Le officine di Hermes – Cagliari
Hermes, figlio di Zeus e della Pleiade Maia, l’inventore del fuoco, della lira e della siringa (leggi flauto di Pan), dotato di grande scaltrezza, capace fin da bambino di rubare e nascondere la mandria immortale di Apollo e di celarne le tracce, tanto da sollecitare l’intervento come arbitro dello stesso Zeus che, durante la discussione viene ammaliato a tal punto dal suono della lira da assolvere completamente la baby divinità.
Gli fu attribuito il ruolo di interprete, di messaggero degli dei, fu inventore del pugilato e per questo protettore degli atleti, intervenne a protezione di Priamo Re di Troia questi entra nell’accampamento acheo per chiedere che gli fosse restituito il corpo del figlio Ettore per dargli i funerali, nonostante fosse schierato dalla parte degli Achei nella guerra.
Preferiamo in ogni modo ricordarlo come scrissero Platone e poi Socrate: Hermes è dio interprete, messaggero, ladro, ingannatore nei discorsi e pratico degli affari, in quanto esperto nell’uso della parola; suo figlio è il logos, pur ritenendo che in realtà di questi dèi non sappiamo nulla, probabilmente perchè, come chi Vi scrive, si erudirono sull’argomento guardando Pollon.
Intrecci storici e mitologici portano in questa occasione tre figure asinìne di cui si legge e si scrive molto, messaggeri della cultura della tavola, e per questo amate, rispettate, ma anche criticate e attaccate da sedicenti ronzanti filosofi del terzo millennio, presso le officine in cui presero forma le invenzioni che il buon Hermes regalò ai mortali.
Trattasi di Jesus, figlio di Zeus, Ettore, figlio di Priamo e di un’oscura eminenza grigia che non vuole svelarsi in questa occasione al nostro pubblico e che chiameremo, nel rispetto della privacy richiestaci, al fine di depistare qualsiasi associazione, IM.
Venerdi, ore 21:25, dopo una serata che ha visto il nostro ipertricotico burriccu vittima di un tentativo di sequestro della propria persona presso un noto autolavaggio di Cagliari, salvato unicamente dall’aria condizionata della fedele autovettura, dopo aver trovato un accomodamento per la citata 150CV, Jesus ed Ettore attendono l’arrivo del sedicente ospite, che di lì a poco arriverà esibendo l’orologio del proprio dozzinale telefono, auto congratulandosi per una puntualità, decisamente sforata di alcuni minuti: burriccu! Punto di convergenza Le Officine di Hermes, nella via De Magistris al centro di uno dei quartieri più eleganti della città.
Il locale si configura come un Lounge Cafè Restaurant: arredamento moderno e lineare, ingresso in cui spicca una sorta di teca con tre ceri accesi, in onore del fuoco di Hermes supponiamo (anche se preferiamo ricordare ciò come un omaggio al Triumvirato). Di fronte all’ingresso domina il bancone del bar, separato dalla sala principale da un elegante paravento divisorio. La sala, ospita poco più di venti coperti, le pareti e i pilastri a vista sono tinteggiati di un particolare verde oliva molto chiaro; la parete portante è attrezzata con diversi ripiani, in cui trovano posto differenti bottiglie della riserva, oltre che un poco opportuno televisore LCD.
I tavoli sono quadrati, di colore bianco, sorretti da un’unica struttura metallica e rivestiti da eleganti tovaglie trasversali scure.
Il servizio in sala è garantito da un unico ma efficiente e molto cordiale cameriere. Un primo scambio di battute tra Jesus e il responsabile della sala sulla disposizione a tavola rompe subito i formalismi. J: Mi siedo qui per avere le spalle coperte. C: Come in Sicilia, non si spara mai ai barbieri!
Il locale propone un’offerta di cucina tipica siciliana, accompagnata da una cantina che spazia dalle (poche) etichette nostrane ai vitigni di tutto il SUD Italia.
Non appena accomodati ci viene servito un ottimo calice di prosecco di produzione artigianale da vitigni siciliani, accompagnato da un sontuoso apri cena composto da tomino di capra su un letto di miele d’arancio, impreziosito da scorze di arancia e granella di pistacchi di Bronte: straordinario!
Dopo questo esordio col botto, arriva il momento della scelta del nettare con cui accompagnare il percorso alimentare appena intrapreso. Non avendo molta esperienza su etichette non sarde la scelta è ricaduta su quella dal nome più accattivante, e in questo caso decisamente appropriato: un ottimo Lacryma Christi DOC (leggi cuccurra di Jesus) del 2010, della cantina I Nobili del Vesuvio di Boscotrecase, composto per l’80% da uve Coda di Volpe e per il 20% da Falanghina; l’assaggio affidato al nostro ospite IM, che insinua subito dei dubbi, rivelatisi poi infondati, sull’appropriato accompagnamento con i piatti che ci si apprestava ad assaporare.
In assenza di menu, non ci viene presentata una vera e propria offerta di antipasti, ma ci viene servita la codiddetta cinquina siciliana composta da: arancino siciliano, timballo di olive, mattonella di melanzane condite con formaggio fresco, zucchina ripiena di ricotta di pecora e pastella fritta alle olive ed alici. Ottima preparazione e trionfo di sapori, sebbene meno raffinati e molto più tradizionali del piatto che li ha preceduti.
Terminati con successo gli antipasti concordiamo col cameriere un percorso di cucina di mare e per la prima volta nella serata ci viene offerta una scelta di piatti; scelta unanime per il primo piatto: gnocchi di patate allo scoglio con sugo, arselle, cozze e delle discutibili fette di surimi. Primo piatto molto particolare, con il giusto equilibrio di sapore e piccantezza, sebbene registriamo un inspiegabile aumento della corposità delle pietanze, e una conseguente lieve flessione della qualità, rimanendo comunque molto al di sopra della media. Gli gnocchi, la cui forma poco regolare poteva far pensare fossero caserecci, erano in realtà confezionati, ma ciò non ha inciso sul gradimento complessivo del piatto.
Il giusto equilibrio nelle dosi dei piatti appena consumati lascia ancora spazio ai tre voraci avventori per provare altri doni degli dei del fuoco. Scelta comune anche in questo caso: ottimo tonno rosso al vapore con cipolle e pomodorini, dal sapore delicato e leggero, sebbene la pigmentazione del pelagico in questione fosse in netta contraddizione con la denominazione del piatto.
Di fronte ad un’invitante offerta di dolci tipici della nostra isola cugina, il burriccu Jesus sceglie il poco esotico tiramisù con savoiardi di Fonni, risultato comunque particolarmente gustoso; altra scelta per i rimanenti commensali che premiano il cannolo siciliano, risultato buono, anche se non di recentissima preparazione.
La cena si conclude con un caffè per Jesus e un liquore di liquirizia Liq per Ettore e IM, servito colpevolmente con ghiaccio perchè non conservato alla temperatura adeguata.
Per dovere di cronaca segnaliamo l’imbarazzante proposta del cameriere di offrire ai burricchi lo stesso trattamento economico dei clienti col coupon di groupon, proposta rigettata con un secco: Assolutamente no! ci faccia il prezzo intero! Pur non sapendo quanto la nostra replica sia stata ascoltata, riportiamo comunque un costo della serata di 29€ cad. Burriccu, decisamente inferiore alla qualità dei piatti e del servizio offerto, e per questo rimpinguata da una cospicua mancia, sebbene non egualemente distribuita fra i commensali.
Le Officine di Hermes valorizzano in maniera ottima una cucina tipica che ha molte somiglianze con quella sarda, sfruttando la straordinaria qualità dei prodotti freschi dei nostri mari e i migliori prodotti delle terre di Sicilia, affidandosi alle mani di uno chef d’alta scuola e a personale preparato e cortese, un binomio ideale che, unito ad una location molto elegante benchè poco capiente, garantisce una serata gradevole per gli ospiti.
Le potenzialità della cucina sono enormi, probabilmente in questa occasione penalizzate da una scelta di antipasti eccessivamente corposi, mentre interessante è risultata l’offerta dei vini.
Al netto delle poche sbavature citate possiamo sicuramente collocare il locale fra le mete da visitare assolutamente, e non solo per la parte più attenta alla spesa dei nostri lettori, e formulare una valutazione di tre somarelli più che meritati.
VALUTAZIONE “Le officine di Hermes”: Tre Burricchi. | |||
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Ristorante Officine di Hermes |
Indirizzo: Via Edmondo De Magistris 5, Cagliari Telefono: 3346869037 [mostra in google maps] |
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16 lug 2012 alle 15:21
Con colpevole e giustificato ritardo, mi accingo a scrivere questo commento, dopo alcuni intensissimi giorni della non breve esistenza presidenziale, impegnati nei festeggiamenti per l’anniversario della nascita di Christi.
Mi complimento con il Raschione per la dettagliata disamina mitologica, impiegata per dipingere l’espressività storico-filosofica di Hermes, aggiungendo che l’ambivalenza e la diversa accezione della sua immagine nelle diverse culture, lo rende un po’ quel “fill’e bagassa” sempre apprezzato dal gentil sesso a tutte le latitudini.
Nulla di ermetico abbiamo trovato nella cucina delle “Officine di Hermes”: piatti tipici siciliani, alternati ad altri spiccatamente sardi, come il tiramisù ai savoiardi di fonni o il tonno alla catalana. Non quindi una contaminazione tra le due cucine, che forse potremmo suggerire al ristorante di provare a mettere in pratica, come più accattivante e non banale sperimentazione.
Molto buono, comunque, il livello di preparazione dei piatti e il servizio che, nonostante qualche piccola sbavatura (come l’aver servito il pane solo sul finale della cena), garantiscono alle “Officine di Hermes” un posto certo nella nostra personalissima hall of fame.
Il momento più commovente della serata è stato comunque il veder brillare la luce, negli occhi del terzo commensale IM (inizia con I e finisce con U!) allorquando il cameriere preannunciava un sostanzioso sconto promozionale, invano rifiutato da Jesus. Riconoscente per la ottima serata culinaria trascorsa, il buon IM, si è comunque offerto di finanziare, per la straordinaria cifra di 1 (uno) euro, la sostanziosa mancia, elargita complessivamente dal Triumvirato: SUSUNKU!!!
25 ago 2012 alle 18:54
Ho avuto la sfortuna di mangiare con un gruppo di amici (anche siciliani) in questo ristorante e posso solo dire che i cibi che ci hanno servito sono una pura offesa, non solo alla cucina siciliana ma alla stessa cucina italiana. Mai più!
25 ago 2012 alle 19:42
Mi spiace Salvatore che tu, al contrario nostro, ti sia trovato male. Puoi darci i dettagli della tua (negativa) esperienza?
01 set 2012 alle 10:01
Mi dispiace che Salvatore non abbia minimamente gradito la cena. Strano, non ha minimamente palesato nessun disgusto consumando voracemente le pietanze proposte quella sera. Comunque sia spero di averlo di nuovo come ospite e magari grazie a qualche suo suggerimento migliorare le mie proposte.
31 ago 2012 alle 16:53
Arrivo al locale insieme a mia moglie e una coppia di amici; veniamo accolti simpaticamente dal “cameriere-proprietario”. Il posto, piccolo, si presenta bene, risulta semplice ma allo stesso tempo elegante. Dopo un pò d’attesa si comincia con prosecco e tomino di capra ben descritto dai burriccu, il nostro in più aveva del cioccolato fuso di contorno: eccellente! Gli antipasti decisamente buoni anche se l’arancino me lo sarei aspettato più grande rispetto alla polpettina servitaci! I primi? Spaghetti di Gragnano normazioni, buoni anche se un pò insipidi e maccheroncini con pesto alla siciliana. Le porzioni sono abbondanti e non troppo pesanti. Per secondo siamo quasi obbligati a prendere del tonno cotto a vapore con cipolle dolci e pomodorini: strepitoso!!! Il nostro “cameriere-proprietario” di tanto in tanto viene a farci visita dimostrandosi piacevole e mai inopportuno. Per dolce non si può rinunciare al classico Cannolo! Enorme e allo stesso tempo calorico ma comunque delicato! A differenza dei “ricchi” burricchi, noi abbiamo preso l’offerta di Groupon ma la proposta che ci è stata servita era uguale a quella dei normali commensali! Purtroppo, mi trovavo con tre astemi perciò ho dovuto rinunciare al vino, scambiato con delle bottigliette di Coca Cola da 25 cl. finite in un amen! L’offerta proponeva anche caffè, granita di limone e rosolio di mirtilli (ottimo)! Arriviamo al punto negativo: niente granita per assenza di buoni limoni, caffè consumato solo da mia moglie e rosolio solo dal sottoscritto. Visto ciò che proponeva il Coupon e ciò che non abbiamo consumato ci saremmo aspettati che non ci venissero conteggiati €6,00 per due lattine di Coca in più! Nel complesso, un’ottima cena con quest’unico neo finale!
22 set 2012 alle 16:48
vorrei lasciare anch’io un commento a questo locale, che è un’offesa alla cucina siciliana…. abbiamo voluto provare con un gruppo di amici questo ristorante , visto che con gli stessi amici, poche settimane prima avevamo trascorso le nostre ferie in sicilia e dove avevamo mangiato da Dio spendendo veramente poco…
il proprietario dovrebbe cambiare lavoro perchè non sa minimanente come si gestisce un ristorante….
innanzi tutto alla richiesta del menù, che non ci è stato dato, è arrivato al tavolo con un blocchetto di carta con i piatti del giorno….
quindi all’oscuro di ciò che il ristorante proponeva oltre a non sapere i prezzi. abbiamo richiesto la carta dei vini ed anche quella non esisteva quindi ci ha proposto dei vini il cui prezzo era sconosciuto.
Arrivano i piatti che avevamo ordinato:
antipasti ( passabili), un piatto di pasta alla norma ( passabile ma nulla a che vedere con quella che avevamo mangiato in sicilia), un piatto di pasta con pesto alle mandorle immangiabile. Le pennette erano non al dente, erano pietre….) dopo avergli fatto notare nei piatti le pennette durissime che nessuno di noi aveva mangiato, si è scusato ma ha avuto il coraggio di farci pagare la pasta lasciata sul piatto in quanto la cuoca aveva sbagliato i tempi di cottura 12 € .
Alchè ci siamo fermati con le ordinazioni perchè il proprietario non ha avuto molto tatto nel proporsi….
L’idea che abbiamo avuti tutti?
in questo posto non ci torneremo più oltre ad averci fatto un bel conticino bello sostanzioso chè l’unica cosa sostanziosa del locale
19 ott 2012 alle 08:23
Deludente, il proprietario dovrebbe lavorare nelle officine dove smontano trattori!! non ha la minima idea di come si accontentano i clienti; il cibo scarso tutto misurato con il contagocce, non si mangia quasi nulla..!!
sono andato via dal ristorante e ho dovuto mangiare una pizza.
Mi sono sentito preso per il c…, un offesa alla cucina siciliana;
un consiglio disinteressato non andate mai al ristorante ” le officine di hermes”,
secondo me entro dicembre chiudono i battenti!!!
per il prezzo che ho pagato, ho mangiato divinamente in altri ristoranti con cucina sarda, ma nulla a paragone, almeno sono rimasto soddisfatto.
viva la cucina sarda!!
19 ott 2012 alle 08:29
Grazie, Andrea per il tuo contributo. Non ci è chiaro cosa intendi con cibo scarso. Potresti ad esempio scrivere quanti eravate, quali piatti e quale vino avete preso e quanto hai speso?
19 ott 2012 alle 10:02
Francamente questo intervento mi pare forzato, fuori luogo, totalmente dissimile dalla nostra esperienza in merito a quanto scritto e, se non dessi per scontata la buona fede dei nostri lettori, strumentale.
20 ott 2012 alle 16:47
bhe cè poco da capire l’italiano “scarso” significa che non ha soddisfatto il normale bisogno energetico alimentare di una cena;
Eravamo in 2 pertsone: gli antipasti comprendevano un unico piatto con 5 palline di diverse cose.
primi a scelta 2 anzichè 3 come doveva essere e anche quello va bhe ci passa pure; pasta alla norma servita in una ciottola circa 40 grammi;
secondi: un trancio di pesce spada per uno e uno di tonno per l’altro, circa 100 grammi esagerando!!
stop! bottiglia di acqua, e due bicchieri di vino servito nel bicchiere, senza lasciare la bottiglia sul tavolo;
finito;
come vedete non sono il solo ad aver parlato male di questo ristorante ma sono anche alre persone che hanno avuto la sfortuna di mangiare anzi di “non mangiare da voi”;
Mai più!! dissuaderò anche altri ad andare alle officine di hermes;
20 ott 2012 alle 16:58
Sulle quantità è strano, non abbiamo avuto la stessa impressione.
Ad ogni modo, a parte il rapporto quantità/prezzo, che evidentemente è il tuo parametro principale di valutazione, puoi dirci qualcosa sulla qualità di quello che hai mangiato?
21 ott 2012 alle 14:22
la qualità scadente dei prodotti quindi il mio parametro di valutazione non è solo quantità/prezzo ma anche qualità/prezzo/quantità;
questo è l’ultimo mio intervento come commento, mi sembra che sia stato abbastanza chiaro il mio messaggio; a buon intenditore poche parole….
27 ott 2012 alle 13:25
Vorrei rispondere al magico Sig Andrea, mi dispiace dover contestare tutte le sue lamentele, ma purtroppo deduco che chi dovrebbe andare a zappare è lei e nn i titolari di questa piccola bomboniera, dove tutti coloro che andranno troveranno cortesia cordialità ed ottima qualità prezzo. Ieri sera abbiamo fatto apericena in 5 , cuscus di verdure , peperoni ( ca muddica atturrata) 2 arancini , cannolo (sublime) e chiacchiere all’incredibile prezzo di € 15 cadauno. Andrea vai a zappare la terra.
27 ott 2012 alle 14:19
grazie Paola per il tuo contributo. Invito comunque tutti gli utenti a evitare di attaccare personalmente altri lettori con cui non si trovano in accordo. Sarebbe opportuna una semplice testimonianza della propria esperienza senza altre disgressioni che potrebbero degenerare. Grazie
27 ott 2012 alle 14:22
Non date retta al Raschione, rissate e insultatevi pure
27 ott 2012 alle 16:41
Egr Ettore, e perchè mai dovrei attaccare altri utenti ho solo espresso un giudizio su colui chè al primo intervento
consiglia al titolare di smontare trattori. Così mi sono permessa di consigliare ad Andrea esperto di officine , di avvicinarsi alla terra dove in questo momento di carestia e penuria di zappatori lui (Andrea) potrebbe dare una gran mano. Con cordialitá Saluti.
27 ott 2012 alle 20:34
Gentile Paola,
onestamente non vedo molte differenze tra chi scrive commenti fuori luogo e chi pretende di pontificare sull’operato degli altri utenti con gli stessi(fuori luogo) argomenti.
Nello specifico il mio commento non era rivolto solamente a te, ma a tutti coloro che non si limitano a commentare riportando la propria esperienza nello stesso locale senza disgressioni che portano a confronti personali tra utenti, facendo solamente appello al buon senso di tutti.
31 ott 2012 alle 10:10
Vorrei rispondera alla magica sig.ra Paola un intervento fuori luogo il suo, in agricoltura anche lei potrebbe lavorare nella raccolta dei pomodori, o ha paura di rovinarsi le unghie? considerando anche la crisi occupazionale, io non criticherei l’umile lavoro che svolge il contadino.
Quanto le hanno dato per dire queste cose? mi sembra una forzatura quanto afferma sul ristorante…
08 nov 2012 alle 13:51
Mi avete incuriosito con tutti questi complimenti e queste critiche…
credo andrò una sera o l’altra a fare una visita a Le officine di Hermes.
Saluti
21 nov 2012 alle 20:21
Ciao Sonia facci sapere notizie se vai anche tu, ci servono confronti per capire meglio. ciaso
08 nov 2012 alle 20:38
Sig Andrea,ma mi tolga una curiosità ma lei è Sardo,immagino di si, quindi vista la sua cultura culinaria mi consigli lei un Ristorante. A proposito io raccolgo i pomodori lei cosa raccoglie………S
21 nov 2012 alle 20:19
Si sardo doc un novello, lei sig.ra Paola invece?
Le protrei consigliare qualsiasi ristorante che propone cucina tipica sarda, non vorrei fare nomi però..non mi sembra corretto..
Se lei raccoglie pomodori io per lei potrei raccogliere cetrioli….s
08 mag 2013 alle 11:36
Consiglio a tutti di andarci, cibo genuino, ottimo servizio e porzioni abbondanti.