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ott 28 2013

Ristorante Le Mole – Is Molas golf club

 Scritto da Ettore | | Commenta

Le Mole - Buvette golf club

Le Mole – Buvette golf club

 

Unicuique suum, rielaborazione di suum cuique tribuere (a ciascuno il suo), sintetizzava tale Cicerone, formulando una delle locuzioni fondamentali del diritto romano.
Accade così che taluni esponenti della piccola borghesia cagliaritana vengano accostati ad attività sportive economicamente impegnative, quali il golf, piuttosto che ad altre ben più popolari, come l’italianissimo giuoco del “calcio”, indissolubilmente legato allo spirito dell’uomo medio il quale, al più, può pensare ad una Golf unicamente come mezzo di locomozione.
In questa ottica di rigida associazione, quando si asserisce is molentis a is molas (traduzione: Gli asini alla propria mola) può accadere che, per una volta, i diversi scenari si compenetrino armonicamente, in un quadro socio-culturale razionale e perfetto.

Le Mole - Interno

Le Mole – Interno

 

Sotto queste premesse, tre somari della Cagliari qualunque, erravano un giorno, alla ricerca di nuovi territori da esplorare, in fuga da una città che ormai ha ben poco da offrire e che sta diventando asfissiante con la sua inusuale calura di uno strano Autunno; calura che, alle porte di Novembre, non riesce a scacciare gli ultimi colpi di coda dell’Estate. Essi si ritrovavano quindi in viaggio verso Ovest, a bordo della fedele utilitaria nipponica del buon Ettore, unico mezzo disponibile, con la tracotante 150CV furbescamente accomodata nei sotterranei più inarrivabili di via La Playa e la teutonica vettura dell’Ing. Marrocu parcheggiata e smontata nei suoi componenti fondamentali nei sobborghi pirresi, al mero fine di renderla meno appetibile all’avido potenziale ospite usufruttuario. Destinazione: le colline di Pula, che tanto care furono al buon Jesus, ove, a breve, si sarebbe consumato l’ennesimo sacrificio di elementi fondamentali della dieta mediterranea.

Le Mole - Spaghetti

Le Mole – Spaghetti

 

Domenica 27 ottobre, ore 12:45. Dopo un breve – seppur tormentato da inutili commenti sul confort della navigazione e sulla taratura delle sospensioni dell’autovettura di chi Vi scrive – viaggio, i somari si ritrovano alla sbarra d’ingresso del celebre Is Molas resort, nella omonima località. Ivi, dopo aver ignorato con disinvoltura i controlli dell’addetto alla sicurezza, la comitiva si mette alla ricerca dell’oggetto del desiderio: il ristorante Le Mole. Il locale è integrato nella struttura del golf club, emblema di opulenza per la creme cagliaritana, ai bordi dei campi teatro di importanti manifestazioni sportive internazionali. I somari chiedono conferma della prenotazione alla reception, non senza un minimo di apprensione per probabile inadeguatezza nell’abbigliamento di qualche elemento, nonostante l’abbondanza di griffe esibite.
Ettore: Il giorno che ci mandano via a son’è gorru, sarei curioso di vedere cosa twitteresti!
Jesus: Nel caso, onore a loro!

Le Mole - Orecchiette

Le Mole – Orecchiette

 

Il ristorante si trova allo stesso livello dell’ingresso ai campi, adiacente agli spogliatoi femminili, per l’occasione violati da due distratti elementi, e vi si accede applicando il metodo della forza bruta alla porta d’ingresso. Un piccolo disimpegno separa l’accesso ai servizi e alle cucine da un vistoso bancone, che segna il confine della sala, unica, di pianta quadrata; tre lati di questa, godono di ampia visuale sui campi da golf, grazie a delle enormi vetrate riparate dal sole da appositi tendaggi chiari. In legno i pilastri centrali, le decorazioni dei muri e il soffitto, nel quale dominano le travi “a vista” e da cui cadono singolari lampadari a globo. La sala può ospitare circa settanta coperti su tavoli di diversa forma e dimensione, rivestiti da eleganti tovaglie color crema. Meno elegante la scelta della tipologia di sedie, in metallo nero e plastica bianca, tipiche da bar dello sport. Il servizio in sala, che si rivelerà assolutamente professionale, cortese e disponibile, è garantito da un maître di mezza età e da un giovane cameriere, entrambi in tinta abbinata al tovagliame in sala: che classe!!

Le Mole - Salmone in crosta di sesamo

Le Mole – Salmone in crosta di sesamo

 

Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo rotondo, a ridosso di una delle vetrate, quasi proiettati nel verde e nella natura dei green circostanti, natura che faceva sentire la propria presenza in sala tramite ronzanti ambasciatori che si aggiravano a ridosso del vetro, rompendo uno strano silenzio, rilassante per alcuni, inquietante per altri, che ha accompagnato l’intero pranzo: un po’ di musica di sottofondo sarebbe stata più che gradita. Discretamente assortita l’offerta della cantina, interamente di produzione isolana, sebbene poche fossero le etichette di livello superiore registrate, ma comunque in grado di darci il piacere di far designare al sottoscritto (il parsimonioso sommelier usufruiva dei servizi) un ottimo DOC “Tuvaoes” 2012 delle cantine Cherchi di Usini, servito in maniera ineccepibile col rito dell’assaggio, performato per l’occasione dal discernente, nel pieno rispetto del protocollo, mentre in sala altri nobili palati ordinavano “Ichnusa” in bottiglia, servita in inusuale vassoio in argento. L’offerta della cucina non è ecessivamente articolata, prevede comunque percorsi di terra e di mare, con modalità di fruizione tramite menù a prezzo fisso o a la carte.

Le Mole - Spigola di Calasetta

Le Mole – Spigola di Calasetta

 

Singolare l’assenza di antipasti nel menù, nonostante la possibilità di usufruire di piccoli stuzzichini a buffet (king bowl di insalata), decisamente non in linea con il resto dell’offerta e per questo gentilmente scartati. Questa limitazione è stata probabilmente indotta dalle esigenze di tempo della clientela del circolo, stabile e selezionata. Come da tradizione la comitiva si orienta su un menù di mare, che inizia con i primi piatti, nell’attesa dei quali è stato possibile degustare dell’ottimo pane carasau con olio aromatizzato al rosmarino, praticamente una droga che accompagnerà tutto il pasto. Dopo fisiologici tempi di preparazione giungono al tavolo spaghetti con cozze, carciofi e peperoncino per Jesus e Marrocu, presentati come due colline in un elegante piatto allungato e delle sontuose orecchiette con alici, broccoli e parmigiano per Ettore.

Le Mole - Torta di mele

Le Mole – Torta di mele

 

Entrambi i primi piatti si son rivelati ottimi per scelta di ingredienti e preparazione, sebbene si debba registrare una certa abbondanza di olio che ha costretto il buon Jesus a compromettere la propria già discutibile presentabilità con l’impudico utilizzo del bavaglino, tra lo scherno dell’Ing. Marrocu che, dopo appena pochi minuti, l’avrebbe seguito a ruota! A conferma di una ritrovata sintonia tra l’ipotricotico e l’ipertricotico burriccu, l’attesa per i secondi piatti si consuma tra sogni e progetti per una vita migliore, lontano dai limiti della società isolana, ma anche italiana e, guarda caso, proprio per bocca di chi si lamenta di ciccionate al di fuori dei confini dell’hinterland cagliaritano. L’ordine seguente, per i due, si conferma il medesimo: spigola di Calasetta con porri croccanti e salsa al limone, mentre chi Vi scrive sceglieva invece una scaloppa di salmone in crosta di sesamo con zenzero in agro, soia e wasabi. Lo zenzero, erroneamente assaporato senza accompagnamento, ha compromesso il senso del gusto per i prossimi due mesi.
Ettore: «provatelo: è come mangiare un arbre magique!»

Le Mole - Coppa gelato

Le Mole – Coppa gelato

 

Secondi piatti sopra le righe, sebbene l’estetica della presentazione del salmone fosse eccessivamente inficiata dall’abbondanza, nel piatto, di olio aromatizzato e soia. L’offerta di dessert nell’angolo glicemico non brilla per assortimento, ma mantiene comunque il livello di qualità sopra la sufficienza: torta di mele per Ettore e coppa gelato al pistacchio e stracciatella per i restanti somari. A conclusione del pranzo, mentre Ettore e l’Ing. Marrocu contrattavano la giusta etichetta di rum agricolo (alla fine Ron Zacapa 12) – con cui annullare gli effetti di un caffè da dimenticare (Ing. Marrocu: deve essere il primo dell’autunno!) -, Jesus optava per un popolare cynar: sa pagu classi!!
Costo dell’esperienza: 50€ cad. burriccu, forse un 10% al di sopra dell’offerta, ma comunque allineato al blasone della struttura.

 
Il ristorante Le Mole regala parentesi enogastronomiche più che soddisfacenti, in un incantevole scenario naturale dominato dal relax, e garantisce alla esigente clientela del circolo del golf pasti di livello in tempi contenuti; il tutto, condito da un servizio impeccabile. Gli avventori occasionali probabilmente non rimarranno impressionati dalla particolarità dei piatti, ma potranno comunque trovare ampia soddisfazione. In queste condizioni possiamo, senza indugi, attribuire tre somarelli pieni.

 


VALUTAZIONE “Le Mole: Tre Burricchi.
Ristorante Le Mole Indirizzo: Is molas resort – Località Is Molas, Pula
Telefono: 0709241006    [mostra in google maps]
 

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ago 31 2013

Ristorante Sushi Tao – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Tao - Interno

Tao – Interno

 

Lento sulla Via, il burriccu si fermò di colpo. Allentò lo sguardo e inseguì i profumi del fior di loto. Scosse la testa per un rapido istante, seguendo brevemente il profilo di un’ideale sinusoide; non per stizza o fastidio, né per bisogno di cercare un qualche immotivato sollievo al caldo ed ipnotico concerto di cicale… piuttosto, perché così doveva essere. Nell’infinito passato, il Saggio aveva caricato il suo dorso con due bisacce, una per ogni lato, in perfetto stridente equilibrio di forma e gravosità di peso. La prima e ultima bisaccia era di color bianco terso, e sulla sua superficie non era possibile scorgere alcuna differente sfumatura o apparente difetto di candore. L’ultima e prima bisaccia era nera più della pece, un nero così corvino e intenso che nessun uomo aveva mai veduto prima. Alcuno conosceva il contenuto delle bisacce, né il burriccu volle porsi mai la domanda: era così, perché così doveva essere. Il burriccu ripartì. Dietro di lui, sentì vibrare e riempirsi il proprio passato. Davanti a lui, la risonanza sconvolse il futuro. Era così, perché così doveva essere.
 

Tao - Wakame sunomono, Cruditè

Tao – Wakame sunomono, Cruditè

 

C’è qualcosa di anomalo e perverso in tutto questo. Cosa mai sarà accaduto agli ortodossi appetiti di questa monotona e inerziale comitiva, per aver infine concesso, all’interminabile canovaccio dei ristoranti visitati, un prestigioso ed inusitato mutamento, sulla Via del Sol Levante? Parliamoci chiaro, di cultura, cucina e tradizioni orientali i Burricchi conoscono ben poco, oppure conoscono talmente tanto da non pensare neanche lontanamente di poterne accarezzare le corde tra le irriverenti pagine di questo blog. Il bianco è bianco perché lo vediamo tutto. Il nero è nero perché non lo vediamo affatto. Insomma, nell’uno o nell’altro caso sappiamo bene cosa stiamo o non stiamo vedendo. In questo caso il Raschione si è espresso: «Ho prenotato al Sushi Tao». Jesus non ha fatto domande. Sarà così, perché così doveva essere… forse!
 

Tao - Wanton fritti con gamberi e branzino

Tao – Wanton fritti con gamberi e branzino

 

Venerdì sera, agli sgoccioli del mese di Agosto. La serata dei Burricchi Jesus e Raschione, declinati in malinconica formazione PACS per la giustificata assenza dell’Ing.Marrocu, inizia con i consueti amorevoli insulti, rivolti reciprocamente, dapprima in funzione di una differente idea nell’approccio al parcheggio, per poi proseguire per effetto dello sconsiderato abuso del Raschione in merito agli strumenti di ripresa fotografica, da egli sistematicamente impiegati nel momento di massimo pericolo per la salvaguardia del nostro anonimato. Tant’è vero che, prima di varcare la soglia del “Sushi Tao”, il burriccu si fa notare a causa dei numerosi ed inutili scatti prodotti per immortalarne l’ingresso, nei pressi del quale sostava casualmente una nostra vecchia conoscente che, pensando di essere l’oggetto delle mediatiche attenzioni, ci salutava imbarazzata!
 

Tao - Riso al wok

Tao – Riso al wok

Tao - Udon di farina bianca al misto mare

Udon di farina bianca

 

Volendo seguire una linea di condotta critica, mediante l’impiego di punti di riferimento puramente occidentali, mi sento di dire che l’interno del ristorante sia piuttosto gradevole ed elegante. Superato il vestibolo di ingresso ci si immette una grande sala, accompagnata lateralmente dal bancone del sushi-bar e confinata verticalmente dalle tonalità scure di pavimento e soffitto, dal quale piovono numerosi elementi d’arredo e di illuminazione dall’aspetto sottile e squadrato, quasi degli origami che tentano di replicare, con maggiore impatto e raffinatezza, i tre pesci ornamentali di carta appesi nei pressi del bancone stesso. La prima sala subitamente si apre sui margini di una seconda, che la segue in senso longitudinale con poche soluzioni di continuità visiva. Tutti gli spazi divisori e laterali sono occupati da bassi tavolini, molto ravvicinati tra loro, e da sedie e divanetti imbottiti, che nello stile e nella struttura richiamano molto bene l’idea del mangiare orientale, senza per questo difettare per le (per noi) scomode posture nipponiche. Il difetto principale che possiamo attribuire al “Sushi Tao” è invero l’acustica. Dato il numero elevato di clienti e la loro distribuzione ravvicinata, il chiasso prodotto a metà serata è stato sensibilmente molesto.
 

Tao - Scampi al vapore

Tao – Scampi al vapore

 

Il servizio in sala è incredibilmente veloce ed efficiente: tre o quattro cameriere non indigene si alternano freneticamente ai tavoli, gestendo le comande attraverso l’utilizzo di palmari collegati direttamente con la cucina. La rapidità con cui siamo riusciti ad approvvigionarci del vino e delle prime pietanze, ci ha portato a ipotizzare che, in condizioni normali, sia possibile desinare in maniera appagante in meno di quarantacinque minuti. Unica defaillance, per quanto ci riguarda, è stata l’attesa per il secondo piatto di Jesus, arrivato qualche minuto dopo quello del Raschione. Il menù è piuttosto lungo e articolato e, per quel che possiamo noi profani intendere, non è ben chiaro e distinto il confine tra i piatti tipicamente giapponesi, cinesi e orientali in genere. Escludendo a priori il richiedere composizioni di sushi e sashimi (rimandiamo a wikipedia per approfondimenti) e non potendo confidare nella piena affinità linguistica con il personale, ci affidiamo al nostro intuito e a “google” per comandare piatti il più possibile compatibili con le nostra scala di giudizio. In virtù di una apprezzabilissima (in senso nostrano) cantina, ci è però semplice ordinare il vino: Vermentino di Sardegna D.O.C. Tuvaoes (2011) delle cantine Cherchi, mesciuto in maniera impeccabile dalla cameriera, anche se veramente apprezzato solo dopo un periodo di ulteriore raffreddamento nella suaglass: «mancu mali non era adeguato, te lo sei scolato tutto!»
 

Tao - Tempura di gamberi in salsa piccante

Tao – Tempura di gamberi in salsa piccante

 

Come antipasti scegliamo tre pietanze, ovviamente a base pesce. Si inizia con i gustosi Wonton (fagottini di pasta, cinesi) fritti al ripieno di gamberi e branzino, serviti su letto di lattuga e accompagnati con una salsa agrodolce al pomodoro, dal sapore appena meno intenso del ketchup. Seguiva un piatto di wakame sunomono, ossia una zuppetta acidula di alga giapponese wakame (Undaria pinnatifida, ma Wikipedia sostiene ne esista un surrogato dell’Atlantico) e cetrioli, accompagnata da cruditè di mare: branzino, tonno rosso, salmone, scampi e gamberi; nel complesso molto buono, escludendo la qualità dei gamberi, per la quale Jesus ha avuto qualcosa da ridire. Il Terzo antipasto era configurato come un ottimo e particolare tris di tartare: tonno rosso condito con brunoise di cipolle e pepe nero, salmone con mele e semi di sesamo, branzino con cocco. Ogni tartare era condita, inoltre, con finissimo e sporadico inserimento di erbette, che non siamo riusciti pienamente a identificare. Identificabilissimo invero, l’atteggiamento intransigente e occlusivo del Raschione verso l’utilizzo delle bacchette di legno. Dopo i primi maldestri tentativi, si è fatto subito portare coltello e forchetta, per poi riprendere le arcaiche stoviglie, affascinato dall’indiscutibile abilità di Jesus (con il trascurabile difetto di dover richiedere, con qualche difficoltà, lo smacchiatore a fine pasto: «secondo me non ha capito e ti porta un altro dolce!»).
 

Tao - Tortino al cioccolato e gelato al Tè verde

Tao – Tortino al cioccolato e gelato al Tè verde

 

Ottimi i primi. Jesus, dopo un rapido sguardo su “google immagini”, ordina degli Udon (vermicelli) di farina bianca (presumibilmente farina 00, senza crusca) al misto mare. All’arrivo del piatto la titubanza del Raschione e della cameriera facevano dubitare Jesus in merito ad un possibile errore («ma che m… avevo ordinato???») che di fatto non c’era stato. Il condimento degli udon si particolareggiava in eccellenti cozze e arselle, e in meno brillanti gamberi e seppie. Identificabile, per brevi frangenti, la presenza dello zenzero il cui sapore, simile al nostro detersivo per i piatti, è molto apprezzato nella cucina orientale. Ad ogni buon conto il piatto era notevole, in particolar modo per l’appetibilità e la leggerezza della pasta, godibilissima nonostante l’aspetto esteriore potesse far prevedere un progressivo appesantimento mandibolare nel suo consumo. Il Raschione consumava invece del riso al Wok (il particolare tegame cinese) con polpa di granchi e condimento di (sosteneva) pomodori e zucchine.
 

Tao - Dolce di riso giapponese

Tao – Dolce di riso giapponese

 

Buoni anche i secondi piatti. Scampi al vapore su letto di spaghetti di soia per Jesus, interamente sgusciati con le bacchette (e le mani); tempura di gambari in salsa (non troppo) piccante per il Raschione.
Nonostante lo stupore della cameriera («彼らはどれだけ食べる») i due burricchi ordinavano i dolci: strepitoso tortino al cioccolato caldo con gelato al tè verde e decoro di fragole e ananas per il Raschione, inquietante dolce di riso giapponese, ottimamente presentato ma dalla consistenza simile ai marshmallow e dal sapore di camomilla, per Jesus. La cena terminava con due buoni caffè, un liquore alla liquirizia (pro Raschione) “Myrsine” e un “Amaro Ramazzotti” per Jesus. Costo complessivo 55€ cadauno, probabilmente un 10% eccessivi rispetto alla qualità di quanto mangiato, anche se sicuramente ben spesi.

 

Il “Sushi Tao” è un ristorante di indubbia qualità non esclusivamente riservato agli amanti della cucina orientale, che propone piatti apprezzabili e godibili in senso universale. Menzione speciale per il servizio, veloce, onnipresente e affidabile. Unico consiglio: sarebbe interessante avere un mediatore culturale che spiegasse all’avventore , nel dettaglio, l’origine e la composizione delle pietanze. Tre burricchi star.

 

VALUTAZIONE “Sushi Tao”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Sushi Tao Indirizzo: Via Sonnino 48, Cagliari
Telefono: 0708577572    [mostra in google maps]

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lug 18 2013

Ristorante La Paillote – Cagliari

 Scritto da Ing. Marrocu | 2 commenti | Commenta

Paillote - Interno

Paillote – Interno

 

Tutto comincia alle 21:07 con una telefonata canzonatoria:

X: ”Ma Raschione Ettore, pure oggi in ritardo”

E:“Un momento eh..sto arrivando, sono a piedi”

X: “A piedi?”

E: “Si ho parcheggiato a S.Elia”

X: “Scusi ma perché, se qui ci sono parcheggi a volontà?…Comunque guardi che la sto aspettando insieme ad altre persone”.

Ettore:” Cazzi suoi, mica le ho invitate io!”

 

Paillote - Antipasti

Paillote – Antipasti

 

Lo stupore e la rassegnazione lasciano spazio a sonore risate e l’attesa viene ingannata immortalando su supporto digitale i graditissimi ed inconsueti ospiti della serata: Dott. Davide P. e la sua compagna Mihaela, di nuovo in Sardegna per trascorrere un periodo di vacanza.

L’ambientazione è semplice e suggestiva, sul promontorio estremo a sud della città di Cagliari, con una esposizione a ovest che favorisce uno spettacolo unico nelle ore del tramonto, con il sole che si ritira dietro i monti di Capoterra lasciando spazio alle pur sempre luccicanti luminescenze originanti dalla raffinazione del greggio. Che poesia…
 

Paillote - Linguine vongole bottarga

Paillote – Linguine vongole bottarga

 

Il locale è suddiviso in diversi ambienti: alcuni all’aperto, deputati prevalentemente al consumo di drinks, magari stando comodamente seduti su morbidi divani bianchi perfettamente abbinati ai tavolini in vimini e vetro acidato; altri al chiuso, destinati invece alla ristorazione quindi territorio di conquista per i Burricchi peones. Gli spazi sono anche qui caratterizzati da ambienti che si susseguono su quote leggermente sfalsate e si articolano tra setti divisori a vetrata che enfatizzano una illuminazione tenue e sensuale, impreziosita da faretti incastonati perimetralmente sul piano di calpestio, contraddistinto da un elegante parquet di colore scuro.

 

Ettore: ”Scusi, cameriere, può gentilmente accendere il lampadario?”

“Ehm, di solito non lo accendiamo quello, però…un attimo che vedo”.

E luce fu. Di lampione! Burricco.
 

Paillote - Gnocchetti al ragù di cernia

Paillote – Gnocchetti al ragù di cernia

 


Il materiale predominante è il legno che contrasta e si alterna con robusti tessuti in un gradevole chiaroscuro. Le sedie hanno un effetto vimini, così come i tavoli protetti da vetro, stavolta trasparente, accuratamente apparecchiati con eleganti tovagliette all’americana. Il personale in sala si mostra altalenante nella cura dei dettagli ma nel complesso cortese e presente.

La scelta del vino, per via dell’indisponibilità del Canayli, ricade su un inedito Cannisonis di Massidda, scelto dal Marrocu e molto apprezzato dalla comitiva. Consigliato.
 

Paillote - Fregola all'astice

Paillote – Fregola all’astice

 

Tempura di verdure, muggine e gambero con riduzione allo zenzero e soia: una prelibatezza inaudita, con una pastella morbida, gustosa e asciutta; insalata di polpo con patate, pomodorini cherry, olive e basilico servita su base di carasau: non particolarmante originale ma molto delicata; guazzetto di cozze con pomodoro fresco, basilico, pepe: davvero niente male per una ricetta così semplice; affumicati di mare tra cui tonno, pesce spada e salmone con gaspaccio di pomodoro: ottimi dal primo all’ultimo. I commenti dei presenti sono stati assolutamente concordi nel giudicare positivamente tutto quanto sopraesposto.
 

Paillote - Calamaro Ombrina

Paillote – Calamaro Ombrina

 


I primi scelti dalla comitiva sono:
Fregola artigianale tostata allo zafferano con astice al sapore di limone – per Alessandro, Ettore e Jesus: fregola fresca forse da preferire un po’ meno cotta ma di ottimo sapore e ben condita, almeno per il sottoscritto; gnocchetti al ragù di cernia, pomodorini, zafferano – per Davide che gradisce parecchio; linguine alle vongole e bottarga di muggine per Mihaela che esprime la sua piena approvazione. Tutto veramente di ottimo livello, con ingredienti freschissimi, preparati con arte ed impiattati con estrema cura e raffinatezza.

 

Jesus apre, tra il serio ed il faceto, un simpatico siparietto: ”Cameriere, contesti allo chef la iniqua ed arbitraria distribuzione del crostaceo che mi vede sfavorito, e porca puttana (sottovoce)”

“Certo, farò presente!”.
 

Paillote - Semifreddo al caffè

Paillote – Semifreddo al caffè

 

Ed ecco che, senza pudore, ad eccezione della signora, la comitiva ainina allargatasi per osmosi, passa all’ordinazione dei secondi: calamari ripieni su crema di ceci e filetto d’ombrina scaloppato con pomodorini, serviti già sporzionati per evitare l’esplosione di risse furibonde, considerata peraltro la bontà del “doppio piatto”, nonché il tasso alcolemico raggiunto deglutendo, ora, un discreto Sciala delle cantine Surrau scelto furtivamente dal Raschione Ettore, che con ignominia approfittava della momentanea assenza del sottoscritto e tentava pure di rifilare ad altri la responsabilità dell’assaggio, nonché la pretesa di cambiare i bicchieri:


“Chiedigli di cambiarci i bicchieri”

“Chiediglielo tu, burricco!”
 

Paillote - Sorbetto alla fragola

Paillote – Sorbetto alla fragola

 

Come dessert la scelta ricade su un sorbetto rosa shocking alla fragola per Jesus, che vanta di poterselo permettere in quanto dice sia indiscutibile la sua virilità (ainina?); semifreddo al caffè con scagliette e decorazioni di cioccolato per Ettore Alessandro e Davide. Astensione per Mihaela che però non resiste dall’assaggiare il cioccolato offerto da Davide: amore vero.

Il tutto si chiudeva con un ulteriore gag del Raschione che proferiva ad alta voce, in modo tale da essere sentito dal cameriere, la necessità di riscaldare i bicchieri nei quali servire l’eccellente rum richiesto: “Ron Zacapa 23” per tutti tranne che per Jesus che prende un modesto, a suo avviso, caffè :

” Scusi se glielo dico…ma il caffè fa proprio c.g.re”

“Ci perdoni, sono le cialde!”

 

Costo € 56,60 cad. burriccu, assolutamente meritati per questa ennesima piacevole sorpresa della ristorazione nostrana. Quattro burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “La Paillote”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante La Paillote Indirizzo: Viale Calamosca, Cagliari
Telefono: 070371584    [mostra in google maps]
 

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mar 30 2013

Ristorante Sapori d’Ogliastra – Cagliari

 Scritto da Ettore | 3 commenti | Commenta

Sapori d'Ogliastra - Interno

Sapori d’Ogliastra – Interno

 

Così come ad Oriente, in quel maledetto venerdi nell’anno 33 d.J. un noto narratore della Galilea, dopo una cena con vecchi amici e un successivo momento di relax presso l’uliveto di famiglia, si ritrovò a seguire un percorso di una quindicina di tappe col peso della croce, simbolo di sentenza definitiva e perciò spauracchio di tutti gli osti del luogo, quasi due millenni più tardi, in quel di Cagliari, si celebrava il rito della passione di un noto somaro dell’hinterland cagliaritano, sotto il peso della croce del proprio giudizio e di quello dei compagni, continua quello che ormai è un viaggio con un inizio ma che non conosce fine, diretto, per questa occasione sulle traccie che conducono verso il levante. L’Ogliastra, stupenda vetrina della natura selvaggia e incontaminata della nostra isola, ma anche terra di profumi e di sapori, che tanti hanno provato vanamente a riprodurre, è la direzione indicata.
 

Sapori d'Ogliastra - Antipasti

Sapori d’Ogliastra – Antipasti

 

Cagliari, venerdi 29 marzo ore 20:45. La compagnia del Donkey Challenge, nella serata in cui rientra in servizio un latitante Ing. Marrocu, quattro somari Ettore, Jesus di Galilea, il burriccu Franco, ad un anno lunare esatto dal proprio arruolamento per la causa [vedi], e il burriccu Raffaele, attendono il solito indisciplinato ritardatario ipotricotico burriccu all’esterno della stazione designata per la serata, “Sapori d’Ogliastra”, nella centrale via Pessina, mentre la circostante vita metropolitana regala spettacoli di follia di vario genere. Incuranti dell’elemento ritardatario, si può comunque cominciare.
 

Sapori d'Ogliastra - Risotto agli scogli rossi

Sapori d’Ogliastra – Risotto agli scogli rossi

 


Il locale nasce sulle ceneri del già recensito e pluriburriccato ristorante Su Passu. L’ampia porta sulla vetrina d’ingresso in legno verde immette nell’unica sala principale, sviluppata in lunghezza fino a terminare su un vistoso bancone, da alcuni definito più adatto per un esercizio di lavanderia, che separa gli spazi riservati ai clienti dal bar. Immediatamente al di là del bancone, un appariscente frigo per le bibite rovina la complessiva eleganza dell’ambientazione, nella quale le rifiniture di colore verde scuro dell’ingresso vengono riprese nelle pareti, nei rivestimenti delle sedie e nell’ampio rosone sul soffitto che garantisce una buona illuminazione.
 

Sapori d'Ogliastra - Primi piatti

Sapori d’Ogliastra – Primi piatti

 

Le pareti sono decorate con piccole arcate in bassorilievo in cui trovano alloggio fotografie di suggestivi paesaggi ogliastrini, mentre sul lato destro è ricavata una appendice nel quale è inserita una piccola zona con un tavolo per due persone. Un corto muretto sulla stessa parete delimita l’ingresso ai servizi, mentre un paravento in legno, nel qual trovano disposizione diverse bottiglie da esposizione, nasconde una piccola zona multimediale con la cassa. Il numero dei coperti in sala non supera la quarantina. Veniamo fatti accomodare su un ampio tavolo, comodo per tutti tranne per un coperto eccessivamente costretto a ridosso di un muretto separatore, posto ovviamente riservato dalla comitiva per il ritardatario Ing. Marrocu.
 

Sapori d'Ogliastra - Orata in crosta di sale

Sapori d’Ogliastra – Orata in crosta di sale

 


Il servizio, cortese e disponibile, è garantito da una giovane cameriera, che ci confesserà durante la serata di amare poco il tipo di cucina in quanto osservante del protocollo vegano.
Su richiesta ci viene offerto un gradevole spumante Valmarone brut, accompagnato da olive confit e ottimo pane carasau con olio d’oliva. Poco entusiasmante l’offerta della cantina, soprattutto per i vini bianchi, tra cui l’unica etichetta disponibile è un anonimo Menhir della Cantina Sociale Ogliastra. L’offerta della cucina, ben assortita, spazia tra i percorsi di mare e di terra tipici della cucina ogliastrina.
 

Sapori d'Ogliastra - Bistecca cavallo

Sapori d’Ogliastra – Bistecca cavallo

 

Concordiamo per iniziare con una degustazione di antipasti di mare. In poco tempo arrivano al tavolo una notevole insalata di polpo con patate e spolverata di bottarga, servita in quantità industriale, ma divorata senza problemi dai famelici avventori, un meno gradevole salmone marinato, una buona insalata di finocchi e bottarga e una sesquipedale zuppa di cozze e arselle, ottima per sapore e condimento, ma poco convincente nell’aspetto dei gusci dei mitili e difettosa di cottura, tanto da non essere consumata integralmente. Antipasti mediamente buoni, nonostante la sempre discutibile scelta di inserire il salmone fra i prodotti tipici del nostro mare.
 

Sapori d'Ogliastra - Panna cotta

Sapori d’Ogliastra – Panna cotta

 

Stimolati dall’esordio positivo, la vorace compagnia decide di proseguire provando tutte le possibili scelte di primi piatti e uscendo, per alcuni elementi, persino dal consueto percorso di mare. Dopo una fisiologica attesa arrivano una squisita fregola in brodo di muggine per Jesus, un sontuoso risotto Perda Longa con gamberi e porcini per Ettore, ottimi spaghetti all’Isolotto con vongole e bottarga per il burriccu Franco, ottimo risotto agli Scogli Rossi con sugo ai frutti di mare per l’Ing. Marrocu, straordinaria fregola alla Golgo per il burriccu Raffaele. Primi piatti ineccepibili, con diverse punte di eccellenza.
 

Sapori d'Ogliastra - Ricotta e miele

Ricotta e miele

Sapori d'Ogliastra - Tiramisù

Tiramisù

 

La qualità crescente e la follia del somaro che cerca sempre di infrangere certe regole alimentari non scritte convince i commensali a continuare con i secondi piatti. L’attesa per la preparazione si consuma all’insegna di scottanti rivelazioni di alcuni commensali che confessano di aver acquistato coupon per la frequenza di corsi CISCO online con la vana ambizione di diventare un esperto sistemista, ma soprattutto di essere stati allievi della celeberrima Scuola Internazionale della preparazione del Sushi di Pirri: quale onore desinare con voi!! Ad alleggerire l’entità di tali notizie arrivano due ottime costate di cavallo per chi Vi scrive e per l’ipotricotico burriccu, una buona bistecca di Manzo per Franco e due ineccepibili orate al sale per Raffaele e Jesus non ancora risorto, accompagnate da patate fritte e verdure in pinzimonio. Ettore e Franco sopperiscono all’esaurimento della bottiglia con della meno nobile, ma assolutamente appropriata, birra Ichnusa.
Immancabile nella dieta ainina, arriva il momento del dessert: gradevole ricotta salata con miele su letto di pane guttiau per Ettore, Raffaele e Marrocu, buon tiramisu per Franco e sontuosa panna cotta al caramello per Jesus. Purtroppo il momento non è stato accompagnato da un buon passito per i limiti già esposti della cantina, limiti che diventano addirittura imbarazzanti nella proposta degli amari: a posto così. Grazie!!
Costo dell’esperienza: 54€ cad. burriccu, almeno un 20% superiore rispetto alla qualità dell’offerta, eccesso che speriamo che non rientri nell’ottica di copertura degli oneri di una serata con un numero eccessivamente ridotto di clienti.
Di recente apertura, il ristorante Sapori d’Ogliastra ci ha positivamente convinto per la scelta degli ingredienti e per alcuni piatti veramente notevoli, mentre assolutamente da adeguare alla qualità della cucina è la cantina, sia nella proposta di etichette, sia nell’assortimento di liquori, al momento decisamente insufficiente. Al netto di alcune sbavature rilevate, che auspichiamo si possano risolvere con il raggiungimento della condizione di regime, riteniamo comunque il locale dotato di buone potenzialità per affermarsi nella zona: tre somarelli meno meno meno.
Colgo l’occasione per ringraziare gli ormai abituali burricchi ospiti Franco e Raffaele che tanto hanno contribuito per una divertente serata in compagnia.

 

VALUTAZIONE “Sapori d’Ogliastra”: Tre Burricchi.
Ristorante Sapori d’Ogliastra Indirizzo: Via Pessina 8, Cagliari
Telefono: 3388559178    [mostra in google maps]

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mar 2 2013

Ristorante L’Angolo di Pinna – Cagliari

 Scritto da Ettore | 1 commento | Commenta

Pinna - Interno

Pinna – Interno

 

La sfida delle insidie del gran diluvio, antipasto di una ormai prossima e annunciata apocalisse, come il riscatto di un pugile costretto all’angolo che si ribella all’incedere dei colpi dell’avversario e costruisce la propria vittoria, allo stesso modo la compagnia dell’asinello, nonostante le nefaste profezie della cuccurra col cappellino (si pigausu una passad’è acqua!), non rinuncia a riunirsi per celebrare la liturgia settimanale dedicata ai piaceri della tavola. Luogo di culto prescelto per la settimana l’Angolo di Pinna, nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, che ci piace pensare come la giusta dicotomia tra il tributo ad un grande campione del ring e il podio per colui che si rivelerà un gran campione in cucina. Aprofitterà il menestrello in pectore della serata degli effetti del sovra dosaggio di un ottimo Ron Zacapa, per estorcere qualche sorso ad una fonte dell’ispirazione che, nonostante le recenti piogge, non sembra più così generosa.
 

Pinna - Petto d'oca

Pinna – Petto d’oca

 

Sono le 20:40 di venerdi 1 marzo quando gli elementi più attivi della compagnia, dopo aver trovato un impossibile accomodamento per la fedele utilitaria scelta come vettore per la serata, convergono verso il punto d’incontro per formare un Triumvirato inedito, vista l’assenza non completamente giustificata del terzo ipotricotico burriccu titolare, comunicata in modo confuso on the way, completato da un graditissimo ospite che, per comodità di cronaca e per una rinnovata attenzione per la privacy altrui, chiameremo M., senza dare altre indicazioni, nè sui titoli, nè sul sesso. Espletati i formalismi di saluto imposti dall’etica, la ciccionata può cominciare.
 

Pinna - Antipasti

Pinna – Antipasti

 

Di recente apertura, l’ambientazione è ancora molto sobria ma gradevole, nella quale abbiamo avuto difficoltà a trovare una impronta di stile ben marcata. L’ingresso è dominato da una vetrina con l’esposizione della pasta fresca della casa, che si rivelerà uno dei punti di forza della cucina e che trova alloggio dietro un bancone bar che precede un piccolo corridoio nel quale trovano alloggio diversi tavoli, che conduce alla sala principale, di forma quadrata, capace di ospitare 20-25 coperti. Le pareti sono decorate con innesti di pietre a vista e diverse mensole in legno scuro, materiale che ritroviamo nelle travi a vista e nel rivestimento del soffitto. La sala principale, sfrutta, durante il giorno, la luce di due finestre che danno su un cortile interno, protette da eleganti tende in organza chiara. In fondo alla sala un pratico disimpegno nasconde l’ingresso ai servizi e alle cucine, locali evidentemente poco capienti, vista la necessità di alloggiare i frigoriferi in sala. Adiacente alla superficie di separazione, una vecchia credenza che ospita tovagliame e posate riporta chi Vi scrive indietro nel tempo presso la casa dei nonni. I tavoli in legno massello scuro son composti da unità quadrate, rivestiti da tovaglie bianche, con sedie abbinate rivestite in paglia.
 

Pinna - Carciofi e bottarga

Pinna – Carciofi e bottarga

 

Il servizio, garantito da un giovane cameriere si rivelerà preciso e puntuale, agevolato in questo dall’esiguo numero di avventori in sala per la serata. Veniamo fatti accomodare in un ampio tavolo in legno da quattro coperti nella sala superiore, ben illuminata e ben climatizzata e ci viene offerto un ottimo aperitivo di benvenuto a base di bitter, vermentino, succo d’arancia e rum.
L’offerta della cucina spazia egualmente fra percorsi di terra e di mare, con un assortimento di piatti ragionevolmente limitato per ciascun tipo, ma assolutamente interessanti in termini di contenuti. La morbosa preferenza per i prodotti del mare orienta la comitiva nell’usuale degustazione a tema che inizia con tutte le possibili scelte di antipasti disponibili, con una piccola ma graditissima eccezione che andremo a descrivere. Meno ampia e accattivante l’offerta della cantina, in cui non spiccano etichette blasonate, ma tra le quali eleggiamo il sempre gradito Is Argiolas DOC 2011 come nettare che accompagnerà la serata.
 

Pinna - Fregola al profumo di mare

Fregola profumo di mare

Pinna - Ravioli nero di seppia salmone

Ravioli nero di seppia

 

Un breve momento di facile ironia reciproca fra il nostro ipertricotico burriccu e M. sullo stile da tenere a tavola precede l’arrivo dei piatti: si inizia con La Burrida, quella vera, abilmente preparata da colui che ne ha registrato il nome nel dizionario della lingua italiana; pur non essendo un amante del genere, la ritengo comunque esagerata per pienezza di gusto ed equilibrio dei sapori; seguiva poi un ottimo carpaccio di pesce spada affumicato su un letto di rucola e pomodorini, un meno gradito carpaccio di salmone su letto di iceberg con riduzione di aceto balsamico, poco indicato, soprattutto per i clienti locali che preferiscono prodotti nostrani, e un eccezionale carpaccio di petto d’oca su letto di valeriana, variante di terra, inserita su consiglio del personale, causa indisponibilità di polpo fresco.
 

Pinna - Spigola ai carciofi

Pinna – Spigola ai carciofi

 

La degustazione proseguiva con una ineccepibile zuppa piccante di cozze e arselle e una eccellente insalata di carciofi di stagione e bottarga a scaglie. Antipasti molto postitivi per la qualità degli ingredienti e preparazione d’alta scuola. L’ottimo impatto con la cucina alimenta l’attesa per i primi piatti, concordati direttamente con lo chef/titolare dopo una piacevole conversazione. Con tempistiche perfette, approdano alla nostra tavola due piatti di fregola artigianale della casa al profumo di mare con cozze, arselle, seppiette, gamberi, assolutamente eccellente, una vera e propria poesia di sapore, e un piatto di indescrivibili ravioli della casa al nero di seppia con ripieno di ricotta e spinaci, serviti con crema di salmone e parmigiano, assolutamente particolari per un inusuale, quanto riuscitissimo, matrimonio fra sapori che fino ad allora poteva sembrare impensabile. Notevole soprattutto la qualità della pasta fresca della casa, realizzata con gli ingredienti e le tecniche di una volta e fiore all’occhiello, bene in vista, di un laboratorio di cucina capace di impressionare persino il fine palato degli esigenti somari.
 

Pinna - Crema all'arancia

Pinna – Crema all’arancia

 

L’ulteriore impennata della qualità dei piatti rompe qualsiasi indugio, legato agli eccessi della giornata per qualcuno, nel continuare lo straordinario valzer gastronomico intrapreso con un assaggio di secondo piatto. Nel frattempo un interessante dibattito sulle opportunità di esportare la cucina sarda oltre oceano fa scaldare gli animi e scomoda espressioni decisamente fuori contesto, ma l’arrivo di altre leccornie spegne subito ogni ostilità. Trattasi di un eccellente filetto di spigola con carciofi di stagione, semplicemente perfetto per sancire il termine del tributo animale per la serata, da applauso! Come impone il protocollo della ciccionata non si può abbandonare il tavolo senza aver assaggiato il dessert. Nonostante un’offerta piuttosto limitata di dolci della casa, sempre su consiglio dello chef, decidiamo di sperimentare una particolare crema all’arancia, servita come una normale crema catalana con caramello croccante: assolutamente fantastica, ottima revisione della celebre ricetta, felicemente privata di alcuni scomodi e, per alcuni, poco graditi gusti accessori. Per dovere di cronaca registriamo un piccolo difetto di fornitura della cantina del locale che ha privato il momento del giusto accompagnamento tramite passito, sbavatura ampiamente rimediata dalla proposta di amari con cui la cena si conclude: splendido rum Ron Zacapa 23, servito, su richiesta, in bicchieri riscaldati. Nella sua bizzarria Jesus decideva di rovinare il momento con quello che è stato probabilmente l’unico caffè preparato per la serata…
Costo della felice esperienza 46,67€ cad. burriccu, perfettamente in linea con la qualità dell’offerta e doverosamente rimpinguato da adeguata mancia ripartita uniformemente fra i commensali.
 

Pinna - Caffè e Ron Zacapa

Pinna – Caffè e Ron Zacapa 23YO

 

Nonostante la recente apertura, l’Angolo di Pinna è una piacevole realtà fra i diversi ristoranti della zona e, sebbene l’impegnativo accostamento geografico con importanti realtà già analizzate dal Donkey Challenge, può sicuramente accontentare diverse tipologie di clientela, da quella occasionale alla ricerca dei sapori tipici della cucina sarda, a quella abituale, esigente ed esperta, molto attenta a tutta la filiera della preparazione dei piatti che andrà ad assaporare. In questo senso spicca il laboratorio di pasta fresca della casa, che si può ammirare già dalla vestrina esterna, e che garantisce la base perfetta per ricette di sicuro successo, interpretate magistralmente dallo chef/titolare. Una ambientazione gradevole, possibilmente da personalizzare col tempo, ed un servizio efficiente e professionale, garantiscono piacevoli serate in buona compagnia. Le sbavature di lieve entità rilevate, imputabili probabilmente ad una condizione di regime non ancora raggiunta, che auspichiamo vengano corrette col tempo, non ci consentono tuttavia di formulare una valutazione che avrebbe del clamoroso, ma garantiscono sicuramente il terzo burriccu, con la doverosa aggiunta di una menzione speciale per la qualità della cucina: complimenti!
Colgo l’occasione per ringraziare il nostro gradito ospite M., che con la classe e la simpatia di sempre ha allietato e animato la serata, facendo passare in secondo piano l’assenza dell’Ing. Marrocu, che si è notata soprattutto al momento della ripartizione, stavolta perfettamente equa, degli oneri economici della serata: grazie :-)

 


VALUTAZIONE “L’Angolo di Pinna”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante L’Angolo di Pinna Indirizzo: Corso V.Emanuele II 205, Cagliari
Telefono: 3473744869    [mostra in google maps]
 

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