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mar 29 2012

Ristorante Kilometro Zero – Cagliari

 Scritto da Jesus | 7 commenti | Commenta

Kilometro zero - Interno

Kilometro zero – Interno

 

Con centouno, mille e oltre chilometri alle sue spalle il somaro, paziente e instancabile, incede per la sua strada, senza mai affrettarsi, né alcunché dietro di lui rimirare. Non indugia, non medita sulla rettitudine del suo passo o sulla virtù della destinazione che l’attende; solamente avanza, lento e mansueto, risoluto e vigile, fin su lungo il costone della montagna, con cura proseguendo sulle strette ceglie rocciose, con prudenza discendendo verso valli assolate, generosi frutteti, accesi paesaggi di mare, per poi ancora risalire polverosi e penitenti sentieri, infine raggiungendo l’inaccessibile vetta di una proba impercettibile volontà.
 

Kilometro zero - Antipasti misti

Kilometro zero – Antipasti misti

 

Seguendo il medesimo flemmatico avanzare, Il gruppo storico del Donkey Challenge, dopo anni di lento e inesorabile pellegrinaggio lungo le mulattiere e gli impervi sentieri del gusto – senza una stella polare che benignamente loro accompagnasse -, hanno infine raggiunto la vetta della centesima ciccionata, proseguendo poi senza indugio o tentennamento alcuno la loro strada, alla ricerca di nuove sfide e nuovi orizzonti da superare.
Passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, eccoci nuovamente qui con voi, a discutere e narrarvi della ennesima, mirabolante culinaria avventura, così come fosse la prima volta, così come fossimo ancora al chilometro zero della nostra avventura!
 

Kilometro zero - Foglie di bottarga

Kilometro zero – Foglie di bottarga

 

Il Ristorante Kilometro Zero, è dunque la tappa, la destinazione di quest’oggi, il nuovo accogliente anfratto, che per qualche ora sarà il nostro confortevole rifugio.
Il locale è sito nella Via Grazia Deledda, a pochi passi dalla centralissima Piazza Repubblica, in Cagliari.
L’ambiente principale si estende, con architettura rigida ed essenziale, dalla vetrata di ingresso – che assume il ruolo di piccolo vestibolo -, fino al suggestivo bancone in fondo alla sala, virando poi lateralmente verso un nuovo corridoio, che alloggia qualche tavolo più appartato. Le tonalità e i decori sono caratterizzati dal ricercato contrasto tra il grigio color intonaco e il viola pallido, mentre le nicchie che spuntano in rilievo sulle pareti, accomodano numerose bottiglie di particolarissima provenienza e forniscono – di fatto -, tutta l’illuminazione necessaria, tanto da rendere pleonastici i lampadari argento pallido, che piovono dal soffitto. L’ambientazione è perciò moderna e ben curata, senza invero raggiunge un elevato grado di gusto e raffinatezza superiore.
 

Kilometro zero - Fagottino di verza

Kilometro zero – Fagottino di verza

L’accoglienza, da parte del giovane proprietario del locale, è calorosa e cordiale, anche perché, come non di rado capita (carramba che sorpresa!), scopriamo essere un vecchio compagno di scuola dell’Ing.Marrocu.
A questo punto il giusto sottofondo di correttezza e obiettività della valutazione ne risulterebbe compromesso, se non fosse per il fatto che il personale si presentava amichevole e conviviale con ciascheduno degli avventori presenti, quasi sottintendendo la consuetudine di ospitare una clientela fidelizzata ed assidua, a dispetto della recentissima apertura.
Ad ogni buon conto, l’impressione che si ha, scambiando le prime misurate parole con il titolare Diego, è quella di avere di fronte una persona freneticamente attenta, che svolge il proprio lavoro con passione e dedizione sincera.
 

Kilometro zero - Carbonata di mare

Kilometro zero – Carbonata di mare

 

Il servizio in sala è inoltre garantito da un elegante giovinetto dal look rasta, una gentilissima cameriera dell’Est europeo oltre che, sul finire della serata, dalle baluginanti incursioni di un cuoco dalla stazza considerevole.
Il menù di Kilometro Zero viene giornalmente rivisto per accondiscendere alle bizzarrie di «quei pazzi della cucina!», ma può essere comunque declinato in convenzionali antipasti di terra e di mare, tre/quattro primi del giorno e vari secondi di pesce o di carne. Procediamo quindi con il nostro consueto protocollo: assaggio di antipasti misti, due assaggi di primo (che in realtà saranno due piatti abbondanti), un eventuale secondo più i dessert.
 

Kilometro zero - Tagliatelle moscardini e cozze

Kilometro zero – Tagliatelle moscardini e cozze

 

Nella cernita del vino, accogliamo il consiglio di sperimentare etichette non propriamente convenzionali, nell’ottica della tradizione gastronomica sarda, ma attinte dal pur vasto bacino enologico nazionale: si inizia con un buon Müller Thurgau Weindorf dell’Alto Adige, per poi proseguire con un ottimo e semanticamente inquietante Falerio dei colli ascolani, Oris Ciù Ciù, derivato da uve di Trebbiano, unitamente a vitigni autoctoni “Pecorino” e “Passerina”. Ogni ulteriore commento risulta superfluo.
Gli antipasti misti si articolavano in nove pietanze, di semplice fattura ma di più che meritevole preparazione. Ricordiamo quindi: capponata di melanzane e peperoni, seppiette in umido con piselli, insalata di farro con vellutata di basilico, insalata di ceci con pomodoro, rucola e aceto balsamico, polpettine di manzo in umido, seppiette arrosto con sedano e pomodori, polpo all’algherese, petali di bottarga su letto di sedano, fagottino di verza con ripieno di purea di patate, prosciutto e formaggio.
 

Kilometro zero - Zuppa inglese

Kilometro zero – Zuppa inglese

Kilometro zero - Torta della nonna

Kilometro zero – Torta della nonna

 

Per quanto riguarda i primi piatti, ottima – anche se forse con un pelo di sale in eccesso –  la “carbonara di mare”; ricetta che prevedeva cernia affumicata in luogo della più proverbiale pancetta, e piuttosto buone anche le taglietelle, condite con sugo di moscardini e cozze, risultate giustamente e dosatamente piccanti.
A questo punto, la serata, nonostante la pienezza cagionata dalle abbondanti prelibatezze sino ad allora ingurgitate, poteva procedere con la richiesta di secondi piatti non particolarmente impegnativi.
 

Kilometro zero - Ciù ciù

Kilometro zero – Ciù ciù

 

La scelta è quindi ricaduta su un’ottima orata di mare arrosto, e su una “bistecca” di cernia in padella, condivisa, in termini di singola porzione, dal Raschione Ettore e dall’Ing.Marrocu.
Di tali pietanze non possiamo, ahimè, fornire alcuna riproduzione fotografica, a seguito di un difetto di sobrietà da parte di Jesus, accompagnato da un’insanabile eccedenza d’appetito, scaturiti nella più banale negligenza in merito al consueto immortalare
– prima di procedere con la rituale razzia -, qualsiasi leccornia servita in tavola.
Da questa sciagurata vicissitudine, restano salvi però i buonissimi dessert: una zuppa inglese per l’Ing. Marrocu, torta della nonna con pinoli e crema di limone per il Raschione, sorbetto al limone per Jesus. Quest’ultimo, arrivato solo successivamente al tavolo dei Burricchi, unica perdonabile disattenzione da parte del pur attento personale, durante la serata. Conclusione con un esclusivo liquore alla liquirizia per Marrocu. Prezzo della cena, 30€ cadauno, da ritenere pressoché promozionale e ben al di sotto dei reali valori prodotti.

Il Ristorante Kilometro Zero, che porta nel nome l’ideale filosofia del biologico (aspetto che non abbiamo avuto modo di approfondire), si presenta come un locale elegante ed accogliente, ritrovo ideale per cene romantiche o formali e conviviali conventicole.
Seppure la cucina non elargisca particolari e ricercate eccellenze, le pietanze proposte si distinguono per ingredienti genuini e per un’ottima qualità generale, mentre il servizio risulta di assoluto livello. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “Kilometro Zero”: Tre Burricchi.
Ristorante Kilometro Zero Indirizzo: Via Grazia Deledda 68, Cagliari
Telefono: 070668901 [mostra in google maps]

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nov 19 2011

VIK Very International Kitchen – Cagliari

 Scritto da Ing. Marrocu | 8 commenti | Commenta

VIK - Interno

VIK – Interno

 

VIK Very International Kitchen.

Cagliari, ore 20:55. Puntualissimi, come sempre. Cinque. Esattamente cinque. Sono gli squilli sul cellulare dell’Ing. Marrocu, che si destreggia tra vetture che procedono contromano nel buio viale Trieste, nell’occasione una jungla animata da giovani neopatentati…

«Mi dica dottore», risponde.
«Sta arrivando?» Siamo già qui, la aspettiamo!!»
tuona il solerte Raschione Ettore…
«Eh, sto arrivando CA..O!».
 

VIK - Ostriche di Marennes Oléron

VIK – Ostriche Fin de claire

 

Ore 20:57. Via Carloforte. Puntualissimi. Cinque. Per l’occasione cinque. Sono i burricchi, inconsapevoli ma audaci, che dopo i saluti di rito, varcano la soglia del VIK.
Cosa ci faranno cinque bifolchi in un contesto così distinto? E’ quello che si chiederà la cortese responsabile di sala, Stefania, che accoglie gli avventori come fossero rispettabili ospiti, senza trasecolare di fronte al loro animalesco aspetto:
«Prego, accomodatevi».
Subito a loro agio, prendono posto in una ambientazione semplice, lineare, trasparente, moderna…leggera. Ampie vetrate nell’involucro esterno “aprono” il locale al centrale e frquentato quartiere Stampace e, altresì, pongono in bella mostra l’interno ai viandanti, così come è in bella mostra tutta la raffinata attività svolta all’interno della cucina.
Non una cucina qualunque. Una Very International Kitchen.
 

VIK - Cruditè di mare, Capesante

VIK – Cruditè di mare, Capesante

 

La selezione del vino è privilegio, oggi, dell’Ing. Jesus, che chiede espressamente un’etichetta non presente nella carta: il Tuvaoes, vermentino di Sardegna delle cantine Cherchi. L’aperitivo è invece offerto dalla casa: uno spumante prosecco in calice flùte, che accompagna cruditè di seppiette su un letto di zucchine. Ottimo inizio!
La scelta tattica asinina consiste nel richiedere numerosi diversi antipasti, ciascuno in porzione singola, da dividere equamente, in modo da avere una visione d’insieme delle potenzialità dello chef. Così, grazie anche all’aiuto della sempre presente Stefania e di un suo giovane collega, ciascun burricco può così assaporare ben cinque mini-porzioni di allettanti pietanze.

VIK - Fregula scampi gamberi coriandolo

VIK – Fregula scampi gamberi coriandolo

 

E’ un susseguirsi di ostriche francesi Fin de claire con ghiaccio, limone e decoro vegetale su vassoio dedicato, cruditè di  gamberi su letto di avocado; dentice con cipolla di tropea, zenzero, chili e coriandolo e sale rosa; parago al cocco, tamarindo, menta, sale maldon e aceto di vernaccia; cruditè di scampi con sale nero; capesante cotte con salsa di zafferano e chutney di zucca. Roba da deliziare i più raffinati ed esigenti palati. Le mini-porzioni siffatte hanno ingannato i più presuntuosi:

«La qualità è ottima, ma le dosi lasciano a desiderare», dicono loro…

Ma eccoli subito di fronte alla scelta dei primi piatti: “Fregula” con scampi gamberi e coriandolo mangiata dal Dott. Ettore e l’Ing. Melis, un piatto tipicamente nostrano rivisitato in chiave internazionale.  Tra le più prelibate mai gustate.

VIK - Lorighitas ombrina pomodori zafferano

VIK – Lorighitas ombrina pomodori zafferano

VIK - Vialone nano liquirizia

VIK – Vialone nano crema di parmigiano e liquirizia

 

“Lorighitas” con ombrina, pomodori e zafferano presi dall’Ing. Jesus: una delizia.
“Vialone nano” con crema di parmigiano 30 mesi e spruzzata di liquirizia pura in polvere per l’Ing. Marrocu e l’ex glorioso triunviro Dott. Ing. Pg.: sopraffino!
Le porzoni erano adeguate, la qualità si confermava al top anche nello stile dell’impiattamento, che faceva per qualche attimo dimenticare il solito foraggio e, accortisi di ciò, anche i più presuntuosi burricchi smisero di ragliare rumorosamente e disarmonicamente!!!
 

VIK - Baccalà cipolla nero di seppia caffè

VIK – Baccalà cipolla nero di seppia caffè

 

I Tuvaoes salivano a tre…il numero perfetto di Jesus che percorreva ormai, per la terza volta, il bisognoso percorso con incedere tortuoso.
Il menù scintillava di secondi piatti invitanti che ponevano gli avidi commensali di fronte alla difficile scelta ma, com’è noto, l’asino non cambia idea, specie se in branco: stessa tattica degli antipasti. Cinque secondi cinque. Divisi in miniporzioni. Ecco del baccalà con cipolla, nero di seppia, caffè, cardamomo, dispensato con l’aiuto del servizio di sala. Imperversano proteste:
«A me ne ha messo di meno, a te di più»,
sotto lo sguardo sbigottito degli altri frequentatori dalle sembianze umane…

VIK - Dentice, Parago, Piccione, Ricciola

VIK – Dentice, Parago, Piccione, Ricciola

 


Ecco ancòra  dentice a bassa cottura con verza, zenzero, limone e olio d’oliva: alzi la mano chi l’ha già provato.
Ricciola con foie gras, teriyaki, purea di patate: offriamo una cena a chi ce lo ripropone a casa.
Parago con bietola, pinoli, uva passa, pangraté: delizioso.
Petto di piccione con pistacchio patate, valeriana e bacche di ginepro:

«Ma cos’è piccione preso a fionda in piazza Jenne? Ha ha ha»

…Che BURRIKI !!!
 

VIK - Pera cotta

VIK – Pera cotta

 

Ci si avvia così verso il piatto conclusivo, il dessert.
Per Jesus pera cotta con crema di vino bianco e nero (non meglio specificati). Vi era poi la crema di gelato di zucca con caramello e amaretto, scelta dall’Ing.Marrocu, millefoglie con panna e crema al limone e frutti di bosco per gli Ingegneri P.G. e Melis, che già lasciavano trasparire sul volto una certa preoccupazione…
Tutte prelibatezze di prim’ordine, dagli accostamenti sensoriali inediti, fantasiosi, sublimi. Il tutto accompagnato da Nasco Angialis della cantina Argiolas, offerto dalla casa.
 

VIK - Crema di gelato

VIK – Crema di gelato

VIK - Millefoglie

VIK – Millefoglie

 

Per concludere 2 caffè per Jesus e per PG, liquore al finocchietto selvatico per il Raschione Ettore, grappa ancòra per Jesus. Il tutto accompagnato dall’ultima delizia: palline di cioccolato ripiene di crema al limone, o alla gianduia, sempre offerto dalla casa.
La cena è giunta così alla conclusione. Il costo è di 94 euro cadauno, che potrebbero fare storcere il naso, cadere le orecchie in terra, scornare  i burricchi più parsimoniosamente susunki.

VIK - Burriccu scornato

VIK – Burriccu scornato

 

Ma chi davvero cerca una cucina di alto livello non può prescindere dal provare questo ristorante che, a nostro avviso, ha forse il solo limite del contesto in cui è inserito; piatti così raffinati meriterebbero sicuramente un’ ambientazione più elegante. Il giudizio comlessivo è di quattro burricchi, il che colloca  VIK nella zona più alta della nostra originale classifica, con pieno merito.
Non possiamo mancare dal segnalare proprio lo scornamento del burricco PG e dell’amico Melis, entrambi già senza orecchie, vittime dell’imboscata ordita da Ettore che non si è voluto far scappare l’occasione di scegliere uno dei ristoranti più costosi della città, in virtù della loro concomitante presenza.

Burrikki. Susunki.
 


VALUTAZIONE “VIK”: Quattro Burricchi.
Ristorante VIK Indirizzo: Via Carloforte 76, Cagliari
Telefono: 3464218813    [mostra in google maps]
 

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