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Ristorante Don Pepicu – Sarroch

 Scritto da Melissa il 8 dicembre 2012 alle 16:52 6 commenti | Commenta

Don Pepicu - Ingresso

Don Pepicu – Ingresso

 



Mi trovo nel mio buen retiro immerso nella ridente campagna, in un luogo ameno e tranquillo nel quale dare tregua al corpo spossato e dedicarsi alla scrittura. La Recensione mi chiama. In verità non faccio altro che fagocitare cibo come un oca da fois gras. Ma rifletto comunque, a pancia piena, sulla ciccionata da me vinta a mani basse con il supporto dei miei aficionados, che ringrazio. Penso ai Burricchi, a quanto sarebbero stati felici di brucare dell’erba così gustosa e fresca in pascoli così incontaminati.
 

Don Pepicu - Interno

Don Pepicu – Interno

 


Ben altri pascoli invece ci sono toccati in sorte venerdì scorso per la ciccionata da me vinta. Ma se vogliamo più che sorte è stata volontà, e in un certo qual modo imposizione del Raschione, dopo lungo braccio di ferro con Jesus, come potrebbe documentare la mia posta di facebook. Jesus infatti si lamentava del fatto che il posto prescelto fosse lontano, sosteneva tra l’altro che la scelta del Raschione non fosse stata casuale dal momento che la vettura che ci avrebbe condotto sarebbe stata appunto la sua 150 CV (o burricchi). Insomma io comunque emozionata per l’entità del premio vinto e per l’opportunità di conoscere tre personalità così importanti mi preparavo per la serata.
 

Don Pepicu - Antipasti

Don Pepicu – Burrida, dentice, pesce spada, seppiette

 

Appuntamento alle 20:30 in centro città. I Burricchi sono stati così gentili infatti da passare a prendermi e così accorti da avere invitato una gentil donzella, burricca anch’essa, che scoprirò poi essere la donna del presidente… della quale non mi è concesso rivelare le generalità, pena la radiazione dalla carica di burricca per un giorno. Puntualissima mi reco all’appuntamento e con il benestare di Carlo Felice che ci osserva dall’alto faccio la conoscenza del Raschione e subito dopo di Jesus e della sua dama. La 150 CV si mette in moto e schizza fuori dalla città senza seguire l’indicazione del povero Carlo Felice,ma prendendo la via del mare. E’ a quel punto mi viene svelata la meta della nostra ciccionata, non prima che la Dama del Presidente abbia verificato che sia libera da miscrospie. Sarroch è la nostra meta, patria della petrolchimica… ma che ci troveremo mai?
 

Don Pepicu - Antipasti2

Don Pepicu – Moscardini, anguilla, murici, orziadas

 

Notizia fresca li ci raggiungerà L’Ing. Marrocu, sottrattosi all’ultimo momento dai doveri lavorativi per festeggiare la vincitrice del concorso. Arrivati davanti al ristorante i due Burricchi eseguono le foto di rito cercando di ostacolarsi reciprocamente. Finito il teatrino decidiamo di entrare benché l’Ing. Marrocu non sia ancora giunto, infatti l’aria fredda e i fumi della vicina raffineria non rappresentano certo uno stimolo a star fuori. L’Oste proprietario del locale ci accoglie con gentilezza dandoci la possibilità di scegliere il tavolo che maggiormente ci aggrada. Piccola parentesi mi chiedo se si tratti di Don Pepicu in persona, e sopratutto questo titolo nobiliare sarà riconducibile a cosa? Noi troviamo solo una vaga somiglianza con il più celebre Grillini… mah!
 

Don Pepicu - Zuppetta cozze arselle

Don Pepicu – Zuppetta cozze arselle

 

L’ambiente è gradevole, tinte arancio sulle pareti, archi in mattoncini rossi, luci abbastanza soffuse,mobilio classico in legno scuro ma con dei pezzi su misura che sfruttano bene l’ambiente. La pizzeria si trova all’ingresso e più avanti nella sala si trova la cucina a vista incorniciata da un grande arco. Giusto il tempo di dare uno sguardo al menù che arriva l’Ing. Marrocu a completare il Triumvirato. Scusatosi del suo leggero ritardo prima con le signore procedere nel accomodarsi a tavola. Ora che la tavolata è al completo passiamo alla scelta del vino, che ricade sul meraviglioso Tuvaoes delle cantine Cherchi di Usini. Un vermentino davvero eccellente che ci viene servito in calici da degustazione adattissimi, ma gran peccato non ci viene data l’opportunità di procedere all’assaggio da parte del Burriccu Marrocu. L’appetito intanto cresce quindi decidiamo di partire con il classico assaggio di antipasti di mare per poi passare ai primi piatti. Sennonché mentre ci accingiamo ad ordinare l’oste esordisce con una frase che semina il terrore tra i commensali: Se qualcosa non dovesse piacervi, ditecelo che lo sostituiamo. Di li a poco avremo capito il motivo di tale improperio che quasi suona come “augurio”.
 

Don Pepicu - Spaghetti all'astice

Spaghetti all’astice

Culurgiones Don Pepicu

Culurgiones Don Pepicu

 

Gli antipasti intanto arrivano abbondanti accompagnati da alcune ottime focacce,pizze bianche,appena sfornate. Antipasti classici di mare niente che possa considerarsi rivoluzionario, però alcuni di questi sono convincenti come le orziadas fritte, i bocconi, la zuppa di cozze e arselle, servita quest’ultima su un fondo di pane carasau, piatto gradito in particolar modo dalla Dama del Presidente. Altri abbastanza nella norma come i polpi alla diavola, che non erano affatto indiavolati anzi, o le seppie con i piselli, o ancora il carpaccio di spada, troppo ricco di limone e di semi di finocchio un po’ fastidiosi (perchè non utilizzare i grani pepe rosa? qui è la cuoca che è in me che parla). Alcuni antipasti invece erano troppo freddi per essere gustati adeguatamente, la burrida per esempio o le anguille “scaloppate”. Poi una “bestemmia culinaria per me, il pasticcio di dentice in salsa di maionese e yogurt. Per inciso… ma come diavolo può venire in mente di oltraggiare in tale maniera un pesce così prestigioso. Devo annotare per correttezza che il Burriccu Ing. Marrocu ha apprezzato questo piatto non prendendo le difese dello sfortunatissimo e nobile dentice. Dopo aver comunque ingurgitato una certa quantità di antipasti accompagno l’Ing. per una breve pausa nella quale ci siamo raccontati un po’ di vicende lavorative: Ah la crisi,certo che mi piacerebbe partire e cambiare aria e Beh si anche a me non voglio sputare sul mio lavoro ma….
 

Don Pepicu - Orata arrosto

Orata arrosto

Don Pepicu - Seppie arrosto

Seppie arrosto

 

Al nostro rientro con grande gioia troviamo una nuova bottiglia ad attenderci. Il Merì delle cantine Argiolas di Serdiana, un vermentino doc stavolta, più secco rispetto al primo ma altrettanto gradevole. Inoltre un gesto non scontato quello dell’Oste che ci cambia il calice. L’insoddisfazione comunque già serpeggia tra i burricchi che vorrebbero comprendere se i primi risolleveranno le sorti della ciccionata: Spaghetti all’astice per Jesus e Marrocu e Culurgiones ogliastrini alla Don Pepicu per me, il Raschione e la Dama del Presidente. Le pietanze abbondanti ci vengono portate a tavola in vassoi in modo da servirci noi stessi, così assaggiamo tutti entrambi i primi. Gli spaghetti all’astice hanno un ottimo aspetto ma dopo averli assaggiati ed essermi confrontata con il mio dirimpettaio L’Ing. giungiamo alla conclusione che il sugo di pomodoro è troppo dolce, Jesus concorda. Probabilmente lo chef ha abbondato con lo zucchero per stemperare l’acidità della salsa di pomodoro. Sulla stessa linea i culurgiones alla Don Pepicu conditi con una salsa ottenuta dal succo dell’arancia, un tantino dolciastri e a tratti nauseabondi, benché il culurgione in sé fosse buono.
 

Don Pepicu - Sorbetto al limone

Don Pepicu – Sorbetto al limone

 

Giunti a questo punto quasi non ci rimaneva che arrenderci ma Jesus propone di dividere una grigliatina di orate e seppie. L’Oste infatti caldeggia la grigliata, forse preoccupato dell’insoddisfazione dovuta ai primi. Così ci vengono servite due orate di mare, a detta dell’Oste, e tre seppiette arrosto. Io mi cimento nella pulitura di un orata così come il Raschione. L’Ing. con occhio attento nota la mia dimestichezza e si offre di dividere il piatto con me,mentre il povero Jesus è costretto a mangiare l’orata stuprata dal Raschione. Una grigliata senza infamia e senza lode, le seppie erano a dirla tutta un po’ durette e l’orata non particolarmente saporita. Decidiamo così di concludere senza dessert, a dirla tutta l’elenco era poco stimolante, quindi sorbetti per tutti. E a seguire due caffè per Marrocu e Jesus, tre liquirizie di Muravera per me, il Raschione e l’Ing. Marrocu e per Jesus una grappa 903.
Devo dire che complessivamente non attribuirei più di due burricchi stiracchiati, da un lato per la qualità del cibo, reso meno buono proprio dal modo in cui è stato cucinato. Poi un altro errore grossolano è stato quello di non distinguere tra antipasti caldi e freddi, servirli in tempi diversi dopo magari aver cambiato il piatto. L’Oste è stato a mio avviso molto gentile anche nel gestire le nostre critiche, più che nostre di Jesus che si è fatto portavoce, ha interpretato i nostri umori.
Non mi rimane che ringraziare i tre Burricchi e la Dama per la piacevole compagnia, sono stata davvero bene… Lunga vita ai Burricchetti!

 
N.D.R. Aggiungiamo il dettaglio del conto economico, non specificato dalla pur abile recensitrice: 39€ per coperto che, non essendo l’autore di questo articolo, lascio voi giudicare. Il corrispettivo è stato poi rimpinguato da una adeguata mancia – finanziata interamente da Ettore e Jesus -, parzialmente riassorbita dalla manchevolezza contributiva del più parsimonioso degli astanti.

 


VALUTAZIONE “Don Pepicu”: Due Burricchi.
Ristorante Don Pepicu Indirizzo: Via al Mare 52/A, Sarroch
Telefono: 070900499    [mostra in google maps]
 

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2 / 5 stars     

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6 Commenti su “Ristorante Don Pepicu – Sarroch”

  • Jesus Dice:

    In attesa di un mio maggiormente dettagliato commento d’appendice alla recensione, a nome di tutto il Triumvirato, ringrazio sentitamente la neo-burricca Melissa per la piacevole compagnia di Venerdì scorso. La ringrazio inoltre, per le settimane di impegno profuso (tutto a nostro vantaggio :-) ) per ottenere la vittoria al concorso “Vinci una giornata da Burriccu”, e infine per l’accattivante e precisa recensione che è riuscita a produrre dopo essersi lasciata convincere dai mandroni Burricchi a farsi carico di questo ulteriore onere.

    Bel lavoro!

  • Ettore Dice:

    Le celebrazioni della vittoria, le tensioni della vigilia, uno scorbutico Don Jesus che osteggia la destinazione finale, troppo distante dai confini della sfera della propria mandronia (No tengu gana de mindi andai a casinu!!), nuovi personaggi che si alternano, vecchi burricchi che ritornano: meraviglioso intreccio da romanzo manzoniano, così come manzoniana è stato la scelta della nuova narratrice che si è affacciata nel mondo dei burricchi parlanti di migrare verso la tranquillità del paese natale per trovare la giusta concentrazione, lontana dalle perturbazioni dialettiche dello slang cagliaritano.
    Recensione inedita, ma per questo non meno efficace e convincente, ma anche un bel regalo per i cronisti titolari Ettore e Jesus, in quest’occasione entrambi dispensati dall’onere della prosa; presente questo che si somma alla splendida compagnia di Melissa, prima classificata al concorso vinci una giornata da burriccu e subito investita del gravoso incarico, come se aver affidato la propria vita nelle mani della maldestra guida del nostro ipertricotico burriccu non fosse stata una sufficiente prova di devozione alla causa.
    Una splendida serata, sebbene non avvallata dagli dei del tempo, nonostante il teatro della ciccionata non abbia lasciato un ricordo indimenticabile, non tanto per difetti strutturali, piuttosto per una certa superficialità nella preparazione di alcuni piatti e nelle tempistiche di presentazione dei piatti. Ingredienti di ottima scelta, ma di resa non costante, soprattutto nella carrellata di antipasti, che ci ha regalato ottime sensazioni con le orziadas fritte e la zuppa di cozze e arselle, rispetto ad altri antipasti di discutibile composizione come dentice struppiau con maionese e yogurt, ed altri serviti a temperature non ottimanli, come la burrida e le anguille scaloppate.
    I primi piatti, nonostante la particolarità della ricetta dei culurgiones Don Pepicu, non hanno convinto e non hanno alzato il livello di qualità, qualita degenerata nella banalità della realizzazione della grigliata.
    Nota positiva per il sorbetto, denso e saporito, e per una buona offerta della cantina, nonostante la nostra selezione sia stata macchiata dalla scelta iniziale dell’Ing. Marrocu, che non ha garantito la giusta succesione di etichette.
    L’ambientazione gradevole, e il servizio attento, cortese e disponibile, benchè reo di non aver concesso il rito dell’assaggio del nostro ipotricotico burriccu, rimediano parzialmente alla qualità della cucina, portando il giudizio in perfetto allineamento con quello di Melissa: due somarelli stiracchiati.
    Notevole anche in questa occasione, la capacità di giocare col resto dell’Ing. Marrocu, che riesce ad applicare uno sconto al proprio corrispettivo da pagare, prelevando dalla quota lasciata da Jesus ed Ettore come mancia: burriccu!!

  • Ettore Dice:

    Da buon burriccu, quasi stavo dimenticando di ringraziare la Dama del Presidente per la piacevole compagnia e per aver tentato invano, durante la serata, di mediare durante i soliti teatrini in cui me medesimo e Jesus ci apostrofiamo senza remore al momento di immortalare ciascun piatto, ovviamente sempre per colpa dell’ipertricotico burriccu :-P

    • Jesus Dice:

      Lascio giudicare ai nostri lettori che senso abbia intestardirsi nel voler immortalare una seconda volta ciascun piatto, quando le proprie diapositive vengono sempre puntualmente scartate. Tale improprio proporsi, oltre a produrre evidente fastidio e insofferenza ai commensali, che devono attendere le lentezze e le movenze maldestre del Raschione, attirano l’attenzione e i sospetti del personale in sala, rischiando ogni volta di farci saltare la copertura. In una parola: molenti!

      • Ettore Dice:

        Non ci sarebbe alcun rischio di far saltare la copertura se ogni volta il nostro Jesus non si producesse in inutili, quanto cacofonici, pistolotti dal contenuto informativo ben inferiore al raglio del nobile quadrupede che è chiamato a rappresentare. Il somaro parla poi di foto scartate, quando si trattasi di foto ch enon vengono nemmeno proposte come diapositive per le recensioni, nell’ottica di mantenere lo standard di mediocrità del contenuto multimediale fino ad ora raccolto dal nostro ipertricotico burriccu.
        Cittirì, burriccu… e aspetta!!

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