Ristorante Sa Cardiga e Su Schironi – Capoterra
Eccoci, qui e ora ritrovati, come ormai ogni settimana a narrarvi e narrarci il nuovo atteso episodio dell’infinita saga dei tre Triumviri burricchi, dei burricchi già stati Triumviri e dei burricchi che giammai lo saranno; un interminato vagare, descritto in codesto Flateyjarbok del caldo Mediterraneo, alla frenetica e irrequieta ricerca delle nuove terre del gusto, di sempre nuovi orizzonti dei sapori, di assolati fiordi accarezzati dal nettare dei nostri vigneti; destinazione ultima questa, che la favola norrena e quella sarda, idealmente raccoglie.
Venerdì sera. Tre dei cinque burricchi, iniziano la nuova avventura, oggi occasionalmente condotti dal vettore Raschione Ettore.
Sul sedile posteriore della sobria NON 150CV, siede l’albedico Dottor Melis; al suo fianco l’onnipresente Jesus, medita sulla saggezza dei tempi passati e riflette su ciò che di lì a poco li aspetta.
In quel preciso istante il Dott.Melis, statisticamente avvezzo – per una mistica convergenza tra la fatale regola del contrappasso e le cugurre di Jesus – all’obbligo di spesa, più di quanto la congenita parsimonia auspicherebbe, viene messo a conoscenza della destinazione: Ristorante Sa Cardiga e Su Schironi, località Maddalena Spiaggia in Capoterra, Cagliari. “Sa Cardiga“, rinomato, amato, pluri-decorato, celeberrimo locale del cagliaritano e, soprattutto, spauracchio e terrore di ogni susunku della zona.
Le intenzioni di Jesus sono bellicose: «Mettiamo subito in chiaro le cose, stasera voglio mangiare ostriche e ordinare champagne».
Il Dottor melis, chiuso come un topo in trappola, subitamente sbianca e accenna ad una timida difesa, ma Jesus, con un virulento impeto di mnestica scuola materna, esprime in sintesi la sua filosofia di vita e il propedeutico messaggio, che cerca in ogni occasione di trasfondere agli affezionati e ricettivi fan: «A mei non ci du poninti su dinai a intru de su baullu! (trad.: allorquando sarò morto, non avrò di certo accumulato ricchezze per accompagnar il mio viaggio verso la Duat)».
Alle ore 21.30 i tre succitati burricchi venivano raggiunti, nell’opulento parcheggio interno del ristorante, dagli altri due commensali: l’irreversibilmente ovoidale (notate foto in alto) ciccione Pg e il più dignitosamente longilineo Ing.Marrocu, terzo Triumviro ufficiale, da lodare per essersi prodotto in un percorso non rettilineo di 62.8 Km, onde giungere per tempo a destinazione. Stimabile in circa 47.000 euro, il valore medio degli autoveicoli in sosta di fronte al locale.
L’ambientazione interna de “Sa Cardiga e Su Schironi” (trad.: la graticola e lo spiedo) è di per sé non eccessivamente elegante e raffinata. L’ampia sala principale è comunque interamente rivestita da elementi lignei più o meno pregiati, tanto da dare l’impressione di trovarsi nel sottocoperta di un antico veliero.
Pratici separè, punti luce ben calibrati, piccoli quadri, sobri supellettili tradizionali e di origine marinara, rifiniscono quindi gli arredi. Da notare, nel vestibolo d’ingresso che accoglie la reception, numerosi attestati e premi assegnati al ristorante: segnalazione guida Michelin, forchetta d’oro ecc.
Per puro dovere di cronaca ci è obbligo di segnalare inoltre, la naturalmente indotta presenza di un cospicuo numero di – non meglio adeguatamente definibili –
strafighe della madonna, ciascheduna amabilmente affiancata ad un non indigente accompagnatore.
Discretamente numerosi gli avventori in sala, serviti da tre/quattro camerieri dal piglio informale e deciso, che si dimenano velocemente tra comande e servizi ai tavoli.
Numero però forse non del tutto appropriato per garantire un servizio simultaneamente impeccabile per la totalità degli astanti.
Il corpulento cameriere a noi assegnato, di chiare origini non indigene, ci fa accomodare in un ampio tavolo vicino ad una vetrata. Già disposti e predisposti in tavola, un tagliere di buon salame tradizionale sardo (sattizzu), olive marinate, crema di formaggio piccante, pane abbrustolito e pane carasau.
Il cameriere ci suggerisce di inziare la cena con gli antipasti di mare e noi volentieri raccogliamo la proposta, dopo che Jesus si assicura che vi siano comprese ostriche e altre cruditè di mare.
Ma il vero esordio non poteva essere che un brindisi beneaugurale in onore della salute dei cinque commensali, celebrato con una bottiglia di champagne brut-rosè Billecart Salmon, delle cantine di Mareuil-sur-Ay nel Marne. Il più nostrano vermentino DOC Is Argiolas delle cantine Argiolas, viene invece scelto come vino per accompagnare le pietanze della serata.
Da qui in poi inizia una serie di veramente interminabili antipasti, a tratti di squisita fattura – per i quali ci scusiamo già d’ora di non poter riportare alcuni dettagli -, che hanno messo seriamente a dura prova la dignità e la professionalità alimentare degli esperti Triumviri, i quali si son visti, loro malgrado, costretti a rinunciare finanche all’assaggio di un primo o secondo piatto, per effetto di un default del mortificato Ing.Marrocu e dell’indispettito Raschione Ettore, che sono tenuti a presentare adeguata giustificazione su queste pagine.
Prima portata degli antipasti, un maestoso astice fresco, preparato con la ricetta tradizionale cagliaritana (a sa casteddaia): a dir poco squisito, soprattutto quando accompagnato allo champagne.
Poco dopo arrivava il turno delle cruditè di mare: ostriche, arselle e patelle di scoglio in ghiaccio e limone, dal sapore di mare semplicemente fenomenale, indescrivibile.
Buonissimi anche gamberi e scampi crudi, serviti su letto di verdurine miste.
Citiamo inoltre il buonissimo carpaccio di tonno rosso al profumo di tropea, condito con cipolle dolci, una composizione di bottarga di muggine e sedano, buonissimi tortini con piccoli pomodori ripieni di crema di tonno, decorati con alici.
Meno buona la cernia a dadini, condita con olive e sottaceti, mentre sono apparsi davvero eccellenti il polpo marinato con patate e uno splendido piatto di mozzarelline di bufala con pescespada affumicato e pomodori, acciuge marinate su letto di insalata belga.
Degno di menzione speciale il tonno fresco alla carlofortina con “cipolle d’agro”: probabilmente il più buono mai assaggiato da Jesus. Gli antipasti finalmente terminavano con i piatti caldi: buoni moscardini alla diavola con olive, magnifiche cozze e arselle marinate. Spettacolo! Non all’altezza si è dimostrata, invero, la frittura mista di pesce, mentre assolutamente squisite sono risultate le ostriche gratinate.
A questo punto, come già anticipato, i cinque ainini commensali, ammainavano bandiera bianca, e venivano finanche scherniti dal divertito cameriere: «prossima volta, tre giorni di Ramadan, prima di venire a mangiare qui!». Shame on us!
Gli inevitabili dessert, venivano preceduti da un digestivo sorbetto al limone: pannacotta al caramello (in realtà ordinato ai frutti di bosco!) per il burriccu Pg, macedonia di frutta per Jesus, semifreddo al torroncino per i restanti commensali. Buonissimi.
Qui terminava la cena quantitativamente più straziante da noi mai affrontata, senza caffè e ammazzacaffè di sorta, per manifesta inferiorità.
Costo cadauno della serata, circa 68€, da considerarsi adeguato per abbondanza (in realtà, solo gli antipasti sono quantificabili in due cene complete), bontà e genuinità di quanto mangiato.
Viceversa dobbiamo ritenere eccessivo il pagato, in funzione di un servizio non sempre all’altezza, dell’impronta ambientale piuttosto anonima, e di una cucina non particolarmente ricercata, anche se necessariamente premiamo auto-denunciare il difetto di valutazione, con riferimento ai primi e secondi piatti non consumati.
Di sicuro, comunque, un’esperienza più che positiva. Inevitabile la menzione speciale, per K.O. Tecnico contro i burricchi Triumviri, alla terza ripresa. ../
VALUTAZIONE “Sa cardiga e Su Schironi”: Tre Burricchi con menzione speciale. | |||
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Ristorante Sa Cardiga e su Schironi |
Indirizzo: Loc. Maddalena Spiaggia, Capoterra – CA Telefono: 07071652 [mostra in google maps] |
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06 ago 2011 alle 20:38
Concordo al 100% col giudizio espresso da Jesus per quanto riguarda qualità e genuinità dei piatti proposti. Come osservato la valutazione è da ritenersi parziale dal momento che non abbiamo avuto modo di provare i primi ed i secondi piatti. E’ pertanto auspicabile l’organizzazione di una nuova ciccionata, magari in una giornata di minore affollamento al fine di formulare un giudizio completo ed esaustivo.
06 ago 2011 alle 20:39
Caro PG prenderemo questo come un impegno…
06 ago 2011 alle 21:03
La tappa al più noto ristorante dell’Hinterland non poteva che essere un must per i Burricchi che attendevano il momento migliore per affrontare l’esperienza. La situazione ideale non poteva che prevedere la partecipazione di altri burricchi particolarmente attenti alla spesa… e così Sa cardiga fu.
Certo non ci saremo mai aspettati di dover issare bandiera bianca dopo la maratona degli antipasti. L’iniziale idea di assaporare almeno un primo è diventata biologicamente impraticabile…
Concordo in pieno con la valutazione complessiva espressa da Jesus ma vorrei fare un appunto soprattutto sulla cattiva gestione dei tempi della cucina e sul servizio inadeguato al nome del locale, per cui si sono presentati sgradevoli inconvenienti come l’assenza del vino per buona parte del pasto, la mancanza del rito dell’assaggio dello stesso vino e l’impossibilità di ordinare primi o secondi prima di iniziare a mangiare.
Pur avendo mangiato portate gustosissime e genuine lamento il fatto che l’imposizione di cotante pietanze senza sosta ha creato confusione e una sorta di apprensione per terminare tutto, di intensità paragonabile all’incubo persistente sul corrispettivo economico da pagare insinuatosi nel burriccu Melis dall’inizio della serata.
Concludo dicendo che i 3 burricchi più la stella per il default mio e dei miei commensali sono sacrosanti, e che il quarto burricco è stato giocato sulle note stonate sopra citate.
30 apr 2012 alle 19:55
Non concordo con PG quando si augura di riprovare “in una giornata di minore affollamento” .
In base alla mia limitata esperienza si mangia meglio quando c’è molta clientela. Molto meglio (scherzo, probabilmente è una coincidenza.
L’ultima volta, questo inverno, pochi clienti, qualità e varietà come in un qualunque ristorante a Cagliari e il servizio non è stato certo brillante (45€ a testa circa).
La volta precedente, circa 1,5 anni fa, il locale era pieno e tutto è stato impeccabile. Ricordo ancora le anguille allo spiedo (squisite) come antipasto. Io però non mi sono fermato agli antipasti
In questa occasione 65€ a testa ben spesi!!
30 apr 2012 alle 20:08
Retola credo che tu abbia visitato più ristoranti degli stessi burricchi
Sa Cardiga è uno dei ristoranti più discussi, nel bene e nel male, nei gruppi dedicati alla ristorazione cagliaritana. Ad ogni modo, sulla cresta dell’onda ormai da decenni, è (quasi) sempre una garanzia di qualità. Il costo, come dici tu, in questo caso è pienamente e indiscutibilmente giustificato.
08 mag 2012 alle 15:42
No, no. Voi ne avete provato molti di più e siete sicuramente più esperti. Anche perchè mi sembrate più disposti di me (e soprattutto di mia moglie) a provare una cucina più elaborata: vedo che le vostre valutazioni più alte vanno a quel genere di ristoranti di cui io e mia moglie diffidiamo un po’ (forse troppo).
Comunque tra i ristoranti recensiti vi manca sicuramente una perla:
Su Gologone. Se non è scaduto in questi ultimi anni, vale la pena.
Inoltre, se questa estate passate dalle parti di Castelsardo, andate in zona Lu Bagnu al ristorante “Da Ugo”. Una delle mie esperienze migliori!!
(Nessun conflitto di interesse, tranquilli. Non è mio parente o amico, purtroppo)
08 mag 2012 alle 15:45
Il gologone a suo tempo era stato candidato per la 100sima ciccionata. Non manchera’ penso occasione di provarlo.