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lug 23 2014

Ittioturismo Marceddì – Terralba

 Scritto da Jesus | | Commenta

Marceddì - Esterno

Marceddì – Esterno

 

Il mare senza mare, volendo raggiungerlo, non lo troveremmo sui monti impervi o sui freddi altopiani, ma dovremmo allora scendere a valle, dove l’acqua termina la sua strada, dove le piogge d’Autunno trovano la loro galera, dove l’Inverno ansima con fiato breve,  dove è lontano il ritmo della Primavera e dove, infine, l’Estate attira il canto dei grilli e gli animali da soma; all’abbeveraggio, alla ricerca di refrigerio, di beltà e soddisfazione animale.
Beviamo d’un fiato a questa fonte, tanto forte da prosciugane l’essenza, tanto copiosamente da divorare i suoi frutti, tanto pazientemente da assaporare il crescere delle stagioni. Ora, infine, apriamo la porta ed entriamo.
 

Marceddì - Antipasti

Marceddì – Antipasti

 

Il canovaccio è sempre lo stesso. Sabato di Luglio “casinu“. Il Raschione Ettore, avendogli la macchina delle ciccionate espresso la sua preferenza, convoca poco eco-compatibilmente, il Triumvirato al punto di incontro prescelto: un ampio centro commerciale, situato in uno splendido Paese del cagliaritano – il cui nome inizia per S e finisce per U – celebre per l’inappuntabile piano urbanistico e per la impeccabile manutenzione delle strade cittadine, perfette per fare da set a un possibile remake di “Apocalypse now”. Anche la mia opinione, se venissi interrogato a tal proposito, inizierebbe per “Su c…” e finirebbe con “…gau”!
All’ora stabilita, Jesus l’Ing.Marrocu e il Raschione erano pronti a partire.
 

Marceddì - Guazzetto di cozze

Guazzetto di cozze

Marceddì - Cruditè di cozze

Cruditè di cozze

 

Per fortuna il Raschione, avendo un appuntamento in serata e volendo assumere il controllo dei tempi di rientro, decide nuovamente di mettere a disposizione del gruppo i servigi e le sospensioni della sua nuova “quasi cento” cavalli. Verrà comunque giustamente ricompensato da un generoso rimborso carburante, prodotto – almeno da Jesus – all’atto di estinzione del conto.
 

Marceddì - Fregola

Marceddì – Fregola

 

Tra gli insulti e le pontificazioni dell’Ing.Marrocu, tra i deliri di due differenti navigatori all’opera, il lungo viaggio verso quel di Marceddì, frazione di Terralba, aveva infine termine, non prima di aver comunque potuto apprezzare la geometrica e rigorosa organizzazione delle Vie dei campi.
Persa però qualunque speranza di raggiungere – con esattezza per lo meno decametrica -, la destinazione finale, seguendo le capziose informazioni elargite dagli strumenti elettronici di bordo, i tre chiedevano chiarimenti a un gentilissimo indigeno il quale, rispondendo con marcato accento fiorentino, volgeva il proprio dito indice oltre l’orizzonte, in direzione di una vistosa costruzione azzurra. Avevamo trovato l’ittioturismo “Marceddì”, la nostra ambita e ultima meta.
 

Marceddì - Muggini arrosto

Marceddì – Muggini  e orata arrosto

 

E’ splendido, invero, l’orizzonte indicato dall’oriundo. Al di là del nostro sguardo le coltivate pianure del campidano, dietro di noi il caldo Mediterraneo, di qua uno specchio d’acqua ribollente di vita che si perde in lontananza e riappare fin sotto la veranda esterna al locale, confinata alla base da una schiera di motori atti al condizionamento termico e una serie di fioriere spente dal sole, il cui contenuto l’Ing.Marrocu avrebbe poi tentato di incendiare con la combustione prodotta dal suo personal Thanatos. La costruzione principale è una sorta di estesa magione la cui prima declinazione epidermica dovrebbe, negli intenti, richiamare il colore dell’acqua, ma che di fatto si riduce ad un bianco-azzurro laziale identificabile, nel suo contesto, come inadatto rumore cromatico.
All’interno gli spazi sono ampi. La struttura in muratura iniziale, è stata visibilmente ampliata con (almeno) una appendice laterale, caratterizzata da un bel soffitto in legno, che produce una sorta di gradino a dente di sega con il profilo spiovente primigenio.
Le ampie vetrate danno occasione di godere della Natura circostante, mentre le lunghe tavolate con mobilia in plastica verde, escludono ogni possibile ricercata eleganza.
 

Marceddì - Sparlotte fritte

Marceddì – Sparlotte fritte

 

Al nostro arrivo, gli antipasti sono già serviti. Cambiamo di tavolo perché un quarto possibile commensale ci ha abbandonato all’ultimo secondo. Ovviamente la quarta porzione è rimasta con noi! Il menù è fisso mentre gli ingredienti, trovandoci di fatto in una peschiera (cooperativa San Domenico), sono di certo freschissimi e genuini. Diciamo subito, però, che non abbiamo potuto identificare alcuna particolare eccellenza o elaborazione di rilievo tra i piatti proposti. Il vino è quello “della casa”, un vinello bianco sufficientemente gradevole. Frutto di evidente navigata esperienza su un menù invariante, la cucina e il servizio, invero, ci paiono metodici, rapidi e ben organizzati.
Gli antipasti si articolano in una serie di sei portate, da cui viene escluso, per ragioni economiche e di stagione, un assaggio di oro del Sinis: la bottarga.
Ad ogni modo, potevamo in sequenza gustare: acciughe in salamoia; crostini di patè di salmone e prezzemolo (?); insalata di polpo e sedano; muggini (cefalo) al forno con condimento di verza; guazzetto di cozze e, per terminare, un ottimo piatto di cozze crude, quasi interamente ingurgitate da Jesus, nonostante le palesi cuccurre del Raschione: «ho una brutta sensazione»! Per la cronaca, nessun avvenimento intestinale nefasto, deve essere segnalato nei giorni successivi alla ciccionata.
 

Marceddì - Dolci

Marceddì – Dolci

 

Primo piatto piuttosto anonimo. Una fregola ai frutti di mare con cozze e granchi. Nulla da dire per il condimento, ma la pasta in sé era insipida e mal amalgamata, oltre ad avere origine certamente industriale.
Dopo un intermezzo di pinzimonio di verdure (carote, pomodorini, lattuga), giungevano abbondantissimi i secondi: un enorme piatto di muggini (in cui compariva anche un’orata) arrosto, semplici ma gustosi e ben cucinati, accompagnati da sparlotte (saraghi) fritte.
Saremmo riusciti a terminare il tutto, se il Raschione non si fosse sentito alla fine “pienino”, costringendoci a subire lo scherno del cuoco, che intanto era arrivato in sala per presentarsi ai tavoli e informarsi sull’aggradimento degli astanti.
Il pranzo si concludeva con i dolci: assaggi di crostate di frutta, a cui Jesus preferiva un sorbetto al limone. Infine, con tre caffè e due acquavite fatte in casa si concludevano le ostilità.
Costo complessivo, 33€ cadauno, da giudicarsi adeguati.

 

Con l’Ittioturismo Marceddì si va sul sicuro. La cucina e il servizio sono ben sperimentati, i prodotti sono di qualità, anche se il menù è rigido e piuttosto convenzionale. Menzione speciale per l’ambientazione naturale circostante, che però  non viene sufficientemente valorizzata dalla struttura ricettiva, precludendo così l’esibizione della stella. Due burricchi meno.

 


VALUTAZIONE “Marceddì”: Due Burricchi.
Ittioturismo Marceddì Indirizzo: Loc.Stagno Pauli Biancu Turri, Terralba
Telefono: 348.3934232    [mostra in google maps]
 

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nov 28 2013

CUCINA.eat – Cagliari

 Scritto da Ettore | | Commenta

cucina.eat - Interno

cucina.eat – Interno

 

La strada è lunga, ma er deppiù l’ho fatto: so dov’arrivo e nun me pijo pena. Ciò er core in pace e l’anima serena der savio che s’ammaschera da matto.
Se me frulla un pensiero che me scoccia me fermo a beve e chiedo ajuto ar vino: poi me la canto e seguito er cammino cor destino in saccoccia.
(Trilussa – La strada mia)

Può accadere che il burriccu errante tracci un primo bilancio della sua vita e del cammino intrapreso, ripercorrendo sentieri, ambienti, sensazioni, aromi, compagnie vecchie e nuove, per capire il prossimo passo, la prossima stazione. Aumenta la consapevolezza che ogni viaggio vada rivissuto da nuove prospettive, in modo da apparire sempre diverso, regalando così sempre nuove emozioni e curiosità. Tuttavia, conteso tra questi articolati pensieri, la meta designata è sempre la stessa, diversa di volta in volta per sfumature e sensazioni.

 

cucina.eat - Tartare di salmone

cucina.eat – Tartare di salmone

 

Cagliari, sabato 23 novembre, ore 12:55. Tra i parcheggi di una nota piazza del centro due somari contrattano un accomodamento in sicurezza per la fedele utilitaria con un ambulante del posto.
– Ettore: Sta arrivando un ingegnere carico di soldi, ci pensa lui!!
Ma, approffittando della distrazione dei compagni, l’astuto ingegnere attento alle finanze riesce a dispensarsi da simili forme di mercato nero e a precedere il resto della comitiva alla soglia del teatro scelto per le celebrazioni del consueto rito della ciccionata settimanale.
– Ing. Marrocu: Già non vi manca niente!!..

 

cucina.eat - Petto d'Anatra

cucina.eat – Petto d’Anatra

 

Cucina.eat è una sorta di laboratorio polivalente, capace di presentare percorsi enogastronomici sotto forma di wine bar/ristorante, ma anche capace di rendere fruibile i propri prodotti quasi come una rivendita alimentare; è anche aula per interessanti corsi di cucina e degustazioni particolari di piatti preparati da chef di celebri ristoranti sardi in abbinamento ai prodotti di rinomate cantine isolane e nazionali. Ambientazione molto raccolta ricavata in una unica sala di pianta rettangolare; arredamento da lounge bar, disposto attorno ad un bancone centrale, che abbraccia i due pilastri che reggono la struttura, con ripiano molto ampio, capace di ospitare una dozzina di persone nei lati sud, est ed ovest, con la continuità del perimetro interrotta da due vetrine con bicchieri e bottigle di vario genere. Le pareti nord ed ovest sono riempite con lineari scaffalature in cui trovano alloggio accessori per cucina e ricercati prodotti enogastronomici in vendita. Le restanti pareti sono dominate da due ampie vetrate che garantiscono una buona illuminazione diurna, in completamento a quella artificiale garantita da piccoli faretti sospesi concentrati nella zona centrale. lungo la parete sud trovano posto quattro piccoli tavoli di forma quadrata in vetro e metallo che possono ospitare non più di otto coperti senza soluzione di continuità.

 

cucina.eat - Jamon Sérrano

cucina.eat – Jamon Sérrano

 

Ai burricchi verranno concessi metà dei posti a disposizione; lo spazio restante verrà assegnato ad una giovane e cordialissima famiglia che ha garantito una discreta convivenza spaziale con i voraci recensori e che salutiamo. L’offerta del locale è incentrata sulla “cantina del mese”, attorno a cui viene costruito un interessante percorso gastronomico, con modalità di fruizione tramite menu fisso o a la carte. Notevole l’offerta della cantina, in termini di assortimento e particolarmente attenta alle etichette extra-isolane, tanto apprezzate dal nostro sedicente sommelier, che non mancherà di proporre l’ennesima scelta sconsiderata in un mondo a cui non appartiene: DOCG Gattinara 2008 delle cantine Travaglini che, seppur ottimo, non sarà l’accompagnamento ideale del percorso gastronomico che si andava a intraprendere. La comitiva asinina decide per un menu misto di terra e mare, composto partendo dalla carta e dalle proposte del giorno.

 

cucina.eat - Carpaccio di carne

cucina.eat – Carpaccio di carne

 

Le ormai consuete e pretestuose polemiche sull’organizzazione e sulla scelta delle destinazioni accompagna l’attesa per gli antipasti, mentre una distrazione dell’Ing. Marrocu, intrattenuto da taluni avventori del locale, fornisce a Jesus l’occasione per assaggiare il vino, oltre che l’esposizione al pubblico ludibrio per la poca naturalezza delle movenze; inalterato comunque il risultato di tale ritualità: – straordinario!
– Ettore: Il tuo modo di miscelare sarebbe impeccabile… in un sistema non eliocentrico!
Il servizio in sala, garantito da una giovane cameriera e da una delle titolari, si rivelerà cordiale e disponibile, con tempi della cucina non lestissimi, ma accettabili, considerando che gli avventori in sala non mancheranno per tutta la durata del pranzo.

 

cucina.eat - Culurgiones al sugo

cucina.eat – Culurgiones al sugo

 

Il primo spizzico di antipasti mette subito a tacere le tensioni iniziali. Arrivano al tavolo un ottimo carpaccio di petto d’anatra, servito con crema di mirtilli, un piatto di sontuoso Jamón serrano (prosciutto di montagna iberico), un gradevole carpaccio di manzo con capperi selargini, servito con mostarda biologica, e una meravigliosa tartare di salmone con pere, impreziosita dalle uova dello stesso pesce. Antipasti notevoli per scelta degli ingredienti, preparazione e presentazione dei piatti. Seguiranno, dopo una fisiologica attesa, i primi. Scelta obbligata, ma presentata in due varianti: culurgiones ogliastrini, serviti con burro e salvia per Ettore e Jesus, al sugo per l’ipotricotico burriccu. Primi piatti gradevoli per delicatezza e continuità di sapori. Visto l’eccessivo protrarsi dei tempi del pasto e l’assenza di proposte interessanti per un eventuale secondo, il Triumvirato dichiara l’interruzione del momento proteico e si prepara al momento glicemico.

 

cucina.eat - Culurgiones burro e salvia

cucina.eat – Culurgiones burro e salvia

 

Disponibili solo l’apple pie, approvata per Ettore e Jesus, e lemon pie, piccoli bocconcini a base di meringa e crema di limone, presi in consegna dall’Ing. Marrocu. Non banale la scelta dei passiti per l’accompagnamento, scelta affidata unicamente all’esperienza degli esigenti recensori, a causa di mancanza di adeguate proposte guidate da parte del personale in sala. In realtà le decisioni sono state messe in mano alla casualità e alla fortuna del principiante che ha consigliato Malvasia di Bosa per chi Vi scrive, Marsala vergine Soleras delle cantine Rallo (20 YO) per Jesus, Pedro Ximénez Tauromaquia per il nostro sommelier. Dessert e accompagnamento di ottima qualità. Il pranzo si è concluso con caffè per tutta la comitiva e una selezione di liquori basata esclusivamente sulla musicalità dei nomi: whiskey Tullamore Dew – single malt (10 YO) per l’ipertricotico burriccu, Rhum Rhum Liberation 2010 di Capovilla, accompagnato da acqua ghiacciata su richiesta, per i rimanenti commensali.

 

cucina.eat - Lemon pie

Lemon pie

cucina.eat - Apple pie

cucina.eat – Apple pie

 

Al termine della degustazione dei liquori il personale ha gentilmente invitato i voraci recensori a lasciare il posto in sala agli allievi della imminente lezione di cucina settimanale: – bogausu a son’è gorru!!
Costo dell’esperienza: 45,13€ cad. burriccu, forse un 10% eccessivo rispetto a quanto apprezzato, ma comunque in linea con il notevole assortimento e la ricercatezza delle etichette provate.

 
Di recente apertura Cucina.eat rappresenta una piacevole novità a Cagliari per gli amanti di proposte enogastronomiche sempre nuove, sia per pasti veloci, sia per i pochi che hanno la possibilità di spendere maggior tempo, sia per chi è curioso di apprendere i segreti della preparazione dei piatti da parte di chef rinomati. La notevole cantina e la cucina d’alta scuola sono comunque in grado di regalare piacevoli momenti alla clientela e intravediamo ulteriori margini di miglioramento, in particolare con una maggior iniziativa e sicurezza nel guidare gli avventori durante i precorsi. Tre somarelli meritatissimi.

 


VALUTAZIONE CUCINA.eat: Tre Burricchi.
Ristorante CUCINA.eat Indirizzo: Piazza Galileo Galilei 1, Cagliari
Telefono: 0700991098    [mostra in google maps]
 

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