Elogio del ristorante “Da noi due”, Cagliari
Innanzitutto voglio elogiare il “Raschione” Ettore, noto viveur della Cagliari bene, che in questa giornata di Pasquetta (auguri a tutti, soprattutto a Jesus risorto) si é chiamato fuori dalla banale ed economica consuetudine della gita fuori porta, ma ha proposto la sempre gradita iniziativa di un abbondante pranzo da consumarsi in un caratteristico ristorante cagliaritano.
Esaurito questo doveroso convenevole, sottolineiamo subito che, per qualche ragione a noi ben poco chiara, probabilmente legata alla sfera socio-economica, il burriccu Pg ha questa volta deciso di non chiudere con la sua presenza il sacro cerchio asinino dei triunviri, per dedicarsi a una, non meglio precisata, attività alimentare in famiglia. Questa scelta poco edificante fa il paio con la sgradevole situazione di essere l’unico del trio a non aver ancora provveduto ad un efficace adeguamento tecnologico, quale il buttare dalla finestra, quei 500/600 euro per l’acquisto di un appariscente apple iphone, tanto inutile quanto indispensabile. Che poi “non devi fare il figo con i soldi degli altri, tanto paga babbu!“
A parte queste criptiche digressioni, devo dire che raccontare l’esperienza di oggi mi procurerà qualche sofferenza. Soffro perché la povera Cagliari, soleggiata e affascinante con le sue stradine caratteristiche, con i colori e gli angoli tipici delle città di mare, i borghi dal sapore antico, il porto e il lungomare che profumano di salsedine, non trova soddisfazione in una adeguata e convincente offerta turistica. Nella fattispecie oggi, mentre le strade della città erano una Babele di lingue e colori, eco dei più remoti angoli del mondo , mentre turisti dal portafoglio pieno si dannavano per trovare scorci e occasioni per spendere i loro soldi, Cagliari offriva solo negozi chiusi, saracinesche abbassate, musei sbarrati e, soprattutto, ristoranti strapieni o inaccessibili.
Nel passeggiare con il raschione alla ricerca di un nido accogliente, quattro quinti degli esercizi risultavano chiusi, e quei pochi che non lo erano ci rifiutavano l’accesso sostenendo che, nonostante visibilmente parecchi coperti apparivano in realtà “scoperti”, non ci avrebbero servito perché avremmo dovuto prenotare prima.
Eviterò di nominare tali esercizi, ma elogerò invece l’unico ristorante il cui personale non ci ha accolto come se fossimo un problema in più da gestire, ma una giusta occasione di guadagno, per soddisfare la quale era doveroso fare il possibile.
Sia chiaro che il giudizio critico sulla qualità della cucina prescinderà totalmente da questo preambolo positivo, ma sarà il risultato di osservazioni e degustazioni obiettive.
Iniziamo allora con l’elogio degli antipasti di mare. L’esordio é stato un assaggio di ostriche crude, tanto gustose quanto insufficienti in numero, a dire la verità, per sanare i nostri appetiti famelici da inizio pasto. Sono seguiti degli spettacolari polpetti/seppie con piselli, un gustosissimo carpaccio di salmone al sedano e gamberetti in salsa rosa.
Complessivamente il tutto è stato eccellente in termini di qualità. Un procedere delle pietanze degno della miglior novelle cuisine: molte porzioni poco abbondanti, ma assolutamente da scoprire e gustare, con gli occhi e con il palato.
Nel viavai dei camerieri, siamo stati accompagnati dalle attenzioni della padrona di casa, la signora Adriana, che premurosamente si preoccupava di chiederci se il tutto fosse di nostro gradimento, pronta ad esaudire ogni eventuale richiesta. Sapete che il vostro amato Jesus, solitamente non gradisce troppo i rapporti interpersonali e ogni forma di calore umano, ma non c’é dubbio che questo tipo di accoglienza possa risultare particolarmente gradita alla quasi totalità delle persone normali.
Come primi abbiamo avuto la possibilità di gustare raviolini ai funghi porcini e risotto alla pescatora: veramente significativi!
Ma la cosa più spettacolare di tutto il pranzo é stato il secondo: l’astice fresco a tranci, accompagnato da una delicata salsetta olio e limone. Impagabile!
Il pranzo dei due burricchi superstiti si é infine concluso con un ottimo tiramisu della casa, un sorbetto al limone e il soliti amari e caffé conclusivo.
In definitiva, se volete mangiare in un posto accogliente, di qualità, spendendo il giusto, potete sicuramente camminare fino al Corso Vittorio Emanuele di Cagliari, e sedervi al ristorante “Da noi due”.
VALUTAZIONE “Da Noi Due”: Due Burricchi con menzione speciale. | |||
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Ristorante Da Noi Due | Indirizzo: Corso V.Emanuele 335, Cagliari Telefono: 070656901 [mostra in google maps] |
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06 apr 2010 alle 10:41
Fantastico caro Seu Deu…. lo scorcio di Cagliari che viene fuori dall’uso sapiente e misurato della tastiera del tuo MacBookPro è veramente apprezzabile, almeno quanto l’accurata descrizione delle pietanze consumate.
Estremamente divertente poi la riflessione intorno alla tua ormai nota allergia nei confronti della cortesia e dei rapporti interpersonali in genere …Complimenti!
06 apr 2010 alle 10:47
Carissimo, sai che come analista del pensiero altrui, ho l’abitudine di filtrare con giudizio critico tutto quello che mi si dice, in particolare i complimenti e le lusinghe. Ti servono soldi per caso?
06 apr 2010 alle 10:58
ahahahahah …no caro …piuttosto credo che per il prossimo acquisto dell’iphone daro’ come riferimento la tua carta di credito
18 mag 2011 alle 17:38
Molto esaustiva la descrizione dei cibi, ma quanto hai speso?
18 mag 2011 alle 22:42
A dire la verità a distanza di un anno, di quanto pagato ne ho solo un vago ricordo, anche perché di solito i Donkeys non ci fanno caso. Potrebbe essere un prezzo compreso tra i 35 e 40€, ma tieni presente che era il pranzo organizzato per pasquetta, quindi non sappiamo dirti l’equivalente in condizioni standard.