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mar 14 2014

Ristorante Peccato di gola in mare – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Peccato di gola - Molo

Peccato di gola – Molo S.Elmo

 


Onda su onda il mare ci porterà alla deriva, in balia di un’orziadas barrosa e aggressiva. Voi tutti non sapete come può essere stimolante cenare vis a vis con un Ingegnere di lungo corso, e apprezzare dietro di lui il mutare periodico dello sfondo, cullati da un insolito ed assuefante dondolare del pavimento ai vostri piedi. Osservando a babordo il profilo di Cagliari ridipingersi ogni istante, secondo l’ipnotico salmodiare delle onde alle gelide carezze della bonaccia invernale, un lontano pensiero ci sovviene, sviluppando una molesta e razionale antinomia tra le nostre confuse idee ma… per vostra fortuna, me lo sono dimenticato…!
 

Peccato di gola - Interno

Peccato di gola – Interno

 

Dunque orbene, col senno di poi Jesus ha ben intuito la ragione per la quale il maitre tuttofare del “Peccato di gola”, abbia invitato gli asinini avventori ad accomodarsi su un tavolo lungo la fila centrale, in luogo di una più panoramica collocazione a ridosso delle vetrate laterali; invito, ovviamente disatteso. In effetti la non fastidiosissima inclinazione del nostro tavolo rendeva bene l’idea di come il ristorante non sia la ricostruzione estetica del sottocoperta di una imbarcazione qualunque, ma un reale vissuto bastimento che, ci verrà poi comunicato, ha in passato servito l’Istituto delle patrie galere, per la conduzione dei detenuti lungo i tragitti in mare, fino alla sua fonda definitiva.
 

Peccato di gola - Antipasti

Peccato di gola – Antipasti

 

E’ quasi piacevole attendere l’Ing.Marrocu al freddo del molo di Sant’Elmo, quando si può godere del dimenarsi del Raschione Ettore che, con ampio gesticolare e movimenti ritmici al telefono, cerca di fornire al burriccu ritardatario, le giuste indicazioni per giungere a destinazione. Una volta questi arrivato, con una autovettura non sua (ma per certe zone del cagliaritano la cosa risulta piuttosto normale, per cui non si fanno troppe domande) i tre burricchi possono quindi congiuntamente imbarcarsi. La sala del ristorante è il ponte di coperta del battello, chiuso e piacevolmente ristrutturato; gli elementi lignei e d’arredo marinareschi, non riescono comunque ad elevare il grado di eleganza oltre una certa misura, contenendo l’ambientazione entro una dimensione accessibile e pittoresca. Meno accattivante la TV satellitare, non efficientissima in merito alla ricezione del segnale, nonostante il parabolone collocato a terra, sulla banchina.
 

Peccato di gola - Zuppa cozze arselle

Peccato di gola – Zuppa cozze arselle

 

E’ empatico, gentile e parecchio indaffarato l’unico cameriere di sala, numericamente più che adeguato per gestire i pochi tavoli occupati, due terzi dei quali impegnati per intercessione di celebri iniziative promozionali online. Non pochi problemi ha dovuto gestire il maitre durante la serata, come il farsi carico del trasbordo di un grosso bombolone del gas, per le anguste scale diretta al ponte superiore, con l’aiuto della cuoca (e titolare?). Subito esclusa la possibilità di usufruire di menù fissi, ci facciamo indirizzare verso i classici antipasti di mare e ci informiamo sui primi di giornata. Curiosamente, il non più imberbe cameriere, resterà stupito dal nostro conoscere il significato del termine “tempura”: «io l’ho appreso la prima volta venendo a lavorare qui!». Poco fornita la cantina, dalla quale l’Ing.Marrocu attingerà un bianco DOC (Vermentino più Sauvignon) “Le Sabbie” delle cantine Meloni, uvaggi provenienti dalle campagne di Senorbì; vino, dobbiamo dire, comunque mesciuto con sufficiente esperienza ed eleganza.
 

Peccato di gola - Risotto alla pescatora

Risotto alla pescatora

Peccato di gola - Spaghetti ai ricci

Spaghetti ai ricci

 

Nonostante qualche piccolo scetticismo, determinato da quelle che ci sono apparse problematiche organizzative dello staff, dobbiamo ammettere che gli antipasti, seppure nella loro semplicità, ci sono apparsi preparati da un polso sicuro e “navigato”.
Trattavasi di una serie di cinque pietanze: frittura di bianchetti, insalata di polpo, buonissime cozze fritte, tempura di verdure, per terminare con una deliziosa zuppa di cozze e arselle in rosso.
 

Peccato di gola - Pesce spada

Peccato di gola – Pesce spada in guazzetto rosso

 

Medesima qualità dobbiamo registrare per i primi. L’Ingegner Marrocu, si rendeva protagonista, in ordine alla scelta del suo piatto, del ben codificato principio del gregge e del pastore, dapprima richiedendo degli accattivanti spaghetti agli scampi per poi, qualche minuto più tardi, modificare la sua ordinazione, avendo udito che al tavolo vicino era stato scelto un risotto alla pescatora: «ma scusi Ingegnere, gliel’ha proposto cinque minuti fa!». Ad ogni modo, ingegneristicamente parlando, la scelta risulterà produttiva, avendo ritrovato nel suo piatto, oltre che gli scampi, un sempre gradito assortimento di cozze e arselle. L’abbondanza del risotto del Marrocu era comparabile con quella degli spaghetti ai ricci di mare, condivisi tra Jesus e il Raschione Ettore. Per nostra fortuna Jesus, reduce dagli strascichi dell’ultimo monumentale puntore, ma soprattutto di un’altra ciccionata pomeridiana, non aveva troppa fame.
 

Peccato di gola - Tiramisù

Peccato di gola – Tiramisù

 


Lo stesso istinto all’inedia conduce i burricchi a richiedere solo un piccolo assaggio di secondo – ottimo pesce spada in guazzetto rosso – e, successivamente, un unico dolce – Tiramisù fatto in casa – per il Raschione Ettore: «Ci porti anche tre cucchiaini, così magari lo assaggiamo pure noi (susunki!)».
La cena terminava quindi con due caffè e, non essendo contemplata (e forse neanche mai teorizzata) in cantina la presenza di qualche “rum agricolo”, con le ultime gocce di Cynar per Jesus e con una grappa di discutibile qualità per il Marroccu. Costo finale 45€ cadauno, un 25% superiore al giusto dovuto.

 

Accattivante l’ambientazione, abbastanza spartano il servizio e l’organizzazione della cantina, il ristorante “Peccato di gola in mare” è comunque un locale rilassante e piacevole per assaporare una buona cucina veracemente cagliaritana cullati dalle onde del mare. Consigliatissimo d’Estate. Tre burricchi meno meno.

 
 

VALUTAZIONE “Peccato di gola in mare”: Tre Burricchi.
Ristorante Peccato di gola in mare Indirizzo: Molo Sant’Elmo, Cagliari
Telefono: 3405656797    [mostra in google maps]

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ago 31 2013

Ristorante Sushi Tao – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Tao - Interno

Tao – Interno

 

Lento sulla Via, il burriccu si fermò di colpo. Allentò lo sguardo e inseguì i profumi del fior di loto. Scosse la testa per un rapido istante, seguendo brevemente il profilo di un’ideale sinusoide; non per stizza o fastidio, né per bisogno di cercare un qualche immotivato sollievo al caldo ed ipnotico concerto di cicale… piuttosto, perché così doveva essere. Nell’infinito passato, il Saggio aveva caricato il suo dorso con due bisacce, una per ogni lato, in perfetto stridente equilibrio di forma e gravosità di peso. La prima e ultima bisaccia era di color bianco terso, e sulla sua superficie non era possibile scorgere alcuna differente sfumatura o apparente difetto di candore. L’ultima e prima bisaccia era nera più della pece, un nero così corvino e intenso che nessun uomo aveva mai veduto prima. Alcuno conosceva il contenuto delle bisacce, né il burriccu volle porsi mai la domanda: era così, perché così doveva essere. Il burriccu ripartì. Dietro di lui, sentì vibrare e riempirsi il proprio passato. Davanti a lui, la risonanza sconvolse il futuro. Era così, perché così doveva essere.
 

Tao - Wakame sunomono, Cruditè

Tao – Wakame sunomono, Cruditè

 

C’è qualcosa di anomalo e perverso in tutto questo. Cosa mai sarà accaduto agli ortodossi appetiti di questa monotona e inerziale comitiva, per aver infine concesso, all’interminabile canovaccio dei ristoranti visitati, un prestigioso ed inusitato mutamento, sulla Via del Sol Levante? Parliamoci chiaro, di cultura, cucina e tradizioni orientali i Burricchi conoscono ben poco, oppure conoscono talmente tanto da non pensare neanche lontanamente di poterne accarezzare le corde tra le irriverenti pagine di questo blog. Il bianco è bianco perché lo vediamo tutto. Il nero è nero perché non lo vediamo affatto. Insomma, nell’uno o nell’altro caso sappiamo bene cosa stiamo o non stiamo vedendo. In questo caso il Raschione si è espresso: «Ho prenotato al Sushi Tao». Jesus non ha fatto domande. Sarà così, perché così doveva essere… forse!
 

Tao - Wanton fritti con gamberi e branzino

Tao – Wanton fritti con gamberi e branzino

 

Venerdì sera, agli sgoccioli del mese di Agosto. La serata dei Burricchi Jesus e Raschione, declinati in malinconica formazione PACS per la giustificata assenza dell’Ing.Marrocu, inizia con i consueti amorevoli insulti, rivolti reciprocamente, dapprima in funzione di una differente idea nell’approccio al parcheggio, per poi proseguire per effetto dello sconsiderato abuso del Raschione in merito agli strumenti di ripresa fotografica, da egli sistematicamente impiegati nel momento di massimo pericolo per la salvaguardia del nostro anonimato. Tant’è vero che, prima di varcare la soglia del “Sushi Tao”, il burriccu si fa notare a causa dei numerosi ed inutili scatti prodotti per immortalarne l’ingresso, nei pressi del quale sostava casualmente una nostra vecchia conoscente che, pensando di essere l’oggetto delle mediatiche attenzioni, ci salutava imbarazzata!
 

Tao - Riso al wok

Tao – Riso al wok

Tao - Udon di farina bianca al misto mare

Udon di farina bianca

 

Volendo seguire una linea di condotta critica, mediante l’impiego di punti di riferimento puramente occidentali, mi sento di dire che l’interno del ristorante sia piuttosto gradevole ed elegante. Superato il vestibolo di ingresso ci si immette una grande sala, accompagnata lateralmente dal bancone del sushi-bar e confinata verticalmente dalle tonalità scure di pavimento e soffitto, dal quale piovono numerosi elementi d’arredo e di illuminazione dall’aspetto sottile e squadrato, quasi degli origami che tentano di replicare, con maggiore impatto e raffinatezza, i tre pesci ornamentali di carta appesi nei pressi del bancone stesso. La prima sala subitamente si apre sui margini di una seconda, che la segue in senso longitudinale con poche soluzioni di continuità visiva. Tutti gli spazi divisori e laterali sono occupati da bassi tavolini, molto ravvicinati tra loro, e da sedie e divanetti imbottiti, che nello stile e nella struttura richiamano molto bene l’idea del mangiare orientale, senza per questo difettare per le (per noi) scomode posture nipponiche. Il difetto principale che possiamo attribuire al “Sushi Tao” è invero l’acustica. Dato il numero elevato di clienti e la loro distribuzione ravvicinata, il chiasso prodotto a metà serata è stato sensibilmente molesto.
 

Tao - Scampi al vapore

Tao – Scampi al vapore

 

Il servizio in sala è incredibilmente veloce ed efficiente: tre o quattro cameriere non indigene si alternano freneticamente ai tavoli, gestendo le comande attraverso l’utilizzo di palmari collegati direttamente con la cucina. La rapidità con cui siamo riusciti ad approvvigionarci del vino e delle prime pietanze, ci ha portato a ipotizzare che, in condizioni normali, sia possibile desinare in maniera appagante in meno di quarantacinque minuti. Unica defaillance, per quanto ci riguarda, è stata l’attesa per il secondo piatto di Jesus, arrivato qualche minuto dopo quello del Raschione. Il menù è piuttosto lungo e articolato e, per quel che possiamo noi profani intendere, non è ben chiaro e distinto il confine tra i piatti tipicamente giapponesi, cinesi e orientali in genere. Escludendo a priori il richiedere composizioni di sushi e sashimi (rimandiamo a wikipedia per approfondimenti) e non potendo confidare nella piena affinità linguistica con il personale, ci affidiamo al nostro intuito e a “google” per comandare piatti il più possibile compatibili con le nostra scala di giudizio. In virtù di una apprezzabilissima (in senso nostrano) cantina, ci è però semplice ordinare il vino: Vermentino di Sardegna D.O.C. Tuvaoes (2011) delle cantine Cherchi, mesciuto in maniera impeccabile dalla cameriera, anche se veramente apprezzato solo dopo un periodo di ulteriore raffreddamento nella suaglass: «mancu mali non era adeguato, te lo sei scolato tutto!»
 

Tao - Tempura di gamberi in salsa piccante

Tao – Tempura di gamberi in salsa piccante

 

Come antipasti scegliamo tre pietanze, ovviamente a base pesce. Si inizia con i gustosi Wonton (fagottini di pasta, cinesi) fritti al ripieno di gamberi e branzino, serviti su letto di lattuga e accompagnati con una salsa agrodolce al pomodoro, dal sapore appena meno intenso del ketchup. Seguiva un piatto di wakame sunomono, ossia una zuppetta acidula di alga giapponese wakame (Undaria pinnatifida, ma Wikipedia sostiene ne esista un surrogato dell’Atlantico) e cetrioli, accompagnata da cruditè di mare: branzino, tonno rosso, salmone, scampi e gamberi; nel complesso molto buono, escludendo la qualità dei gamberi, per la quale Jesus ha avuto qualcosa da ridire. Il Terzo antipasto era configurato come un ottimo e particolare tris di tartare: tonno rosso condito con brunoise di cipolle e pepe nero, salmone con mele e semi di sesamo, branzino con cocco. Ogni tartare era condita, inoltre, con finissimo e sporadico inserimento di erbette, che non siamo riusciti pienamente a identificare. Identificabilissimo invero, l’atteggiamento intransigente e occlusivo del Raschione verso l’utilizzo delle bacchette di legno. Dopo i primi maldestri tentativi, si è fatto subito portare coltello e forchetta, per poi riprendere le arcaiche stoviglie, affascinato dall’indiscutibile abilità di Jesus (con il trascurabile difetto di dover richiedere, con qualche difficoltà, lo smacchiatore a fine pasto: «secondo me non ha capito e ti porta un altro dolce!»).
 

Tao - Tortino al cioccolato e gelato al Tè verde

Tao – Tortino al cioccolato e gelato al Tè verde

 

Ottimi i primi. Jesus, dopo un rapido sguardo su “google immagini”, ordina degli Udon (vermicelli) di farina bianca (presumibilmente farina 00, senza crusca) al misto mare. All’arrivo del piatto la titubanza del Raschione e della cameriera facevano dubitare Jesus in merito ad un possibile errore («ma che m… avevo ordinato???») che di fatto non c’era stato. Il condimento degli udon si particolareggiava in eccellenti cozze e arselle, e in meno brillanti gamberi e seppie. Identificabile, per brevi frangenti, la presenza dello zenzero il cui sapore, simile al nostro detersivo per i piatti, è molto apprezzato nella cucina orientale. Ad ogni buon conto il piatto era notevole, in particolar modo per l’appetibilità e la leggerezza della pasta, godibilissima nonostante l’aspetto esteriore potesse far prevedere un progressivo appesantimento mandibolare nel suo consumo. Il Raschione consumava invece del riso al Wok (il particolare tegame cinese) con polpa di granchi e condimento di (sosteneva) pomodori e zucchine.
 

Tao - Dolce di riso giapponese

Tao – Dolce di riso giapponese

 

Buoni anche i secondi piatti. Scampi al vapore su letto di spaghetti di soia per Jesus, interamente sgusciati con le bacchette (e le mani); tempura di gambari in salsa (non troppo) piccante per il Raschione.
Nonostante lo stupore della cameriera («彼らはどれだけ食べる») i due burricchi ordinavano i dolci: strepitoso tortino al cioccolato caldo con gelato al tè verde e decoro di fragole e ananas per il Raschione, inquietante dolce di riso giapponese, ottimamente presentato ma dalla consistenza simile ai marshmallow e dal sapore di camomilla, per Jesus. La cena terminava con due buoni caffè, un liquore alla liquirizia (pro Raschione) “Myrsine” e un “Amaro Ramazzotti” per Jesus. Costo complessivo 55€ cadauno, probabilmente un 10% eccessivi rispetto alla qualità di quanto mangiato, anche se sicuramente ben spesi.

 

Il “Sushi Tao” è un ristorante di indubbia qualità non esclusivamente riservato agli amanti della cucina orientale, che propone piatti apprezzabili e godibili in senso universale. Menzione speciale per il servizio, veloce, onnipresente e affidabile. Unico consiglio: sarebbe interessante avere un mediatore culturale che spiegasse all’avventore , nel dettaglio, l’origine e la composizione delle pietanze. Tre burricchi star.

 

VALUTAZIONE “Sushi Tao”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Sushi Tao Indirizzo: Via Sonnino 48, Cagliari
Telefono: 0708577572    [mostra in google maps]

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lug 18 2013

Ristorante La Paillote – Cagliari

 Scritto da Ing. Marrocu | 2 commenti | Commenta

Paillote - Interno

Paillote – Interno

 

Tutto comincia alle 21:07 con una telefonata canzonatoria:

X: ”Ma Raschione Ettore, pure oggi in ritardo”

E:“Un momento eh..sto arrivando, sono a piedi”

X: “A piedi?”

E: “Si ho parcheggiato a S.Elia”

X: “Scusi ma perché, se qui ci sono parcheggi a volontà?…Comunque guardi che la sto aspettando insieme ad altre persone”.

Ettore:” Cazzi suoi, mica le ho invitate io!”

 

Paillote - Antipasti

Paillote – Antipasti

 

Lo stupore e la rassegnazione lasciano spazio a sonore risate e l’attesa viene ingannata immortalando su supporto digitale i graditissimi ed inconsueti ospiti della serata: Dott. Davide P. e la sua compagna Mihaela, di nuovo in Sardegna per trascorrere un periodo di vacanza.

L’ambientazione è semplice e suggestiva, sul promontorio estremo a sud della città di Cagliari, con una esposizione a ovest che favorisce uno spettacolo unico nelle ore del tramonto, con il sole che si ritira dietro i monti di Capoterra lasciando spazio alle pur sempre luccicanti luminescenze originanti dalla raffinazione del greggio. Che poesia…
 

Paillote - Linguine vongole bottarga

Paillote – Linguine vongole bottarga

 

Il locale è suddiviso in diversi ambienti: alcuni all’aperto, deputati prevalentemente al consumo di drinks, magari stando comodamente seduti su morbidi divani bianchi perfettamente abbinati ai tavolini in vimini e vetro acidato; altri al chiuso, destinati invece alla ristorazione quindi territorio di conquista per i Burricchi peones. Gli spazi sono anche qui caratterizzati da ambienti che si susseguono su quote leggermente sfalsate e si articolano tra setti divisori a vetrata che enfatizzano una illuminazione tenue e sensuale, impreziosita da faretti incastonati perimetralmente sul piano di calpestio, contraddistinto da un elegante parquet di colore scuro.

 

Ettore: ”Scusi, cameriere, può gentilmente accendere il lampadario?”

“Ehm, di solito non lo accendiamo quello, però…un attimo che vedo”.

E luce fu. Di lampione! Burricco.
 

Paillote - Gnocchetti al ragù di cernia

Paillote – Gnocchetti al ragù di cernia

 


Il materiale predominante è il legno che contrasta e si alterna con robusti tessuti in un gradevole chiaroscuro. Le sedie hanno un effetto vimini, così come i tavoli protetti da vetro, stavolta trasparente, accuratamente apparecchiati con eleganti tovagliette all’americana. Il personale in sala si mostra altalenante nella cura dei dettagli ma nel complesso cortese e presente.

La scelta del vino, per via dell’indisponibilità del Canayli, ricade su un inedito Cannisonis di Massidda, scelto dal Marrocu e molto apprezzato dalla comitiva. Consigliato.
 

Paillote - Fregola all'astice

Paillote – Fregola all’astice

 

Tempura di verdure, muggine e gambero con riduzione allo zenzero e soia: una prelibatezza inaudita, con una pastella morbida, gustosa e asciutta; insalata di polpo con patate, pomodorini cherry, olive e basilico servita su base di carasau: non particolarmante originale ma molto delicata; guazzetto di cozze con pomodoro fresco, basilico, pepe: davvero niente male per una ricetta così semplice; affumicati di mare tra cui tonno, pesce spada e salmone con gaspaccio di pomodoro: ottimi dal primo all’ultimo. I commenti dei presenti sono stati assolutamente concordi nel giudicare positivamente tutto quanto sopraesposto.
 

Paillote - Calamaro Ombrina

Paillote – Calamaro Ombrina

 


I primi scelti dalla comitiva sono:
Fregola artigianale tostata allo zafferano con astice al sapore di limone – per Alessandro, Ettore e Jesus: fregola fresca forse da preferire un po’ meno cotta ma di ottimo sapore e ben condita, almeno per il sottoscritto; gnocchetti al ragù di cernia, pomodorini, zafferano – per Davide che gradisce parecchio; linguine alle vongole e bottarga di muggine per Mihaela che esprime la sua piena approvazione. Tutto veramente di ottimo livello, con ingredienti freschissimi, preparati con arte ed impiattati con estrema cura e raffinatezza.

 

Jesus apre, tra il serio ed il faceto, un simpatico siparietto: ”Cameriere, contesti allo chef la iniqua ed arbitraria distribuzione del crostaceo che mi vede sfavorito, e porca puttana (sottovoce)”

“Certo, farò presente!”.
 

Paillote - Semifreddo al caffè

Paillote – Semifreddo al caffè

 

Ed ecco che, senza pudore, ad eccezione della signora, la comitiva ainina allargatasi per osmosi, passa all’ordinazione dei secondi: calamari ripieni su crema di ceci e filetto d’ombrina scaloppato con pomodorini, serviti già sporzionati per evitare l’esplosione di risse furibonde, considerata peraltro la bontà del “doppio piatto”, nonché il tasso alcolemico raggiunto deglutendo, ora, un discreto Sciala delle cantine Surrau scelto furtivamente dal Raschione Ettore, che con ignominia approfittava della momentanea assenza del sottoscritto e tentava pure di rifilare ad altri la responsabilità dell’assaggio, nonché la pretesa di cambiare i bicchieri:


“Chiedigli di cambiarci i bicchieri”

“Chiediglielo tu, burricco!”
 

Paillote - Sorbetto alla fragola

Paillote – Sorbetto alla fragola

 

Come dessert la scelta ricade su un sorbetto rosa shocking alla fragola per Jesus, che vanta di poterselo permettere in quanto dice sia indiscutibile la sua virilità (ainina?); semifreddo al caffè con scagliette e decorazioni di cioccolato per Ettore Alessandro e Davide. Astensione per Mihaela che però non resiste dall’assaggiare il cioccolato offerto da Davide: amore vero.

Il tutto si chiudeva con un ulteriore gag del Raschione che proferiva ad alta voce, in modo tale da essere sentito dal cameriere, la necessità di riscaldare i bicchieri nei quali servire l’eccellente rum richiesto: “Ron Zacapa 23” per tutti tranne che per Jesus che prende un modesto, a suo avviso, caffè :

” Scusi se glielo dico…ma il caffè fa proprio c.g.re”

“Ci perdoni, sono le cialde!”

 

Costo € 56,60 cad. burriccu, assolutamente meritati per questa ennesima piacevole sorpresa della ristorazione nostrana. Quattro burricchi con menzione speciale.

 


VALUTAZIONE “La Paillote”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante La Paillote Indirizzo: Viale Calamosca, Cagliari
Telefono: 070371584    [mostra in google maps]
 

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mag 19 2013

Ristorante Da Achille – Sant’Antioco

 Scritto da Ettore & chef Taras | 1 commento | Commenta

Achille - Interno

Achille – Interno

 

Cantami o diva dell’abile Achille,
la mano virtuosa che infinite addusse
delizie ai somari, molte anzi tempo al brio, generose consegnò menti di eroi,
e agli effetti del superbo nettare
i loro corpi abbandonò (così di Jesus l’alto consiglio si adempìa), nonostante
primamente disgiunse aspra contesa
il dissidente Ingegnere e il divo Ettore.

Dopo aver superato oltre centosessanta prove impegnative, prima o poi per il prode Ettore sarebbe dovuto arrivare l’epico duello con lo Javier Zanetti della cucina, l’invincibile (o quasi) Achille, sebbene le previsioni storicamente non sorridano al burricu in questione.

Achille - Battitura di gamberi

Achille – Battitura di gamberi

 

Così, per una volta di domenica, il 19 maggio, in quella che un tempo era la più grande isola dell’arcipelago del Sulcis, prima di essere collegata artificialmente alla terra madre, una numerosa comitiva di somari e tre gentili signore, distribuiti secondo criteri poco sostenibili, grazie ai capricci di taluni indisciplinati elementi, convergeva nella centrale via Nazionale, dopo un viaggio di quasi cento chilometri, di fronte all’Hotel Moderno. La struttura ospita il locale in cui si sarebbe celebrerata l’ennesima liturgia settimanale degli eccessi della tavola, il ristorante Da Achille. L’evento può vantare un cast d’eccezione: Triumvirato titolare, il burriccu Sollai e i burricchi Raffaele, Alessandro, Kikko, felicemente accompagnati.

Achille - Antipasti di mare

Achille – Antipasti di mare

 

Il locale si presenta come un unico spazio molto ampio, con la copertura a semi volta a botte molto simile a quelle di alcuni impianti sportivi, impreziosita da travi a vista alle quali sono appesi pratiche ventole in acciaio capaci di dare sollievo durante i periodi più caldi, mentre una ragnatela di tiranti irrobustisce il tutto. L’intera struttura è rivestita in legno, ed illuminata a giorno da due pareti di finestre che assicurano, tra l’altro, un buon ricambio dell’aria. Un lato della sala è dominato da un elegante bancone del bar in cui sono alloggiate in bella vista le etichette più prestigiose della generosa cantina. Sul lato dell’ingresso, oltre l’accesso ai servizi un disimpegno colorato separa la zona delle cucine dal resto dell’ambiente. Complessivamente la sala ospita meno di cinquanta coperti. Una prima lode va alla disponibilità del gestore che, grazie ad accordi telefonici, ha aperto la cucina, normalmente a riposo la domenica per pranzo, offrendoci di degustare un menu a sorpresa.

Achille - Tempura di gambero e verdure

Tempura gamberi verdure

 

Il servizio, cortese e disponibile è assicurato da due giovani camerieri. Il percorso gastronomico sarà accompagnato da ottimo DOC Cala Silente della Cantina di Santadi, dopo un felice inizio con dell’eccellente Franciacorta Brut DOCG Barone di Erbusco servito come aperitivo. Si parte (ndr.: da questo punto in poi la cronaca è affidata al Burriccu Taras) con la proposta di pane artigianale, ottimi grissini alla semola, fragranti e croccanti a dovere, accompagnati da un croccantissimo e delicato pane crasau, dei bocconcini di pane integrale, e fogliette di pane all’olio: si denota subito l’ottimo registro della mano in cucina.
Primo stuzzico servitoci direttamente su un piatto d’ardesia, battuto di gambero con cipollotti, germogli di crescione e cialdina di pane profumato. fenomenale amalgama di sapori; dalla dolce carnosità dei gamberi alla nota fresca e profumata dei germogli di crescione, spezzata dalla sottile croccantezza del crostino di pane. Procediamo con una composizione di tre delizie al piatto, tonno morbidissimo ed estremamente saporito adagiato su lamelle di pomodoro guarnito infine con piccole falde di cipolle rosse marinate. Grande tecnica applicata ad una eccellente materia prima, voto 10 talmente buono da aver chiesto un richiamo della portata prima di averla fatta sparire dal piatto.

Achille - Calamarata

Achille – Calamarata

Achille - Linguine al ragù di tonno

Linguine ragù di tonno

 

In accompagnamento al suddetto capolavoro, polpo croccante arrostito servito con ottime e cremose patate e pinoli tostati, pesce spada affumicato su germogli, con brochette di pane, pomodoro confit e fiore di cappero. Fresco, carnoso, delicato, e sentore di fumo molto equilibrato. Ultimo protagonista della seconda portata di antipasti, scampi e gamberi su crema di ceci. splendida materia prima accompagnata da una crema di ceci saporita, liscia e per nulla invadente, ma complementare al sapore iodato dei crostacei. A seguire poi una entusiasmante tempura di gamberi e verdure: GamberONE (Veramente Over size) melanzane, zucchine, peperoni e asparagi; voto 10, punto. Asciutta, dorata, croccante, delicata, saporita, e per nulla intrisa d’olio: chapeau!

Achille - Tonno scottato con erbette e asparagi

Achille – Tonno scottato con erbette e asparagi

 

Sull’onda di questo exploit di antipasti ci vengono prospettati i primi piatti: fregola con ragù di pesce, Calamarata al ragù di cernia e zafferano, o linguine al ragù di tonno, la nostra scelta ricade sull’accoppiata calamarata/linguine. Cotture al top, al dente, da manuale. Mantecatura perfetta di entrambi i formati. Qualche piccolo appunto viene formulato dal rompipalle di turno (leggasi Jesus) in merito ad un eccesso di asprezza/acidità sul condimento della calamarata, e ad un eccessivo condimento delle linguine, (a chini d’olli cotta e a chini d’olli crua). Restiamo comunque nella parte alta della classifica, ma lievemente sotto gli antipasti.

Achille - Trancio di cernia

Achille – Trancio di cernia

 

Veniamo informati sulla disponibilità dei secondi di pesce, che verranno serviti in formato di assaggi solo ai sei elementi dotati di compattatore/tritarifiuti/betoniera al posto dell’apparato digerente. Vengono presentati: tonno scottato servito con erbette e asparagi su crema di topinambur, magistrale esecuzione, e perfette le temperature e le consistenze, dalla morbidezza del tonno, alla fragranza degli asparagi, dal profumo delle erbette, alla delicatezza della crema di topinambur. Segue un trancio (chiamare trancio un cubo di pesce di 7x7x7 di lato è riduttivo) di cernia con guazzetto di delicati e sugosi pomodorini, pinoli, e saporiti capperi. C’è poco da aggiungere, siamo nel regno di uno chef che il pesce lo sa lavorare, e bene.. Secondi squartarati!

Achille - Tortino al cioccolato, Gelato di vaniglia

Achille – Tortino al cioccolato, Gelato di vaniglia

 

Ci accingiamo ad affrontare la parte finale del pranzo, quella più dolce, a cui aspiravano maggiormente i quattro commensali in standby. Di legno! abbiamo mangiato i dolci sufficienti a sfamare il triplo dei commensali seduti al nostro tavolo. Dalla cucina arrivano a ruota continua: cremosa gianduia in crosta di frutta secca (nocciole e pistacchi) servita su una zuppetta di ciliegie al carignano, cannoli (croccantissimi, friabili e delicati) farciti con spuma di ricotta di pecora e adagiati su insalata di fragoline croccanti e saporite, e per ultimo tortino caldo di cioccolato fondente e gelato alla vaniglia con fragole, accompagnato come da previsione, da un bis di cannoli di ricotta, all’unanimità definiti essaggerausu!! Durante questa degustazione di stupendi dessert abbiamo di tanto in tanto inumidito il gargarozzo con l’ormai conosciutissimo e ottimo Angialis, Nasco passito delle cantine Argiolas.

Achille - Crema di gianduia

Achille – Crema di gianduia

Achille - Cannoli alla ricotta

Achille – Cannoli alla ricotta

 

Terminiamo come di consueto la ciccionata con elegantissimi caffè, Rum Diplomatico, e assaggio di Rum Nation Peruviano, oltre all’ormai rinomata e grezza Sprite per il burriccu Sollai, (cidda fadeusu da figura). Totale della ciccionata €65,00 cadaburriccu, a mio modesto parere almeno un 15% al di sotto del dovuto, ma giustamente arrotondato in mancia per la magnifica esperienza.

In conclusione: tra le tante soluzione possibili nel nostro hinterland si è scelto un locale a 100 km di distanza per la ***esima ciccionata ufficiale, che si è dimostrato disponibile nell’accoglierci a pranzo, e aprire il ristorante nell’unico turno di riposo settimanale (sarebbe stato lo stesso per qualche ristorante casteddaio? non creu propriu) per accontentare una comitiva di sazzagoni quali noi siamo. A parte qualche piccolo fastidio per alcuni commensali in fatto di temperatura (leggasi cagaca**o Marrocu e Jesus) e le improbabili teorie su dragoncello e controventature (Marrocu 2.0), possiamo assolutamente parlare di un pranzo fuori dal comune, e il giudizio non può che essere uno ed uno solo: cinque burricchi!
P.S. Dov’è la Stella Michelin di Achille? (Fine cronaca del Burriccu Taras, ndr.)

Ringraziando il burriccu chef per la minuziosa e gradevole descrizione degli eventi, in parziale disaccordo con una proposta di valutazione che, per coerenza storica, presupporrebbe una pressochè assenza di sfumature per quanto riguarda gli elementi ambientazione, cucina, servizio, sebbene mi trovi in completo accordo per l’eccellenza dei piatti, riteniamo che il servizio, comunque ottimo, abbia risentito dell’apertura straordinaria e conseguentemente del ridotto numero degli interpreti per potersi considerare impeccabile; in queste circostanze non possiamo attribuire una valutazione superiore ai quattro burricchi con menzione speciale per l’incredibile cucina.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti i nostri ospiti ormai abituali e le gentili signore per la piacevole compagnia.
 


VALUTAZIONE “Da Achille”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Catering Da Achille Indirizzo: Via Nazionale 82, Sant’Antioco
Telefono: 078183105    [mostra in google maps]
 

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ago 18 2012

Ristorante Lisboa – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta

Lisboa - Interno

Lisboa – Interno

 

«Scruto dalla scogliera il mare in tempesta. Riesco a vedere oltre l’orizzonte i nuovi mondi che mi aspettano, la gloria che canta il mio nome, il fato che supino m’attende!
Me ne frego del pericolo, dell’ardore degli elementi, dei menagrami che sogghignano alle mie vele, delle cuccurre che aleggiano sulla mia testa: sono pronte a strapparmi i capelli, bramose di aggrovigliare le mie budella, con ferocia di cavarmi gli occhi, per impedirmi di vedere quello che i vili e gli ignavi non vedono.»
Lisbona, perla del Portogallo, offerta e celata alla forza dell’oceano; da qui, più di cinque secoli orsono, salpò Vasco da Gama diretto verso quelle Indie che, pochi anni prima, il prode Cristóbal non raggiunse.
 

Lisboa - Palamita carote cipolla

Lisboa – Palamita carote cipolla

 

Raggiunto il Cabo da Boa Esperança e oltre, nel loro lungo sconsiderato navigare, il prode Jesus da Gama, col cappellino d’ammiraglio (a dire la verità in quest’occasione trattenuto in cambusa) e il suo fido timoniere Raschiahmad ibn Majid ibn Muhammad al-Saʿdi al-Jaddi al-Najdi (أحمد بن ماجد كشط بن محمد آل ʿ سات الجديد النجدي), si dirigevano verso il mare aperto, per discoprire nuove emozionanti mete di sapori, ed alimentari emozioni.
Più verosimilmente, Venerdì sera verso le ore 21, il Raschione, alla guida della sua ri-carenata São Gabriel, puntava la prua verso un nuovo disinibito approdo, il cui nome ha il sapore di una rinnovata partenza: ristorante Lisboa, nella via Tuveri, in Cagliari, lontana terra del sol.
 

Lisboa - Ali di razza pomodorini e capperi

Lisboa – Ali di razza pomodorini e capperi

 

Il bar/ristorante Lisboa, di recentissima ri-apertura, si affaccia all’inizio della via Tuveri, giusto in fronte all’oceano urbano di Piazza Repubblica, a pochi passi dall’enclave (Pandemonio) del Burriccu Sollai.
Dall’esterno, discretamente e senza particolari insegne, prorompe sulla via, con una ampia vetrina d’ingresso e comodi tendaggi parasole, che offrono prezioso riparo estivo, a qualche tavolino sul marciapiede.
Una prima distinta zona bar si scopre oltre la soglia mentre, dopo uno stretto corridoio – tracciato da una spoglia parete viola e da un lunga tela dal tema astratto – , si accede alla piccola e graziosa sala da pranzo, che culmina con la porta della cucina e con un colorato drappeggio il quale, celato da una vetrina trasparente, s’inonda di una cascata di luce bianca riflessa.
 

Lisboa - Risotto di verdure e parmigiano

Lisboa – Risotto di verdure e parmigiano

 

Le pareti chiare (in qualche punto sgraziate da alcune macchie d’umidità, che consigliamo di sanare quanto prima), gli splendidi lampadari a sfera, il parquet, le comode sedie brune e l’intelligente ed armonico sistema di condizionamento
– rivestito di legno compensato e impreziosito da numerosi punti luce -, completano un arredo accattivante e moderno.
Infine, una (iniziamente un po’ troppo elevata) musica di sottofondo, rende l’atmosfera rilassante e piacevole.
Il servizio in sala è garantito da una gentile ed attenta maître (probabilmente la stessa titolare) e da un timido e discreto giovanotto, entrambi suggestivamente abbigliati in tenuta e grembiule nero.
 

Lisboa - Spigola zucchine popcorn

Lisboa – Spigola zucchine popcorn

 

Per particolare scelta gestionale, in questo primo periodo di avviamento, il menù alla carta viene limitato a poche eccellenti pietanze, dalle quali è possibile individuare un solo appetibile primo piatto, e non sempre risultano distinguibili antipasti e secondi, almeno secondo le nostre austere ed ortodosse consuetudini.
Dopo essere stati fatti accomodare, Jesus e il Raschione (assente per giustificati impegni lavorativi l’Ing.Marrocu) sceglievano di esordire con due seducenti antipasti cadaburriccu ma, per loro difetto espositivo, se ne facevano servire uno solo a testa, tanto da giustificare una sostanziosa integrazione ai loro secondi. Vino scelto per condurre la serata, un ottimo vermentino DOCG “I Graniti”, della cantina Pedra Majore di Calangianus, ultima bottiglia della prestigiosa etichetta, presente nella inappuntabile cantina del ristorante.
 

Lisboa - Tempura di pesce e verdure

Lisboa – Tempura di pesce e verdure

 

Ad ogni modo, prontamente, arrivavano al cospetto dei due Donkey: ali di razza in guazzetto di pomodoro, capperi e rucola con crostino di pane e finocchietto, seguito da una eccezionale, strepitosa, inarrivabile, composizione di palamita scottata, con carote, cipolle di tropea, rucola, zucchine, su una vellutata di arance e mele, impreziosita da crostini di pane.
Solo per quest’ultimo piatto varrebbe la pena di visitare il “Lisboa”!
Riguardo il summenzionato primo piatto, trattavasi di un ugualmente straordinario risotto alle verdure e parmigiano, con tartara di arance e peperoni, guarnito con crostino di pane e foglie di finocchio: sublime!
Altrettanto fantasiose e particolari, la preparazione e presentazione dei secondi: filetto di spigola scottata con pomodori e zucchine, guarnito con crostini di pane e briciole di mais soffiato (popcorn!), integrato poi con una tempura di pesce e verdure, composta di melanzane, peperoni, zucchine, fiori di zucca e filetti di spigola fritti, servita con ottima salsa vinaigrette.
 

Lisboa - Cannolini di banana pesche e mele

Cannolini di banana pesche e mele

Lisboa - Fantasia di pesca, cioccolato yogurt

Fantasia di pesca, cioccolato yogurt

 

Non meno soddisfazione potevano dare i dessert: indescrivibili cannolini di banana fritta su letto di pesche e mele per Jesus, buonissima fantasia di pesche sciroppate, con cuore morbido di cioccolato fondente e yogurt, per il Raschione. I dolci sono stati superbamente accompagnati da vino passito “Angialis”, delle cantine Argiolas.
Un caffè per Jesus, e un ottimo liquore di liquirizia “LiquorIce” di Caffo per il Raschione, hanno concluso quindi l’esperienza. Costo finale della cena, 68€ cadauno, assolutamente adeguati, in considerazione di un approccio alla cucina ricercato e fantasioso, e di una qualità che è rimasta costantemente elevatissima, per tutto l’evolversi della serata.
Seppure di recentissima rinnovata gestione, il ristorante “Lisboa” riesce a garantire degli standard elevati in relazione alla ambientazione, al servizio, e alla qualità della cucina. Quattro meritati burricchi, con menzione speciale per la pirotecnica fantasia dello chef.

 


VALUTAZIONE “Lisboa”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Lisboa Indirizzo: Via Tuveri 2, Cagliari
Telefono: 07043707    [mostra in google maps]
 

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