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Ristorante Hibiscus – Quartu Sant’Elena

 Scritto da Jesus il 24 dicembre 2011 alle 19:20 3 commenti | Commenta

Hibiscus – Ingresso

 

Bianca la neve sulle colline. Nero il cielo della notte, luttuoso velluto brillante di festa. Variopinti i colori dei pacchi dono che, saldi e immortali sotto gli alberi del Natale, invocano il loro arrogante destino il quale, come ogni fine dell’anno, nei tempi dell’impero del vile denaro, essi attende.
Doni di circostanza, doni d’affetto; doni bramati, disattesi, sofferti, sospirati, rinnegati e infine respinti, perché non per tutti e non in tutte le case il Natale, il giorno della vigilia, significa diletto, ma per qualcuno ha l’amaro e dolce sapore dell’addio.
Buone feste a tutti e tutte le fan da parte del Donkey Challenge ❤!

Hibiscus – Interno

 

Rinnegati i colori di questa insensata comune gioia, perché così è – se vi pare –,  e trainati dal galoppo di 150 possenti renne, la notte dell’antivigilia un nero figlio Natale Jesus (perdonerete la confusione) e il suo fiero assistente Raschione Ettore, galleggiavano lascivamente in un cielo senza stelle, non più a dispensare strenne e scontata allegria, ma per arrogare a sé i piaceri e i doni dell’essere, che prescindono da quella sublimazione dei sensi che voi usate chiamare amore, ma che esplodono di mille sfumature dell’oro e dell’argento, là dove l’assuefatto e disattento uomo dell’oggi non arriva a scorgere.

 

Hibiscus – Fiore di guttiau pomodorini capperi

Hibiscus – Panini al latte, letto di Carasau

 

Celati con il nome di un fiore, i licenziosi piaceri dell’essere, i tre Donkey ufficiali
– Jesus, Raschione Ettore, Ing.Marrocu – , quest’oggi li hanno trovati nel celebre Ristorante Hibiscus, sito nella centrale via Dante, in Quartu Sant’Elena.
Il locale è alloggiato in quella che, a parte l’assenza di un porticato, ha la tipica struttura delle case campidanesi, con un piccolo cortile centrale, circoscritto da differenti e variegati ambienti, topologicamente disposti a ferro di cavallo o, se volete, a U.

Hibiscus – Antipasti

 

La sala del ristorante/bisteccheria si colloca sull’estremità Nord-Ovest del cortile di ingresso ed è integrato, con tutta probabilità, in un locale un tempo adibito a masseria o granaio. L’arredamento e l’anima stilistica complessiva, appaiono invero piuttosto indecifrabili. Le rifiniture sulle altissime pareti ricordano (o esaltano) le murature in “ladri” (mattoni di fango e paglia). Gli imponenti architrave in legno e il tetto in pannelli di truciolato, richiamano l’impronta contadina della sala, così come le piccole feritoie, le mensole in legno e gli eleganti punti luce, che esaltano alcune vecchie bottiglie di vino, impreziosite da suggestive ragnatele (non sappiamo se parte integrante della scenografia).

Hibiscus – Zuppetta di cozze e arselle

 

In fondo all’ambiente signoreggiano uno splendido camino/barbecue e un più discutibile bancone delle carni, con annesso frigo delle bevande. Altrettanto opinabile la scelta delle tovaglie di plastica, con appariscenti decori dalla natura dozzinale/casereccia e la presenza di un TV LCD e di un proiettore maxi-schermo.
Particolarmente eleganti invece le ceramiche impiegate lungo l’incedere della cena, che per alcune portate potevano ricordare signorili ciotole di cuoio piane.
Assolutamente ineccepibile il servizio in sala, quasi unicamente tenuto e condotto da una graziosa e gentile giovinetta, probabilmente la figlia del padrone di casa, lo chef Nino Figus, che compariva e scompariva dalla sala, con il proponimento di dirigere le operazioni e interagire con i non numerosi clienti.

Hibiscus – Tortelli di spigola

 

Accomodati ad una comoda e pratica tavola rotonda, su non troppo solide sedie in legno, i Donkey potevano quindi iniziare la loro nuova passionale avventura. Esordio cortese e molto gradito con uno spumante di benvenuto, accompagnato da un fiore di pane guttiau con pomodorini, buonissimi capperi sotto sale e olio d’oliva; poco dopo sarebbero arrivate delle superbe sferoidali pagnotte al latte, su letto di eccellente pane carasau. Scelta inevitabile l’assaggio di antipasti di mare, accompagnati da un vermentino di Gallura DOCG, Canayli. Gli antipasti sono, senza mezzi termini, risultati tutti eccellenti, in termini di genuinità, presentazione estetica e accostamento di sapori, tanto da tradire ben subito l’impronta esperta e raffinata dello chef.

Hibiscus – Soufflé ghiacciato alle arance

 

Arrivavano quindi, al tavolo degli asinini commensali: bottarga di tonno su letto di rucola, basilico pomodorini e aceto balsamico, flan di pecorino con bottarga su vellutata di crescione, insalata di astice con pomodorini e agrumi, tortino di pecorino fiore di gavoi con uova di quaglia su letto di pane carasau, per terminare con la più strepitosa zuppetta di cozze e arselle mai assaggiata dai navigati Triumviri, onorata con scarpetta finale: sublime!
Di altrettanto indiscusso livello i primi piatti: gloriosi tortelli di orata con polpo fritto e frutti di mare per Jesus, maestosa fregola con crostacei e porcini per Ettore e Marrocu. Chiediamo scusa per non poter riprodurre quest’ultimo piatto, per effetto dei rigidi controlli di qualità, che hanno inesorabilmente escluso, nostro malgrado, la relativa rappresentazione visiva.

Hibiscus – Semifreddo alla liquirizia

Hibiscus – Croccante alle mandorle

 

Valutata l’abbondanza delle ottime pietanze fino ad allora consumate, e in considerazione dell’avvicinarsi di prossime comandate libagioni, i tre decidevano di orientarsi subitamente ai dessert: spettacolare soufflé ghiacciato alle arance amare per Jesus, croccante alle mandorle su crema di fragole per Ettore, semifreddo alla liquirizia con crema e cannella per Marrocu, tutto accompagnato da un ottimo moscato passito.
Il pasto quindi volgeva al termine con un caffè per Jesus e un Jagermeister (assente la liquirizia) per il Raschione.
Costo complessivo della cena: 46€ cadauno, da giudicarsi adeguato se non finanche inferiore  alla qualità delle pietanze e alla gradevolezza del servizio.
Indiscutibile l’altissima qualità della cucina, le uniche marginali critiche che possiamo rivolgere al ristorante Hibiscus sono l’impronta non pienamente definita dell’ambientazione, e la scomodità dei servizi, a cui è possibile accedere esclusivamente lungo un breve percorso al freddo e al gelo.
Dalla gelida scenografia della mangiatoia, Jesus e gli alitanti Burricchi vi augurano Buon Natale!
 
Nota: a seguito di ulteriori personali e congiunte visite al ristorante, che hanno consentito di assaporare un numero considerevole di straordinari piatti sempre nuovi e creativi, abbiamo ritoccato al rialzo la nostra valutazione, assegnando una menzione speciale per l’instancabile e meritoria azione sperimentatrice dello chef Figus. La cucina e il servizio dell’Hibiscus si impongono senza dubbio al top tra i ristoranti da noi visitati, mentre il giudizio complessivo continua a difettare del sommo riconoscimento, a causa di una location pur accattivante, ma con qualche strutturale difetto.

 

VALUTAZIONE “Hibiscus”: Quattro Burricchi con menzione speciale.
Ristorante Hibiscus Indirizzo: Via Dante Alighieri 81, Quartu S.E.
Telefono: 070881373    [mostra in google maps]
 

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4 / 5 stars     

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3 Commenti su “Ristorante Hibiscus – Quartu Sant’Elena”

  • Ettore Dice:

    Hibiscus: la pianta dal fiore nobile tanto da essere eletto, in una delle sue varianti, fiore nazionale di Corea, allo stesso modo come nobile può sentirsi colui che avrà il privilegio di assaporare le delizie consumate in una sontuosa ciccionata pre-natalizia.
    Questo è il minimo tributo in laude che possiamo esprimere dopo una serata perfetta, macchiata soltanto dal ritardo del sempre (sovra)stimato Ing. Marrocu, che ha rimediato offrendo non poche delucidazioni sugli accorgimenti tecnologici utilizzati per confezionare la struttura della sala che ha ospitato i tre Burricchi nell’immancabile rito mangereccio in una decisamente fredda anti-vigilia del compleanno del nostro caro Jesus, e dall’impossibilità proprio per Jesus di degustare le ostriche pavenatate nel menu, circostanza questa a cui si può attribuire la palpabile irrequietezza nel pur sempre ineccepibile lavoro di recensione.
    Sin dall’aperitivo d’accoglienza era chiara l’attenzione per ogni dettaglio, dalla cordialità del personale che, nonostante l’assoluta professionalità, ci ha sempre dato una sensazione di familiarità, alla preparazione e alla presentazione dei piatti.
    Menzione speciale merita soprattutto il dessert: uno dei migliori mai assaggiati. L’Hibiscus è sicuramente un posto da visitare per chi ama la buon acucina, sia di mare, sia di terra, a mio modesto parere siamo di fronte al miglior ristorante di Quartu.
    Mi rammarico di non aver previsto prima questa tappa nel percorso culinario del Triumvirato, me ne assumo le colpe e confermo il giudizio del caro Jesus: quattro somarelli e zona Champions in classifica.

  • figus antonio Dice:

    vi ringrazio moltissimo per la recensione su facebook…e questo e’ il risultato di lavoro e laboratorio……vi faccio i complimenti per l’analisi dettagliata e puntigliosa,accetto in pieno lodi e critiche e dalle critiche ripartiamo per crescere ancora,,,,grazie infinite e buon natale a voi

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