefoglie di carasau dolce

Greta's – Millefoglie di carasau dolce

 

I dessert che sono seguiti non potevano che essere sontuosi: Mousse ai tre cioccolati e composta di agrumi, con decoro di alloro e ristretto alla liquirizia per Jesus, tortino caldo di castagne con gelato alla vaniglia e caramello all’arancia per il Raschione, millefoglie di carasau dolce con crema al pistacchio e salsa di moscato per l’estasiato ingegner Marrocu, il tutto accompagnato da un eccellente moscato della casa.
La cena si concludeva quindi con due caffè, una grappa barricata per Jesus e un limoncello artigianale per Marrocu, servito su un particolarissimo ed instabile bicchiere dal basamento a trottola.
Costo complessivo della felice esperienza, 65€ cadauno, arrotondati con una cospicua mancia
– elargita, invero, esclusivamente dai due più capelluti Triumviri -, da ritenersi adeguato alla qualità.
Accomodamento elegante, servizio impeccabile, cucina raffinata e sontuosa. Sono queste le caratteristiche del Greta’s Castello, che di certo non si propone come location susunku-friendly, ma che attende ed accoglie i più esigenti clienti, disposti a sacrificare qualche soldo in più, nel proponimento di vivere sognanti serate da fiaba.


VALUTAZIONE “Greta’s Castello”: Quattro Burricchi.
Ristorante Greta’s Castello Indirizzo: Via dei Genovesi 111/117, Cagliari
Telefono: 0706670119    [mostra in google maps]
 

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ago 6 2011

Ristorante Sa Cardiga e Su Schironi – Capoterra

 Scritto da Jesus | 5 commenti | Commenta
Sa Cardiga e Su Schironi - Champagne

Sa Cardiga e Su Schironi – Brindisi Champagne


Eccoci, qui e ora ritrovati, come ormai ogni settimana a narrarvi e narrarci il nuovo atteso episodio dell’infinita saga dei tre Triumviri burricchi, dei burricchi già stati Triumviri e dei burricchi che giammai lo saranno; un interminato vagare, descritto in codesto Flateyjarbok del caldo Mediterraneo, alla frenetica e irrequieta ricerca delle nuove terre del gusto, di sempre nuovi orizzonti dei sapori, di assolati fiordi accarezzati dal nettare dei nostri vigneti; destinazione ultima questa, che la favola norrena e quella sarda, idealmente raccoglie.
Venerdì sera. Tre dei cinque burricchi, iniziano la nuova avventura, oggi occasionalmente condotti dal vettore Raschione Ettore.
Sul sedile posteriore della sobria NON 150CV, siede l’albedico Dottor Melis; al suo fianco l’onnipresente Jesus, medita sulla saggezza dei tempi passati e riflette su ciò che di lì a poco li aspetta.

Sa Cardiga e Su Schironi - Astice a sa casteddaia

Sa Cardiga e Su Schironi – Astice a sa casteddaia


In quel preciso istante il Dott.Melis, statisticamente avvezzo – per una mistica convergenza tra la fatale regola del contrappasso e le cugurre di Jesus – all’obbligo di spesa, più di quanto la congenita parsimonia auspicherebbe, viene messo a conoscenza della destinazione: Ristorante Sa Cardiga e Su Schironi, località Maddalena Spiaggia in Capoterra, Cagliari. “Sa Cardiga“, rinomato, amato, pluri-decorato, celeberrimo locale del cagliaritano e, soprattutto, spauracchio e terrore di ogni susunku della zona.
Le intenzioni di Jesus sono bellicose:  «Mettiamo subito in chiaro le cose, stasera voglio mangiare ostriche e ordinare champagne».
Il Dottor melis, chiuso come un topo in trappola, subitamente sbianca e accenna ad una timida difesa, ma Jesus, con un virulento impeto di mnestica scuola materna, esprime in sintesi la sua filosofia di vita e il propedeutico messaggio, che cerca in ogni occasione di trasfondere agli affezionati e ricettivi fan: «A mei non ci du poninti su dinai a intru de su baullu! (trad.: allorquando sarò morto, non avrò di certo accumulato ricchezze per accompagnar il mio viaggio verso la Duat)».

Sa Cardiga e Su Schironi - Cruditè di mare

Sa Cardiga e Su Schironi – Cruditè di mare


Alle ore 21.30 i tre succitati burricchi venivano raggiunti, nell’opulento parcheggio interno del ristorante, dagli altri due commensali: l’irreversibilmente ovoidale (notate foto in alto) ciccione Pg e il più dignitosamente longilineo Ing.Marrocu, terzo Triumviro ufficiale, da lodare per essersi prodotto in un percorso non rettilineo di 62.8 Km, onde giungere per tempo a destinazione. Stimabile in circa 47.000 euro, il valore medio degli autoveicoli in sosta di fronte al locale.
L’ambientazione interna de “Sa Cardiga e Su Schironi” (trad.: la graticola e lo spiedo) è di per sé non eccessivamente elegante e raffinata. L’ampia sala principale è comunque interamente rivestita da elementi lignei più o meno pregiati, tanto da dare l’impressione di trovarsi nel sottocoperta di un antico veliero.

Sa Cardiga e Su Schironi - Antipasti freddi

Sa Cardiga e Su Schironi – Antipasti freddi


Pratici separè, punti luce ben calibrati, piccoli quadri, sobri supellettili tradizionali e di origine marinara, rifiniscono quindi gli arredi. Da notare, nel vestibolo d’ingresso che accoglie la reception, numerosi attestati e premi assegnati al ristorante: segnalazione guida Michelin, forchetta d’oro ecc.
Per puro dovere di cronaca ci è obbligo di segnalare inoltre, la naturalmente indotta presenza di un cospicuo numero di – non meglio adeguatamente definibili –
strafighe della madonna, ciascheduna amabilmente affiancata ad un non indigente accompagnatore.
Discretamente numerosi gli avventori in sala, serviti da tre/quattro camerieri dal piglio informale e deciso, che si dimenano velocemente tra comande e servizi ai tavoli.
Numero però forse non del tutto appropriato per garantire un servizio simultaneamente impeccabile per la totalità degli astanti.

Sa Cardiga e Su Schironi - Antipasti vari

Sa Cardiga e Su Schironi – Antipasti vari


Il corpulento cameriere a noi assegnato, di chiare origini non indigene, ci fa accomodare in un ampio tavolo vicino ad una vetrata. Già disposti e predisposti in tavola, un tagliere di buon salame tradizionale sardo (sattizzu), olive marinate, crema di formaggio piccante, pane abbrustolito e pane carasau.
Il cameriere ci suggerisce di inziare la cena con gli antipasti di mare e noi volentieri raccogliamo la proposta, dopo che Jesus si assicura che vi siano comprese ostriche e altre cruditè di mare.
Ma il vero esordio non poteva essere che un brindisi beneaugurale in onore della salute dei cinque commensali, celebrato con una bottiglia di champagne brut-rosè Billecart Salmon, delle cantine di Mareuil-sur-Ay nel Marne. Il più nostrano vermentino DOC Is Argiolas delle cantine Argiolas, viene invece scelto come vino per accompagnare le pietanze della serata.

Sa Cardiga e Su Schironi - Antipasti caldi

Sa Cardiga e Su Schironi – Antipasti caldi


Da qui in poi inizia una serie di veramente interminabili antipasti, a tratti di squisita fattura – per i quali ci scusiamo già d’ora di non poter riportare alcuni dettagli -, che hanno messo seriamente a dura prova la dignità e la professionalità alimentare degli esperti Triumviri, i quali si son visti, loro malgrado, costretti a rinunciare finanche all’assaggio di un primo o secondo piatto, per effetto di un default del mortificato Ing.Marrocu e dell’indispettito Raschione Ettore, che sono tenuti a presentare adeguata giustificazione su queste pagine.
Prima portata degli antipasti, un maestoso astice fresco, preparato con la ricetta tradizionale cagliaritana (a sa casteddaia): a dir poco squisito, soprattutto quando accompagnato allo champagne.

Sa Cardiga e Su Schironi - Champagne Bottiglia

Sa Cardiga e Su Schironi – Champagne


Poco dopo arrivava il turno delle cruditè di mare: ostriche, arselle e patelle di scoglio in ghiaccio e limone, dal sapore di mare semplicemente fenomenale, indescrivibile.
Buonissimi anche gamberi e scampi crudi, serviti su letto di verdurine miste.
Citiamo inoltre il buonissimo carpaccio di tonno rosso al profumo di tropea, condito con cipolle dolci, una composizione di bottarga di muggine e sedano, buonissimi tortini con piccoli pomodori ripieni di crema di tonno, decorati con alici.
Meno buona la cernia a dadini, condita con olive e sottaceti, mentre sono apparsi davvero eccellenti il polpo marinato con patate e uno splendido piatto di mozzarelline di bufala con pescespada affumicato e pomodori, acciuge marinate su letto di insalata belga.

Sa Cardiga e Su Schironi - Dessert

Sa Cardiga e Su Schironi – Dessert


Degno di menzione speciale il tonno fresco alla carlofortina con “cipolle d’agro”: probabilmente il più buono mai assaggiato da Jesus. Gli antipasti finalmente terminavano con i piatti caldi: buoni moscardini alla diavola con olive, magnifiche cozze e arselle marinate. Spettacolo! Non all’altezza si è dimostrata, invero, la frittura mista di pesce, mentre assolutamente squisite sono risultate le ostriche gratinate.
A questo punto, come già anticipato, i cinque ainini commensali, ammainavano bandiera bianca, e venivano finanche scherniti dal divertito cameriere: «prossima volta, tre giorni di Ramadan, prima di venire a mangiare qui!». Shame on us!
Gli inevitabili dessert, venivano preceduti da un digestivo sorbetto al limone: pannacotta al caramello (in realtà ordinato ai frutti di bosco!) per il burriccu Pg, macedonia di frutta per Jesus, semifreddo al torroncino per i restanti commensali. Buonissimi.
Qui terminava la cena quantitativamente più straziante da noi mai affrontata, senza caffè e ammazzacaffè di sorta, per manifesta inferiorità.
Costo cadauno della serata, circa 68€, da considerarsi adeguato per abbondanza (in realtà, solo gli antipasti sono quantificabili in due cene complete), bontà e genuinità di quanto mangiato.
Viceversa dobbiamo ritenere eccessivo il pagato, in funzione di un servizio non sempre all’altezza, dell’impronta ambientale piuttosto anonima, e di una cucina non particolarmente ricercata, anche se necessariamente premiamo auto-denunciare il difetto di valutazione, con riferimento ai primi e secondi piatti non consumati.
Di sicuro, comunque, un’esperienza più che positiva. Inevitabile la menzione speciale, per K.O. Tecnico contro i burricchi Triumviri, alla terza ripresa. ../


VALUTAZIONE “Sa cardiga e Su Schironi”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante
 Sa Cardiga e su Schironi
Indirizzo: Loc. Maddalena Spiaggia, Capoterra – CA
Telefono: 07071652 [mostra in google maps]

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giu 19 2011

Ristorante Villa del Mas – Elmas

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Villa del Mas – Interno


Giunge atteso, a Jesus piacendo, un nuovo fine settimana e quindi un nuovo istituzionale appuntamento – anche per quest’occasione by night – per la radicata conventicola dei burricchi Triumviri, che mai non mancano di onorare il loro tradizionale rito e quindi di trasfondere, a voi nostri fedeli e affezionati lettori e fan, le impressioni ed emozioni di ‘sì tanto bramata, ebdomadaria e culinaria esperienza.
Serata questa, marcata e interessata da due ben distinti registri e filosofie di pensiero. Prima parte, dalle 20.30 alle 21.20 circa, scandita dai più irriverenti e fantasiosi insulti nei confronti dell’Ing.Marrocu che, benché reduce da maiuscole prestazioni sportive che hanno incensato la maglia del glorioso Donkey Team (dettagli qui), si distingueva nel più censurabile atto di diniego ed eclissi dell’ultimo minuto al suo imprescindibile dovere ainino.

Villa del Mas – Gianchetti fritti Carpaccio


Appuntamento alle ore 21, quindi, al ristorante “Villa del Mas”, antico nome (città della masseria) del Paese che ospita l’ormai celebre scalo aeroportuale di Cagliari Elmas, ben conosciuto per interesse professionale dal succitato ingegnere, il quale, con ricercato colpo di teatro e meditato effetto scenico , irrompeva più tardi ex-abrupto nella sala principale del ristorante, cagionando lo stupore e l’ammirazione degli astanti burricchi – Jesus, il Raschione Ettore e il dottor Melis – e l’indaffarata concitazione degli efficientissimi camerieri, preoccupati di ristabilire gli equilibri della cena che già aveva individuato il suo ottimale indirizzo, e raggiunto il mezzo del cammin di nostri antipasti.
Seconda parte allora, caratterizzata dalla naturale ricomposizione del solido Triumvirato e dalla non più occasionale presenza del Dott. Melis la quale, statisticamente e probabilisticamente, coincide in genere con un piacevole elevato conto finale. Sarà andata così anche ‘sta volta?

Villa del Mas – Ostriche crude


Il Ristorante è in realtà una bella villa che si affaccia sulla parte alberata del Viale Elmas, interrompendo il breve susseguirsi extra-urbano di anonime attività commerciali. Oltre il cancello d’ingresso si presenta l’elegante zona “aperitivo” all’aperto, caratterizzata da un ampio pergolato in legno, comodissimi divanetti color crema,  moderne luci d’atmosfera.
Varcata la soglia della villa, invece, dopo un ampio vestibolo ci si ritrova nella sala principale del locale, che richiama lo stile intravisto all’esterno e raffinatamente confonde l’impronta spiccatamente rustica di pavimentazione e arredi in arte povera, con ben più moderne soluzioni estetiche, articolate in ampie vetrate a Nord, cucina a vista, drappeggi tra il bianco crema e il color caffè, soffitto grigio scuro, illuminazione ben diffusa e misuratamente dosata.

Gamberi e fagiolini

Flan di pecorino bottarga


Incomprensibilmente assente (o forse inutilizzato), invero, un adeguato impianto di riproduzione acustica, che avrebbe senza dubbio aggiunto un’ulteriore piacevole componente all’atmosfera generale, la quale, ad ogni qual modo, appare complessivamente di classe. Oltre l’ambiente principale, contiamo almeno tre ulteriori piccole sale interne, allestite per conviviali ritrovi o ricorrenze particolari.

Villa del Mas – Tortelli ripieni


L’accoglienza è splendida, ed ampio e comodo è il tavolo su cui ci accomodiamo, giusto di fronte alla vetrata da cui si possono osservare i lavori della cucina. Aspetto questo, molto gradito dall’aspirante sguattero Ing.Marrocu; decisamente meno dall’integralista estetico Jesus, che lo ritiene un fattore di molesta compromissione dell’eleganza generale e dell’intimità della sala. Comunque dopo i primi due bicchieri di vino bianco, in generale non ci si fa più caso.
Il gentile ed efficiente cameriere, che raccoglie le nostre comande, ci fa subito notare che, parecchie delle pietanze  proposte – soprattutto di terra -, sono di indigena produzione del ristorante. Ci orientiamo invero verso i più rinfrescanti antipasti di mare, irrobustiti da un maestoso vassoio di ostriche crude e amabilmente sedotti dal vino scelto per la serata: il più volte citato e lodato “bianco” della Valle del Tirso, “Karmis”, medaglia d’oro al Vinitaly 2009.
Assaggio ritualmente consumato, per il fino ad allora non sanato difetto dell’Ing.Marrocu, da parte del sempre pronto Raschione Ettore.

Villa del Mas – Grigliata mista


Gli antipasti arrivano velocemente e, nella loro semplicità, abbondanza e ottima peresentazione, risultano mediamente di notevole fattura: gianchetti fritti con pomodorini e pane guttiau, carpaccio di dentice e orata su letto di rucola e limone, polpo sbollentato, marinato con condimento di capperi – questi non i semplici capperi che siamo abituati a vedere sulle nostre tavole, ma di dimensioni decisamente più corposi e appariscenti -, carpaccio di salmone impreziosito da burro, rucola e aceto balsamico, gamberi con condimento di fagiolini verdi, pomodorini rossi e rucola, tortini-flan di pecorino su vellutata di zucchine e bottarga, per terminare poi con la splendida e gustosissima cruditè di ostriche.

Villa del Mas – Semifreddo Granella di Aranzadas


Riguardo il primo piatto, scelto comune dai tre iniziali commensali e successivamente acquisito, per induzione, anche dal ritardatario Ing.Marrocu, c’è da riportare la cronaca di una non rara indicazione del cameriere, proponente – evidentemente non avendo coscienza delle potenzialità dei burricchi – agli increduli Donkeys, un semplice assaggio del medesimo, onde lasciar successivamente spazio ai secondi piatti. Ovviamente l’offerta è stata declinata, a buon conto visto che la porzione proposta a ciascheduno non si è rivelata abbondantissima. Comunque eccellenti i tortelli ripieni con dentice, gamberi in salsa di pomodoro: squisiti!

Villa del Mas – Semifreddo torroncino


Secondo piatto anch’esso comune ai quattro commensali. Una solenne grigliata mista composta da calamari, gamberi, scampi e spigole arrosto: spettacolare.
Dessert conclusivi, al contrario dell’uniformità delle scelte fin lì manifestate, dicotomicamente differenziati in semifreddo al torroncino su letto di cioccolato e decoro di fragola e kiwi per il Dott. Melis e l’Ing.Marrocu, semifreddo alla granella di aranzadas per Jesus e il Raschione Ettore. Sublimi, anche se accompagnati da un moscato eccessivamente caldo.
Finale con vari caffè, eccellente liquore alla liquirizia e grappa barricata (invecchiata tre anni) per Jesus.


Conto finale complessivo, 63€ cadauno, che riconferma il felice statistico coinvolgimento del buon Ing. Melis nelle serate più high cost dei di lui meno parsimoniosi Triumviri.

Costo comunque che, nonostante il piacere di poter ostentare quanto pagato con un MMS indirizzato verso l’integralista susunku Anziano (che ovviamente non ha voluto spendere i 10 centesimi per la risposta), dobbiamo ritenere un 20% al di sopra del dovuto ideale.

Non per questo possiamo negare al Ristorante “Villa del Mas” il riconoscimento – a parte le succitate imperfezioni – per l’eleganza e raffinatezza degli ambienti, l’ottima qualità della cucina e, con menzione particolare, per l’eccellente efficienza del servizio, che si è rivelata ben pronta rispetto ad un imprevedibile quanto molesto elemento di ricombinazione, quale l’irruzione dell’Ing. Marrocu in sala, a cena ormai avviata.



VALUTAZIONE “Villa del Mas”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Villa del Mas Indirizzo: Viale Elmas 224, Elmas – CA
Telefono: 0702128009    [mostra in google maps]
 

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mag 2 2011

Ristorante La Barrique – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

La Barrique – Ing. Marrocu


Con la disforica e plumbea immagine dello stimabile Ing.Marrocu, interprete di recenti impagabili gag auto-umoristiche che narreremo piu’ innanzi, iniziamo la recensione dell’ultima ciccionata by-night, organizzata in occasione della festa del primo Maggio. Protagonisti della ebbra serata di non lavoro, in onore dei festeggiati lavoratori – ivi noi compresi, almeno come presunti tali – i Triumviri ufficiali et in arme: Jesus, il Raschione Ettore ed, appunto, il lodevole Ingegnere. Lodevole perché, a differenza di altri due personaggi storici che orbitano – o, se si vuole, che gravitano – attorno al luminescente misticismo del rituale àinino, formalmente invitati per il nobile evento, non ha accampato ridicole scuse di sorta per evitarsi l’ultima spesa del fine settimana. Censura quindi, per essere chiari, nei confronti del Burriccu Pg («Grazie per l’invito ma per oggi cibo non ne voglio più vedere», ah ah ah!) e per il Dottor Melis («No, quattro (???) ciccionate in un Week-End sono troppe!»). Insanabili susunki!

La Barrique - Bruschette

La Barrique – Bruschette


Altrettante sentite lodi, inoltre, nei confronti del ristorante che, per questa insperata serata di giubilo, offre rifugio ai navigati senatori: “La Barrique” (in francese “la botte”), sita sulla pittoresca salita della Via San Lucifero, nel cuore della Cagliari vecchia. Cagliari che, purtroppo, una volta di più ci delude; in una giornata che si respira con un allegro sottofondo di festa, riesce ad offrire ai numerosi turisti, che essa stessa vorrebbe attrarre per sedicente vocazione, solamente pochi monumenti e, ahimè, ristoranti aperti. Fa notizia e rende onore dunque, a “La Barrique” l’aver accolto, con ospitalità e gentilezza, i tre affamati avventori, i quali han faticato non poco prima di scovare un locale aperto di domenica sera. Inspiegabile e riprovevole!

La Barrique – Involtini Panada Quiche


Il ristorante si affaccia, nel lento scorrere urbano della Via San Lucifero, con un ingresso del tutto anonimo: un’unica lanterna poco illuminata e un portone ad arco indicano ai passanti la presenza del locale. Occorre citofonare, quasi si trattasse di un club privato. Questo può essere indice di due diversi fattori. Il primo è che possa trattarsi effettivamente di un club privato; il secondo è che la qualità della cucina rende superflua ogni appariscente manifestazione pubblicitaria.
Varchiamo l’uscio, accolti dall’unica cameriera presente nel ristorante, una ragazza molto gentile e premurosa, ma dal piglio professionale decisamente poco sicuro.

La Barrique – Polpette di pasta e uvetta


Particolare strutturale del ristorante, è l’essere caratterizzato da un unica grande sala, dalle pareti con archi in pietra e dall’altissima volta, successivamente articolata in una serie di soppalchi progressivi in legno – sala Barrique, sala Pupitre e cucina – verticalmente innalzati per mezzo di travi e putrelle, notate e rendicontate in maniera approssimativa dallo “strutturista” Ing.Marrocu, tanto da subire osservazioni poco lusinghiere e lusinghevoli dal dilettante “manorba” Raschione Ettore.
L’effetto complessivo, completato con mobilie povere, drappeggi vermigli, quadri in stile non pienamente univoco e coerente, cenge murarie e bottiglie in bella vista, è quello di dare all’ambiente un’impronta tra il familiare e il raffinato.

La Barrique – Ravioli al pecorino


Prima di accomodarci al tavolo, registriamo il primo exploit empatico dell’ottimo Marrocu che, dopo aver incidentalmente imboccato la strada che portava al soppalco-cucine, si proponeva come aspirante aiuto cuoco, forse attirato dalla remota possibilità di venir affiancato ad affabili lap-dancer russe, citate nei divertenti racconti della simpatica proprietaria.
Ordiniamo subito il vino che ci accompagnerà per tutta la cena: un ottimo vino bianco Nuragus del 2009, che verrà per un quarto assimilato dalla Lacoste nera e dai pantaloni dello stesso Ingegner Marrocu, per mezzo di un razionalmente inconsulto atto di onanismo freudiano; pirandelliano e non comico intermezzo per commensali e per i  pochi avventori che, cristianamente e compostamente, gli evitano la pubblica derisione.

La Barrique - Filetto di tonno

La Barrique – Filetto di tonno burriccu-morfo


La cena inizia con un assaggio di ottimi e non convenzionali antipasti: terrina di pecorino fuso e bruschette al pomodoro, panada di melanzane, involtino di melanzane con crema di formaggio e riso, quiche con pomodorini freschi. Entrée giustamente proporzionate e, soprattutto, squisite!
Per quanto riguarda i primi, i tre donkeys si facevano sedurre dagli altisonanti piatti del giorno: spettacolari polpette (non sappiamo perché nominate “gnocchi”) di pasta, ricotta noci e uvetta, condite con crema di burro e salvia (per Jesus ed il Raschione), inarrivabili ravioli al pecorino e ragu bianco per l’Ing. Marrocu. A dir poco eccellenti, oltre che ottimamente e scenograficamente ben presentati, nella loro semplicità.

La Barrique – Cappello del prete


Secondo piatto comune per tutti e tre i burricchi, a parte un richiesto difetto di condimento per Jesus: filetto di tonno fresco condito con pomodorini freschi e (questo non per Jesus) pesto alla genovese, ornato da due ben evidenti foglie di radicchio che conferivano alla portata un aspetto spiccatamente e sorprendentemente burriccu-morfo. Profetico!
La cena terminava con il dolce d’eccellenza della casa: il “cappello del prete”, un tortino ripieno al cioccolato fuso e ornato con panna e polvere di cacao.
Degnissimi di nota anche gli amari: grappa per Jesus e, soprattutto, un encomiabile liquore alla liquirizia per Marrocu e Raschione, fatto in casa e dalla consistenza prossima a quella del petrolio non raffinato. Sublime! Costo finale della cena 35 € cadauno, da giudicarsi adeguato rispetto alla qualità di quanto propostoci.

Il Ristorante “La Barrique” merita, per quanto scritto, più di un elogio: cucina di alta scuola, ambientazione d’atmosfera, gentilezza ed empatia del personale, disponibilità. Meno bene la qualità del servizio, a tratti approssimativa (es. nel servirci il vino). Non per questo possiamo negare l’onore del terzo ricercato burriccu.

VALUTAZIONE “La Barrique”: Tre Burricchi.
Ristorante La Barrique Indirizzo: Via San Lucifero 17, Cagliari
Telefono: 070658969  [mostra in google maps]

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