Ristorante Eugenio – Quartu S.Elena
Varcare i confini e la soglia del tempo, poco prima che le vacanze e le ferie arrivino, con tutto il loro ricco carico di ricordi, di mnesiche sensazioni, di voci e schiamazzi che si rincorrono e rivivono, alimentate dal calore della fine e bianca sabbia del Poetto (di un tempo), è come danzare su un pavimento crollato da anni, che ancora riesce a sostenere chi, con il pensiero, senta il desiderio di garbatamente calpestarlo.
Non è ora nostra intenzione melanconicamente approfondire, per nostra e vostra molestia, tutte le sensazioni e reminiscenze che un ristorante come “Eugenio” riesce a stimolare – ad onor di ciò, ciaschedun lettore faccia personale riflessione -, ma di questo “stargate” verso il passato, che i Donkeys incontrano dopo un lungo ininterrotto vagare, vogliamo oggi raccontarvi.
Giovedì sera, ore 20.20. Dopo alcuni minuti di viaggio, poco dopo essersi immessi sulla S.S.554, attraverso il “rotondone” di Flumini di Quartu, Jesus e il Raschione Ettore raggiungono “Eugenio”, storico e celeberrimo ristorante dell’hinterland cagliaritano.
Ad onor del vero, l’incursione dei burricchi in questo locale, arriva con sensibile ed incolpevole ritardo, rispetto ai loro auspici; il buon Raschione nei mesi scorsi, aveva infatti, ripetutamente ed insistentemente, cercato di prenotare un tavolo, vedendoselo comunque sempre negare, così come probabilmente sarebbe accaduto decenni or sono, ma con ben differenti motivazioni. L’anticipo di mezz’ora, rispetto all’orario canonico delle nostre ciccionate serali, è stato determinato dalla richiesta dell’Ing.Marrocu che, nonostante quello che affermi approssimativamente via twitter, arrivava poi lui stesso con qualche minuto di ritardo!
Il Ristorante si trova edificato all’ombra di un imponente nespolo dal sapore verghiano, collocato giusto lungo la strada statale, nel comune di Quartu.
Dall’esterno, la struttura appare semplice e con ben pochi orpelli, mentre gli infissi in alluminio, tradiscono il vissuto di un non recente passato che, negli anni ’60, ’70 (per quanto possano conoscere e approfondire tre burricchi trentenni), coronava “Eugenio” come uno dei più conosciuti e rinomati ristoranti della zona. L’architettura del locale, esternamente e all’interno, non sembra essere stata rinnovata in modo sensibile da allora. Lasciamo a voi valutare, se questo aspetto possa essere considerato un pregio oppure un difetto.
All’interno, l’impatto con il locale produce una serie di sensazioni marcatamente contraddittorie. Parallela alla bella veranda coperta – ahimè ben poco frequentata dato il non splendido panorama -, c’è la sala principale, dalle tinte chiare, dal soffitto scuro e dai caratteristici lampadari con annesso ventilatore, tipici degli anni ’70.
Le parete che dà sull’esterno è elegantemente striata d’arancio, mentre quella opposta, sviluppata su archi a volta (alcuni dei quali poco amabilmente ostruiti), separa la sala dagli ambienti di servizio ed è arricchita da numerose foto e stampe in bianco e nero.
Verso fondo del ristorante – piuttosto confuso e carico di elementi di dubbia eleganza, quali un rumoroso televisore sintonizzato su “Veline” e i frigoriferi delle bevande – compare un ampio pertugio, dal quale ogni tanto balugina il giovane cuoco, per consegnare le comande. In virtù degli inesorabili effetti del tempo, di suppellettili desueti e di qualche percettibile segno dell’umidità, l’ambiente nel suo complesso non si distingue certo per raffinatezza e compostezza estetica, ma riesce ad ogni modo a regalare delle vere nicchie di splendido arredo familiar-kitsh; inoltre, nel percorrere i suoi spazi essenziali e squadrati, si avverte e percepisce l’inebriante profumo della dolce vita cagliaritana.
In considerazione dell’ora non particolarmente tarda, i burricchi arrivavano quando il ristorante era ancora deserto, e venivano accolti da una gentile signora e da una ragazza più giovane, verosimilmente sua figlia.
Il servizio, seppure spiccatamente “alla mano”, risulterà invero rapido ed efficace, e impeccabili saranno i tempi della cucina, che dovranno forzatamente raccordarsi con quelli cagionati da un divertente imprevisto, che ha coinvolto il Raschione Ettore, e di cui narreremo tra breve.
La scelta del menù ricadeva, naturalmente, su un assaggio di antipasti di mare, che sarebbero stati accompagnati da un buon vermentino di Gallura D.O.C.G. “Funtanaliras”, il più appetibile della non generosissima carta dei vini.
Gli antipasti, e in generale le pietanze, proposti dalla cucina di Eugenio, sono quelle classiche della tradizione cagliaritana e, seppur non brillando per originalità e ricercatezza delle composizioni, esprimono, con la genuinità e la freschezza degli ingredienti, tutto il potenziale della nostra cucina, tanto da non lasciarci insoddisfatti. All’attenzione dei Donkeys sono quindi arrivate, nell’ordine: ottima insalata di mare con polpo, calamari, seppiette e surimi, frittelle di gianchetti, melanzane in pastella e, per concludere, una goduriosa zuppa di cozze. Il tutto veniva accompagnato da delle eccellenti bruschette all’olio e aglio, molto apprezzate dal Raschione. Potrebbe, tale sequenza di pietanze, apparire in qualche modo difettosa in termini di abbondanza, ma assicuriamo che, nell’ottica di un pasto che comprenda anche primo, secondo e dolce, risultava assolutamente adeguata.
Come prima accennato dobbiamo registrare, tra gli antipasti e il primo piatto, la temporanea dipartita del Raschione Ettore che, impossessatosi della 150cv di Jesus, ha impiegato il tempo record di 14’50”, per recarsi nella sua abitazione, provvedere all’accesso di madre sorella e cane – che nel frattempo l’avevano chiamato per segnalargli di aver scordato le chiavi – e ritornare al ristorante, per sedersi comodamente al tavolo ed apprezzare, giusto in tempo, degli ottimi spaghetti al sugo di aragosta (non vogliamo chiederci perché siano stati chiamati in tale nome). In questo scompiglio, segnaliamo inoltre che Jesus ha colpevolmente scordato di provvedere alla cattura preventiva dell’immagine di succitato piatto, prima che i commensali lo sbranassero per almeno due terzi.
Per il secondo piatto, le scelte dei tre donkeys si differenziano, inconsapevolmente convergendo nella più classica grigliata mista: buonissima orata arrosto per Jesus, spigola arrosto per l’Ing. Marrocu e degli eccellenti calamari arrosto con prezzemolo per il Raschione.
Dessert conclusivo per Marrocu, che ordinava un gelato al limone, per il Raschione, che apprezzava la “Torta della nonna” e per Jesus, che invero restava a digiuno, a causa di un inusuale mal di testa e per la quantità d’acqua fino ad allora ingurgitata, che gli aveva inesorabilmente saturato lo stomaco. Un caffè più “amaro Ramazzotti” per Jesus e un “Jägermeister” per il Raschione, ponevano termine alle ostilità.
Costo complessivo della cena, 43€ cadauno, da giudicarsi sinteticamente adeguato.
Non volendo qui considerare i vecchi fasti del ristorante, “Eugenio” si presenta al pubblico come un buon locale dal fascino anni ’70, che può essere apprezzato per la sua semplicità e il voler restare radicato ad un suggestivo passato, tanto da far assaporare ai propri clienti, atmosfere dal gusto ormai dimenticato. Buona, a tratti ottima la cucina che, sobria e genuina, riesce anch’essa a suscitare positive sensazioni. Invero, una salutare rinfrescata alle pareti e il passaggio ad infissi in legno (senza voler compromettere lo stile di base), renderebbe la location certamente più affascinante. Tre burricchi meno meno.
VALUTAZIONE “Eugenio”: Tre Burricchi. | |||
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Ristorante Eugenio | Indirizzo: Viale Europa 4 (S.S.554), Quartu Sant’Elena Telefono: 070830369 [mostra in google maps] |
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10 ago 2012 alle 18:12
Come una foto dai colori sbiaditi, il Ristorante Eugenio sembra immortalare uno scorcio di quella che un tempo era la campagna a ridosso della città di Quartu e che, al momento grazie alla pesante urbanizzazione della collina adiacente e l’incessante passaggio delle auto e il frequente stridere degli pneumatici di sedicenti piloti alle prese con le curve di Lesmo della statale 554, sembra essere l’unico attore a risentire del tempo che passa.
La fama storica del locale avrebbe imposto una visita in un passato ben più remoto da parte del Triumvirato ainìno, ma i continui tentativi di prenotazione da parte di chi Vi scrive più volte son stati respinti dagli operatori che sostenevano di avere la sala prenotata sette giorni su sette, assidue frequentazioni che magicamente ieri hanno lasciato spazio ad avventori casuali, visto l’esiguo numero degli ospiti in sala.
La particolare ambientazione anacronistica si sposa molto bene con la schiettezza dei sapori semplici di ingredienti freschissimi preparati secondo ricette molto semplicità ma con risultati più che gradevoli. Ottima l’insalata di mare, nonostante l’ombra della discutibile presenza di surimi, allo stesso modo delle frittelle di gianchetti, buona la zuppetta di cozze. Notevoli le bruschette che hanno accompagnato il pasto, impreziosite con olio e aglio.
Particolarmente buona la pasta all’aragosta, servita con tempi perfetti, dopo avere concordato con la cameriera in sala i tempi della mia imprevista assenza, e sontuosi i calamari arrosto.
Buona, anche se non indimenticabile, la torta della nonna.
Sicuramente da provare per chi ama la cucina caratteristica, senza badare troppo all’ambientazione. Mi allineo anch’io al giudizio del nostro ipertricotico burriccu: tre somarelli stiracchiati.
Per dovere di cronaca devo segnalare l’abile mossa dell’Ing. Marrocu al momento del conto che, prese le quote dei commensali, egualmente gonfiate per la concessione della consueta mancia, richiede il resto alla cameriera, lasciando cadere nell’azione prove tangibili(almeno 7€) dell’operazione: susunku!!
Colgo l’occasione per ringraziare il caro Jesus per avermi concesso in prestito la propria 150CV per risolvere in meno di quindici minuti un problema da terzi cagionato, grazie alle prestazioni del potente mezzo, in barba alle più elemtari regole del codice della strada.
21 ago 2012 alle 23:49
Se ci passi davanti, va oltre. Forse 40 anni fa era così. ora nulla corrisponde a quel che si dice. Pessimo servizio. Da chiudere.
22 ago 2012 alle 01:46
Grazie Stefania per il tuo contributo.
A titolo informativo, puoi indicare se hai cenato da “Eugenio”, sfruttando l’offerta di groupon?
26 set 2012 alle 17:31
Confermo quanto dice Stefania… esperienza pessima da Eugenio… l’aria era si quella degli anni cinquanta ma anche… l’imbiancatura della sala dall’aspetto poco pulito. Il servizio davvero pessimo. Il conto inadeguato nel rapporto qualità prezzo. Consiglio di passare dritti.
Per i burricchi vi chiedo solo di sapere se erano al corrente che li avreste recensiti oppure no. Il vostro servizio è utile ma se giudicate bene un posto da “frastimo” poi abbiamo dubbi sugli altri giudizi e invece, un buon sito che indirizzi i consumatori, e renda giustizia ai bravi professionisti della ristorazione è davvero un ottimo servizio ma solo se funziona…
Buon lavoro.
26 set 2012 alle 18:31
Pierpaolo, ti confermo che i titolari non erano stati avvisati del nostro arrivo: utilizziamo sempre prenotazioni con nomi di fantasia. Potrebbero averci riconosciuto in loco, ma anche se fosse difficilmente un ristorante può riuscire a rimediare a carenze strutturali in pochissimo tempo.
La nostra esperienza è stata di certo positiva, non assegnamo burricchi a caso, ma nel leggere qualsiasi nostro giudizio dovresti tener conto dei seguenti fattori.
1. Questo non è e non pretende di essere un “servizio” affidabile, ma un semplice blog (seppure piuttosto articolato) che riporta le nostre esperienze personali, che sono puramente soggettive, come riporta il disclaimer nella pagina “valutazione”.
2. A parziale rettifica di quanto detto prima, qualunque ristorante può capitare la giornata di grazia o la giornata storta. E’ possibile quindi che il nostro giudizio, seppure ben ponderato, sia frutto di un episodio fortuito. Uno dei nostri limiti è che visitiamo il ristorante solo una volta. Per questo sono preziosi anche i vostri commenti.
3. Spesso (anche se non dovrebbe accadere) le cene veicolate dai vari coupon sono di caratura decisamente inferiore a quelle pagate “per intero”. Eugenio ha usufruito abbondantemente di questo strumento. Qualora anche tu avessi usato “groupon”, ti prego di segnalarcelo, oltre che dettagliare meglio la tua esperienza negativa.
4. Di cucina, si sa, non ci capiamo molto.
ciao, torna presto a trovarci
12 apr 2013 alle 19:08
Non sono della zona ma ero in vacanza a S. Margherita di Pula e ho comprato un coupon per 59 euro, su Groupon, per 4 persone, del valore reale (si fa per dire) di 204 euro. Ho prenotato con Mytable, come indicato, e quando mi sono recata al ristorante, ho constatato che l’indirizzo dato sul sito Groupon e sul sito del ristorante stesso e’ sbagliato, in quanto viene indicato Viale Europa a Cagliari e non a Quartu. Prima sono andata a Cagliari, come indicato sulla cartina geografica del sito, poi accortami che forse intendevano Quartu Sant’Elena sono andata a cercare il ristorante a Quartu. Poi arrivata a Quartu e non trovandolo ancora, ho inserito nel navigatore satellitare il CAP dato sul coupon che mi indicava di nuovo Viale Europa a Cagliari. Sono ritornata a Cagliari e ho girato ancora un po’, e intanto si sono fatte le 8.30 di sera, ora dell’apertura del ristorante. Ho telefonato al ristorante 3 volte, chiedendo indicazioni e la padrona si e’ infine anche scocciata, dicendomi che doveva servire altri clienti, quando le ho spiegato il problema e chiesto di nuovo come arrivare (il navigatore non accettava l’indirizzo datomi dalla signora). La signora ha ammesso che in effetti l’indirizzo del ristorante non viene accettato dai navigatori satellitari e che sui siti internet le indicazioni sono sbagliate, ma quando le ho detto se allora accettava il fatto che io avrei chiesto il rimborso, lei mi ha detto che il cibo era gia’ pronto (probabilmente cuociono tutto ore prima dell’arrivo dei clienti) e che trattandosi di un lunedi fuori stagione non avrebbe potuto dare il cibo a nessun altro. Contraddicendo quello che mi aveva detto prima, cioe’ che doveva servire altri clienti. Quindi e’ pure bugiarda.
Alla fine non sono riuscita a trovare il ristorante, ma Groupon non vuole rimborsarmi perche’ dice che era troppo tardi per disdire la prenotazione. Forse secondo loro bisogna recarsi giorni prima a cercare il ristorante, in modo da essere sicuri di poterlo trovare? Inoltre il ristoratore ha detto a Groupon che io ho consegnato loro il coupon, cosa falsa perche’ io non sono mai arrivata al ristorante, ma ho dovuto inserire i codici del coupon online per fare la prenotazione. Il mio voto si riferisce quindi al servizio clienti. Avrei dovuto leggere le review precedenti prima di comprare il coupon, ma l’offerta sembrava allettante. Proprio vero che se e’ troppo buono per essere vero non bisogna fidarsi. Se ci fosse giustizia non solo dovrebbero ridarmi i soldi del coupon ma anche della benzina e delle telefonate.