Pani e Casu Castello – Cagliari
Dopo una settimana di pausa, causa lavori per la ludica(ma non per tutti) parentesi del #sharefooday di sabato 29 giugno, concedendo una tregua ai ristoratori isolani ancora non sottoposti al giudizio del terribile Triumvirato e che ormai respirano aria di esami nel weekend, il richiamo del campo riporta la comitiva asinina più famosa del cagliaritano sulle strade della lussuria alimentare, in un ormai raro weekend estivo, ripercorrendo i passi di quel lato della vecchia Karalis abitato un tempo dell’antica comunità ebraica, ma che col tempo ha ceduto il posto alla grande borghesia cagliaritana che, degli antichi Giudei, conserva le origini e l’attenzione alla spesa. Cagliari, quartiere Castello, venerdi 5 luglio ore 21:00; dopo una settimana di passione, che ha visto l’esordio ma anche l’indecorosa uscita del glorioso Donkey Team nel Terzo Memorial Zucca 2013, si ritroveranno a tavola, nella splendida cornice che il bastione di Santa Croce regala alla città, proprio gli attori di tale disfatta: Ettore, Jesus, un sempre imprevedibile ed indisciplinato Ing. Marrocu, la cui presenza non era stata prevista per propria iniziale esclusione, presa di posizione smentita pochi minuti prima dell’appuntamento, e la punta di diamante, l’Oliver Hutton della squadra sponsorizzata dal Donkey Challenge, l’Ingegnere burriccu Matteo Loi.
Teatro della serata sarà la terrazza sul bastione di Santa Croce del ristorante “Pani e Casu Castello”, nella omonima via, presso la struttura che un tempo ospitava il “Ristorante 51″, visitato nel marzo 2011. Auriga designata per la serata la fedele utilitaria di chi Vi scrive, che non poco ha dovuto lottare contro l’inettitudine dell’automobilista cagliaritano medio, per poter garantire la proverbiale puntualità dell’evento, nonostante il cambiamento di rotta imposto all’ultimo momento dall’Ing. Marrocu, in virtù di una rinnovata attenzione all’ecosostenibilità degli spostamenti del Triumvirato e all’impatto ambientale nel quartiere Castello. Prendiamo la sua, visto che è più piccola ed è più facile trovare parcheggio! Leggi: susunku!
Dopo aver trovato un adegato accomodamento per la vettura in the ass of the moon la compagnia è pronta al sacrificio alimentare. Serata gradevole e non particolarmente ventosa, l’ideale per rompere certi taboo del passato e ciccionare all’aperto. Rimandando alla recensione del precedente esercizio la descrizione degli ambienti interni, che non hanno subito apprezzabili modifiche nella disposizione e negli arredi. Veniamo fatti accomodare in un comodo tavolo da quattro, per il quale si è reso necessario apparecchiare il coperto non preventivato, operazione in realtà non celerissima, ma seguita comodamente ai propri posti da Ettore e Jesus, nonostante un improvvisato pistolotto sul Galateo dell’Ing. Marrocu che invitava tutti ad attendere in piedi. Il servizio, cortese e disponibile, è garantito da un giovane maitre, un cameriere e una giovane cameriera dell’est europeo e, a parte qualche piccola imprecisione di lieve entità è stato più che soddisfacente, grazie anche all’empatia degli interpreti, sebbene qualche volta poco coordinati fra loro.
Un aperitivo di benvenuto composto da gradevole flute di prosecco, apprezzabili olive sott’olio e ottime tartine a base di olive, pomodoro a cubetti, olio e origano hanno ingannato l’attesa per la presentazione del menu, avvenuta interamente per via orale da parte del maitre. Il locale condivide la stessa gestione dell’omonimo ristorante di Quartu Sant’Elena, anch’esso recensito in passato e offre dei percorsi interamente di terra, basati sui piatti semplici e genuini della tradizione contadina campidanese. Un ottimo IGT Cagnulari Isola dei Nuraghi Rosso 2011 delle cantine di Cherchi di Usini, scelto da Ettore in un momento di evidente difficoltà dell’Ing. Marrocu nel proporre un vino rosso adeguato, accompagnerà, in grande quantità, la serata.
Senza alcun preavviso arrivano al tavolo una gradevole insalata di ceci, pomodori e rucola, inasaporita con una spolverata di pepe nero, ottime favette fresce saltate con pancetta, gradevoli melanzane a sa schiscionera (saltate in padella con pomodoro), una composizione di salsiccia secca, prosciutto crudo, lonza di maiale, su letto di pane carasau, un vassoio di ricotta secca e pecorino fresco su letto di carasau, impreziosito da ramoscelli di mirto bianco, ottima crema di pecorino piccante presentato con la stessa decorazione, eccellente carpaccio di funghi porcini con rucola e scaglie di grana. Antipasti più che soddisfacenti per presentazione e continuità di sapori, senza note di demerito, salvo il pecorino fresco di qualità non eccelsa. La prima bottiglia intanto cede il passo alla seconda.
Dopo qualche problema di comunicazione tra l’ipertricotico burriccu e il proprio sosia cameriere riusciamo ad ordinare i primi piatti, nella cui attesa i somari di mondo Marrocu e Loi discutono della vita nelle diverse capitali europee e del mondo. Dopo una fisiologica attesa giungono ottimi maccarrones de busa al sugo di cinghiale, insaporito con foglie d’alloro per l’Ing. Marrocu, straordinarie tagliatelle ai funghi porcini per chi Vi scrive, e ravioli al ripieno di carciofi per i rimanenti commensali; questi ultimi sono risultati inferiori rispetto alla qualità media, molto alta, degli altri. La conversazione intanto si sposta sulle tipologie di strutture in legno, alimentate dal tasso alcolemico in salita, considerato l’ulteriore ricambio della bottiglia di vino. Registriamo in queste occasioni la mancata sostituzione dei calici e il rito dell’assaggio, concesso solo la prima volta, ad ogni cambio.
Nonostante le perplessità sulla grande mole di calorie fino a quel momento assimilate, ma comunque stimolati positivamente dall’andamento della serata, i somari decidono di proseguire con i secondi piatti: bistecca di cavallo per l’Ing. Marrocu e atto di cannibalismo per i rimanti commensali che scelgono le fettine di burriccu ai ferri. Dopo un’attesa contenuta, accompagnata da un cesto di verdure fresche (ravanelli, finocchi, sedano), la compagnia può dedicarsi ai piaceri della carne, risultata ottima per selezione, taglio e cottura.
Immancabili i dolci, richiesti in porzioni ridotte: eccellenti raviolini di ricotta fritti con miele per Jesus ed Ettore e seada al miele, impreziosita da fette di limone, per i rimanenti ingegneri, accompagnati da discutibile Nasco della zona, maldestramente presentato in una bottiglia di grappa Giare affumicata Chardonnay di Dolianova: sa pagu classi!
La cena si è conclusa con caffè per tutti tranne il sottoscritto, mirto e liquore di liquirizia “Myrsine” di Dolianova, for free per tutti, dopo il pagamento del conto. Costo dell’esperienza: 41,375€ cad. burriccu, da giudicarsi in linea con la qualità del servizio offerto.
Pani e Casu Castello, grazie alla pluriennale esperienza della gestione riesce ad offrire la possibilità di apprezzare la cucina tipica della tradizione contadina campidanese, in una invidiabile ambientazione a prezzi accessibili sia per il turista, sia per il cliente abituale, garantendo in ogni caso un livello di qualità decisamente soddisfacente, nonostante i difetti di lieve entità riscontrati: tre somarelli stiracchiati e adesivo-rating in arrivo.
Colgo l’occasione per ringraziare l’Ing. Loi per questa prima discesa da burriccu sul campo di calcio a burriccu in missione: piacevolissima e divertentissima compagnia; speriamo possa essere l’inizio di una nuova avventura, visto che sembra trovarsi molto più a proprio agio che in area di rigore, e che la prossima volta possa caricarsi dell’onere della prosa.
VALUTAZIONE “Pani e Casu Castello”: Tre Burricchi. | |||
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Ristorante Pani e Casu Castello |
Indirizzo: Via Santa Croce 51, Cagliari Telefono: 0708586629 [mostra in google maps] |
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08 lug 2013 alle 19:57
A dire la verità scrivo questo commento solo perché il Raschione mi ha ricordato che ancora non ho scritto un commento.
Condivido pienamente le valutazioni dell’autore, e ho affrancato personalmente la busta indirizzata al ristorante, che tra poco, fatti salvi i ritardi di Poste italiane, arriverà a fregiare l’ingresso della sala dell’ex “51”.
La cucina del “Pani e Casu” è quella che abbiamo avuto modo di conoscere in quel del locale di Quartu, con vari pregevoli aggiustamenti al menù e al servizio, che rendono l’offerta complessiva ben più appetibile in chiave turistica, soprattutto per la ideale collocazione. Non si tratta ad ogni modo dello scimmiottamento delle tradizioni sarde,come siamo ahimè stati abituati da altro discutibile esercizio, intento ad attrarre inconsapevoli visitatori del centro città. La qualità delle pietanze del “Pani e casu Castello” ha una base di tradizione ed esecuzione ben solida, come non avremmo mai avuto modo di dubitare da qualcuno che andava «a caricare maialetti» dallo zio del Raschione. Tre burricchi meno meno anche per me.
Interessante la serata a corollario, per gli incontri fortuiti che ci sono capitati. Prima, casualmente venivamo avvicinati dal burriccu @PgPalla che, con accallonata nonchalance e di fronte al cameriere, esordiva subito con un: «Oh i Donkeys», ricevendo in risposta un più efficace: «levati dai coglioni burriccu».
Secondo incontro, un gruppo di festanti ed avvinazzati amici, tra cui un famoso “cuciniere” della zona, che avrebbe dovuto presenziare (culinariamente parlando) il giorno dopo ad un matrimonio al quale Jesus e la Donna del presidente risultavano ospiti.
Terzo incontro, pilotato, è quello con il commensale PigPen (Ing. Loi), che è riuscito poi a farsi anticipatamente corrompere dall’Ing.Marrocu per fagli da autista in un evento di questa settimana. Tutto molto cagliaritano.
17 lug 2013 alle 21:13
Buono a sapersi… Pani e Casu di Quartu lo conosco bene e ci ho mangiato sempre ottimamente. Averlo anche a Cagliari, per di più inserito in una “cornice” splendida come il bastione di Santa Croce è un valore aggiunto. Se fanno le cose per bene è facile prevedere un futuro roseo. Conto di passarci a breve.
16 set 2013 alle 08:50
ci sono stato due giorni fa, niente di speciale, pagato 34 euro per antipasto e secondo e i dolcini (5 euro per due raviolini microscopici al formaggio che ci hanno lasciato a bocca aperta), comunque molto caro e qualità scarsa, secondo me sono troppi 34 euro con vino della casa acqua del rubinetto filtrata e nulla di pesce ……………. poi fate voi……………..
28 set 2013 alle 08:09
Ieri mi sono concesso una serata in castello. Indubbiamente la location è suggestiva, il locale è carino e il personale è cortese. Tuttavia per un menu fisso da 30 euro mi aspettavo decisamente di più. Un pò di affettati e formaggi, buoni, ma mancavano tutti gli altri soliti antipasti di pani e casu. Un porzione di media-piccola grandezza di zuppa gallurese (ottima), 3 culurgionis a testa (buoni), 2 ciotoline di carne, una con qualche pezzo di capretto e l’altra con qualche pezzo di asino (buoni ma decisamente POCHISSIMI). Per finire qualche dolcetto sardo (insomma). Neanche c’è stato offerto il solito moscato. Giudizio finale decisamente NEGATIVO, la roba è di buona qualità, ma sono comunque un menu fisso con alimenti poveri, vederseli servire con porzioni da nouvelle cusine, manco fosse aragosta fa decisamente stizza. Mi sembra decisamente sproporzionato il prezzo. Sconsiglio vivamente
01 lug 2014 alle 19:41
Pagato 74.00 euro x mangiare melanzane,fagiolini,ceci x un valore di 3 euro..un primo e due secondi..vino della casa scarsissimo annacquato e una sebadas da skifo…mettiamo la croce va’ !!
01 lug 2014 alle 20:38
si mangiava bene da Pani e ..solamente cn il MITICO PIERPAOLO..ALLORA SI KE I PREZZI ERANO ACCESSIBILI E SI MANGIAVA BENE..mi dispiace x loro ma questa gestione nn va bene..il pani e casu era unico..cambiate nome..
06 set 2014 alle 23:51
ho avuto modo proprio questa sera di provare questo ristorante e confermo una qualità di cibo scarsa,le quantità minime e un servizio pessimo e furtivo (per ben due volte ci è stato tolto il piatto prima ancora di aver finito).Inoltre è affisso all’entrata il certificato di qualità di Tripadvisor sicuramente della precedente gestione,poiché abbiamo appurato che tale ristorante non è recensito