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Osteria San Domenico – Cagliari

 Scritto da Jesus il 14 agosto 2011 alle 00:59 1 commento | Commenta

Osteria San Domenico - Cortile Interno

Osteria San Domenico – Cortile Interno

 

Al liminale interludio del mese dedicato all’imperatore Augusto, al culmine ultimo del mentale disequilibrio tra le fatiche del prima e l’attesa del poi, alla soglia dell’origine del fine (anno), ha inizio per Voi e per Tutti l’ultima – cronologicamente parlando – cena della irriducibile conventicola ainina, del sinedrio degli affamati burricchi, mai disposti a rinunciare, per qualunque ragione e di fronte a qualsivoglia impedimento, a celebrale il proprio rito.
Ha inizio per Jesus che, ormai libero dagli asfissianti pensieri del suo impegno metafisico, si chiede la ragion per cui, passeggiando per il centro città, ancora non sia giunto il tempo di scorgere l’esuberante follia della festa, la devastante insubordinazione delle note di un’assolo di musica Jazz, l’ebbrezza non composta di un sogno a colori, in luogo del conscio e intollerabile grigiore notturno; l’ardire di vivere Cagliari, follemente e senza tregua, per tutta una notte.

Osteria San Domenico - Polpo Sardine Tonno

Osteria San Domenico – Polpo Sardine Tonno


Ha inizio per il Raschione Ettore, che le stesse domande di Jesus ben più di una volta si è posto, trovando facile risposta nella scontata inettitudine altrui. Ha inizio per l’Ingegner Marrocu, più pragmaticamente soddisfatto di essersi esibito in un parcheggio da manuale, giusto in fronte al luogo prescelto per l’appuntamento. Ha inizio per il dottor Melis, preoccupato di doversi esibire in un esborso paragonabile al costo della ciccionata scorsa. Ha inizio, infine, per il quinto ospite della serata, il V-Hot versione By-Night, ufficiale manutentore della 150CV di Jesus, in procinto di affrontare l’interminabile viaggio verso la luce (del sole, si spera).
L’Osteria San Domenico è il palcoscenico per lo spettacolo che Vi attende: grazioso ristorante a cavallo tra la Via San Domenico e il traverso Vico Garibaldi. Ovviamente, in Cagliari.

Osteria San Domenico - Antipasti

Osteria San Domenico – Antipasti


Il Ristorante – che nel suo composito nome esprime la novella di Jesus, confinato tra il giorno di festa a lui dedicato e l’origine delle fatiche tramutate in esordio della baldoria – si articola in due eleganti sale interne, sobriamente arredate con mobilia povera, soluzioni e tonalità di buon gusto, uso sapiente di luci e pareti a specchio, oltre ché un pittoresco cortiletto esterno il quale sembra sgomitare, per la sua ricercata signorilità, con la sgarbata irruenza della espressione urbana.
In tale spazio, decorato alle pareti con l’azzurro del mare e arricchito da imponenti parasole vermigli (immaginiamo utilissimi nell’ora di pranzo), si accomodavano i cinque odierni commensali.

Osteria San Domenico - Fregola con le vongole

Osteria San Domenico – Fregola con le vongole


A servirli, dapprima una giovane ed aggraziata cameriera mora, gentilissima ma particolarmente rigida nei movimenti e, successivamente, un più anziano cameriere (titolare?) di una cortesia e garbata pacatezza, francamente difficili da ritrovare nei confronti dei clienti, in qualsivoglia esercizio commerciale. Particolarmente oneroso il suo lavoro perché, oltre che disquisire con il divertito Ing.Marrocu su aneddoti legati all’origine del Vermentino, si è dovuto prodigare in chilometriche interazioni con la cucina, non tanto per trasferire le numerose pietanze sul tavolo dei burricchi – al cui servizio venivano in soccorso due ulteriori collaboratori – ma piuttosto per affrontare la raffica di richieste di delucidazioni da parte dei medesimi, sulla composizione e preparazione di ciascuna deliziosa pietanza, sulle quali non dava l’impressione essere particolarmente preparato.

Osteria San Domenico - Tagliatelle al ragù di cernia

Osteria San Domenico – Tagliatelle al ragù di cernia


La cena iniziava quindi con un graditissimo brindisi di benvenuto su un cocktail a base di spumante, probabilmente brut. Il Buon Ettore concordava quindi, con il cameriere, la bottiglia di vino da immolare per la serata. In onore del dott.Melis (giusto per ragioni di stimolo economico) veniva scelto un ottimo Funtanaliras DOCG di Monti, etichetta oro; annata 2010.
Inevitabili gli antipasti di mare. Si iniziava con un buon polpo marinato, squisite sardine marinate con olio e aceto balsamico, per proseguire con del tonno fresco, condito con soli olio e prezzemolo, ma di gusto e delicatezza francamente rari. Si procedeva poi con verdure grigliate, eccellenti polpette di cernia, meno positivi “mangiatutto” con aceto, deliziose mousse di cipolle con prezzemolo e grana, per finire con dei superbi fagiolini (cornetti secondo l’esperienza brianzola del cameriere) con calamari e aceto balsamico. Spettacolari!

Osteria San Domenico - Grigliata mista

Osteria San Domenico – Grigliata mista


Primi piatti d’obbligo e in linea con la qualità assoluta degli antipasti: fregola con le vongole, seguita – per tutti i commensali – da un pressoché glorioso piatto di tagliatelle artigianali, al ragù di cernia: «Da applauso!».
Imperiale e fonte di prolungata diatriba tra l’addetto alla cottura e l’Ing.Marrocu, la grigliata mista conclusiva: seppiette, gamberoni arrosto, orate e spigole di mare aperto. Per quattro quinti degli astanti, sontuosa!
L’origine del contendere è stata la cottura della spigola, oggettivamente e per certi versi inadeguata, con tanto di venature rosse nella carne. L’Ing.Marrocu faceva notare la cosa al cameriere, che immediatamente si proponeva di sostituire il pesce (comunque divorato al 95%!).

Osteria San Domenico - Tiramisù

Osteria San Domenico – Tiramisù


Prima che arrivasse la nuova e più curata versione del prodotto ittico – poi risultata la più buona spigola mai assaggiata – delizioso siparietto dell’addetto alla cottura, che cercava invano di spiegare all’irremovibile ingegnere quanto sia differente la cottura del pesce di mare in luogo di uno d’allevamento; tutto questo, accompagnando l’improvvisata lezione da soggetto dimostrativo crudo, in mano. Impagabile!
Altrettanto gustoso l’episodio legato alla scelta dei dessert. Il cameriere così proferiva: «Abbiamo due tiramisù e tre pannacotte».
L’ingenuo Ing. Melis e il buon V-Hot, avvezzi a ristoranti più inclini ad una offerta alimentare di tipo “industriale”, subitamente immaginavano differenti tipologie di dolci: «ma quanti tipi di tiramisù esistono?».

Osteria San Domenico - Pannacotta

Osteria San Domenico – Pannacotta


La realtà era ben diversa. Erano rimaste a disposizione solo due porzioni di tiramisù e tre pannacotte, preparate anch’esse artigianalmente, e che sono state così ripartite: tiramisù per il Raschione e il Dott. Melis, pannacotta ai frutti di bosco per Jesus e il V-Hot, pannacotta al caramello per l’Ing.Marrocu che – a questo punto, maliziosamente pensiamo, con premeditazione – si vedeva inizialmente recapitare il dolce errato per poi proferire, con voce unisona rispetto ai propri commensali: «deliziosa!»
Un mirto per il V-Hot, acquavite per Jesus e (mediocre) liquore alla liquirizia per il Raschione Ettore e l’Ing. Marrocu, concludevano quindi la serata culinaria.
Costo complessivo, 50€ cadauno, da giudicarsi un 10% superiore al giusto dovuto.

L’osteria San Domenico è senza dubbio un ristorante elegante e piacevole. La qualità della cucina e la genuinità del mangiato sono, senza possibilità di smentita, ottime. Qualche perplessità rimane per l’efficienza del servizio, comunque assolutamente compensata da quel tocco di ricercata e delicata “follia”, richiamata nel tedioso preambolo, la quale, nell’irrazionale scala di valori che accompagna il vagare di Jesus per questo Mondo (no compass on this Earth, shows my direction), costituisce comunque menzione speciale.


VALUTAZIONE “Osteria San Domenico”: Tre Burricchi con menzione speciale.
Ristorante
 Osteria San Domenico
Indirizzo: Via San Domenico 95, Cagliari
Telefono: 3479886182 [mostra in google maps]

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3.5 / 5 stars     

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Un commento su “Osteria San Domenico – Cagliari”

  • Ettore Dice:

    Un’ottima location, frutto dell’attenta scelta del sottoscritto, i graditi ospiti e un piuttosto irrequieto Ing. marrocu, che doveva aver dato fondo alle scorte di pazienza dopo essersi prodotto in quello definito da egli stesso un parcheggio magistrale, ma a mio parere non sufficiente a giustificare i minuti di ritardo all’appuntamento, hanno aperto un’ottima serata dedicata all’ormai inderogabile impegno gastronomico del weekend dei Burricchi.
    L’accoglienza e la disponibilità del simpaticissimo cameriere in sala, molto avvezzo all’intrattenere gli ospiti con curiose storie di vita vissuta, ma altrettanto celere nell’andare a reperire informazioni sulla composizione dei piatti da chi di dovere, di fronte alle incalzanti domande degli ormai esperti Triumviri, sono sicuramente fuori dall’ordinarietà e meritano di essere menzionate.
    L’intera maratona culinaria è stata un continuo crescendo di sapori dall’aperitivo al dolce, e non avrei appunti da fare alla cucina se non per il piatto di mangiatutto negli antipasti un po’ troppo condito (ma che confesso di avere spazzolato in prima persona completamente), mentre ho trovato punte di eccellenza nel tonno fresco, nelle tagliatelle al ragù di cernia(indescrivibili) e nella spettacolare grigliata.
    Impagabile poi il siparietto tra il gestore del locale e un elettrico Ing. Marrocu, decisamente poco disponibile al dialogo e assolutamente convinto di un presunto difetto di (poca) cottura di una spigola, tanto da indurre il suddetto gestore ad una lezione sulla cottura del pesce fresco servendosi di tanto di pesce-copia di quel che avremmo mangiato.
    Concludo con una nota sulla scelta del vino, anche questa criticata dall’ostile Ing. Marrocu, che avrebbe preferito un Is Argiolas, per conto suo più adatto alle poco raffinate papille gustative: la presenza del burricco Melis, ormai indice di ciccionata high cost non poteva che premiare la scelta del più costoso quanto prestigioso vino della carta.
    Tre burricchi con menzione speciale per un locale assolutamente da provare per chiunque.

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