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apr 22 2012

Ristorante Sa Ferula – Cagliari

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta
Sa Ferula - Ingresso

Sa Ferula – Ingresso, pianta di ferula

 
Basta con il decoro, diamo spazio alla follia e alle mutevoli condizioni del cielo, che nell’apparente disordine del caos, si manifesta con infiniti ed impercettibili arzigogoli dell’acqua e in fugaci riverberi della luce, tratteggiati e spenti, nel medesimo istante, dall’immutabilità dello sguardo e dall’irrequieto trascinarsi di allegorie della memoria, nel pulsante sottometterci del tempo.
Con il sangue e con la fatica di chi è senza senno, di chi, senza voce, cerca di urlare il fatale stringersi di una morsa che l’opprime, compiamo un ulteriore atto di coraggio, dando udienza al fuoco che ciascuno sente straziare dentro di sé, in difetto del vento che lo scateni incendio.
 

Sa Ferula - Interno

Sa Ferula – Interno

 

Da qui possiamo partire, dall’opprimente pesantezza del firmamento, dal precipitar della luce nel Regno della notte, dall’arrogante respirare dell’Universo, che nel nostro frenetico sollevarci e ricadere, ha il gusto e il sapore delle promesse non mantenute. skn!
Appare invece paziente e temperante, il quieto vivere di una pianta di ferula sul terreno.
Dal suo incerto e disordinato generarsi, mai essa si ribella all’armonia della Natura, mai si propone di sfidarla, ma lentamente cresce dal basso fusto verso l’alto infinito, alternando la pratica dell’orgoglio, alla mansuetudine di benevoli palmi di mano e braccia aperte, con le quali il suo cielo sembra voler sostenere e accarezzare.
Il pistolotto introduttivo di oggi, può qui terminare.
 

Sa Ferula - Crema di favette

Sa Ferula – Crema di favette

 

Il mansueto profilo di una ferula non ancora in fiore, accoglieva, la tarda mattinata di Sabato, i Triumviri ufficiali Jesus e Raschione Ettore, davanti l’ingresso del ristorante che porta il suo nome: “Sa Ferula”, nella non centralissima Via del Fangario, in Cagliari; orfani, una volta di più, dell’uccel di bosco Ing.Marrocu. Lo stralunato Ingegnere, negava la sua non indispensabile presenza all’ebdomadario rituale, adducendo improrogabili impegni di lavoro (più verosimilmente, per differenti “uccelli” suoi), salvo poi mutare tardivamente intenzione proponendosi – a ciccionata ormai consumata – come gran ciambellano di una improbabile cena: per lui, nuovo severo ammonimento!
 

Sa Ferula - Tagliere di terra

Sa Ferula – Tagliere di terra

 

Il ristorante “Sa Ferula”, è alloggiato in un locale di recente ristrutturazione, affacciato nella non prestigiosissima Via del Fangario.
Al suo interno, lo stile è piuttosto semplice e discreto, senza particolare pretese di eleganza e raffinatezza, ma con un’impronta di certo accogliente e gradevole. Superato il bancone del bar, ci si immette nell’unica non amplissima sala, confinata da pareti di color arancio e giallo paglierino; sobri decori in pietra, piccoli suppellettili e alcuni poster di stampo naturalistico/ambientale completano l’arredamento. Il soffitto, dapprima disegnato e modellato in chiave moderna, diviene poi una tavola regolare, occasionalmente interrotta da suggestive feritoie squadrate, che assumono il ruolo di pratici lucernari. In fondo alla sala si può scorge l’ingresso – sempre aperto – della cucina, dal quale si possono ammirare la frenetiche attività dello chef Giulio Atzeni, forse poco conosciuto ai più ma che, vedremo, si dimostrerà di indubbio valore.
 

Sa Ferula - Favette saltate con pancetta

Favette saltate

Sa Ferula - Tortino di melanzane

Tortino di melanzane

 

Dopo aver discusso con il gestore/cameriere, su questioni inerenti la real politique nell’ambito della ristorazione, ci viene proposto un menù con base prevalente di terra, per la contingenze assenza di alcuni ingredienti di mare. Di buon grado accettiamo, provvedendo ad allineare in tali termini la cernita del vino: carignano del Sulcis DOC “Rocca Rubia” del 2008.
 

Sa Ferula - Fritturina con peperoni

Sa Ferula – Fritturina con peperoni

 

Il servizio è, senza incertezze, rapido puntuale e propositivo. Correttamente verificate le possibili intolleranze alimentari dei due burricchi avventori, la cucina esordiva con la proposta degli antipasti, la cui prima portata si svelava come una squisitezza unica: crema di fave con pecorino, noce moscata, menta, olio d’oliva e crostini di pane. Buonissima!
A seguire, veniva presentato un ottimo tagliere di salumi e formaggi nostrani: prosciutto crudo, pancetta, salsiccia, ricotta secca, pecorino semistagionato, corredati da un non comune accompagnamento di delicato patè di fegato, gustato unicamente da Jesus, a seguito di un istintuale disamore, da parte del Raschione, per l’inusuale prelibatezza.
 

Sa Ferula - Macarrones de busa

Sa Ferula – Macarrones de busa

Sa Ferula - Zappuleddus bottarga pecorino

Sa Ferula – Zappuleddus bottarga pecorino

 

Gli antipasti, proseguivano poi con l’unico piatto che ha fatto storcere il naso ai due esigenti burricchi: favette saltate con pancetta, il cui gusto finale, seppur abbastanza gradevole, non appariva particolarmente acceso, probabilmente per un deficit di qualità del legume.
Prontamente segnalato il problema allo chef, questi reagiva con orgoglio, dapprima preparando dei superbi tortini alle melanzane, con pecorino e pomodori su base di pane carasau, per poi sorprenderci con una strepitosa frittura di calamari.
Il prelibato frutto di mare, era impreziosito da un impalpabile quanto delizioso sughetto ai peperoni, e ricomposto con scenografico allestimento per riprodurre, con le strisce del peperone, i tentacoli del calamaro stesso. Spettacolo!
 

Sa Ferula - Agnello in crema di limone

Sa Ferula – Agnello in crema di limone

 

Eccellenti anche i due comandati assaggi di primo: iper-promossi (dal cameriere, a ragione) macarrones de busa al sugo di guanciale e porcini, squisiti zappuleddus (straccetti) con bottarga e pecorino.
Molto delicato e ben dosato il gusto dei macarrones, ben più corposo e impegnativo il condimento degli straccetti, che avrebbero messo termine a qualsiasi ulteriore velleità alimentare, da parte di ciascun normodotato avventore.
Ma i navigati Triumviri, nonostante l’opulenza del pasto, si facevano nuovamente sedurre dalle proposte del cameriere, per l’assaggio di un’ulteriore pietanza: agnello in crema di limone, approntato a mo’ di tortino, con decoro di pomodoro e foglie di menta. Molto buono, anche se Jesus (che tra l’altro, poco ci capisce di cucina) avrebbe optato per un amalgama leggermente meno denso, nella preparazione della crema.
 

Sa Ferula - Sebada al miele

Sa Ferula – Sebada al miele

Sa Ferula - Raviolini al miele

Raviolini al miele

 

Spazio rimaneva ormai, solo per un piccolo assaggio di dolci. Il ristorante offre una scelta assai limitata in questo senso ma, come per le portate precedenti, nello specifico, di ottimo livello: eccellente sebada al miele con decoro di scorze di limone per il Raschione, piccolo assaggio di raviolini fritti con ripieno di ricotta e condimento di miele per Jesus: sublimi! Il tutto veniva accompagnato da un buonissimo moscato di produzione Quartese. Costo complessivo del pranzo, 40€ cadauno, di certo inferiore al giusto dovuto per qualità e servizio offerti – anche in considerazione del vino consumato – e integrati da una cospicua mancia.
In tutta sincerità voglio confessare che, conosciuta la destinazione di quest’ultima ciccionata, ben poco mi aspettavo da un ristorante collocato in un quartiere più conosciuto per i piaceri della carne, piuttosto che per i peccati di gola. In realtà la cucina de “Sa Ferula” si è rilevata di indubbio valore, e per certi versi originale e raffinata. Anche il servizio è stato ineccepibile, amichevole e puntuale. Assolutamente da provare!

 

VALUTAZIONE “Sa Ferula”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Sa Ferula Indirizzo: Via del Fangario 17, Cagliari
Telefono: 3396042275    [mostra in google maps]

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gen 14 2012

Ristorante steak house Jope – Quartu Sant’Elena

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

Jope - Ingresso

Jope – Ingresso


 
Trattenendo per pochi istanti la nostra irreprensibile e istintuale sardità, per intuire e discernere sentimenti ed emozioni lontani alle nostre radicate consuetudini, potremmo con la mente vagare, per qui giustamente onorare, con velleità visionarie, questo ultimo, ormai passato, Venerdì tredici.
Non sarebbe difficile allora, immaginarsi dall’altro capo del Mondo conosciuto, nella calda Australia in una frenetica Sidney primaverile, ed osservare tre indistinte e spigliate giovinette, interagire con un idioma ed uno slang ai più incomprensibile, mentre varcano la soglia del “Jope’s steak-house”, così concedendosi una giusta meritata pausa, dopo i dietetici rigori della settimana.
 
Jope - Interno

Jope – Interno

 

A ottomila miglia di distanza, in una assolata San Diego, alcuni distinti colleghi di lavoro – dai visi pallidi e spenti -, avanzano con cautela sulla Parsimony Street, ben attenti a non voler sfidare un ricorrenza che, seppur raziocinio imporrebbe di irridere, riesce a far sentire i suoi melliflui, malefici influssi, finanche verso ben saldi uomini di scienza. Destinazione finale ultima: una bistecca da Mr.Jope.
Più presso a noi, infine, ecco due aitanti hombres catalani, sfrecciare per le strade di Barcellona sulla loro possente ciento cincuenta caballos – diretti verso un nuovo alimentare approdo -, impattare una fangosa pozzanghera d’acqua piovana, tanto da inondare lo stesso sfortunato e non tricotico passante, che poche ore prima aveva declinato, adducendo risibili motivazioni, il loro rituale invito: «Jope! hilos de $!@!!!!»
 

Jope - Insalata di gamberi

Jope – Insalata di gamberi

 

Delegando al Raschione Ettore l’onore e l’onere di descrivere le ragioni (con i relativi insulti) per le quali non possiamo quest’oggi narrare di una ciccionata a tre, avendo dovuto rinunciare alla sempre gradita compagnia dell’Ing.Marrocu – che Jesus, con tutta probabilità, avrà modo di incontrare nel prossimo fine settimana, mentre sarà impegnato nell’esercizio delle sue funzioni in quel di Elmas -, procediamo ad introdurre il ristorante/bisteccheria che quest’oggi aveva la (s)fortuna di ospitarci.
Quartu, Via Polonia, sotto un ampio ma freddo porticato di probabile recente costruzione, si affaccia il quasi anonimo ingresso del locale.
 

Jope - Affettati misti

Jope – Affettati misti

 

A parte la copertura superiore, discretamente composta ma vagamente dozzinale, l’interno del ristorante è piuttosto curato. Un piccolo bancone in legno accoglie i visitatori e li introduce nell’unica (crediamo) non amplissima sala, con una decina di tavoli squadrati, pareti colore paglierino, decori in pietra, eleganti separè in tela, mensole con prestigiose bottiglie di vino in bella mostra, punti luce d’atmosfera, che difettano però per l’impianto elettrico poco decorosamente a vista. L’arredamento potrebbe di per sé garantire un sufficiente impatto di raffinatezza e romanticismo, alimentato dalla ben calibrata musica di sottofondo, se non fosse per i quasi irritanti brusio e chiassosità ambientale, gradualmente manifestatisi con il progredire del pasto, che non sappiamo se attribuire a una strutturale compromissione acustica, o alle moleste abitudini degli avventori il Venerdì sera.
 

Jope - Trofiette porri tartufo porcini

Jope – Trofiette porri tartufo porcini

 

Il servizio in sala veniva garantito da tre gentili, frenetiche ed efficienti cameriere, che non davano però l’impressione di essere o venire rigorosamente coordinate, in una pur risoluta anarchia generale.
Come i nostri lettori potranno dedurre dal prefisso al nome del ristorante, il “Jope” propone una cucina quasi esclusivamente di terra e, in virtù dello stupore percepito alla comanda, immaginiamo non siano molti i clienti che scelgono di articolare il loro pasto in termini di antipasti, primi secondi e dolce, anziché la comune bistecca con contorno e birra. Pur tuttavia, ad eccezione dei secondi piatti interamente dedicati alla carne, possiamo giudicare il menù alla carta sufficientemente distinto e adeguato.
 

Jope - Angus argentino

Jope – Angus argentino

 

I due burricchi commensali, sceglievano quindi di esordire con gli antipasti, declinati in un misurato binomio terra mare: affettati misti con prosciutto crudo, speck, salsiccia sarda, mortadella, coppa e pecorino stagionato, più una insalata di gamberetti rucola e pomodori. Abbondanza e presentazione degli antipasti apprezzabile, ma qualità e composizione assolutamente mediocri! Censurabile in particolar modo il valore dei gamberi surgelati, dal gusto e consistenza pressoché impalpabili. Il tutto era comunque accompagnato da un ottimo vino rosso: carignano del Sulcis DOC, “Rocca Rubia”, della cantina Santadi, scelto dal Raschione e servito colpevolmente in ritardo, dopo l’arrivo delle entrée.
 

Jope - Rocca rubia, sorbetto

Jope – Rocca rubia, sorbetto

 

Decisamente di tutt’altro spessore il primo piatto, comune a Jesus ed Ettore, che, pur non rappresentando un picco di eleva scuola culinaria, riusciva ad avere un degno impatto emotivo, nell’ottica di un caldo pasto invernale: trofiette ai porri, funghi porcini e tartufo d’alba. Discreto.
Ovviamente il piatto forte della serata doveva essere quello di carne.
Esclusa per Jesus la possibilità di gustare un filetto al cannonau (che a dire della cameriera nei fine settimana non si prepara!?), la scelta ricadeva su un Angus argentino, rivelatosi poi di eccellente qualità e di superba cottura.
Considerata l’abbondanza delle porzioni, si sceglieva quindi di terminare la cena con un semplice ma ottimo sorbetto al limone, senza degustare i proposti dessert della casa o – terminata la amata liquirizia – richiedere l’assaggio di ulteriori alcolici.
Costo effettivo della cena, 46€ cadauno, da ritenersi un 15-20% in eccesso rispetto alla qualità media delle portate proposte, al servizio approssimativo e a una non raggiunta gradevolezza ambientale.

La sintesi e la valutazione complessiva del ristorante “Jope”, che centellinando i nostri ben collaudati indici misureremmo in un burriccu e mezzo, per divina misericordia e in considerazione dell’eccellenza proposta nell’ambito della natura propria della steakhouse, viene arrotondata e mitigata in una più onorevole: due burricchi meno meno.


VALUTAZIONE “Jope”: Due Burricchi.
Ristorante Bisteccheria Jope Indirizzo: Via Polonia 123, Quartu S.E.
Telefono: 070861497    [mostra in google maps]
 

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