Black Diamond Restaurant – Cagliari
”The world is a book, and those who do not travel read only one page.”
Il ciuco è bestia, per antonomasia, ben poco avvezza alla ricerca di nuovi orizzonti.
Si narra che un non più giovanissimo esemplare, coinvolto in misteriosi sortilegi, si trasforma in asinus biancus, specie rarissima. Esso, mosso da intelligenza inusuale, quasi umana, e positiva curiosità verso il mondo che lo circonda, girovaga per il globo, deridendo tutti i susunki che incontra nel suo vagare, impegnati a portare sulla groppa qualunque fardello, col solo scopo di ricolmare le proprie bisacce di beni futili e pacchiani. Lungo un tratturo, presso la contea di Cambridgeshire incontra, in una cupa e nevosa giornata, segnata da un gelido vento del nord, una simpatica coppia di pupazzi di neve infreddoliti che incedevano in senso opposto, strettamente abbracciati l’un l’altro col tentativo di scambiarsi calore… Nel vedere ciò, il nostro asinus si offre per dare loro un lume e, con uno zoccolo, segna il terreno con la scritta: h = Q/(A⋅ΔT⋅Δt) = q/(A⋅ΔT) …Era il Coefficiente di scambio termico!
I simpatici pupazzi, di chiara cultura anglosassone, un po’ cirdini nei modi ma di grande apertura mentale, ne intuirono la portata, ringraziarono il viandante e lo invitarono a visitare il castello presso cui risiedeva il loro Sovrano.
Fu così che i tre si diressero verso la City Londinese, precisamente presso la Torre di Londra. Qui il valido asinus stringe un forte legame con il Re e i suoi cortigiani, dai quali impara i segreti e subisce il fascino dell’occultismo, la stregoneria, la magia nera. Con essi partecipa a sedute spiritiche tra le quali una è sicuramente la più avvincente…
Presso la Torre, è custodito il famosissimo Koh-i-Noor (diamante-i-neero), antesignano dell’ i-phone, che venne posto nel centro della buia sala, illuminata da pochi moccoli, per valutare se riceveva reti wi-fi…
Ma niente. Allora il burricco (si, proprio burricco!) propose di poggiarvi tutti, contemporaneamente, un dito sopra (nel suo caso uno zoccolo) in modo tale da fare tutti da antenna…
Ma qualcosa nell’esperimento andò storto. Un’ esplosione di energia, seguita da un lampo, accecò i presenti ed il burricco rimase ciecato per diversi lunghi minuti, sentendo un senso di sbandamento che gli ricordava il movimento di un aeroplano in balia di correnti verticali…Quando riaprì gli occhi si ritrovò ancora, dinnanzi agli occhi, il Black Diamond, ma stavolta la compagnìa si era trasformata in un branco di somari già visti.
Tutt’attorno non sembrava più Londra e dinnanzi a lui si ergeva un fatiscente manufatto; chiese agli astanti dove si trovassero e la domanda regala al Raschione Ettore (Ing. Prasciolu) l’occasione per scoccare una delle battute migliori del suo repertorio: ” Ma cosa siamo a Beirut?”. Lasciamo immaginare all’occasionale lettore che grasse risa di divertimento possano aver fatto seguito, e quali possano essere le battute meno rilevanti!
Ripresosi dallo shock (della battuta), l’ormai perenne burricco, si appropinqua timidamente alla preziosa gemma nera a esacisottaedro, trasformatasi in un ristorante, e ne varca la soglia.
Dinnanzi ai suoi occhi un ambiente ampio ed accogliente, moderno per l’epoca (A.D. 2013), con sapiente alternanza nell’utilizzo di materiali eterogenei, dal parquet “bruciato” all’acciaio satinato del parapetto, fino ai muri allisciati in stile “stucco veneziano”, intervallati da pilastri evidenziati con gradevoli listelli in pietra; tutto con colori dal marron al beige e con forme prevalentemente rettilinee, chiare, pulite. Il servizio in sala, per l’occasione non esattamente gremita, è nelle mani di un attento e cortese cameriere che propone in primis la scelta tra mare e terra, poi il menù a mente e suggerisce, trovando riscontro, un assaggio di antipasti misti, due portate di primi e vino bianco. Il vino scelto è un DOCG Monteoro 2011 delle Cantine di Sella e Mosca di Alghero.
Inizia così il banchetto preceduto da deliziose bruschette con e senza pomodoro fresco, seguite a ruota da insalata murici (bocconi di mare) con sedano, pomodori e limone davvero delicata; insalata di sedano e bottarga a scaglie; scabecciu bianco di gattuccio non eccellente; cocktail di gamberi in salsa rosa discreto; polpo alla diavola con un leggero accento dolciastro ma gradevole; zuppa di cozze in rosso, a nostro avviso troppo dolce il sughetto, probabilmente in virtù di un eccessivo utilizzo di zucchero finalizzato alla riduzione dell’acidità del pomodoro.
Come primi la scelta delle due portate ricade su spaghetti ai ricci ottimi e fregola con arselle in rosso, ancora dolciastra! Stupisce il dolce: tortino morbido al cioccolato fondente per il Raschione e tiramisù della casa: buono perché non nauseante (forse lo zucchero era finito!) per gli altri due. Finale con caffè per tutti, ramazzotti per Jesus, jeghermaister per Ettore e mirto per l’asinus biancus.
Il conto finale è di € 35 cadauno, da pagare in contanti per l’assenza di pos, solo parzialmente giustificata dalla recente apertura del locale, ha creato panico tra la comitiva: l’asinus biancus aveva ancora con sé delle prestigiose Sterline inglesi, scevre da qualunque maleficio, ma purtroppo inutilizzabili in profana e sacra terra nostrana.
Ettore è quindi costretto ad un irrisorio prestito e, mentre con una mano dona, con l’altra digita il seguente messaggio rivolto al Marrocu:
dottore proceda pure con un giroconto di euro 40,00
a favore di E.P.
IBAN * IT52Q0xxxx016000000xxxxxxxx
Presso IW BANK S.p.A.
Via Cavriana, 20
20134 Milano
Nessuna speranza per chi rimane in sella al burricco. SUSUNKU.
Votazione inappellabile 3 burricchi con menzione speciale
P.s.: Ettore le faccio i miei più affettuosi auguri di buon compleanno.
VALUTAZIONE “Black Diamond”: Tre Burricchi con menzione speciale. | |||
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Ristorante Black Diamond | Indirizzo: Via del Fangario 32, Cagliari Telefono: 070278129 [mostra in google maps] |
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03 feb 2013 alle 19:50
Nel giorno del Genetliaco del Raschione Ettore, l’Ing.Marrocu, di ritorno dal suo trip londinese, sorprende i suoi colleghi burricchi e si cimenta in una recensione ricca di esperienze mnestiche e misteriosi spunti letterari, degni delle vicende di Aleister Crowley.
Molto generoso, invero, devo ritenere il giudizio espresso dal pur ottimo Ingegnere che, in sede di descrizione del locale, ha omesso di indicare una serie di dati in negativo.
Innanzitutto ci ha stupito che come una parte fondamentale dell’arredo del ristorante, capeggiasse un enorme tv al plasma, dislocato al centro della sala. La sua collocazione e l’impatto estetico sul moderno sviluppo degli interni parevano pur buoni, ma avremmo preferito vederlo proiettare immagini surreali o d’atmosfera, piuttosto che un dibattito politico.
Molto positiva la conduzione del pranzo da parte del cameriere/maitre, seppur non priva di qualche sbadataggine, proprio a sfavore dello scriba di oggi.
Per il resto, la qualità di quanto mangiato – seppur oltre la sufficienza – non è stata a dire la verità così esaltante da meritare la posizione assegnata: degli antipasti ho piacevole e incontrovertibile memoria, esclusivamente del polpo alla diavola e dei murici già sgusciati. Anche i primi, buoni, non brillavano però per fantasia o particolare tecnica realizzativa. Segnala il Raschione, invero, che il suo dolce era a dir poco eccellente mentre, il mio Tiramisù (della casa) faceva specie servito in una dozzinale ciotola di plastica.
Per il resto atmosfera di certo raffinata ed elegante, che si contrappone al disordine estetico della zona esterna: l’impatto era quello di un moderno capannone industriale, collocato (come ben espresso dalla battuta del Raschione) in una zona di guerra.
Mi unisco naturalmente, all’appendice dell’Ing.Marrocu, nell’esprimere i più sentiti auguri al caro Raschione.
AUGURI!!!
http://seud.eu/wyp
03 feb 2013 alle 19:53
Il diamante, simbolo della luce ideale diffusa dalla struttura perfetta, la pietra più preziosa e più desiderata, seppure imparentata con il meno nobile carbonado, meglio conosciuto come diamante nero, un agglomerato policristallino di colore nero e altamente poroso, allo stesso modo in cui perfino nelle più stimate famiglie asinìne si cela un esemplare di black donkey che verrà ricordato proprio per il proprio atteggiamento poco virtuoso nei confronti di quella che dovrebbe essere la causa comune.
Studi scientifici approfonditi sulla natura di tale pietra sembrano escludere che le condizioni terrestri possano essere compatibili con la sua formazione, ma sarebbe stato il risultato di un’esplosione di una Supernova i cui detriti sarebbero giunti a contatto con il nostro pianeta incastonati all’interno di piccoli meteoriti, proprio come aliena sarà sembrata all’attento lettore la ratio che ha prodotto questa ultima fatica letteraria, tappa finale delle consuete celebrazioni degli eccessi della tavola da parte del Triumvirato più famoso della città, nuovamente in formazione titolare Ettore, Jesus, Ing. Marrocu, presso il Black Diamon Restaurant.
Ambientazione lineare, moderna ed elegante, seppure macchiata dalla presenza del sempre poco pittoresco mega display LCD. Servizio in sala cortese e disponibile, garantito da un unico matre, con qualche difetto di protocollo, sebbene non si potesse parlare di eccessiva presssione dovuta ad eccessivo affollamento della sala, e qualche caduta… e non solo di stile.
Buona e ben assortita l’offerta della cucina, che non ci ha tuttavia regalato particolari emozioni, forse una piccola delusione per il condimento della zuppa di cozze e arselle. Gradevoli i primi piatti e superbo il tortino al cuore morbido di cioccolato fondente. Buona anche l’offerta della cantina, mentre è risultata deludente e poco ricercata quella dei liquori.
Tenendo conto dei difetti rilevati, tenderei a ridimensionare il giudizio del nostro ipotricotico burriccu verso un più equo tre burricchi meno meno (non oltre 2,65), soprattutto per quanto riguarda la concessione della menzione speciale per il servizio: il cameriere in testa doveva rovesciarglielo quel piatto, piuttosto che in terra, Dottore!!
Con questo ringrazio il caro Ing. Marrocu per essersi fatto carico degli oneri della prosa, tralaltro dopo essersi divincolato completamente dagli oneri economici con una magia finanziaria.