Hostaria Sa Osa – Cagliari
E’ facile e difficile, allo stesso tempo, ricondurre razionalmente il pensiero a qualcosa di non circoscritto, non delimitato da solide geometrie e simbolicamente tracciato nell’immediatezza del segno o dell’allegoria. E’ difficile e facile, al tempo inverso, affermare una propria identità reale nel disordine dell’indefinito, nell’evanescenza dell’indeterminato, nell’olismo del complessivo, che accarezza la cinica prorompenza del nulla.
Adesso che la vedo qui, questa ‘osa, non mi è chiaro se mi sia più semplice scegliere la strada del trascendentale, tracciata dal buon Immanuel – che mai sono riuscito seriamente a dominare – o abbandonarmi alla ricchezza morale della Natura, così come suggerito da Google. Bene, ho deciso che prima mi preoccupo di questo dovere, poi eventualmente ci penso!
E’ già uno sforzo mentale, impegnarsi nel proprio diletto, conoscendo l’incombenza di un gravoso destino. Per questo le prime lodi di stasera vogliamo farle all’Ing.Marrocu che, nonostante gli impegni lavorativi e l’antelucano risveglio del giorno che sarebbe presto arrivato, ha scelto di non mancare al solenne appuntamento alimentare del fine settimana asinino. E auto-elogiamo pure tutti noi, i Burricchi del Donkey Challenge che, indefessamente da anni sostengono l’ebdomadario rito, nonostante la costante e istintuale certezza, che il giorno dopo si risveglieranno comunque Burricchi.
Venerdì sera, ore 20.45. In leggero anticipo per venire incontro agli impegni dell’Ing.Marrocu, il Triumvirato in formazione tipo si riunisce causalmente e casualmente per le vie della “Marina”. Dopo brevi convenevoli di benvenuto, che si accordavano con il passo spedito dei burricchi senza mai comunque interromperlo, i tre giungevano rapidamente alla loro destinazione: l’”Hostaria Sa Osa”; è lo stesso locale che, per un colpevole difetto di programmazione da parte del Raschione, qualche settimana prima aveva loro risolutamente negato asilo. Prima di varcare la soglia del locale, gli intensi profumi dei focolari, sfuggenti il mosaico di angiporto dell’antica Lapola, pervadono i sensi di Jesus, che manifesta tutto il suo apprezzamento per i ritrovati colori della città. Lo stesso Ing.Marrocu sembra lasciarsi cogliere, per un istante, dall’euforico risvegliarsi di una primaverile umanità cittadina, tanto da consigliare al Burriccu una diversa e più intensa destinazione: Istanbul!
L’hostaria “Sa Osa” è il ristorante che sostituisce la gestione del “Al Cavour”, collocato nell’omonima Via in quel del quartiere “Marina”. L’architetura e gli arredi del locale non hanno subito significative ricomposizioni con la nuova proprietà, motivo per il quale vi rimandiamo alla nostra recensione per maggiori dettagli sull’estetica generale. Registriamo e apprezziamo invero, un più accentuato buon gusto nella disposizione di decori e suppellettili in riferimento, ad esempio, al sobrio arazzo che potete notare dietro il malcelato capo dell’Ing.Marrocu, o al significativo e simbolico simulacro dedicato alla Dea Madre, su un davanzale della sala principale, dove ci siamo comodamente alloggiati. Ottima la scelta e la qualità della diffusione musicale in sala, anche se inizialmente ha procurato una richiesta di ridimensionamento dei decibel ambientalmente ingenerati.
Il tavolo a noi riservato era inizialmente diversamente collocato ma il cameriere che ci ha accolto, acutamente intuita una nostra possibile titubanza, ha provveduto subitamente a sistemarci in un migliore accomodo. In effetti il personale, numericamente adeguato, giovanile e alla mano, è risultato appropriatamente preparato ed efficiente, come più in generale – a parte qualche sbavatura che vedremo – lo è stato tutto il servizio. Perfetti, dobbiamo far notare, i tempi della cucina, che ha fatto registrare giusto un piccolo fisiologico rallentamento sul finire della cena, ma che ha gestito in maniera impeccabile i ritmi di presentazione delle differenti portate.
Jesus, che per sua abitudine prende in considerazione il menù cartaceo allo stesso modo con cui un maschio medio legge un manuale di istruzioni qualunque, giudica inizialmente piuttosto ordinari i piatti. In realtà verrà presto parzialmente smentito.
Il Raschione concorda con il maître un percorso di antipasti di mare (presente anche un menù di terra), mentre l’Ing.Marrocu rivendica nuovamente un suo presunto ius primae vini, scegliendo dalla «molto ben fornita» cantina un bianco Greco di Tufo DOCG del 2011, “Loggia della Serra” di Montefusco, che verrà proposto ed approvato con la consueta inopportuna teatralizzazione: «E’ solo per perdere tempo, tanto l’esito dell’assaggio è scontato».
In attesa degli antipasti, ci viene presentato un ottimo pre-antipasto composto da pomodorino confit su vellutata di cavolfiore e olive disidratate; delizia questa, che pensiamo sarebbe stato più opportuno accompagnare ad uno spumante di benvenuto, piuttosto che presentare come primo coinvolgimento del Greco di Tufo.
Gli antipasti, ottimamente presentati in porzioni singole e su stoviglie pre-riscaldate, si articolavano in alcune pietanze di eccellente fattura, accostate ad altre di meno unanime approvazione: fritturina del golfo con verdure “pastellate”, piuttosto buona relativamente a calamari, gamberetti e verdure, da dimenticare considerato nello specifico il gusto dei latterini; polpo in crema di patate tiepida allo zafferano di San Gavino con ornamento di prezzemolo, di cui era molto buona la crema ma non altrettanto ben dosata la cottura del polpo (abbastanza gommoso); eccellente zuppetta di cozze in rosso, con salsa di pomodoro piccante; discutibile insalatina di ceci, gamberi, rucola e pomodori, che sulla carta sarebbero dovuti essere ciliegini, ma che per la loro eccessiva acidità si slegavano totalmente dal gusto complessivo ed erano in antitesi con la riduzione di aceto balsamico; tonno fritto in agrodolce (in carpione) con cipolle, che dubitiamo fossero di Tropea; buona tartare di tonno crudo con salsa citronette (olio sale e limone, senza pepe). Registriamo, relativamente agli antipasti, l’accompagnamento della cena con ottime bruschette all’olio e pane Civraxu mentre, nell’ottica della ricerca dell’eccellenza, consigliamo di sostituire più spesso le posate con l’alternarsi delle varie portate.
Nonostante l’altisonanza dei primi piatti e la loro apprezzabile presentazione, il nostro giudizio non può andare molto oltre la sufficienza: Natalis (mezze maniche) di “Araj” al ragù di polpo, con pomodorini ciliegia e olio allo scalogno per il Raschione e l’Ing.Marrocu; linguine de “Sa Osa” allo (verosimilmente) zafferano, con gamberi, asparagi selvatici e pomodori per Jesus.
In funzione di una insospettabile inappetenza dell’Ing.Marrocu e dell’abbondanza dei primi, i Burricchi sceglievano di passare direttamente al dolce: particolarissimo sorbetto al limone fresco (probabilmente spremuto sul momento, e per questo troppo acido) per Jesus, ottimo millesfoglie con crema di zuppa inglese e granella di cioccolato, per i due restanti Triumviri. Considerata la fornitura di liquori – non di primissimo livello se confrontata con quella dei vini -, la cena si concludeva con un “Cynar” e un caffè per Jesus, e una grappa alla vernaccia per il Raschione («è più buono il mio colluttorio»), vampirizzata dal ripensamento del Marrocu, che formalmente dichiarava di voler saltare il giro.
Conto finale di difficile interpretazione: la composizione delle pietanze comandate era in qualche modo riconducibile (ma eccedente) ai menu fissi da 25€, conteggiati quindi in numero di quattro anziché tre, tanto da cagionare una spesa finale di 33€ cadauno, prezzo di certo inferiore alla qualità di quanto assaggiato e al servizio di cui abbiamo goduto.
La nuova “Hostaria Sa Osa” è senza dubbio un ristorante dalla buona impostazione generale, che presenta le sue eccellenze nella qualità del servizio e – ad esclusione dei liquori – nella cantina. La cucina appare a tratti brillante, a volte meno convincente, mentre l’ambientazione e la proposta musicale disegnano per gli avventori un’atmosfera di certo piacevole e rilassante. Ottimi i margini di miglioramento; per ora, tre burricchi meno meno.
VALUTAZIONE “Hostaria Sa Osa”: Tre Burricchi. | |||
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Ristorante Hostaria Sa Hosa |
Indirizzo: Via Cavour 48, Cagliari Telefono: 0707568536 [mostra in google maps] |
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21 apr 2013 alle 01:43
Nel proprio errare senza criterio, alla ricerca della semplice soddisfazione dei piaceri del palato, il pensiero di chi per primo avesse percorso le strade del prezioso nettare che accompagna e completa le celebrazioni del tripudio alimentare, non poteva essere più distante dalle frivole menti dei membri della compagnia dell’asinello, sebbene si ritrovassero a percorrere la strada già segnata dal fiume Tirso, in quelle lande denominate in cui alcuni ritrovamenti restituiscono alla nostra isola la paternità della maestranza dell’uva e della fermentazione, fino ad allora attribuita a sedicenti alchimisti del levante. E proprio ripercorrendo la strada già battuta, per le vie del quartiere Marina di Cagliari, avvolti dagli aromi di cibo medio orientale dalle poche pretese, i tre burricchi in formazione titolare si ritrovano venerdi 19 aprile alla soglia di quello che un tempo fu il ristorante Il Cavour, oggi rinato sotto il nome di Hostaria Sa Osa.
Ambientazione gradevole, in verità non radicalmente cambiata rispetto alla precedente gestione, differente solo per la comparsa di simboli caratteristici del periodo nuragico; servizio molto cordiale e molto preciso, con tempi della cucina perfetti che hanno consentito ai tre somari di assaporare le prelibatezze assaggiate senza pressioni e senza eccessive attese. Notevole l’assortimento dell’offerta della cantina, sia di etichette isolane, sia extra regionali. Buona la qualità del discreto numero di pietanze assaporate, sebbene ben poche di esse abbiano esaltato i sensi degli esigenti avventori, come i Natalis di Araj al ragu di polpo o il particolare apricena; in generale alla buona preparazione e presentazione non corrispondeva quella continuità fra i sapori accostati che costituisce la personalità del piatto stesso. Buono il millefoglie con crema di zuppa inglese, mentre quasi imbarazzante l’offerta della cantina per la parte finale del pasto: etichette decisamente troppo commerciali; mancava la Vecchia Romagna o lo Stock 84.
Al netto delle piccole sbavature riscontrate, ci è sembrato che l’offerta del locale non rispecchi ancora le vere potenzialità, probabilmente per via della recente apertura; auspichiamo che le cose migliorino col raggiungimento della condizione di regime. Sotto queste ipotesi mi allineo al giudizio del nostro ipertricotico burriccu: tre somarelli stiracchiati.
23 giu 2013 alle 17:03
Sono stata al ristorante da Osa dopo aver letto la vostra recensione circa un mese fa. Ci sono stata una domenica a pranzo,il locale era vuoto?infatti il cameriere e la chef stavano sull’uscio a controllare la situazione. È stato il cameriere infatti a scusarsi dicendoci che erano stupiti di una domenica cosi lenta e verificavano che movimento ci fosse alla marina. Il cameriere ci fa immediatamente accomodare in una sala molto accogliente dai toni chiari,bel tovagliato e bella apparecchiatura,non banale. Arriva il momento di ordinare e essendo in due ci accordiamo per prendere un menù che prevede oltre agli antipasti il primo e l’altro che al posto del primo prevede il secondo,in modo da poter assaggiare entrambi sia primo che secondo senza doverci abbuffare. Diciamo che i menù sono strutturati in maniera tale da poter assaggiare quasi tutto ciò che c’è alla carta,come avete fatto giustamente notare voi. Come antipasti ci sono stati serviti un piatto di salumi e formaggi,niente di eccezionale,la salsiccia poteva essere tranquillamente una Murru che si trova al supermercato. La crema di patate con il polipo,nel nostro caso era buono il polipo ma la crema era insipida,fredda e troppo carica di zafferano. La tartare di tonno nulla di eccezionale. Ottima invece la frittura arrivata per secondo e il primo erano gli spaghetti con i gamberi e gli asparagi senza infamia e senza lode. La mia impressione è stata che la cucina è un po troppo pretenziosa nella tipologia di piatti scelti,visto il risultato della realizzazione,mentre il servizio eccellente,i camerieri erano discreti ma costantemente presenti,puntuali e molto professionali. Per me sarebbero stati due burricchi con menzione speciale per location e servizio )