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lug 21 2014

La Peschiera da Basilio – Sant’Anna Arresi

 Scritto da Jesus | 6 commenti | Commenta

La Peschiera - Interno e Veranda

La Peschiera – Interno e Veranda

 

Cento. Qualcuno mi suggerì di esordire questa recensione, in lode di dieci decine, otto dozzine con ammanco di quattro, quattro quarras col resto di uno, quaranta imbudus e cinque mesus mois.
Abbandoniamo la nostra terra per ammirare una nuova alba, per ritrovare l’entusiasmo che fu, per riconquistare i colori di emozioni sbiadite nel tempo. Dobbiamo alzare l’asticella della passione, alterare la chimica dei pensieri, inquinarci il sangue con non convenzionali veleni, respirare fumi di fuoco, far ribollire la nostra pelle. Tutto questo per darci un Sabato, o una Domenica che non siano sempre lo stesso Sabato o la stessa Domenica. Oggi, ci proviamo con l’impulso a noi più estraneo: la susunkaggine!
 

La Peschiera - Tonno e Pesce spada

La Peschiera – Tonno e Pesce spada

 

«Arrivederci mi pare eccessivo.»
Con queste parole, in quel di Porto Pino, splendida frazione turistica di Sant’Anna Arresi, si concludeva la ciccionata che, ad inizio Luglio, vedeva nuovamente protagonista il più famoso Triumvirato della ristorazione sarda, anche questa volta in gita “a casinu“, guidato trasportato e traslitterato dalla nuova e ben climatizzata quasi cento cavalli del Raschione Ettore.
Tralasciando i dettagli dell’avvicinamento alla destinazione – scandito, come di consueto, dagli insulti rivolti dall’Ing.Marrocu al driver di turno e alla mentalità isolana – vedremo a breve come si collega l’accennata conclusione, con il curioso incipit della recensione stessa.
 

La Peschiera - Antipasti classici

La Peschiera – Antipasti classici

 

Porto Pino. A pochi passi dalla spiaggia, poche centinaia di metri dalle dune di sabbia fine e bianchissima, dalle voci eccitate del mare, dall’afa soffocante del sole di Luglio. E’ qui che, con i suoi confinati specchi d’acqua, appare sulla Via il ristorante “La Peschiera”. L’appendice “Basilio” del nome spunta fuori informalmente e ci ricorda celeberrimi bi-laureati nostrani.
E’ facile e confortevole accomodare l’auto del Raschione nell’ampio parcheggio adiacente al ristorante, mentre poco distante si consuma il delirio organizzato dei servizi esterni alla spiaggia. Successivamente al pranzo, per far sbentiare l’ing.Marrocu, i Burricchi avrebbero tentato di appropinquarsi ai medesimi, senza aver possibilità di usufrutto, a causa del precoce e del tutto estivo, terminare delle risorse disponibili.
 

La Peschiera - Fritti gratinati crostini

La Peschiera – Fritti gratinati crostini

 

Superate le palme che delimitano il parcheggio, incontriamo una bella struttura in stile mediterraneo, con soffitti bassi, intonaci esterni bianchi e tegolato rustico. La sala interna, a parte le arcate in muratura, è interamente dominata dal legno chiaro delle pareti, e dal soffitto scuro con belle travi a vista. La pavimentazione è in simil cotto, mentre il colore delle tovaglie e delle sedie stona un poco con il resto dell’ambientazione, comunque gradevole.
Ci accomodiamo però nella veranda esterna, che dà sulla Peschiera, riparata da una tettoia di canne paravento e (letteralmente) innaffiata, fino ai piedi dei tavoli, dagli erogatori delle aiuole perimetrali; questo, a dire del titolare, per rendere più fresco l’ambiente e dare ristoro ai piccoli uccelli che ogni tanto facevano capolino. Questa premura però, è col passare dei minuti diventata piuttosto fastidiosa, per un difetto di dosaggio o aumento della pressione dell’acqua, tanto da dover chiedere a “su Ziu” l’interruzione del processo erogativo.
 

La Peschiera - Classici e cruditè

La Peschiera – Classici e cruditè

 

Su Ziu (Basilio?), è l’anziano signore che ci fa accomodare nella veranda, che si farà carico del servizio, e che ci intratterrà per tutta la durata del pranzo con empatia e storie di vita vissuta, in particolar modo relative al periodo del suo affrancamento dal vizio del fumo.
Riguardo il servizio in sè, è stato sufficientemente preciso nei tempi e nella periodica fornitura di piatti e posate, ma dobbiamo di certo censurare certe abitudini “antiche” come quella di porgere coltelli e forchette impugnandoli direttamente dalla punta. Particolare, che di per sé avremmo potuto penalizzare con l’estremo atto di mozzatura dell’orecchia, ma che in questa occasione – per evitare eccessive distorsioni di giudizio – contribuirà solo numericamente all’attribuzione del punteggio finale in termini di burricchi.
 

La Peschiera - Spaghetti ai ricci di Giugno

Spaghetti ricci di Giugno

La Peschiera - Zuppa di pesce

Zuppa di pesce

 

Il Signor Basilio ci informa sulle abitudini di esagerata distribuzione delle portate della peschiera, subito proponendoci una degustazione di 22 antipasti. In realtà, alla fine, i piatti conteggiati saranno “solo” sedici, col difetto del ritardo delle cruditè di mare, arrivate al nostro tavolo solo dopo i primi perché inizialmente escluse, avendo il padrone di casa confuso il nostro ordine con quello del tavolo vicino (per la cronaca, i tavoli occupati erano tre).
Unitamente agli antipasti, ordinavamo primi piatti e vino. Dapprima una bottiglia di Vermentino di Sardegna DOC “Giunco” di Mesa – in onore alle produzioni locali e al suocero del Presidente SDP -, seguita poi da un “Lupus Infabula” della tenute “Olbios” di Olbia.
 

La Peschiera - Cruditè di scampi

La Peschiera – Cruditè di scampi

 

Come detto, gli antipasti si componevano di sedici portate di mare, la cui freschezza degli ingredienti ci pare indiscutibile, frutto dell’approvvigionamento diretto dalla peschiera o dai vicini punti di riferimento (es.: Isola di S.Pietro per il tonno), anche se potremmo discutere sulla qualità finale di talune composizioni, tutte comunque mai particolarmente elaborate o ben presentate.
Nel dettaglio, arrivavano al nostro tavolo: involtini di pesce spada, melanzane e rucola; carpaccio di tonno rosso; musciame di tonno alla catalana (in realtà un assaggio di musciame, sommerso da pomodori e cipolle); cuore di tonno accompagnato da una salsina piccante (simile all’harissa, accostamento discutibile); carpaccio di polpo su letto di radicchio; bottarga con noci; burrida di tonno; gamberi bolliti; cannolicchi gratinati; frittelle di orziadas (anemoni di mare); capesante gratinate con asparagi di mare; crostini di pane accompagnati da crema di bottarga, pomodori e burro salato; cozze primavera; filetti di sarde con uva sultanina e pinoli; bocconi di mare e, per terminare, cruditè di cozze e ostriche. Il sapore di queste ultime, segnaliamo, non ci ha per niente entusiasmato.

 

La Peschiera - Ricotta al miele di corbezzolo

Ricotta al miele

 


Meno brillanti, di fatto, i primi. Mentre si presentava come assolutamente gustosa e accattivante la zuppa di crostacei e mitili scelta dall’ing.Marrocu («con il pesce fresco si va sul sicuro»), composta da gamberi, cozze, arselle, scampi e accompagno di crostini fritti, gli spaghetti “ai ricci di Giugno” ordinati (consapevolmente nonostante fossimo fuori stagione) da Jesus e il Raschione apparivano più come una pasta all’olio ben mantecata, con subordine di uova di riccio insapori e granulose molto simili, in termini di aspetto e gusto, alle gonadi congelate.
 

La Peschiera - Tiramisù alle pesche

Tiramisù alle pesche

 


Eccellente, invero, la qualità del secondo piatto. Questo, scelto in alternativa alla (eccessiva a quel punto) aragosta, in realtà sarebbe andato benissimo come diciassettesimo antipasto: un semplice quanto meraviglioso plateau di scampi crudi con olio e pepe nero.
Buoni anche i dolci: particolare ricotta con miele di corbezzolo e chicchi di caffè per Marrocu, tiramisù alle pesche per il Raschione, semplice sorbetto al limone per Jesus.
Il pranzo si concludeva quindi con tre caffè e acquavite per Jesus e Marrocu. Costo complessivo, 97€ cadauno – su cui hanno pesato 114€ totali di antipasti (forse considerati 22 anziché 16?) e 72€ di scampi crudi, 800g, valutati quindi 90€ al Kg -, che dobbiamo giudicare un 40% superiori al giusto dovuto, in funzione di una cucina con ottimi ingredienti ma senza particolari elaborazioni o peculiarità, e una qualità del servizio non proporzionale al costo pagato, superiore a quello di altre esperienze in ristoranti stellati. Sentito quanto avrebbe dovuto esborsare, l’Ing.Marrocu si è ripromesso, per le prossime ciccionate, di richiedere e analizzare preventivamente il menù con il preziario, al grammo. Consigliamo ai nostri lettori, per evitare brutte sorprese, di fare altrettanto, qualunque ristorante visitiate per la prima volta, soprattutto se nei pressi di rinomate località turistiche.

Situato nella suggestiva località di Porto Pino – della quale non è comunque possibile amminare la famosa spiaggia e le dune perché celate allo sguardo degli avventori – il ristorante “La Peschiera” offre una cucina semplice con ingredienti di ottima qualità, ma senza particolari eccellenze. Servizio ben distante dalle ambizioni, anche economiche, della proposta. Valutazione composita di 3 burricchi assegnati alla cucina e 0.5 al servizio. Mediamente: due burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “La Peschiera da Basilio”: Due Burricchi.
Ristorante La Peschiera da Basilio Indirizzo: Via d.Peschiera 15, loc.Porto Pino, S.Anna Arresi
Telefono: 0781.967018    [mostra in google maps]
 

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lug 13 2014

Ristorante Il Dante – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Il Dante - Interno

Il Dante – Interno

 


Giunsero un dì nella val dei mori,
tenendo al passo gravosa soma,
tre anime prave, sanza timori.

Uno narrato per la folta chioma
l’altro fu spoglio, qual è Inverno;
il terzo visse per rasclar la rosa.

Portati qui dallo vagar etterno,
locande, vizi, per tutte l’ore;
e de’ susun’ si facevan scherno.

Sì la tavola lor dava Amore
che di seder non v’era mai pena
ma salir l’erta era dolore.
 

Il Dante - Zuppa di cozze e arselle

Il Dante – Zuppa di cozze e arselle

 


… E or che trovai quella giusta lena
che lo nero rio fa sì che scorra,
i’ cominciai questa nuova piena.

Speriamo invero che nessuno incòrra, in giusta e severa scomunica, per l’aver violato qui quella sacra metrica che da 700 anni riposa serena, e che abbiamo cercato di confinare in terzine da trentatré sillabe ciascuna. Omaggio e infinita reverenza alla potenza espressiva dell’Alighiero, che se avesse tenuto la nostra stessa lena, impiegata nello vergare questi pochi versi, avrebbe dato termine al suo capolavoro, approssimativamente, in quindici x 10 anni!
 

Il Dante - Patatine

Il Dante – Patatine

Il Dante - Focaccia

Il Dante – Focaccia

 


Giovedì sera, nella valle dei mori.

Ed ecco, quasi al cominciar de l’erta, una lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta;
La lince, la lussuria.  Il Raschione Ettore, nella opulenta composizione dei suoi abiti firmati, attende pazientemente il Virgilio che lo guiderà a destinazione.


… ma non sì che paura non mi desse la vista che m’apparve d’un leone;
La superbia, la tracotanza, la protervia della 150cv di Jesus, rimbomba per le strade cittadine. Vedendola arrivare, il Raschione sinc’assiccada; a breve, la direzione sarà fissata verso i portici di via Santa Alenixedda (complesso Ormus), in Cagliari.

Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame;
Avaro di puntualità; l’asciutta e longilinea figura dell’Ing.Marrocu compare all’orizzonte, quando già il Raschione e Jesus, da non poco, siedono comodamente al tavolo, del ristorante “Il Dante”, seccatamente impazienti e … morendisì de su famini!

Dopo tanto attendere, finalmente, la ciccionata poteva avere inizio.
 

Il Dante - Scabecciu

Il Dante – Scabecciu

 

Il ristorante “Il Dante” è caratterizzato da una ambientazione che potremmo definire di accennata ma non conclusa eleganza. I tavoli si distribuiscono su tre ambienti. Il primo si trova all’esterno, direttamente sulla passeggiata coperta mentre, volendo, ci si può accomodare in un grazioso cortiletto laterale (dal quale siamo rimasti lontani causa sinzulus!) oltre ché, ovviamente, nella sala interna. Le pareti e il soffitto di quest’ultima – dominata centralmente dal moderno bancone da Bar -, giocano con le tonalità del lilla chiaro e del bianco panna. Chiara è anche la pavimentazione, mentre i tavolini e le sedie sono in stile avveniristico-minimalista. Raffinati e d’atmosfera risultano gli scaffali retroilluminati all’angolo Est. La possibile signorilità della sala, viene però nel complesso mortificata dalle ampie aperture perimetrali, che di fatto creano una sorta di continuità spaziale con l’ambiente metropolitano esterno (compresi quindi graffiti e serrande chiuse). In questo caso un generoso impiego di tendaggi divisori potrebbe risolvere brillantemente il problema, una volta risistemati gli antiestetici frigoriferi distribuiti qua e là. Da segnalare infine, la sagoma cerata del Sommo Poeta, nei pressi dell’ingresso.
 

Il Dante - Linguine

Il Dante – Linguine Cozze Arselle

 

Al contrario di quello che si potrebbe presumere, il “Dante” non offre una cucina tipica del ‘300, ma (a parte il profilo pizzeria/bisteccheria) l’impronta si delinea presto di stampo casalingo-casteddaia, principalmente espressa ai fornelli dalla suocera della titolare. Questa (la titolare), di recente rimpatrio dalla terra dei teutoni, è colei che serve in sala, che ci accoglie, che ci fa accomodare e ci erudisce sul fatto che il menù è mutevole giornalmente. Quasi ci intimorisce, infine, mettendoci in guardia sulla malsana abbondanza delle porzioni; ammonimento che si rivelerà fondato relativamente al solo primo piatto comune. Ordiniamo quindi antipasti e primi, riservandoci eventualmente l’onere di un successivo assaggio di secondi. Dalla carta dei vini, sufficientemente fornita, l’Ing.Marrocu sceglieva una (alla fine saranno due) ottima bottiglia di Vermentino di Gallura Superiore DOCG “Canayli”, della cantina Gallura”.
 

Il Dante - Gamberi

Il Dante – Gamberi arrosto

Il Dante - Calamari

Il Dante – Calamari

 

La serata extra-mandibolare dei Burricchi è stata scandita da tre condizioni e avvenimenti di rilevanza particolare.
Primo. Sa pagu classi dell’Ing.Marrocu che, a un certo punto, ha sfoderato il suo fiammante tablet sud-coreano per seguirsi in streaming la partita del giorno.
Secondo. Lo stesso Marrocu, ha intrattenuto una lunga e inconcludente conversazione con la cameriera, sulla possibilità di andare a lavorare in Germania come aspirante assistente gelataio, con tanto di contatti vicendevolmente scambiati. Inconcludente perché, come ampiamente preventivato, l’ingegnere si trova ancora qui tra noi.
Infine, dobbiamo segnalare la presenza in sala di una minuta e austera (e probabilmente oriunda, dall’accento) Beatrice che, dapprima osservandoci insistentemente durante il nostro vagare, ci ha poi raggiunto con un: «io non mi sbaglio, voi siete degli intellettuali (ci ha proprio cassati in pieno, ndr.!)». Da qui una sequenza ininterrotta di surreali scambi di battute, a cavallo tra frasi solenni e attribuzione di giudizi «Lui (il Raschione, ndr.) sta sempre zitto, ma ci sta studiando», di racconti inverosimili, lezioni di vita e di rimproveri, che ci hanno impegnato in una interazione continua con l’anziana Signora (in particolare l’Ing.Marrocu), fino a vederla accomodarsi al nostro tavolo e infine sentirci chiedere di accompagnarla a casa!
 

Il Dante - Macedonia di fragole

Macedonia di fragole

Il Dante – Millefoglie

 

Per tornare alla cronaca culinaria, gli antipasti sono partiti con una abbondante zuppa di cozze e arselle con pomodoro fresco e peperoncino, seguita poi da una esigua porzione (tanto da scatenare una controversia sulla divisione della polpa) di gattuccio di mare a scabecciu, patate fritte, focaccia con pecorino fuso e focaccia con olio d’oliva e origano.
Mediamente, possiamo giudicare la qualità dei piatti discreta ma non particolarmente esaltante, in termini di gusto e di presentazione.
 

Il Dante - Jesus & Dante

Il Dante – Jesus & Dante

 


Buone invece le linguine in rosso, con pomodori cozze e arselle, come già accennato distribuite in quantità sesquipedale.
Dopo un intermezzo con pinzimonio di verdure (immancabile la lezione della Signora sulle qualità anti-ossidanti dei pomodori) arrivavano – intanto, precedentemente ordinati – i secondi: gamberi arrosto con condimento di radicchio, pomodoro, prezzemolo e limone, e calamari arrosto.
Infine i dolci: millefoglie con crema al limone e miele per il Raschione, macedonia di fragole e limone per il Marrocu. Sorbetto (forse) per Jesus.
La cena si concludeva quindi con due semplici caffè. Costo complessivo 40 euro cadauno (determinati principalmente da un sensibile sovraccarico sul vino), da giudicarsi un 15% eccessivo rispetto al giusto dovuto, in funzione della ambientazione e della  qualità generale di cucina e servizio.

 



Punto di forza de “Il Dante” è senza dubbio l’atmosfera rilassata e familiare, che consente di passare delle serate all’insegna della piacevolezza informale. La cucina ha avuto qualche spunto positivo, ma a nostro avviso non supera comunque la soglia per conquistare l’ambito adesivo. Due burricchi.
 


VALUTAZIONE “Il Dante”: Due Burricchi.
Ristorante Il Dante Indirizzo: Via S.Alenixedda 111, Cagliari
Telefono: 07043261    [mostra in google maps]
 

 

A l’alta burriccata qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio a quelle,
sì come la volta che mi scavò la fossa,

il piatto crudo di cozze e arselle.

che l’Iddio ci perdoni.


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giu 13 2014

Ristorante Sa Furria – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Sa Furria - Esterno

Sa Furria – Esterno

 

Mia nonna, senza rifletterci, un tempo mi ripeteva:
«Su baddarincu. Poni mesu tottu nudda e furria».
Metti, mezzo, nulla, tutto… e ritorna.
La girandola della vita. Prendi, lascia, togli, afferra, vinci, perdi, mangia, digerisci e mangia ancora. Jesus, il Raschione Marrocu. Ieri, oggi, domani e sempre.
Ci vediamo, ci ritroviamo intorno a una tavola. Non è stabile, non è in piano, ma cosa in realtà lo è davvero; neanche la terra sotto i nostri piedi… Tanto vale aspettare che ci scivoli sopra qualcosa, rotolando dalla cima della collina fin qui. Dopo di ché, se la cena sarà soddisfacente, rotoleremo pure noi; sulla pancia, sulla schiena, avanti, indietro e furria.
 

Sa Furria – Olive bruschette

 

Non c’è burriccu più ignorante e ottuso, di quello che non sa tornare sui propri passi, rivedere le sue opinioni, recedere da posizioni di comodo e rinunciare ad orgogliose testardaggini per rendere omaggio alla verità, piuttosto che al proprio personale interesse. Pochi sono i virtuosi che possano vantarsi per tali qualità e beh, certamente non li troverete tra i molentis di questo blog.
Né qui troverete oggi romanzata una vicenda per la quale possa manifestarsi l’occasione di dimostrare virtuosismi di onestà intellettuale. Quasi logisticamente ci staremmo, oggi. La via Sassari, sentiero primario della ristorazione cagliaritana abbiamo bazzicato in lungo e in largo prima di oggi, negli anni passati. Ristoranti che un tempo v’eran ivi, più o meno bene da noi valutati, oggi non quisquiliano più.
 

Sa Furria - Antipasti

Sa Furria – Antipasti

 

E’ il caso questo del ristorante che fu al civico 86, il “Bataclan“, uno dei primi che ha ospitato le ciccionate del Triumvirato, quando il Burriccu Pg non era stato ancora divorato dal demone della susunkaggine, quando l’Ing.Marrocu era un imberbe freelancer della ristorazione, non ancora integrato ed elevato al rango di Burriccu ufficiale.
Qui siamo ritornati ma l’insegna non è più la stessa. Ora c’è “Sa Furria”, ma il Bataclan in un certo senso è ancora lì, negli interni e negli arredi, che notiamo identici alla precedente gestione (e che quindi non ri-descriveremo), nel nome vergato sul menù, nell’atmosfera che sa di via Sassari. Qualcosa di diverso c’è, a partire dal gazebo esterno che ci accoglie, piacevolmente in una calda domenica primaverile, nonostante il via vai di persone alle nostre spalle e le macchine che circolano a un metro di distanza. C’è di nuovo anche il personale. Ricordavamo una sobria signora a quel tempo. Oggi invero ci accoglie un volenteroso cameriere oriundo tuttofare che, nonostante le apparenze, svolgerà più che dignitosamente il proprio compito, dimostrandosi gentile, puntuale e sufficientemente attento. Aiutato, c’è da dire, dal fatto che nel locale, per buona parte del tempo, eravamo presenti solo noi.
 

Sa Furria - Zuppa di cozze

Zuppa di cozze

Sa Furria - Polpo alla diavola

Polpo alla diavola

 

Dignitosamente il suo compito non lo svolgerà, ahimè, la 150cv, inizialmente deputata al traghettamento di Jesus e del Raschione, poi messa in garage per l’improvviso danneggiamento del radiatore :-( .
L’ingegner Marrocu, irriducibile promotore della industria teutonica, con serafica supponenza dichiarava: «non voglio neanche affrontare l’argomento!».
Responsabilità maggiore va attribuita però a quel c… di marciapiede e relativo scivolo con pendenza del 50%, sulla via del garage di Jesus.
Ad ogni modo, sostituita la vettura con la nuova quasi-100cv del Raschione, nessun sensibile ritardo è stato accumulato, anche grazie ad un imponderabile colpo di fortuna del medesimo Burriccu, che riuscirà a farsi varco tra le sature strisce blu di Piazza Yenne. Alle ore 21.02, come concordato, i burricchi erano comodamente seduti nello spazio esterno del ristorante, e consultavano il menù.
 

Sa Furria - Tagliolini agli scampi

Sa Furria – Tagliolini agli scampi

 

E’ facile la composizione della nostra cena. Il menù è ben dettagliato, ma non tutte le voci saranno disponibili, almeno non con ingredienti freschi. Ordiniamo gli assaggi di mare, che nella serata comprendevano quattro portate fredde e due calde. Ancora prima, nella breve attesa che ha preceduto l’arrivo delle prime pietanze, siamo stati intrattenuti da buone bruschette all’olio e da delle classiche olive in salamoia. Non si tratterà di piatti particolarmente elaborati, ma una serie di specialità della cucina cagliaritana (nota: il sito web riporta la possibilità di gustare pietanze finanche calabresi, indiane o bengalesi, che comunque non abbiamo notato), complessivamente, di discreta fattura. Il vino che le ha accompagnate è stato un ottimo Vermentino di Gallura Superiore DOCG “Canayli”, della cantina Gallura. Nell’ordine arrivavano al nostro tavolo: carpaccio di tonno fresco con rucola, olio e pepe; insalata di mare, con gamberi, polpo, seppie, olive nere sottolio e pomodoro ciliegino; carpaccio di sardine con olio, prezzemolo e peperoni, su letto di radicchio; sardine fritte impanate con radicchio e limone. Questo relativamente ai piatti freddi. Quelli caldi erano polpo alla diavola (nel menù indicati come moscardini al pomodoro piccante) e zuppetta di cozze, entrambe con un sugo assolutamente di tutto rispetto, probabilmente l’elemento più positivo di tutta la cena, tanto da innescare una forte competizione tra Jesus e l’Ing.Marrocu a colpi di bruschetta, per l’ultimi assaggio di scarpetta!
 

Sa Furria - Risotto ai frutti di mare

Sa Furria – Risotto ai frutti di mare

 

Buoni i primi. Scenografici tagliolini agli scampi, con prezzemolo e pomodorini per Jesus e l’Ing. Marrocu – con forse il crostaceo un po’ troppo cotto -, risotto ai frutti di mare (gamberi) per il Raschione.
Qui finiva la cena di Jesus, che rinunciava al secondo («magari assaggio quelli degli altri»), ricevendo subitamente il generoso apprezzamento da parte dei propri commensali: «col cazz…!».
Il Raschione optava per un piatto di tonno cotto alla piastra con granella di mandorle (inizialmente il cameriere dichiarava non fossero disponibili, ma è stato presto smentito dallo chef), visivamente una sorta di tataki molto cotto. L’Ing. Marrocu si deliziava invece con un filetto di orata cotta al forno, alla vernaccia, condita con prezzemolo e olive verdi. Devo dire che, nonostante l’apprezzamento dell’Ingegnere, all’assaggio Jesus l’ha trovata altresì apprezzabile ma non esaltante.
 

Sa Furria - Tonno

Sa Furria – Tonno

Sa Furria - Orata

Sa Furria – Orata

 

Infine i dolci. La scelta per Jesus e Marrocu è ricaduta sulla frutta. Ananas per l’Ingegnere, melone per Jesus («dov’è il sale?»). Anche qui discorde l’opinione dei due burricchi, con un Jesus possibilista e il collega: «si vede che di melone non ci capisci nulla».
Il Raschione invero non rischiava, lanciandosi su un classico tiramisù della casa.
Niente caffè né amari, la ciccionata si concludeva qui. Costo totale, 38 euro cadauno, da giudicarsi un 15% superiori al giusto dovuto, in funzione di una cucina onorevole, ma senza menzioni particolari.
 

Sa Furria - Tiramisù

Sa Furria – Tiramisù

Sa Furria - Melone

Sa Furria – Melone

Sa Furria - Ananas

Sa Furria – Ananas

 


Sa Furria è un discreto ristorante, che esprime una cucina semplice a tratti piacevole, senza però note di particolare rilievo. Comunque da non disdegnare, anche in virtù dalla atmosfera rilassata ed empatica creata dal personale. Due burricchi.

 


VALUTAZIONE “Sa Furria”: Due Burricchi.
Ristorante Sa Furria Indirizzo: Via Sassari 86, Cagliari
Telefono: 3881274120    [mostra in google maps]
 

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mag 28 2014

Trattoria La Pirata – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

La Pirata - Interno

La Pirata – Interno

 

La Pirata. Filibustiera arcigna e gentile, sguardo di fuoco, portamento regale. Corsara dei mari del Sud, pelle di seta e di sale, la tua sciabola hai sguainato per mille arrembaggi, la forza del nemico hai affrontato e offeso, il tuo sguardo fiero e tenace ha sedotto i soldati del Regno, infatuato signori e plebei, illuso la carne di Capitani e nostromi. Sotto coperta il silenzio è quello del Mare: i cigolii del legno, le funi tese,  il vento alle vele, le onde sullo scafo e i gabbiani affamati.
Attendi serena la nuova battaglia, sicura che il tuo sudore bagnerà il ponte nemico, che il tuo sangue colorerà la notte, e che infine indietro tornerai, sulla terraferma, dall’uomo che ti manca, il famoso brigante del mare, l’Ingegnere Nero!
 

La Pirata - Antipasti II

La Pirata – Antipasti II

La Pirata - Antipasti II

La Pirata – Antipasti I

 

Maledetta macchina delle ciccionate, che ti prendesti gioco di noi. Un tempo pervicace, quel dì fosti accidiosa e faceta, per spingerci verso l’oblio. Non ti bastò in un Venerdì qualunque, nella Cagliari primaverile, farci salpare sparigliati e ostili al decoro; ci obbligasti finanche ad abbandonare il vascello, su una fragile ed incerta scialuppa, per vagare nel mare delle nostre passioni, alla ricerca di un veliero o di un porto da conquistare.
 

La Pirata - Zuppa di cozze

La Pirata – Zuppa di cozze

 

Il mare che navigammo quel dì fu il quartiere “La Marina”, percorso da Nord verso Sud, alla ricerca di un approdo sicuro, persi nella disperazione di un ammutinamento dell’ultimo minuto. Non so come, non so per quale magia del destino, dopo aver galleggiato e schivato marosi di turisti parsimoniosi e irrequieti, giungemmo infine su questa banchina, nella locanda che porta il tuo nome.
La Trattoria “La Pirata” ci accolse, senza batter ciglio, senza rendez-vous, senza prenotazione.
Il tavolo velocemente fu imbandito, l’Ingegnere nero si sedette al mio fianco, il filibustiere Ettore alla mia destra. La ciccionata, finalmente, stava per iniziare…
 

La Pirata - Linguine all'aragosta

La Pirata – Linguine all’aragosta

 

“La Pirata” è felicemente collocato all’angolo tra la Via Cavour e il Viale Regina Margherita. Superato un breve vestibolo di ingresso, lato Viale, si incontra subito un piccolo bancone da Bar, che circoscrive l’angolo Est della sala principale. Quest’ultima, è caratterizzata da una struttura essenziale, dalle linee squadrate e pulite – così come la mobilia minimalista dell’arredo – addolcite da colonnati trasversali con decori in pietra chiara. Di là del colonnato Nord si possono scrutare le cucine. Le pareti, piuttosto spoglie (qualche affresco farebbe sicuramente un suo effetto) sono tinteggiate di bianco, mentre una pioggia di luce arriva direttamente dal soffitto, grazie ai numerosi fari incassati.
Discorso a parte per l’acustica. La condizione ambientale, al riempirsi della sala, è stata via via più chiassosa e caotica, ma questo dipende per lo più dalla condizione di istintuale molesta sguaiataggine, a tavola, da parte dell’avventore cagliaritano medio. Prendete esempio dalla sobria compostezza dell’Ing.Marrocu, perdio!
 

La Pirata - Fregola

La Pirata – Fregola

 

Il Personale è piuttosto numeroso, rapido e incisivo. Il servizio ha correttamente la dimensione e il piglio di una Trattoria, intendendo lasciar fuori dall’uscio i formalismi e rituali più radical-chic, tanto da non nascondere l’esercizio goliardico da parte dei camerieri nei confronti di taluni amici avventori.
Ordiniamo velocemente antipasti e primi, mentre dalla non fornitissima cantina Marrocu estrapola un buon IGT “Colli del Limbara”, Vermentino superiore “Ruinas”, di Depperu.
Tra un racconto di avventure sulla steppa Russa da parte del Raschione e le critiche dell’Ingegner Marrocu sui sistemi automatici per la distribuzione del contante (poi pagherà lui con la carta, assicurandosi così un bonus di 2 euro), nostrani, velocemente i nostri antipasti erano già serviti in tavola.
 

La Pirata - Gamberoni arrosto

La Pirata – Gamberoni arrosto

 

Il richiesto “assaggio di antipasti”, oltre che l’integrazione di un discreto guazzetto di cozze, erano la successione di nove portate di mare nel complesso abbastanza anonime, senza particolare enfasi nella presentazione o spunti di creatività da parte dello chef. Un’idea di “cucina tipica sarda” che a parer nostro dovrebbe essere rivista: insalata di mare con cozze, polpi e gamberi; piccolo pescato del giorno; polpo bollito con olio e prezzemolo; insalata di gamberi, rucola e pomodorini; tonno con pomodori e cipolle, polpetti alla diavola, orziadas fritte (anemoni di mare); burrida di gattuccio di mare. Per nostra fortuna il livello dei piatti saliva di un gradino con i primi: fregola “gialla” con arselle per il Raschione, linguine all’aragosta («che facciamo pagare come l’astice») per Jesus e l’Ingegner Marrocu.
Nonostante il mal di stomaco denunciato da Jesus e le numerose portate già ingurgitate, l’Ingegner Marrocu pretendeva un assaggio (sei unità) di Gamberoni arrosto, presentati con condimento di prezzemolo, radicchio e limone.
 

La Pirata - Raviolini ricotta

Raviolini ricotta

La Pirata - Torta pere cioccolato

Torta pere cioccolato

 

Contraddittorio l’approccio ai dessert. Marrocu apprezzava i suoi raviolini di ricotta e miele, mentre la torta con pere e cioccolato di Jesus e Raschione aveva il sapore delle merendine preconfezionate, in offerta maxi formato.
La cena si concludeva quindi con dei caffè, un rum Matusalem 23 anni per il Raschione, e una grappa “18 lune” per il Marrocu, andato a prenderne visione direttamente al bancone del Bar.
Costo complessivo dell’esperienza 49 euro cadauno, da giudicarsi un buon 20% superiore al giusto, in funzione di un servizio spartano e una cucina mai sopra le righe.

 

“La Pirata” è un locale che propone la cucina popolare cagliaritana, senza particolari spunti di eccellenza o menzioni da segnalare. Il tutto condito da servizio e ambientazione a cavallo tra un ristorante e una informale trattoria. Adatta a serate non troppo impegnative con gli amici. Due burricchi.

 


VALUTAZIONE “La Pirata”: Due Burricchi.
Trattoria La Pirata Indirizzo: Viale R.Margherita 22, Cagliari
Telefono: 070658474    [mostra in google maps]
 

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mag 16 2014

Ristorante Tricoli – Cagliari

 Scritto da Jesus | 2 commenti | Commenta

Tricoli - Interno

Tricoli – Interno

 

Un’altra punta, un altro monte. Giù verso le colline c’è Gairo a Sud-Ovest, Lanusei a Est. Le vie sono impervie e selvagge, la natura rigogliosa e ostile. Qui sulle vette, nelle giornate limpide, riusciamo a scorgere il Tirreno; Apeliote arriva portando con sé il suo profumo e ipnotizza il nostro passo. Ancora due giorni di errare e saremo a destinazione. Durante il cammino la mia mano aperta accarezza il corbezzolo, il mirto, il lentisco. Gli aromi intensi della terra tradiscono il rigore rigido della roccia, la brezza al crepuscolo mescola il grugnito dei cinghiali al richiamo lontano dei gabbiani. Gea è la nostra casa, e qui vagheremo e torneremo per mille anni ancora.
 

Tricoli - Antipasti

Tricoli – Antipasti

 

Si appropinquano Jesus e il Raschione Ettore, verso il geometrico punto di raccordo tra la via Baylle e Via Savoia, nel quartiere “Marina”, in Cagliari.
L’intersezione ad angolo acuto, tra le due Vie, crea un piccolo slargo triangolare, che ospita la statua in tufo di S.Agostino, e si apre alle sue spalle con la facciata frontale del ristorante “Tricoli”.
Prospetticamente celato dietro il Santo, compare infine la longilinea figura dell’Ing.Marrocu, che già da qualche minuto attendeva i colleghi burricchi nei pressi dell’ingresso del ristorante. Ancora un minuto di ritardo e il puntiglioso Ingegnere avrebbe provveduto a inviare i suoi insulti, per mezzo del suo popolare Samsung Galaxy.
 

Tricoli - Crostini

Tricoli – Crostini

Tricoli - Zuppetta di Cozze

Zuppetta di Cozze

 

Il locale, di recente ristrutturazione, al suo interno è splendido. Articolato su due ambienti contigui, è quasi interamente rivestito da mattoni in pietra e caratterizzato da archi e ruvide volte a crociera. Completano l’arredamento lampadari a goccia simil-cristallo, eleganti ornamenti alle pareti, un bancone a cavallo tra le sale e mobilia minimalista, con tanto di tovaglie plastificate; di quelle che potete trovare nelle vostre cucine, per intenderci. A prescindere dalla validità dell’idea di fondo, per questo ultimo aspetto personalmente avrei evitato di utilizzare temi e fantasie non in linea con l’ambientazione, ma comunque l’effetto finale non è spiacevole.
 

Tricoli - Tagliatelle all'astice

Tricoli – Tagliatelle all’astice

 

Diciamo subito, quello che ci ha lasciato perplessi durante la serata trascorsa al Tricoli (al netto di un breve black-out occorso a metà ciccionata) è che, a dispetto di un numero considerevole di camerieri – buona parte dei quali in tutta evidenza ben preparati e desiderosi di compiere al meglio il proprio lavoro -, il servizio ha drammaticamente difettato in ordine ad un serio e sistematico coordinamento centrale, tanto da cagionare una serie di asincronie e imperfezioni durante tutto l’incedere della cena; errori non facilmente giustificabili per un locale che aspira ad essere di livello. Come presto vedremo, tali imperfezioni fanno da contraltare a una cucina che, a parer nostro, si dimostrerà di ottimo livello.
 

Tricoli - Risotto

Tricoli – Risotto gamberi porcini

 

Al nostro arrivo una graziosa cameriera oriunda, richiamata da un ragazzo al bar, ci conduce al nostro tavolo che, dopo esserci accomodati, si paleserà essere quello sbagliato. Concluso finalmente l’accomodo, prendiamo confidenza con il menù, stampato in modo provvisorio e approssimativo, data la recente apertura. Ordiniamo velocemente gli antipasti, ma dobbiamo giocoforza rimandare la cernita del vino. La carta, arriverà infatti con colpevole ritardo, al pari del vino stesso dopo le prime portate, nonostante il prodigarsi dei camerieri. Ad ogni buon conto il nettare, naturalmente scelto dall’Ing.Marrocu, era un ottimo Vermentino di Gallura superiore DOCG “Monteoro”, di Sella&Mosca.
 

Tricoli - Grigliata mista

Tricoli – Grigliata mista

 

Gli antipasti, un misto di terra e di mare, esordivano con un tagliere di salumi tipici ogliastrini: prosciutto crudo, salsiccia sarda, coppa di maiale e testa in cassetta. A parte quest’ultima pietanza, personalmente non particolarmente amata da Jesus, dobbiamo valutare molto positivamente la qualità dei salumi, così come l’eccellente polpo con patate e bottarga e l’insalata di mare che è seguita. Quest’ultima era evidentemente composta con ingredienti freschi (prevalentemente cozze e seppie), non congelati, difficilmente individuabili nella media delle insalate di mare che di sovente possiamo apprezzare nel cagliaritano. Stesso discorso per il guazzetto di cozze in bianco: buonissime, tanto che le avrei lasciate cuocere un minuto di meno per esaltarne il già delizioso sapore di mare. Degni di nota anche i crostini con crema di pomodoro e peperoni, presentati già prima degli antipasti per spezzare la fame in attesa dell’esordio.
 

Tricoli - Torta di mele

Tricoli – Crostata di mele

 

Tutto genuino e gustoso, quindi, anche se non particolarmente originale e accattivante dal punto di vista della presentazione. Anche i primi si confermano decisamente positivi. Il Raschione e l’Ing. Marrocu ordinavano un risotto con gamberi e funghi porcini, mentre Jesus si lasciava conquistare da un piatto di pericolosissime tagliatelle all’astice. Pericolosissime in termini di rischio per la incolumità degli indumenti dei propri commensali. Il cameriere, intuendo la molesta bellicosità di Jesus, con tanto di bavaglino al bavero («mi parisi Alberto Sordi») preventivamente dotava il medesimo di una quantità industriale di salviette umidificate. Che l’Iddio possa rendergliene merito.
 

Tricoli - Macedonia

Tricoli – Macedonia

 

La pietanza più significativa della serata, è stata però la sontuosa grigliata mista di pesce, dall’aspetto vicino alle grandi “parrillade” catalane: aragostelle, scampi, gamberi, seppie e un’orata alla griglia. Oltre che gustosa, certamente fuori misura, se relazionata alla richiesta di piccolo “assaggio” da parte dei già satolli Burricchi.
Spazio però rimaneva ancora per i dolci. Jesus e il Raschione decidevano di deliziarsi con una buona crostata di mele, mentre l’Ing. Marrocu si “accontentava” di una semplice macedonia di frutta con ciliegie, fragole, kiwi e mele.
Anche qui dobbiamo registrare qualche problema nella richiesta di abbinamento del dessert ad un vino passito. Gli ottimi “Angialis” di Argiolas, arriveranno anch’essi in ritardo, tanto che l’Ing. Marrocu aveva già terminato la sua macedonia.
La cena si concludeva quindi con dei caffè e due rum, – Mathusalem per il Raschione e Ron Zacapa 23 per Marrocu -, neanche a farlo apposta arrivati in ritardo. Costo della serata 39 euro cadauno, da giudicarsi congrui.

 

Il Ristorante Tricoli si presenta con una ambientazione accattivante e piacevole, ideale per serate romantiche o all’insegna della convivialità. Ottima la cucina, anche se non particolarmente originale. Nonostante la buona volontà, il servizio si è dimostrato totalmente privo di un coordinamento. Complessivamente e mediamente, tre burricchi meno meno.

 


VALUTAZIONE “Tricoli”: Tre Burricchi.
Ristorante Tricoli Indirizzo: Via Baylle 83, Cagliari
Telefono: 0707332675    [mostra in google maps]
 

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