Ristorante Gusto Bio – Cagliari
Possiamo essere ben certi, che già nel legger il nome del Ristorante quest’oggi recensito
– il quale monoliticamente accomoda ed esplicita natura e filosofia del medesimo – qualcuno di voi possa esser tentato e indotto nello storcere il naso; non tanto perché non sia anzi diffusamente apprezzato e ricercato l’universo che ruota intorno al concetto di biologico, ed in particolar modo il mangiar bene e l’alta ristorazione, ma piuttosto invece – se bene avete avuto modo di conoscerlo – per un radicale istinto di disinteresse, ed anzi avversione, da parte del vostro amato Jesus, per tutto ciò che è βιος (Vita), in luogo del più per lui congeniale – freudianamente parlando – istinto di θάνατος (Thanatos), globalizzato e sublimato nell’amore (έρως) per la modernità asfissiante, la cementificazione selvaggia, ed il nucleare di primissima generazione.
Se però ragioniamo per un minuto sul solenne istituzionale ruolo che il vostro navigato capo Triumviro ha fieramente sostenuto in tanti mesi di “estenuanti” peregrinazioni alimentari, con assoluto rigore morale, scevra obiettività ed onestà intellettuale, non vi sarà mentalmente difficile immaginare l’affiatato gruppo di Triumviri ufficiali – Jesus, Raschione Ettore, Ing. Marrocu – trovarsi e ritrovarsi, con maniacale puntualità, alle ore 20.58 di Sabato sera, in quel di Cagliari, Vico I Barone Rossi, in fronte all’ingresso di Gusto Bio.
Indichiamo preliminarmente che la struttura del locale integra in sè sia il ristorante sia un supermercato di prodotti biologici, ed è interamente gestito da S’Atra Sardigna , coperativa agricola di produzione biologiche.
Tale peculiarità si trasduce, oltre che per la indubbia qualità e genuinità degli ingredienti elaborati dalla cucina, in una serie di ricercati particolari quali: pasta artigianale, pane cotto nel forno a legna e lievitato con “pasta madre”, acqua di rete filtrata e de-batterizzata, servita in familiari bottiglie di vetro, vino della casa proveniente da vitigni prevalentemente biologici, caffè equo solidale. Tutte queste indicazioni, oltre ché venire fornite dal personale durante il pranzo o la cena, sono ben riportate e pubblicizzate mediante una serie di discreti opuscoli informativi, che accompagnano ciascuno coperto, e comunque possono essere recuperate in rete, direttamente sul sito del ristorante.
Altra particolarità non comune, la possibilità di giudicare democraticamente il trattamento ricevuto, mediante una scheda valutativa da compilarsi in forma anonima.
Varcato l’ingresso del ristorante ci si ritrova in un ambiente che definirei luminescente e moderno. Il colore bianco, simbolo di purezza e integrità, domina su pareti e arredi, interrotto da elementi decorativi che rimandano all’azzurro del cielo e del mare (il parquet), ed al bruno colore della
Madre Terra.
Superato uno stretto corridoio, si percorrono i gradini di una elegante scalinata, che conduce ad un ampio soppalco da cui si domina il sottostante supermercato biologico, intelligentemente ed esteticamente integrato al contesto del ristorante, grazie al sapiente uso della illuminazione.
Eccellente ed adeguata, una volta tanto, la qualità dell’audio diffuso in sottofondo da una serie di funzionali altoparlanti neri.
Ci accomodiamo ad un ampio tavolo squadrato, su delle graziosamente comode sedie, color bianco latte.
I camerieri sono molto gentili, attenti, discreti ed in numero più che adeguato rispetto ai non tantissimi avventori presenti in sala; non usano il tradizionale taccuino per gli appunti ma un ben poco
eco-compatibile Apple iPad, cosa che rincuora e lusinga la componente più prettamente consumistica del vostro amato, e ben lo predispone, mitigandone la fin lì non celata diffidenza.
Il menù è piuttosto originale e variegato ma, in virtù della specifica natura degli ingredienti, non propone specialità di mare. Non è possibile ordinare la serie di assaggi di antipasti al di fuori dal “menu degustazione”, per cui ciascheduno degli astanti ordina una differente pietanza, da condividere poi con i propri burricchi colleghi.
Sconsiderata, dobbiamo dirlo, la scelta del vino da parte del Raschione Ettore, che di propria egoistica iniziativa, anticipando i sorpresi Triumviri e lo stupefatto cameriere, ordinava un Vermentino DOC “Le Sabbie”, delle celebri cantine Meloni di Selargius (vitigni vermentino/sauvignon Senorbì). Intendiamoci, non che tale nettare non sia in assoluto encomiabile, ma accompagnare con una bottiglia di “bianco”, pietanze prettamente ed esclusivamente di terra, è paragonabile all’idiosincratico accostamento tra caffè e limonata.
Motivo per il quale, per una volta tanto e almeno in parte, l’Ing.Marrocu non è stato l’unico oggetto di scherno e derisione da parte dei commensali nel corso della serata; a metà bottiglia, Jesus e lo stesso Ingegnere, imponevano la sostituzione con un ben più adeguato rosso della casa, “prodotto con uvaggi misti autoctoni come monica e cannonau”.
Giungiamo quindi a considerare il trittico di antipasti assaggiati dai Triumviri commensali.
Dobbiamo convenire ed ammettere, che il complesso delle pietanze presentate si è rivelato molto positivo.
Ingredienti semplici e genuini, sapientemente preparati ed ottimamente presentati, segno evidente che dietro la spendibile esibizione della natura biologica del ristorante, poteva altresì scorgersi l’impronta di una ricercata cucina d’alta scuola.
Molto buono il carpaccio di manzo su rucola con prataioli e scaglie di parmigiano, ottimo il tortino di verdure con pecorino e vellutata di melanzane, sublime la ricotta di pecora in crema di fave e pistacchio. Porzioni non abbondanti, ma giustamente dosate per un pasto completo.
Primi piatti anch’essi di terra e di origine bio: riso rosso selvatico con cicoria, porri, pancetta e pecorino per Jesus ed il Raschione, crespelle ai funghi prataioli in crema di latte e pecorino per l’Ing.Marrocu. Piatti entrambi decisamente gustosi e superbamente preparati, anche se, dobbiamo sottolineare, più adatti alle rigidità dell’Inverno passato, piuttosto che all’inesorabile incombere della sperabilmente calda Estate.
A questo punto della cena, i tre commensali trovavano il giusto spazio e desiderio, per voler testare i secondi piatti del ristorante. A tal proposito rivolgevano la loro attenzione sulle pietanze di carne: tagliata di manzo su rucola con scaglie di parmigiano, decorata con verdure e aceto balsamico per Jesus (piuttosto buona), entrecote in salsa di asparagi e gorgonzola per Ettore («eccellente») ed infine, entrecote ai ferri per l’Ing.Marrocu.
Inevitabile quindi che i tre terminassero la lunga cena con la prova del dolce, spesso determinante per la fortuna o la disgrazia di un locale, in termini di valutazione finale. Ebbene, a tal verifica la cucina di “Gusto Bio” si è dimostrata all’altezza, superando l’esame a pieni voti: notevole si è rivelato il semifreddo al croccante di nocciole, pistacchio e noci in salsa di fragole, degustato da Jesus e l’Ing. Marrocu, spettacolari ed originalissime le mini sebadas al miele con scorza d’arancia, trangugiate senza esitazione dal goloso Raschione. Ad accompagnare il dessert, un ottimo moscato nostrano, immaginiamo anch’esso proveniente da vitigni bio e offerto dalla casa.
Il pasto si concludeva infine con il caffè (equo e solidale) e con uno stranissimo liquore di elicriso, non pienamente apprezzato dall’Ing.Marrocu perché proposto come succedaneo della più desiderata e apprezzata “Liquirizia”, non presente nella seppur fornita cantina del ristorante.
Costo cadauno della serata 47€, che mette in conto antipasti/primo/secondo/contorno e bottiglia di vino + vino della casa. Comunque prendendo in considerazione qualità del servizio e provenienza degli ingredienti, possiamo considerare il prezzo un 10% al di sopra della soglia ideale.
Indipendentemente dalla più volte citata filosofia bio, “Gusto Bio” è di per sè un locale non comune, per ambientazione, servizio, qualità ed originalità dei piatti.
Inoltre, vista la non economicità di base, il Raschione Ettore mi segnala di aver notato nel menù la presenza di pietanze espressamente gluten-free. Chi ha orecchie (da burriccu) per intendere, spenda.
VALUTAZIONE “Gusto Bio”: Tre Burricchi. | |||
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Ristorante Gusto Bio |
Indirizzo: Vico I Barone Rossi 2/a, Cagliari Telefono: 3939356201 [mostra in google maps] |
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12 giu 2011 alle 17:47
Mi vedo costretto a contrapporre alla superficiale, quanto semplicistica affermazione della parte pagu bessia del Triumvirato, che tanto sostiene di saper abbinare il vino alle pietanze del pasto mediante la mappatura [terra => rosso] [mare => bianco], senza tralaltro considerare come mai, prima di diventare sommelier professionisti bisogna studiare un po’ di più rispetto a questa semplicistica corrispondenza, la ben più articolata e razionale considerazione del sottoscritto che, valutando di essere al principio di una maratona culinaria che avrebbe in larga parte premiato cibi a base di verdure, ha giustamente preso l’iniziativa di associare un bianco secco, non molto strutturato, che tralaltro è terminato prima di consumare il primo.
Per il resto concordo sulla valutazione del pasto. Una esperienza con piatti particolari ma frutto di una mano esperta e molto ricercata.