☆ recensioni del donkey challenge: le ciccionate nei migliori ristoranti di cagliari e della sardegna ☆ powered by seudeu.com ☆
dic 24 2011

Ristorante Hibiscus – Quartu Sant’Elena

 Scritto da Jesus | 3 commenti | Commenta

Hibiscus – Ingresso

 
Bianca la neve sulle colline. Nero il cielo della notte, luttuoso velluto brillante di festa. Variopinti i colori dei pacchi dono che, saldi e immortali sotto gli alberi del Natale, invocano il loro arrogante destino il quale, come ogni fine dell’anno, nei tempi dell’impero del vile denaro, essi attende.
Doni di circostanza, doni d’affetto; doni bramati, disattesi, sofferti, sospirati, rinnegati e infine respinti, perché non per tutti e non in tutte le case il Natale, il giorno della vigilia, significa diletto, ma per qualcuno ha l’amaro e dolce sapore dell’addio.
Buone feste a tutti e tutte le fan da parte del Donkey Challenge ❤!

Hibiscus – Interno

 

Rinnegati i colori di questa insensata comune gioia, perché così è – se vi pare –,  e trainati dal galoppo di 150 possenti renne, la notte dell’antivigilia un nero figlio Natale Jesus (perdonerete la confusione) e il suo fiero assistente Raschione Ettore, galleggiavano lascivamente in un cielo senza stelle, non più a dispensare strenne e scontata allegria, ma per arrogare a sé i piaceri e i doni dell’essere, che prescindono da quella sublimazione dei sensi che voi usate chiamare amore, ma che esplodono di mille sfumature dell’oro e dell’argento, là dove l’assuefatto e disattento uomo dell’oggi non arriva a scorgere.

 

Hibiscus – Fiore di guttiau pomodorini capperi

Hibiscus – Panini al latte, letto di Carasau

 

Celati con il nome di un fiore, i licenziosi piaceri dell’essere, i tre Donkey ufficiali
– Jesus, Raschione Ettore, Ing.Marrocu – , quest’oggi li hanno trovati nel celebre Ristorante Hibiscus, sito nella centrale via Dante, in Quartu Sant’Elena.
Il locale è alloggiato in quella che, a parte l’assenza di un porticato, ha la tipica struttura delle case campidanesi, con un piccolo cortile centrale, circoscritto da differenti e variegati ambienti, topologicamente disposti a ferro di cavallo o, se volete, a U.

Hibiscus – Antipasti

 

La sala del ristorante/bisteccheria si colloca sull’estremità Nord-Ovest del cortile di ingresso ed è integrato, con tutta probabilità, in un locale un tempo adibito a masseria o granaio. L’arredamento e l’anima stilistica complessiva, appaiono invero piuttosto indecifrabili. Le rifiniture sulle altissime pareti ricordano (o esaltano) le murature in “ladri” (mattoni di fango e paglia). Gli imponenti architrave in legno e il tetto in pannelli di truciolato, richiamano l’impronta contadina della sala, così come le piccole feritoie, le mensole in legno e gli eleganti punti luce, che esaltano alcune vecchie bottiglie di vino, impreziosite da suggestive ragnatele (non sappiamo se parte integrante della scenografia).

Hibiscus – Zuppetta di cozze e arselle

 

In fondo all’ambiente signoreggiano uno splendido camino/barbecue e un più discutibile bancone delle carni, con annesso frigo delle bevande. Altrettanto opinabile la scelta delle tovaglie di plastica, con appariscenti decori dalla natura dozzinale/casereccia e la presenza di un TV LCD e di un proiettore maxi-schermo.
Particolarmente eleganti invece le ceramiche impiegate lungo l’incedere della cena, che per alcune portate potevano ricordare signorili ciotole di cuoio piane.
Assolutamente ineccepibile il servizio in sala, quasi unicamente tenuto e condotto da una graziosa e gentile giovinetta, probabilmente la figlia del padrone di casa, lo chef Nino Figus, che compariva e scompariva dalla sala, con il proponimento di dirigere le operazioni e interagire con i non numerosi clienti.

Hibiscus – Tortelli di spigola

 

Accomodati ad una comoda e pratica tavola rotonda, su non troppo solide sedie in legno, i Donkey potevano quindi iniziare la loro nuova passionale avventura. Esordio cortese e molto gradito con uno spumante di benvenuto, accompagnato da un fiore di pane guttiau con pomodorini, buonissimi capperi sotto sale e olio d’oliva; poco dopo sarebbero arrivate delle superbe sferoidali pagnotte al latte, su letto di eccellente pane carasau. Scelta inevitabile l’assaggio di antipasti di mare, accompagnati da un vermentino di Gallura DOCG, Canayli. Gli antipasti sono, senza mezzi termini, risultati tutti eccellenti, in termini di genuinità, presentazione estetica e accostamento di sapori, tanto da tradire ben subito l’impronta esperta e raffinata dello chef.

Hibiscus – Soufflé ghiacciato alle arance

 

Arrivavano quindi, al tavolo degli asinini commensali: bottarga di tonno su letto di rucola, basilico pomodorini e aceto balsamico, flan di pecorino con bottarga su vellutata di crescione, insalata di astice con pomodorini e agrumi, tortino di pecorino fiore di gavoi con uova di quaglia su letto di pane carasau, per terminare con la più strepitosa zuppetta di cozze e arselle mai assaggiata dai navigati Triumviri, onorata con scarpetta finale: sublime!
Di altrettanto indiscusso livello i primi piatti: gloriosi tortelli di orata con polpo fritto e frutti di mare per Jesus, maestosa fregola con crostacei e porcini per Ettore e Marrocu. Chiediamo scusa per non poter riprodurre quest’ultimo piatto, per effetto dei rigidi controlli di qualità, che hanno inesorabilmente escluso, nostro malgrado, la relativa rappresentazione visiva.

Hibiscus – Semifreddo alla liquirizia

Hibiscus – Croccante alle mandorle

 

Valutata l’abbondanza delle ottime pietanze fino ad allora consumate, e in considerazione dell’avvicinarsi di prossime comandate libagioni, i tre decidevano di orientarsi subitamente ai dessert: spettacolare soufflé ghiacciato alle arance amare per Jesus, croccante alle mandorle su crema di fragole per Ettore, semifreddo alla liquirizia con crema e cannella per Marrocu, tutto accompagnato da un ottimo moscato passito.
Il pasto quindi volgeva al termine con un caffè per Jesus e un Jagermeister (assente la liquirizia) per il Raschione.
Costo complessivo della cena: 46€ cadauno, da giudicarsi adeguato se non finanche inferiore  alla qualità delle pietanze e alla gradevolezza del servizio.
Indiscutibile l’altissima qualità della cucina, le uniche marginali critiche che possiamo rivolgere al ristorante Hibiscus sono l’impronta non pienamente definita dell’ambientazione, e la scomodità dei servizi, a cui è possibile accedere esclusivamente lungo un breve percorso al freddo e al gelo.
Dalla gelida scenografia della mangiatoia, Jesus e gli alitanti Burricchi vi augurano Buon Natale!

 

VALUTAZIONE “Hibiscus”: Quattro Burricchi.
Ristorante Hibiscus Indirizzo: Via Dante Alighieri 81, Quartu S.E.
Telefono: 070881373    [mostra in google maps]
 

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nov 13 2011

Ristorante Greta’s Castello – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta
Greta's - Torre di San Pancrazio

Greta's – Torre di San Pancrazio


Greta’s Castello. Il Castello di Greta.

C’era una volta, perduta nel tempo di letizia e di pace degli uomini, un’antica città, innalzata, nel volgersi di una sola luna, da quattro neri giganti, su di una imponente rocca bagnata dal mare. Mare che, celato agli anfratti calcarei e alle strette stradine in pietra
– calpestate dal suo laborioso popolo -, veniva offerto, splendido e maestoso, alla vista delle alte torri e dei monumentali bastioni che difendevano la città.
Sospesa tra l’oblio della vita e la realtà del sogno, regnava sovrana la principessa Greta, che un vile incantesimo della bellissima ma areste fattucchiera Barbara, costringeva rinchiusa nell’imponente torre del proprio Castello.
Si risvegliava Greta, tutte le notti, accomodata sul suo nobile trono, nella chiassosa frenesia di una imponente e scostumata libagione. Maledizione voleva, che la sfortunata principessa bramasse immobile di unirsi a tale alimentare lussuria, senza però poter dischiudere in alcun modo le regali, carnose labbra.

Greta's - Interno

Greta's – Interno

 

Chiunque divisava di spezzare il sortilegio
– valorosi cavalieri, saggi sacerdoti, giovani vergini o gaudenti fanciulli – veniva d’incanto trasformato, appena varcata la soglia della torre,  in umile bestia da soma. Ecco perché la città si popolò ben presto di asinino bestiame, tanto da essere conosciuta, nelle valli e tra i popoli vicini, come la città dei Burricchi!
Una notte di luna piena arrivarono, proprio da quelle valli, tre nobili e valorosi principi
– i principi Din, Don, Dan – dalla folta chioma e dalla sgargiante livrea vermiglia. Difettavano, codesti nobili, per un risibile particolare antropomorfo: le vistose orecchie d’asino, che provocavano ilarità e scherno in chiunque incrociasse il loro cammino, ma che li mettevano al riparo da qualunque malevola stregoneria che mirasse a trasformarli in orecchiuti somari, quali – di fatto – già erano.

Greta's - Tempura di verdure e pescato del golfo

Greta's – Tempura di verdure e pescato del golfo

 

Alle ore 21 di Sabato, il principesco Jesus, il valoroso Ettore e il regale Ing.Marrocu, attraversate le suggestive vestigia del quartiere di Castello, varcavano senza indugio alcuno la soglia della torre stregata, per unirsi al solenne fatato convivio, e coraggiosamente infrangere l’antico incantesimo.
La torre in questione è il Ristorante Greta’s Castello, splendido e signorile anfratto cagliaritano, edificato sulle rocce calcaree della Via dei Genovesi. Il locale non è di per sé esclusivamente un ristorante, ma altresì un art concept bar, una sala per esibizioni live e una ricercata prosciutteria. Tre e più anime che si manifestano, distintamente ed armoniosamente, distribuendosi su altrettanti diversi ambienti, che è possibile inquadrare con maggior dettagli nel loro accattivante ed esteticamente ben curato sito Internet.

Greta's - Millefoglie di carasau e bottarga

Greta's – Millefoglie di carasau e bottarga

Greta's - Carpaccio di spada e gamberi

Greta's – Carpaccio di spada e gamberi

 

L’anima che più interessa al rumoreggiare di queste pagine, è di certo quella del ristorante. La sala, elegantissima e signorile, è un corto corridoio color latte, sormontato da una magnifica volta in pietra ed arredato con gusto e sobria compostezza. Contiamo una decina di comodi tavoli, apparecchiati e drappeggiati con grazia, circondati da splendidi piccoli elementi d’arredo e da luminose nicchie squadrate, che fanno capolino in fondo alla sala. Due lampadari a goccia e una imponente credenza bruna – deputata a celare con discrezione la cucina – completano lo stile raffinato e moderno.

Greta's - Maharones all'astice e funghi porcini

Greta's – Maharones all'astice e funghi porcini

 

Il servizio del personale è a dir poco impeccabile. Un esperto e sempre sorridente caposala e una spigliata signorina in elegante tenuta nero/vinaccia, si alternano ai tavoli dei non numerosi avventori presenti. Altre giovani bellissime principesse – molto probabilmente dedicate alle altre anime del Greta’s Castello – baluginavano di tanto in tanto  d’innanzi al “composto” osservare dei tre affascinati burricchi.
Se un appunto può essere mosso al ristorante, è la non perfetta distribuzione dell’impianto di riproduzione acustica, che in alcuni frangenti è risultato particolarmente fastidioso in termini di decibel profusi.

 

Greta's - Medaglioni di astice

Greta's – Medaglioni di astice

 

I burricchi venivano quindi accolti e accomodati al loro tavolo, con letizia e gentilezza. Arrivate dapprima le bottiglie di acqua naturale e frizzante richieste, l’esordio è stato quello di un brindisi di benvenuto, condotto con ottimo spumante brut e accompagnato da squisiti tortini al patè di oliva, con fantasia di sedano e cipolle. Ottimi!
Buonissimo anche il pane offerto, che ha scandito l’evolversi della cena, costituito da pane carasau e panini di diversa farinacea natura.
Nonostante l’intenzione fosse quella di degustare piatti di filosofia marinara, i tre si lasciavano sedurre dalla convincente cameriera, che proponeva un rosso leggero, di produzione autoctona, risultato invero adatto e squisito: “Il rosso della locanda”, che portava nell’etichetta il calice femminino, prima ancestrale raffigurazione del Regno della Dea Madre.

Greta's - Filetti di orata

Greta's – Filetti di orata

Greta's - Cartoccio d'anatra all'arancia

Greta's – Anatra all'arancia

 

Il menù del Greta’s risulta, come per tutti i ristoranti di spessore, non spropositatamente ricco di numerose differenti pietanze, ma un concentrato di poche impagabili prelibatezze. Sceglievano quindi, gli oculati Triumviri, di aprire le ostilità con un meraviglioso trittico di antipasti, costituito da: carpaccio di spada e gamberi “in salsa agli agrumi e petali di carciofi spinosi del Campidano”, millefoglie di carasau e bottarga con pomodorini di pula, per concludere con una maestosa tempura di verdure e pescato del golfo “su cestino di carasau”. Cottura e sapore della tempura – molto probabilmente realizzata con frittura in olio d’oliva -, eccezionali!

Greta's - Mousse ai tre cioccolati

Greta's – Mousse ai tre cioccolati

 

Impagabile anche il primo piatto, comune a tutti i commensali e scelto tra le due “paste fresche di Oliena”, presenti ed evidenziate nella carta: maharones de busa, all’astice e funghi porcini. Spettacolari, con un unico piccolo appunto: i pomodorini di contorno sarebbero dovuti essere preventivamente riscaldati. Differenziata, invero, la scelta dei secondi, favolosi piatti: medaglioni di astice con avocados su alzata di pan di brioche per Marrocu, filetti di orata con indivia belga carammellata e torretta di patate e zucchine per Ettore, cartoccio di filetti di anatra all’arancia con patate novelle per Jesus. Composizione e presentazione dei piatti, superbe… màestri!

 

Greta's - Tortino caldo alle castagne

Greta's – Tortino caldo alle castagne

Greta's - Millefoglie di carasau dolce

Greta's – Millefoglie di carasau dolce

 

I dessert che sono seguiti non potevano che essere sontuosi: Mousse ai tre cioccolati e composta di agrumi, con decoro di alloro e ristretto alla liquirizia per Jesus, tortino caldo di castagne con gelato alla vaniglia e caramello all’arancia per il Raschione, millefoglie di carasau dolce con crema al pistacchio e salsa di moscato per l’estasiato ingegner Marrocu, il tutto accompagnato da un eccellente moscato della casa.
La cena si concludeva quindi con due caffè, una grappa barricata per Jesus e un limoncello artigianale per Marrocu, servito su un particolarissimo ed instabile bicchiere dal basamento a trottola.
Costo complessivo della felice esperienza, 65€ cadauno, arrotondati con una cospicua mancia
– elargita, invero, esclusivamente dai due più capelluti Triumviri -, da ritenersi adeguato alla qualità.
Accomodamento elegante, servizio impeccabile, cucina raffinata e sontuosa. Sono queste le caratteristiche del Greta’s Castello, che di certo non si propone come location susunku-friendly, ma che attende ed accoglie i più esigenti clienti, disposti a sacrificare qualche soldo in più, nel proponimento di vivere sognanti serate da fiaba.


VALUTAZIONE “Greta’s Castello”: Quattro Burricchi.
Ristorante Greta’s Castello Indirizzo: Via dei Genovesi 111/117, Cagliari
Telefono: 0706670119    [mostra in google maps]
 

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ago 14 2011

Osteria San Domenico – Cagliari

 Scritto da Jesus | 1 commento | Commenta
Osteria San Domenico - Cortile Interno

Osteria San Domenico – Cortile Interno


Al liminale interludio del mese dedicato all’imperatore Augusto, al culmine ultimo del mentale disequilibrio tra le fatiche del prima e l’attesa del poi, alla soglia dell’origine del fine (anno), ha inizio per Voi e per Tutti l’ultima – cronologicamente parlando – cena della irriducibile conventicola ainina, del sinedrio degli affamati burricchi, mai disposti a rinunciare, per qualunque ragione e di fronte a qualsivoglia impedimento, a celebrale il proprio rito.
Ha inizio per Jesus che, ormai libero dagli asfissianti pensieri del suo impegno metafisico, si chiede la ragion per cui, passeggiando per il centro città, ancora non sia giunto il tempo di scorgere l’esuberante follia della festa, la devastante insubordinazione delle note di un’assolo di musica Jazz, l’ebbrezza non composta di un sogno a colori, in luogo del conscio e intollerabile grigiore notturno; l’ardire di vivere Cagliari, follemente e senza tregua, per tutta una notte.

Osteria San Domenico - Polpo Sardine Tonno

Osteria San Domenico – Polpo Sardine Tonno


Ha inizio per il Raschione Ettore, che le stesse domande di Jesus ben più di una volta si è posto, trovando facile risposta nella scontata inettitudine altrui. Ha inizio per l’Ingegner Marrocu, più pragmaticamente soddisfatto di essersi esibito in un parcheggio da manuale, giusto in fronte al luogo prescelto per l’appuntamento. Ha inizio per il dottor Melis, preoccupato di doversi esibire in un esborso paragonabile al costo della ciccionata scorsa. Ha inizio, infine, per il quinto ospite della serata, il V-Hot versione By-Night, ufficiale manutentore della 150CV di Jesus, in procinto di affrontare l’interminabile viaggio verso la luce (del sole, si spera).
L’Osteria San Domenico è il palcoscenico per lo spettacolo che Vi attende: grazioso ristorante a cavallo tra la Via San Domenico e il traverso Vico Garibaldi. Ovviamente, in Cagliari.

Osteria San Domenico - Antipasti

Osteria San Domenico – Antipasti


Il Ristorante – che nel suo composito nome esprime la novella di Jesus, confinato tra il giorno di festa a lui dedicato e l’origine delle fatiche tramutate in esordio della baldoria – si articola in due eleganti sale interne, sobriamente arredate con mobilia povera, soluzioni e tonalità di buon gusto, uso sapiente di luci e pareti a specchio, oltre ché un pittoresco cortiletto esterno il quale sembra sgomitare, per la sua ricercata signorilità, con la sgarbata irruenza della espressione urbana.
In tale spazio, decorato alle pareti con l’azzurro del mare e arricchito da imponenti parasole vermigli (immaginiamo utilissimi nell’ora di pranzo), si accomodavano i cinque odierni commensali.

Osteria San Domenico - Fregola con le vongole

Osteria San Domenico – Fregola con le vongole


A servirli, dapprima una giovane ed aggraziata cameriera mora, gentilissima ma particolarmente rigida nei movimenti e, successivamente, un più anziano cameriere (titolare?) di una cortesia e garbata pacatezza, francamente difficili da ritrovare nei confronti dei clienti, in qualsivoglia esercizio commerciale. Particolarmente oneroso il suo lavoro perché, oltre che disquisire con il divertito Ing.Marrocu su aneddoti legati all’origine del Vermentino, si è dovuto prodigare in chilometriche interazioni con la cucina, non tanto per trasferire le numerose pietanze sul tavolo dei burricchi – al cui servizio venivano in soccorso due ulteriori collaboratori – ma piuttosto per affrontare la raffica di richieste di delucidazioni da parte dei medesimi, sulla composizione e preparazione di ciascuna deliziosa pietanza, sulle quali non dava l’impressione essere particolarmente preparato.

Osteria San Domenico - Tagliatelle al ragù di cernia

Osteria San Domenico – Tagliatelle al ragù di cernia


La cena iniziava quindi con un graditissimo brindisi di benvenuto su un cocktail a base di spumante, probabilmente brut. Il Buon Ettore concordava quindi, con il cameriere, la bottiglia di vino da immolare per la serata. In onore del dott.Melis (giusto per ragioni di stimolo economico) veniva scelto un ottimo Funtanaliras DOCG di Monti, etichetta oro; annata 2010.
Inevitabili gli antipasti di mare. Si iniziava con un buon polpo marinato, squisite sardine marinate con olio e aceto balsamico, per proseguire con del tonno fresco, condito con soli olio e prezzemolo, ma di gusto e delicatezza francamente rari. Si procedeva poi con verdure grigliate, eccellenti polpette di cernia, meno positivi “mangiatutto” con aceto, deliziose mousse di cipolle con prezzemolo e grana, per finire con dei superbi fagiolini (cornetti secondo l’esperienza brianzola del cameriere) con calamari e aceto balsamico. Spettacolari!

Osteria San Domenico - Grigliata mista

Osteria San Domenico – Grigliata mista


Primi piatti d’obbligo e in linea con la qualità assoluta degli antipasti: fregola con le vongole, seguita – per tutti i commensali – da un pressoché glorioso piatto di tagliatelle artigianali, al ragù di cernia: «Da applauso!».
Imperiale e fonte di prolungata diatriba tra l’addetto alla cottura e l’Ing.Marrocu, la grigliata mista conclusiva: seppiette, gamberoni arrosto, orate e spigole di mare aperto. Per quattro quinti degli astanti, sontuosa!
L’origine del contendere è stata la cottura della spigola, oggettivamente e per certi versi inadeguata, con tanto di venature rosse nella carne. L’Ing.Marrocu faceva notare la cosa al cameriere, che immediatamente si proponeva di sostituire il pesce (comunque divorato al 95%!).

Osteria San Domenico - Tiramisù

Osteria San Domenico – Tiramisù


Prima che arrivasse la nuova e più curata versione del prodotto ittico – poi risultata la più buona spigola mai assaggiata – delizioso siparietto dell’addetto alla cottura, che cercava invano di spiegare all’irremovibile ingegnere quanto sia differente la cottura del pesce di mare in luogo di uno d’allevamento; tutto questo, accompagnando l’improvvisata lezione da soggetto dimostrativo crudo, in mano. Impagabile!
Altrettanto gustoso l’episodio legato alla scelta dei dessert. Il cameriere così proferiva: «Abbiamo due tiramisù e tre pannacotte».
L’ingenuo Ing. Melis e il buon V-Hot, avvezzi a ristoranti più inclini ad una offerta alimentare di tipo “industriale”, subitamente immaginavano differenti tipologie di dolci: «ma quanti tipi di tiramisù esistono?».

Osteria San Domenico - Pannacotta

Osteria San Domenico – Pannacotta


La realtà era ben diversa. Erano rimaste a disposizione solo due porzioni di tiramisù e tre pannacotte, preparate anch’esse artigianalmente, e che sono state così ripartite: tiramisù per il Raschione e il Dott. Melis, pannacotta ai frutti di bosco per Jesus e il V-Hot, pannacotta al caramello per l’Ing.Marrocu che – a questo punto, maliziosamente pensiamo, con premeditazione – si vedeva inizialmente recapitare il dolce errato per poi proferire, con voce unisona rispetto ai propri commensali: «deliziosa!»
Un mirto per il V-Hot, acquavite per Jesus e (mediocre) liquore alla liquirizia per il Raschione Ettore e l’Ing. Marrocu, concludevano quindi la serata culinaria.
Costo complessivo, 50€ cadauno, da giudicarsi un 10% superiore al giusto dovuto.

L’osteria San Domenico è senza dubbio un ristorante elegante e piacevole. La qualità della cucina e la genuinità del mangiato sono, senza possibilità di smentita, ottime. Qualche perplessità rimane per l’efficienza del servizio, comunque assolutamente compensata da quel tocco di ricercata e delicata “follia”, richiamata nel tedioso preambolo, la quale, nell’irrazionale scala di valori che accompagna il vagare di Jesus per questo Mondo (no compass on this Earth, shows my direction), costituisce comunque menzione speciale.


VALUTAZIONE “Osteria San Domenico”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante
 Osteria San Domenico
Indirizzo: Via San Domenico 95, Cagliari
Telefono: 3479886182 [mostra in google maps]

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