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mag 3 2014

Ristorante Hotel Monte Arcosu – Uta

 Scritto da Jesus | | Commenta

Monte Arcosu - Piscina

Monte Arcosu – Piscina

 

Giovani e anziani custodi del miracolo della vita; anime imbelli che avete per secoli vagato tra le bellezze del Creato, senza mai avvertirne e scorgerne il fondamento; monocordi mandibolatori di professione, che l’atto del deglutire avete elevato come vostra unica fonte di sostentamento fisico e morale. Rinnegate oggi il vostro oblio; inspirate ed ispirate il caldo alitare della Natura; oscurate il vostro sguardo ai falsi riverberi della luce; mirate le forme imponenti dei monti; purificate i vostri occhi con le acque dei limpidi torrenti, glorificate il pensiero di Jesus e infine disilludetevi di quanto appena letto, perché se l’avete fatto avete sacrificato ben troppa vita, verso il volgersi della vostra fine…. Fine.
 

Monte Arcosu - Interno

Monte Arcosu – Interno

 

Appunto la Natura ci mancava. Il freddo condersarsi della brina che punge la pelle,  il soffocante odore del bestiame nei campi, lo sprezzante colore delle foglie,  l’auto-erotico sfregar delle fronde degli alberi, l’agitarsi di colorati pennuti e il confortevole calore del sole, che dona ottimismo e rassicura ciascuno delle proprie speranze.
Tutto questo non avremo oggi modo di descrivere e raccontarvi perché, all’atto di indirizzarci verso l’oasi naturalistica del Monte Arcosu, l’indecifrabile macchina delle ciccionate del Raschione Ettore, stabiliva altresì che il rituale avrebbe dovuto consumarsi nelle ore notturne, negando quindi, dal principio, ogni possibile velleità di bird o donkey watching.
 

Monte Arcosu - Salumi

Monte Arcosu – Salumi

 

Arrivati non con qualche difficoltà al ristorante con la nuova quasi-cento cavalli del Raschione Ettore, dopo un lungo andirivieni condito da «alza i fari che non si vede niente» e «perché stiamo facendo questo giro inutile?», i Burricchi subitamente prendevano coscienza che la serata non sarebbe stata tranquilla e silenziosa. Nel parcheggio dell’hotel, decine di macchine con drappi bianchi, e un eco lontano di intrattenimento musicale, ci suggerivano che avremmo condiviso gli spazi con un banchetto nuziale. La certezza arriverà quando, nell’appropinquarci con passo da soma verso la struttura, riuscivamo poi a cogliere distintamente le parole dei testi di Pupo e dei Ricchi e poveri.
 

Monte Arcosu - Antipasti

Monte Arcosu – Antipasti

 

E’ senz’altro accattivante e ben curata l’ambientazione dell’Hotel Monte Arcosu. Immerso nella magia delle colline ai piedi dell’omonimo monte di Uta, architettonicamente ricorda una grande magione di campagna nella quale domina l’elegante piscina all’aperto. L’interno – o per lo meno la sala ristorante – si qualifica con arredi rustici, decori in pietra e tovagliame ocra/arancio, in tinta con alcune colonne portanti. Parte della sala destinata agli ospiti del matrimonio era confinata da pseudo-murature tensostrutturali, mentre i Burricchi venivano fatti accomodare in un più intimo e frequentato spazio nei pressi della reception. Il tavolino d’accomodo risulterà particolarmente minuto, tanto da necessitare una appendice mobile, onde consentire la comoda distribuzione delle portate; appendice, che verrà messa a dura prova dalle periodiche capocciate di un infante, lasciato allo stato brado dagli astanti progenitori. Non è particolarmente calorosa l’accoglienza riservata ai Burricchi da parte dei camerieri, probabilmente troppo impegnati nelle frenetiche attività della festa nuziale. Ad ogni modo venivamo fatti accomodare informalmente da un signore “in borghese” che poi si sarebbe affrancato presso tavolo di terzi avventori, presumibilmente suoi conoscenti diretti. A parte le questioni di forma (come una chewing-gum galeotta), il servizio si dimostrerà comunque sufficientemente rapido ed adeguato.
 

Monte Arcosu - Tortino carote spinaci

Tortino carote spinaci

Monte Arcosu - Melanzane

Melanzane

 


Esclusa ovviamente la possibilità di desinare con la pizza, ordiniamo abbastanza velocemente antipasti e primi, facendoci catturare dall’offerta di selezione di pietanze miste di terra e di mare. Difficoltà nella selezione del vino. Dopo una fase di titubanza da parte di Marrocu, il Burriccu Raschione comandava repentinamente una etichetta (la più costosa!) non gradita all’Ingegnere, che dopo un attimo di smarrimento, richiamava vistosamente il maître convenendo, pur di non dare soddisfazione all’antagonista asinino, con l’ipotesi di mediazione suggerita da Jesus: Torbato DOC di Sella&Mosca “Alghero”.
 

Monte Arcosu - Fregola

Monte Arcosu – Fregula con arselle

 

Diciamo subito che gli antipasti, sebbene composti da un numero considerevole di portate (tredici) e seppure abbiano esordito con un discreto vassoio di salumi (ottimo prosciutto crudo, ottima salsiccia sarda, anonimo prosciutto cotto!) nel complesso ci sono apparsi insignificanti, dal punto di vista della presentazione e dalla rendita in termini di gusto: «sembra il festival del sottolio». Inoltre, a prescindere dalla sovrabbondanza di olio, da riferirsi a buona parte dei piatti, dobbiamo rilevare di aver personalmente notato (almeno Jesus e l’Ing.Marrocu) un quasi comune denominatore di gusto nei condimenti: uno strano sapore, che pizzicava la lingua, come se le verdure e gli ortaggi fossero stati lavati e purificati con un utilizzo eccessivo di bicarbonato.
 

Monte Arcosu - Culurgiones

Monte Arcosu – Culurgiones

 

Ad ogni modo, fatti salvi gli errori dovuti alla memoria, e all’assenza per turismo sessuale in Ukraina del Raschione Ettore, gli antipasti si articolavano in: salumi, insalate di mare con olive nere e peperoni, polpo con patate, pasticcio di funghi e pecorino, funghi sott’olio, insalata di tonno e pomodori, pesce azzurro marinato, involtini di melanzane arrosto, insalata di gamberi, piedini d’agnello, melanzane sott’olio e dignitoso tortino di carote e spinaci, servito un po’ troppo freddo. Al «vi siete arresi?» della cameriera, in fronte al fatto che le cibarie erano in gran parte rimaste nei loro accomodi (cosa anomala per i Burricchi!) abbiamo reagito con un pietoso silenzio.
I primi piatti, invero, sollevavano un poco la media, per effetto del gusto gradevole  «con questi andiamo sul sicuro» dei culurgiones (Di Azara?) con ripieno di patate e formaggio, conditi con pomodori e spolverata di bottarga, scelti da Jesus e Marrocu, mentre il Raschione Ettore non gradiva troppo la sua fregula con arselle, pomodori e prezzemolo, seppure l’irregolarità dei grani lasciasse pensare ad una pasta artigianale.
 

Monte Arcosu - Tiramisù alla banana

Tiramisù alla banana

Monte Arcosu - Macedonia

Macedonia

 

Dopo aver discusso sulla ipotesi di procedere con una grigliata mista, abortita per il fatto che (onestamente) ci veniva comunicato che i gamberoni erano in realtà congelati, passavamo direttamente ai dessert: macedonia per l’Ing. Marrocu, anomalo tiramisù alla banana («voi quando sentite parlare di banana vi ci buttate subito!») per Jesus e il Raschione. Se trattavasi di un esperimento dello chef, certamente è fallito: gusto indeciso tra l’aspro e l’annacquato. La cena si concludeva quindi con dei caffè, e con un fil’e ferru (acquavite) per Jesus.
Costo complessivo della serata 29€ cadauno, da ritenersi adeguati, almeno per quanto concerne il numero di portate che abbiamo ingurgitato.

 

L’Hotel Monte Arcosu è splendidamente collocato nell’omonima oasi naturalistica, immerso tra le verdi colline di Uta. Nonostante questo, dobbiamo dire che la cucina, in particolare antipasti e dolci, non si sono dimostrati all’altezza delle aspettative, forse a seguito del concomitante banchetto di nozze. Un burriccu con menzione speciale per la location.

 


VALUTAZIONE “Monte Arcosu”: Un Burriccu con menzione speciale.
Ristorante Hotel Monte Arcosu Indirizzo: Loc. Monte Arcosu, Uta – CA
Telefono: 070969291    [mostra in google maps]
 

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mar 10 2014

Ristorante Su Carduleu – Abbasanta

 Scritto da Ettore | 10 commenti | Commenta

Su Carduleu - Interno

Su Carduleu – Interno

 

Il signore della festa, uomo e donna al tempo stesso, né femmina né maschio, celato nella enigmatica maschera asinìna di terra cotta, forte del consenso del Gremio dei Maniscalchi, in questa domenica di bagordi è pronto a condurre la corsa più famosa dell’isola. Già durante il solenne rituale della vestizione si capiva che questa volta qualcosa era cambiato: la consueta sobrietà e poca ricercatezza aveva in qualche modo ceduto il passo allo stile, ad una insolita eleganza ed opulenza. Chi si nasconde dietro quella maschera? Chi sarà mai questo somaro invincibile su cui grava la responsabilità del comando? Sarà forse un dono dall’Alto dei Cieli, una testimonianza delle forze del bene che vegliano su di noi? Un profeta mandato dal famoso Patrono dei Ciccioni? Si parlerà a lungo di questa ennesima edizione della corsa a burriccu più famosa dell’isola, quella che ogni weekend porta voraci rivenditori di verbo a trasformare ingenti quantità di cibo e alcool in orecchiabile prosa per lettori esigenti sebbene, per la maggior parte, poco avvezzi a ripercorrere i passi dei propri beniamini.

 

Su Carduleu - Antipasti

Su Carduleu – Antipasti

 

Per la prima volta in contemporanea con la decisamente meno famosa corsa a cavallo (ho detto cavallo??) de Sa Sartiglia, sebbene preferita da talune nostre fan, questa avventura verrà ricordata proprio per la mancanza de su Componidori Jesus, sempre più prossimo a quel Regno dei Cieli già citato, in un travagliato periodo di lungodegenza che gli ha garantito, – tra le altre cose, una certa positività nel bilancio del mese, – ma al tempo stesso probabilmente garante per il risultato di una trasferta che, in principio, sembrava non incontrare il favore degli dei, almeno quelli legiferanti in materia di meteo. Domenica 2 marzo. Sono le 11:35 di una uggiosa mattinata quando i due somari titolari Ettore e Ing. Marrocu si ritrovano nel parcheggio di un noto centro commerciale dell’hinterland cagliaritano al fine di redistribuire il carico asinìno in maniera ecosostenibile per l’imminente trasferta oltre i confini della provincia. Nell’attesa di Miss Parker, in ritardo giustificato e pre annunciato, provano a imprimere qualche stimolo all’economia locale con l’acquisto di accessori elettronici di basso profilo che occuperanno l’attenzione del nostro ipotricotico eroe per i giorni a seguire.

 

Lombetto di coniglio

Lombetto di coniglio

Cervellino fritto

Cervellino fritto

 

Con quasi mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia l’inedito Triumviurato poteva incamminarsi a bordo della teutonica vettura, cercando di recuperare sui tempi con un’andatura adeguata, interrotta soltanto da un pit stop carburante con qualche difficoltà. Destinazione Abbasanta, il paese dell’acqua santa, che ha accompagnato la comitiva per buona parte del tragitto (con il benestare di Jesus), presso il Ristorante “Su Carduleu” nella via Sant’Agostino. Il locale si configura come bar ristorante con il bancone in legno all’ingresso lungo il lato nord, con alcune sedie e tavolini di fronte, a ridosso del disimpegno di separazione con l’unica sala.

 

Su Carduleu - Culurgiones ai gamberi

Su Carduleu – Culurgiones ai gamberi

 

Quest’ultima, cede la parte di nord ovest della pianta rettangolare originale alle cucine; nella zona adiacente a queste, grazie alla presenza di un vistoso pilastro centrale è ricavata una zona più discreta ove sono ospitati alcuni tavoli, immediatamente prima dell’ingresso ai servizi, sul lato ovest; le pareti arancio spugnate presentano una sorta di cornici color crema che delimitano la zona appena descritta e sono riempite con stampe celebrative degli sport equestri, assai vicini alla natura degli avventori; un’ampia vetrata sul lato nord assicura l’illuminazione a giorno, mentre quella artificiale è affidata a eleganti faretti ben adattati al contesto. Ovunque nel perimetro diverse madie fanno da banco espositore per i prodotti del territorio e accessori della tradizione contadina, oltre ad eleganti supporti in legno per etichette isolane e nazionali di raro pregio. Complessivamente la sala può ospitare poco più di trenta coperti, organizzati in tavoli in legno composti da unità di due posti; molto elegante il tovagliame bianco, mentre un sottofondo musicale swing jazz completa la gradevole ambientazione.

 

Tagliatelle al coniglio

Tagliatelle al coniglio

Pizzos de pasta

Pizzos de pasta

 

Il servizio, che si rivelerà assolutamente impeccabile, è garantito da un maître, più o meno coetaneo degli elementi della comitiva, e da una giovane cameriera. Per dovere di cronaca registriamo un momento di incomprensione tra l’Ingegnere e il responsabile di sala all’atto dell’assegnazione del tavolo, che ha comportato il passaggio attraverso più soluzioni, prima del ritorno a quella proposta inizialmente; il tutto unicamente per un inspiegabile, quanto insano, desiderio di vicinanza dell’ipotricotico burriccu a chi Vi scrive – Ettore: Dottore tiri pure a cas**u!!. Dopo una breve presentazione del locale e della cucina, che potremmo collocare nelle fasce più integraliste della filosofia di filiera a kilometro zero, decidiamo di lasciarci guidare dal personale attraverso un percorso misto di mare e di terra che andremo a descrivere.

 

Su Carduleu - Lombo di pecora

Su Carduleu – Lombo di pecora

 

La scelta del vino, operata dal solito sedicente sommelier Marrocu ricade su un eccellente DOC “Barrosu” Riserva 2011 della cantina di Giuseppe Montisci di Mamoiada, prodotto da vitigni Cannonau secondo le tecniche di una volta. Immancabile il rito dell’assaggio con la consueta lenta teatralità delle movenze e il per nulla scontato referto: – Straordinario!.. Durante la fisiologica attesa degli antipasti si consuma il primo approccio con la cucina de Su Carduleu: straordinario pane di semola chivarzu di Paulilatino, servito in bruschette con olio extra vergine d’oliva biologico di Aidomaggiore: poesia pura, ne voglio adesso, portatemene subito!!..
Dopo quest’inizio col botto arrivano al tavolo dei famelici recensori uno squisito crostino di pane chivarzu con lardo dolce di Paulilatino, cardi selvatici e pomodori secchi sott’olio dal gusto impressionante, considerato il fatto che nessuno dei commensali solitamente gradisce simili pietanze, e un superlativo, anzi direi squartarato, lombetto di coniglio riempito con i fegatini, saltato con ortiche insaporite alle alici, e accompagnato da ottima coratella d’agnello, da inchino ed applauso, a concludere la prima manche di antipasti. Nonostante un certo imbarazzo del personale di fronte alla voracità – tipicamente casteddaia – dei burricchi, riconosciamo grande attenzione alla segnalazione di clienti con intolleranze alimentari in fase di prenotazione, che ha garantito una rivisitazione ad personam di alcune prelibatezze proposte.

 

Su Carduleu - Dessert dolci

Su Carduleu – Dessert dolci

 

Seguivano, con tempi perfetti, un’ottima quaglia arrostita con briciole di chivarzu, riduzione di cannonau e cipolla caramellata, una spettacolare frittella di cervellino d’agnello su vellutata di asparagi selvatici con olio d’oliva, per terminare con una semplicissima, ma magistralmente realizzata, “suppa de pis’è cara” (Zuppa di fagioli, di Riola Sardo) con pane bruschettato e olio. Terminati gli antipasti con estrema soddisfazione il percorso gastronomico si divide tra terra e mare per i primi piatti: Miss Parker optava per uno squisito piatto di “pizzos de pasta” al nero di seppia ai frutti di mare e gamberi, chi Vi scrive per sensazionali, quanto scenografici, “culurgiones” alla riduzione di gambero rosso con asparagi selvatici, impreziositi dagli stessi crostacei crudi, mentre l’Ing. Marrocu optava per delle monumentali tagliatelle di farina di castagna al ragù di coniglio e ricotta affumicata. Impossibile stilare una classifica per questa parentesi e distribuire le pietanze sul podio, anche se la scelta di terra ci ha regalato qualche sensazione in più.

 

Su Carduleu - Arresoja personalizzata

Su Carduleu – Arresoja personalizzata

 

Pur avendo superato con abbondanza il fabbisogno calorico giornaliero, i tre avventori non possono esimersi da almeno un assaggio di secondo piatto. Su consiglio del maître ci viene portato un sontuoso filetto (lombata) di pecora appena scottato con sapa di Barbera, servito con antunna (cardoncelli) e patate arrosto, da condire con sale grigio della Bretagna (uno dei pochi ingredienti che non rispettano la territorialità): un nuovo modo di assaporare la pecora, principalmente per la cottura al sangue, sicuramente contaria ai paradigmi dell’arrosto sardo, e per il contrasto col sapore dolce della sapa, entrambi perfettamente raccordati dalla sapiente mano dello chef. Particolarmente caratteristici, oltre che efficaci, i coltelli a serramanico di fabbricazione artigianale forniti ai commensali per questa fase del pasto; alcuni di essi (probabilmente opera di un noto laboratorio artigiano della zona. Santu Lussurgiu ndr.) riportano il logo del locale nella lama. Immancabile il momento dei dolci, per la gioia di grandi, piccini, burricchi e intolleranti: eccellente semifreddo al croccante di mandorle per il nostro ipotricotico burriccu, superba mousse di cioccolato su letto di arancia candita con nocciole perlinate per Ettore, ineccepibile piatto di “parafrittus” e chiacchiere per Miss Parker, arrivate poi ad oltranza come gentile omaggio dello chef Roberto Serra, – intervenuto personalmente per salutare i presenti in sala, approfittando dell’occasione per illustrare agli ormai satolli burricchi la propria carriera e la storia del ristorante di famiglia, – insieme ad un piatto di dolci sardi; il momento veniva accompagnato, per la prima volta dopo esplicita richiesta di chi Vi scrive, da un ottimo “Angialis” delle cantine Argiolas. Il pranzo si concludeva con tre caffè, accompagnati da zuccheri aromatizzati dell’Ecuador, e da un’ottima acquavite di prduzione artigianale della zona. Costo dell’esperienza: 59,70€ cad. burriccu, da ritenersi leggermente sotto dimensionato rispetto all’immensa qualità del servizio registrata.

 
Il ristorante Su Carduleu è sicuramente un’eccellenza a livello isolano e un orgoglio per la ristorazione italiana, che ha il proprio punto di forza nell’esaltazione degli ingredienti del territorio, combinati in maniera sapiente e creativa per offrire al cliente una esperienza enogastronomica fuori dal comune. Una ambientazione gradevole ed un servizio impeccabile – a cui possiamo solo imputare il fatto di essersi fatto precedere dal sottoscritto nella richiesta di un passito per l’accompagnamento dei dolci -, completano un quadro perfetto e una avventura per noi indimenticabile, tanto da scomodare il quinto somarello e la parte più alta della classifica: complimenti!

 


VALUTAZIONE “Su Carduleu”: Cinque Burricchi.
Ristorante Su Carduleu Indirizzo: Via Sant’Agostino 1, Abbasanta (OR)
Telefono: 0785563134    [mostra in google maps]
 

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nov 28 2013

CUCINA.eat – Cagliari

 Scritto da Ettore | | Commenta

cucina.eat - Interno

cucina.eat – Interno

 

La strada è lunga, ma er deppiù l’ho fatto: so dov’arrivo e nun me pijo pena. Ciò er core in pace e l’anima serena der savio che s’ammaschera da matto.
Se me frulla un pensiero che me scoccia me fermo a beve e chiedo ajuto ar vino: poi me la canto e seguito er cammino cor destino in saccoccia.
(Trilussa – La strada mia)

Può accadere che il burriccu errante tracci un primo bilancio della sua vita e del cammino intrapreso, ripercorrendo sentieri, ambienti, sensazioni, aromi, compagnie vecchie e nuove, per capire il prossimo passo, la prossima stazione. Aumenta la consapevolezza che ogni viaggio vada rivissuto da nuove prospettive, in modo da apparire sempre diverso, regalando così sempre nuove emozioni e curiosità. Tuttavia, conteso tra questi articolati pensieri, la meta designata è sempre la stessa, diversa di volta in volta per sfumature e sensazioni.

 

cucina.eat - Tartare di salmone

cucina.eat – Tartare di salmone

 

Cagliari, sabato 23 novembre, ore 12:55. Tra i parcheggi di una nota piazza del centro due somari contrattano un accomodamento in sicurezza per la fedele utilitaria con un ambulante del posto.
– Ettore: Sta arrivando un ingegnere carico di soldi, ci pensa lui!!
Ma, approffittando della distrazione dei compagni, l’astuto ingegnere attento alle finanze riesce a dispensarsi da simili forme di mercato nero e a precedere il resto della comitiva alla soglia del teatro scelto per le celebrazioni del consueto rito della ciccionata settimanale.
– Ing. Marrocu: Già non vi manca niente!!..

 

cucina.eat - Petto d'Anatra

cucina.eat – Petto d’Anatra

 

Cucina.eat è una sorta di laboratorio polivalente, capace di presentare percorsi enogastronomici sotto forma di wine bar/ristorante, ma anche capace di rendere fruibile i propri prodotti quasi come una rivendita alimentare; è anche aula per interessanti corsi di cucina e degustazioni particolari di piatti preparati da chef di celebri ristoranti sardi in abbinamento ai prodotti di rinomate cantine isolane e nazionali. Ambientazione molto raccolta ricavata in una unica sala di pianta rettangolare; arredamento da lounge bar, disposto attorno ad un bancone centrale, che abbraccia i due pilastri che reggono la struttura, con ripiano molto ampio, capace di ospitare una dozzina di persone nei lati sud, est ed ovest, con la continuità del perimetro interrotta da due vetrine con bicchieri e bottigle di vario genere. Le pareti nord ed ovest sono riempite con lineari scaffalature in cui trovano alloggio accessori per cucina e ricercati prodotti enogastronomici in vendita. Le restanti pareti sono dominate da due ampie vetrate che garantiscono una buona illuminazione diurna, in completamento a quella artificiale garantita da piccoli faretti sospesi concentrati nella zona centrale. lungo la parete sud trovano posto quattro piccoli tavoli di forma quadrata in vetro e metallo che possono ospitare non più di otto coperti senza soluzione di continuità.

 

cucina.eat - Jamon Sérrano

cucina.eat – Jamon Sérrano

 

Ai burricchi verranno concessi metà dei posti a disposizione; lo spazio restante verrà assegnato ad una giovane e cordialissima famiglia che ha garantito una discreta convivenza spaziale con i voraci recensori e che salutiamo. L’offerta del locale è incentrata sulla “cantina del mese”, attorno a cui viene costruito un interessante percorso gastronomico, con modalità di fruizione tramite menu fisso o a la carte. Notevole l’offerta della cantina, in termini di assortimento e particolarmente attenta alle etichette extra-isolane, tanto apprezzate dal nostro sedicente sommelier, che non mancherà di proporre l’ennesima scelta sconsiderata in un mondo a cui non appartiene: DOCG Gattinara 2008 delle cantine Travaglini che, seppur ottimo, non sarà l’accompagnamento ideale del percorso gastronomico che si andava a intraprendere. La comitiva asinina decide per un menu misto di terra e mare, composto partendo dalla carta e dalle proposte del giorno.

 

cucina.eat - Carpaccio di carne

cucina.eat – Carpaccio di carne

 

Le ormai consuete e pretestuose polemiche sull’organizzazione e sulla scelta delle destinazioni accompagna l’attesa per gli antipasti, mentre una distrazione dell’Ing. Marrocu, intrattenuto da taluni avventori del locale, fornisce a Jesus l’occasione per assaggiare il vino, oltre che l’esposizione al pubblico ludibrio per la poca naturalezza delle movenze; inalterato comunque il risultato di tale ritualità: – straordinario!
– Ettore: Il tuo modo di miscelare sarebbe impeccabile… in un sistema non eliocentrico!
Il servizio in sala, garantito da una giovane cameriera e da una delle titolari, si rivelerà cordiale e disponibile, con tempi della cucina non lestissimi, ma accettabili, considerando che gli avventori in sala non mancheranno per tutta la durata del pranzo.

 

cucina.eat - Culurgiones al sugo

cucina.eat – Culurgiones al sugo

 

Il primo spizzico di antipasti mette subito a tacere le tensioni iniziali. Arrivano al tavolo un ottimo carpaccio di petto d’anatra, servito con crema di mirtilli, un piatto di sontuoso Jamón serrano (prosciutto di montagna iberico), un gradevole carpaccio di manzo con capperi selargini, servito con mostarda biologica, e una meravigliosa tartare di salmone con pere, impreziosita dalle uova dello stesso pesce. Antipasti notevoli per scelta degli ingredienti, preparazione e presentazione dei piatti. Seguiranno, dopo una fisiologica attesa, i primi. Scelta obbligata, ma presentata in due varianti: culurgiones ogliastrini, serviti con burro e salvia per Ettore e Jesus, al sugo per l’ipotricotico burriccu. Primi piatti gradevoli per delicatezza e continuità di sapori. Visto l’eccessivo protrarsi dei tempi del pasto e l’assenza di proposte interessanti per un eventuale secondo, il Triumvirato dichiara l’interruzione del momento proteico e si prepara al momento glicemico.

 

cucina.eat - Culurgiones burro e salvia

cucina.eat – Culurgiones burro e salvia

 

Disponibili solo l’apple pie, approvata per Ettore e Jesus, e lemon pie, piccoli bocconcini a base di meringa e crema di limone, presi in consegna dall’Ing. Marrocu. Non banale la scelta dei passiti per l’accompagnamento, scelta affidata unicamente all’esperienza degli esigenti recensori, a causa di mancanza di adeguate proposte guidate da parte del personale in sala. In realtà le decisioni sono state messe in mano alla casualità e alla fortuna del principiante che ha consigliato Malvasia di Bosa per chi Vi scrive, Marsala vergine Soleras delle cantine Rallo (20 YO) per Jesus, Pedro Ximénez Tauromaquia per il nostro sommelier. Dessert e accompagnamento di ottima qualità. Il pranzo si è concluso con caffè per tutta la comitiva e una selezione di liquori basata esclusivamente sulla musicalità dei nomi: whiskey Tullamore Dew – single malt (10 YO) per l’ipertricotico burriccu, Rhum Rhum Liberation 2010 di Capovilla, accompagnato da acqua ghiacciata su richiesta, per i rimanenti commensali.

 

cucina.eat - Lemon pie

Lemon pie

cucina.eat - Apple pie

cucina.eat – Apple pie

 

Al termine della degustazione dei liquori il personale ha gentilmente invitato i voraci recensori a lasciare il posto in sala agli allievi della imminente lezione di cucina settimanale: – bogausu a son’è gorru!!
Costo dell’esperienza: 45,13€ cad. burriccu, forse un 10% eccessivo rispetto a quanto apprezzato, ma comunque in linea con il notevole assortimento e la ricercatezza delle etichette provate.

 
Di recente apertura Cucina.eat rappresenta una piacevole novità a Cagliari per gli amanti di proposte enogastronomiche sempre nuove, sia per pasti veloci, sia per i pochi che hanno la possibilità di spendere maggior tempo, sia per chi è curioso di apprendere i segreti della preparazione dei piatti da parte di chef rinomati. La notevole cantina e la cucina d’alta scuola sono comunque in grado di regalare piacevoli momenti alla clientela e intravediamo ulteriori margini di miglioramento, in particolare con una maggior iniziativa e sicurezza nel guidare gli avventori durante i precorsi. Tre somarelli meritatissimi.

 


VALUTAZIONE CUCINA.eat: Tre Burricchi.
Ristorante CUCINA.eat Indirizzo: Piazza Galileo Galilei 1, Cagliari
Telefono: 0700991098    [mostra in google maps]
 

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set 29 2013

La Taverna di Castello, alla Marina – Cagliari

 Scritto da Jesus | | Commenta

Taverna Marina - Interno

Taverna Marina – Interno

 

Nulla di nuovo alla Marina. Solite vie, soliti odori, colori; soliti lontani schiamazzi e soliti Burricchi viandanti, che s’inerpicano sui falsopiani e discendono lungo i declivi dei santi e pluri venerati angiporto, che tanto hanno impegnato e alimentato le nostre passioni, e che piacere ci fa ritrovare oggi, quasi a cavallo del mese di Ottobre, identici come il caldo costume di Luglio li aveva vestiti. Stessa calura, stesso ciondolare allegro di lingue straniere, stesso reverente entusiasmo e stupefatto vociare ed ottimistica attesa: che dietro quell’angolo io scopra un anfratto mai veduto, e che più splendido sia di quello che lo precede, e che ancora prosegua scortato dalle solari pietre di tufo, grondanti profumi e genuino bucolico trasporto, fin su a raggiungere Castello e poi tornare indietro, perché la “Taverna” oggi è qui, e fin su non c’importa di salire.
 

Taverna Marina - Tagliere cinghiale

Taverna Marina – Tagliere cinghiale

 

Venerdì sera, ultimo week end di Settembre. La 150cv è in “recovery mode” e il Raschione non sa che ristorante scegliere per questa settimana, adducendo presunta saturazione del mercato asinino. Propone dapprima un ristorante sotto casa sua, salvo accorgersi successivamente che aveva chiuso i battenti giusto pochi giorni prima. Dato che non ha voglia di cercare oltre, il burriccu opta poi per “La Taverna di Castello” che abbiamo nel non lontano passato già visionato, ma che secondo lui può assumere il ruolo di nuovo locale, perché nel frattempo ha movimentato gli alloggi giù nel quartiere Marina. Sarà quindi questo non più che un aggiornamento, così come suggeriamo a lui di aggiornare le sue fonti, dato che solo passeggiando per le strette stradine del quartiere, sono saltati fuori almeno tre ristoranti non visitati: mandroni!
 

Taverna Marina - Funghi

Taverna Marina – Funghi

 

Jesus è nervoso. In primo luogo perché ha dovuto viaggiare in bus. Sceso alla fermata di ritorno da lavoro, vede lontano un bancomat: «speriamo che qualche c. non arrivi prima di me». Il fortunato arriva e, immediatamente dopo, per effetto della cugurra presidenziale il dispositivo si pianta bloccandogli la carta all’interno. E’ nervoso perché deve utilizzare lo scooter del Burriccu Sollai come vettore per raggiungere il ristorante, ma la sfortunata tattica del Raschione, innesca nuove dinamiche e porta lo stesso Sollai ad importunare un nuovo passeggero e protagonista della serata: la Cry! Dopo qualche minuto di viaggio sull’autovettura condotta dal Raschione, una telefonata arriva a sconvolgere nuovamente le nostre programmate vicissitudini: «non parte lo scooter, batteria morta, veniteci a prendere!»
21.05. Conclusasi felicemente l’operazione di pick-up, con circa venti minuti di ritardo sull’orario stabilito, Jesus e il Raschione raggiungevano finalmente la “Taverna di Castello alla Marina” dove già il Burriccu Sollai e la Cry li attendevano.
 

Taverna Marina - Antipasti mare

Taverna Marina – Antipasti mare

 

E’quindi inevitabile porsi subitamente nell’ottica del paragone. L’esperienza alla “Taverna di Castello” in Castello era stata eccellente. Qui troviamo non più una deliziosa piccola grotta in romantica penombra con pochissimi coperti disponibili, ma un locale più ampio e luminoso, articolato in un’unica sala con pareti e mobilia chiare, sobri decori e una serie di tavoli disposti all’esterno sulla Via Barcellona, per soddisfare il perverso piacere di desinare alla mercé dei venditori di (nell’ordine): rose, soprammobili, accendini, orecchie luminose e spade laser. Avvertiamo subito che la nuova ambientazione non potrà mai competere con la suggestione del Castello, ma di certo la posizione attuale diviene economicamente strategica, per attingere i propri avventori dall’infinita fiumana di turisti che discendono la Via.
 

Taverna Marina - Maccarrones

Taverna Marina – Maccarrones de busa

 

Il numero ben più elevato di clienti, inevitabilmente determina un rallentamento della velocità di cucina e servizio, per il quale non ci è dato modo, invero, di determinare la percentuale di mutazione rispetto alla recensione passata. Una cameriera, comunque, di certo l’abbiamo riconosciuta: «ci sgamerà subito, burriccu!!!».
Ad ogni modo, registriamo che dall’aver completato la formazione, alle 21.05, fino ad avere udienza almeno per i primi abbeveramenti, nell’occasione sono trascorsi 35 minuti circa. Nulla da dire, al contrario, sulla attitudine pratica del personale: puntuale e sistematico cambio di stoviglie e ceramiche, ineccepibile mescita del vino, la cui scelta e assaggio, in assenza del crumiro Ingegner Marrocu, è stata affidata al Raschione: ottimo rosso autoctono “Cagnulari”, cantina Santa Maria la Palma di Alghero.
 

Taverna Marina - Culurgiones

Taverna Marina – Culurgiones

 

L’anomala (per nostra abitudine) cernita del vino in qualche modo anticipa ed introduce il desiderio di assaporare per lo più pietanze di terra. L’iniziale intransigenza del Raschione è stata poi mitigata e formalizzata – in riferimento agli antipasti – con l’ordine di due porzioni di mix di “terra e mare”, articolati in otto portate (ne scopriremo cinque di mare). In esordio, arrivava in tavola un appagante tagliere di salumi e formaggi con prosciutto crudo e salsiccia su letto di rucola, fette di pecorino declinate in diversi gradi di stagionatura, il tutto accompagnato da confettura di fichi, particolarmente gradevole. Seguivano quindi dei buoni bocconcini di cinghiale al cannonau, parzialmente corrotti da una punta di acidità di troppo per proseguire con degli ottimi funghi (fritti) ripieni con pomodorini e dolce sardo, serviti su letto di carasau con formaggio fuso e accompagnati da miele millefiori.
 

Taverna Marina - Ravioli

Taverna Marina – Ravioli

 

Gli antipasti di mare si componevano di: buoni gianchetti (bianchetti) fritti accompagnati da polpettine di tonno e decoro di radicchio, carpaccio di pesce spada agli agrumi, insalata di polpo con melone e ananas (secondo Jesus il gusto dell’ananas copriva troppo quello del polpo, ma gli altri commensali l’hanno giudicata eccellente) per concludere con bocconcini di pesce spada in salsa primavera.
Giudizi contrastanti per i primi piatti. Jesus e la Cry si facevano affascinare dagli altisonanti maccarrones de busa in crema di ricci, nonostante di ricci non sia stagione e nonostante la cameriera gli avesse confermato che si trattava di prodotto surgelato. In realtà ricci surgelati, ancora ben colorati polposi e non acquosi abbiamo avuto modo di mangiarne; questi erano di qualità mediocre. Buoni invece i ravioli con speck e zafferano del burriccu Sollai e sontuosi i culurgiones con funghi porcini e guanciale del Raschione. Così come per gli antipasti, dobbiamo quindi giudicare anche i primi piatti mediamente positivi.
 

Taverna Marina - Dessert

Taverna Marina – Dessert

 

Invero, mediamente al limite della sufficienza, almeno per le nostre attese, i dessert, che apparivano non fascinosamente impiattati e con un generale stucchevole eccesso di zucchero: crema catalana per Jesus,  creme caramel per la Cry, tiramisù per il burriccu Sollai e semifreddo al croccante di mandorle con guarnitura di caramello per il Raschione. La cena si concludeva con due caffè, rum Ron Zacapa 23yo per Jesus (a cui non piace il rum, ovviamente, ma l’ha preso solo perché non guidava lui!)  rum Santa Teresa per Ettore, convenzionale Sprite per il burriccu Sollai.
Costo finale della cena 31€ cadauno, da giudicarsi un 15% inferiori rispetto a quello che ci saremmo potuto aspettate.

 

La Taverna di Castello alla Marina, si conferma un ristorante di discreto livello, ma risente dei difetti di una filosofia che, probabilmente, strizza l’occhio più al turista di passaggio piuttosto che all’insoddisfabile appassionato di cibo, che sale fin su a Castello per provare un’esperienza culinaria fuori dal comune. Buoni antipasti e primi, deludenti i dessert. Il secondo piatto è stato saltato per compensare i tempi piuttosto lunghi del servizio. Tre burricchi meno meno.

 

VALUTAZIONE “La Taverna di Castello alla Marina”: Tre Burricchi.
La Taverna di Castello, Marina Indirizzo: Via Barcellona 45/47, Cagliari
Telefono: 0703110056    [mostra in google maps]

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set 3 2013

Ristorante Plammas – Santa Maria Navarrese

 Scritto da Ettore | | Commenta

Plammas - Sala interna giardino

Plammas – Sala interna, giardino

 

Baunei, dal greco bainos, fornaci per la preparazione della calce ottenuta dalla fusione di rocce calcaree, rocce su cui si estende il territorio, spaziando attraverso zone montuose e ben quaranta chilometri di coste, caratterizzate da falesie a picco sul mare, splendide calette, doline, rupi, a partire dalla frazione di Santa Maria Navarrese, sorta intorno alla chiesa edificata in onore della Santa Madre che Jesus ha messo alla luce, per volontà della Principessa di Navarra, sopravvissuta al naufragio della propria imbarcazione nel mar Tirreno, intorno all’anno 1000 d.J., fino al confine Nord segnato a ridosso di Codula Elune, un’area intatta che sfocia nell’omonima cala, più nota ai turisti come Cala Luna. Terra di allevatori e di marinai, ma anche di somari allo stato brado, che vivono in pace tra olivastri secolari e altri cugini animali, in un equilibrio ritrovato e solo parzialmente perturbato dalla presenza di curiosi ed invadenti visitatori, che di asinìno qualcosa celano nella propria essenza.

 

Plammas - Antipasti

Plammas – Antipasti

 

Un inusuale momento di erudizione, contario alla natura stessa dei donkeys on holiday, accompagna il pre-serata di Ettore e Jesus a bordo di un trenino su gomma che da Baunei porta al Supramonte, visitando il parco dell’altopiano del Golgo, alla scoperta delle bellezze dell’Ogliastra d’alta quota. Presenti per questo prologo due giovani turiste del sud Sardegna che subito hanno avvicinato i popolari recensori, una volta riconosciuti, ma che poi avrebbero preso altre strade in serata, e la Donna del Presidente (DDP), in attesa di ricongiungersi alla Cognata del Presidente (CDP), e la sua amica Monica per formare nuovamente il Triumvirato femminile eletto a sostituire il terzo elemento mancante, secondo un inedito schema che ci piace chiamare esplosione frattale asinìna, in occasione dell’imminente secondo rituale di celebrazione dei sapori di questa trasferta, che avremo il piacere di condividere ancora una volta con i nostri lettori.

 

Plammas - Raviolini ripieni di seppia fritti e polpette di tonno

Raviolini fritti polpette

Plammas - Guazzetto di cozze

Guazzetto di cozze

 

Prosegue il percorso dei burricchi in vacanza attraverso gli splendidi paesaggi dell’Ogliastra in una insolita serata dominata da nubi minacciose e dal cielo plumbeo, nel percorso che dalla montagna del centro di Baunei porta alla via del mare, al centro della frazione di Santa Maria Navarrese. Mercoledi 21 agosto, ore 21:20; in un centralissimo ristorante della frequentata località turistica, un tavolo per cinque coperti è stato da poco gentilmente riservato, su richiesta di chi Vi scrive, per gentile intercessione del caro amico del posto che, in accordo con la nostra attenzione alla privacy di chiunque non faccia Marrocu di cognome, chiameremo D.P., e della compagna M.S., ai quali veniva delegato l’onere della scelta di un locale adeguato per ospitare la prima ciccionata ufficiale del Donkey Challenge nel suolo baunese: il ristorante Plammas, nella omonima via.

 

Plammas - Filetto di cernia con riso allo zafferano

Plammas – Cernia con riso

 

Il ristorante è inserito nella omonima struttura alberghiera e si sviluppa su due grandi sale chiuse da ampie vetrate che si affacciano su un giardino, separate da un disimpegno nel quale è ricavato l’accesso alle cucine e ai servizi. La sala Est è dedicata al bar. Nel giardino trovano posto una quarantina di coperti, all’ombra di diversi alberi, tra i quali spicca l’opera d’arte di un ignoto scultore che ha modellato il tronco a forma di viso di un uomo che fuma la pipa. Proprio negli spazi esterni veniamo fatti accomodare, in un ampio tavolo da cinque. Il servizio, sebbene cortese e disponibile negli interpreti, rivelerà, nel corso della serata, diversi episodi di poca coordinazione fra un efficiente e preparato maitre e le giovani cameriere, probabilmente stagionali.

 

Plammas - Culurgiones di cernia con panna e bottarga

Culurgiones di cernia

 

Non particolarmente assortita l’offerta della cantina, soprattutto per i vini bianchi, ma comunque dotata di etichette dignitose, tra le quali individiamo un ottimo IGT “Iselis” delle cantine Argiolas di Serdiana, servito con l’immancabile rito dell’assaggio effettuato, in mancanza dell’Ing. Marrocu, dal sottoscritto. L’offerta della cucina, oltre ad una buona pizzeria, si articola in percorsi di terra e di mare, secondo ricette classiche della tradizione ogliastrina. Concordiamo, come nostra usanza, un menu di mare, richiedendo al personale ed ottenendo di isolare i piatti contenenti allergeni per una delle nostre ospiti dai rimanenti, non essendo possibile intervenire sulle singole pietanze, alcune delle quali con basi di ingredienti preparate in precedenza. Un gradevole prosecco di benvenuto per i biumviri e la DDP inganna l’attesa per il ricongiungimento della compagnia, attesa gonfiata dal fisiologico ritardo accumulato dalla CDP e da Monica, impegnate nell’organizzare la gita in balia delle onde per il giorno seguente.

 

Plammas - Spaghetti ai ricci e bottarga

Spaghetti ricci bottarga

Plammas - Culurgiones ogliastrini

Culurgiones ogliastrini

 

Alle 22:00 circa la ciccionata può avere inizio con i primi antipasti che giungono al tavolo. La degustazione inizia con un notevole filetto di cernia servito con riso allo zafferano e impreziosito con foglie di crescione, particolare ma dal sapore perfettamente equilibrato, seguito dal piatto meno apprezzato della serata, una insalata di polpo decisamente poco consistente in sapore e troppo consistente al morso: tostadeddu!! Si prosegue poi con un impeccabile piatto a base di carpaccio di tonno e borraga a scaglie, un cocktail di gamberi rossi e verdure servito con salsa rosa e riduzione di aceto balsamico, impreziosito con fette d’arancia, e uno squisito carpaccio di alici servito con cipolle in agrodolce e foglie di crescione.

 

Plammas - Fregola ai frutti di mare

Fregola ai frutti di mare

 

Terminati i piatti freddi ci viene presentato un piatto a base di raviolini fritti al ripieno di seppia con polpette di tonno, ottimo come tutte le pietanze fritte (cit.), e un sontuoso guazzetto di cozze, sopravvissuto pochi minuti alla voracità della compagnia. Terminati con successo gli antipasti ordiniamo i primi piatti, classici culurgiones ogliastrini al sugo per la Dama del Presidente, gradevoli spaghetti ai ricci di mare con una spolverata di bottarga per Monica, particolari ed ineccepibili culurgiones al ripieno di patate e cernia, serviti con panna e bottarga per Ettore e Jesus, ottima fregola ai frutti di mare (cozze, arselle, seppie, scampi), servita su una caratteristica ciotola in terracotta. Nonostante il notevole livello di qualità della cucina, iniziavano a farsi sentire i rimorsi e le fatiche alimentari dei giorni passati in vacanza, al punto da decidere all’unanimità di rinunciare al secondo piatto per passare direttamente al dessert.

 

Plammas - Sorbetto

Plammas – Sorbetto

 

Dobbiamo registrare a questo punto il momento più imbarazzante per il personale, che ci informava preventivamente dell’indisponibilità della friggitrice e della cucina a causa dell’inizio delle pulizie di fine serata (ore 23:30 circa), mentre in sala erano ancora seduti diversi clienti; la scelta dei dolci viene perciò ridimensionata a dolci sardi secchi, scartati, e sorbetto al limone, promosso. La cena si concludeva con caffè per tutti, rimandando il momento della immancabile botta etilica nella più suggestiva ambientazione de “L’Olivastro”, poco distante, sul lungomare. Costo dell’esperienza: 28,50€ cad. burriccu, forse un pochino al di sotto rispetto qualità del cibo assaporato.

Il ristorante Plammas, sebbene poco rinomato fra i locali della località marittima rivela una notevole cucina, grazie all’uso di prodotti di assoluta qualità e di uno chef capace di rendere apprezzabili sia i piatti classici della tradizione ogliastrina, sia particolari ed accattivanti accostamenti di sapori. Al netto delle poche sbavature riscontrate nel servizio, che auspichiamo possano essere migliorate nel corso del tempo, come quanto riguarda la discutibile scelta di limitare l’offerta della cucina dopo certi orari, possiamo sicuramente consigliarlo fra le mete da provare per chi si trova in zona: tre somarelli stiracchiati, che comunque garantiscono l’attribuzione del primo adesivo rating a Santa Maria Navarrese.

 

VALUTAZIONE “Plammas”: Tre Burricchi.
Ristorante Plammas Indirizzo: Viale Plammas 49, S.M. Navarrese – Baunei
Telefono: 0782615130 [mostra in google maps]

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