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gen 5 2013

Ristorante Su Ziru Mannu – Quartu S.E.

 Scritto da Varioz and/or Scancioffi | 3 commenti | Commenta

Su Ziru - Interno

Su Ziru – Interno

 

Tenidi arrejoni chini narada ca chi no pappa pezz’è proccu olli nai chi no dd’adi mai pappada bona.

E’ con questa citazione colta, proveniente da uno dei saggi protagonisti del racconto che seguirà, che voglio onorare la tradizione ainina della commistione tra cibo e cultura.
Un venerdì sera come tanti, meno freddo di quanto le statistiche di gennaio suggerirebbero, i tre asini ufficiali e quattro membri onorari si incontrano in quel di Quartu per la prima ciccionata del 2013: il ristorante prescelto è “Su Ziru Mannu”, di recente apertura e che prende il posto del noto “Sa Ide e S’Ollia”, sito infatti in Via Cagliari, 167.

 

Su Ziru - Antipasti

Su Ziru – Focacce & Antipasti misti

 

Il rendez-vous ha più il sapore di un briefing da Mission Impossible, con i quattro “ospiti” recuperati nei quattro angoli del globo da un eccessivamente previdente Sollai che attendono per venti minuti i puntualissimi Raschione e Jesus all’ingresso del ristorante. Il Marroccu, recuperato all’ultimo, annuncia con una telefonata di aver deciso di degnarci della propria presenza, così decidiamo di non indugiare ulteriormente e senza alcun rispetto per il ritardatario in arrivo facciamo ingresso nel locale. Più “buonasera” annunciano la nostra presenza ma in risposta solo l’eco, ulteriore ripetizione e quando pensavamo che avremmo dovuto perfino cucinare tra noi ecco che un gentile addetto ci accoglie, depenna mentalmente la prenotazione e, acquisita l’informazione della presenza di un settimo inatteso, ci destina un tavolo quadrato, piuttosto ampio, in un angolo del locale.
 

Su Ziru - Salumi formaggi

Salumi e formaggi assortiti

 

Sempre privi del rispetto per l’assenza dell’Ing. Marroccu, i commensali accettano di buon grado un prosecco di benvenuto, accompagnato da davvero ottime focacce, apprezzate da tutti sebbene il ciccionatore segreto, di professione chef, non abbia approvato del tutto l’uso del sale grosso come elemento croccante a guarnire una tipologia. Una raccomandazione del buon Sollai redarguisce immediatamente l’addetto alla servizio: “In questo angolo, noi tre (indicando sè stesso, lo chef ed il ciccionatore Dessì), pesiamo 350 Kg, quindi si regoli con le portate”. Non si è ben capito se il suggerimento fosse quello di esagerare o di essere parco con le porzioni causa dieta, ed il dubbio permane.
 

Su Ziru - Gambero su vellutata di fave

Su Ziru – Gamberi e cozze su vellutata di fave

 

Durante l’aperitivo uno sguardo al locale suggerisce che non vi siano stati cambiamenti estetici rispetto alla vecchia gestione, un ambiente familiare, caldo e semplice, quasi l’idea di un grande salone, un ampio bancone angolare suddivide idealmente una sala ad “L”, le pareti ocra e delle slanciate arcate di pietra, piacevolmente illuminate da luci calde e ben dosate, rendono piacevole la location, nè eccessivamente sfarzosa nè trascurata.
Il cameriere richiama la nostra attenzione per poter servire il vino, spiegando che non avremmo ricevuto alcun menu cartaceo e dunque avremmo dovuto fidarci del “menu degustazione”, particolare poco utile per la scelta del giusto accompagnamento, nonostante l’acuta domanda del Jesus sulle percentuali esatte di ingredienti di mare e di terra del menu stesso: si opterà infine dopo lunga disquisizione sull’opportunità di un carignano, abbinabile con carni e pesce, a scegliere l’ottimo Iselis Rosso, delle Cantine Argiolas di Serdiana, che curiosamente però è per la gran parte un monica, con una bassa percentuale di carignano ed un accenno di bovale.
 

Su Ziru - Tortino melanzane

Su Ziru – Tortino di melanzane

 

Il menu degustazione prevede, recita il cameriere, un buon numero di antipasti, per cui è suggerito di non ordinare ancora primi e secondi e posticipare la scelta ad una verifica dell’appetito residuo. Dall’angolo Sollai, Dessì, Taras, si eleva un borbottio sommesso ed appurato che non vi è alcun motivo per attendere oltre, trascurando l’assenza dell’Ing. Marroccu, si dà il via agli antipasti.
Si inizia con buoni salumi, accompagnati da ottimi formaggi, uno di fossa ed un gradevole pecorino. La materia prima è certamente di qualità ma il ciccionatore certamente più competente, posato un piatto di portata sulla mano, fa notare che lo stesso è gelido e che la composizione fosse conseguentemente già pronta in cella frigorifera, riducendo non di poco le peculiarità di cibi che dovrebbero essere serviti a temperatura ambiente. Seguono a stretto giro del salmone eccessivamente marinato nell’aceto con rucola e cipolle crude, involtini di peperone grigliato con mousse di tonno: leggerissimi, nonostante i due ingredienti di corpo. Peperoni spellati magistralmente e resi digeribilissimi e tonno equilibrato nel proprio condimento.
 

Su Ziru - Polpo con patate e miele

Su Ziru – Polpo con patate e miele

 

L’arrivo dell’Ing. Marroccu coincide con la presentazione di quello che tanti hanno eletto miglior piatto della serata: composizione di melanzane fritte, crudaiola di pomodori, pane carasau, pecorino, basilico e olio extravergine. Ottimo assemblaggio, equilibrato nelle consistenze e temperature ed apprezzato al punto da suscitare una decisa richiesta di bis.
Segue una purpuzza di maiale servita con del riso basmati in verità scotto, abbastanza anonima per alcuni, apprezzatissima dal Jesus.
Si torna al mare con un ineccepibile polpo cotto magistralmente, servito con un piacevole condimento di pomodori secchi ed un delicato miele.
 

Su Ziru - Risotto maiale

Risotto e maiale

 

Si prosegue col mare con una sautè di gamberi e cozze su crema di fave, un piatto non indimenticabile, con consistenza e dimensione delle cozze incostante nei vari piatti e crema di fave probabilmente preparata con largo anticipo, ormai poco gradevole al palato. Nota di merito del cameriere che sinceratosi della presenza di un fabico tra i commensali, onde evitare crisi emolitica che avrebbe pregiudicato la puntualità nel servizio del resto della cena, ha proposto un piatto sostitutivo, costituito da succulenta cordula di agnello servita su vellutata, delicata e liscia, di piselli.
Appurato che l’appetito vien mangiando e che gli antipasti hanno solo scalfito le esigenze nutrizionali degli autocompattatori con sembianze umane, concordiamo per l’assaggio di due primi costituiti da piacevoli “chicchette” («perle», ndr.) di ricotta, davvero morbide e delicate, accompagnate da un pesto di mare molto saporito ma invero migliorabile nella preparazione e nella presentazione. Il primo alternativo sono dei cavatelli al ragù di agnello, di buona consistenza ma insipidi, privi della forza che l’uso di una carne tanto saporita dovrebbe garantire.
 

Su Ziru - Primi piatti

Su Ziru – Cavatelli al ragà d’agnello, Perle di ricotta

 

«Nove saranno i membri della Compagnia dell’Agnello, ed i Nove Viandanti si opporranno ai Nove Cavalieri che sono Malvagi. Il totale dei Nove è stato raggiunto. Fra sette giorni la compagnia deve partire.»

Citazione tolkeniana rivisitata in onore della compagnia di commensali che, seppur solo sette, data la mole di una buona parte di essi, potrebbe pesare quanto nove uomini di costituzione normale. La rivisitazione è dovuta alla presenza ricorrente dell’agnello, forse suggerito dal periodo e dall’atmosfera ancora festiva, riproposto come secondo in forma di costine su salsa di prugne. Su questa scelta dello chef alcuni non si sono espressi, altri l’hanno giudicata mediamente adeguata ma il voto prevalente è stata l’insufficienza e pareri discordanti ha guadagnato anche il piatto finale, un trancio di salmone in crosta di cereali, poco croccanti a dire il vero; l’intero piatto è stato bocciato dal nostro chef che polemizzava sulla scelta del salmone in sostituzione di una grande varietà e qualità di pesci delle nostre acque, critica che lo scrivente si sente di assecondare.
 

Su Ziru - Salmone in crosta

Salmone, crosta di cereali

Su Ziru - Agnello

Agnello, salsa di prugne

 

Alla terza ed ultima (per indisponibilità di scorte del ristorante) bottiglia di Iselis Rosso, la Compagnia confabula sull’opportunità di concludere con un dolce ed il cortese cameriere, che nel frattempo ci ha imposto un più informale “tu” al posto del “lei”, captata la volontà di tanti di provare la crema catalana, convincente dessert della precedente gestione, si scusa dichiarandone l’indisponibilità e scomparendo in cucina, per uscire pochi minuti dopo con la proposta di una preparazione espressa del dolce richiesto: 6 su 7 accettano, il Sollai ripiega sull’usuale Sprite, contagiando un insolitamente taciturno Marroccu.
La catalana si rivelerà una preparazione non classica, considerando i tempi davvero ridotti ma tutto sommato migliore di tante altre. Caffè ed i classici estratti alcolici della nostra tradizione concludono l’esperienza, costata a ciascun commensale 42€, arrotondati volontariamente a 45 per semplificare le operazione di pagamento.
 

Su Ziru - Crema catalana

Su Ziru – Crema catalana

 

Il giudizio dello scrivente tiene conto di vari fattori e della preziosa competenza del buon Taras, arrivando alla sintesi di “2 Burricchi”, con aggiunta di una stella per la cortesia e la disponibilità dell’addetto in sala in varie circostanze. Il giudizio è severo per via di alcuni piatti non convincenti e dell’assenza di un menu cartaceo: l’imposizione di un menu degustazione “sulla fiducia”, con 24 ore di preavviso dal momento della prenotazione, deve presupporre l’assoluta perfezione del percorso enogastronomico, perfezione in verità lontana e che non giustifica il prezzo, adeguato per quantità ma eccessivo, davvero di poco, per qualità e continuità.
Una gestione nuova comunque che, siamo certi, accoglierà con favore il plauso per gli aspetti positivi e costruttivamente le critiche. La Compagnia, a questo punto, si può sciogliere.

 


VALUTAZIONE “Su Ziru Mannu”: Due Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Su Ziru Mannu Indirizzo: Via Cagliari 167, Quartu Sant’Elena
Telefono: 3287559149    [mostra in google maps]
 

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apr 22 2012

Ristorante Sa Ferula – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Sa Ferula - Ingresso

Sa Ferula – Ingresso, pianta di ferula

 
Basta con il decoro, diamo spazio alla follia e alle mutevoli condizioni del cielo, che nell’apparente disordine del caos, si manifesta con infiniti ed impercettibili arzigogoli dell’acqua e in fugaci riverberi della luce, tratteggiati e spenti, nel medesimo istante, dall’immutabilità dello sguardo e dall’irrequieto trascinarsi di allegorie della memoria, nel pulsante sottometterci del tempo.
Con il sangue e con la fatica di chi è senza senno, di chi, senza voce, cerca di urlare il fatale stringersi di una morsa che l’opprime, compiamo un ulteriore atto di coraggio, dando udienza al fuoco che ciascuno sente straziare dentro di sé, in difetto del vento che lo scateni incendio.
 

Sa Ferula - Interno

Sa Ferula – Interno

 

Da qui possiamo partire, dall’opprimente pesantezza del firmamento, dal precipitar della luce nel Regno della notte, dall’arrogante respirare dell’Universo, che nel nostro frenetico sollevarci e ricadere, ha il gusto e il sapore delle promesse non mantenute. skn!
Appare invece paziente e temperante, il quieto vivere di una pianta di ferula sul terreno.
Dal suo incerto e disordinato generarsi, mai essa si ribella all’armonia della Natura, mai si propone di sfidarla, ma lentamente cresce dal basso fusto verso l’alto infinito, alternando la pratica dell’orgoglio, alla mansuetudine di benevoli palmi di mano e braccia aperte, con le quali il suo cielo sembra voler sostenere e accarezzare.
Il pistolotto introduttivo di oggi, può qui terminare.
 

Sa Ferula - Crema di favette

Sa Ferula – Crema di favette

 

Il mansueto profilo di una ferula non ancora in fiore, accoglieva, la tarda mattinata di Sabato, i Triumviri ufficiali Jesus e Raschione Ettore, davanti l’ingresso del ristorante che porta il suo nome: “Sa Ferula”, nella non centralissima Via del Fangario, in Cagliari; orfani, una volta di più, dell’uccel di bosco Ing.Marrocu. Lo stralunato Ingegnere, negava la sua non indispensabile presenza all’ebdomadario rituale, adducendo improrogabili impegni di lavoro (più verosimilmente, per differenti “uccelli” suoi), salvo poi mutare tardivamente intenzione proponendosi – a ciccionata ormai consumata – come gran ciambellano di una improbabile cena: per lui, nuovo severo ammonimento!
 

Sa Ferula - Tagliere di terra

Sa Ferula – Tagliere di terra

 

Il ristorante “Sa Ferula”, è alloggiato in un locale di recente ristrutturazione, affacciato nella non prestigiosissima Via del Fangario.
Al suo interno, lo stile è piuttosto semplice e discreto, senza particolare pretese di eleganza e raffinatezza, ma con un’impronta di certo accogliente e gradevole. Superato il bancone del bar, ci si immette nell’unica non amplissima sala, confinata da pareti di color arancio e giallo paglierino; sobri decori in pietra, piccoli suppellettili e alcuni poster di stampo naturalistico/ambientale completano l’arredamento. Il soffitto, dapprima disegnato e modellato in chiave moderna, diviene poi una tavola regolare, occasionalmente interrotta da suggestive feritoie squadrate, che assumono il ruolo di pratici lucernari. In fondo alla sala si può scorge l’ingresso – sempre aperto – della cucina, dal quale si possono ammirare la frenetiche attività dello chef Giulio Atzeni, forse poco conosciuto ai più ma che, vedremo, si dimostrerà di indubbio valore.
 

Sa Ferula - Favette saltate con pancetta

Favette saltate

Sa Ferula - Tortino di melanzane

Tortino di melanzane

 

Dopo aver discusso con il gestore/cameriere, su questioni inerenti la real politique nell’ambito della ristorazione, ci viene proposto un menù con base prevalente di terra, per la contingenze assenza di alcuni ingredienti di mare. Di buon grado accettiamo, provvedendo ad allineare in tali termini la cernita del vino: carignano del Sulcis DOC “Rocca Rubia” del 2008.
 

Sa Ferula - Fritturina con peperoni

Sa Ferula – Fritturina con peperoni

 

Il servizio è, senza incertezze, rapido puntuale e propositivo. Correttamente verificate le possibili intolleranze alimentari dei due burricchi avventori, la cucina esordiva con la proposta degli antipasti, la cui prima portata si svelava come una squisitezza unica: crema di fave con pecorino, noce moscata, menta, olio d’oliva e crostini di pane. Buonissima!
A seguire, veniva presentato un ottimo tagliere di salumi e formaggi nostrani: prosciutto crudo, pancetta, salsiccia, ricotta secca, pecorino semistagionato, corredati da un non comune accompagnamento di delicato patè di fegato, gustato unicamente da Jesus, a seguito di un istintuale disamore, da parte del Raschione, per l’inusuale prelibatezza.
 

Sa Ferula - Macarrones de busa

Sa Ferula – Macarrones de busa

Sa Ferula - Zappuleddus bottarga pecorino

Sa Ferula – Zappuleddus bottarga pecorino

 

Gli antipasti, proseguivano poi con l’unico piatto che ha fatto storcere il naso ai due esigenti burricchi: favette saltate con pancetta, il cui gusto finale, seppur abbastanza gradevole, non appariva particolarmente acceso, probabilmente per un deficit di qualità del legume.
Prontamente segnalato il problema allo chef, questi reagiva con orgoglio, dapprima preparando dei superbi tortini alle melanzane, con pecorino e pomodori su base di pane carasau, per poi sorprenderci con una strepitosa frittura di calamari.
Il prelibato frutto di mare, era impreziosito da un impalpabile quanto delizioso sughetto ai peperoni, e ricomposto con scenografico allestimento per riprodurre, con le strisce del peperone, i tentacoli del calamaro stesso. Spettacolo!
 

Sa Ferula - Agnello in crema di limone

Sa Ferula – Agnello in crema di limone

 

Eccellenti anche i due comandati assaggi di primo: iper-promossi (dal cameriere, a ragione) macarrones de busa al sugo di guanciale e porcini, squisiti zappuleddus (straccetti) con bottarga e pecorino.
Molto delicato e ben dosato il gusto dei macarrones, ben più corposo e impegnativo il condimento degli straccetti, che avrebbero messo termine a qualsiasi ulteriore velleità alimentare, da parte di ciascun normodotato avventore.
Ma i navigati Triumviri, nonostante l’opulenza del pasto, si facevano nuovamente sedurre dalle proposte del cameriere, per l’assaggio di un’ulteriore pietanza: agnello in crema di limone, approntato a mo’ di tortino, con decoro di pomodoro e foglie di menta. Molto buono, anche se Jesus (che tra l’altro, poco ci capisce di cucina) avrebbe optato per un amalgama leggermente meno denso, nella preparazione della crema.
 

Sa Ferula - Sebada al miele

Sa Ferula – Sebada al miele

Sa Ferula - Raviolini al miele

Raviolini al miele

 

Spazio rimaneva ormai, solo per un piccolo assaggio di dolci. Il ristorante offre una scelta assai limitata in questo senso ma, come per le portate precedenti, nello specifico, di ottimo livello: eccellente sebada al miele con decoro di scorze di limone per il Raschione, piccolo assaggio di raviolini fritti con ripieno di ricotta e condimento di miele per Jesus: sublimi! Il tutto veniva accompagnato da un buonissimo moscato di produzione Quartese. Costo complessivo del pranzo, 40€ cadauno, di certo inferiore al giusto dovuto per qualità e servizio offerti – anche in considerazione del vino consumato – e integrati da una cospicua mancia.
In tutta sincerità voglio confessare che, conosciuta la destinazione di quest’ultima ciccionata, ben poco mi aspettavo da un ristorante collocato in un quartiere più conosciuto per i piaceri della carne, piuttosto che per i peccati di gola. In realtà la cucina de “Sa Ferula” si è rilevata di indubbio valore, e per certi versi originale e raffinata. Anche il servizio è stato ineccepibile, amichevole e puntuale. Assolutamente da provare!

 

VALUTAZIONE “Sa Ferula”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Sa Ferula Indirizzo: Via del Fangario 17, Cagliari
Telefono: 3396042275    [mostra in google maps]

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giu 12 2011

Ristorante Gusto Bio – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Gusto Bio - Interno

Gusto Bio – Interno

 

Possiamo essere ben certi, che già nel legger il nome del Ristorante quest’oggi recensito
– il quale monoliticamente accomoda ed esplicita natura e filosofia del medesimo – qualcuno di voi possa esser tentato e indotto nello storcere il naso; non tanto perché non sia anzi diffusamente apprezzato e ricercato l’universo che ruota intorno al concetto di biologico, ed in particolar modo il mangiar bene e l’alta ristorazione, ma piuttosto invece – se bene avete avuto modo di conoscerlo – per un radicale istinto di disinteresse, ed anzi avversione, da parte del vostro amato Jesus, per tutto ciò che è βιος (Vita), in luogo del più per lui congeniale – freudianamente parlando – istinto di θάνατος (Thanatos), globalizzato e sublimato nell’amore (έρως) per la modernità asfissiante, la cementificazione selvaggia, ed il nucleare di primissima generazione.

Gusto Bio - Carpaccio di manzo

Gusto Bio – Carpaccio di manzo


Se però ragioniamo per un minuto sul solenne istituzionale ruolo che il vostro navigato capo Triumviro ha fieramente sostenuto in tanti mesi di “estenuanti” peregrinazioni  alimentari, con assoluto rigore morale, scevra obiettività ed onestà intellettuale, non vi sarà mentalmente difficile immaginare l’affiatato gruppo di Triumviri ufficiali – Jesus, Raschione Ettore, Ing. Marrocu – trovarsi e ritrovarsi, con maniacale puntualità, alle ore 20.58 di Sabato sera, in quel di Cagliari, Vico I Barone Rossi, in fronte all’ingresso di Gusto Bio.
Indichiamo preliminarmente che la struttura del locale integra in sè sia il ristorante sia un supermercato di prodotti biologici, ed è interamente gestito da  S’Atra Sardigna , coperativa agricola di produzione biologiche.

Gusto Bio - Ricotta di pecora fave pistacchio

Gusto Bio – Ricotta di pecora fave pistacchio


Tale peculiarità si trasduce, oltre che per la indubbia qualità e genuinità degli ingredienti elaborati dalla cucina, in una serie di ricercati particolari quali: pasta artigianale, pane cotto nel forno a legna e lievitato con “pasta madre”, acqua di rete filtrata e de-batterizzata, servita in familiari bottiglie di vetro, vino della casa proveniente da vitigni prevalentemente biologici, caffè equo solidale. Tutte queste indicazioni, oltre ché venire fornite dal personale durante il pranzo o la cena, sono ben riportate e pubblicizzate mediante una serie di discreti opuscoli informativi, che accompagnano ciascuno coperto, e comunque possono essere recuperate in rete, direttamente sul sito del ristorante.

Gusto Bio - Tortino di verdure

Gusto Bio – Tortino di verdure


Altra particolarità non comune, la possibilità di giudicare democraticamente il trattamento ricevuto, mediante una scheda valutativa da compilarsi in forma anonima.
Varcato l’ingresso del ristorante ci si ritrova in un ambiente che definirei luminescente e moderno. Il colore bianco, simbolo di purezza e integrità, domina su pareti e arredi, interrotto da elementi decorativi che rimandano all’azzurro del cielo e del mare (il parquet), ed al bruno colore della
Madre Terra.
Superato uno stretto corridoio, si percorrono i gradini di una elegante scalinata, che conduce ad un ampio soppalco da cui si domina il sottostante supermercato biologico, intelligentemente ed esteticamente integrato al contesto del ristorante, grazie al sapiente uso della illuminazione. 
Eccellente ed adeguata, una volta tanto, la qualità dell’audio diffuso in sottofondo da una serie di funzionali altoparlanti neri.

Gusto Bio - Riso rosso selvatico

Gusto Bio – Riso rosso selvatico


Ci accomodiamo ad un ampio tavolo squadrato, su delle graziosamente comode sedie, color bianco latte.
I camerieri sono molto gentili, attenti, discreti ed in numero più che adeguato rispetto ai non tantissimi avventori presenti in sala; non usano il tradizionale taccuino per gli appunti ma un ben poco
eco-compatibile Apple iPad, cosa che rincuora e lusinga la componente più prettamente consumistica del vostro amato, e ben lo predispone, mitigandone la fin lì non celata diffidenza.
Il menù è piuttosto originale e variegato ma, in virtù della specifica natura degli ingredienti, non propone specialità di mare. Non è possibile ordinare la serie di assaggi di antipasti al di fuori dal “menu degustazione”, per cui ciascheduno degli astanti ordina una differente pietanza, da condividere poi con i propri burricchi colleghi.

Gusto Bio - Crespelle ai funghi

Gusto Bio – Crespelle ai funghi


Sconsiderata, dobbiamo dirlo, la scelta del vino da parte del Raschione Ettore, che di propria egoistica iniziativa, anticipando i sorpresi Triumviri e lo stupefatto cameriere, ordinava un Vermentino DOC “Le Sabbie”, delle celebri cantine Meloni di Selargius (vitigni vermentino/sauvignon Senorbì). Intendiamoci, non che tale nettare non sia in assoluto encomiabile, ma accompagnare con una bottiglia di “bianco”, pietanze prettamente ed esclusivamente di terra, è paragonabile all’idiosincratico accostamento tra caffè e limonata.
Motivo per il quale, per una volta tanto e almeno in parte, l’Ing.Marrocu non è stato l’unico oggetto di scherno e derisione da parte dei commensali nel corso della serata; a metà bottiglia, Jesus e lo stesso Ingegnere, imponevano la sostituzione con un ben più adeguato rosso della casa, “prodotto con uvaggi misti autoctoni come monica e cannonau”.

Gusto Bio - Tagliata di manzo

Gusto Bio – Tagliata di manzo


Giungiamo quindi a considerare il trittico di antipasti assaggiati dai Triumviri commensali.
Dobbiamo convenire ed ammettere, che il complesso delle pietanze presentate si è rivelato molto positivo.
Ingredienti semplici e genuini, sapientemente preparati ed ottimamente presentati, segno evidente che dietro la spendibile esibizione della natura biologica del ristorante, poteva altresì scorgersi l’impronta di una ricercata cucina d’alta scuola.
Molto buono il carpaccio di manzo su rucola con prataioli e scaglie di parmigiano, ottimo il tortino di verdure con pecorino e vellutata di melanzane, sublime la ricotta di pecora in crema di fave e pistacchio. Porzioni non abbondanti, ma giustamente dosate per un pasto completo.

Gusto Bio - Entrecote in salsa d'asparagi

Gusto Bio – Entrecote in salsa d'asparagi


Primi piatti anch’essi di terra e di origine bio: riso rosso selvatico con cicoria, porri, pancetta e pecorino per Jesus ed il Raschione,  crespelle ai funghi prataioli in crema di latte e pecorino per l’Ing.Marrocu. Piatti entrambi decisamente gustosi e superbamente preparati, anche se, dobbiamo sottolineare, più adatti alle rigidità dell’Inverno passato, piuttosto che all’inesorabile incombere della sperabilmente calda Estate.
A questo punto della cena, i tre commensali trovavano il giusto spazio e desiderio, per voler testare i secondi piatti del ristorante. A tal proposito rivolgevano la loro attenzione sulle pietanze di carne: tagliata di manzo su rucola con scaglie di parmigiano, decorata con verdure e aceto balsamico per Jesus (piuttosto buona), entrecote in salsa di asparagi e gorgonzola per Ettore («eccellente») ed infine, entrecote ai ferri per l’Ing.Marrocu.

Gusto Bio - Mini sebadas al miele

Gusto Bio – Mini sebadas al miele


Inevitabile quindi che i tre terminassero la lunga cena con la prova del dolce, spesso determinante per la fortuna o la disgrazia di un locale, in termini di valutazione finale. Ebbene, a tal verifica la cucina di “Gusto Bio” si è dimostrata all’altezza, superando l’esame a pieni voti: notevole si è rivelato il semifreddo al croccante di nocciole, pistacchio e noci in salsa di fragole, degustato da Jesus e l’Ing. Marrocu, spettacolari ed originalissime le mini sebadas al miele con scorza d’arancia, trangugiate senza esitazione dal goloso Raschione. Ad accompagnare il dessert, un ottimo moscato nostrano, immaginiamo anch’esso proveniente da vitigni bio e offerto dalla casa.

Gusto Bio - Semifreddo al croccante di nocciole

Gusto Bio – Semifreddo al croccante di nocciole


Il pasto si concludeva infine con il caffè (equo e solidale) e con uno stranissimo liquore di elicriso, non pienamente apprezzato dall’Ing.Marrocu perché proposto come succedaneo della più desiderata e apprezzata “Liquirizia”, non presente nella seppur fornita cantina del ristorante.
Costo cadauno della serata 47€, che mette in conto antipasti/primo/secondo/contorno e bottiglia di vino + vino della casa. Comunque prendendo in considerazione qualità del servizio e provenienza degli ingredienti, possiamo considerare il prezzo un 10% al di sopra della soglia ideale.
Indipendentemente dalla più volte citata filosofia bio, “Gusto Bio” è di per sè un locale non comune, per ambientazione, servizio, qualità ed originalità dei piatti.
Inoltre, vista la non economicità di base, il Raschione Ettore mi segnala di aver notato nel menù la presenza di pietanze espressamente gluten-free. Chi ha orecchie (da burriccu) per intendere, spenda.


VALUTAZIONE “Gusto Bio”: Tre Burricchi.
Ristorante Gusto Bio Indirizzo: Vico I Barone Rossi 2/a, Cagliari
Telefono: 3939356201 [mostra in google maps]

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