Ristorante Su Carduleu – Abbasanta
Il signore della festa, uomo e donna al tempo stesso, né femmina né maschio, celato nella enigmatica maschera asinìna di terra cotta, forte del consenso del Gremio dei Maniscalchi, in questa domenica di bagordi è pronto a condurre la corsa più famosa dell’isola. Già durante il solenne rituale della vestizione si capiva che questa volta qualcosa era cambiato: la consueta sobrietà e poca ricercatezza aveva in qualche modo ceduto il passo allo stile, ad una insolita eleganza ed opulenza. Chi si nasconde dietro quella maschera? Chi sarà mai questo somaro invincibile su cui grava la responsabilità del comando? Sarà forse un dono dall’Alto dei Cieli, una testimonianza delle forze del bene che vegliano su di noi? Un profeta mandato dal famoso Patrono dei Ciccioni? Si parlerà a lungo di questa ennesima edizione della corsa a burriccu più famosa dell’isola, quella che ogni weekend porta voraci rivenditori di verbo a trasformare ingenti quantità di cibo e alcool in orecchiabile prosa per lettori esigenti sebbene, per la maggior parte, poco avvezzi a ripercorrere i passi dei propri beniamini.
Per la prima volta in contemporanea con la decisamente meno famosa corsa a cavallo (ho detto cavallo??) de Sa Sartiglia, sebbene preferita da talune nostre fan, questa avventura verrà ricordata proprio per la mancanza de su Componidori Jesus, sempre più prossimo a quel Regno dei Cieli già citato, in un travagliato periodo di lungodegenza che gli ha garantito, – tra le altre cose, una certa positività nel bilancio del mese, – ma al tempo stesso probabilmente garante per il risultato di una trasferta che, in principio, sembrava non incontrare il favore degli dei, almeno quelli legiferanti in materia di meteo. Domenica 2 marzo. Sono le 11:35 di una uggiosa mattinata quando i due somari titolari Ettore e Ing. Marrocu si ritrovano nel parcheggio di un noto centro commerciale dell’hinterland cagliaritano al fine di redistribuire il carico asinìno in maniera ecosostenibile per l’imminente trasferta oltre i confini della provincia. Nell’attesa di Miss Parker, in ritardo giustificato e pre annunciato, provano a imprimere qualche stimolo all’economia locale con l’acquisto di accessori elettronici di basso profilo che occuperanno l’attenzione del nostro ipotricotico eroe per i giorni a seguire.
Con quasi mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia l’inedito Triumviurato poteva incamminarsi a bordo della teutonica vettura, cercando di recuperare sui tempi con un’andatura adeguata, interrotta soltanto da un pit stop carburante con qualche difficoltà. Destinazione Abbasanta, il paese dell’acqua santa, che ha accompagnato la comitiva per buona parte del tragitto (con il benestare di Jesus), presso il Ristorante “Su Carduleu” nella via Sant’Agostino. Il locale si configura come bar ristorante con il bancone in legno all’ingresso lungo il lato nord, con alcune sedie e tavolini di fronte, a ridosso del disimpegno di separazione con l’unica sala.
Quest’ultima, cede la parte di nord ovest della pianta rettangolare originale alle cucine; nella zona adiacente a queste, grazie alla presenza di un vistoso pilastro centrale è ricavata una zona più discreta ove sono ospitati alcuni tavoli, immediatamente prima dell’ingresso ai servizi, sul lato ovest; le pareti arancio spugnate presentano una sorta di cornici color crema che delimitano la zona appena descritta e sono riempite con stampe celebrative degli sport equestri, assai vicini alla natura degli avventori; un’ampia vetrata sul lato nord assicura l’illuminazione a giorno, mentre quella artificiale è affidata a eleganti faretti ben adattati al contesto. Ovunque nel perimetro diverse madie fanno da banco espositore per i prodotti del territorio e accessori della tradizione contadina, oltre ad eleganti supporti in legno per etichette isolane e nazionali di raro pregio. Complessivamente la sala può ospitare poco più di trenta coperti, organizzati in tavoli in legno composti da unità di due posti; molto elegante il tovagliame bianco, mentre un sottofondo musicale swing jazz completa la gradevole ambientazione.
Il servizio, che si rivelerà assolutamente impeccabile, è garantito da un maître, più o meno coetaneo degli elementi della comitiva, e da una giovane cameriera. Per dovere di cronaca registriamo un momento di incomprensione tra l’Ingegnere e il responsabile di sala all’atto dell’assegnazione del tavolo, che ha comportato il passaggio attraverso più soluzioni, prima del ritorno a quella proposta inizialmente; il tutto unicamente per un inspiegabile, quanto insano, desiderio di vicinanza dell’ipotricotico burriccu a chi Vi scrive – Ettore: Dottore tiri pure a cas**u!!. Dopo una breve presentazione del locale e della cucina, che potremmo collocare nelle fasce più integraliste della filosofia di filiera a kilometro zero, decidiamo di lasciarci guidare dal personale attraverso un percorso misto di mare e di terra che andremo a descrivere.
La scelta del vino, operata dal solito sedicente sommelier Marrocu ricade su un eccellente DOC “Barrosu” Riserva 2011 della cantina di Giuseppe Montisci di Mamoiada, prodotto da vitigni Cannonau secondo le tecniche di una volta. Immancabile il rito dell’assaggio con la consueta lenta teatralità delle movenze e il per nulla scontato referto: – Straordinario!.. Durante la fisiologica attesa degli antipasti si consuma il primo approccio con la cucina de Su Carduleu: straordinario pane di semola chivarzu di Paulilatino, servito in bruschette con olio extra vergine d’oliva biologico di Aidomaggiore: poesia pura, ne voglio adesso, portatemene subito!!..
Dopo quest’inizio col botto arrivano al tavolo dei famelici recensori uno squisito crostino di pane chivarzu con lardo dolce di Paulilatino, cardi selvatici e pomodori secchi sott’olio dal gusto impressionante, considerato il fatto che nessuno dei commensali solitamente gradisce simili pietanze, e un superlativo, anzi direi squartarato, lombetto di coniglio riempito con i fegatini, saltato con ortiche insaporite alle alici, e accompagnato da ottima coratella d’agnello, da inchino ed applauso, a concludere la prima manche di antipasti. Nonostante un certo imbarazzo del personale di fronte alla voracità – tipicamente casteddaia – dei burricchi, riconosciamo grande attenzione alla segnalazione di clienti con intolleranze alimentari in fase di prenotazione, che ha garantito una rivisitazione ad personam di alcune prelibatezze proposte.
Seguivano, con tempi perfetti, un’ottima quaglia arrostita con briciole di chivarzu, riduzione di cannonau e cipolla caramellata, una spettacolare frittella di cervellino d’agnello su vellutata di asparagi selvatici con olio d’oliva, per terminare con una semplicissima, ma magistralmente realizzata, “suppa de pis’è cara” (Zuppa di fagioli, di Riola Sardo) con pane bruschettato e olio. Terminati gli antipasti con estrema soddisfazione il percorso gastronomico si divide tra terra e mare per i primi piatti: Miss Parker optava per uno squisito piatto di “pizzos de pasta” al nero di seppia ai frutti di mare e gamberi, chi Vi scrive per sensazionali, quanto scenografici, “culurgiones” alla riduzione di gambero rosso con asparagi selvatici, impreziositi dagli stessi crostacei crudi, mentre l’Ing. Marrocu optava per delle monumentali tagliatelle di farina di castagna al ragù di coniglio e ricotta affumicata. Impossibile stilare una classifica per questa parentesi e distribuire le pietanze sul podio, anche se la scelta di terra ci ha regalato qualche sensazione in più.
Pur avendo superato con abbondanza il fabbisogno calorico giornaliero, i tre avventori non possono esimersi da almeno un assaggio di secondo piatto. Su consiglio del maître ci viene portato un sontuoso filetto (lombata) di pecora appena scottato con sapa di Barbera, servito con antunna (cardoncelli) e patate arrosto, da condire con sale grigio della Bretagna (uno dei pochi ingredienti che non rispettano la territorialità): un nuovo modo di assaporare la pecora, principalmente per la cottura al sangue, sicuramente contaria ai paradigmi dell’arrosto sardo, e per il contrasto col sapore dolce della sapa, entrambi perfettamente raccordati dalla sapiente mano dello chef. Particolarmente caratteristici, oltre che efficaci, i coltelli a serramanico di fabbricazione artigianale forniti ai commensali per questa fase del pasto; alcuni di essi (probabilmente opera di un noto laboratorio artigiano della zona. Santu Lussurgiu ndr.) riportano il logo del locale nella lama. Immancabile il momento dei dolci, per la gioia di grandi, piccini, burricchi e intolleranti: eccellente semifreddo al croccante di mandorle per il nostro ipotricotico burriccu, superba mousse di cioccolato su letto di arancia candita con nocciole perlinate per Ettore, ineccepibile piatto di “parafrittus” e chiacchiere per Miss Parker, arrivate poi ad oltranza come gentile omaggio dello chef Roberto Serra, – intervenuto personalmente per salutare i presenti in sala, approfittando dell’occasione per illustrare agli ormai satolli burricchi la propria carriera e la storia del ristorante di famiglia, – insieme ad un piatto di dolci sardi; il momento veniva accompagnato, per la prima volta dopo esplicita richiesta di chi Vi scrive, da un ottimo “Angialis” delle cantine Argiolas. Il pranzo si concludeva con tre caffè, accompagnati da zuccheri aromatizzati dell’Ecuador, e da un’ottima acquavite di prduzione artigianale della zona. Costo dell’esperienza: 59,70€ cad. burriccu, da ritenersi leggermente sotto dimensionato rispetto all’immensa qualità del servizio registrata.
Il ristorante Su Carduleu è sicuramente un’eccellenza a livello isolano e un orgoglio per la ristorazione italiana, che ha il proprio punto di forza nell’esaltazione degli ingredienti del territorio, combinati in maniera sapiente e creativa per offrire al cliente una esperienza enogastronomica fuori dal comune. Una ambientazione gradevole ed un servizio impeccabile – a cui possiamo solo imputare il fatto di essersi fatto precedere dal sottoscritto nella richiesta di un passito per l’accompagnamento dei dolci -, completano un quadro perfetto e una avventura per noi indimenticabile, tanto da scomodare il quinto somarello e la parte più alta della classifica: complimenti!
VALUTAZIONE “Su Carduleu”: Cinque Burricchi. | |||
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Ristorante Su Carduleu |
Indirizzo: Via Sant’Agostino 1, Abbasanta (OR) Telefono: 0785563134 [mostra in google maps] |
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10 mar 2014 alle 23:28
Come sempre devo fare delle precisazioni…
Come prima cosa non definirei il percorso come un misto mare terra,a come un percorso di terra con una piccola incursione, nei primi piatti, nel mare.
Per quanto concerne il vino il mio contributi alla scelta è stato completamente dimenticato !!!!
Il pane servito normalmente è stato su nostra richiesta abbrustolito
Niente da dire sugli antipasti veramente superlativi con una punta soprannaturale nel lombetto di coniglio…. Volendo fare la donna della situazione (quella che ha sempre da ridire) devo dire che la suppa de pis’e cara era leggermente su di sale.
Negli antipasti aggiungo che ciò che è rimasto invariato per tutto il percorso è stata la persistenza degli odori, inebrianti.
Concordo in parte con il Donkey anziano sul giudizio dei primi, ma nella mia personale classifica metto una spanna sopra gli altri le tagliatelle alla farina di castagne, al secondo i culurgionis ed infine il mio piatto di mare.
Lungo tutto il percorso l’attenzione al servizio è stata eccellente anche nella spiegazione degli ingredienti e dei piatti.
Concordo appieno con il giudizio ed aggiungo che si respirava lungo tutto il pranzo l’amore per la cucina e per i prodotti locali….
Insomma “su carduleu” J’ADORE
10 mar 2014 alle 23:59
Ma quanta grinta cara Miss Parker!!
poteva scrivere Lei, vista la tanta voglia di produrre discussione!!
11 mar 2014 alle 00:01
Allora visto che mi critichi e che mi hai fatto aspettare un intera settimana ti dico che hai dimenticato di specificare la Lauta mancia lasciata !!!!
11 mar 2014 alle 00:02
Che susunka!!
non ho specificato per via dello stile che mi contraddistingue
11 mar 2014 alle 08:06
Il bilancio di jesus é andato in positivo per il fatto che ha risparmiato nell’abbigliamento!! L ‘Eleganza lo contraddistingue
12 mar 2014 alle 10:09
aò ma una trombata ogni tanto no eh?? mortacci vostri
12 mar 2014 alle 10:25
costa di più
12 mar 2014 alle 10:39
Ringraziando per il pensiero, riteniamo che certe pratiche di relazione sociale siano ormai superate da tempo; per cui liberiamo il campo per certi nostri lettori che sembrano trovarsi molto bene nel contesto
04 ott 2015 alle 08:53
Siete dei fenomeni, e’ sempre un piacere leggervi, unisce l’utile al dilettevole. Unu nugoresu.
04 ott 2015 alle 15:35
Grazie, continua a seguirci!!