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set 17 2011

Ristorante Ada – San Sperate

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Ada - Interno

Ada – Interno Ing. Marrocu, Raschione Ettore

 

«E LA ADA SI VIDE DIVISA DA ALE».
«E MAI, ADA, LA DAI A ME»!  (*)

Scusandoci innanzitutto per le due palindrome didascalie, che propongono, con irriverente audacia, i verosimili pensieri che potrebbero folgorare tra le asinine orecchie di due evergreen Triumviri ufficiali – Ing. Marrocu (men noto Ale) e Raschione Ettore – con lo scorgere una qualsiasi figura femminile, ivi trasfigurata e sinteticamente con-figurata dal palindromo ADA, nonché rendendo venia alle vicine e lontane amiche e fan, che tal bel nome per la loro vita portano, iniziamo la disanima del ristorante di quest’oggi.

Ada - Insalata di Mare Burrida Cernia

Ada – Insalata di Mare, Burrida, Carpaccio di cernia

 

E la iniziamo, codesta lunga disamina, in terra lontana; navigando nella notte sul bastimento – la pacchiana 150 cv di Jesus – carica di burricchi, che risale il rio ss 130 e i suoi affluenti, fino ad attraccare su una banchina della centrale Via Cagliari, suggestivo porto e approdo storico del Paese di San Sperate.
Santu Sparau, terra ricca di storia d’antichissima memoria, di arte, di cultura, di splendidi murales, di attenzione per l’ambiente, per l’agricoltura biologica e sinergica, per la buona tavola, e non povera di persone che riescono a indirizzare e concentrare tutto questo, in un’unica ristretta e splendida agorà alimentare,
che di tutta una città riesce a diventare simbolo e prezioso monile.
E’ un monile indistinto, poco sgargiante, forse nascosto o perduto tra i solchi, nella terra di un orto cresciuto e curato con le idee e i precetti delle coltivazioni rispettose dei delicati e fragili equilibri della natura.

Ada - Mustela Cardi selvatici Melanzane

Ada – Mustela rucola e grana, Cardi selvatici, Melanzane

 

Il monile di cui si parla, è il Ristorante, Bar, Pizzeria – Art-Caffè Ada, per l’appunto, sito in Via Cagliari, nella cittadina di San Sperate, a una ventina di km da Cagliari stessa.
L’impressione d’impatto, all’ingresso del locale verso le 21.05 di Venerdì sera, non è a dire il vero entusiasmante.
Varcata la soglia del ristorante ci si imbatte subito nel piccolo bancone del Bar, dove alcuni ebbri avventori indigeni, interagiscono empaticamente
(ed ovviamente empiricamente) con le graziose ed indaffaratissime cameriere, che a dire il vero non sembrano curarsene più di tanto.

Ada - fichi d'india Peperoncini Provola e Pere

Ada – Fichi d'india, Peperoncini, Provola e Pere

 



All’interno del locale possiamo individuare due piccole sale laterali. La prima, abbastanza convenzionale, con ampi tavoli squadrati in legno e tinteggiatura uniforme, è quella in cui inizialmente ci fanno accomodare, giusto di fronte all’ingresso della cucina.
Su questo ultimo dettaglio Jesus, non gradendo il frenetico viavai del personale, si impunta e pretende una collocazione più adeguata.  Il giovane gestore/proprietario, anziché provvedere ad assestare un colpo di remo risolutivo, sulla schiena al capriccioso presidente burriccu, volentieri asseconda la sua richiesta.

Ada - Antipasti Fritti

Ada – Verdure Fritte

 

La sala seconda è di per sé una piccola perla incastonata nel monile ma, ahimè, longitudinalmente sfigurata da alcuni elementi di dubbio gusto.
Strutturalmente appare, parimenti alla prima, come un largo corridoio, arredata e decorata con splendide sedie e tavoli in vetro e ferro battuto, bei lampadari a goccia, sgargianti pareti bicromatiche – color verde e arancio accesi, assegnati in maniera esclusiva a ciaschedun lato – che fanno da sfondo a numerose ed accattivanti opere pittoriche neo-futuriste, dell’artista locale Raffaele Muscas.  Da Segnalare due splendide tele con trasfigurazioni antropomorfe, dai tratti sinuosi e delicati, accostate alla spigolosità di irregolari strutture in pietra, forse a rappresentare due diversi modi di percepire la spiritualità umana, al cospetto della cruda realtà della Madre Terra.

Ada - Ravioli all'arancia

Ada – Ravioli all'arancia

 

Tale mostra d’arte permanente – le opere sono in vendita, come sottolineato dall’originale sottopiatto di carta – è solo una delle numerose iniziative culturali, didattiche, alimentari, di cui il ristorante Ada è catalizzatore. Per maggiori informazioni, vi rimandiamo al loro non aggiornatissimo sito internet.
Questa sensibilità per l’arte e la cultura non ha però impedito, allo sconsiderato designer, di deturpare una così piacevole ambientazione, disponendo su una parete terminale della sala degli orribili frigoriferi per le bevante e, sul lato opposto, una vistosa TV LCD. Censura grave!

Ada - Ravioli carciofi e ricci

Ada – Ravioli carciofi e ricci di mare

 


Il servizio, soprattutto all’inizio della serata, è particolarmente lento e approssimativo. Il gestore è l’unico autorizzato a prendere le ordinazioni per cui, data la sua naturale gentilezza e predisposizione all’interazione con il cliente, impiega circa 10 anni prima di avvicinarsi al tavolo dei burricchi dove, un irrequieto e intollerante Jesus, aveva già riempito di insulti il Raschione Ettore per la scelta della location: «spero che siamo venuti a casino per qualcosa!»
Inevitabile scegliere gli antipasti, che nel menu sono di terra e di mare. Almeno riguardo quelli di terra, diciamo subito che, per la quasi totalità, gli ingredienti sono di produzione diretta del ristorante, o dei patner collegati. Produzione, come su accennato, di origine sinergica (“biologica estrema” come definita dal proprietario).

Ada - Ravioli branzino e asparagi

Ada – Ravioli branzino e asparagi

 

Ordiniamo il vino dalla immensa cantina di vini e birre artigianali superiori (il numero  indicato di cinquecento è da verificare!): un bianco vermentino Tuvaoes DOC delle cantine Cherchi di Usini, che arriva giusto contemporaneamente ai primi antipasti, tanto da creare un qualche scompiglio organizzativo sul nostro tavolo.
Purtuttavia, è bastato un primo assaggio per far scomparire ogni sorta di intolleranza ambientale.
Gli antipasti sono, seppure non elaborati, genuili, particolari e assolutamente sopra la media in termini di bontà assoluta finale.

Ada - Parfait

Ada – Parfait

 



Su gradevoli porcellane, ben geometricamente distribuiti, venivano serviti: insalata di polpi, cozze e gamberi, delicatissima burrida, carpaccio di cernia alla catalana con sedano e pomodorini tritati, cardi selvatici,  melanzane arrosto con cipolline in agrodolce, mustela (lonza di maiale) con rucola e grana, peperoncini ripieni alla crema di tonno, deliziosi involtini di fico d’india con prosciutto crudo, eccezionali pere con provola affumicata. Gli antipasti si concludevano con una serie di particolarissime verdure fritte, dai sapori spiccatamente selvatici ed autunnali: frittelle di foglie di salvia e formaggio; frittelle di spinaci, fiori di zucca e, per concludere, polpettine di carne. Deliziose.

Ada - Tiramisù alla pesca

Ada – Tiramisù alla pesca

 

Diciamo, a questo punto, che la cena è stata scandita dalle periodiche “uscite”, verbali e logistiche, da parte dell’Ing.Marrocu:

«Ma secondo voi è normale dimenticarsi il portafogli a casa quando si esce?».
«Beh, per un susunku sì, è normale!»

Dopo gli antipasti, ai burricchi veniva proposto un concordato trittico di ravioli, prodotti artigianalmente: ravioli all’arancia (deliziosi), ravioli ai carciofi e ricci di mare (ottimi nonostante non fosse stagione di ricci), ravioli al branzino e asparagi. Assolutamente ineccepibili!

Ada - Tuvaoes

Ada – Tuvaoes

 


In virtù dell’abbondanza dei primi, oltre ché della decina di antipasti assaggiati, e visto che i tempi della cena stavano ormai protraendosi verso le tre ore, i Donkey sceglievano di passare direttamente al dessert.
Anche questi, artigianalmente preparati, non tradivano le attese: semifreddo “Parfait” alle pesche per l’Ing.Marrocu, tiramisù alla pesca – che di tiramisù aveva poco o niente, ma comunque buonissimo! – per Jesus e il Raschione Ettore.
Con un semplice caffè per Jesus e due eccellenti liquori alla liquirizia per i rimanenti commensali, terminava quindi la cena.
Costo complessivo, 38€ cadauno, da giudicarsi ben adeguato, se non in difetto di alcuni euro per la qualità di quanto assaggiato.

La qualità della cucina – ed in particolare degli ingredienti – del ristorante Ada, è assolutamente da segnalare per rare genuinità ed eccellenza, con riferimento specifico alle modalità di approvvigionamento delle materie prime.

Assolutamente da vivere, inoltre, le iniziative artistico/culturali di contorno all’attività metabolica.
Meno positivi, invero, l’organizzazione del servizio e i plateali difetti di ambientazione, che trattengono il ristorante dal diventare un punto di riferimento assoluto e inestimabile diamante della ristorazione isolana.
Comunque, una meta imprescindibile per chi è amante della cucina più genuina e ricercata.

(*) palindromi liberamente tratti da questa pagina


VALUTAZIONE “Ada”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Ada Indirizzo: Via Cagliari 21, San Sperate – CA
Telefono: 0709600972    [mostra in google maps]
 

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feb 27 2011

Ristorante Il Corso, da Luciano – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Il Corso – Stampace

 

Giù per le strette stradine e i pittoreschi angiporto di Stampace, splendido ed elegante scorcio dell’ultima Cagliari dal sapore antico, discendevano con passo spedito, in questa fredda mattinata di fine Febbraio, i biumviri storici Jesus e Raschione Ettore, mentre ché divisavano il ridestare rapidamente, dal forzato e contingente stato di anacoreta urbano, il terzo Triumviro ufficiale, sempre stimato e ammirato Ing.Marrocu il quale, qualche tempo prima, aveva ricevuto dal Raschione volutamente capziose istruzioni su luogo e orario dell’incontro odierno; capziose perché l’arguto Ettore, valutando le ultime annuali statistiche sulla puntualità del solerte Ingegnere, aveva pensato bene di arrotondare, molto per difetto, il riferimento sull’ora stabilita con il gentile personale del ristorante “Il Corso”, all’atto della prenotazione.
Fato volle invero che, per imponderabili e indeterministiche mutazioni dello spazio-tempo, l’Ingegnere si allineasse accidentalmente al fuso orario locale, tanto da poter per l’occasione – anziché l’inverso come sarebbe ben più naturale – sollecitare telefonicamente i suoi, di lì a poco, commensali attraverso il deciso esercizio della sua più amabile disciplina oratoria: «Ossuk….rua, ma innuik… seisi?»

Il Corso – Interno


Diamo ad ogni modo atto al Raschione Ettore di essersi prodotto, dopo il breve dialogico alterco seguito da un inarrestabile moto di orgoglio automobilistico, nel più ricercato e inarrivabile sforzo di individuare, a quell’ora e in quel luogo, una fruibile zona di sosta prolungata, il cui risvolto probabilistico potrebbe compararsi con la ragionevolezza di una improvvisa inedia del calciatore Adriano (o del più a voi noto burriccu Pg, per restare in tema di ciccioni insanabili).
Il Ristorante scelto per l’incontro, come accennato, porta con sé, monoliticamente, la stessa affascinante denominazione della via che lo ospita: il Corso Vittorio Emanuele, in Cagliari. Quartiere Stampace.
Ristorante “Il Corso”, per l’appunto, con una ulteriore appendice che evidenzia e sottolinea la gestione e la proprietà del locale: “da Luciano“.

Il Corso – Antipasti


E’ il sig. Luciano che gentilmente ci accoglie, e ci fa accomodare nell’unica mediamente spaziosa sala del ristorante.
L’aspetto è quello della più classica trattoria, pulita, ordinata, ma senza alcuna particolare pretesa stilistica o di ricercata atmosfera.
Una decina di tavoli apparecchiati su tovaglie rosse e verdi, che ricompongono il pensiero sull’idea di discreti tavoli da gioco; pareti ocra chiaro, cucina a vista e un unico giovane cameriere che raccoglie le richieste dei pochi avventori presenti, più energicamente assistiti dal sovrintendente proprietario.
Oltre che la dovuta gentilezza, la caratteristica peculiare (giudicate voi se positiva o meno) del ristorante “Il corso, da Luciano” è senza dubbio il piglio sbrigativo e la celerità ritmica con cui viene scandita la presentazione delle pietanze durante il pranzo.

Il Corso – Cozze Marinate


Appena dopo che l’ultimo burriccu si era accomodato al tavolo, infatti, al loro cospetto erano già stati sistemati tutta una serie di antipasti, senza che nessuno avesse accennato ad alcuna sorta di richiesta preferenziale.
Di buon grado i Triumviri accoglievano la risoluta iniziativa, quasi venisse ispirata da una lodevole interpretazione d’intenti o, se volete, da una felice premonizione in merito alle loro abitudini alimentari.
Rapidamente arrivavano poi, questa volta a richiesta, le bevande da accompagnarsi al pasto. Trattasi nello specifico, oltre che alle abituali acque minerali gassata e naturale, di un vinello bianco della casa, dal colore e dalla consistenza di poco dissimile a quelli dell’acqua corrente, e dal sapore che oserei definire “impenetrabile”.

Il Corso – Penne bottarga ricci caviale


Nulla di meno, nostro malgrado, possiamo affermare sulla serie di antipasti, la cui qualità, abbondanza, presentazione, marcatamente presentava difetto, rispetto agli standard abituali richiesti da esigenti avventori quali i burricchi Triumviri.
La recriminazione più evidente che possiamo a questo proposito sollevare, e che inevitabilmente rivisita il giudizio complessivo al di sotto di una frettolosa preparazione di stampo casalingo, è la temperatura eccessivamente fredda con cui sono state servite le pietanze. Un breve passaggio al microonde, per il quale in altri contesti avremmo gridato allo scandalo, sarebbe stato invero il male minore.

Il Corso – Insalata


Olive in salamoia, insalata di granchi sedano e cipolle, cardi selvatici e polpo con aceto balsamico, surimi di merluzzo, frittelle di pesce (non meglio identificato), fagioli tonno e cipolle, una più articolata insalata di sottaceti vari – di cui non possiamo fornir maggior dettagli per una sorta di amnesica rimozione – , costituivano il complesso degli antipasti “freddi” propostici.
Una ulteriore  fase di portate “calde” si sarebbe (per quanto intuito osservando i tavoli vicini) dovuta articolare nella presentazione di un piatto di cozze marinate e uno di bocconi di mare.
Le prime sono puntualmente arrivate, non così i bocconi, forse per effetto di una troppo frettolosa istanza da parte dell’Ing.Marrocu, che premeva ordinare quanto prima il piatto successivo.
Data la qualità delle cozze in sé, dobbiamo dire che nessuno dei Triumviri ha particolarmente rimpianto il non aver potuto assaggiare i bocconi.
Il primo piatto ordinato seguendo le indicazioni del sig.Luciano, è stato comune a tutti i tre: penne alla bottarga, ricci di mare e caviale, certamente altisonanti nella indicazione, ma decisamente non all’altezza, alla severa prova del gusto.

Il Corso – Grigliata mista


Nota positiva del pranzo invece, l’intermezzo alimentare intercorso tra il primo e il secondo: una semplice e composita porzione di verdure fresche e genuine quali sedano, ravanelli di stagione e carote.
Una appariscente grigliata mista costituiva poi il secondo piatto scelto, esclusivamente declinato, ad onor del vero, in alcune spigole ben poco saporite – e di piccole dimensioni -, e in pochi seppur gustosissimi gamberi; il tutto servito su di un letto di verdure e decorato con spicchi di limone.
Escludendosi la possibilità di degustare i dolci della casa, i tre sono passati direttamente agli amari, prefigurando l’opportunità di consumare altrove il rituale caffè di fine pasto.
Jegermeister quindi per il Raschione e l’Ing.Marrocu, Cynar classico per Jesus.

Costo complessivo del pranzo 25€ cadauno, che in virtù di qualità e servizio offerti dal ristorante potremmo valutare 5€ al di sopra della quota ideale. Il giudizio complessivo non può non risentire della qualità media complessiva delle pietanze proposte, per la quale è inevitabile la seguente sintesi valutativa.


VALUTAZIONE “Il Corso, da Luciano”: Un Burriccu.
Ristorante Il Corso, da Luciano Indirizzo: Corso V. Emanuele II 78, Cagliari
Telefono: 070 662690    [mostra in google maps]
 

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