☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
lug 28 2012

Ristorante L’ippodromo – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Ippodromo - Esterno

Ippodromo – Esterno

 

Equidi, quadrupedi sulla pista; s’affrontano nella calca e nell’impeto della corsa, fianco contro fianco, ciascuno sentendo l’ansimare veloce dell’altro, ciascheduno bagnato dal sudore del vicino avversario, ognuno contro la propria fatica e i propri limiti, per trionfare su tutti, per eleggere il primato del proprio sangue, per glorificare la propria discendenza, per sentire ardere la fiamma della propria esistenza, divorata nel volgersi di una veloce passione, piuttosto che erosa dal lento e disonorevole oblìo della umana accidia.
Orsù, destatevi miei cari Burricchi! Assaporate lo spirito dei vostri fratelli purosangue, lottate nel delirio dell’arena, combattete senza timori e sentitevi vivi!

 

Ippodromo - Interno

Ippodromo – Interno

 

Venerdì sera. Viva e rinata, quasi a prendere esempio dal suo padre Jesus, morto e risorto in quel di terra Santa qualche millennio orsono, la 150cv, sfreccia e scorrazza nuovamente per le strade del cagliaritano, coraggiosamente (accallonatamente) sfidando, nella calca del traffico urbano, le sue sorelle, quasi tutte imbrigliate nella limitatezza di una meccanica dozzinale.
Il secondo fantino Ettore, si irrigidisce, avverte il pericolo, e alla fine pontifica: «Burriccu, non spuntare in seconda, che ti fotti di nuovo la frizione!».
Di lì a poco, verso le ore 21, i due burricchi avrebbero raggiunto la loro destinazione: ristorante “L’ippodromo”, in Cagliari, sul lungomare Poetto.

 

Ippodromo - Salmone

Ippodromo – Carpaccio di salmone

 

Il Ristorante/Pizzeria, si trova negli spazi riservati al vecchio ippodromo di Cagliari che, dopo aver percorso una breve strada sterrata, si raggiunge lasciandosi sulla destra il maneggio degli equidi, per arrivare infine al comodo ed amplissimo parcheggio in fronte al locale stesso, gestito e  organizzato, con discrezione, da un non più giovane parcheggiatore, che dà le indicazioni agli automobilisti in arrivo.
Arrivati naturalmente ben prima dell’Ingegner Marrocu, lontano dal correttamente interpretare qualsivoglia – pur semplice – indicazione stradale, Jesus e il Raschione hanno modo di apprezzare il non trascurabile numero di colleghi avventori che, nel frammezzo della loro attesa, avrebbero varcato la soglia del ristorante. Tale fattore condizionerà, vedremo, tutta la loro serata.

 

Ippodromo - Insalata di mare

Ippodromo – Insalata di mare

 

Al suo interno il ristorante, seppure non particolarmente impegnativo in termini di raffinatezza ed eleganza ambientale, si presenta gradevole, curato e ben climatizzato. Gli spazi sono distribuiti su diversi ambienti, dominati da pareti color arancio, piante ornamentali, infissi e mobilia verde scuri, e una sovrastruttura ad archi, che dà l’idea di trovarsi all’interno di un giardino coperto.
Ben numeroso (adeguato all’elevato numero di clienti) , gentile e volenteroso il personale, in certi casi comunque distratto e dispersivo, in taluni professionale e attento. Nonostante la cosa potrebbe andare contro radicate consuetudini e aspetti di natura pratica, un consiglio che ci sentiamo di dare in queste condizioni, è quello di distribuire il carico di lavoro assegnando un unico cameriere a diversi tavoli, piuttosto che differenziare i vari compititi e destinare ai propri clienti un interlocutore sempre nuovo nelle varie fasi della cena; in caso differente, si rischiano fastidiose distrazioni e un pericoloso difetto di coordinamento.

 

Ippodromo - Tonno fresco

Ippodromo – Tonno alla catalana

 

Quello che però ipotizziamo e riteniamo un grosso difetto de “L’Ippodromo”, almeno durante la stagione estiva, è il fatto che la cucina sia strutturalmente sottodimensionata, rispetto al numero gestito di coperti; altrimenti non si spiegherebbero i sesquipedali tempi d’attesa, manifestatisi in ogni fase della nostra ciccionata, che hanno condotto il solitamente composto Ing.Marrocu, a lamentarsi verbalmente con una incolpevole cameriera, finanche minacciando di non consumare i piatti già ordinati, per concludere velocemente il pasto.
Altro fattore negativo, che disegna il contesto di svolgimento della nostra cena
– sempre legato al numero di clienti – è il perenne brusio e la chiassosità della sala, alimentati da talune sguaiate e moleste avventrici, dall’ugola evidentemente ben allenata: «quale gaudio, quale gaiezza, di giovialitá son pregni i muri!»

 

Ippodromo - Zuppetta di cozze e arselle

Ippodromo – Zuppetta di cozze e arselle

 

Fatte queste doverose e non troppo lusinghiere premesse, possiamo invero rendicontare i nostri lettori sull’effettivo svolgersi della cena, che si è aperta con l’offerta di un buon prosecco di benvenuto, accompagnato dalle ottime olive marinate (consumate per intero nell’attesa degli antipasti) già presenti in tavola. Come di consueto ordiniamo dapprima un assaggio di antipasti di mare, valorizzati da una bottiglia di ottimo vermentino DOC Tuvaoes, delle cantine Cherchi, ahimè servito inspiegabilmente troppo caldo, e per il quale i Donkeys hanno fatto non poca fatica per ottenere, dopo un prolungato scorrere del tempo, adeguato e fresco riparo in un cestello del ghiaccio.
Gli antipasti, non abbondanti ma adeguati nell’ottica di una cena completa, erano costituiti da quattro differenti pietanze.

 

Ippodromo - Fregola

Ippodromo – Fregola

 

Trattavasi di: buona insalata di mare con polpo, seppie e gamberi, ottimo carpaccio di salmone su letto di pomodorini e lattuga, buon (ma qui il giudizio del Raschione si differenzia, in negativo, rispetto a quello dei commensali) tonno alla catalana con cipolle, pomodorini, su uguale letto di lattuga e rucola, per finire con una zuppa di cozze e arselle, parecchio saporite ma arrivate al tavolo eccessivamente fredde.
Per dovere di cronaca, segnaliamo che, tra l’aver ordinato gli antipasti e il loro effettivo usufrutto, sono passati all’incirca cinquanta minuti, e oltre.
Altrettanto gravoso è stato il tempo d’attesa, prima di riuscir d’addentare i primi piatti: buone (seppur con qualche difetto di cottura della pasta) linguine alla granseola e granchi (non ben identificati)  per Jesus e l’Ing.Marrocu, pessima fregola di mare (in realtà di sole cozze e arselle) presentata al cospetto del Raschione: «la peggiore che abbia mai mangiato!» e criticata persino da un attento cameriere: «non ha un bell’aspetto, redarguirò il cuoco!»

 

Ippodromo - Linguine alla granseola

Ippodromo – Linguine alla granseola

 

Nonostante spazio vi fosse per poter ingurgitare qualche altra pietanza – in particolar modo l’appetitosa aragasta osservata nel tavolo di una coppia al nostro fianco, per la quale fortunatamente il servizio è sembrato più rapido – dati i tempi d’attesa rapportabili alla filogenesi dei primati, i tre burricchi sceglievano di passare direttamente ai dolci, risultati questa volta impeccabili: semplice sorbetto al limone per Jesus, cassata siciliana dalla originale forma triangolare per il Raschione, zuppa inglese per l’Ingegner Marrocu. Quest’ultimo – vi segnaliamo – sul finire della cena, forse stimolato dai fumi alcolici del Tuvaoes ormai rinfrescato, forse infastidito dall’eccesso di attesa e dalla rumorosità della sala, si lasciava andare ad una serie interminabili di sproloqui non politically correct, su alcune discutibili peculiarità di pensiero dei sardi. Per chi fosse interessato, può visionare sul canale Twitter del Donkey Challenge: [http://seud.eu/?wgm]

 

Ippodromo - Zuppa inglese

Ippodromo – Zuppa inglese

Ippodromo - Cassata siciliana

Ippodromo – Cassata siciliana

 

Costo complessivo della cena, 44€ cadauno – comprensivi di due caffè e due dimenticabili grappe barricate finali -, da giudicarsi almeno un 25-30% superiore al giusto dovuto, in funzione di una serata determinata dagli intollerabili tempi d’attesa, che hanno inevitabilmente condizionano metabolismo ed evoluzione glicemica dei commensali, determinando conseguenti situazioni di non gradevolezza alimentare, come ad esempio la perdita d’appetito per sfinimento! Quello che possiamo banalmente consigliare ai gestori dell’Ippodromo, o di altri ristoranti con il medesimo problema nel periodo di maggior afflusso turistico, è quello di astenersi dall’accogliere più clienti, di quelli che in realtà si possano adeguatamente servire. Ovviamente, ben comprendiamo, questo può andare incontro a più stringenti esigenze di carattere economico, ma nella prospettiva della salvaguardia del proprio nome, è forse meglio guadagnare qualcosa di meno, piuttosto che compromettere, con spiacevoli situazioni di contorno, una cucina che è sembrata (a parte qualche eccezione) di discreto livello. Un burriccu!

 


VALUTAZIONE “L’Ippodromo”: Un Burriccu.
Ristorante L’Ippodromo Indirizzo: Viale Poetto, Cagliari
Telefono: 070.3838097    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


gen 28 2012

Ristorante Il Rubino – Capoterra

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Il Rubino - Interno

Il Rubino – Interno

 

Rosso di fiamme infuocati, gli occhi della feroce collera, della severa e impietosa giustizia, dell’empio traghettatore dell’anime dannate, oltre le porte dell’altrui Inferno.
Rosso d’amore spezzato, le vane e disattese lacrime color del sangue, fonte e perenne alimento per il torrente della umana disperazione.
Rosso di bagliore divino, dell’oscuro vibrare dell’esistenza, dell’alternato fuggire di alba e crepuscolo, misteriosi, fragili confini, custodi della celeste armonia del vivere.
Rosso come il rubino, perché rossa è la proibita passione, e in esso possiamo scorgere e assaporare i riflessi del nostro peccato.
 

Il Rubino - Dr.Pireddu Burriccu Pg

Il Rubino – Dr.Pireddu Burriccu Pg

Il Rubino - Acquario astici granseola

Il Rubino – Acquario astici e granseola

 

Rossa color rubino, è la serata che attendeva, quest’ultimo Venerdì del mese, i tre benemeriti Triumviri, nel consueto e mai disatteso appuntamento con la vostra e la loro passione.
Rosso Valentino, è il colore del primo ospite a supporto della asinina conventicola. Trattasi dell’ex Triumviro ufficiale Burriccu Pg, ormai solo episodicamente protagonista degli eventi di questo blog, compatibilmente con la malcelata insofferenza alla spesa, con le rigidità delle sue servitù familiari, e subordinatamente a eventuali congiunture sfavorevoli, in relazione alla incontrollata proliferazione dei suoi tessuti adiposi.
 

Il Rubino - Antipasti di mare freddi

Il Rubino – Antipasti di mare freddi

 

D’impronta rosso canadian flag, invero, la presenza del secondo e graditissimo ospite: Dottor Pireddu, ex giudice unico e supremo, nelle passate vicende del Donkey Challenge (i nostri più affezionati lettori forse le ricorderanno) , abile programmatore Ruby, nonché capoterrese d’adozione.
Incontro fissato, per i cinque commensali, alle ore 20.30 in fronte al ristorante “Il Rubino”, sito nella Via Bari, in quel di Capoterra. Con la dispensa del Dottor Pireddu, un pre-rendez-vous era stato stabilito nei parcheggi dell’OVS di Viale La Plaia in Cagliari. Jesus e il Raschione Ettore, arrivavano congiuntamente verso le 20.10, individuando le dozzinali autovetture del Burriccu Pg e dell’Ingegner Marrocu, senza però scorgere i rispettivi proprietari. Poco più tardi si manifestava la figura di un disattento e disorientato ingegnere che, dopo aver rischiato di venir trascinato via da un evasore fiscale, dotato di SUV d’ordinanza, elargiva la prima impagabile insensatezza della serata: «avete per caso visto la mia macchina?»
 

Il Rubino - antipasti e fritture

Il Rubino – antipasti e fritture

 

Pochi secondi più tardi, si avvicinava con aria circospetta il burriccone Pg il quale, resosi conto che i Triumviri intendevano precettare la sua Citroen come occasionale mezzo di trasporto, sbiancava in volto e trasaliva, avendo maldestramente scordato il sedile lato passeggero visibilmente reclinato. L’ingegner Marrocu, dissimulando un non del tutto convincente stupore – il suo disorientamento iniziale è in questo senso sospetto – dichiarava: «tenete le mani in alto, io non ho intenzione di mettere in contatto la mia epidermide con alcun tessuto di questo autoveicolo!». Jesus, saggiamente, seguiva il consiglio.
 

Il Rubino - Tagliolini al nero di seppia

Il Rubino – Tagliolini al nero di seppia

 

Il Ristorante “Il Rubino”, è al suo interno organizzato su di un’unica sala rettangolare, nei cui spazi vengono distribuiti una decina di tavoli in legno per un totale di quaranta coperti. L’ambiente è di diritto dominato da tonalità cromatiche vermiglie, che impreziosiscono pareti, soffitto e copritovaglia, mentre per i drappeggi alle finestre si è optato per un poco efficace color crema chiaro, tanto da compromettere parzialmente il ricercato proponimento di elegante raffinatezza. Discutibili, in questo senso, il colore troppo sbiadito dei decori in pietra e la presenza di un imponente frigo-bar, non abilmente celato da piante ornamentali. Gradevolmente d’effetto, è invece il grande acquario in fondo alla sala, da cui vengono attinti il pescato e vari crostacei, quali astici, aragoste e granseole (granchioni).
 

Il Rubino - Tagliatelle al granchione

Il Rubino – Tagliatelle al granchione

 

Il servizio in sala affidato ad una graziosa e compostissima cameriera (Giorgia?), nonché al titolare tuttofare Graziano, persona dalla piacevole e strabordante empatia, che con frenetica attenzione dimostrava e manifestava tutta la passione per il proprio lavoro, finanche esprimendo il suo disagio per non poter riproporre con piena soddisfazione le esperienze maturate e il suo mirabile curriculum (che comprende finanche un’esperienza a Castel Gandolfo, nelle cucine pontificie) in terra sarda.
Diciamo subito che il servizio, così come la gradevolezza ambientale, sono stati condizionati dalla presenza di una comitiva di non più giovanissimi avventori indigeni, trasudanti esuberanza e desiderio di esprimere, con canti e schiamazzi, il loro raggiunto o occasionale benessere. Il conseguente limitato fastidio, per il non riuscire ad apprezzare l’impianto di riproduzione acustica e le parole del vicino di tavolo, veniva pienamente rifuso dalla possibilità di assistere alle prorompenti esibizioni di improvvisati freestyler, che ci hanno regalato inarrivabili vette di poesia:
«Dal monte alla campagna, tanti auguri a conch’e bagna!», «Io tifo Milan, lui Inter, lui Foggia, tanti auguri alla bella Giorgia!»; e ancora: «Se ce l’avessi come un toro, farei felice a Teodoro!!!».

Il Rubino - Profiterol

Il Rubino – Profiterol

 

Senza alcun menu alla carta disponibile, e con poche libertà concesse ai piatti di terra, le pietanze sono improvvisate in funzione delle richieste del cliente e dei prodotti di giornata presenti in cucina o nell’acquario di sala.
Ordinato il nostro vino – un ottimo Nuragus DOC Pedraia, della Cantina di Santadi -, ci veniva proposta una serie  interminabile (come interminabile è il numero 8!) di otto antipasti, ottimi in termini di genuinità, originalità e preparazione: tonno fresco con olive e peperoni su letto di foglie d’alloro, fettine di rotolo composto con pane carasau in brodo di pesce, rucola, pomodoro, bottarga, guarnite con olive nere e mozzarelline di bufala, sublime carpaccio di polpo marinato, con aceto balsamico e spruzzata di bottarga, tortino di verdure con purea di zucchine, spuma di orata e pomodori.
 

Il Rubino - Semifreddo alla vaniglia

Il Rubino – Semifreddo alla vaniglia

 

Nuovamente, gli antipasti potevano proseguire con: assaggi di polenta arrosto con condimento di krombholziella corsica (se volete, boleto del cisto o cardolin’e murdegu), spettacolari orziadas (anemoni di mare) fritte, su letto di radicchio, gamberi arrosto con cardolinus, splendida composizione di calamari fritti con rucola e radicchio.
Unico appunto che si può muovere alla cucina, è la forse eccessiva – anche se non fastidiosa – salatura delle fritture.
A questo punto la cena andava articolandosi con la scelta di due abbondanti primi piatti di pasta, il primo dei quali proposto dal Signor Graziano, il secondo richiesto espressamente da Jesus in conseguenza del granchione individuato a bivaccare nell’acquario e abilmente (con un certo grado di rischio) “tratto in salvo” dal proprietario: eccellenti tagliolini al nero di seppia con scorze d’arancia grattugiata, pomodorini e spolverata di bottarga, sontuose (anche se meno gradevoli dei tagliolini) tagliatelle alla granseola, servita su letto di carasau con condimento di prezzemolo.
 

Il Rubino - Tiramisu

Il Rubino – Tiramisu

 

Eccellentemente preparati ed esteticamente goduriosi i dessert: profiterol con crema al cioccolato, vaniglia, decoro d’amarena e cacao in polvere per il Raschione Ettore, tiramisù per il Dottor Pireddu, semifreddo alla vaniglia per i restanti commersali.
I dessert erano impreziositi da una scenografica polvere color zaffiro che faceva dal contraltare alle tonalità cremisi di tutto l’ambiente, e sono stati accompagnati da un ottimo vino passito di Pantelleria, a tradire le origine mezzo sicule del Sig.Graziano.
La cena si concludeva quindi con dei caffè, un liquore alla liquirizia per Ettore e una grappa barricata per Jesus.

 

Costo complessivo, 39€ cadauno, sensibilmente inferiori rispetto alla qualità della cucina e del servizio proposti.
La genuinità, l’originalità e la preparazione dei piatti presentati da “Il Rubino” ne fanno di certo un ristorante di altissimo valore, da inserire di diritto nella top twenty della nostra personale classifica. Gli unici difetti registrati, come la particolare lentezza nell’incedere della cena, sono legati alla contingenza della serata e alla condizione ambientale non pienamente valorizzante. Tre burricchi con menzione speciale.


VALUTAZIONE “Il Rubino”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Il Rubino Indirizzo: Via Bari 6, Capoterra
Telefono: 070721100    [mostra in google maps]
 

 Condividi su Facebook 


set 26 2011

Ristorante Da Barbara – Solanas

 Scritto da Jesus | 4 commenti | Commenta

Da Barbara – Bottarga

 

L’esordio non comune di uno splendido piatto di foglie di bottarga, scenograficamente accomodate su una raffinata ceramica bordata d’azzurro mare, introduce, per i nostri appassionati e recidivi lettori, l’esperienza culinaria di questa settimana.
L’anomalo accomodamento topologico, della rappresentazione idiografico/digitale alla pre-introdotta succitata prelibatezza, è indice e sublimazione, nella entropica distribuzione delle ebbre sinapsi presidenziali, di una corrispondente anomalia logistica che ha interessato, malgrado le perplessità ripetutamente espresse da Jesus, la scelta della dislocazione odierna.

Da Barbara – Interno


Perplessità legata non tanto alla qualità del ristorante – che per ragioni toponomastico/ affettive non potrebbe mai essere a Jesus inviso –  ma piuttosto per la pleonastica replica di una esperienza alimentare estiva, avvenuta in abiti borghesi e senza le gloriose orecchie asinine, elemento fondamentale dell’uniforme ufficiale da Triumviro.
Esperienza che, nonostante le buone impressioni allora ricevute, non era di sufficiente stimolo per una sortita notturna di tale proporzioni, nata per l’eccessiva accondiscendenza del Raschione Ettore nei confronti di un capriccio ripetuto e molesto dell’Ingegner Marrocu, che intendeva così sbafare un alloggio gratuito nel vettore di ritorno. OMISSIS !!!

Da Barbara - Antipasti mare

Da Barbara – Antipasti di mare


Elemento invero positivo della serata, la estemporanea e gradita presenza di una figura sempre più spesso amabilmente dipinta entro la cornice barocca di questo blog. Trattasi dello stimato Ing. V.O., nuovamente ospite della scuola pittorica di Jesus, per effetto stavolta non di una rinnovata assistenza meccanica alla 150 cv imperiale, ma come parziale rimborso per un promesso e non consumato accordo di libera muratorìa.
Non trattasi ovviamente di questioni legate al grand’Oriente cagliaritano, ma di più pittoresche allegorie delle veraci maestranze edìli locali.

Da Barbara – Spaghetti al granchione



Ristorante “Da Barbara” quindi, localizzato poco fuori della località marittimo/balneare di Solanas, frazione del comune di Sinnai, da non confondere con la meno nota appendice urbana della cittadina lacustre di Cabras, in provincia di Oristano.
Il locale si dispone giusto lungo la celeberrima e panoramica litoranea per Villasimius, ed esternamente si presenta come un poco più che anonimo centro di ristoro on the road. La sala interna appare invece ben più accattivante, con moderni arredi color panna chiaro, luci ben dosate, tavoli – con tovaglie in raso -, densamente distribuiti (forse troppo) per coprire e sfruttare ogni utile metro quadro.

Da Barbara – Fregola con le arselle


Numeroso e piuttosto preparato il personale in sala: alcuni giovani camerieri, supportati da una gentile e sempre sorridente signora (Barbara?) oltre ché da un più tenebroso ed accigliato signore di mezza età.
Inevitabile la proposta e l’acquiescenza in merito ad un esordio con antipasti di mare. Imperativa, ahimè, la scelta dei vini, condizionata dalla scarsità di proposte residue della cantina; proposte di fascia alta invero, suggerite da uno spigliato giovinetto sommelier: strepitoso IGT bianco Ruinas dei colli del Limbara, cantine Depperu, seguito da un più impegnativo e corposo Cerdeña di Argiolas, sempre IGT.

Da Barbara – Grigliata mista


A dispetto della vanagloriosa teatralità dell’Ing.Marrocu, prodotta durante il rituale di approvazione dei vini, dobbiamo ritenere errato l’ordine cronologico della loro presentazione. Il Cerdeña si sarebbe in effetti ben meglio sposato con il fantastico piatto di foglie di bottarga – di muggine e di tonno -, primo sacrificio offerto alla ainina alimentar bramosia. Gli antipasti che sono seguiti, compresi tra le foglie di bottarga ed una eccezionale pietanza di cozze e arselle marinate, sono però da ritenersi complessivamente non di parimenti commisurata qualità: insalata di polpo, gamberi alla catalana con pomodorini freschi, acciughe marinate, insalata di mare e tonno alla catalana.

Da Barbara – Creme caramel


I primi piatti hanno di certo determinato una svolta positiva nel procedere della cena. Superba fregola con le arselle per l’ing.Marrocu, succulenti ed opulenti spaghetti “al granchione” – capra di mare – per i rimanenti commensali, che hanno faticato non poco nel recuperare una dignitosa condizione di ordine e pulizia della tavola, momentaneamente trasmutata in campo di battaglia per cesoie e chele da combattimento. Gloriosi!
Scenografica e di buona appetibilità la grigliata mista ordinata come secondo piatto: seppiette, gamberoni, trancio di tonno arrosto e orata.

Da Barbara – Tiramisù



Ottimi invece i dessert: spettacolare creme caramel per l’Ing.Marrocu, tiramisù per il V.O., originale sorbetto al mirto – color vinaccia – per Jesus ed Ettore.
La cena si concludeva con un liquore al mandarino – in luogo di un deprecato “anima nera”, mediocre succedaneo della liquirizia – mirto per il V.O. e un anti-soporifero caffè per Jesus.
Costo cadauno dell’esperimento, 66 euro circa (in realtà 70+40€ per l’Ing. Marrocu, 70×2-40€ per Jesus, 68€ per il Raschione, for free per il V.O.), sicuramente ben al di sopra – al netto del prestigioso nettare – rispetto al dovuto ideale, in funzione di qualità e servizio prodotti durante la serata.

Da Barbara – Ruinas

Da Barbara – Cerdeña


Di difficile sintesi, la rappresentazione semiotica fin qui sviluppata. Ristorante di certo ben organizzato e di ottime potenzialità in termini di cucina e di servizio, che però ha proposto alcuni piatti di certo non all’altezza di una sempre auspicabile e ricercata eccellenza. Il giudizio finale oscilla quindi tra i due  – a favore per tale votazione c’è l’acredine nei confronti di una inutile scampagnata per accontentare Marrocu; contro la pressione di Ettore per un giudizio negativo, nonostante fosse stato lui a decidere insensatamente la location per accontentarlo – e i tre – a favore l’allineamento del nome verso gli appetiti sentimentali presidenziali – burricchi. In definitiva, 2.51 burricchi, misericordiosamente arrotondati a tre.


VALUTAZIONE “Da Barbara”: Tre Burricchi.
Ristorante Da Barbara Indirizzo: SP 76 per Villasimius, Solanas-Sinnai
Telefono: 070750630 [mostra in google maps]

 


 Condividi su Facebook