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Ristorante Il Gatto – Cagliari

 Scritto da Jesus il 14 luglio 2013 alle 15:28 8 commenti | Commenta

Il Gatto - Interno

Il Gatto – Interno

 

Superteleburriccone… miao! Sono io il gatto, il peloso batuffolo senza scrupoli, che vi piace accarezzare,  che con scatto fulmineo vi offende il volto o le mani. Sono quello che sporca il vostro lindo salotto, che veloce vi attraversa la strada per cugurrarvi la giornata. Sono di certo io, quello che sentite cantare la notte con molesta ed impudica passione, che importuna il vostro sonno, che voi pensate di controllare ma dal quale siete e sarete dominati. Ho il mio fascino e non vi invidio, perché sono libero ben più di voi, perché mangio e mi sollazzo più di voi, perché faccio l’amore molto più di voi e, soprattutto, perché se non vi trovassi più oltre quell’uscio, mi sarebbe facile trovare qualcun altro!
 

Il Gatto - Insalata di polpo

Il Gatto – Insalata di polpo

 

Sabato sera. Preventivamente conoscendo la compagnia che di lì a poco avrebbe dovuto allietargli la serata, schematizzabile e sintetizzabile nella triade ortodossa del Donkey Challenge, il vostro amato Jesus si premurava, in sede organizzativa, di non dover dipendere dalle altrui feline voglie di libertà, sempre possibili nelle idee degli esuberanti burricchi; per cui disponeva, di concerto con i suoi colleghi,  l’utilizzo di due vettori per raggiungere la loro destinazione. Il Raschione Ettore avrebbe dovuto far sosta davanti alla dimora dell’infermo Ing.Marrocu, mentre Jesus stesso avrebbe provveduto alla propria movimentazione, cavalcando come d’abitudine la tracotante 150cv. Il diverso approccio al parcheggio delle due cellule asinine, si sarebbe quindi concretizzato in 15 minuti di temporale differenza. Da una parte Jesus, che procedeva diretto verso una rapida sosta a pagamento, arrivava in perfetto orario, mentre il Raschione e l’ingegnere impiegavano circa mezz’ora nell’individuare un parcheggio low-cost (per poi accusarsi vicendevolmente di susunkaggine). Gustosamente narreremo tra breve, quali risvolti abbia avuto a fine serata quest’atto di parsimonia, e davanti a quale lussurioso anfratto siano riusciti a trovare accomodo.
 

Il Gatto - Rucola e bottarga

Rucola e bottarga

Il Gatto - Guazzetto di cozze e arselle

Guazzetto

 

Il Gatto è uno dei storici e decennali ristoranti di Cagliari. La sua struttura ricorda molto, nell’atmosfera e nello stile, i locali tipici degli anni ’70, con alte pareti chiare, gradevole mobilia in arte povera, soffitto e arcate in muratura, qualche affresco e numerose bottiglie di vino investite dell’onere di sostenere il decoro di tutto l’ambiente, disegnato con piacevole e familiare gusto retrò. Gli spazi del ristorante si articolano in due sale trasversalmente contigue: la prima, nei pressi del vestibolo d’ingresso, più tranquilla, rilassante e aerata; la seconda, sebbene in maggior misura estesa, sensibilmente più rumorosa e frequentata. Dopo aver intuito che non avremmo voluto ordinare la pizza, ma che le nostre intenzione sarebbero state più bellicose, ben volentieri i camerieri hanno assecondato il nostro subitaneo desiderio di trasferire i nostri coperti nella prima sala, presso un tavolo di gran misura più ampio.
 

Il Gatto - Linguine all'aragosta

Il Gatto – Linguine all’aragosta

 

Il personale de “Il Gatto” è organicamente numeroso, attento, empatico e ben preparato. Oltre al maître di sala, che raccoglie ai tavoli le comande, assistono gli avventori due camerieri ed una giovane fanciulla. Inaspettatamente estesa e strutturata è la carta dei vini, che spazia da produzioni locali ad etichette internazionali, seppure dobbiamo rilevare che non tutte erano realmente disponibili nella cantina. Inoltre, fatto singolare, buona parte della proposta vinicola appariva interessare i vini rossi, a dispetto del menù (escluse le pizze) spiccatamente di mare. Ad ogni modo l’Ing.Marrocu, dopo varie ed incidentate riflessioni, sceglieva dal menù un Vermentino di Gallura DOCG “Capichera Vigna’ngena”, poi presentatosi di fatto (inesattezza della carta, segnalata al maître) un pur buon IGT “Capichera classico” del 2011. A fine serata, non volendo rinunciare ad un ulteriore bicchiere di vino, e non volendo tracannare l’ennesima bottiglia intera, i commensali optavano per una mezza ed obbligata porzione di un “Cala Reale” («…dei miei c.») DOC di Sella&Mosca, imposta al Raschione dalla scelta a maggioranza democratica di Jesus e dell’Ingegner Marrocu.
 

Il Gatto - Tagliatelle nero di seppia

Il Gatto – Tagliatelle nero di seppia

 

Come nostra abitudine cerchiamo di indirizzare la serata su un menù esclusivamente di pesce, richiedendo innanzitutto un assaggio misto di antipasti. Non sono numerose, in questo senso, le pietanze che ci vengono proposte, né particolarmente sofisticate, ma il trittico di mare che arriva al nostro tavolo – giusto poco prima di terminare le buonissime olive in salamoia – è tutt’altro che marginale e consueto: ottima insalata di polpo («si scioglie in bocca!») con rucola e pomodorini; buona insalata di rucola con scaglie di bottarga, gustosissimo guazzetto di cozze e arselle, con giusto dosaggio di piccantezza e prezzemolo, accompagnato da un gudurioso crostino di pane abbrustolito.
 

Il Gatto - Spigola arrosto

Il Gatto – Spigola arrosto

 

L’apice della soddisfazione alimentare nella serata è arrivato di certo con i primi. A dispetto del malizioso scetticismo con cui Jesus e dell’Ing.Marrocu hanno richiesto le proprie linguine all’aragosta («ma sono all’aragosta o al sugo di aragosta???») il loro piatto e quello del Raschione Ettore – delle tagliatelle al nero di seppia con arselle e scampi -, sono risultati a dir poco eccellenti in termini di materie prime, equilibrio di sapori e dosaggio delle spezie: chapeau!
Spazio c’era ancora, quindi, per un secondo. Mentre i fumi dell’alcol e di un covato rancore verso i difetti della società sarda, per poco non conducevano l’ing. Marrocu a sconsiderati e gratuiti gesti di violenza («ora prendo la bottiglia e la spacco in testa al primo che capita… porca p.!!!») ci veniva presentato al tavolo il cesto del pescato di giornata, dal quale avremmo dovuto attingere gli elementi per la nostra grigliata.
 

Il Gatto - Crema catalana

Il Gatto – Crema catalana

 

Invero, l’equilibrio e il probo senso del giudizio dei burricchi determinava una cernita senza eccessi, tanto da richiedere (anche questa volta senza l’approvazione del Raschione) un’unica grande spigola arrosto da dividere in tre. Da segnalare che i minacciati non brevissimi tempi di presentazione della grigliata  – per un presunto ingolfamento della cucina – sono stati sensibilmente ridotti da una paventata promessa di lauta mancia (poi concretizzatasi in termini di 15€ effettivi), a mo’ di palese corruzione, nei confronti della simpaticamente complice cameriera. La spigola arrosto, già eviscerata, pulita e servita con maestria da Jesus, è risultata piuttosto buona nel gusto e nel condimento, che probabilmente aveva come base un rivestimento di alloro, dato l’inconfondibile gusto trasferito alla carne del moronide.
 

Il Gatto - Zuppa inglese

Zuppa inglese

Il Gatto - Millesfoglie al cioccolato

Millesfoglie

 

Anche i dolci ci hanno amabilmente soddisfatto:  millesfoglie al cioccolato per il Raschione, zuppa inglese per Marrocu, crema catalana per Jesus, che non cedeva alla richiesta dell’Ingegnere di richiedere un’altra portata di suo gradimento, per poi poterne abusare! Il tutto era accompagnato da un buon moscato di Sicilia IGT “Ambar” delle cantine Florio, giusto per fare un dispetto – data la piega che avevano preso le nostre discussioni – alle produzioni indigene. Non avendoci soddisfatto il bouquet di liquori proposti, la cena si concludeva quindi con due caffè. Costo complessivo della serata 55€ cadauno, da giudicarsi un 15% superiori al giusto dovuto, ma comunque nel complesso sicuramente ben spesi.

Il Ristorante “Il Gatto” ci ha positivamente stupito. Come spesso è accaduto nelle recensione degli storici locali del cagliaritano, non ci avrebbe sconcertato trovare una cucina e un servizio non effettivamente al passo con i tempi e con le nuove linee della ristorazione nostrana. In realtà abbiamo qui trovato un servizio professionale ed attento, una cucina semplice ma di indubbia qualità, ed un ambiente familiare e rilassante. Qualche cavilloso appunto si potrebbe avanzare, invero, sul numero limitato di antipasti, sulla carta dei vini e sulla fornitura di liquori e amari. Comunque, l’esegesi complessiva, assegna a “Il Gatto” tre meritati burricchi.

P.S.: Nota finale, per la quale siamo in debito con i nostri lettori. Nella spasmodica ricerca di un parcheggio NO-Cost, il Raschione Ettore aveva alloggiato la sua utilitaria proprio di fronte ad un noto night club della città. Parcheggio reso poi indisponibile all’atto del recupero dell’autovettura, visto che il proprietario aveva sistemato la sua mercedes proprio di fronte. Le maldestre avances delle oriunde signorine e le insistenze dello stesso amministratore, nell’abbandonarsi al richiamo del locale, non hanno però intaccato la fortezza degli integerrimi burricchi. Siamo asini, non siamo gatti: se ne parla dopo il matrimonio! :-P

 

VALUTAZIONE “Il Gatto”: Tre Burricchi.
Ristorante Il Gatto Indirizzo: Viale Trieste 15, Cagliari
Telefono: 070663596 [mostra in google maps]

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3 / 5 stars     

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8 Commenti su “Ristorante Il Gatto – Cagliari”

  • coach Dice:

    Per quanto riguarda la carta dei vini composta prevalentemente da rossi , a dimostrazione che molti ristoratori non ne capiscono una cippa di vini e sopratutto che si continuna a bere vino rosso con il pesce.

    • Jesus Dice:

      Come sottolineato nell’articolo c’è da dire, a loro discolpa, che – senza entrare nel merito dei gusti personali – buona parte del volume d’affari del ristorante è determinato dalle pizze, per le quali in genere il vino rosso è più indicato, anche se appare difficile che qualcuno ordini un vino israeliano quando esce di casa per una pizza :-D

      • coach Dice:

        Non è assolutamente vero che il vino rosso è più indicato per le pizze, in quanto l’acidità del pomodoro male si sposa con le componenti dure del vino rosso “leggasi Tannino” . (e Lei dovrebbe essere abituato all’acidità visto che spesso e volentieri ha fatto riportare indietro o si è semplicemente lamentato con la cucina al riguardo). La pizza in “generale”, si sposa bene con vini bianchi di media struttura. Poi se vogliamo abbinare un vino ad una pizza particolare il discorso cambia, in quanto con una pizza ben condita come per esempio ai 4 formaggi dobbiamo mettere un vino bianco di media struttura e non troppo alcolico. Per quanto riguarda il vino rosso lo possiamo abbinare con pizze con pochissimo pomodoro o bianche ad esempio con provola e speck. Ma anche qui comunque devono essere vini rossi di medio corpo o rosati e sopratutto non molto tannici, Es. Monica di Sardegna, Chianti, e via dicendo.

  • Ing. Marrocu Dice:

    Desidero fornire alcuni elementi affinchè codesta Suprema Corte possa giudicare e sentenziare in merito al cospicuo ritardo accumulato dai due burricchi eco-vettorati. Questi i fatti:
    Il Marrocu, temporaneamente e parzialmente invalido, attendeva scrupolosamente sul marciapiede, presso l’indirizzo accordato, l’arrivo del vettore-trasporto con ben cinque minuti di anticipo.
    Il burricco Esimio Prof.Dott.Ing.Stgzzi. Ettore Prasciolu che conduceva la sua (autovettura?) very-low-cost ma con batteria Bosch, verso il luogo prefissato, commetteva il primo errore: lasciava traccia telefonica (leggi squillo da susunku) per avvisare preventivamente del suo imminente arrivo.
    Peccato che già lo stesso avviso fosse ben cinque minuti tardivo rispetto all’orario fissato per l’incontro!!
    Successivamente lo stesso Burricco conduceva il suo macinino come fosse una Porsche millantando: “Ha 80 cavalli, ma essendo leggera ha un rapporto peso/potenza incredibile” dinnanzi ad uno sbigottito, e saldamente aggrappato alle maniglie disponibili, Ing. Marrocu.
    Arrivati finalmente nei pressi del ristorante Il Gatto Il Raschione girava e rigirava senza alcun criterio lo stesso isolato, trascurando diversi parcheggi liberi e proferendo frasi sconsiderate tipo: “Non c’è nessuno in giro, guardi ingegnere, è pieno di parcheggi e la strada è sgombra!”
    Intanto i minuti scorrevano e nessuno di quei parcheggi veniva preso per buono…
    All’avvicinarsi dell’ora X, gira e rigira e rigira e rigira, i parcheggi liberi vengono progressivamente occupati da sc-altri automobilisti quindi il nostro Fenomeno decideva di tentare occupazioni illecite di passi carrabili e strisce pedonali; il tutto con brusche frenate in tripla fila che costringeva i veicoli retrostanti a procedere contromano pur di poter superare l’arrogante e improvviso ingombro, per poi realizzare solo successivamente che si trattava di un posteggio destinato a disabili!!
    Che imbarazzo.
    Al che solo l’occhio scaltro, accorto, astuto, scattante, repentino, subitaneo, fulmineo, furbesco, abile, vigile e pronto del Vostro amato Marrocu, ravvisava la disponibilità di uno spazio adatto alle necessità del momento, ponendo fine ad una delle più ignominiose pagine di mobilità locale.
    Quanto sopra veniva poi sintetizzato dal Raschione onnipotente Re del bit di stocazzo, al fine di giustificare il ritardo agli occhi di codesta Suprema Corte con un mefistofelico: “Minca mia, lui mi ha indicato un parcheggio del cazzo!!”
    Ritenendo doveroso informarLa di quanto sopra, l’occasione mi è gradita per porgere distinti saluti.

  • Ettore Dice:

    Qualcosa di positivo, per alcuni persino magico, soprannaturale, ha sempre accompagnato la presenza del gatto sin dall’antichità, da quando, al tempo degli antichi Egizi, veniva adottato per difendere i raccolti dalle incursioni dei roditori, tanto da venire idolatrato. Bisognerebbe capire invece cosa ci fosse di magico nelle sostanze assunte in serata dalla coppia Jesus Marrocu, capaci di introdurre aberrazione nella cronaca alla stregua del loto nero. Il soggetto in questione, che ricordiamo viene ormai regolarmente traghettato dagli altre due compagni sfruttando carburante non di sua proprietà, parla di atto di parsimonia per lo squillo di allerta, che tutto il mondo interpreta come: Seu arribbendi! calandi, burriccu!! e si lamenta di un trascurabile ritardo complessivo di non più due minuti all’appuntamento con l’ipertricotico somaro che sappiamo avere poca dimestichezza nella pratica di cercare un alloggiamento per la propria autovettura, sebbene si stesse cercando di acccomodare proprio la sua richiesta, tipica da casteddaio DOC, di un parcheggio il più vicino possibile alla destinazione della serata, a completamento della giornata tipica del cittadino del capoluogo, scandita da esibizione di fisico in spiaggia e prolungata esposizione ai raggi solari, coadiuvata dall’azione catalizzante di adeguati unguenti abbronzanti, al fine di acquisire una più appetibile pigmentazione dell’epidermide, rituale lavaggio della propria autovettura, caffettino al Caffè Etnico, ciccionata di tendenza con i migliori recensori della Sardegna. Peccato che il parcheggio individuato, e per il quale chi Vi scrive è stato costretto a fare più volte il giro dell’isolato, combattendo tra l’altro contro l’inettitudine dell’automobilista sessantenne medio, incapace di valutare un collega fermo in attesa di compiere la propria manovra in sicurezza senza attaccarsi alla coda di quest’ultimo e bloccare il traffico, fosse un bel passo carrabile!!
    Nonostante tali vicessitudini il buon Ettore trovava il modo di insinuare il dubbio di ulteriore ed abnorme ritardo nell’ipertricotico burriccu che chiamava: il problema è sempre di chi lo prende troppo sul serio. Detto questo, parlerei della ciccionata, a completamento del contributo, sostanzialmente nullo, dell’Ingegnere alla causa. Particolare l’ambientazione molto familiare, con arredi che ricordano quelli di casa di mia nonna degli anni ’50, con un notevole numero di coperti divisi in due sale, prevalentemente occupati da clienti della pizzeria. Personale cordiale e professionale, con la giusta dose di empatia per i diversi interpreti, per un servizio che non ha visto sbavature, solo la piccola inesattezza nella carta dei vini, sebbene “qualcuno” si sia risentito abbastanza, almeno fino al momento della presentazione del conto. Interessante l’offerta della cantina, sebbene si fosse rivelata un tantino inadeguata per il post dessert; buona, seppure non eccessivamente assortita, l’offerta della cucina, prevalentemente a base di mare, che ci ha regalato cibo di ottima qualità preparato in maniera sapiente, che ha trovato l’apice nel primo piatto del sottoscritto: tagliatelle al nero di seppia agli scampi sontuose! Buoni i dolci e il moscato di accompagnamento, mentre il sommelier della compagnia, in questa occasione mal consigliato dallo scontroso Jesus, continua a dar prova della propria poca dimestichezza con le etichette isolane eleggendo, come secondo nettare, la cenerentola fra quelle proposte.
    Allineandomi alla recensione, al netto di una eccessiva rumorosità del locale, giustificata tra l’altro dalla sala completa, Il Gatto, come non tutti i ristoranti storici della città riesce a proporre una ottima interpretazione della cucina cagliaritana classica con ingredienti di prima qualità, completando in maniera ineccepibile l’offerta di un’ottima pizzeria: tre somarelli pieni anche per me.
    A riguardo del bieco tentativo da parte di discutibili quanto poco presentabili personaggi di trasformare la lussuria alimentare della serata in lussuria letterale, mi associo alla condanna di simili tipologie di mercificazione con una frase: Ma perchè devo spendere quindici euro per entrare in tali posti, quando posso importunare gratuitamente la cameriera oriunda di un noto esercizio al centro della movida cagliaritana? (I. M.)

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