Ristorante La nuova Trattoria – Sarroch
Ma ditemi voi, se ci si può d’impeto lanciare contro il vento, far stridere le gomme, far rombare il motore a tal punto d’aspettarsi d’improvviso una sua tonante sublimazione, per rincorrere insensatamente una nuvola di fumo, una lontana macchia scura all’orizzonte, che solo una cugurra risvegliata dal periodo dell’accoppiamento, bramirebbe di raggiungere così pericolosamente.
Eppure, sapete bene quanto sia facile ricondurre la ragione ad un confine ininterrotto di cieli limpidi, di assolato tepore, di brezze leggere e profumate, che purificano anima e corpo, nel sublime esercizio della ricerca del piacere.
Allora dimmi tu, caro Raschione, perché spingi ancora il piede sull’acceleratore della scattante utilitaria? Che bisogno c’è di sfidare i limiti della fisica conosciuta, affrontando queste curve quasi avessi tra le mani e sotto il culo il peso di 150cv; perché rincorrere le pulsioni di Thanatos, giacché mai troveremo il lascivo Eros, ad aspettarci oltre quelle alte ciminiere fumanti?
Sabato mattina, ore 12.45. Jesus non ha più insulti da lanciare verso il Raschione Ettore, per indurlo a rallentare la corsa verso quel di Sarroch. In loco non troveremo l’Ing.Marrocu, questa volta giustificato assente per un gravoso impegno extra-cagliaritano, ma un distinto e gradito ospite che orbita nella galassia del Donkey Challenge. Trattasi dello stimato Burriccu Tony che sì, ha onerosamente lasciato il suo alto scranno per seguirci in questa 150a avventura ma, Dio mio, aspetterà pur cinque minuti perché possa questa non diventare l’ultima!?!
E invece no, lo sconsiderato burriccu non vuol sentire ragioni, ed ecco i due asinini condottieri arrivare per tempo sulla “Via al Mare”, nel Paese meglio conosciuto per l’industria petrolchimica, piuttosto che come sede di eccellenza della gastronomia sarda.
Il Burriccu Tony è lì che ci aspetta, giusto in fronte al ristorante pizzeria “La nuova Trattoria”, sede e destinazione di quest’ultima ciccionata.
Diciamo subito che la Trattoria tanto nuova non appare, almeno esternamente. Integrato in una struttura edificata probabilmente negli anni ’70, la facciata del locale ne raccoglie inevitabilmente lo stile essenziale ed asciutto. Una breve rampa bilaterale conduce all’ingresso principale, protetto da una tenda parasole rotondeggiante. Gli infissi sono in dozzinale allumino chiaro, mentre la sbiadita insegna esterna tradisce i segni del tempo che scorre inesorabile. Dopo un breve cincischiare in pressoché inutili convenevoli, i tre burricchi decidono di varcare la soglia del ristorante.
L’interno del locale non risulta complessivamente più accogliente dell’area esterna. La sala principale si estende dal bruno bancone del bar fino alla regione opposta, accrescendo poi lateralmente verso (presumiamo) la zona pizze. Componenti d’arredo moderno, si alternano disorganicamente ad elementi più rustici, mentre alcuni discutibili dettagli – come i frigoriferi a vista e una pila di cartoni da pizza a fianco del nostro tavolo -, lasciano intendere che la ricerca dell’armonia estetica non sia una stringente priorità del ristorante.
Invero, celata al di là del corridoio che porta alle toilette, abbiamo notato una più grande sala, dall’aspetto maggiormente gradevole ed accomodante.
Il servizio è garantito da un unico corpulento cameriere, supportato occasionalmente da un responsabile di sala (il gestore?) più anziano.
Verificata oralmente la nostra prenotazione, il cameriere ci fa accomodare ad un tavolo ben più spazioso per accogliere rispetto alle necessità di tre burricchi. Il Raschione accenna qualcosa su un sesto ospite non pervenuto; a Jesus non tornano i conti, ma considerata l’entropia che agita la sua mente e l’alta filosofia degli Sticazzi a cui affida il suo errare sulla Terra, decisamente non ci fa caso. Dopo qualche minuto, ecco manifestarsi l’origine di queste incongruenze. Con disorientata sorpresa da parte dell’ingenuo quadrupede, in sala facevano ingresso due inaspettate quanto gradite fanciulle che, essendo state invitate per tempo dal Raschione e dal burriccu Tony, si accomodavano felicemente al nostro tavolo. A salvaguardia della loro riservatezza – Sapete quanto io sia irreprensibile su questo tema! -, ne citerò solo le iniziali: A. e S. Saranno loro, eventualmente, a farsi avanti per svelare la propria identità, così assecondando la curiosità morbosa dei nostri lettori.
Nonostante l’aspetto rustico e spartano del locale, il cameriere si presenta piuttosto preparato e formale, in particolar modo nella conduzione di cernita e presentazione del vino, salvo poi però perdersi in non veniali distrazioni, come presentarsi con dei calici inadeguati, dopo la sollecitata richiesta si sostituzione, a seguito di un aggiornamento del nettare in uso.
Nella fattispecie, ad accompagnare i comandati antipasti di mare, A. e il Raschione – anche in funzione di qualche difetto di presenze in cantina -, convenivano di optare per un ottimo bianco “Iselis” delle cantine Argiolas, poi seguito da un Vermentino di Sardegna DOC “Giunco” di Mesa.
Gli antipasti si articolavano in numerose portate (dieci), piuttosto semplici nella preparazione e singolarmente (vedi ad es. lo scabecciu) centellinate per un gruppo così numeroso.
Ad ogni modo, possiamo di certo attribuire alla serie di pietanze un giudizio superiore alla sufficienza, sintesi di piatti molto gustosi, affiancati ad altri meno piacevoli: ottime e traboccanti ostriche crude di Arborea; buonissima insalata di mare (prematuramente e visivamente mal giudicata dai diffidenti commensali) con polpo, seppie e gamberi; pessimo (troppo acido) salmone marinato con cipolle, olio e limone; anonimo scabecciu di cernia; discreti bocconi (murici) di mare, non perfettamente spurgati dalla sabbia. A seguire: buon salmone affumicato, mediocre fritturina di cozze e gamberi; buon pesce spada con purea di pomodoro (invero, il sapore del pesce veniva totalmente coperto, e risultava utile solo per garantire la consistenza dell’insieme); ottime orziadas fritte. Concludeva la serie di antipasti, una zuppa di cozze e arselle marinate di media qualità.
Dopo una licenziosa esibizione di tatuaggi in corso d’opera, da parte di una delle due ospiti, avendo il burriccu Tony una freudiana avversione per i primi piatti, gli asinini commensali procedevano per richiedere un comune approvvigionamento di spaghetti ai ricci di mare, misurati per le fauci di quattro persone. In realtà questa volta, la quantità presentata risultava praticamente doppia rispetto a quella richiesta, per cui gli spaghetti sono ahimè rimasti per metà nella pirofila, anche in virtù di un sapore che si manteneva entro i limiti della sufficienza. Segnaliamo, inoltre, una spolverata di bottarga da parte di S., con tanto di inorridimento di Jesus e di Tony per il possibile scempio del riccio di mare!
Spazio c’era ancora per un secondo piatto, concordato in una grigliata mista, con declinazione in seppie calamari e gamberoni arrosto. Qui dobbiamo segnalare un nuovo default da parte del servizio, che proponeva di accompagnare il pesce ad un contorno, solo dopo che questo era già arrivato a tavola. Ad ogni modo, seppur in ritardo, Jesus richiedeva del pinzimonio, accompagnato da salsa vinaigrette (pomodorini, finocchi, carote e sedano) per il quale registriamo un lontano retrogusto di terra da parte di qualche componente. La grigliata risultava gustosa e ben cotta se facciamo riferimento ai calamari e alle seppie, mentre del tutto inadeguata relativamente ai gamberoni (forse extra-territoriali, ma la cosa sarebbe da accertare) degradati da un lontano gusto di amoniaca.
Ottimi invero i dolci: crema catalana per A., Tiramisù per il Raschione e S., buonissimo sorbetto al limone amaro per Jesus. Il pranzo si concludeva con dei buoni caffè, una grappa barricata “903″ per il Raschione, una “Animanera” per Tony, e due Cynar per S. e Jesus. Conto finale, 52€ cadauno, poco giustificato rispetto alla qualità complessiva delle pietanze e del servizio, giudicabile un 20-25% in eccesso rispetto al giusto dovuto.
VALUTAZIONE “La nuova Trattoria”: Due Burricchi. | |||
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Ristorante La nuova Trattoria |
Indirizzo: Via al Mare 3, Sarroch Telefono: 070900420 [mostra in google maps] |
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17 feb 2013 alle 18:01
Centocinquanta. A meno di un anno dalle celebrazioni del centesimo traguardo della Standard & Poor’s della ristorazione cagliaritana, la compagnia si trova già al giro di boa in attesa di bissare il traguardo. Quale miglior teatro in questa maratona se non il paese della fiamma olimpica, la fumosa Sarroch, con le contraddizioni di una terra che ospita la più grande raffineria d’Europa, ma che offre il carburante più costoso del cagliaritano, culla della ristorazione senza pretese, ma anche dell’insidia per lo straniero.
Nella via che porta al mare, già percorsa, in passato dai Donkeys, seppur con magro bottino di indimenticabili senzazioni, ospita la Nuova Trattoria (da Nietta), locale storico, almeno quanto i tre datati somari titolari. Formazione rimaneggiata per assenza dell’ipotricotico burriccu, con la gradita novità dell’esperto burriccu Tony, noto allevatore di cani della zona, a suo dire.
Ambientazione piuttosto disordinata, senza particolare cura per la separazione delle zone adibite a diverse destinazioni d’uso; bancone bar, sala interna, pizzeria da asporto seppure al momento non operativa. Veniamo fatti accomodare in uno spazioso tavolo, a ridosso di una sorta di esposizione di cartoni per le pizze. Il servizio è garantito da un corpulento cameriere, alternato da uno dei gestori e si rivelerà cortese e disponibile, salvo qualche caduta di stile, come la poco sollecita sostituzione dei calici al cambio dell’etichetta del vino, nonostante esplicita richiesta.
Il buon assortimento dell’offerta della cucina non sempre è supportato da una qualità ineccepibile dei piatti, soprattutto per quanto riguarda alcuni antipasti, come il poco nostrano salmone marinato la fritturina mista, mentre degne di nota le ostriche, le orziadas e una sorprendente insalata di mare. Il primo piatto difettava di sapore probabilmente per l’eccesso di pasta rispetto al condimento a base di ricci, sebbene gradevole fosse la continuità dei sapori. La grigliata finale non ha allontanato i difetti, soprattutto per via dei gamberi risultati decisamente anonimi al palato degli esigenti burricchi.
Nota positiva per i dolci della casa, decisamente di buona fattura.
La Nuova Trattoria offre una cucina tradizionale senza eccessive pretese, unita ad un servizio gentile e professionale, ma con poca cura per qualche dettaglio ambientale e qualitativo, che fanno sì che il giudizio non si sposti dalla sufficienza: due somarelli.
Nota positiva della ciccionata la graditissima presenza (fortemente richiesta) delle nostre ospiti A. e S. che con il giusto tocco di femminilità hanno fatto passare in secondo piano i dettagli tecnici di un pranzo che diversamente avremmo scordato in fretta: grazie e…
ripassate meglio il protocollo
Ugualmente grazie al burriccu Tony per aver messo nuovamente a disposizione la propria esperienza per il Donkey Challenge, nonostante i tanti impegni.
18 feb 2013 alle 17:32
Mi unisco alle due recensioni dei “Master Burricchi”, solo come una delle ospiti, fortemente richieste, e lusingata di tale invito…
..Il viaggio verso la nostra “ciccionata” inizia con uno splendido sole di un sabato mattina, che ci scalda il viso e gli animi, e rende la giornata ancor più positiva..
Passo a prendere A.la mia grande amica e compagna di avventure,e insieme partiamo, come dice Ettore per “il paese della fiamma olimpica”, con aspettative assai più alte di quelle che ahimè ci siamo ritrovate ad affrontare ..assimilare e con difficoltà digerire!!
Arriviamo con soli dieci minuti di ritardo..gli altri tre commensali, Ettore,Tony e Jesus intanto avevano già preso posto a tavola.. So che non è carino, sopratutto al primo appuntamento, ma si sa il ritardo è donna..
Ci accomodiamo, e con piacere iniziamo la nostra scelta di piatti, dagli antipasti al primo, il resto l’avremmo deciso successivamente.. scegliamo il vino… inizia il nostro pasto..
Non starò a raccontare le impressioni avute dalla struttura del locale, in quanto sia Ettore che Jesus sono stati esaustivi nel descriverlo.. Io, d’altro canto, conoscevo già il ristorante, ho festeggiato due Capodanni che mi avevano lasciato un buon ricordo, sia per la preparazione del locale, addobbato per l’occasione, sia per quel che concerne i piatti proposti in entrambe le serate, gustosi, freschi e ben preparati, con un rapporto qualità prezzo,vista anche l’occasione, ben equilibrata.
..Mi dispiace, non poter dire altrettanto di questo pranzo.
A parer mio, alcuni piatti, a partire dagli antipasti non erano cosi allettanti come ricordavo, come il salmone servito su un letto di cipolle (troppe), e il carpaccio di pesce spada coperto dal sapore del pomodoro fresco..
Ho gradito invece, come scrivono anche i burricchi, le orziadas fritte e l’insalata di mare.. purtroppo non posso esprimere il mio parere sui bocconi, perchè non li mangio ..ho però assaggaito un minuscolo pezzo di ostrica, che per quanto non sia un’amante del genere, riconosco la loro freschezza..
Passiamo al primo dopo qualche bicchiere di buon vino bianco “Iselis” che non conoscevo e che il mio palato ha particolarmente apprezzato..senza nulla togliere alla seconda bottiglia, rigorosamente di bianco “Giunco”.. Arriva intanto, con nostro immenso piacere una pirofila abbondante di “spaghetti ai ricci” che il nostro amico Tony ha declinato, perché non amante dei primi ..e che noi avremmo divorato senz’altro se non fosse stata poco condita e con poco gusto..tant’è vero che “ebbene sono stata io”, ho dovuto insaporirla con una spruzzatina di bottarga.. il tutto con il dito indice di Tony e Jesus, puntato contro al grido di “GIAMMAI”..:-)
Decidiamo dunque per il secondo..una grigliata di seppie, calamari e gamberoni.. I primi due d’impatto sfizioso, assaggio la seppia.. buona, saporita e ben cotta.. ma ormai la mia pancia è piena.. lascio posto al dolce , perciò non so esprimere un parere sui gamberoni e i calamari, ma fidatevi dei burricchi che hanno assaggiato il tutto..
Arriva finalmente il dolce, decido per un tiramisù, e devo complimentarmi, perchè era veramente buono, leggero, si distinguevano bene i sapori del caffè e della crema al mascarpone per nulla esagerata..
Passiamo poi al caffè, e agli amari.. freschi al punto giusto i Cynar e la Grappa barricata 903, non altrettanto L’Anima nera ordinata da Tony.. Decidiamo a questo punto di chiedere il conto.. Quando questo arriva, e suddividiamo le quote, penso di essere vittima di “scherzi a parte” ben
€52,00 a scalpo.. già perché ci han fatto proprio quello.
Sono del parere che il rapporto qualità/ prezzo non sia di casa alla “NUOVA TRATTORIA”, almeno di questi tempi.
Sono andata via con l’amaro in bocca e un po delusa..Fortunatamente i tre burricchi Tony, Ettore e Jesus ci hanno allietato la giornata.. Grazie a loro e un consiglio per “LA NUOVA TRATTORIA” : RIPRENDETEVI!!!
18 feb 2013 alle 17:42
La lunghezza, completezza e precisione del tuo contributo lascerà un po’ di amaro in bocca a chi si è caricato l’onere della prosa a seguito del gran rifiuto…
Grazie ancora S. per la divertente compagnia e per aver accettato di viaggiare con noi per una giornata
18 feb 2013 alle 18:01
Come già accennato dal Raschione, non vidi e conobbi la ragione per la quale, la neo-burricca S. si sia sottratta – a mo’ del CEO vaticano -, all’impegno della recensione, avendo prodotto un commento di gran lunga superiore alle escursioni espositive a cui ci ha abituato, per esempio, il terzo triumviro ufficiale, in questa occasione assente. Ad ogni modo, speriamo che vi siano nuove e più appaganti occasioni alimentari per rivedere A. e S., e per maggiormente coinvolgerle in questo gravoso impegno, del quale pochi lungimiranti ospiti scelgono di sollevarmi.
18 feb 2013 alle 17:54
ahahah!! Speriamo che anche il suo parere sia positivo come il tuo!
Grazie a voi.. per me è stato un vero piacere.. alla prossima magari .. baci S.