Ristorante S’Abbuffara – Cagliari
Una lunga e stretta via, con un marcato e molesto declivio, che un poco intimidisce e lascia intendersi come malagevole accomodamento, è una tavola quasi infinita, da bandire e imbandire con mille squisitezze e leccornie: arrosti appetitosi innaffiati da vino rosso, colorati e succulenti frutti di mare accompagnati da deliziose salse agli agrumi, corposa selvaggina in umido condita con spezie e sapori di montagna, energici ed aromatici salumi delle valli, delicate zuppe dal gusto raffinato, piacevoli e generosi condimenti di ogni sorta, guarnitissimi ed opulenti dolciumi, composti e decorati con la maestria di un artista, in un orgiastico tripudio di porcellane e cristalli, ricolmi di inebrianti e seducenti nettari degli Dei.
Di questi lascivi e peccaminosi pensieri sono ricolme – in quel di Cagliari la sera di Venerdì – le menti monotonali e monotone di Jesus e del Raschione Ettore che, in obbligata formazione PACS e a digiuno da parecchie ore, risalgono la Via Barcellona, percorrendo da parte a parte il quartiere “La Marina”, nel tiepido capoluogo sardo. L’idea della loro nuova destinazione, il ristorante “S’Abbuffara”, s’insinua nei loro distorti meccanismi mentali, trasformando ogni dettaglio dell’arredo urbano, in corrispondenti allucinazioni alimentari: una finestra si trasforma in una torta salata, una lampadina è una pasta di zucchero, una crepa sul muro diviene una fetta di Sacher.
Quando alle 20.45, in netto anticipo rispetto alla prenotazione, il menù esposto fuori dal locale si presentava a Jesus come l’Arcangelo Emanuele (il Màestro!), che gli annunciava la presenza di un maialetto da latte nel suo seno, i Donkeys intuivano che non sarebbe stato il caso di indugiare oltre, e decidevano di varcare la soglia del ristorante.
Ad accogliere i due affamati Burricchi, è il giovane e sorridente maître/titolare del locale, che con informale gentilezza cagliaritana, li indirizza verso un ampio tavolo (che avrebbe dovuto ospitare anche il diffidato Ing.Marrocu) in un angolo della sala principale. La medesima sala, risulta defilata lateralmente rispetto al vestibolo e all’atrio di ingresso, congiungendosi con quest’ultimo, per mezzo di una spartana apertura rettangolare, che divora la parete bianca per circa un terzo. Il pavimento, appare di una tonalità bruno scura, ben intonandosi con i copri-tovaglie dei tavoli, con il maestoso soffitto in legno grezzo, e con le caratteristiche sedie verde acido, che lo stesso titolare ci dirà provenire dal “Corte noa” di Pula. Anche gli infissi, la mobilia e (intelligentemente) il frigo delle bevande all’ingresso sono in legno, ma suggeriamo di uniformarne le varie sfumature di colore, per evitare un certo disordine cromatico, da noi ben notato.
“S’Abbuffara” è aperto da pochi giorni per cui, in attesa che vengano consegnati i menù cartacei definitivi, il maître si propone di suggerirci lui stesso pietanze e vino, supportato da un canovaccio di fogli A4, che si sviluppava con due diverse tipologie di percorso: di terra e di mare. Come da nostra abitudine ci indirizziamo verso il mare, e scegliamo un “Iselis bianco” di Argiolas, come vino di supporto, tra le etichette della cantina, sufficientemente fornita.
Anche per il numero non eccessivo di clienti, il servizio (il maître era coadiuvato da una premurosa cameriera) e la cucina, si sono dimostrati da subito rapidissimi, tanto da consentirci di rincasare ben prima della 23, giusto in tempo per seguire il reality dei “Club Dogo” su MTV, e così esorcizzare l’irritante offerta musicale del locale: «Le canzoni di Tiziano Ferro, mi fanno venire in mente il recente lifting di George Clooney!»
Gli antipasti di mare si articolavano in cinque differenti portate, presentate in rapida successione e quasi congiuntamente al tavolo, nonostante accortezza imporrebbe di servire verso la fine i piatti caldi, onde evitare possibili raffreddamenti:
buoni (anche se piuttosto freddi) gamberi bolliti, conditi con olio e limone; gustosi moscardini al sugo e ceci; insalata di polpo con aglio e prezzemolo (che «sarebbe stato apprezzato dallo chef Taras» per la ostentata durezza); ottimi carciofi freschi con spolverata di bottarga, forse la cosa più buona assaggiata in serata. Piatti fin qui particolarmente semplici, che non brillavano certo per fantasia ed estetica della composizione, ma che abbiamo avuto modo di apprezzare per la buona qualità degli ingredienti di mare, evidenziata dal gradevole profumo delle pietanze. Molto meno positivo, invero, l’ultimo antipasto della serie, la zuppa di cozze su pane carasau che, oltre a essere composta da mitili che in buona parte risultavano semi-chiusi e insapori, era caratterizzata da un sugo non all’altezza, forse eccessivamente cotto o degenerato da un inopportuno dosaggio degli ingredienti (come ad esempio il prezzemolo).
Medesimo discorso deve essere fatto per il primo piatto, comune ai due navigati molentis – fregola ai frutti di mare – che, oltre a basarsi su una pasta palesemente industriale, data l’uniformità dei grani, presentava, ahimè, un evidente difetto nel sugo di preparazione, impostato su un eccesso di acidità di base. Il gusto dei pur buoni frutti di mare (cozze, arselle, moscardini, seppiette) ne risultava quindi inevitabilmente compromesso.
Al contempo, la voce suadente e romantica di Tiziano Ferro avvolgeva la sala, tanto da infondere coraggio ai venditori di rose, che si presentavano al tavolo dei due Burricchi confidando nel riproporsi del mito androgino di Aristofane, e provocando così l’ilarità degli altri avventori: «prende rosa?» … «non mi pare il caso!»
Nel mentre che l’ultimo venditore pakistano, riusciva per sfinimento ad inc… tre euro al Raschione, come contropartita per una dozzinale pila-portachiavi, in luogo dei meravigliosi laser zoomorfi con tanto di effetti sonori (gli mancava solo il burriccu!), potevamo assaporare i secondi piatti, precedentemente ordinati e arrivati anch’essi con estrema celerità: seppie al vino bianco con contorno di pomodoro e radicchio per Jesus; calamari ai funghi porcini e uguale ornamento d’insalata per il Raschione Ettore.
Queste ultime pietanze, rispetto alla fregola precedentemente analizzata, ben si potevano distinguere per qualità, originalità e presentazione (particolarmente efficaci i solidi piatti di vetro), anche se “tottu vizius” Jesus, ha evitato accuratamente di consumare le zampette delle seppie, un pochino troppo abbrustolite.
Il pasto poteva quindi concludersi con i dessert: particolare tiramisù ai frutti di bosco per il Raschione, semplice sorbetto al limone (servito crediamo per scelta senza la usuale cannuccia), per Jesus.
Dopo una breve disquisizione tra il maître ed il Raschione, sulla nomenclatura delle grappe, il Burriccu decide per una grappa barricata “Anghelu Ruju” di Sella e Mosca come ammazzacaffé, mentre il sempre originale Jesus richiede un caffè e una “Vecchia Romagna etichetta nera”, in onore delle atmosfere anni ’80: «a quel punto potevi prendere uno Stock 84, burriccu!».
Costo complessivo della serata, 35€ cadauno, da ritenersi adeguato ed economico, considerati il pasto completo e la bottiglia di Iselis tracannata. Per chi fosse interessato, abbiamo notato esposto, invero, un menù degustazione mare da 25€ e terra da 20.
Di recente apertura, collocato nel cuore della “Marina”, il ristorante “S’Abbuffara” si propone come locale informale e accogliente, per serate non particolarmente impegnative. Buona la qualità del servizio mentre la cucina, semplice e senza particolari elaborazioni, ha accusato qualche difetto (non sappiamo quanto accidentale) nella preparazione dei sughi. Difetti di esperienza, che probabilmente verranno sanati con il tempo. Nel frattempo, la nostra personale valutazione è di due Burricchi.
VALUTAZIONE “S’Abbuffara”: Due Burricchi. | |||
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Ristorante S’Abbuffara |
Indirizzo: Via Barcellona 11, Cagliari Telefono: 3939990612 [mostra in google maps] |
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12 gen 2013 alle 20:11
La ricercata fantasia, la velata distorsione della realtà, quel mondo parallelo in cui un distillato si trasforma in passito, quel gioco contorto in cui, dopo un elaborato percorso filologico, l’abbuffata diventa s’abbuffara.
Formazione minima, ridotta alla sola parte produttiva della Standard & Poor’s della ristorazione cagliaritana alle prese con la nuova estrazione settimanale della lotteria dei nuovi locali che questa settimana premia il nuovo ristorante S’Abbuffara.
Offerta molto assortita, per percorsi di terra e mare, con particolare attenzione alla clientela più sensibile alla spesa, accontentata con interessanti menu a prezzo a fisso, senza scontentare is fizzisi degli avventori più esigenti, come i due burricchi.
Ambientazione gradevole, anche se da completare con qualche particolare che imprima uno stile più marcato, e decisamente compromessa dalla diffusione della musica di Tiziano Ferro, da reputarsi alternativa a basso costo al recente lifting di noti attori di Holldwood.
Cameriere: Il CD l’ha messo mia sorella stamattina!
Ettore: Le consiglio di prendere il CD e inserirlo nel microonde!
La cucina, basata su ricette molto semplici, offre una buona scelta di ingredienti, non pienamente valorizzati da una adeguata preparazione, che ha scontentato non poco chi Vi scrive in occasione dei primi piatti e della zuppetta di cozze, rimanendo comunque nella piena sufficenza per quanto riguarda il resto.
Degni di nota i calamari ai funghi porcini e molto particolare il tiramisù ai frutti di bosco.
Per dovere di cronaca segnalo un curioso siparietto in occasione della scelta degli amari tra il cameriere e il buon Ettore, che alla fine ha convinto il suo interlocutore che l’IGT “Angialis” di Argiolas non era la grappa barricata tanto agognata.
Mi allineo dunque al giudizio del buon Jesus, e confido in un imminente miglioramento della qualità dell’offerta viste le buone potenzialità dimostrate.
03 feb 2013 alle 01:42
Pessimo. Qualitá del cibo scadente, lenti nel servizio, assolutamente sconsigliato.
13 mag 2013 alle 22:50
Ho visitato il ristorante la settimana scorsa.
Valutazione complessiva 4.
Antipasti:
Carciofi con bottarga (ai carciofi era stata tagliata solo la parte superiore delle foglie;
Patate con tracce di polpo;
Moscardini con ceci (i moscardini avevano la grandezza dei ceci);
Sardine impanate e fritte (probabilmente era un avanzo del pranzo);
Come secondo Bistecca di cavallo durissima ed insapore;
Frittura di calamari fredda (il cameriere dopo che ha constatato di persona il mio disappunto ha avuto il coraggio di dire che era dovuto allo sbalzo termico dalla cucina alla sala)
Prezzo 25 euro cad …un furto vista la pessima qualità
Giudizio complessivo Da evitare
30 giu 2013 alle 12:09
servizio Pessimo, antipasti riscaldati, cibo scadente, non sanno fare neanche il caffè. Bocciato senza ripensamento
18 ago 2013 alle 11:53
Attenzione pessimo ristorante sia per il cibo che per il servizio !! Siamo statia cena ieri sera e abbiamo deciso di fermarci li perché aveva un tavolo libero per 4 fuori e perché abbiamo letto un bel cartello all’ingresso con la possibilità di scegliere tra un menù di terra ( antipasto primo secondo contorno un quartino di vino dolce e amaro a 20 euro e uno di mare ( come quello di terra ) a 22 euro. Una volta seduti il cameriere ci dice che non si può scegliere tra tante e ci toglie il menù che ci aveva messo davanti l’altro cameriere e alla fine ci accordiamo per 3 menù di mare e uno di terra . Naturalmente faceva tutto schifo tranne i 2 antipasti la pasta era scotta la mia carne di maiale cruda e le seppi online arrostite con ancora l’osso attaccato una cosa mai vista !!!! Niente contorni e alla fine il cameriere ci propone un sorbetto che non era altro che una spuma quasi calda che dava un po’ di limone chimico e un amaro anche questo tiepido !! Chiedo il conto per porre fine a questo strazio e mi arriva il conto di 117 euro !! Dov’è il trucco ?? Il trucco e’ che nel menù che vi fanno intraverdere a tavola e’ molto simile a quello dei cartelli ma manca il sorbetto e l’amaro che vengono 16 euro 4 sorbetti tiepidi e 9 euro 3 limoncelli tiepidi oltre a 8 euro di coperto !! Ho protestato per i contorni che non sono arrivati ed il titolare ha tolto 7 euro dal conto ! Naturalmente ho fatto notare che il menù fuori era ingannevole ed il titolare li ha detto che quel menù non lo fanno più , Ma il cartello resta però !!!!! Voi penserete che sono arrabbiato per il conto be’ sicuramente siamo stati raggirati ma la cosa peggiore e’ stata la qualità del cibo !! Un consiglio : non andateci !!
17 set 2013 alle 17:48
Sti poveri *****. Questo é stato portato in un vassoietto ridicolo e secondo loro sarebbe la Frittura mista per due e ripeto due porzioni … Ho contato 15 sgombri piccoli tra l’altro fritti sicuramente un’ora prima, circa 6 anellini di calamari, una sogliolla e un gamberetto lungo 2 cm, una bottiglia i acqua gasata, una clamorosa presa in giro. Il servizio è molesto e non capisce che le battute non fanno ridere esoprattutto sono inopportune. Il pane era di qualche giorno fa e quando cerchiamo di salvarci chiedendo immediatamente il conto e quando vede la mia espressione nel pagare 30 euro ler questa schifezza il povere imbelle cerca di recuperare offrendoci un caffe ovviamente rifiutato( vista la scarsa qualitá del cibo nn voglio sapere quanto fa schifo il loro caffe ) penosi ridicoli e assolutamente **********…. Poveri turisti e poveri noi. Da evitare assolutamente!!!!
17 set 2013 alle 21:59
benché rispettiamo la tua soggettiva opinione, siamo costretti a censurare espressioni potenzialmente diffamatorie. Spero tu capisca, ciao.
09 dic 2013 alle 17:25
Davvero pessimo ristorante non ricordo di aver mangiato cosi male da nessuna parte il cibo e veramente pessimo antipasti cucinati da chissà quanto tempo per non parlare delle tagliatelle al ragù di cernia credetemi immangiabili.Sono stato li per festeggiare il mio compleanno e mi ha rovinato la giornata. bocciato alla grande!