Ristorante Bliss Caffè – Cagliari
Dopo aver partecipato a varie ciccionate, il burricco aggiunto Dessì, sottrattosi a tutte le altre, non poteva più esimersi dal recensire quest’ultima. Ore 20.55 i burricchi Sollai e Dessì giunti sul luogo dell’appuntamento notavano la presenza dell’Ing. Marrocu, puntualissimo oltre ogni previsione, che, telefono alla mano, era pronto a twittare il ritardo del duo Raschione e Jesus, i quali “come al solito” alle ore 21:00 si materializzavano davanti ai loro occhi. Destinazione scelta per la serata conviviale è il Bliss Caffè, situato nella centrale via Paoli.
All’ingresso si trova il bancone del bar, si prosegue con due sale, una interna ed una esterna dotata di barbeque. I burricchi vengono fatti accomodare nella sala interna costituita da un arredamento gradevole e sobrio. La musica ha un volume adeguato ed è presente, inoltre, una grande tv che, con immensa gioia dei commensali, è spenta. Il sottofondo musicale e la presenza della sola troupe asinina rende agevole la conversazione. L’iniziale scambio di opinioni viene subito interrotto dall’arrivo del cameriere, il quale propone un aperitivo da scegliere tra alcolico e analcolico. Si opta per un prosecco, in quanto al solo pronunciare della parola analcolico il buon Jesus risponde con: la parola analcolico è un’offesa!
Il cameriere prosegue nel voler fare conversazione e la sua curiosità su come fosse avvenuta la conoscenza del locale, è subito soddisfatta dalla pronta risposta dell’Ing. Marrocu: Siamo amici dei giocatori del Cagliari e ci hanno indirizzato loro (pitticca sa ca**ada!). Orbene, si inizia con la scelta del vino, ricaduta su un D.O.C.G. Gewurztraminer della cantina altoatesina Rocca Savina annata 2012, il cui rito dell’assaggio è avvenuto solo dopo che il Dessì ha avvicinato il proprio bicchiere al cameriere, poco avvezzo a questa procedura.
La mancanza di un menù cartaceo costringe i commensali a scegliere le pietanze dalla descrizione orale delle stesse fatte dal titolare, il quale propone la divisione della cena in due parti, antipasti e primi ed eventualmente, qualora non paghi, i secondi. In attesa dell’arrivo degli antipasti, tempo traducibile in 10 anni circa, inizia lo sfoggio da parte di alcuni commensali di prestigiose carte di credito di vari colori (pitticcu su famini!!), a cui seguono opinioni discordanti sui servizi svolti dai gestori delle medesime, soprattutto per i possessori di quelle gratuite (fare i fighi ma susunki inside n.d.r.).
La prima portata consta di un plateau di cruditè di mare costituita da cozze, gamberi e ostriche, di medie dimensioni. Il tutto gradevole ma niente di esaltante. Una dozzina di cozze sono state lasciate, in quanto alcuni commensali hanno preferito non sfidare la sorte. Segue una tartare di tonno, la quale presenta alcuni difetti di preparazione in quanto poco amalgamata, ma soprattutto proveniente da una parte del tonno poco adatta a questo tipo di piatto. Gli ulteriori antipasti serviti sono costituiti da un’insalata di gamberi argentini con insalata thai (zucchine, melanzane, peperoni al wok), di discreta fattura anche dovuta alla nazionalità del cuoco, che i burricchi scoprono essere filippino; insalata di polpo (senza arte ne parte); insalata di seppie e fagiolini, particolarmente gradita ad uno dei commensali; tonno in scatola con cipolle capperi e mandorle che, se fosse stato preparato con del tonno fresco, sarebbe stato sicuramente migliore; per finire un’insalata di totani bottarga e pomodoro.
La proposta dei primi per l’allegra comitiva spazia su varie tipologie di pasta: trofie e spaghetti, nulla di più! Per Jesus la scelta ricade su spaghetti ai ricci, prontamente rimandati in cucina dopo appena una forchettata, per un eccesso di sapidità, accertata anche dal Raschione e dal Dessì (nonostante al titolare fosse stata specificata la pibincaggine del burricco). Lo chef, dopo aver effettuato le opportune correzioni, ripresenta il medesimo piatto, il quale tuttavia si rivela con ancor più difetti del primo. Questa volta, infatti, si avverte oltre che un eccesso di sapidità anche un eccesso di piccantezza dovuta al sovrabbondante utilizzo del peperoncino. Meglio lasciar perdere!
Da notare, inoltre, l’imbarazzo del titolare alle domande dell’ipertricotico Jesus sulla conservazione della polpa di ricci. I primi piatti scelti dal Raschione e Marrocu sono trofiette con carciofi, cozze e bottarga, arrivati senza le cozze. Anche in queste si denota un leggerissimo eccesso di sapidità, cosa che è risultata comune anche alle altre due portate e cioè, trofiette con tonno, pomodorini e basilico per il Dessì e il burricco Sollai. Tutto questa sapidità ha fatto sì che venissero tracannate due bottiglie di vino e soprattutto cinque bottiglie d’acqua.
La scelta dei secondi piatti, purtroppo, non è più vasta di quella dei primi, in quanto ne vengono proposti solo due, presi entrambi con particolare dissenso da parte di Jesus e dell’Ing. Marrocu. Viene proposto, infatti, un fritto misto di calamari e gamberi e due spigole del peso di circa settecento grammi ciascuna, da preparare in padella con carciofi e pomodorini, servite già porzionate. La cottura delle spigole risulta ottima, ma si nota anche qui la presenza di un eccesso di pepe nero aggiunto dopo l’impiattamento. Per quanto riguarda invece il fritto misto niente da dire ma purtroppo neanche da ricordare. Tra le varie disquisizioni dei commensali merita menzione l’esposizione di varie teorie sulle scie chimiche tra il cameriere catalano e l’Ing. Marrocu, il quale si è visto ahimè surclassare dall’elevata preparazione dello stesso. Ci si domanda ancora come si è potuti arrivare a parlare di scie chimiche in seguito ad una semplice domanda al cameriere: Di che nazionalità sei?
Si arriva quindi al momento della scelta dei dolci. Fortunatamente la varietà qui è leggermente più ampia e la scelta ricade in un gelato al pistacchio per l’ing. Marrocu, una macedonia di frutta fresca per il Dessì che apprezza il fatto che non sia immersa in succhi vari, soufflè al cuore morbido di cioccolato per i due burricchi Raschione e Sollai, servito purtroppo senza la consueta quenelle di gelato. Per l’immenso Jesus sorbetto al limone della casa che con le lacrime agli occhi lo decreta come la pietanza migliore di tutta la serata. (Annammo bene!!). Data l’ora tarda si decide di rinunciare al caffè e, in attesa del conto, si opta solo per due bicchieri di un buon rum venezuelano, il Santa Teresa. Costo complessivo della serata 51 € cad. burriccu, almeno un 20% sovradimensionato rispetto alla qualità dell’offerta.
Alla luce di quanto sopra descritto, nonostante la simpatia del cameriere catalano, la qualità media dei piatti serviti è stata piuttosto bassa. Il locale prescelto, che lavora prevalentemente come bar, riporta nell’insegna posta all’ingresso la dicitura pasti veloci, tuttavia la cena ha avuto una durata di ben tre ore, nonostante fossero occupati solo due tavoli: due burricchi stiracchiati.
VALUTAZIONE “Bliss Caffè”: Due Burricchi. | |||
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Ristorante Bliss Caffè |
Indirizzo: Via Paoli 13, Cagliari Telefono: 3477941300 [mostra in google maps] |
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01 giu 2013 alle 22:40
Vi dico solo una cosa: beati a voi che mangiate, bevete e non capite un ca**o!! (cit.) Sotto l’egida di una delle più ricorrenti frasi del mentore del Donkey Challenge il cammino dei burricchi attraverso il mondo degli eccessi alimentari sembra puntare nella direzione ideale della completezza e della realizzazione, ma in realtà faceva semplicemente tappa al caffè del benessere.
Cagliari, 31 maggio ore 21:00. Cinque somari di diverse categorie pugilistiche si incontrano, più puntuali che per il lancio dello Space Shuttle, nonostante le infondate perplessità di un Ing. Marrocu stranamente in anticipo per la serata e pronto all’insulto telefonico nei confronti dei compagni di Triumvirato in caso di ritardo: eventualità scemata e impatto sulla bolletta scongiurato per l’ipotricotico burriccu. Teatro dell’ennesima liturgia del weekend il Bliss Caffè, nella centralissima via Paoli. Ospiti della serata, gli abituali burricchi Sollai e Raffaele, sul quale graverà in seguito l’onere della prosa.
Di recente apertura il locale si configura come un caffè bistrot in grado di servire pasti veloci, ma anche cucina con un certo grado di elaborazione. Ambientazione piuttosto elegante con coperti distribuiti quasi equamente tra il cortile esterno e la sala principale, nella quale veniamo fatti accomodare. Nonostante l’esiguità dei clienti i tempi della cucina risulteranno esageratamente lunghi e la cena si protrarrà per oltre tre ore. Servizio professionale, cortese e molto empatico, soprattutto per il cameriere di origine catalana che ci ha assistito per tutta la serata, capace di intavolare gradevoli conversazioni con i vari commensali.
Dopo l’aperitivo di benvenuto, non accompagnato da appropriati stuzzichini, il percorso gastronomico scelto inizia bene con un notevole plateau di cozze, ostriche e gamberi, sebbene l’aspetto dei mitili non abbia convinto la compagnia, ma mostra subito notevoli limiti già da alcuni antipasti: l’insalata di totani e di seppie, di consistenza piuttosto gommosa, e dal sapore piuttosto blando, l’insalata di tonno in scatola piuttopsto che fresco. Il punto più basso della curva di qualità viene toccato con il doppio tentativo per la pasta ai ricci destinata al nostro ipertricotico burriccu: si è passati da una condizione di salinità insostenibile ad un vero e proprio repellente per buongustai: censura!
La qualità è rientrata a livelli di sufficienza grazie ad un filetto di orata piuttosto gradevole e ai dessert di livello superiore, tranne che per il sorbetto al limone, eletto da Jesus a miglior piatto della serata ma, per chi Vi scrive, probabilmente il peggior sorbetto dell’emisfero boreale. Apprezzabile l’offerta della cantina per quanto riguarda la fine della cena.
Nonostante l’ambientazione molto pretenziosa, e il finale in crescendo, la cucina del locale non può considerarsi assolutamente adeguata, per cui mi allineo in toto col giudizio di Raffaele: due somarelli stiracchiati.
Colgo l’occasione per ringraziare il nuovo burriccu recensore e complimentarmi per l’ottima esposizione dei fatti: attra bortasa!
02 giu 2013 alle 15:31
Accogliamo con gioia e simpatico piacere l’esordio di penna del Burriccu aggiunto Dessì, che con il suo stile asciutto ed efficace traccia un quadro gradevolmente completo della serata, sorvolando comunque su alcuni piccoli particolari, su cui vorrei io mettere l’accento.
Innanzitutto la ragione per la quale ci siamo trovati al “Bliss” in quel dell’ultimo giorno di Giugno. In effetti io ricordavo che saremmo dovuti recarci da un’altra parte, ma comunque come nostro solito è il Raschione che sceglie la destinazione e le variazioni d’ultimo minuto sono frequenti, molto spesso legate all’intervento diretto o indiretto di qualche tipa. La “tipa” in questione questa volta è MM che, redarguita con la sua solita classe da Jesus, per la sconsiderata soffiata rilasciata al burriccu, ha reindirizzato gli insulti verso il medesimo, che non aveva raccolto il consiglio annesso, di indirizzarci quando saremmo stati deliziati dal cuoco stagionale, e non dal suo surrogato oriundo.
Scongiurata con precisione svizzera la paternale del Marrocu che, per una volta puntuale si apprestava, alle 21.00 precise, ad insultare Jesus e il Raschione per un eventuale ritardo. Con precisione millimetrica, e nonostante le difficoltà di trovar parcheggio a quell’ora, Jesus e il Raschione invece, si materializzavano di fronte agli attendenti commensali alle 21:00 e 5 secondi esatti.
Meravigliosa invece la scena con la quale il Burriccu Dessì spiazzava il Raschione Ettore che avrebbe voluto fare il figo con la sua nuova “American Express” verde. All’accennato auto-panegirico, Dessì rispondeva con una sfavillante AE “Oro”, tanto da tarpare pesantemente le velleità raschionidee.
Riguardo la produzione dei piatti, il mio giudizio si discosta da quello dell’autore per un semplice «questi spaghetti sono da esecuzione capitale per il cuoco», tanto che avrei di certo assegnato un burriccu di meno, in sede di valutazione finale. Un consiglio; non avvertire mai preventivamente il maitre sulla propria insindacabile esigenza in riferimento a un piatto specifico: l’effetto sarà sicuramente opposto a quanto auspicato.
Mi risulta stranissimo, e quasi ne vado orgoglioso, del fatto che la mia asinina compagnia non abbia per niente apprezzato il valore del mio sorbetto. Ma è tutta gente, come direbbe Marrocu, che non è mai uscita dalla Sardegna, e quindi vive la presenza della Vodka come un’offesa alla tradizione. Mah! Meno tradizionale è anche la spolverata di pepe, praticamente onnipresente – anche a sproposito – nella quasi totalità delle pietanze presentate (tranne che nel coquillage dove ci sarebbe stato bene!). Alla fine abbiamo saputo che la responsabilità era dello stesso empatico cameriere/tuttofare, che si preoccupava spesso di impiattare e condire le varie pietanze, prima di presentarle al tavolo. Gesucristu!
02 giu 2013 alle 15:58
Come al solito chi si prende la responsabilità di scegliere un locale deve fare i conti col burriccu mandrone che non vuole uscire dall’hinterland cagliaritano perchè provato dalla settimana lavorativa (l’Italia che lavora… e che è già in pensione), mentre il resto della compagnia si limita a produrre e a fornire servizi alla comunità; capisco la disapprovazione per i problemi avuti in sede di accertamento del merito creditizio per il rilascio della propria AEx;onore a Raffa che ha scelto la versione ORO per sè, burriccu chi parla senza averne una nel portafoglio
03 giu 2013 alle 20:22
Mi scuso innanzitutto per aver impiegato due giorni a commentare, ma impegni istituzionali (matrimonio del miei carissimi ora compari Simone Caddeo e Silvia Orrù) mi hanno occupato il week-end.
Ringrazio Raschione, Jesus e Marrocu per avermi invitato a varie ciccionate e di avermi dato la possibilita di condividere con loro esperienze culinarie sia in ristoranti scadenti che in ristoranti pregevoli, ma sopratutto di trascorrere delle serate all’insegna di cazzate immani.
Purtroppo è passato tanto tempo dai tempi della scuola e si sa, se non ci si esercita si perde la mano.
Mi scuso per questo con i lettori che non hanno trovato nella mia recensione lo stile che contraddistingue i Donkey. Per rispondere a Ettore: Deusu bollada.
Per quanto riguarda invece il parere sul sorbetto, spero di trovarne mai di cosi cattivi al di fuori della sardegna,perchè il solo ricordo di quello mi rovinerebbe sicuramente la vacanza.